Auguri le Mamme! - Suore Missionarie di s. Pietro Claver
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Auguri le Mamme! - Suore Missionarie di s. Pietro Claver
Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento TAXE PERCUE In caso di mancato recapito inviare al CPO di Trento per la restituzione al cliente Auguri le Mamme! a tutte Rivista missionaria per le famiglie fondata dalla Beata Maria Teresa Ledóchowska nel 1895 SOMMARIO In ascolto del Papa E il popolo andava da Lui 61 In cammino con la Chiesa Festa delle Mamme! 62 In breve Vaticano, Pakistan Cile, Colombia 64 65 In diretta La Diocesi di Awassa nel Sud dell’Etiopia Anno della Fede e annuncio evangelico “Bisogna aver cura che l’amore per le missioni non si spenga mai nei nostri cuori, anzi, aumenti sempre più. Una pianta che non viene innaffiata di tanto in tanto, inaridisce.” 66 68 Intenzione missionaria Intenzione di maggio 2013 Papa Francesco 70 71 Pagina della gratitudine Testimonianza di carità Grazie per i panelli solari 72 72 Pagina della solidarietà Restauro del Santuario della Madonna di Dearit Costruzione di una scuola materna 73 73 Zoom A 150 anni dalla nascita della Beata M.T. Ledóchowska 74 Spazio giovani Giornata Mondiale della Gioventù 76 Notizie claveriane “Ti ho chiamato per nome” (Is 43,1) 78 Bacheca Grazie alla Beata Maria Teresa Ledóchowska Ricordiamo i nostri defunti In copertina: Una Mamma della Nigeria Foto: Maria Moryl, sspc 80 80 In ascolto del Papa E IL POPOLO andava da Lui bello questo: dapprima, Gesù solo sul monte, in preghiera: pregava solo (cfr Gv 8,1). Poi, si recò di nuovo nel Tempio, e tutto il popolo andava da Lui (cfr Gv 8,2): Gesù in mezzo al popolo. E poi, alla fine, Lo lasciarono solo con la donna (cfr Gv 8,9). La solitudine di Gesù! Ma una solitudine feconda: quella della preghiera con il Padre e quella, tanto bella, che è proprio il messaggio di oggi della Chiesa: la solitudine della sua misericordia con questa donna. C’è anche una differenza tra il popolo. C’era “tutto il popolo” che andava da Lui: egli sedette e si mise a insegnare loro. È il popolo che voleva sentire le parole di Gesù, il popolo di cuore aperto, bisognoso della Parola di Dio. C’erano altri che non sentivano niente, non potevano sentire; sono quelli che sono andati con quella donna: “Senti, Maestro, questa è una tale, è una che… Dobbiamo fare quello che Mosè ci ha comandato di fare con queste donne” (cfr Gv 8,4-5). Anche noi, credo, siamo questo popolo, il quale, da una parte, vuole ascoltare Gesù, ma, dall’altra, desidera a volte bastonare gli altri, condannare gli altri. E il messaggio di Gesù è la misericordia. Per me, lo dico umilmente, è questo il messaggio più forte del Signore: la misericordia. Ma Gesù stesso l’ha detto: “Io non sono venuto per i giusti; i giusti si giustificano da soli. (…) Io sono venuto per i peccatori” (cfr Mc 2,17). È Pensate a quella chiacchiera dopo la vocazione di Matteo: “Ma questo va con i peccatori!” (cfr Mc 2,16). Gesù è venuto per noi, quando noi riconosciamo che siamo peccatori. Ma se noi siamo come quel fariseo, davanti all’altare: “Ti ringrazio Signore, perché non sono come tutti gli altri uomini, e nemmeno come quello che è alla porta, come quel pubblicano” (cfr Lc 18,11-12), non conosciamo il cuore del Signore, e non avremo mai la gioia di sentire questa misericordia! Non è facile affidarsi alla misericordia di Dio, perché è un abisso incomprensibile. Ma dobbiamo farlo! “Oh, padre, se lei conoscesse la mia vita, non mi parlerebbe così!”. “Perché?, cosa hai fatto?”. “Oh, ne ho fatte di grosse!”. “Meglio! Vai da Gesù: a Lui piace, se gli racconti queste cose!”. Gesù si dimentica, ha una capacità di dimenticarsi speciale. Si dimentica, ti bacia, ti abbraccia e ti dice soltanto: “Neanche io ti condanno; va, e d’ora in poi non peccare più” (Gv 8,11). Soltanto quel consiglio ti dà. Dopo un mese, siamo nelle stesse condizioni… Torniamo al Signore. Il Signore mai si stanca di perdonare: mai! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono. Chiediamo la grazia di non stancarci di chiedere perdono, perché Gesù mai si stanca di perdonare. Chiediamo questa grazia. Francesco, Papa Omelia nella chiesa di Sant’Anna in Vaticano, 17 marzo 2013 61 In cammino con la Chiesa FEStA delle Mamme! Il sole risplende sulle montagne del Signore, la bellezza di una donna virtuosa adorna la sua casa. (Sir 26,16) enso alle nostre mamme. Penso a quelle che ci hanno lasciato e già si trovano al cospetto di Dio; penso a quelle che ancora ci accompagnano qui, sulla terra, forse cariche di anni e di malanni, ma pronte, come sempre, a rimproverare benevolmente il nostro disordine e a richiamarci, un po’ imbronciate, per le nostre mancanze, piccole o grandi, quasi fossimo i loro bimbi di un tempo. “Per le mamme - scriveva Guareschi - i figli restano sempre dei bambini e - se stesse soltanto in loro - continuerebbero a farli dormire eternamente nella culla. E, vedendo un metro e mezzo di gambe fuor dal lettuccio, non direbbero: Mio figlio è cresciuto. Direbbero: La culla del mio bambino si è ristretta”. Si parlava della donna, una volta, come dell’“angelo del focolare”: che bella espressione, a ben pensarci! L’angelo è colui che custodisce e difende chi gli è affidato; vigila sul cammino dei più deboli, li sorregge e li incoraggia, senza mortificarli; si preoccupa del loro sostentamento e li afferra con la destra, quando sono in pericolo. Immagini del genere rischiano, forse, di far sorridere qualcuno, insofferente di fronte ai retaggi di un passato ormai morto e sepolto: eppure il fascino e la freschezza che da esse promanano arrivano fino ai nostri giorni! Così dice il Signore: “Una donna perfetta chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore (…). In lei con- P 62 Foto: J. Klatka fida il cuore del marito (…). Fallace è la grazia e vana è