Brochure - Verona Innovazione
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Brochure - Verona Innovazione
verona cultura di un territorio - a land and its culture Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale Convention to safeguard the intangible cultural heritage Conclusa a Parigi il 17 ottobre 2003 Signed in Paris on 17 October 2003 Art. 2 1. per “patrimonio culturale immateriale” s’intendono le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how – come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi – che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale. Questo patrimonio culturale immateriale, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia e dà loro un senso d’identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana. Ai fini della presente Convenzione, si terrà conto di tale patrimonio culturale immateriale unicamente nella misura in cui è compatibile con gli strumenti esistenti in materia di diritti umani e con le esigenze di rispetto reciproco fra comunità, gruppi e individui nonché di sviluppo sostenibile. Article 2 1. “Intangible cultural heritage” shall mean the practices, representations, expressions, knowledge – and even the tools, objects, artefacts and the cultural spaces associated with them – that communities, groups and in some cases individuals recognise as part of their cultural heritage. This intangible cultural heritage handed down from generation to generation is constantly recreated by communities and groups in response to their environment, their interaction with nature and their history, giving them a sense of identity and continuity, thereby promoting respect for cultural diversity and human creativity. For the purposes of this Convention, account shall be taken of this intangible cultural heritage only to the extent whereby it is compatible with existing instruments ensuring human rights and the needs for mutual respect between community, groups and individuals, as well as sustainable development. VERONA sapere e saper fare VERONA knowledge and know how Esiste un profondo legame tra il genio creativo e il saper fare che si genera dal patrimonio culturale intangibile e che caratterizza in maniera unica ed univoca l’identità di un territorio e le persone che lo animano. Il sapere e saper fare sono competenza e mestieri trasmessi di generazione in generazione, costantemente ricreati e rappresentano una categoria patrimoniale irrinunciabile per la nostra economia, soprattutto l’attuale. Verona e la sua provincia sono una fucina di “tradizioni tipiche dei mestieri d’arte”, qualsiasi sia il settore merceologico e d’interesse, che si sono tradotte molto spesso in attività imprenditoriali, manufatti e prodotti noti in tutto il mondo, ma non si limitano solo all’artigianato tradizionale. Ci sono infatti una serie di professioni “culturali” parte fondamentale di quel sistema creativo e della società della conoscenza, che oggi guida le economie avanzate. In ogni materia ed in ogni prodotto si coniugano storia, territorio, abilità, ingegno e si esprimono un’identità ed uno stile di vita. Non sono oggetti, sono processi culturali da valorizzare assieme all’atto sociale di creazione e rielaborazione che ne permette la produzione e la pratica. Con questa pubblicazione Verona Innovazione, Azienda Speciale della Camera di Commercio, ha cercato di dare il proprio contributo nell’identificazione e mappatura di alcuni asset culturali intangibili che possono essere patrimonio dell’umanità, ma soprattutto rappresentano una chiave di lettura e di riflessione anche al mondo dell’impresa sul plus valoriale che il proprio territorio di appartenenza rappresenta. Ringrazio i partners con cui collaboriamo per la realizzazione del Progetto Cultural Capital Counts, progetto il cui valore tacito sta nella capacità di lavorare in rete, cooperare suddividendo ruoli e attività e condividendo know how e competenze. A deep bond between creative genius and know how is generated by the intangible cultural heritage which ensures the unique character and distinct identity of any local area and the people who live there. Knowledge and know how are the skills and trades handed down and constantly re-created over the generations; they represent a vital kind of heritage for our economy, especially today. Verona and its province is a melting pot of “typical arts and crafts traditions”, whatever the sector of business or interest, that very often has developed into enterprise, goods and products well-known all over the world but not limited only to traditional craftsmanship. There are many “cultural” professions forming a fundamental part of that creative system and knowledge society that today guides advanced economies. Every field and every product merge history, territory, ability and inventiveness that come to express an identity and a life style. They are not objects but cultural processes which must be valorised together with the social act of creation and re-development that allows their production and practice. With this publication, Verona Innovazione - Special Agency of the Chamber of Commerce Verona - has sought to make its own contribution to the identification and mapping of a number of intangible cultural assets that may be part of the World Heritage but which also and especially represent a key for interpretation and consideration of the business world and the added value that its home area represents. I would like to thank the partners who worked with us to develop the Cultural Capital Counts Project. The implicit value of this project lies in its capacity for networking and cooperation by defining roles and activities and sharing know how and skills. Maurizio Danese Maurizio Danese Presidente di Verona Innovazione, Azienda Speciale della Camera di Commercio President - Verona Innovazione Special Agency of the Chamber of Commerce Verona Progetto Cultural Capital Counts Il Capitale Culturale Conta! Cultural Capital Counts Project Cultural Capital Counts Culture Capital Counts (CCC) è un progetto europeo che ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo regionale, concentrandosi sulle risorse immateriali come le tradizioni, pratiche sociali e artistiche, conoscenze e talenti. Per tre anni (2011 - 2014) dieci regioni europee inclusa la provincia di Verona (unico partner italiano assieme alla regione Piemonte) lavoreranno in sinergia per utilizzare il loro patrimonio culturale quale leva strategica per lo sviluppo dell’economia del territorio. Culture Capital Counts (CCC) is a European project having the objective of promoting regional development by focusing on intangible resources such as traditions, social and artistic customs, knowledge and talent. For three years (2011-2014), ten European regions including the Province of Verona (the only Italian partner together with Piedmont) will work in synergy to exploit their cultural heritage as a strategic lever for the development of local economies. Il progetto fa parte del programma di cooperazione