Informazioni 2013 Numero 3 WORK1

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Informazioni 2013 Numero 3 WORK1
Österreichisches Post AG
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Informazioni
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Jahrgang 2013 Nr.3
Anno 2013, Numero 3
Società Dante Alighieri
Comitato di Linz
Sezioni Steyr e Wels
Österreich.– Italienische Gesellschaft
ZVR-Zahl: 691204085
OÖ. VOLKSBILDUNGSWERK
Bildung schafft Kultur
Bethlehemstr 1d, 5. Stock
A-4020 Linz
Telefon: 0732 / 79 49 29
e-mail: dante.alighieri.linz@liwest.at
Le prossime conferenze
Donnerstag, 17. Oktober 2013
In questo numero:
16 Uhr und 18 Uhr
(due conferenze!)
Le prossime
conferenze
1
Vita della Dante
2
Una visita al museo:
Marco Polo
3
In eigener Sache
"Principe Eugenio di Savoia condottiero, mecenate, filosofo"
Vortrag in italienischer Sprache mit Bildern
Prof. Dott. Comm. Gert THALHAMMER
aus Spittal a.d. Drau
3
Le conferenze di
aprile-maggio 2013:
Sardegna
4
Donnerstag, 14. November 2013
Fabrizio De André
6
16 Uhr und 18 Uhr
Viaggio culturale
2013: Toscana
8
Circoli di
conversazione
I prossimi
appuntamenti
11
(due conferenze!)
"Cosenza un antipasto mari e monti..."
Vortrag in italienischer Sprache mit Bildern
Dipl. Ing. Valentina PORCO aus Cosenza
12
- Calendario
- Serata d’avvento
al casineum
- Festa della Dante
2014
Donnerstag, 12. Dezember 2013
18 Uhr
"Mario Lanza"
Vortrag in italienischer Sprache
mit Bild und Musik
Mag. Rudolf WALLNER aus Linz
Alle Vorträge:
Linz, Ursulinenhof, Gewölbesaal (kleiner Saal), 1. Stock
Ingresso libero – Eintritt Frei
E’ gradita un’offerta – Spenden willkommen
Informazioni
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Vita della Dante Alighieri di Linz
Motivi di gioia!
Nuovi mobili e nuova biblioteca
Un grazie a tutti coloro che hanno aiutato a comprare e
montare gli scaffali e a chi ha donato libri per la nostra
piccola ma ben fornita biblioteca.
Un grazie particolare a Ilona, moglie del nostro indimenticato
e indimenticabile „Vice“ Dkfm. Kurt Krippner, che ha donato
decine e decine di avvincenti gialli (vedi foto a sinistra).
La biblioteca non è solo bella da vedere, ma anche bella da
usare. Goditi una bella lettura in italiano!
Passa dalla sede (negli orari di apertura) e... prendi in
prestito un bel libro!
Il prestito è consentito esclusivamente ai soci.
Ringraziamo!
Novità
...il Dott. Ing. Giuseppe Patanè per la
generosità (lui non vuole che se ne sappia il
motivo) !
...il Sig. Robert Herrmüller (il Signor SignorMüller!) per averci donato un nuovo computer!
Da un’idea un po’ improvvisata, in giugno è
nato un nuovo appuntamento per chi ama
cantare. Nei locali del OÖVBW, Promenade 33,
Linz, il 24 giugno erano presenti una ventina di
„cantanti“. Una bella e divertente atmosfera!
La positiva reazione ci ha incoraggiato a
ripetere l’esperimento.
A pagina 12 trovate le nuove date.
Felicitazioni
...alla Dott.ssa Chiara Casadei che il 16 giugno
scorso è diventata mamma per la prima volta.
La nostra Chiara (la nuova cassiera, che ha
sostituito il caro Hans-Jürgen Dumbs) ha dato
alla luce il piccolo Bruno.
e
...alla Dott.ssa Elena Spinazzé che il 23 luglio
scorso è diventata mamma per la seconda
volta. La nostra Elena ha dato alla luce il
piccolo Elia.
Ci congratuliamo con i nuovi italo-austriaci (o
austro-italiani?).
Hast du Lust auf
Italienisch zu singen?
Allora...
“Cantiamo in italiano”
Im Programm
italienische Lieder:
Schlager, cantautori, canzoni popolari,
Bekanntes und Unbekanntes, lustige und
traurige Lieder, Schnulzen und co.
Unbeschwerte Atmosphäre, keine Profi-Sänger,
solo il piacere di cantare insieme!
Wir freuen uns, wenn du dabei bist!
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Motivi di dolore!
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Informazioni
Pagina 3 di 12
MARCO POLO
Von Venedig nach China
Schlossmuseum – 6.6.2013
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In eigener Sache
Da circa un anno il sito della Dante
Alighieri di Linz in internet non
esiste più.
Chi cerca informazioni sulle nostre attività,
conferenze o vuole scaricare i numeri precedenti
delle Informazioni può farlo sulla pagina della
Volksbildungswerk, che gentilmente ci ospita.
www.ooevbw.at/Societa-Dante-Alighieri.3172.0.html
Ma non si tratta di un vero e proprio sito „Dante“.
Hai esperienza e passione e vuoi dedicare un po’
di tempo per curare un nuovo sito, informativo e
attraente? Avanti, coraggio!
Mandaci un’e-mail o telefona!
Stai per trasferirti?
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Informazioni
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Sardegna
Alla scoperta di un paradiso tra
terra e mare
Giovedì 18 Aprile 2013, la Dott.ssa
Cristina MURA, con tanto entusiasmo, ci
ha portati in viaggio alla scoperta della
sua terra natale: la Sardegna.
