VOCI DI CASA PERIODICO DELLA ONLUS VILLA GIOVANNI XXIII

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VOCI DI CASA PERIODICO DELLA ONLUS VILLA GIOVANNI XXIII
VOCI DI CASA
PERIODICO DELLA
ONLUS VILLA GIOVANNI XXIII
N. 6
Gennaio 2013
Anno III
IL NOSTRO SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ
SOMMARIO
E’ CERTIFICATO
A Tina
2
In ricordo di Tina Di Bari
3
In ricordo delle colleghe
scomparse prematuramente
5
Festa di Natale
6
Frammenti di spiritualità
8
Natale di solidarietà tra generazioni
9
Una vigilia di Natale in bianco e rosso
10
“Serenità è farsi portare dal
Signore”
11
Tombola
12
Buon Duemila Credici (2013)
13
Gli occhi che parlano e un
libro che racconta
14
La parola ai libri
15
Un’emozione in poche note
16
L’angolo della poesia
17
Panettone + torrone + capi-
20
Le tecniche artigianali in terapia occupazionale
22
La certificazione del nostro Sistema qualità secondo la norma
UNI EN ISO 9001:2008 è per noi motivo di grande soddisfazione
ma siamo consapevoli di aver messo solo le basi di un processo
continuo di miglioramento costante con il coinvolgimento di tutti
coloro che operano nell’Ente. Anche per questo abbiamo pensato
ad un corso di formazione a cui, nei prossimi mesi, parteciperanno
tutte le figure professionali coinvolte nelle fasi del processo di
erogazione dei servizi per offrire adeguati mezzi per meglio
operare, per creare la giusta consapevolezza che il rispetto di
procedure semplici, chiare e codificate è la strada giusta per la
salvaguardia della salute e del benessere dei nostri ospiti.
Mamma, mi regali un cane?
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Nicola Castro
Circa due anni fa abbiamo iniziato, con la consulenza dell’ASA srl di
Bitonto, un percorso per definire prima e portare a certificazione
poi il nostro sistema di gestione della qualità.
Le motivazioni tecnico-organizzative e gestionali che ci hanno
indotto all’implementazione di questo Sistema vanno individuate
nell’evoluzione dei servizi dell’Ente nell’ultimo quinquennio.
Abbiamo voluto ottimizzare la nostra organizzazione a fronte di
una crescita qualitativa e quantitativa dei servizi resi e quindi:
Definire chi fa cosa, come, quando, perché, secondo regole semplici;
Ordinare in modo semplice, pratico tutta l’organizzazione aziendale;
Garantire la conformità qualitativa dei servizi sulla base di regole
documentate conosciute e condivise da tutti.
Un percorso non semplice che ha richiesto un investimento notevole
di energie soprattutto dei responsabili di servizio, dei referenti di
nucleo, che ringrazio per l’impegno profuso.
A Tina
Tante primavere sono trascorse
Mente, quante parole non
Tante rose sono sbocciate
Dette…
Rose con spine, come è stata
Quanti attimi vissuti
La tua vita,
E perduti…
Ma una per una hai
Quanta forza nell’animo
Colto la rosa più bella.
Che ci avvolge in un abbraccio
Petalo per petalo ne hai fatto
Forte e invisibile e tu ci
Una ghirlanda,
Sei…
Che pian piano hai regalato
Non ti vedo…
Ad ognuna di noi:
Ma ti sento…
Nel silenzio..
Quanti rimpianti si affacciano nella
Ciao Tina.
Rosaria Frascella
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In ricordo di
TINA DI BARI
Cara Tina,
il giorno in cui sei morta tuo marito ha detto una frase che mi ha colpito: “non
esistono donne come questa”. Si riferiva alla precisione e alla mente lucida che hai
avuto fino alla fine. Io aggiungerei che, tutto ciò, dipendeva soprattutto dalla forza
di volontà con la quale hai sempre affrontato la vita. Anche nei momenti bui,
quando cadevi nello sconforto, questa forza che avevi dentro ti faceva rialzare
forse più forte di prima.
Io ti ho conosciuta grazie agli anni di collaborazione che abbiamo avuto presso la
Onlus Villa Giovanni XXIII dove hai lavorato per parecchi anni e da dove ti sei
dovuta allontanare con grande sofferenza, perché amavi il tuo lavoro.