territoriale Central Europe un iniziativa dell’Unione Europea per promuovere lo sviluppo economico, ambientale e sociale nell’Europa Centrale. The project is part of the Central Europe Cooperation Programme, an initiative of the European Union designed to promote economic, environmental and social development in Central Europe. Quali sono i nostri reali obiettivi? Focalizzarci sulla specificità e qualità della vita delle nostre regioni permetterà di comprendere perché cittadini, visitatori ed imprenditori hanno deciso di stare qui e non altrove. Comprendere è il primo passo per migliorare. Creare una strategia operativa basata sui beni culturali immateriali favorirà lo sviluppo sostenibile delle regioni per aumentarne la competitività. Condividere con le imprese del territorio le risorse culturali intangibili che da tempo traducono nei loro prodotti e l’unicità che li contraddistingue nel mondo. What are our effective objectives? We aim to focus on the specific nature and quality of life in our regions to help understand why citizens, visitors and entrepreneurs have decided to stay here and not move elsewhere. Understanding is the first step towards improving. Creating an operative strategy based on intangible cultural heritages will encourage sustainable development of regions and improve their competitiveness. Sharing with local companies those intangible cultural resources that they have interpreted in their products and the uniqueness distinguishing them world-wide. I partner del progetto Austria (Steirisches Vulkanland; Kulturpark Eisenstraße), Italia (Veneto - Verona Innovazione, Piemonte - LaMoRo), Slovenia (Soca Valley – Local Tourist Organisation Bovec; Heart of Slovenia – Development centre Litija), Ungheria (Hegypasztor Kör), Polonia (Sub-Carpathian region – Sub-Carpathian Chamber of Commerce), Germania (Ostelbien – b & s; TU Cottbus). Our partners in the project Austria (Steirisches Vulkanland; Kulturpark Eisenstraße), Italy (Veneto - Verona Innovation, Piedmont - LaMoRo), Slovenia (Soca Valley – Local Tourist Organisation Bovec; Heart of Slovenia – Development Centre Litija), Hungary (Hegypasztor Kör), Poland (Sub-Carpathian region – Sub-Carpathian Chamber of Commerce), Germany (Ostelbien – b & s; TU Cottbus). Per sapere di più sulle iniziative promosse dal progetto: Eu.Projects - Verona Innovazione – Azienda Speciale della C.C.I.A.A. di Verona Corso Porta Nuova, 96 – 37122 Verona . Tel. 045 8085706, euprojects@vr.camcom.it Oppure visita il sito del progetto www.culturalcapitalcounts.eu Questo progetto è co-finaziato dall’Unione Europea con i fondi FESR (1.789.851,39 €) Programma Central Europe (2007 - 2013) For more information about the initiatives promoted by this project: Eu.Projects - Verona Innovazione – Azienda Speciale della C.C.I.A.A. di Verona Corso Porta Nuova, 96 – 37122 Verona . Tel. 045 8085706, euprojects@vr.camcom.it Or visit the project site at www.culturalcapitalcounts.eu This project co-funded by the European Union with FESR funds (€1,789,851.39) Central Europe Programme (2007 - 2013) VERONA E IL SUO TERRITORIO VERONA AND ITS PROVINCE Un’identità da preservare An identity that must be preserved C I ’è un’altra Verona al di fuori e al di là di quanto viene offerto al turista? Esistono attrattive diverse dalla sua ormai mitica stagione areniana estiva, alla somma dei suoi eventi fieristici internazionali (entrambi portano nella città scaligera milioni di persone), ai musei e alle gallerie d’arte che “popolano” il suo territorio, anche nell’estrema periferia? La risposta non può che essere affermativa poiché in questa città, come nel suo territorio, c’è una tale dovizia di quei beni intangibili che l’Unesco considera patrimonio che deve essere salvaguardato, diretti “discendenti” della cultura, delle tradizioni, di quei presidi professionali e imprenditoriali che sono parte integrante della sua identità, di quelle diversità che rendono ogni città uno “scrigno” tutto da scoprire. E Verona, come altre città del nostro Paese o di tante Nazioni, non sfugge a questa “regola”. Tutt’altro, poiché le ss there another Verona above and beyond what is offered to tourists? Are there appealing aspects other than the legendary Summer Opera Season in the Arena or its international exhibition events (both attracted more than a million people to the city), its museums and art galleries “populating” the territory even in the furthest outskirts? The answer is certainly positive: Verona and its province definitely boast an abundance of all those intangible assets defined by UNESCO as a Heritage that must be saved, the direct “descendants” of the culture and traditions, professional and entrepreneurial activities that are an integral part of its identity and that diversity that make every city a “treasure trove” for everyone to discover. Verona, like many other cities in Italy and many other countries, keeps faith with this “rule”. Absolutely so, since the identities of Verona have been laid down over the centuries 10 identità della città scaligera si sono sedimentate nei secoli, negli incontri e nei confronti tra la sua dimensione culturale e quella d’altri popoli, nella tranquilla accettazione di quanti l’hanno occupata e dominata, nella determinazione con cui difende le sue tradizioni e i suoi culti, le sue ritualità che, in molti casi, si perdono nei secoli, le sue golosità, le sue eccellenze che vive con quella discrezione che sembra essere un irrinunciabile costume di vita. Insomma, a tutto ciò che la circonda e che ha scandito il proprio passato e, di sicuro, farà da contrappunto al proprio futuro. Un presente e un futuro che ha assunto, in molti casi, una vivace dimensione imprenditoriale, una caratterizzante cultura professionale. Dunque, un connotato economico e reddituale di notevole importanza. Una poliedricità che é agricoltura, enologia, riti e sagre sopravvissute alle mode, cultura, gastronomia, di stampo rurale ma non per questo meno originale e ricca di sapori, attività artigianali di grande originalità e a dimensione planetaria, cura dell’ambiente e conservazione del paesaggio. E’ questa la Verona che oggi vogliamo proporre. Un territorio che ha saputo coniugare tradizione e modernità, i valori dell’innovazione nella globalizzazione, la solidità dei propri obiettivi con la concretezza di voler comunque restare una “città, un territorio, a dimensione umana”. Una città e un territorio consapevoli di essere, come lo sono per naturale collocazione geografica, il “crocevia d’Europa”, ma anche di avere un tessuto imprenditoriale solido e, nonostante tutto, già proiettato nel futuro. Città e territorio che intendono rimanere fedeli alla propria storia accettando le sfide che il futuro imporrà.