la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare” (cfr Pr 31,10-31). Noi, figli, siamo spesso disabituati a riconoscere il bene ricevuto e a dire semplicemente: grazie! Vorrei farlo qui, ora, a nome di tutti, ringraziando Dio per il dono della maternità, riflesso “al femminile” dell’eterno amore di Dio per l’uomo. Vorrei ringraziare il Signore per le nostre mamme, per il loro coraggio e per la loro fedeltà, per la loro dedizione assoluta alle proprie famiglie, in tempi spesso non facili. Vorrei ringraziarle per la loro preghiera silenziosa e per le loro lacrime nascoste, per la loro pazienza e per la loro fede incrollabile. Il loro esempio cristiano è il dono più bello che abbiamo ricevuto, patrimonio di un passato che non è nostalgia né vuoto tradizionalismo, ma è passione per la vita e santa audacia nell’affrontare gli ostacoli e le prove quotidiane. Vorrei ringraziarle perché hanno sopportato i nostri capricci infantili, le nostre crisi adolescenziali, la giovanile presunzione di essere noi i padroni del mondo. Sono restate là, al loro posto: hanno saputo guardare oltre, sperando contro ogni speranza e trovando in Dio la forza di andare avanti e di sostenere le fragilità nostre e dei nostri padri. È vero, i tempi sono cambiati, l’evoluzione della società ci ha fatto progredire, ha aperto anche alla donna prospettive e possibilità nuove. Ma bisogna riconoscere anche i danni incalcolabili che la cultura oggi dominante ha provocato. Stiamo aiutando le giovani generazioni a emanciparsi sempre di più, con il ri- sultato di produrre spesso cuori insoddisfatti, insofferenti a tutto, incapaci di progettare e costruire insieme il presente e l’avvenire. Non voglio essere catastrofista: il bene c’è ancora, e come! Preoccupa, però, la facilità con la quale si offusca e si offende la vera dignità personale, si calpestano i fiori più belli che vivono nel giardino del cuore. Tutto si cura, a tutto si educa tranne che al rispetto di sé, alla scoperta del proprio “io” interiore e della gioia che nasce dalla vera libertà, che è frutto dello Spirito e dominio di se stessi; che esige prudenza, capacità di sacrificio e apertura sincera al mistero della Grazia. Vorrei poter dire alle ragazze di oggi: il mondo ha bisogno di voi, future mamme del Nuovo Millennio! Ha bisogno ancora della vostra premura e della vostra abnegazione, della vostra vocazione a ricondurre le famiglie, che il buon Dio vi affiderà, e la famiglia umana tutta all’Amore e alla verità. Abbiamo e avremo sempre bisogno di voi, della vostra dolcezza e della vostra riservatezza, della vostra bontà e della vostra pazienza e comprensione. Beate voi, se lo spirito del Vangelo vivrà nelle vostre anime e fluirà un giorno nelle vostre case, illuminandole, ancora una volta, delle vostre virtù e della vostra santità! E vorrei ringraziare Dio per il dono di Sua Madre. È il Cuore che racchiude tutti gli accenti e i toni più belli della maternità. Madre di Gesù e Madre nostra: di noi, accolti come figli nel dolore infinito del Venerdì Santo, come ultima eredità di amore del Crocifisso. A Lei affido il cuore di tutte le nostre mamme. P. Mario Piatti, icms Foto: Maria Elena Caridi, sspc 63 In breve VAtIcAnO Nel motto fatto inserire da Papa Francesco nel suo stemma pontificio: Miserando atque eligendo, si ritrova, in sole tre parole, tutta la storia della sua chiamata alla vita religiosa. Letteralmente tradotto significa: con sentimento d’amore e di elezione, ed è tratto da una frase contenuta in un’omelia del Venerabile Beda, monaco benedettino inglese vissuto tra il 672 e il 735, considerato il padre degli storici anglosassoni per aver scritto la Storia ecclesiastica del popolo inglese. Scrive Beda il Venerabile, parlando della vocazione di San Matteo: «(Gesù) vide un pubblicano e siccome lo guardò con sentimento di amore e di elezione, gli disse “Seguimi”». Fu proprio durante la festa dedicata a san Matteo, nel 1953, che il giovane Jorge, futuro Papa, all’età di 17 anni, dopo essersi confessato, si sentì toccare il cuore e si convinse di essere stato chiamato alla vita religiosa. 64 Quando fu eletto vescovo, volle ricordare questo evento che segnò la sua consacrazione a Dio e alla Chiesa, decidendo di inserire quella frase come motto e programma di vita. Motto che ora ha voluto fosse riproposto nel suo stemma pontificio, inscritto sotto lo scudo azzurro con il sole, che rappresenta la Compagnia di Gesù, la stella e il fiore di nardo, simboli a loro volta della Madonna e di San Giuseppe. ZENIT PAkIStAn L’adolescente cristiano Ryan Stanton, vittima di false accuse di blasfemia, è stato salvato e condotto all’estero con la sua famiglia. Era stato accusato di aver inviato, ad alcuni coetanei musulmani, un sms blasfemo sul profeta Maometto. Per questo, nell’ottobre 2012, la sua casa, nel quartiere di Gulshan-i-Iqbal, nel Sud del Pakistan, è stata saccheggiata e data alle fiamme da musulmani radicali. Il ragazzo e la sua famiglia sono scampati per miracolo e hanno vissuto alcuni mesi nascosti. Ora l’Ong “Rescue Christians” è riuscita a far trasferire Ryan e tutta la sua famiglia all’estero, dove cominceranno una nuova vita. Il ragazzo ha spiegato che alcuni suoi coetanei musulmani hanno usato il suo telefono cellulare, inviando l’sms blasfemo, per incastrarlo. In un altro caso, Rafia Mansha, ragazza cristiana figli di braccianti agricoli del Punjab, è stata rapita nel dicembre 2012 da due musulmani e poi costretta al matrimonio islamico con Muhammad Imran e alla conversione. Nonostante l’opposizione della controparte musulmana, la Corte ha dichiarato la nullità del matrimonio e restituito Rafia alla sua famiglia. In Pakistan, negli ultimi anni, si sono registrati circa 1.000 casi l’anno di ragazze cristiane e indù rapite da musulmani, costrette al matrimonio e alla conversione. Agenzia Fides lina Maturana Vivero. È stato riconosciuto, inoltre, l’impegno