Il ricordo che ho di te è che eri di una costanza e di una disponibilità
impressionanti. Sapevo che potevo contare su di te sempre e in qualsiasi momento
anche quando ero costretta a toglierti il riposo settimanale per sostituire qualche
collega in malattia. Eri una lavoratrice instancabile sia sul lavoro che su tutto ciò
che riguardava la tua famiglia, perché so che per loro eri il perno principale.
So che non amavi i gesti affettuosi come baci, abbracci o carezze e soprattutto non
eri falsa perché spesso eri nuda e cruda nelle risposte che davi alla gente. Questo
veniva scambiato per cattiveria ma non era così, perché nel momento del bisogno
eri sempre presente.
Una volta mi hai confidato che nella vita hai tanto sofferto e proprio per questo sei
stata incapace di dimostrare agli altri quell’affetto che non hai mai ricevuto. Mi
parlavi dei tuoi figli e delle preoccupazioni che avevi e spesso dicevi: “chissà se un
giorno capiranno quanto tengo a loro”.
Quando venivi a trovarci i tuoi racconti erano sì, riferiti ai progressi che facevi
nella tua malattia, ma erano anche riferiti alle tue nipotine delle quali parlavi con
tanto orgoglio.
Antonietta Maiorano
Tina, vorrei parlare ancora tanto di te perché poche righe non bastano per
raccontare anni di vita condivisa anche se solo sul lavoro.
Ho tanti ricordi nella mia mente come quello del giorno in cui mi facesti la
sorpresa di venirmi a trovare nel Centro di Riabilitazione di Cassano dove ero
ricoverata.
Quel giorno mi commossi tanto perché sin dal mattino i miei pensieri erano più
neri della notte. Avevo saputo che non stavi per niente bene e quando mi dicesti
che ti facesti forza per venire a trovare me scoppiai in lacrime perché la mia
sofferenza era niente in confronto alla tua.
Ora vorrei concludere con la preghiera che ho fatto il giorno in cui sei passata
all’altra vita: “Signore, se puoi, accogli subito Tina accanto a te in Paradiso,
perché il suo Purgatorio l’ha trascorso sulla terra”.
Ciao.
Antonietta Maiorano
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In ricordo delle colleghe
scomparse prematuramente
Carissimi lettori,
la mia trentennale esperienza lavorativa in qualità di operatrice presso questa
struttura mi ha permesso di vivere la continua crescita in quantità e qualità dei
servizi offerti ad anziani e a persone che hanno perso la loro autonomia a causa di
malattie invalidanti come l’Alzheimer.
I miei ricordi vanno verso gli anni in cui lavoravamo fianco a fianco con le suore
dell’Ordine di San Anna con la direzione della Superiora Veronica, che tanto mi
ha insegnato su come seguire e ascoltare le necessità degli anziani, come anche la
guida delle altre suore.
I miei ricordi vanno verso le colleghe e colleghi con cui ho vissuto momenti
lavorativi intensi e problematici.
In particolare, il mio pensiero va alle colleghe che sono venute a mancare
prematuramente: Gina Masellis e Tina Di Bari.
Loro, con cui ho condiviso tanto impegno lavorativo, per me, sono la spinta per
vivere una vita priva di rabbia e di egoismo, ma ricca di serenità, dedizione,
pazienza e comprensione verso tutti.
Così, penso che la vita, anche se dovesse essere più breve del previsto, potrà
risultare veramente bella e soddisfacente.
Maria Robles
FESTA DI NATALE
"Gioia al mondo, il Signore è venuto
Che terra riceva il proprio re. Lascia che ogni cuore gli prepari una stanza.
E il cielo e la natura cantano, e il cielo e la natura cantano
E il cielo e il cielo e la natura cantano."
Natale in genere è un periodo santo; i Cristiani con gioia si riuniscono insieme per
celebrare la nascita di Cristo il nostro salvatore. È anche un momento di
riflessione sulla povertà e umiltà di Cristo che, assume le sembianze umane per
condividere con noi le nostre sofferenze e per portarci a Dio suo padre e nostro
padre.