Mag. Cristina Mura
Piccolo glossario
scoperta: Entdeckung
esaltare: (hier) preisen
incontaminato: intakt
le vestigia:
Spuren, Überreste
distare: entfernt sein
mite: mild, sanft
arco: (hier) Teitraum, Lauf
il maestrale: Mistral
arido: dürr, trocken
il massiccio: Gebirgsmassiv
leccio: Steineiche
ginepro: Wacholder
sabbioso: sandig
corso d’acqua: Wasserlauf
patrimonio: Erbe, Gut
sottoporre a tutela:
unter Schutz stellen
somiglianza: Ähnlichkeit
impronta: Spur, Abdruck
favorire: begünstigen
un nuraghe
Molti viaggiatori e scrittori hanno esaltato
la bellezza di quest’isola, immersa in un
ambiente ancora incontaminato con
diversi endemismi e in un paesaggio che
ospita le vestigia della civiltà nuragica.
Basti citare il cantautore Fabrizio De
André: “La vita in Sardegna è forse la
migliore che un uomo possa augurarsi:
ventiquattro mila chilometri di foreste, di
campagne, di coste immerse in un mare
miracoloso dovrebbero coincidere con
quello che io consiglierei al buon Dio di
regalarci come Paradiso.”
Con una superficie di 24.090 km!, la
Sardegna è la seconda isola del mar
Mediterraneo, la terza regione italiana e
ha una popolazione di 1 milione e 680
mila abitanti. Dista appena 12 km dalla
Corsica (dalla quale la separano le
Bocche di Bonifacio), 120 km dalla
Toscana (da cui la divide il mar Tirreno)
e 185 km dalle coste del Nord-Africa.
Il clima è generalmente mite: nell'arco
dell'anno circa 300 giorni sono di sole.
D’estate, in varie zone le temperature
possono raggiungere e superare i 40
gradi. La Sardegna inoltre è una regione
molto ventosa; i venti dominanti sono il
maestrale e lo scirocco.
Il territorio sardo è prevalentemente
arido e montuoso (80 %), ma i rilievi non
arrivano mai ad altezze considerevoli. Il
massiccio più alto è il Gennargentu
(1834 m). La sola pianura di una certa
estensione è il Campidano (tra il golfo di
Oristano e quello di Cagliari).
La vegetazione è caratterizzata dalla
macchia mediterranea, le piante più
tipiche sono il leccio, il mirto e il ginepro.
Le coste sarde (chiamate “golfi”)
alternano tratti alti e rocciosi a litorali
bassi e sabbiosi. I corsi d’acqua sono
brevi e per poterne utilizzare l’acqua
sono stati creati numerosi laghi artificiali.
Alla Sardegna appartengono alcune
isole: la Maddalena, Caprera e l’Asinara
a nord, San Pietro e Sant’Antioco a sud.
Per conservare e valorizzare il
patrimonio naturale, la Regione
Autonoma ha definito varie zone protette
sottoposte a tutela.
Etimologicamente il nome deriverebbe
dal latino ‘Sardinia’ (isola dei sardi) o dal
greco ‘Sardò’ (Sardo: figlio di Eracle). I
Greci la chiamavano ‘Ichnussa’ o
‘Sandalyon’ per la somiglianza dell’isola
all’impronta di un piede (sandalo). La
stele di Nora, dai tempi dei Fenici, è il più
antico documento sulla Sardegna. Il
nome scritto su questa pietra era
SHRDN, ma si leggeva SHARDAN.
Alcuni cenni storici:
La sua posizione strategica al centro del
mar Mediterraneo occidentale ha favorito
sin dall’antichità i rapporti commerciali e
culturali, come gli interessi economici,
militari e strategici. Nel suo patrimonio
storico e culturale sono abbondanti le
testimonianze delle culture indigene ma
anche gli influssi e le presenze delle
maggiori potenze coloniali antiche. Dei
primi abitanti dell’isola (II – I millennio
a.C.) restano i numerosissimi nuraghi,
edifici a forma di tronco di cono, costituiti
da grandi blocchi di pietra squadrati e
sovrapposti. Se ne conoscono circa
7000, e la loro funzione era
probabilmente militare, ma non è escluso
che servissero anche come abitazione e
come magazzino. I più antichi sorgono in
posizione isolata, altri invece formano
veri e propri villaggi, come per esempio a
Barumini. Ma oltre alle torri, altre strutture
caratterizzarono la loro cultura, come le
Tombe dei Giganti (luoghi di sepoltura) le
cui stele centrali possono arrivare fino a
4 m di altezza e i Pozzi sacri (luoghi di
culto).
Nell’VIII sec.a.C., la Sardegna fu
colonizzata dai Fenici e poi dai
Cartaginesi (VI sec.a.C.), per passare
infine, nel III sec.a.C., sotto l’influenza di
Roma, che ne fece un fiorente centro
commerciale.
Caduto l’Impero, fu dominio dei Vandali e
poi dei Bizantini.
A partire dal IX secolo, col declino di
Bisanzio, ebbe inizio il periodo dei
Giudicati, che durò per i successivi 600
anni. Nell'isola si formarono vari regni
indipendenti, fra cui i più noti sono quelli
di Torres-Logudoro, Gallura, Arborea e
Calari, che diedero vita ad una
organizzazione politica ed amministrativa
efficiente e con elementi di modernità
rispetto ai regni coevi. Grazie
all'abbondanza di risorse naturali,
prosperarono nuovamente l'agricoltura e
la pastorizia, i commerci ebbero nuovo
impulso e così le arti, come l'architettura
Informazioni
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in stile romanico pisano. Si sviluppò inoltre un sistema
giuridico locale, il cui apice fu raggiunto con la
promulgazione della Carta de Logu. Emanato da
Eleonora d’Arborea, questo documento legislativo in
vigore dal 1395 al 1827, contiene norme di diritto penale
e regolamenti per disciplinare la pastorizia e proteggere
l’agricoltura contro i danni provocati dal pascolo
indiscriminato, contro il furto del bestiame e contro gli
incendi dolosi.
Nel 1297, il papa Bonifacio VIII istituì il Regno di
Sardegna e designò come re Giacomo II di Aragona. I
Giudicati, in particolare quello d’Arborea, si opposero
per molti decenni all’occupazione aragonese.