• through cultural encounters and comparisons with other peoples, through the quiet acceptance of those who have occupied and dominated the city, through a determination to defend its traditions, cults and rituals going back to the dawn of time in many cases, through its specialities and excellence - all of which is lived with such discretion that it seems to be an inescapable way of life. In short, everything surrounding the city or leaving marks on its past is certain to be reflected in its future. A present and a future that, in many cases, enjoy a lively entrepreneurial dimension or a characteristic professional culture. And as such, economic and income aspects of considerable importance. This astonishing variety is evident in agriculture and wine-making, in the rituals and festivals that have outlived fashions, in culture and gastronomy with its rural character but by no means for this less original and rich in flavours, in craftsmanship activity of amazing originality and planetary scope, in care for the environment and conservation of the landscape. This is the character of Verona we wish to promote today. A territory that has managed to merge tradition and modernity, the values of innovation into globalisation, the solidity of its objectives with the substance of wishing in any case to remain a “city, a territory and a human dimension”. A city and a territory aware of being - thanks to their natural geographical position - the “crossroads of Europe” but also of having a solid entrepreneurial fabric that nevertheless already looks towards the future. A city and territory determined to keep faith with history while accepting the challenges that the future will inevitable impose.• 11 Agroalimentare - AGRO-FOODS RISO RICE Un cereale, un territorio A cereal, a territory U R n lungo viaggio quello del riso, dall’Asia fino a Verona, dove dal 1400 è diventato simbolo di un territorio in cui si concentra circa la metà della produzione nazionale di Vialone Nano, una perla d’acqua dolce che ha meritato dall’UE il marchio IGP. Nel comprensorio a sud di Verona le risaie occupano il 35% della superficie coltivata e, a latere, si sono sviluppate molte altre attività imprenditoriali nel campo della trasformazione, della ristorazione, della commercializzazione del riso e dei suoi derivati. Queste realtà aziendali sono espressione della tenacia e della determinazione di un ice travelled a long away from Asia to Verona, where since the 1400s it has been the symbol of an area focusing about half the national output of Vialone Nano, a fresh-water pearl that has earned the EU PGI mark. Rice paddies in the area south of Verona occupy 35% of cultivated land and have seen the development of many other entrepreneurial activities involving processing, catering and commerce of rice and its derivatives. These company realities are the expression of the tenacity and determination of a social fabric that has managed to turn 12 tessuto sociale che ha saputo fare del riso, e dei risotti – su tutti quello all’Isolana o al Tastasal –, una risorsa economica e occupazionale oltre che un accreditato messaggero (in molti Paesi asiatici in primis) di un’area dove la cucina d’eccellenza è affiancata dalla produzione di farine, gallette, pane, latte, olio, pasta, biscotti, dessert e anche cosmetici a base del prezioso cereale. Non si deve considerare solo la sua fondamentale importanza nella nutrizione umana (è la coltura che, a livello mondiale, ha alimentato il più elevato numero di persone): il riso, a Isola della Scala, è divenuto parte integrante di tradizioni e identità di una terra che ha saputo creare un volano di imprese perfettamente integrate tra loro. Nel momento del raccolto la Fiera del Riso (giunta nel 2012 alla 46a edizione) è la più qualificata vetrina di un sapere che, come ben espresso dal letterato veronese Giambattista Spolverini nel suo La Coltivazione del Riso (1758), si è forgiato nel tempo divenendo storia e attualità di tutta un’area. Il riso però è anche altro: è bello da vedere. Basta infatti percorre la Strada del Riso Vialone Nano Igp che si snoda lungo un percorso che tocca i territori di 21 comuni per trovarsi immersi nel tipico paesaggio delle risorgive. Il consiglio è di recarsi in questi luoghi in primavera quando le risaie sono state allagate e cominciano a spuntare le prime spighe: vi troverete immersi in un mare azzurro e verde che si estende a perdita d’occhio davanti a voi.• rice and risottos – especially the Isolana or Tastasal recipes – into an economic and employment resource as well as an accredited messenger (in many Asian countries first and foremost) of an area where excellent cuisine is flanked by the production of flours, crackers, bread, milk, oil, pasta, biscuits, desserts and even cosmetics based on this precious cereal. One should not only consider its fundamental importance in human nutrition (it is the crop grown all over the world that provides food for the highest number of people): in Isola della Scala, rice has become an integral part of the traditions and identity of a land that has managed to create thriving and perfectly integrated companies. During the harvest, the Rice Festival (celebrating its 46th edition in 2012) is the most qualified showcase of knowledge that, as so clearly expressed by Veronese literary figure Giambattista Spolverini in his Rice Growing (1758), has been forged over time to become the history and the present of an entire area. Yet rice is also much more: it is delightful to see. Simply take the PGI Vialone Nano Rice Route winding around 21 local council areas to find yourselves immersed in a typical resurgence landscape. The places are perhaps best visited in Spring, when the rice paddies are flooded and the first ears begin to emerge: you will find yourselves in a sky blue and green sea stretching as far as the eye can see.• 13 Agroalimentare - AGRO-FOODS OLIO OLIVE OIL Una ricchezza recuperata A recovered heritage L O ’olivicoltura e la produzione dell’olio d’oliva hanno sempre avuto nella provincia veronese ricadute dominanti sia nell’evoluzione del paesaggio agrario che nel tessuto sociale ed economico. La realtà olivicola e olearia veronese è, infatti, testimonianza di un’antica cultura e di tradizioni ultra millenarie. L’ambiente in cui si pratica questa coltura è contraddistinto da caratteristiche climatiche e pedologiche che consentono una produzione di elevati standard qualitativi grazie ai quali l’olio veronese può fregiarsi di ben due DOP: una assegnata dalla Comunità Europea all’olio extra vergine d’oliva del Garda e l’altra all’olio extra vergine d’oliva Veneto live-growing and olive oil production in the province of Verona have always played dominant roles in the evolution of the agrarian landscape and the social and economic fabric. Olive growing and making olive oil around Verona testifies to an ancient culture and traditions going back thousands of years. The environment where this crop is grown is distinguished by climatic features and soil conditions that ensure high quality standards, thanks to which Veronese olive oil has impressively attained two Protected Designation of Origin (PDO) marks: one assigned by the European Community to Garda extra virgin olive oil and the other to 14 Valpolicella. Un riconoscimento stimolante