La possibilità di celebrare il Natale oggi è
possibile perché Maria ha detto "Sì" a
diventare madre del nostro Salvatore. Dio
mandò l'Arcangelo Gabriele ad annunciare a
Maria l'evento della maternità di Cristo, il
salvatore del mondo. Maria, sapendo
benissimo di non avere marito e di non aver
conosciuto un uomo carnalmente, accettò il
messaggio dall'angelo con tremore e timore.
I misteri che circondano la nascita di Cristo:
1) è stato concepito da una donna che non ha
conosciuto un uomo carnalmente; 2) è nato in
una mangiatoia; 3) Re Erode è rimasto tanto
turbato quando ha saputo della nascita di un
nuovo re dai tre saggi uomini che venivano da
est a rendergli omaggio.
Secondo me, la nascita di Cristo (re) in una mangiatoia è una contraddizione. Ogni
volta che viene menzionata la parola “re”, la nostra mente va a case belle e
confortevoli. Ma nel caso di Cristo, è stato il contrario. È nato in una povera
mangiatoia miserabile. È molto improbabile che un re possa mai nascere in tale
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condizione. Io personalmente vedo il Natale come un periodo di profonda
riflessione sulla povertà e l'umiltà di Cristo. Anche se è un ricco re.
Natale è un periodo in cui le famiglie e gli amici si riuniscono per celebrare con
gioia il compleanno di nostro Signore. È abitudine scambiarsi doni. È un altro
periodo in cui i poveri sperano di ricevere aiuto da coloro che hanno più di loro.
Questo è un momento molto importante per tornare a casa. Coloro che sono stati
lontani, tornano per condividere la loro gioia e il progresso con le loro famiglie e
amici; è un tempo di riconciliazione tra coloro che non sono in buoni rapporti.
Perché Cristo è un re di pace, gioia, amore e unità. Egli è venuto a visitare il suo
popolo con la pace, la gioia e soprattutto con amore.
Non dimentichiamo che la Vergine Maria ha accettato di essere la madre di Dio,
ricordiamoci sempre di chiamare Lei in ogni circostanza perché non ci deluderà.
"Notte silenziosa, notte santa. Tutto è calmo, tutto è luminoso
Intorno alla Vergine Madre e figlio
Santo Bambino così tenero e mite
Dormire in pace celeste, Dormire in pace celeste".
Sr. Mary Henrietta Ozurumba (DDL)
FRAMMENTI DI SPIRITUALITA’
Nel giorno di Natale si celebrano tre messe: una,
a mezzanotte, ricorda la nascita di Gesù a
Betlemme; l’altra, all’aurora, ricorda la visita dei
pastori alla grotta; la terza, in pieno giorno, in
piena luce, ci ricorda come Gesù è nato fra noi
per essere la luce della nostra vita.
Per la nostra fantasia è facile fermarsi alla
grotta di Betlemme, ai pastori che accorrono con
i loro doni e creare così un clima di poesia e di
musica proprio del tempo natalizio che accarezza
e alimenta i nostri sentimenti, senza però lasciare
traccia nella nostra vita.
Non è altrettanto facile considerare che Cristo è
nato umile e povero per dire a noi uomini,
orgogliosi ed egoisti per natura, che dobbiamo cambiare vita e per darci la
capacità di poterlo fare.
La nostra non è vita vera. La vera vita è l’amore. L’amore è Dio.
Per vivere di Amore dobbiamo vivere di Dio. Gesù è venuto, caro figlio di Dio, per
comunicarci la sua vita e restare anche noi figli di Dio a sua immagine.
È questa la Luce che Cristo offre a noi che viviamo immersi nelle tenebre del
nostro orgoglio e del nostro egoismo. È in questa luce che noi scopriamo il segreto
della vera vita. Ed è questo il senso giusto del Natale.
Questa scoperta dovrebbe essere il grande dono atteso da tutti nel Natale.
Dio è sempre pronto ad offrircelo. Sta a noi accettarlo o rifiutarlo.
Un ospite
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NATALE DI SOLIDARIETA’
TRA GENERAZIONI
I piccoli alunni delle prime D-E-G della scuola primaria N.Fornelli, accompagnati
dalle rispettive insegnanti T. Mastro, M. Ruggiero, N. Allegretta, si sono recati
presso villa Giovanni XXIII il 21 dicembre 2012 per lo scambio di auguri natalizi
con gli ospiti della casa.