sociale dell’imprenditrice di Antofagasta, Rosa Esther Salazar, titolare di una fabbrica di tute protettive per i minatori, che ha offerto lavoro a 100 donne del carcere di Antofagasta. Agenzia Fides cOLOMbIA Quattordicenne Malala Yousafzai cILE L’Organizzazione “Comunidad Mujer” ogni anno seleziona un’istituzione o una persona a cui offrire un premio per l’azione svolta a favore delle donne. Questo anno il premio ha riconosciuto coloro che lavorano nei seguenti settori: sostegno delle donne detenute, protezione dei diritti umani e lotta contro la violenza sulle donne. Nel primo campo, il premio è stato assegnato a Suor Nelly Leon, cappellano della Pastorale delle prigioni del Centro Femminile di San Joaquin. È stata premiata per avere istituito la Fondazione “Donna Alzati”, per il sostegno delle donne in carcere. Nel settore della protezione dei diritti umani e della lotta contro la violenza sulle donne è stato assegnato un premio all’avvocato Pau- Alla vigilia di un weekend violento, nel quale 31 persone sono state uccise, l’arcivescovo di Medellín, mons. Ricardo Antonio Tobon Restrepo, aveva espresso la sua preoccupazione per la violenza che affligge la città. In una lettera indirizzata alla città, l’arcivescovo ha posto alcuni interrogativi sulla situazione locale, facendoli precedere da una premessa: “Si parla della città di Medellín come della città più colta della Colombia, come modello di città innovativa. Tutto questo deve essere vero, se viene così spesso ripetuto. Ci rallegriamo per le cose buone di Medellín. Ma sappiamo anche che la nostra regione è la più violenta del Paese, gli anni passano e non riusciamo a convivere in modo pacifico, perché ogni giorno si uccide nei nostri quartieri”. Quindi l’arcivescovo si domanda: “Perché si continua a parlare di microtraffico di droga, quando si tratta di un business di oltre due miliardi di pesos all’anno? Come è possibile commissionare un omicidio a poco prezzo? Perché, se c’è un miglioramento delle infrastrutture, la povertà non diminuisce?” “Stiamo vivendo una recrudescenza della violenza, che genera terrore, miseria e morte. Non dobbiamo rinviare il momento di un’azione comune, sorretta da un ampio disegno a lungo termine, perché a questi mali possiamo solo rispondere insieme”. Agenzia Fides 65 In diretta LA DIOcESI DI AWASSA nel Sud dell’Etiopia Foto: Giovanni Migliorati, mccj on è facile descrivere l’attività che i Missionari Comboniani, in comunione con i Sacerdoti diocesani, svolgono nella Diocesi di Awassa, una porzione della Chiesa cattolica in Etiopia. Io sono il suo Vescovo da quattro anni, ma vi lavoro fin dal 1970. Questa terra è diventata la mia seconda patria. L’Etiopia è un nome che ricorre negli scritti cristiani più antichi ed è spesso nominata nella Bibbia stessa. Questo grande Paese del Corno d’Africa si è sviluppato moltissimo e non corrisponde più all’idea che si aveva di esso nel passato. È un Paese dove si parlano più di 80 lingue, dove le diverse etnie vogliono aver la loro autonomia politica e culturale e le potenze straniere investono per far uscire il Paese dalla povertà e assicurargli uno sviluppo industriale ed economico, ma è anche un Paese dove la siccità e le guerre hanno fatto N 66 milioni di vittime e l’analfabetismo raggiunge il 55% della popolazione adulta. Dal punto di vista religioso i cristiano-ortodossi costituiscono il 43% della popolazione, i musulmani il 34%, i protestanti il 15%, i cattolici sono 1%, mentre il resto degli abitanti segue i culti tradizionali. La Chiesa cattolica è una piccola minoranza, ma è fortemente impegnata nel campo dell’educazione, della sanità, della promozione della donna e dell’assistenza ai bambini. Ci sono ora 12 circoscrizioni ecclesiastiche, rette da Vescovi etiopici e missionari. La Diocesi di Awassa, nel Sud dell’Etiopia, che voglio presentare, è una di queste circoscrizioni. Ha una superficie di 118.000 km2, confina con il Kenya e la sua popolazione è di circa 8 milioni abitanti. Io, comboniano, sono il suo Vescovo e, come tale, mi trovo immerso nel- l’attività sociale, educativa, sanitaria e di evangelizzazione di questo vasto territorio. Degli 8 milioni di abitanti, soltanto 205 mila sono cattolici, divisi in 19 parrocchie con 513 succursali. La Diocesi è responsabile di 48 scuole (con solo 4 superiori), di 12 scuole materne, di 12 cliniche, di 13 centri per lo sviluppo della donna, e di 12 centri di alimentazione per bambini denutriti. Gli studenti che attualmente frequentano le nostre scuole sono 17.733. Ciascuno di essi contribuisce alla propria educazione versando, in media, un dollaro all’anno. Nelle cliniche sono curati 850 pazienti al giorno. Il nostro impegno nel campo della promozione umana, soprattutto nelle scuole e nelle cliniche, non è disgiunto dalla formazione della persona umana nella sua totalità. Istruire e guarire senza parlare di Cristo è un servizio incompleto. Paolo VI nell’ Evangelii Nuntiandi (n. 5) afferma: “La presentazione del messaggio evangelico non è per la Chiesa un contributo facoltativo: è un dovere che le incombe per mandato del Signore Gesù, affinché gli uomini possano credere ed essere salvati. Sì, questo messaggio è necessario. È unico. È insostituibile”. Non intendo parlare di proselitismo, ma di attenzione a tutta la persona. La Chiesa cattolica ha sempre sostenuto e promosso l’educazione come un mezzo indispensabile per lo sviluppo e il bene comune. Il suo coinvolgimento nel settore dell’educazione ha portato un cambiamento rilevante nella vita del popolo etiopico. All’interno di un programma governativo, la Chiesa ha insegnato i valori della pace, dell’amore, della speranza, dell’amicizia, della tolleranza e del rispetto di tutti attraverso le scuole, dove innumerevoli bambini e bambine si sono formati e che ora sono a servizio dei loro fratelli e sorelle sia nei loro territori di origine