per i coltivatori locali che hanno saputo coniugare metodi e storia con ricerca, nuove tecniche di impianto e coltivazione, miglioramento genetico e forme di imprenditorialità e di professionalità innovative. Un cenno merita anche l’evoluzione che ha avuto il settore della frangitura che, con moderni impianti di macinazione delle olive, permette di esaltare le caratteristiche intrinseche del prodotto finale. L’olio d’oliva, grazie alle sue proprietà, è da sempre considerato oltre che un alimento fondamentale – insostituibile nella dieta mediterranea –, anche un medicinale e un cosmetico naturale efficace (lo consigliava già Ippocrate), tornato di moda per le sue molteplici doti. Proprio per la diffusione di questa pianta mediterranea, la sponda veronese del lago di Garda è denominata “Riviera degli Olivi”. La varietà leader è la Casaliva, detta anche Drizar, seguita dal Favarol, dal Trepp e dal Grignan: quattro varietà storiche, tradizionali della zona meridionale del Garda che costituiscono l’elemento caratterizzante di un territorio che basa parte della sua economia (attività turisticoricettiva, gastronomica, commerciale) sulla miniera inesauribile di questo “oro liquido”. «I fratelli olivi che fan di santità pallidi i clivi», come diceva Gabriele D’Annunzio, rappresentano una risorsa culturale d’elevato profilo. Molte le iniziative che aprono la strada alla conoscenza dell’olio veronese. Tra quelle a livello internazionale, va ricordata Sol, la manifestazione fieristica che richiama su Verona il mondo oleicolo.• Veneto Valpolicella extra virgin olive oil. This is a rewarding recognition for local olive growers, who have managed to combine methods and history with research, new plant and exploitation techniques, genetic improvement and innovative business and professional models. Mention must also be made of progress achieved in the crushing sector, where modern olive milling plants help enhance the intrinsic features of the final product. Olive oil, thanks to the its properties, has always been considered not only a fundamental food – a vital part of the Mediterranean diet – but also a medicine and an effective natural cosmetic (recommended even by Hippocrates) that has regained popularity thanks to its many beneficial characteristics. The distribution of this Mediterranean tree on the Veronese banks of Lake Garda has earned the name of “Riviera degli Olivi”. The main variety is Casaliva, also known as Drizar, followed by Favarol, Trepp and Grignan: four historic, traditional varieties of the southern part of Lake Garda that are a characteristic aspect of a territory that bases a good part of its economy (tourismhospitality, gastronomy, trade) on the endless flow of this “liquid gold”. “Brother olives turning hillocks into pale holiness”, as Gabriele D’Annunzio said, are a cultural resource of immense importance. Many initiatives open the way to knowledge of Veronese olive oil. Special mention must be made of Sol, the landmark international exhibition for the world of olive oil held in Verona.• 15 Agroalimentare - AGRO-FOODS ORTOFRUTTA Market gardening Il giardino dell’eccellenze The garden of excellence V V erona è uno dei più importanti poli dell’ortofrutta Made in Italy. Nel settore delle orticole si annoverano tipicità – il broccoletto di Custoza, la patata dorata di Rovereto di Guà, l’asparago viola di Arcole, il sedano rapa – che arricchiscono una produzione importante e estremamente varia: cipolle (90% erona is one of the most important fresh fruit and vegetable centres in Italy. This sector boasts several typical items – broccoli from Custoza, golden potatoes from Rovereto di Guà, violet asparagus from Arcole, celeriac – that enhance already impressive and extremely varied output: onions (90% of production on 16 della produzione veneta), fagiolini, rape, naoni, peperoni, piselli, porri, fagioli, cavoli, zucchine, sedano, scalogni, zucche, verze, patate, radicchio rosso (oggi IGP), asparagi bianchi e verdi. Nel settore frutticolo la provincia veronese detiene veri e propri primati per quanto riguarda kiwi, albicocche (della Val d’Illasi), mele, pere, pesche (oggi IGP), ciliegie (la Mora di Cazzano e la Meraviglia dell’Alpone), meloni, fragole, castagne (DOP i marroni di San Zeno). Tutti pilastri di un’agricoltura che ha raggiunto alti livelli qualitativi e che ha dato origine a imprese, alcune di medio-grande dimensione, di lavorazione, trasformazione e commercializzazione di fama internazionale. La produzione orticola ha generato attività di notevole interesse sia sotto il profilo reddituale che occupazionale, molte con certificazioni di qualità che consentono di proporsi sui più importanti mercati esteri. Non da meno quella frutticola che ha favorito la nascita di un indotto incentrato sulla produzione di confetture, marmellate, composte e mousse. A monte, poi, sono nate anche aziende nel settore delle strutture, delle serre e dei capannoni. Il sistema ortofrutticolo veronese si caratterizza per una “vocazione” commerciale e logistica, ben sviluppata grazie a una fitta rete di commercianti privati, interlocutori primari dei mercati dell’Europa del Nord. Ma non è finita qui: Verona è sede del maggior Centro Agroalimentare, polo di investimento logistico, affermato terminale dell’export delle produzioni tipiche locali e, dal 1954, anno in cui fu fondato dal professor Giorgio Bargioni, dell’Istituto Sperimentale di Frutticoltura, la cui attività di ricerca e sperimentazione è rivolta prevalentemente al miglioramento delle tecniche colturali.• the Veneto), green beans, turnips, swedes, capsicum peppers, peas, leeks, beans, cabbage, courgettes, celery, shallots, pumpkin, Savoy cabbage, potatoes, red chicory (today with PGI mark), white and green asparagus. In the fruit sector, the province of Verona boats full-scale records as regards kiwi, apricots (from Val d’Illasi), apples, pears, peaches (today with PGI mark), cherries (Mora di Cazzano and Meraviglia dell’Alpone), melons, strawberries, chestnuts (San Zeno Brown Chestnuts PDO). All pillars of an agriculture that has attained high quality levels and given rise to processing and sales companies, some of medium-large dimensions, of international repute.Vegetable production has generated activities of considerable interest in terms of income and employment, many of which have quality certifications ensuring outlet on the most important international markets. Fruit output is equally prominent and has encouraged the development of allied business focusing on the production of preserves, jam and marmalade, compote and mousse. Companies have also emerged in upline sectors such as structures-facilities, greenhouses and premises. The Veronese fruit and vegetable system is also characterised by a well-developed commercial and logistics “vocation”, thanks to an extensive network of private sector dealers working as the primary mediators with markets in Northern Europe. Yet that’s not all: Verona is home not only to the largest Agro-Foods Centre, a major investment in logistics and enormously successful terminal for exports of typical local produce, but also since 1954 (the year it was founded by Professor Giorgio Bargioni) to the Experimental Institute of Fruit-growing, where research and experimental activity prevalently targets the improvement of crop-growing techniques.