Un incontro fra i “ più piccoli” e i “ più grandi “della nostra città, un momento che è
diventato un abbraccio che ha unito due generazioni lontanissime tra loro per età
ma vicinissime per emozioni vere.
Scambi di sorrisi, sguardi che si illuminavano, mani che si stringevano, canti della
tradizione natalizia cantati in coro, poesie nuove, poesie antiche recitate da questi
“nonni speciali”.
Si respirava l’atmosfera di Natale come in una grande famiglia allargata. Il
momento più entusiasmante è stato quando a sorpresa sono arrivati Babbo Natale
e la Befana e hanno distribuito caramelline ai protagonisti di questo incontro:
bambini e anziani.
Scambi di auguri, scambi di doni: quelli più veri, quelli più importanti. I piccoli
hanno donato una ventata di allegria leggera e genuina, i “nonni” hanno donato la
loro saggezza nascosta fra le rughe della pelle e del corpo reso fragile dall’età
avanzata. Abbiamo vissuto quella che viene chiamata “solidarietà tra generazioni”,
questo è il vero messaggio del Natale, lontano dal consumismo ma vicino alle
persone più bisognose d’amore: bambini e anziani.
Teresa Mastro
UNA VIGILIA DI NATALE
IN BIANCO E ROSSO
Una Vigilia di Natale in bianco e rosso. Bianco come la neve e rosso come le maglie
di tanti giovani Volontari della Croce Rossa Italiana di Bitonto che hanno deciso di
fare un regalo agli ospiti della Casa dell’anziano Giovanni XXIII con la loro
presenza. Hanno portato tanta allegria.
Quel giorno la musica risuonava per i corridoi e i sorrisi spontanei di ognuno di loro
sono stati in grado di lasciare un ricordo, una traccia.
Tante belle emozioni, forti e indescrivibili hanno reso il giorno della vigilia di
Natale davvero indimenticabile per tutti.
Tra presentazioni varie e qualche espressione divertente si sono messi tutti
intorno al tavolo, pronti con le loro cartelle per giocare a tombola e vincere tanti
premi tra cui alcune palline di natale realizzate a mano dai giovani volontari oltre
ad angioletti e quadretti.
Per ogni numero sorteggiato ciascun ospite pronunciava il proprio nome ad un
microfono poi tutti pronti per fare l’ambo!
Una giornata all’insegna della meraviglia e del divertimento ma anche per
dimostrare che c’è sempre un po’ di tempo da donare agli altri e fare qualcosa di
buono per loro non solo a Natale!
I Volontari della Croce Rossa - Bitonto
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“SERENITA’ E’ FARSI PORTARE
DAL SIGNORE”
“Serenità è farsi portare dal Signore”
Così diceva papa Giovanni Paolo II e così, quest’ anno, come ormai da tempo, il
Signore ha voluto condurre i ragazzi della parrocchia Cattedrale / San Giovanni a
condividere la magia del Natale con gli anziani della casa di riposo di VILLA
GIOVANNI XIII, un’emozione che permette ad ognuno di loro, compresa me, di
crescere e dare un senso a quello che è il vero Natale: donare sorrisi ai nostri
carissimi nonnini.
A fare da sottofondo a quella serata all’insegna dell’ amore e fraternità, c’erano
dei canti natalizi, una mega tombolata i cui premi sono stati acquistati con i
risparmi dei ragazzi e dei dolci preparati dalle loro mamme che, con tanto
impegno, hanno voluto condividere con noi questo momento.
Il sorriso di ogni nonnino e nonnina di fronte a tutto ciò è un’emozione
indescrivibile, riscalda i cuori e porta gioia e speranza, perché loro sono la nostra
storia, il nostro passato, i veri maestri della nostra vita.
Per tutto questo, vorrei ringraziare tantissimo la dottoressa Antonia Fallacara, la
dottoressa Teresa Garofalo, per averci concesso nuovamente quest’opportunità,
e tutti gli operatori per aver contribuito a rendere quella serata unica e
indimenticabile un vero successo.
Angela Valeriano
TOMBOLA
Noi volontari, il 28 Dicembre,
abbiamo allietato la serata agli
ospiti della casa con un tombolata.
Gli ospiti hanno vinto molti premi,
ma soprattutto hanno vinto il sorriso
e la spensieratezza. Il tutto
confezionato con semplicità e
armonia.