sia anche a livello nazionale. Nelle nostre scuole c’è un largo numero di studenti, in maggioranza bambine, che non verrebbero a scuola o l’abbandonerebbero, se le loro famiglie dovessero provvedere interamente alle spese scolastiche. Noi cerchiamo, pertanto, di integrare e di provvedere alle necessità di questi studenti, perché possano completare la loro educazione non solamente scolastica, ma umana e morale. I bambini malnutriti sono ancora molti. L’economia locale, basata sull’agricoltura, è di pura sussistenza. Ogni volta che la pioggia scarseggia o si prolunga la stagione secca, la vita della maggioranza dei contadini diventa precaria e i bambini sono le prime vittime. Gli ammalati che vengono alle nostre cliniche sono i poveri e i meno abbienti. Le nostre suore, provenienti da diverse Congregazioni, si prodigano ogni giorno per loro. Sono soprattutto le suore, inoltre, che si assumono la responsabilità di promuovere la considerazione della donna nella famiglia e nella società. I centri di promozione della donna sono aumentati e nelle nostre stesse cliniche viene svolta una regolare istruzione di base per le mamme e le ragazze sull’igiene, sulla cura dei bimbi, sulla manutenzione della casa e sulla preparazione del cibo. Una delle priorità nel nostro lavoro missionario è stata quella della formazione di responsabili locali: sacerdoti, suore, infermieri, maestri, catechisti, anziani della Chiesa e giovani. Abbiamo investito energie e denaro per la formazione degli operatori pastorali e sociali. I risultati del nostro impegno per far crescere questa Chiesa sono evidenti e molto soddisfacenti. C’è ancora molto da fare! Che il Signore ci dia la gioia di vedere ancora molti bambini sorridere e sperimentare la gioia di essere amati da Dio! P. Giovanni Migliorati, mccj Awassa, Etiopia 67 In diretta AnnO DELLA FEDE e annuncio evangelico Riportiamo l’intervista fatta dalla nostra redazione a Fra Guilherme, SIA (Congregazione missionaria di Sant’Ignazio di Antiochia), ordinato sacerdote il 28 gennaio del 2012 nella città di San Paolo del Brasile. documento della Pontificia Commissione Biblica sull’Interpretazione della Bibbia nella Chiesa ricordano che è assolutamente necessaria la fede per avere accesso ai testi biblici e, quindi, alla Tradizione, che da essi deriva. Essere sacerdote è continuare la missione sacerdotale come servo del progetto di costruzione del Regno di Dio nel mondo, un progetto iniziato in Israele, riletto e attualizzato da Gesù Cristo e dai suoi seguaci. Senza la fede, il sacerdote non ha ragion d’essere, nemmeno come “professionista” di alcunché. Con la fede, il sacerdote diventa agente della volontà di Dio, nel quale crede e di cui si è appassionato. Quale sfida maggiore trova nel ravvivare la fede nella persona di Cristo Gesù all’interno della sua comunità? Che cosa significa la fede nella sua vita sacerdotale? Esercitare il ministero sacerdotale è partecipare all’unico, sommo, vero ed eterno Sacerdozio di Gesù Cristo. Ciò implica una professione di fede nel processo della Rivelazione che è contenuta nella Sacra Scrittura e nella Tradizione. Ambedue queste fonti richiedono e presuppongono la fede. L’Esortazione Apostolica Verbum Domini e il 68 All’inizio della cosiddetta “era cristiana”, noi, i seguaci di Gesù di Nazareth, abbiamo avuto una forza tale da trasformare il modo d’essere e di pensare del mondo intero. Eravamo pochi, poveri, senza influenza politica; i nostri discorsi non erano filosoficamente elaborati, non avevamo una buona retorica, il nostro principale leader era morto appeso a una croce: insomma, era inimmaginabile che avremmo potuto risultare convincenti. In che cosa è consistita la nostra forza? Per rispondere a questa domanda, leggiamo la testimonianza degli Atti degli Apostoli sulla prima comunità cristiana (cfr At 2,44; 4,32): i cristiani delle origini si preoccupano gli uni degli altri, si interessano delle necessità dei più de- boli, condividono i loro beni, perché nessuno nella comunità abbia a soffrire indigenza. La grande sfida di oggi, come di ieri, è quella di fare stupire il mondo con la nostra testimonianza. In tale modo gli uomini si uniranno a noi, come un tempo si unirono al gruppo degli Apostoli. Soltanto una testimonianza vera è capace di cambiare i cuori e le menti. In Brasile, Paese prevalentemente cattolico, sono presenti diverse denominazioni cristiane. Quale pericolo e quale stimolo una tale presenza rappresenta per i cattolici? Il pericolo consiste nel disperderci in un tipo di “supermercato” della fede, nel quale le persone non ricercano la centralità di Gesù Cristo, ma le periferie dei miracoli, dello straordinario, di una liturgia di soli suoni e colori, nella speranza di trovare il “meglio” per sé. Ora, nessun rito può offrire il “meglio” per l’uomo; solo Dio lo può dare. Lo stimolo consiste nella revisione di vita a cui noi, cattolici, siamo sollecitati a fronte di cristiani, i quali, per le nostre stesse povertà spirituali e incoerenze evangeliche, hanno operato scelte diverse per rispondere alla persistente ricerca umana del sacro. Quale testimonianza di fede è per Lei più determinante? Contemplo sempre di più la forza della Croce come esperienza alla quale non si può sfuggire, quando si segue Gesù Cristo. Mi rendo conto che nelle pastorali più difficili, come per esempio la pastorale carceraria, si opera con uomini e donne la cui esistenza è marcata dalla sofferenza: malattie, solitudine, povertà, famiglie sfasciate. Il dolore è, tuttavia, un’opportunità privilegiata per percepire la presenza di Gesù Cristo: una presenza incarnata nella vita, che soffre e sperimenta la nostra miseria, e la cui missione consiste nel trasformare il mondo. La fede richiede sofferenza, croce. Fra Guilherme P. Anselmo Jr., SIA San Paolo, Brasile Foto: Jacinta Chan Wong, sspc 69 Intenzione missionaria da Il Messaggero del