• 17 Agroalimentare - AGRO-FOODS VINO WINE L G World-wide messenger Messaggero nel mondo a coltivazione della vite si perde nella notte dei tempi e, oltre ad avere contribuito a caratterizzare il paesaggio delle colline e delle vallate che circondano Verona, è diventata una risorsa che ha saputo affermarsi come il più importante protagonista del sistema agroalimentare scaligero. Oggi Verona, con le sue 12 DOC e 4 DOCG, annovera fra i più qualificati e noti produttori di veri e propri “vini d’autore”. Basti ricordare, tra i rossi più celebri, l’Amarone, prodotto nella Valpolicella, già decantato quale “vino amaro” da Catullo nel 49 a.C. (Carme 27) o il Recioto che vanta un nobile progenitore, l’Acinato, con cui Cassiodoro allietava la mensa e le feste di Teodorico. Molte altre rapes have been grown hereabouts since the dawn of time. Not only have vineyards helped characterise the distinctive landscape of hills and valleys surrounding Verona but have also become the most important resource in the agro-foods system of the area. Verona today boasts 12 DOC and 4 DOCG wines, as well as some of the most highly qualified and well-known producers of full-scale “designer wines”. Mention need only be made of one its most famous red wines - Amarone from the Valpolicella area - praised as the “bitter wine” by Catullus in 49 B.C. (Carme 27) or Recioto and its noble forerunner Acinato, which Cassiodorus served during the banquets and 18 ancora le eccellenze tra i rossi o i bianchi: l’enologia veronese dispone, infatti, di un ampio patrimonio ampelografico e di diversità territoriali a vocazione vitivinicola, tali da consentirle una produzione di vini, grazie alle sue tante uve autoctone (Garganega, Corvina, Molinara, Rondinella, Trebbiano di Soave, ...), con diverse peculiarità, da quelli più robusti e impegnativi, a quelli più leggeri e piacevoli come il Valpolicella, il Bardolino, il Lugana o il Soave la cui denominazione, oltre al vino da tavola, prevede anche la produzione di Spumante sia Metodo Classico che Charmat. Produzione, ma anche promozione e valorizzazione delle cultura della vite: Verona ospita da 46 edizioni (2012) la più importante manifestazione internazionale dedicata al vino e ai distillati, Vinitaly, la rassegna che più di ogni altra ha scandito l’evoluzione dell’intero sistema vitivinicolo, nazionale e internazionale contribuendo a fare del vino una delle più coinvolgenti e dinamiche realtà del settore primario.• feasts of Theodoric. There are many other truly excellent red and white wines: Veronese wine-making boasts an impressive heritage of ampelography and territorial diversity with a wine-growing vocation; this ensures production of wines based on many native grapes (Garganega, Corvina, Molinara, Rondinella, Trebbiano of Soave ...) offering distinctive features, from full-bodied and imposing wines to lighter and more agreeable wines such as Valpolicella, Bardolino, Lugana or Soave - the later embracing not only table wine but also a sparkling wine made with the Classic or Charmant method. Production is also flanked by promotion and valorisation of wine culture: Verona is home to Vinitaly (46th edition in 2012), the most important international event dedicated to wine and spirits and the one that more than any other has marked the evolution of the wine-making system, helping to turn wine into one of the captivating and dynamic realities in the primary sector.• 19 ARTIGIANATO - Craftsmanship Marmo MarBLE I V Un primato internazionale International leadership l primato veronese nel campo dell’estrazione e della lavorazione del marmo e della pietra naturale ha origini remote: già i romani apprezzavano il celebre Rosso di Verona, la bella pietra color rosso/rosa ricavata sui monti del versante occidentale della Val d’Adige. Utilizzato, nei secoli, non solo nella città scaligera, ma in tutta Italia, per lastricare strade, decorare chiese e palazzi, plasmare colonne, bassorilievi e sculture, il Rosso di Verona è il più famoso esponente della “famiglia” delle pietre scaligere che comprende la Breccia Pernice, il Rosa del Garda, il Giallo Reale, la Pietra di Prun e vari tipi di tufo. Il processo di sedimentazione del fondale marino che creò il tavolato calcareo dei Lessini (testimonianza di queste origini sono i fossili presenti nelle pietre e dei quali c’è una straordinaria esposizione al Museo di Bolca) iniziò nell’era giurassica. I marmi di Verona continuano a essere estratti e lavorati insieme a materiali lapidei di ogni genere e di tutte le parti del mondo. È veronese ben l’80% della produzione mondiale di agglomarmi, ma punti di forza sono anche altre lavorazioni artistiche quali i mosaici e le tarsie marmoree. La storia del marmo a Verona è anche una storia di grande imprenditoria: un’imprenditoria che, grazie all’aggiornamento tecnologico, si è eronese leadership in the marble and natural stone quarrying and processing field has remote origins: The ancient Romans themselves had high regard for the famous Rosso di Verona, an extremely attractive red/pink stone quarried from the hillsides overlooking the valley of the River Adige. This marble has been used over the centuries, not only in Verona itself but also throughout Italy, to pave streets, decorate churches and palaces, model columns, bas reliefs and sculptures. Rosso di Verona is the most famous member of the “family” of Veronese natural stones that includes Breccia Pernice, Rosa del Garda, Giallo Reale, Pietra di Prun and various varieties of tufa. The process of sedimentation on the sea-bed that created the limestone strata of the Lessini Mountains began in the Jurassic Age. Marble is still quarried and processed in Verona, together with stone materials of every kind from all corners of the world. As much as 80% of world production of marble agglomerates comes from Verona, yet other strong points also include artistic machining operations such as stone mosaics and marble inlays. The history of marble in Verona is also a history of astonishing enterprise: enterprise that - thanks to technological 20 dimostrata in grado di comprendere le dinamiche del mercato e di offrire il meglio a una clientela sempre più internazionale. Fondamentale in questo senso il ruolo del Centro di Formazione Professionale del Marmo e della Scuola d’Arte “Paolo Brenzoni” (1908), trampolino di lancio della stirpe di scalpellini che fu il “nocciolo duro” dell’industria lapidea in Valpolicella, Lessinia, Valpantena. Si tratta di un centro formativo unico in Italia e in Europa, che offre alle imprese del comprensorio un valido strumento professionalizzante, antidoto alla competizione che i Paesi emergenti hanno innescato. Lungo le direttrici della formazione, della promozione e della certificazione, si muove pure la Videomarmoteca, che consente a produttori, operatori e progettisti di disporre di un bacino informativo costantemente aggiornato. Non si dimentichi, poi, che ogni anno Verona ospita Marmomacc, la fiera di pietre, design e tecnologie leader a livello internazionale.