Nel 1714, la Sardegna passò all’Austria e, nel 1718, ai
Savoia che la dominarono fino al 1814.
Fino al 1948, anno in cui ottenne lo Statuto speciale, la
Sardegna fu una delle regioni più povere d’Italia. A
partire dagli anni ’50 iniziò un considerevole sviluppo
economico e industriale basato soprattutto
sull’agricoltura, l’allevamento e il turismo. Secondo
autorevoli esperti, in Sardegna si produce il miglior vino
d’Italia, il Malvasia di Bosa, un vino secco dal colore
giallo paglierino.
La Sardegna è suddivisa in 4 province statali (Cagliari,
Sassari, Nuoro e Oristano) e in
4 province amministrative (Olbia-Tempio, Sulcis,
Mediocampidano e Ogliastra).
I centri urbani più importanti sono:
- Cagliari (Casteddu): capoluogo della Sardegna,
149.664 abitanti, costruita su 7 colli, università più
grande dell’isola, porto a livello internazionale, squadra
di calcio di serie A, Museo archeologico nazionale,
Anfiteatro romano, Necropoli punica di Tuvixeddu,"
- Sassari (Tàtari): 130.665 abitanti, comune più esteso
della Sardegna, città universitaria, Piazza d’Italia,
Cattedrale di San Nicola, Palazzo ducale; città natale di
Antonio Segni (Presidente della Repubblica 1962 –
1964), Francesco Cossiga (Presidente della Repubblica
1985 – 1992), Enrico Berlinguer (segretario del Partito
Comunista Italiano 1972 – 1984).
- Nuoro (Nùgoro): 36.347 abitanti, chiamata “l’Atene
Sarda” grazie ai suoi grandi personaggi di cultura:
Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura nel 1926
e Salvatore Satta (grande giurista e scrittore).
- Oristano (Aristanis): 32.015 abitanti, ha una storia
antichissima.
- Orgosolo: comune di 4.418 abitanti, famoso per i
“murales”, più di 150 dipinti murari che illustrano sia le
problematiche legate alla popolazione locale, sia i
principali avvenimenti politici e sociali, italiani e
internazionali.
I vizi e le virtù dei Sardi:
Secondo la reputazione, i Sardi sono ospitali (qualche
volta anzi troppo), orgogliosi (soprattutto della loro terra),
permalosi, testardi, migranti, nostalgici.
La lingua sarda:
Il sardo è la lingua romanza più conservativa derivante
dal latino. Nel 1997 è diventata lingua ufficiale della
Sardegna, insieme all’italiano (da cui è molto diverso).
Le sue caratteristiche più tipiche:
- le vocali finali dei nomi terminanti in –u (custu,
candu, nustru, ")
- le consonanti doppie
- i verbi alla fine della frase (“Cap(p)it(t)o mi hai?)
Se la conferenza piacciutta è? Eja, multu!!!
Prof. Mag. Luise Gütlinger
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Die „Società Dante Alighieri Linz“ ist weder in Organisation noch in Lieferung involviert.
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Informazioni
Pagina 6 di 12
“Fabrizio De André: La musica del poeta degli umili“
“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.”
Con quest’aforisma, tratto dalla canzone ‘Via del Campo’, la Dott.ssa Veronica DI
MARCO ha iniziato la sua bella conferenza su Fabrizio De André la sera del 16
Maggio 2013. La ‘serata musicale’ si è conclusa con il canto comune de ‘La
canzone di Marinella’, diretto dal bravissimo chitarrista Dott. Salvatore Troia,
Vicepresidente della DANTE di Linz.
Fabrizio De André nasce il 18 febbraio 1940 a Pegli (Genova) da una famiglia
borghese. A scuola si fa presto notare per il suo temperamento ribelle e
anticonformista. Dopo la bocciatura in seconda media viene trasferito in un istituto
di Gesuiti, dove denuncia un tentativo di violenza da parte di uno dei preti.
La prima ispirazione musicale, durante il liceo, gli viene da Georges Brassens, dal
jazz e da amici come Gino Paoli, Luigi Tenco e altri, con cui si esibisce nel locale
“la borsa di Arlecchino”. Nello stesso periodo inizia a leggere autori anarchici. Si iscrive alla facoltà di
giurisprudenza, ma a sei esami dalla laurea decide di smettere e di dedicarsi alla musica. Conduce una vita
sregolata con amici di tutte le classi sociali e facendo lavoretti temporanei.
All’età di 22 anni sposa Enrica Rignon (“Puny”) e ha un figlio, Cristiano; inizia a lavorare come insegnante. A metà
degli anni ’60, Mina incide ‘La canzone di Marinella’ dando enorme slancio alla carriera di De André, che da allora
in poi si dedicherà esclusivamente alla musica. Il brano, uno dei suoi capolavori, è una tenera fiaba ispirata dalla
storia vera della morte di una prostituta.
Non sarà la prima volta che un episodio di cronaca verrà sublimato da De André in musica. Proprio la realtà
quotidiana, infatti, dà linfa alle sue prime composizioni, che tradiscono la passione per la letteratura francese:
Proust, Maupassant, Villon, Flaubert, Balzac, su tutti.
Nel 1966 esce il primo LP con alcune delle canzoni migliori da lui interpretate fino a quel momento: ‘La canzone di
Marinella’, ‘La ballata del Miché’, ‘La guerra di Piero’,"
Nel 1967 esce Volume I, con canzoni come ‘Bocca di Rosa’, ‘Via del Campo’ e ‘Preghiera in gennaio’ (dedicata
all’amico Luigi Tenco che si era suicidato a San Remo).
Tra il 1968 e il 1975 escono altri album, tra cui Tutti morimmo a stento, La buona novella, Storia di un
impiegato, Canzoni (con due canzoni di Leonard Cohen tradotte e reinterpretate) e altri.