Cuore di Gesù IntEnzIOnE MISSIOnARIA di maggio 2013 Perché i Seminari, specialmente delle Chiese di missione, formino pastori secondo il Cuore di Cristo, interamente dedicati all’annuncio del Vangelo I seminaristi sono la speranza della Chiesa. Sono giovani generosi che hanno incontrato Cristo e hanno deciso di lasciare tutto per seguirlo. Affascinati dalla sua persona, vogliono stare con Lui per condividere la sua vita e la sua missione. Guardano ai bisogni dell’umanità e della Chiesa e sentono il desiderio di annunciare il Vangelo perché tutti possano incontrare il Signore. Per questo entrano in seminario e chiedono di diventare sacerdoti. Il sacerdote, uomo della carità Il sacerdote è l’uomo della carità. Tutti dobbiamo vivere il duplice comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo. Ma il sacerdote deve saper collegare talmente bene queste due dimensioni da mostrare l’amore di Dio nell’amore del prossimo; in modo che ognuno, sperimentando l’amore paterno di un sacerdote, possa sentire che Dio lo pensa con amore. Questo ideale il Concilio lo ha espresso con il termine “carità pastorale” (LG 41; PO 14; PDV 23). L’amore del sacerdote per i fedeli deve esprimere l’amore di Gesù, Buon Pastore, per le sue pecore: “Simone di Giovanni, mi ami? Pasci le mie pecorelle” (Gv 21, 35). Per questo il sacerdote deve prendersi cura dei poveri, dei malati, degli emarginati, di tutti coloro che si trovano in qualsiasi genere di afflizione, e di cui Gesù nel Vangelo 70 dice: “Quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me” (Mt 25, 40). Perciò i seminaristi devono imparare a crescere nella generosità e nella capacità di rinunciare a se stessi per aiutare gli altri, pronti a farsi tutto a tutti, come Paolo, per guadagnare a ogni costo qualcuno all’amore di Cristo (cfr. 1Cor 9, 22). Tutto questo non è semplice e non si impara da soli. Ci vuole tempo ed esige l’aiuto di persone qualificate dal punto di vista culturale e spirituale. Ecco la necessità che i giovani che desiderano diventare sacerdoti abbiano buoni formatori. Il responsabile principale della loro formazione è il Vescovo. E al Vescovo i documenti della Chiesa chiedono di scegliere come formatori i Sacerdoti migliori della Diocesi. La comunità educante del Seminario Maggiore è composta dal rettore, dal padre spirituale, dagli animatori e dai professori. Tutti questi, dice la Pastores Dabo Vobis, devono essere di vita esemplare, possedere maturità umana e spirituale, esperienza pastorale, preparazione teologica, conoscenza delle scienze umane, capacità di collaborazione e spirito di comunione ecclesiale (cfr n. 66). Bisogna pregare che alla disponibilità dei giovani corrisponda la competenza dei formatori, e ai bisogni della Chiesa e del mondo venga incontro la sovrabbondanza della grazia di Dio. P. Domenico Marafioti, S.I. “Io vorrei che noi tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare alla presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è stato versato sulla Croce; e di confessare la nostra unica gloria: Cristo Crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti. Io auguro a tutti noi che lo Spirito Santo, per la preghiera della Madonna, nostra Madre, ci conceda questa grazia: camminare, edificare, confessare Gesù Cristo Crocifisso”. Papa Francesco Foto: SIR 71 Pagina della gratitudine tEStIMOnIAnzA di carità Cari Benefattori, poiché non abbiamo l’elettricità, ho preso carta e penna per scrivervi questo mio ringraziamento per l’offerta ricevuta. Il vostro aiuto ci ha permesso di soccorrere i bambini più deboli, malati, malnutriti, orfani, e gli adulti più poveri, handicappati o affetti da AIDS. Sia i bambini sia gli adulti non sono tutti cattolici. È stata grande la testimonianza evangelica che ci avete permesso di dare! La stessa testimonianza di Gesù, che nutriva, guariva, incontrava la sofferenza e portava aiuto. Una parte della somma ricevuta è stata consegnata all’ospedale per acquistare prodotti utili per i ma- GRAzIE per i panelli solari Carissimi Benefattori, abbiamo ricevuto la Vostra risposta generosa al nostro progetto: lati di Aids e curare alcuni neonati che altrimenti sarebbero morti. Alcuni gruppi di bambini sono stati incoraggiati a fare un lavoro in comune, finalizzato all’acquisto di quaderni e divise scolastiche o del sapone. Abbiamo pure preso a coltivare un piccolo giardino di tuberi, frutta (ananas) e legumi, i cui prodotti andranno a vantaggio dei bambini malnutriti e malati di Aids. Il vostro contributo ci ha tanto incoraggiato nella nostra missione e ve ne siamo riconoscenti. Che il Signore vi benedica. Marie Elisabeth Wirnkar Yokadouma, CAMERUN Dare la luce al Centro di Formazione Parrocchiale, e vi ringraziamo di cuore! Proprio in questo periodo un gruppo di amici sono giunti dall’Italia per dare il proprio contributo alla costruzione del Centro e, insieme alla gente del luogo, hanno installato i panelli solari. Questi sono stati posti sul tetto della casa della missione; nel corridoio, invece, è stata messa una centralina per il controllo dell’impianto e anche contro possibili furti. I pannelli sono già in funzione. Non potete immaginare la gioia di tutti per aver la possibilità, anche la sera, di potersi riunire grazie all’illuminazione. A nome di tutte le persone della missione di Bissora voglio tornarvi a dire il nostro grazie per la vostra attenzione e generosità. Un ricordo nella preghiera. Sr. Alessandra Bonfanti, MdI Bissora, GUINEA BISSAU 72 Pagina della solidarietà REStAURO DEL SAntUARIO della Madonna di Dearit Carissimi Benefattori: Pace e Bene! Siamo una comunità di Padri Cistercensi. Da anni abbiamo avuto l’onore di essere i custodi del Santuario cosiddetto della Madonna di Dearit oppure della Madonnina del Baobab. Il luogo è stato da secoli meta di pellegrini di ogni età, sia cristiani sia musulmani, indistintamente. Tra le sue tante