• progress - has perfectly understood market dynamics to ensure the best possible offering to an increasingly international clientele. In this regard, the “Paolo Brenzoni” Marble Vocational Training Centre and School of Art has played a fundamental role since 1908 as the launch pad for stone carvers who formed the “backbone” of the stone industry in Valpolicella, Lessinia and Valpantena. This training centre is unique of its kind in Italy and Europe. It offers companies in the district a valid professional training tool as the perfect antidote to competition set in motion by emerging countries. Training, promotion and certification are also the guidelines followed by the Videomarmoteca, that offers producers, operators and designers a constantly updated database of information. Nor should we overlook that Verona is home every year to Marmomacc, the world-leading International Exhibition of Natural Stone, Design and Technologies.• 21 ARTIGIANATO - Craftsmanship LEGNO WOOD Quando l’artigianato si fa arte L ’origine dell’attività produttiva di mobili d’arte in stile classico, che vede coinvolti ben 29 comuni del comprensorio provinciale, risale all’inizio del secolo scorso quando, in un’area prevalentemente agricola, alcuni artigiani si dedicarono al restauro di mobili antichi per poi passare alla fase di fabbricazione. Nel secondo dopoguerra, in virtù del boom economico, la domanda di nuovi mobili crebbe e nacque così quel distretto ormai famoso in tutta Italia e nel mondo. La “Patria del mobile” si espande nell’area della Bassa Veronese, unica zona che può vantare da parte del Ministero dell’Industria, il Marchio del Mobile d’Arte. Centri storici di questa tradizione sono Cerea, Bovolone e Casaleone. Intarsiatori, lucidatori, intagliatori, ebanisti, artigiani, piccole imprese industriali, falegnamerie, When craftsmanship becomes art T he classic reproduction furniture field involves as many as 29 local council areas in the province of Verona and dates back to the start of the 1900s when a number of craftsmen in a prevalently agricultural area began restoring ancient furniture as prelude to manufacture. After the Second World War, the economic boom saw intense demand for new furniture and this gave new impetus to a district by now famous all over Italy and world-wide. The “Homeland of Furniture” expanded all over the Veronese plains - the only area allowed by the Ministry of Industry to use the “Art Furniture” brand. The historic centres for this tradition are Cerea, Bovolone and Casaleone. Inlay and marquetry artists, polishers, cabinetmakers, craftsmen, small industrial companies, carpenters 22 ditte commerciali operano in perfetta sinergia. I prodotti sono praticamente infiniti: dalle cucine alle sedie, ai divani, alle poltrone, da porte e portoncini a semilavorati vari. I punti di forza di questo distretto sono le abili professionalità degli addetti, la volontà e la capacità di innovare processi e prodotti, la flessibilità operativa (vige la regola del “su misura”). Se il classico impera (vengono riproposti stili quali fratino, vittoriano, liberty), prendono forma anche pezzi unici, impreziositi da ferro battuto, vetrate artistiche, marmi, e il moderno si afferma soprattutto nell’area delle cucine. La lavorazione del legno rappresenta una primaria risorsa occupazionale. Negli ultimi anni le imprese del distretto hanno razionalizzato la loro struttura e l’attività commerciale; sul fronte della produzione si è avuto un processo di specializzazione verticale, con una marcata tendenza a servirsi di sub fornitori in alcune fasi (lucidatura, decorazione, verniciatura, intaglio, intarsio, etc.). Una modificazione profonda che ha visto professionisti specializzarsi nella realizzazione di progetti d’arredo per ville, alberghi, residenze signorili, yacht di lusso.• and commercials companies working in perfect synergy. There is a virtually endless range of products: from kitchen suites to chairs, divans, armchairs, doors and hatches to all kinds of semi-finished products. The strong points of this district are the skill of employees, the desire and capacity to innovate processes and products, and operative flexibility (“made-to-measure” is a fundamental rule). While the classic style still dominates (Fratino, Victorian and Liberty styles are available), unique pieces are also coming to the fore, embellished with wrought iron, artistic stained glass, marble, as well as modern styles (especially as regards kitchen suites). Carpentry is a primary resource in terms of employment. In recent years, companies in the wood-working district have rationalised their structures and business activities; production has seen a process of vertical specialisation, with a marked trend towards outsourcing in certain stages (polishing, decoration, painting, marquetry, inlay, etc.). This far-reaching change has seen professional specialisation as the production of furnishing projects for villas, hotels, mansions and luxury yachts.• 23 ARTIGIANATO - Craftsmanship BRONZO BRONZE La ricchezza del metallo L e fonderie artistiche del bronzo veronesi rappresentano l’apice di un artigianato di nicchia che si fa apprezzare oltre i confini nazionali richiamando l’attenzione dei più importanti esponenti della scultura mondiale. Molti sono infatti gli artisti che si sono rivolti e si rivolgono alle officine veronesi e alla perizia manuale dei nostri artigiani per fondere le loro opere: basti citare Mirò, Cascella, Castagna, Pomodoro, Berrocal, Minguzzi (sua la scultura di Papa Wojtyla – circa 4 quintali – collocata a Cracovia e realizzata proprio a Verona). Questo tipo di lavorazione, che affonda le sue radici in tempi remoti, è un’abilità tutta italiana, ricca di un bagaglio di storia e tradizioni che i fusori scaligeri custodiscono e tramandano. Gli allievi di ieri sono i maestri di oggi che hanno saputo avviare nuove realtà imprenditoriali e professionali paralle- The wealth of metal T he artistic bronze foundries in and around Verona are the peak of niche craftsmanship that has made its name even outside Italy and attracts the attention of the most important exponents of world sculpture. Many artists in fact turn to these workshops in Verona and the manual skills of local craftsmen to cast their works: mention need only be made of Mirò, Cascella, Castagna, Pomodoro, Berrocal and Minguzzi (his sculpture of Pope John Paul II weighing about 4 quintals raised in Krakov was cast in Verona). This type of processing traces its roots to remote times and is an entirely Italian skill, with a rich heritage of history and traditions that these foundries safeguard for the future. The students of yesterday are