Nel 1975 accetta di esibirsi nel locale “La Bussola”. Con i soldi guadagnati acquista una tenuta in Sardegna dove si
trasferisce con la sua nuova compagna, Dori Ghezzi, dalla quale ha una figlia, Luisa Vittoria (“Luvi”) nel 1977.
Nel 1978 esce Rimini e nel 1979 In concerto con la PFM. Nell’agosto dello stesso anno viene rapito con Dori
Ghezzi dall’Anonima Sequestri. I due furono liberati quattro mesi dopo dietro il pagamento di un riscatto.
Nel 1981 esce un album senza titolo, però chiamato L’indiano a causa della copertina, in cui alcuni brani
(soprattutto ‘Hotel Supramonte’) sono ispirati al sequestro. Nell’album, Fabrizio De André stabilisce un parallelo tra
l’oppressione degli indiani d’America e il popolo sardo.
Nel 1982 esce Crêuza de mä, un album dedicato alla cultura mediterranea e cantato
in genovese, che gli vale molti premi. Nel 1990 esce l’album Le nuvole con il lato A
cantato in italiano, e il lato B in cui invece continua l’utilizzo dei dialetti (ligure,
napoletano, gallurese). Più tardi collabora con vari artisti, tra cui il gruppo ‘Li
Troubaires de Coumboscuro’ che canta in provenzale. Nel 1996 esce Anime salve in
cui si concentra sugli “umili”, sulle fasce più emarginate della società, sulle minoranze
e sulla solitudine.
Nel 1998 parte per una tournée di concerti in varie città italiane; durante le prove ad
Aosta gli viene diagnosticato un tumore ai polmoni. Fabrizio De André muore l’11
gennaio 1999 a Milano. I suoi funerali si svolgono il 13 gennaio a Genova alla
presenza di oltre diecimila persone.
De André nella memoria collettiva
In quasi 40 anni di attività artistica, Fabrizio De André (spesso citato anche con l'appellativo "Faber", datogli
dall'amico d'infanzia Paolo Villaggio in riferimento alla sua predilezione per i pastelli della Faber-Castell) ha inciso
tredici album in studio, più alcune canzoni pubblicate solo come singoli e poi riedite in varie antologie. La popolarità
e l'alto livello artistico del suo canzoniere hanno spinto alcune istituzioni a dedicargli vie, piazze, parchi, biblioteche
e scuole subito dopo la prematura scomparsa.
Gli umili:
Molti testi delle sue canzoni raccontano storie di emarginati, ribello, prostitute e sono state considerate da alcuni
critici come vere e proprie poesie, tanto da essere inserite in varie antologie scolastiche di letteratura. Gli estimatori
di Fabrizio De André ammirano il coraggio morale e la coerenza artistica con cui narra la storia dalla parte dei vinti,
siano essi gli indiani d'America di "Fiume Sand Creek" o i marginali di "Via del Campo" o de "La città vecchia" fino
Informazioni
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ai rom di "Khorakhanè”. Scelse di sottolineare i tratti nobili ed universali degli emarginati, affrancandoli dal "ghetto"
degli indesiderabili e mettendo a confronto la loro dolorosa realtà umana con la cattiva coscienza dei loro
accusatori.
La cultura mediterranea:
Fabrizio De André è stato anche uno degli artisti che maggiormente hanno valorizzato la lingua ligure; ha esplorato
inoltre, in misura minore, altri idiomi come il gallurese o il napoletano. E proprio la valorizzazione dei dialetti gli è
valsa il Premio Govi.
"In una nazione giovane come l'Italia i dialetti sono indispensabili - ripeteva spesso -. Rappresentano un desiderio
di identificazione nelle proprie radici che si fa tanto più forte quanto più si diffonde l'idea di una megastatalizzazione europea. E poi l'italiano, se non fosse nutrito delle frasi idiomatiche, diverrebbe un linguaggio adatto
solo a vendere patate o a litigare nei tribunali".
Crêuza de mä, nato dalla collaborazione con Mauro Pagani e scritto integralmente in genovese, "l'idioma neolatino
più ricco di fonemi arabi", è l'inno a quella Genova che per De André rappresentava un piccolo continente a sé, con
"il suo sapore di mare, il profumo della sua cucina, ma anche il puzzo del porto e del pesce marcio". Quella
Genova che aveva "la faccia di tutti gli esclusi conosciuti nella città vecchia, le 'graziose' di via del Campo, i 'fiori
che sbocciano dal letame'". Crêuza de mä è un viaggio appassionato nella musica mediterranea, dove gli
strumenti della tradizione nordafricana, greca, occitana convivono con quelli elettrici in un universo poetico di rara
intensità. Il disco segna una pietra miliare per l'allora nascente world music italiana ed è premiato dalla critica come
miglior album dell'anno e del decennio.
La fede:
Molti sono i brani attraverso i quali De André esprime la sua visione religiosa. Con il concept-album La buona
novella (1970), che De André considerava "il più riuscito", il cantautore dedica un'intera opera alla tematica,
umanizzando i personaggi del Vangelo e degli scritti apocrifi.
"Quando scrissi la Buona Novella era il 1969. Si era quindi, in piena lotta studentesca e le persone meno attente
consideravano quel disco come anacronistico [...] E non avevano capito che la Buona Novella voleva essere
un'allegoria: un paragone fra le istanze della rivolta del '68 e le istanze, spiritualmente più elevate ma simili da un
punto di vista etico-sociale, innalzate da un signore, ben 1969 anni prima, contro gli abusi del potere, contro i
soprusi della autorità, in nome di un egualitarismo e di una fratellanza universale. Quel signore si chiamava Gesù
di Nazareth."
Prof. Mag. Luise Gütlinger
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Marco Mazzai con alcuni suoi giovanissimi allievi
Per maggiori informazioni:
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&
Marco Mazzai ha studiato con batteristi del calibro di Ellade Bandini (De
Andre', Paolo Conte) e Maxx Furian (Laura Pausini, Nek) e con molti altri
personaggi della scena italiana e internazionale. Nel 2009 si trasferisce a
Berlino dove collabora con vari musicisti e compositori. Il progetto più lungo
"Triston & the Skandal Dust", lo porterà ad aprire il concerto per Joachim
Deutschland e David Guetta. Dal 2013 vive in Austria dove parte il suo
progetto "Impulse Drumschool", scuola di batteria moderna a Linz e a Vienna.