particolarità, la Madonna del Baobab è conosciuta come madre di fertilità. Infatti, sono tantissime le donne che attribuiscono al suo intervento la gioia di essere madri. Non si è mai costruito un santuario propriamente cristiano. Ci si è accontentati di un ca- cOStRUzIOnE di una scuola materna Carissimi Benefattori, alcune sorelle della nostra Congregazione lavorano nelle parrocchie di XuanLoc, Banmthout, e Xuan ha. La parrocchia di Xuan conta attualmente 1.149 cattolici praticanti e circa 3.398 non cristiani. Di questi, 2.500 sono immigrati dal Nord Vietnam. Al loro arrivo, erano in una situazione di estrema povertà e sofferenza. Ora molti di loro lavorano nelle imprese locali. Il numero dei bambini aumenta sempre di più, ma la maggior parte di essi non può accedere a una pannone, edificato con materiale di poco valore e in uno stile tutto suo. Giorni fa, una burrasca di vento di potenza e forza mai registrati a memoria d’uomo ha scaraventato via la metà del tetto e devastato l’altra metà, rendendola quasi irrecuperabile. La festa annuale del Santuario ricorrerà il prossimo maggio. Ci troviamo, è evidente, alle strette. Chiedere aiuto in questi tempi di crisi mondiale ci espone, lo sappiamo, all’accusa d’incoscienza. Purtroppo, non abbiamo altra alternativa. Sono sicuro che mi aiuterete. La benedizione e la protezione della Vergine sia di conforto a tutti voi, P. T. Ghiorghis G. Yohnnes Keren, ERITREA normale istruzione scolastica per la lontananza delle scuole. Nel nostro villaggio manca una scuola materna che si prenda cura dei bambini durante le ore di lavoro dei genitori. Per questo vorremmo creare un luogo di accoglienza e di educazione infantile, costruendo 2 sale e 1 refettorio. Il preventivo è di € 13.306,00. Abbiamo già ricevuto un contributo di € 2.516,00. Accettiamo, con cuore riconoscente, qualunque aiuto che la Vostra carità voglia inviarci. Grazie! Sr. Thérèse Nguyen Thi Hoan Ba Ria,VIETNAM Vi preghiamo di indirizzare le offerte a: congregazione delle Suore Missionarie di S. Pietro claver - Via della collina 18 - 38121 tREntO ccP n. 35483452 IbAn: It39 L076 0101 8000 0003 5483 452 Le eventuali offerte che risulteranno in eccedenza rispetto alle richieste che abbiamo presentato saranno destinate a progetti analoghi a noi comunicati dai missionari sparsi in tutto il mondo. 73 Zoom A 150 anni dalla nascita della bEAtA MARIA tERESA LEDóchOWSka (1863 - 2013) Gli ultimi anni di Maria Teresa Ledóchowska e la sua beatificazione causa della prima guerra mondiale, Maria Teresa poté ritornare a Roma soltanto nel novembre 1919. La precarietà della sua salute fisica le impedì di intraprendere lunghi viaggi di propaganda missionaria e di tenere conferenze e incontri, come era solita fare in precedenza. Tuttavia, dalla sua stanza, svolse un lavoro enorme per le missioni in Africa. Organizzò congressi nei quali si fece sostituire dalle sodali, non potendo più prendervi parte personalmente o non essendole più possibile parlare. Un commovente episodio viene ricordato da Sr. Melania d’Ernst: “Dietro insistenza delle consorelle, che a Roma la circondavano di ogni amabilità, accettò di trascorrere alcune settimane di tranquilla distensione a Napoli. Ma anche qui, non poté limitarsi al solo riposo. Riuniti i membri del Comitato, fece venire Sr. Bielak, perché tenesse una conferenza nella chiesa di San Ferdinando, trasformata, per l’occasione, in sala di conferenze. Vi era riunito un pubblico distinto con molti ecclesiastici. Quando Maria Teresa salì sul palco, l’inte- A 74 resse raggiunse l’apice. Spiegò perché non potesse tenere la conferenza: aveva preso la risoluzione di farsi ‘mendicante del buon Dio’. Con un cestino in mano passò fra le file per la questua, mentre Sr. Bielak spiegava i vari modi individuati dal Sodalizio per aiutare le missioni. Tutti ascoltarono attentamente le parole di Sr. Bielak e molte persone si abbonarono ai nostri bollettini.” (Memorie) Maria Teresa accettò sempre con prontezza gli inviti dei vescovi ad avviare la sua Opera nei loro Paesi. Programmava, preparava tutto; in seguito, inviava le sue sodali a svolgere la missione. Le sue ultime fondazioni furono a Krosno, in Polonia, a Haarlem, in Olanda, e in- Instancabile fino alla fine. Foto: Archivio MTL fine anche in Spagna. A Roma, nel frattempo, la comunità crebbe alquanto e fu necessario trovare un luogo per il noviziato. La Madre comperò, nella periferia di Roma, due case con ampi giardini, che col tempo, furono una vera provvidenza. Nella seconda guerra mondiale la frutta, i fichi soprattutto, e la verdura di questi giardini salvarono la comunità di Roma dalla morte per fame, come testimoniò e confermò Sr. M. Pasqualina. Col passare degli anni la tipografia di Maria Sorg non fu più in grado di soddisfare tutte le richieste provenienti dall’Africa, per cui spesso le sodali furono costrette a far stampare i libri in altre tipografie, sostenendo enormi spese. Maria Teresa ebbe l’ispirazione di fondare un’opera speciale per favorire la stampa indigena. Questo progetto trovò l’approvazione del Santo Padre, di alcuni Cardinali e Vescovi, e di molte persone di buona volontà. I libri furono stampati in diverse lingue e idiomi africani, favorendo enormemente l’evangelizzazione del Continente africano. In questo periodo la Fondatrice portò a termine un duro lavoro, che le costò lacrime di sangue, come testimoniò Sr. Melania: l’adattamento delle Costituzioni al nuovo Diritto canonico, approvato il 29 novembre 1920. Consumata dal lavoro e dalle malattie, Maria Teresa si addormentò serenamente nel Signore il 6 luglio 1922. Dopo la sua morte, la fama della sua santità si sparse rapidamente ovunque. Molti chiesero delle grazie a Dio per sua intercessione. Due guarigioni furono riconosciute come inspiegabili da parte della medicina. Il Papa Paolo VI la proclamò Beata il 19 ottobre 1975. Il 20 novembre 