Angela Schiavone
Il 28 dicembre vi è stata la grande
tombolata che ha visto coinvolti molti
volontari e parecchi ospiti della casa;
un’iniziativa alquanto piacevole e
divertente, con tanti premi che,
all’inizio sono andati ai vincitori di
ambo, terno, quaterna, quintina,
tombola e tombolino, ma poi abbiamo
continuato sino a quando tutti hanno
avuto dei premi e dei cioccolatini. Il
pomeriggio è volato via d’un colpo,
tutti contenti per aver ricevuto
almeno un premio .
Pina Terlizzi
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BUON DUEMILA CREDICI (2013)
Se dobbiamo credere in qualcosa
crediamo nel Tempo.
"L'Eternità è il nostro parco giochi
e la vita è solo un giro di giostra".
Empatia
Ascolto
Comprensione
Se dobbiamo credere in qualcosa
Crediamo nell'Amore...nella comunione delle anime.
Crediamo in due anziani che si baciano
come fosse il primo giorno.
Crediamo alla non banalità,
a chi sa stupirsi ancora come un bambino.
"Meglio aggiungere vita ai giorni che non giorni alla vita" (cit. Rita Levi
Montalcini)
BUON DUEMILA CREDICI !!!
(2013)
Le Educatrici e Francesca De Gennaro (volontaria Servizio Civile)
GLI OCCHI CHE PARLANO
E UN LIBRO CHE RACCONTA
Occhi che guardano ed in silenzio
ascoltano, attenti. Occhi che parlano e
raccontano il meglio di tutti questi anni
passati. Sono i loro volti la poesia più
bella, più vera ed esemplare.
Ecco il ritratto degli ospiti della Casa
dell’Anziano Giovanni XXIII. I loro
sorrisi sono così spontanei e
coinvolgenti tanto che risulta
impossibile non abbracciarli e
sorridere assieme a loro. Ed è proprio
qui, dove viaggiano i ricordi e portano
le loro menti indietro nel tempo, dove la compagnia e la presenza sono un regalo
prezioso, che mercoledì 19 Dicembre 2012 si è tenuta la presentazione del libro
”Nonno, insegnami a volare” della giovane autrice bitontina Mina Damiana
Agostinacchio. Molti si chiederanno perché proprio qui? C’è un motivo ben preciso:
il tema del libro è il forte rapporto che lega la protagonista Mariah e suo nonno
Marlin, un amore quasi platonico, ispirato al legame affettivo che la stessa autrice
aveva con il nonno.
Nonno e nipote, un binomio perfetto che traspare dal libro sin dalle prime righe,
sintomo di un amore puro che non conosce limiti né distanze. Ed ecco che la figura
del nonno,dell’anziano,assume la sua importanza nella vita dell’autrice. Da qui,la
decisione di Mina Damiana di presentare il suo romanzo ad un pubblico come loro,
un pubblico davvero importante perché in fondo chi vive queste emozioni, può di
certo raccontarle.
La serata è stata guidata dall’allegria di Nicola Abbondanza e dalla presenza di
alcuni poeti che hanno saputo allietare l’animo di tutti gli ospiti con alcune poesie
in vernacolo. Ad accompagnare il tutto c’era anche la Babbo Band dell’associazione
musicale di Bitonto “Davide Delle Cese” negli abiti di Babbo Natale che, con un po’
di musica, hanno riscaldato le stanze della Casa dell’Anziano.
Una serata all’insegna della cultura,dell’arte e della musica ma soprattutto
incentrata sulla figura dei nonni, grandi esempi di vita da ricordare e da vivere.
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LA PAROLA AI LIBRI
“Un’alba di tenerezza”
La protagonista di questo libro, la dottoressa Anna Morgan, ritorna dopo tanti
anni al paese dove vive il suo amore e nel quale l’aspetta anche sua madre.
Ella riprende a lavorare e, vivendo nel paese di sua madre, si sente molto vicina
all’uomo che ama da tanto tempo .
Riflessioni:
Mi ha colpito molto il sentimento di affetto per la mamma della dottoressa Anna
Morgan che la spinge a ritornare al paese Destiny e contemporaneamente a
sentirsi molto vicina al suo amore.