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Il viaggio culturale del 2013
PERLE NASCOSTE DELLA TOSCANA –
26.5. - 31.5.2013
„Wie fang ich nach der Regel an“ heißt es in Wagners „Meistersingern“. Ich gebe zu,
dass für mich der „Einstieg“ nicht immer leicht ist und es eine Weile dauert, bis das
Schreiben in Fluss kommt. So kann ich nur hoffen, bei den Mitreisenden ein paar
schöne Erinnerungen zu wecken und denen, die nicht dabei waren, vermitteln kann,
was wir alles erlebt haben.
Die Vielfalt der Toscana ist nahezu unbeschreiblich. So oft man dieselben Plätze und
Landstriche auch besuchen mag, sie präsentieren sich immer wieder neu und
spannend. Vor allem sind es die phantastischen Städte, die einen immer wieder
magisch locken. Doch das Land hat noch viel, viel mehr zu bieten. Und eben dieses
wollen wir auf der diesjährigen Kulturfahrt erforschen, entdecken und – nicht zuletzt –
genießen!
Der Chauffeur stellt sich vor: „Ich heiße Heinz, aber nicht lange“. Das gibt Anlass
zum ersten Gelächter. Er meint damit, dass unser lieber Manfred demnächst das
Steuer übernehmen wird.
Die Fahrt ist lang, bald stimmt uns Silvia auf Montecatini, unser Ziel, ein. Sie erzählt
über berühmte Persönlichkeiten, die hier zur Kur waren. Verdi (der den letzten Akt
von Otello hier komponiert hat), Puccini den 2. und 3. Akt der Boheme und
Leoncavallo ist hier gestorben. Des Weiteren waren u. a. Christian Dior und der
Herzog von Windsor hier zu Gast.
Die Mittagspause findet in Vipiteno statt, wo wir von der Sonne begrüßt werden. Und
schon geht es weiter Richtung Süden! - Silvia berichtet über Leonardo da Vinci, über
Elba und vieles mehr, das uns erwartet. Einige sind damit beschäftigt, nach der S.
Maria della Corona in Spiazzi Ausschau zu halten, diesmal auch nach dem Castel
Beseno, beides wurde von uns im Vorjahr besucht.
Wir nähern uns dem Ziel! Unzählige „vivaie“ säumen die Autobahn, hier warten
zwergenhafte Zypressen u.v.m. in Reih und Glied auf einen neuen Wirkungskreis.
Das Hotel Reale in Montecatini Terme ist nett, das Essen gut.
27.5.: Unser erstes Ziel ist Prato. Aus der einstigen Etrusker-Besiedlung wurde im
Lauf der Zeit eine florierende Industriestadt und ist es bis heute. Violetta Buti, unsere
Führerin, ist da, wir starten mit der Besichtigung.
Der erste Blick gilt dem imposanten Castello dell‘Imperatore, der Staufer Friedrich II.
hinterließ also auch hier seine Spuren, besichtigt haben wir es nicht.
Dafür aber den Palazzo Pretorio aus dem 13. Jh. Vor dem Palast wacht Francesco
Datini (1330 – 1410) über das Wohlergehen seiner Stadt. Er war ein reicher
Tuchhändler, da er keine Nachkommen hatte, stiftete er sein immenses Vermögen
einer Wohltätigkeitsorganisation, dem „Ceppo“. Außerdem steht vor dem Palast ein
hübscher Bacchus-Brunnen, die kleine Figur findet sich (als Original) im mächtigen
Gebäude wieder. Die Ausstellung „L‘arte di gesso“ war zwar gestern zu Ende, wir
dürfen die durchaus interessanten Exponate aber noch besichtigen.
Montecatini Alto
Il duomo di Prato Santo Stefano
Wir spazieren weiter zum grün/weiß gestreiften Dom Santo Stefano. Er verfügt über
eine Rarität, eine prächtige Außenkanzel, das Werk Donatellos und Michelozzos. Die
Portallünette trägt unverkennbar die Handschrift von Andrea della Robbia.
Im Inneren befindet sich die Kapelle des Hl. Gürtels Mariens (der auf verschlungenen
Wegen nach Prato kam) und dieser Gürtel führt mich unweigerlich zu Filippo Lippi.
Die Legende erzählt, dass die junge, bildschöne Nonne Lucrezia Buti sich eben
diesen Gürtel ansehen wollte, der zu bestimmten Feiertagen von der Außenkanzel
aus den Gläubigen gezeigt wird (übrigens geschieht dies bis heute). - Filippo war von
ihr derart hingerissen, dass er sie kurzerhand entführte, was sie sich gerne gefallen
ließ. Sie schlossen die Ehe und bekamen einen Sohn, Filippino genannt. Kein
Unbekannter, der an den Ruhm seines Vaters jedoch nicht ganz herankam. Von
Lippis Fresken bin ich begeistert. Vor allem an seinem „Bankett des Herodes“ kann
ich mich nicht sattsehen: Der Leichnam des enthaupteten Johannes, aus dem noch
sein Blut sprudelt, sein Kopf selbst. Die anmutig tanzende Salome mit Engelsgesicht,
Unschuldsmiene und dem Teufel im Leib"
Prato
Il castello dell’
Imperatore
Informazioni
Die Präsentation ihrer Begierde, den Kopf des Johannes. Gar nicht triumphierend, fast
demütig sieht sie ihre Mutter an, die es mit stoischer Gelassenheit trägt. - Die
unbeschreiblichen Melodien von Richard Strauss drängen sich mir geradezu auf und
lassen mich schaudern. - Ich bemühe mich, auch die anderen wundervollen Fresken
verschiedener Künstler (Uccello, Gaddi) zu würdigen. Auf dem Altar steht eine
Madonna mit Kind von Pisano.