the masters of today who have also mana- 24 le di grande interesse (come laboratori per realizzare le matrici per la fusione) creando un significativo indotto sul territorio. Grazie a questo spirito d’impresa Verona vanta un insediamento che rappresenta oltre il 50% delle fonderie del bronzo operanti nel Veneto. Le lavorazioni qui realizzate secondo metodi di fusione sia tradizionali che innovativi, trovano collocazione in diverse ramificazioni: monumenti, portali, statue, oggetti per l’arte funeraria, sculture o campane. Le campane furono per secoli il prodotto più impegnativo realizzato dalle fonderie: necessitavano di attenzioni particolari perché costituivano un punto di riferimento importante sia per la società religiosa che per quella civile. Gli artigiani veronesi furono così abili da dare vita al Sistema Veronese, il sistema a campane “giranti” più recente, (1700), diffusosi su tutto il territorio nazionale, che, apportando sostanziali modifiche alla montatura tradizionale, ampliava le possibilità musicali dello strumento. Alcuni esemplari di antiche campane sono ancora conservate in vari luoghi della città. Di Magister Jacobus, fonditore del 1300, restano ancora, nel Museo di Castelvecchio, la grande campana per l’orologio della Torre del Gardello (1370) e, in Sant’Elena, una campana fusa per la Cattedrale di Verona (1384). Sono opera della dinastia dei Bonaventura, attivi per tutto il 1500, le varie versioni del “Rengo”, la grande campana della Torre dei Lamberti (attualmente funzionante quella che Alessandro Bonaventura realizzò nel 1557).• ged to launch new parallel enterprises and professions of major interest (such as workshops making dies for casting) that generate significant allied business in the area. Thanks to this spirit of enterprise, Verona boasts more than 50% of the bronze foundries operating in the Veneto Region. The processing carried out here using traditional and innovative casting methods finds outlets in various fields: monuments, gates, statues, items for the holy arts, sculptures or bells. Bells for centuries were the most demanding product made in these foundries: they involved special attention and care because they were an important landmark religious and civil society. Veronese craftsmen were so skilful that they invented the Veronese System, the most recent “bell tolling device” (1700) that spread all over Italy and - thanks to substantial modifications of the traditional mounting - extended the musical possibilities of bells. Some examples of ancient bells are still to be seen in various parts of the city. Castelvecchio Museum still has the large bell for the Gardello Tower clock (1370) made by Magister Jacobus, a 1300s foundry man, while Sant’Elena has a bell cast for Verona Cathedral (1384). The Bonaventura dynasty, active throughout the 1500s, produced several versions of the “Rengo”, the large bell in the Lamberti Tower (the bell currently in use was cast by Alessandro Bonaventura in 1557).• 25 ARTIGIANATO - Craftsmanship Editoria di qualità Quality publishing L’arte del libro N el 1948 Giovanni Mardersteig aprì a Verona, sulla scorta dell’esperienza dell’Officina Bodoni fondata a Lugano, la Stamperia Valdonega (che prese il nome dal quartiere nel quale fu costruito il primo, piccolo edificio dell’azienda). La storia dell’editoria nella città scaligera – e merita qui fare almeno un rapido accenno ad alcuni episodi significativi come la fusione, nel 1917, della Mondadori con la Tipografia di Verona Gaetano Franchini (che diede vita alla società denominata Stabilimenti tipolitografici editoriali A. Mondadori), o la nascita, alla fine degli anni ’50, della salesiana Scuola Grafica Cartaria «San Zeno» – è stata positivamente segnata da questo evento. La Tipografia Mardersteig è un esempio bene riuscito di scommessa sul valore dell’eccellenza, specializzata com’è nel settore delle The art of books O n the strength of experience with Officina Bodoni founded in Lugano, Giovanni Mardersteig set up Stamperia Valdonega in Verona in 1948 (taking its name from the suburb where the first, small building of the company was located).The history of publishing in Verona – and here brief mention should be made of several significant episodes such as the merger in 1917 between Mondadori and Tipografia di Verona Gaetano Franchini (giving rise to the company named Stabilimenti Tipo-Litografici Editoriali A. Mondadori.) or the creation in the late 1950s of the San Zeno Salesian School of Graphic Arts – benefited positively from this event. Tipografia Mardersteig is a fine example of success based on the value of excellence, specialising in the art reproduction sec- 26 riproduzioni d’arte, che non ha molti neofiti nell’industria grafica italiana, e che mira a soddisfare il pubblico di nicchia dei raffinati bibliofili e degli amanti del bel libro. Con una macchina fonditrice per la produzione diretta dei caratteri di stampa e alcune macchine tipografiche Monotype e pianocilindriche, Mardersteig diede inizio alla propria attività. Concluse importanti contratti per l’Italia, con Riccardo Ricciardi, l’Editrice Antenore, Adelphi, Sansoni e, per l’estero, con la Collins Publishers, Folio Society, Tauchnitz Editino e tanti altri importanti editori che trovano in questa piccola impresa l’humus necessario per prodotti di elevato e incommensurabile livello qualitativo. Nel 1984 il Metropolitan Museum di New York dedicò all’azienda una mostra, la The Mardersteig’s Work in the Stamperia Valdonega, riconoscimento prestigioso a cui fece seguito, nel 1991, l’organizzazione di una seconda esposizione a cura del Grolier Club. Spirito immutato, ma importanti modifiche aziendali si sono susseguite negli ultimi vent’anni: la stamperia si è spostata ad Arbizzano, e in seguito, per potenziare il proprio ruolo sul mercato della stampa libraria di qualità, la Stamperia ha avviato rapporti di collaborazione con altre imprese continuando, idealmente, quel percorso avviato dal fondatore e stimolando, tra l’altro, la nascita di nuove realtà.• tor where there were few newcomers in the Italian graphic arts industry, seeking to satisfy the needs of a niche market of bibliophiles and lovers of fine books. Mardersteig began operations with a machine for in-house casting of moving type and some Monotype and flat cylinder presses. He signed important contracts in Italy with Riccardo Ricciardi, Editrice Antenore, Adelphi, Sansoni and, internationally, with Collins Publishers, Folio Society, Tauchnitz Editino and many other important publishers that found in this small business the necessary humus for products of incomparably high quality. In 1984, the Metropolitan Museum of New York dedicated an exhibition to the company - The Mardersteigs’ Work in the Stamperia Valdonega; such prestigious recognition was followed in 1991 by the organisation of a second exhibition by the Grolier Club. With an unchanged spirit, the company saw important changes over the last twenty years: the “Stamperia” was transferred to Arbizzano and then sought to upgrade its role on the quality book publishing market by initiating collaboration relationships with other companies while ideally continuing along the route defined by the founder and stimulating, among other things, the creation of new realities.