Nella Schiavone
Ospite
Marirosa-Marzulli
UN’EMOZIONE IN POCHE NOTE
Ancora una volta, immerso nella parte più grande del mio mondo, la musica, mi
ritrovo a narrare quella che per me è stata, senza dubbio alcuno, l’esperienza più
rilevante e straordinaria di questi ultimi anni.
Nuovi orizzonti, così come nuove sensazioni, hanno ormai infestato la mia mente
dopo nove mesi di permanenza presso questa “casa”.
Non meno rilevanti sono state le difficoltà nel dover comprendere situazioni fino
ad allora per me nuove, per poi farne parte e viverle appieno.
Sì, io questa casa dell’anima la frequento da tempo e al di là della musica che tento
di veicolare, travestito da menestrello, ascolto l’apparente silenzio...
Tutto rivela una tale presenza; tutto è così udito, visto e toccato; tutto è così
reale, fisico e incarnato che, alla fine, anche ciò che non riesco a vedere diventa
immagine.
Riuscire a leggere sul volto di questi “nostri genitori” uno spiraglio di serenità,
durante l’ascolto, di quelle poche note di un brano, che rievoca immagini positive:
“O sole mio”.
Quel sole che significa semplicemente felicità, fa diventare tutto più semplice, più
chiaro e più dolce.
Domenico Maddalena
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L’ANGOLO DELLA POESIA
Fra Gilé racconta gli auguri di Natale
Si sente l’odore dell’olio
Di viversi un attimo
Verde
Accanto
Che muore in un morso di pane
Ai respiri perduti
Raffermo
Alle voci che ancora strapazzano
Scaldato alla brace …………
I silenzi
Il tempo che corre
Quando i silenzi diventano
Ha portato via
incontri …………
Gli affetti
nel trambusto
E il passato
di un compra compra
Ti vela lo sguardo
che ha solo il sapore di vendersi
Di lacrime
dietro una capanna
Che neanche hanno la forza
di fronte a un pastore
Di esprimersi
nel tocco di una campana
E si perdono all’angolo degli occhi
nella melodia di una preghiera
Mute carezze
in un Amen
Dell’anima
che a Natale
Si sente il bisogno
non sia solo un così sia.
Aspettando il Natale
Aspettando il natale per vedere
le città illuminate
E immensi alberi addobbati,
e negozi pieni di ogni leccornie,
non c’è più religione,
non c’è più tradizione,
Si sente l’odore dell’olio
Di viversi un attimo
è solo scenografia …
Verde
Accanto
Oh Gesù, tu che sei nato in una stalla
Che muore in un morso di pane
Ai respiri perduti
Così povero e così bello
Alle voci che ancora strapazzano
Raffermo
Con un bue e un asinello
Scaldato alla brace …………
I silenzi
Ma tanto ricco di amore e di bontà
Il tempo che corre
Quando i silenzi diventano
Per redimere l’umanità.
Ha portato via
incontri …………
Oh Gesù, figlio di Giuseppe e Maria
Gli affetti
nel trambusto
Tu che guidi la vita mia
E il passato
di un compra compra
Ti rivolgo una preghiera
che ha solo il sapore di vendersi
Ti vela lo sguardo
Tu che puoi tutto e sei l’onnipotente
dietro una capanna
Di lacrime
Distruggi la cattiveria dai cuori di tanta gente;
Che neanche hanno la forza
di fronte a un pastore
fa che il mondo sia più pulito ed unito nell’amore,
Di esprimersi
nel tocco di una campana
nella fede e nella carità.
E si perdono all’angolo degli occhi
nella melodia di una preghiera
Io ti prego mio signore, con fede e con amore,
Mute carezze
in un Amen
aiuta i vecchi e gli ammalati, i soli ed abbandonati,
Dell’anima
che a Natale
i bambini e gli affamati.
non sia solo un così sia.
Si sente il bisogno
Oh mio adoratissimo Gesù,
essendo io una peccatrice,
non dovrei chiederti tanto
ma per me non vorrei niente
ma ti invoco umilmente
la misericordia ed il perdono di tanta gente.
Sig.ra Grazia Montanari
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Il cinema della vita
Una pellicola di ricordi avvolti in
Smorfie, crucci, tristezza, gioia, sfida,
rancori, sorriso e perdono.