2011, durante la cerimonia della consacrazione del nuovo altare della chiesa in Loosdorf, furono collocate in esso alcune reliquie della Beata Maria Teresa. L’addio al suo luogo natio, intriso di nostalgia, che consegnò, ragazzina, alle pagine del suo diario: “Tra breve abbandonerò il mio villaggio natio e, Dio solo sa, quando lo rivedrò. Infatti, col cuore dolente, dovrò lasciarmi alle spalle il luogo d’origine, così caro.” (MTL, Diario), si ricomponeva, dunque, dopo quasi 150 anni dalla sua nascita, con il ritorno delle sue reliquie nella chiesa di Loosdorf. La Beata Madre Maria Teresa Ledóchowska interceda dal cielo per tutti noi, per la sua amata Africa e per la Chiesa missionaria. Sr. Maria Paola Wojak, sspc 75 Spazio giovani GIORnAtA MOnDIALE della Gioventù “Che cosa dobbiamo fare, Gesù?” “Getta al largo le tue reti insieme a me. Se mi ami più di tutto, segui me.” risto risorto ha mandato i suoi discepoli a testimoniare la sua presenza salvifica a tutti i popoli, perché Dio, nel suo amore sovrabbondante, vuole che tutti siano salvi e nessuno sia perduto. Con il sacrificio di amore della Croce, Gesù ha aperto la strada, affinché ogni uomo e ogni donna possa conoscere Dio ed entrare in comunione di amore con Lui. E ha costituito una comunità di discepoli per portare l’annuncio di salvezza del Vangelo fino ai confini della terra, per raggiungere gli uomini e le donne di ogni luogo e di ogni tempo. Facciamo nostro questo desiderio di Dio! C Cari amici, volgete gli occhi e guardate intorno a voi: tanti giovani hanno perduto il senso della loro esistenza. Andate! Cristo ha bisogno anche di voi. Lasciatevi coinvolgere dal suo amore, siate strumenti di questo amore immenso, perché giunga a tutti, specialmente ai “lontani”. Alcuni sono lontani geograficamente, altri invece sono lontani perché la loro cultura non lascia spazio a Dio; alcuni non hanno ancora accolto il Vangelo personalmente, altri, invece, pur avendolo ricevuto, vivono come se Dio non esistesse. A tutti apriamo la porta del nostro cuore; cerchiamo di entrare in dialogo, nella semplicità e nel rispetto: questo dialogo, se vissuto in una vera amicizia, porterà frutto. I “popoli” ai quali siamo inviati non sono soltanto gli 76 altri Paesi del mondo, ma anche i diversi ambiti di vita: le famiglie, i quartieri, gli ambienti di studio o di lavoro, i gruppi di amici e i luoghi del tempo libero. L’annuncio gioioso del Vangelo è destinato a tutti gli ambiti della nostra vita, senza alcun limite. Vorrei sottolineare due campi in cui il vostro impegno missionario deve farsi ancora più attento. Il primo è quello delle comunicazioni sociali, in particolare il mondo di internet. Come ho già avuto modo di dirvi, cari giovani, «sentitevi impegnati a introdurre nella cultura di questo nuovo ambiente comunicativo e informativo i valori su cui poggia la vostra vita! [...] A voi, giovani, che quasi spontaneamente vi trovate in sintonia con questi nuovi mezzi di comunicazione, spetta in particolare il compito dell’evangelizzazione di questo “continente digitale”» (Messaggio per la XLIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 24 maggio 2009). Sappiate dunque usare con saggezza questo mezzo, considerando anche le insidie che esso contiene, in particolare il rischio della dipendenza, di confondere il mondo reale con quello virtuale, di sostituire l’incontro e il dialogo diretto con le persone con i contatti in rete. Il secondo ambito è quello della mobilità. Oggi sono sempre più numerosi i giovani che viaggiano, sia per motivi di studio o di lavoro, sia per divertimento. Ma penso anche a tutti i movimenti migratori, con cui milioni di persone, spesso giovani, si trasferiscono e cambiano Regione o Paese per motivi economici o sociali. Anche questi fenomeni possono diventare occasioni provvidenziali per la diffusione del Vangelo. Cari giovani, non abbiate paura di testimoniare la vostra fede anche in questi contesti: è un dono prezioso per chi incontrate comunicare la gioia dell’incontro con Cristo. Benedetto XVI Foto: sspc 77 Notizie claveriane “tI hO chIAMAtO per nome” (Is 43,1) Foto: Barbara Tabian, sspc ella domenica in Albis dello scorso anno, circa 800 giovani hanno risposto all’invito dell’Arcivescovo di Salisburgo (Austria) e sono convenuti in Duomo per celebrare l´Eucaristia, riempiendo tutte le navate. Erano presenti anche molti seminaristi, sacerdoti e suore, le quali hanno successivamente ospitato i ragazzi nelle proprie comunità per far conoscere loro la specificità del carisma della loro Congregazione. Nella nostra comunità, a Maria Sorg, è stato ospitato un gruppo di venti persone, provenienti da St. Johann, in Tirolo. Tra esse vi erano N 78 quattro accompagnatori e due bambine, rispettivamente di 7 e 8 anni. Il motto della giornata è stato tratto dal libro del profeta Isaia: Ti ho chiamato per nome (Is 43,1). Dopo il pranzo, all’ora stabilita, vi è stata la presentazione dei singoli partecipanti: un canto invitava ciascuno, seguendo l’ordine alfabetico, ad alzarsi e a dire il proprio nome. Non tutte le consorelle conoscevano il tedesco, ma non ci sono state difficoltà: con sr. Maria Elena, che era arrivata da poco dall’Italia, il dialogo ha potuto svolgersi in inglese. Terminata la presentazione, ci siamo riunite in cappella, dove abbiamo pregato; dopo il canto del Padre Nostro, sono stati illustrati e spiegati i diversi simboli e le diverse raffigurazioni presenti nella cappella. Il quadro della Beata Maria Teresa ha suscitato vivo interesse, così come vivo interesse ha suscitato la spiritualità claveriana, che ispira, in modo peculiare, il nostro apostolato missionario. A ciascuno è stato dato, in ricordo di quest’esperienza, un cappellino blu, che era stato benedetto dall’Arcivescovo la mattina, a conclusione della Messa. Si è svolto poi un gioco, per molti aspetti impegnativo e coinvolgente, di