Dann erweist man uns Ehre, uns das Rathaus zu zeigen, wo es viele Verbindungen zu
den Habsburgern gibt. Vor allem, weil sie zur Renovierung des prächtigen Ratssaales
beigetragen haben und dabei gar nicht knausrig waren.
Nach der Mittagspause fahren wir zurück, die Nachmittagsgestaltung in Montecatini
bleibt jedem selbst überlassen.
Viele wählen so wie ich Montecatini Alto, die Talstation trägt die Jahreszahl 1898! Es
hat 25°, die Fahrt in der nostalgischen, rumpelnden roten funicolare ist bezaubernd. Hoch über dem Valdinievole gelegen, entzückt der Ort mit reizenden Geschäften, die
Kitsch, Kunst und Nahrhaftes anbieten, sowie einladenden Lokalen. – Dann geht es
wieder hinunter, um auch Montecatini Terme selbst kennenzulernen. Es besticht mit
herrlichen Parks und ebensolchen Kuranlagen. Die allerschönste ist die Terme
Tettuccio, welche ihre heutige Form 1919 erhielt.
28.5.: Schon um 6,30 h klettern alle in den Bus, der uns nach Piombino bringen wird,
der Weg ist weit. Die Fähre nach Elba legt um 9:30 ab und die müssen wir erwischen.
Wir waren flott unterwegs und erreichen sogar die Fähre um 9:00. Die Überfahrt
dauert eine Stunde. Elba (von den Römern Ilva genannt), war für rund ein $ Jahr
Napoleons Zwangsheimat. Er begann augenblicklich mit Neuerungen, ideenreich wie
er war. Es wäre wohl besser gewesen, wenn er es damit belassen hätte. Die Fläche
Elbas beträgt 224 km!, Monte Capanne, der höchste Berg misst beachtliche 1019 m,
die Küstenlänge 147 km.
In Portoferraio angekommen streben die meisten hinauf zu Napoleons Residenz, als
alle wieder versammelt sind, starten wir die Rundfahrt um die Insel, zuerst an der
Nordseite. Die Ausblicke sind atemberaubend. Die Vegetation könnte üppiger nicht
sein: Gelb blühende Opuntien, die allseits wuchernde Macchia, Steineichen, Oleaster
(verkümmerte Form der Olivenbäume), Baumheide, Erdbeerbäume, Fenchel, Kirschlorbeer, Mastix, Zistrosen und natürlich die Kräuter. Minze, Salbei, Rosmarin, Oregano
und, und, und"
Die Mittagsrast halten wir in Marciana Marina und genießen die Sonne.
Weiter geht es an der Westküste, Punta Nera ist der westlichste Punkt, die Felsen
zeigen, warum: Schwarz, schwarz, schwarz - allesamt! In der Nähe von Marciana
Marina gibt es einen winzigen Felsen, auf welchem Paolina (die Schwester
Napoleons) ihre Sonnenbäder zu nehmen pflegte. Kleine Orte werden passiert, ihre
Namen erscheinen unwichtig. Gelesen und vergessen. – Schauen, schauen,
schauen" und genießen!
Wir schrauben uns wieder hinauf, schauen, schauen, schauen und schon sind wir
wieder in Portoferraio angelangt.
Falls wir Glück haben, kommen wir sogar auf die Fähre um 16:30 – es herrscht ein
Riesenbetrieb: Busse, Lkw, Pkw - Stopp! Der Ordner scheint ein Orchester zu
dirigieren und schon geht es weiter. Immer mehr Fahrzeuge verschluckt der riesige
Bauch der Fähre, bis nichts mehr geht. Oder doch? Der Ordner hebt den Taktstock,
pardon, die Hand – wir dürfen mit. Als Allerletzte! Spannend, sehr spannend!
29.5.: Heute fahren wir nach Greve. Die Landschaft ist so schön, feurige
Mohnblumenfelder, leuchtender Ginster, Akazienbäume in voller Blüte säumen die
Wege. Wir fahren fast jedes Jahr um diese Zeit, daher scheint es nichts Besonderes
zu sein. Aber ist es nicht immer wieder zauberhaft?
Schmucke und verfallene Bauernhäuser, Pferde, ein paar Ziegen, kaum Schafe.
Zunächst passieren wir den kleinen Ort Impruneta, dessen Besonderheit sind
Hausnummern und Briefkästen, beinahe alle aus Terracotta.
In Greve haben wir eine Stunde Zeit, uns alles anzusehen; die entzückenden
Geschäfte mit verführerischen toscanischen Spezialitäten, die hübsche kleine Kirche
und natürlich das Denkmal von Giovanni Verraz(z)ano (1485 – 1528). Ein tüchtiger
Seefahrer und Entdecker mit traurigem Schicksal. In New York und Jamestone
(Rhode Island) erinnern Brücken an ihn, die seinen Namen tragen.
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Terme Tettuccio
Spiaggia di Fetovaia
(isola d’Elba)
Giovanni da Verrazzano
Informazioni
Il Gallo Nero – storico
simbolo del Chianti
Giacomo Puccini
Leonardo da Vinci
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Insgesamt segelte er zweimal nach Nordamerika und einmal nach Brasilien (seine
zweite Reise). Seine Entdeckungen und Reisen sind in den Unterlagen
nachzulesen, die wir erhalten haben, so dass ich mir Wiederholung erspare.
Die dritte Reise brachte ihm den Tod. Sein Ende war schrecklich! Angesichts der
Tatsache, dass wir heute im Castello speisen, denke ich lieber nicht daran, was ihm
möglicherweise widerfuhr.
Wir werden bereits erwartet und herzlichst begrüßt! Es folgt eine höchst
interessante Führung durch die diversen Weinkeller mit Fässern, von denen
manche 57 Hl fassen. Ganz wichtig ist, sich zu merken, dass die Flaschen des
Chianti Classico die Banderole mit dem Gallo Nero tragen müssen.