Questi sono i volti della gente,
gente comune, uomini e donne
che si abbracciano in sentimenti che
si stringono in una morsa di calore
quel calore che emana da ognuno
di loro, che cerca con affanno un
contatto, quel contatto di solidarietà,
di tenerezza e di quella fisicità
calda inebriante e avvolgente che
solo la semplicità e la trasparenza
dell’amore ti fa sentire che
ci sei e tu sei lì per loro…
Rosaria Frascella
PANETTONE + TORRONE + CAPITONE +
CENONE =
INDIGESTIONE
Dieta soft: sgonfiarsi dopo Natale. Si comincia dai carboidrati
Un deciso stop all'alimentazione fuori dalle
regole di Natale è la prima mossa per
combattere le eventuali conseguenze degli
stravizi alimentari che ci si concede durante le
vacanze natalizie. In pochi sanno, ad esempio,
che i chili in più presi durante le feste non sono
solo da attribuire alle calorie in eccesso. I
carboidrati e gli zuccheri assunti in maggiore
quantità possono causare, infatti, un eccesso di
ritenzione idrica e questo accade anche con il
sale.
È tuttavia necessario non procurare allarmismi
per evitare quegli eccessi che a volte si
riscontrano in persone che pensano di perdere i 2/3 chili in più in modo repentino
e quindi pericoloso. È consigliabile, per esempio, preferire per qualche giorno
prodotti leggeri come pesce o legumi o carni bianche al posto delle carni rosse,
evitando, ovviamente, i cibi “proibiti” come i dolci, protagonisti delle tavole
natalizie. Non occorre liberarsi di panettoni e pandori avanzati, ma è sufficiente
utilizzarli in porzioni estremamente ridotte la mattina al posto dei biscotti o
dei prodotti da forno, ma poi niente più per il resto della giornata.
Anche pane e pasta è bene che subiscano un bel ridimensionamento ed è meglio
che i pasti siano rappresentati quasi esclusivamente da vegetali, legumi e frutta,
alimenti ricchi di acqua e fibra e quindi ad alto potere saziante, ma di basso
impatto calorico. Altrettanto sazianti e quindi da preferire tra gli alimenti di
origine animale il latte o lo yogurt, magari nella versione leggera.
Ancora uno sforzo andrebbe fatto mettendo via anche gli alcolici, grappini e
affini. Se si considera, infatti, che un solo bicchiere di vino a media gradazione
apporta circa 90 kcal, il conto è presto fatto: un bicchiere in meno al giorno
significa 2.700 kcal al mese, circa 300 grammi di peso corporeo in meno.
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Sarebbe utile, invece, riprendere o intraprendere
un’attività fisica moderata e prolungata che
dimostra la sua efficacia sul lungo periodo più che
un’attività .intensa sul brevissimo periodo,
consapevoli che il confronto non va fatto tra il 23
dicembre e il 1 gennaio, ma tra il 23 dicembre e il
23 dicembre dell’anno successivo.
E per chi non può permettersi neanche una
passeggiata (per es. anziani o soggetti con
handicap motori permanenti o temporanei), un consiglio in più: per dimagrire
basta masticare lentamente. Sarebbe questo uno dei trucchi con cui si inganna il
cervello e quindi il corpo, secondo i ricercatori dell’Università di Birmingham, in
Gran Bretagna.
Un metodo fai-da-te che, tuttavia, potrebbe portare più benefici. Da un punto di
vista biologico, infatti, far sostare il cibo per più tempo nella bocca non solo
aiuterebbe la digestione - la prima digestione avviene in bocca, dicevano ancora
una volta le nonne -, ma consentirebbe di anticipare il senso di sazietà. Alla fine,
si ha una riduzione del conto calorico, vale a dire meno chili su pancia e fianchi.
E se rimane qualche chilo in più? Fa bene al cuore
Lo studio che allevia i sensi di colpa di chi ha mangiato un po’ di più durante le
feste arriva dai Centers for Disease Control and Prevention's National Center for
Health Statistics, i cui ricercatori hanno dimostrato che la pancia può diventare
una ciambella di salvataggio. Infatti, stando a quanto rivela questo studio, non
tutto il grasso “natalizio” viene per nuocere ed essere leggermente in sovrappeso
può allungare la vita media. Al contrario, essere obesi è una forte minaccia alla
sopravvivenza e conduce ad una morte precoce con il 29% delle probabilità in
più.