domande e risposte, a cui tutti hanno partecipato, inclusi i due bambini, che hanno dato risposte di sorprendente profondità! Il tempo è così volato via in allegria e in spiFoto: Barbara Tabian, sspc rito evangelico. Una visita interessante e curiosa al museo africano e poi tutti in giardino, a vedere la piccola cappella del XVII secolo e a godere del panorama che si gode dalla collinetta che accoglie il cimitero dove riposano, in attesa del giorno della risurrezione, le consorelle decedute a Maria Sorg. Tutta la giornata è trascorsa sotto lo sguardo della Vergine Maria, perché la nostra comunità di Maria Sorg sorge proprio sotto la Basilica denominata Maria Plain, che, in italiano, si potrebbe tradurre: Maria soccorre. Il programma previsto ha avuto termine, ma non altrettanto hanno avuto termine le domande dei ragazzi sulla vita consacrata, a cui abbiamo cercato di rispondere durante il viaggio di ritorno alla Cattedrale. Alle ore 16.00 ha avuto luogo, in Duomo, la celebrazione conclusiva. Ciascuno dei partecipanti ha scritto il proprio nome sulla tessera di un puzzle, che è stato successivamente composto lungo tutta la navata centrale. Il significato simbolico di questo enorme puzzle è stato chiarissimo per tutti: ciascuno di noi è unico e insostituibile per Dio e per la Chiesa. Nel mezzo del puzzle è stato lasciato, di proposito, un vuoto, per rappresentare sia coloro che, per i motivi più diversi, non avevano potuto partecipare a quest’incontro, sia anche coloro che sono lontani dalla Chiesa e da Dio, e che pure sono anch’essi insostituibili: fra questi ultimi vi è forse il nostro vicino di casa, che attende di essere invitato a fare parte di una realtà dalla quale si sente escluso! Ci auguriamo che il seme gettato cada sul terreno buono, sia accolto e si dissolva in esso, per poi germogliare e portare frutti di eternità! Sr. Barbara Tabian, sspc 79 Bacheca GRAzIE alla Beata Maria Teresa Ledóchowska ’operazione di mio marito ai reni è andata bene. Tutti, in famiglia, siamo sicuri di avere ottenuto questa grazia per l’intercessione della Beata Maria Teresa. In ringraziamento, ho inviato un’offerta e chiedo cortesemente che la mia testimonianza venga pubblicata sull’Eco dell’Africa. Con grande riconoscenza, B. Sch. L oglio adempiere la mia promessa di ringraziamento, mandando un’offerta. Le mie preghiere, infatti, sono state esaudite per l’intercessione di Maria Santissima e della Beata Maria Teresa e molti dei miei problemi familiari si sono risolti. Vi chiediamo di continuare a pregare per noi. B. Z. V Beata Maria Teresa, prega per noi RIcORDIAMO i nostri defunti Cesare Volpi - Milano (MI) Francesco Gueriero - Campo di San Martino (PD) Maria Stablum Misseroni - Male (TN) Teresina Ferrarol - Mezzocorona (TN) Marialuisa Ferrari - Denno (TN) Eraldo Felician - Trieste (TS) Renzo Lusetti - Riccione (RN) Maria Mannozzi - Fermo (AP) L’eterno riposo dona loro, o Signore, risplenda a essi la luce perpetua, riposino in pace. Amen 80 Anno CXVIII n. 5 Maggio 2013 Direttore responsabile Mons. Ernesto Menghini Redazione Sr. Silvia Simas, sspc - Sr. Maria Maciag, sspc Collaboratori: P. Michele Simone, S.I. Sr. Maria Paola Wojak, sspc - Sr. Jolanta Plominska, sspc Sr. Maria Elena Caridi, sspc - Vincenza Zangara Maria Teresa Rinaldi - Patrizia Raffi UnIOnE DI MESSE Ogni anno la nostra Congregazione fa celebrare 500 Messe per tutti gli iscritti. Esse sono un “tesoro Spirituale” sia per le anime sante del Purgatorio, sia per chi ancora pellegrina sulla terra. Inviandoci i nomi dei vostri cari, riceverete un’immaginetta ricordo come conferma dell’avvenuta iscrizione. L’offerta minima per persona è di € 5,00. Aiutando i vostri cari, favorite i missionari nell’opera di evangelizzazione del mondo. A maggio celebriamo 3 Giornata mondiale della libertà di stampa 5 Giornata di sensiblilizzazione per il sostegno economico alla Chiesa Cattolica 8 Madonna di Pompei 12 47a Giornata delle comunicazioni sociali 15 Giornata internazionale della famiglia 21 Giornata internazionale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo SUORE MISSIONARIE DI SAN PIETRO CLAVER www.missionarieclaveriane.org REDAZIONE 00184 ROMA - Via dell’Olmata 16 Tel. 06 4880450 - fax: 06 4871953 E-mail redazione: ecoafrica.redazione@gmail.com AMMINISTRAZIONE 38121 TRENTO - Via della Collina 18 Tel. 0461 263645 - fax: 0461 268435 E-mail: claver.trento@gmail.com CCP n. 35483452 C/C n. 11723769 Banca di Trento e Bolzano B.I.C. BATBIT2T IBAN: IT95 G032 4001 8010 0001 1723 769 10042 NICHELINO - Via San Matteo 1 Tel. 011 6279513 SVIZZERA - 1700 FRIBOURG Route du Grand-Pré 3 Tel. 026 4254595 CCP 17/246/7 E-mail: pierre.claver@bluewin.ch Poste Italiane s.p.a. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2, DCB Trento. Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 148 del 25 marzo 1986. Informiamo i Lettori che i loro dati personali sono utilizzati solo per le finalità della rivista. Il responsabile del loro trattamento è l’amministratore, cui gli interessati possono rivolgersi per chiederne la verifica o la cancellazione (D.LGS. 196/2003). La pubblicazione non è in libero commercio. L’Eco dell’Africa e di altri Continenti di aprile è stata consegnata all’ufficio postale di Trento il 25 marzo Stampa: Nuove Arti Grafiche Via dell’òra del Garda 25 - 38121 TRENTO “Per guadagnare l’Africa per Cristo, il mezzo più efficace è quello di diffondere sempre di più il culto a Maria. Questa è la grande preoccupazione dei missionari.” Maria Teresa Ledóchowska Il culto di Maria, 1912 Per informazioni: www.missionarieclaveriane.org Suore Missionarie di S. Pietro Claver Via della Collina 18 38121 TRENTO Tel. 0461 263645 E-mail: claver.trento@gmail.com Soeurs Missionnaires de St-Pierre Claver Route du Grand-Pré 3 1700 FRIBOURG Tel. 0264254595 E-mail: pierre.claver@bluewin.ch
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