Unsere Führerin Maria macht das äußerst charmant und kompetent. In den
Gewölben hängen auch köstlich duftende Schinken und wenn ich noch dazu an den
Inhalt der Fässer denke, läuft mir das Wasser im Mund zusammen"
Ein Blick fällt noch auf ordentlich gestapelte Fässchen mit Aceto balsamico, den
man bis ins Freie riechen kann.
Dann betreten wir den Pavillon auf der Terrasse, mit elegant gedeckten Tischen,
schönen Gläsern sowie Flaschen mit verlockendem Inhalt. Con calma! Erst müssen
wir lernen, wie man die edlen Tropfen richtig genießt, wie man das Glas richtig hält,
wie man schnuppert, bevor man es endlich zum Mund führen und kosten darf.
Währenddessen schleppen kundige Hände Platten mit Prosciutto sowie Salami in
diversen Geschmacksrichtungen heran, allesamt zum Niederknien!! Zum Abschluss
wird zweierlei Pecorino serviert. Zwischendurch ein Schlückchen Rosé, ein Schluck
Chianti classico und einer vom Chianti classico riserva. Ah - hier ließe es sich gut
bleiben. Jedoch - irgendwann heißt es Abschied nehmen, ein letzter Blick in die
traumhafte Landschaft – ach ja"
Noch wartet eine Sehenswürdigkeit – die Certosa di Galluzzo. Gegründet wurde
sie 1341 von den Kartäusern, seit 1956 leben Zisterzienser hier. Nur mehr eine
Handvoll" - Der Ordensbruder, der uns herumführt, hat lustige Augen und scheint
sehr temperamentvoll zu sein. Wie sich das mit den strengen Regeln des Ordens
verträgt, ist sein Geheimnis. Jeder Mönch nennt ein Schreib- und ein Schlafzimmer
sein eigen, ebenso einen kleinen Garten. Und nur einmal pro Woche darf miteinander gesprochen werden. Er selbst hat es offenbar nicht verlernt. Beachtlich ist der
Kreuzgang, dort befinden sich auch die Gräber derer, die einst hier gelebt haben. Im
Inneren des Anwesens gilt es ein prächtiges Chorgestühl sowie Glasmalereien mit
Szenen aus dem Leben des Heiligen Benedikt zu bestaunen.
Und dann ist auch dieser schöne Tag Vergangenheit" - abgesehen vom
Abendessen natürlich. - Ich meine, wir sind doch gerade erst angekommen und
morgen soll schon wieder unser letzter Tag sein?
30.5.: Musikliebhaber und/oder solche Darstellender Kunst werden auf jeden Fall
heute auf ihre Rechnung kommen! Zwei Männer aus der Toscana, aus
verschiedenen Epochen und einfachen Verhältnissen, die Weltruhm erlangten:
Giacomo Puccini und Leonardo da Vinci.
Die erste Besichtigung gilt der Villa Puccinis in Torre del Lago, gelegen am
schönen Lago di Massaciuccoli. Er erstand sie im Jahre 1900, als längst hoch
geschätzter Komponist.
Bis dahin war allerdings ein langer Weg. Obwohl er bereits mit seiner ersten Oper
„Le Villi“ beachtlichen Erfolg hatte, lief es mit der zweiten („Edgar“) nicht so glatt.
„Manon Lescaut“, sein drittes Werk, brachte jedoch den Durchbruch! An
seinen Librettisten (u.a. Ruggero Leoncavallo) verzweifelte er schier. „Wagner hat
recht gehabt, dass er seine Texte selbst schrieb“ schäumte er, nachdem nicht
weniger als sechs daran gearbeitet hatten und schließlich er selbst. Es war zudem
ein mutiges Unterfangen, hatte doch Jules Massenet bereits 1884 seine Oper
„Manon“ vorgestellt, 9 Jahre zuvor. Die folgenden Opern „La Boheme“, „Tosca“ und
„Madama Butterfly“ haben als Librettisten das Gespann Giacosa/Illica. Dass dabei
manchmal die Fetzen flogen, ist in manchen Büchern, die über Puccini geschrieben
wurden, höchst amüsant nachzulesen. Bei „La Boheme“ kam es zum Zerwürfnis
zwischen Leoncavallo und Puccini, da er, Leoncavallo, gerade seine eigene
„Boheme“ komponierte und zutiefst beleidigt war. Sie kam ein Jahr später (1897) als
die von Puccini zur UA. Der Erfolg muss allerdings Puccini recht geben!
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Weitere Werke Giacomo Puccinis sind „La Fanciulla del West“, „La rondine“ sowie „Il Trittico“ („Suor Angelica“, „Il
Tabarro“, „Gianni Schicchi“). Seine letzte Oper „Turandot“ blieb unvollendet, Puccini starb 66-jährig am 29.
November 1924 in Brüssel. Franco Alfano vollendete sie, auf ausdrücklichen Wunsch des Maestros. Bei der UA am
26. April 1926 klopfte Arturo Toscanini in der Mitte des 3. Aktes – nach Lius Todesarie – ab und sagte mit
tränenerstickter Stimme: „Hier endet das Werk des Meisters"“.
Für die Besichtigung der Villa wird unsere Gruppe geteilt. Gleich im ersten Raum stehen sein Klavier und ein kleiner
Tisch, an dem wohl seine Freunde saßen. Die Vitrinen sind voll mit Erinnerungsstücken, seinen Gewehren und unter
vielem anderen eine seiner Fahrlizenzen. Puccini war Autofetischist und damals musste man für jedes Auto einen
eigenen Führerschein machen. In der Hauskapelle sind er selbst, seine Frau Elvira sowie sein Sohn Tonio
begraben. - Die Sonne lächelt vom Himmel, der Tag ist somit perfekt!