Cosa hanno scoperto? Analizzando 97 studi dedicati all’argomento, circa 3 milioni
di casi, i ricercatori hanno scoperto che in alcune tipologie di persone, gli anziani e
i malati cronici, una riserva di grasso può salvare la vita: per esempio in presenza
di alcuni trattamenti farmacologici o in seguito a interventi chirurgici, essere
troppo magri può essere controproducente, mentre avere un fisico più robusto, ma
non essere obesi, garantisce una ripresa del fisico più rapida ed efficace.
Marilù Perta - Dietologa
LE TECNICHE ARTIGIANALI
IN TERAPIA OCCUPAZIONALE
Le tecniche artigianali in terapia occupazionale comprendono le attività di
falegnameria, cucito, ricamo, uncinetto, maglia, lavori con carta, cuoio e paglia.
Queste esperienze presentano delle caratteristiche terapeutiche:

comunicazione non verbale spontanea;

stimolazione dell’area cognitiva-intellettiva (es. memoria, ragionamento,
apprendimento, ecc.);

recupero della funzione e coordinazione motoria dell’arto superiore;

sequenzialità delle azioni, attraverso la ripetitività del gesto;

miglioramento delle abilità prassiche;

controllo dei disturbi comportamentali;

sviluppo delle capacità relazionali e di aggregazione sociale.
Inoltre, queste attività permettono l’utilizzo di utensili e materiali familiari,
stimolano la fantasia, la creatività e consentono una liberazione di energia
attraverso gesti che si traducono poi in risultati concreti.
La realizzazione di prodotti finiti può essere molto gratificante, soprattutto se
l’oggetto è stato creato per qualcuno o per uno scopo.
Le foto mostrano attività di ricamo e uncinetto svolte da alcuni ospiti della Casa
Grazia Drimaco e Anna Greco - Terapiste alla riabilitazione
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V O C I DI C A S A
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MAMMA, MI REGALI UN CANE?
Natale è appena trascorso. Abbiamo ripreso tutti la consueta routine: scuola,
lavoro, ufficio e poi i bambini da accompagnare a danza, a nuoto e il catechismo, le
feste di compleanno degli amichetti e poi c’è anche il cane.
Il cucciolo che abbiamo infiocchettato e fatto trovare sotto l’albero di Natale
come regalo per i nostri figli. Non facevano altro che chiederlo! Lo desideravano
tanto! E il cucciolo deve essere portato dal veterinario. Il cucciolo fa ancora i suoi
bisognini in casa e rosicchia i mobili, le pantofole e i giocattoli dei bambini. Bisogna
educarlo! Ma per educarlo è necessario tempo, pazienza e informazione.
E il cane diventa soltanto un impegno troppo grande per genitori indaffarati, già
troppo occupati a far funzionare la solita routine.
Il risultato? Nella peggiore delle ipotesi, l’abbandono del cane; nel migliore dei
casi, la ricerca di qualcuno che lo adotti, sottovalutando che entrambe le soluzioni
hanno sicuramente risvolti psicologici molto negativi sia per i bambini sia per il
cane .
I bambini vengono privati di un affetto, di un compagno di giochi; gli venne
trasmesso il messaggio che un cane può essere dato via come qualsiasi altro
giocattolo che non serve più o ingombra troppo. Il cane, l’animale in genere, assume
il valore di un oggetto, rinnegando la sua alterità come essere vivente.
Dall’altra parte c’è un cucciolo, al quale abbiamo dato l’illusione di aver trovato un
proprio nucleo familiare con il quale crescere e condividere esperienze, che
all’improvviso si ritrova solo in caso di abbandono o a dover ricominciare tutto di
nuovo.
Per questo è importante che l’adozione di un cane rappresenti un momento di gioia
e condivisione di tutti i membri della famiglia, che tutti si sentano responsabili,
seppur in modo e in misura differente, della buona riuscita della convivenza .
Un’adozione consapevole e responsabile presuppone aver valutato attentamente le
proprie aspettative, il tempo a disposizione da poter dedicare all’altro, la
compatibilità fra questi fattori, il proprio carattere e le esigenze, non solo
fisiologiche del cane.
(Tratto da Appunti di Natural Dog Training).
Marirosa Marzulli
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