Die Mittagspause wird in Viareggio abgehalten. Gelegen in der tyrrhenischen Küstenlandschaft Versilia vor dem
Bergzug der Apuanischen Alpen. - Bis ins 18. Jh. war es ein Sumpfgebiet rund um den Massaciuccoli-See. Der
Name „Massa“ verrät es, wir erinnern uns" Im 19. Jh. begann Viareggios Aufstieg als Seebad, einige der schönen
Badeanstalten kann man heute noch bewundern. Jede hat ihren eigenen Zugang zum wundervollen Sandstrand.
Am heutigen Tag sind jedoch alle Liegestühle verwaist, das Meer ist sehr stürmisch, geradezu spektakulär und die
rote Flagge flattert bedrohlich im Wind. Dann geht es weiter nach Vinci, besser gesagt zunächst nach Anchiano,
wo sich Leonardos Geburtshaus befindet. Doch – zunächst innehalten und die Blicke auf die Olivenhaine schweifen
lassen – es müssen tausende Bäume sein! Drinnen gibt es nicht viel zu sehen, aber – sich vorzustellen, dass hier
eines des größten Genies das Licht der Welt erblickte, stimmt nachdenklich.
Silvia hat seinen Werdegang ausführlich geschildert, sodass ich mir eine Wiederholung erspare. Ich fasse mich kurz:
Leonardo da Vinci, 1452 – 1519. Maler, Bildhauer, Architekt, Ingenieur, Naturforscher!
Man erzählt, er hätte Bärenkräfte gehabt und mit bloßen Händen Hufeisen verbogen. Wie er mit denselben Händen
seine unvergleichlichen Gemälde schaffen konnte, bleibt sein Geheimnis. Vieles schrieb er in Spiegelschrift und er
hatte Freude daran, auf Märkten sämtliche Käfigvögel aufzukaufen, um ihnen von einem Hügel aus die Freiheit zu
schenken! Im Museum Leonardino sind die Modelle zu bewundern, die nach seinen Entwürfen konstruiert wurden.
Vieles wirkt erstaunlich „modern“! Das Museum Ideale ist leider geschlossen.
Sein Uomo Vitruviano (eine Holzplastik von Mario Ceroli aus dem Jahr 1987) steht auf einem Platz neben dem
Museum und wird von den Fotografen umringt. Wir kennen ihn alle, nicht zuletzt von der Italienischen 1 # - Münze.
31.5.: Abreisetag! Ein arcobaleno überspannt den Himmel, ein gutes Zeichen! Und Zeit, wieder einmal „danke“ zu
sagen. DANKE: An Luisella, Silvia und Manfred, für die Organisation - ach was! Einfach für ALLES!
Und nächstes Jahr wird sich ja zeigen, ob wirklich alle Wege nach Rom führen"
Egal wohin die Reise geht...
Heide Müller
Heide Müller
Sprech- und Sprachtraining
In ottobre sono ripartiti i CIRCOLI DI CONVERSAZIONE
Con Luisella
! Circolo Raffaello, livello medio
lunedì, 9:00 -10:30
! Circolo Dante, livello medio
mercoledì, 9:00 -10:00
! Circolo Felicità, livello avanzato
martedì, 10:30 - 11:30
! Circolo Leonardo, livello medio
mercoledì, 10:15 - 11:15
Con Renata
Circolo Roma, livello avanzato
giovedì, 14:30 - 15:30
Dove? Nei locali della sede, Bethlehemstraße 1d, 4020 Linz.
Anmeldung: 0732/794929
oder E-mail: dante.alighieri.linz@liwest.at
Unerlässlich für den
Spracherwerb ist das Training
des Hörverständnisses!
Die beste Gelegenheit, dem
nachzukommen, bieten Ihnen
die Vorträge!
Wir laden herzlich dazu ein!
Calendario delle attività
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1$23('(245!67'8298:(!;<=(28$!>8!?5@$856!
A B'C<D82(2E$3F!G(HID&(C55D!
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Medieninhaber:
Società Dante Alighieri Comitato di Linz
Österreich.– Italienische
Gesellschaft
ZVR-Zahl: 691204085
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-!2$@(K&'(!)*"+!,!$'(!"0.**!
152%85K$!82!8%5D852$!
Telefondienst (neu!)
0732 - 79 49 29
A LMNF!7'$K(25>(!++F!O824!
ab Oktober 2013
Montag, 10:00 – 11:30
Dienstag, 15:30 – 17:00
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"J!2$@(K&'(!)*"+!,!"-.**!/"0.**!
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Bethlehemstr 1d, 5. Stock
A-4020 Linz
Telefon: 0732 / 79 49 29
Telefondienst
(neu, seit Oktober 2013)
Montag, 10:00 -11:30
Dienstag, 15:30 - 17:00
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Kopierstelle der JKU Linz
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Hanno collaborato a questo
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Mag. Luise Gütlinger
Heide Müller
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1$23('(245!6S5'8$!O52456!
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VORM ERK EN
))!=(2258$!)*"J!,!"0.**!
T(C%5!>(DD5!U52%(!,!VCC(K&D(5!:D(25'85!
Festa della
D ante 2014
A W$D:82=E5<CF!G(C(DD(2E5<CH%'5X(!YF!O824!
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„Soirée d’Avant“
Serata d’Avvento“
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Società Dante Alighieri –
Comitato di Linz
Mitgliedsbeitrag
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- zwei Personen in der Familie:
45 # jährlich
Mercoledì 4 dicembre 2013, ore 19:00
Casineum Linz, Schillerplatz
Gemeinsame Gestaltung:
Französische + Italienische
+ Spanische Gesellschaft
Ci trovate anche in rete...
Wir erinnern uns noch gerne
an die schönen Veranstaltungen
der vergangenen Jahren!
Aus organisatorischen Gründen wird um Anmeldung gebeten
(telefonisch oder per E-mail).
Herzliche Einladung!
- SchülerInnen, StudentInnen
und Lehrlinge:
17 # jährlich
Società Dante Alighieri Linz
IBAN
AT55 2032 0000 0012 5296
BIC
ASPKAT2LXXX