• 27 CULTURA - CULTURE Teatro Theatre Verona grande palcoscenico P ensando a Verona e al suo legame con l’arte teatrale vengono subito in mente Romeo e Giulietta di Shakespeare e il Festival Lirico Areniano che attira ogni anno melomani italiani e stranieri. Ma il teatro a Verona è questo e molto altro. Grande fermento culturale si esprime in realtà quali il Teatro Romano, il Filarmonico, il Ristori (riaperto nel 2011 dopo lungo restauro) o il Camploy (Rassegna Teatrale di Autore Italiano Contemporaneo/Premio Totola). Nella stagione invernale, al Filarmonico e nella Sala Maffeiana, si propongono concerti, opere, balletti mentre il Teatro Nuovo ospita, nelle storiche rassegne Il Grande Teatro e Divertiamoci a Teatro, le più importanti compagnie con un cartellone che offre i ‘classici’ del teatro italiano (Pirandello, De Filippo, …) ed estero. Proposte interessanti anche nel periodo estivo. La prima serata dell’Estate Teatrale Veronese si tenne nel giugno 1948 The great stage of Verona T hinking of Verona and its bond with the theatrical arts immediately brings to mind Shakespeare’s Romeo and Juliet and the Arena Opera Festival enjoyed by Italian and international opera lovers every year. Yet theatre in Verona is this and much more. Impressive and lively cultural content is assured by the Roman Theatre, the Philharmonic Theatre, the Ristori Theatre (re-opened in 2011 after lengthy restoration work) or the Camploy Theatre (Contemporary Italian Theatre Festival/ Totola Award). The Winter season sees the Philharmonic Theatre and the Sala Maffeiana host concerts, opera and ballet while the New Theatre is home through its historic Great Theatre and Enjoying Theatre events to the most important companies with a calendar embracing ‘classics’ in Italian (Pirandello, De Filippo …) and international drama. There are also interesting proposals in Summer. The first evening of the Veronese Theatre 28 (Romeo e Giulietta nella versione di Salvatore Quasimodo): nel primo dopoguerra si cercava di rendere la città una meta culturale d’eccellenza e alla ripresa del festival lirico si volle affiancare questa manifestazione presso il Teatro Romano. L’Estate Teatrale Veronese divenne ben presto punto di riferimento con grandi spettacoli: opere di Goldoni e Shakespeare, famose compagnie di danza, personalità di spicco del jazz. empre in estate c’è Teatro nei Cortili, rassegna strutturata su più spazi (Cortile dell’Arsenale, Chiostro di S. Maria in Organo, Chiostro di S. Eufemia), che prevede un calendario ricco di appuntamenti. Si fa teatro ovunque: corti rurali (Corte Molon), ex forti austriaci (quello di Santa Lucia), cortili dei palazzi cittadini, piazze nei rioni periferici ospitano molte delle compagnie teatrali scaligere – dalla Barcaccia all’Estravagario Teatro alla Nuova Compagnia Teatrale, ... – che vivacizzano il panorama artistico della città e non solo.Si ricordi che Verona è una delle città italiane con maggiore sviluppo del teatro amatoriale. Il fenomeno assume particolare rilevanza per l’alto numero di compagnie presenti, ma anche per l’elevato livello qualitativo raggiunto. Di pari passo si muovono molte località del territorio provinciale: Legnago, con il Teatro Salieri, Cerea, Bovolone, Isola della Scala, Villafranca (negli scenografici spazi del Castello), Valeggio, Sommacampagna (i giardini di Villa Venier), Cavaion (l’Arena del Torcolo), Zevio, Affi. Dal giugno a settembre il contenitore “Provincia in Festival/RetEventi Cultura Veneto” ospita in vari paesi musica, teatro, cinema, danza, rievocazioni storiche ed eventi per bambini. Arte e molto altro: il teatro è un importante volano nella produzione di ricchezza e di occupazione. Se solo si pensa all’indotto di piccoli artigiani e micro imprese (sartorie, falegnamerie, allestitori, ...) che gravitano attorno a questa industria culturale.• Summer was held in June 1948 (Romeo and Juliet, in the version by Salvatore Quasimodo): in the early postwar period, efforts were made to turn the city into a cultural destination of excellence and this event at the Roman Theatre was intended to flank the resumption of the Opera Festival. The Veronese Theatre Summer soon became a landmark with marvellous performances: works by Goldoni and Shakespeare, famous dance companies and major figures in the jazz world. Summer also sees the Courtyard Theatre event held in several sites (Arsenal Courtyard, Cloister of Santa Maria in Organo, Cloister of Sant’Eufemia) equally envisaging an impressive calendar of appointments. Theatre happens everywhere: rural courtyards (Corte Molon), former Austrian forts (Santa Lucia), courtyards in city palaces and squares in the suburbs all host the many local theatre companies – from Barcaccia to Estravagario Teatro and Nuova Compagnia Teatrale – ensuring even more vitality in the artistic panorama of the city and its province. Verona, in fact, is one of the Italian cities boasting the highest number of amateur theatre companies. This phenomenon is especially impressive not only in terms of the high number of companies involved but also the very high quality levels attained. Similar developments are to be seen in many parts of the province: Legnago, with the Salieri Theatre, Cerea, Bovolone, Isola della Scala, Villafranca (in the scenic setting of the Castle), Valeggio, Sommacampagna (in the gardens of Villa Venier), Cavaion (Torcolo Arena), Zevio and Affi. From June to September, the “Province in Festival/RetEventi Culture Veneto” initiative hosts music, theatre, cinema, dance, historic re-enactments and events for children in many towns. Art and much more: theatre is an important flywheel in creating wealth and employment. Mention need only be made of allied business involving craftsmen and small companies (tailors, carpenters, fitters ...) gravitating around this culture industry.• 29 CULTURA - CULTURE Verona Letteraria Literary Verona Da Dante ai nostri giorni G razie al mecenatismo dei Della Scala, l’esule Dante soggiornò a Verona dal 1312 al 1318. Nei pressi della chiesa di Sant’Anastasia si può vedere la casa dove abitò Pietro, uno dei tre figli, mentre al poeta è stata dedicata nel “salotto buono” della città, Piazza dei Signori, una statua in Marmo Bianco di Carrara, eretta in occasione delle celebrazioni del sesto centenario della sua nascita (1865): la piazza viene spesso chiamata anche Piazza Dante. Qui si affacciano i palazzi dove fu ospitato dagli Scaligeri, che ringraziò anche nella Divina From Dante to our own days T hanks to the patronage of the Della Scala lords, Dante stayed in Verona during his exile from 1312 to 1318. The house near the Church of Sant’Anastasia where Pietro, one of his three sons, lived can still be seen while the poet himself is commemorated in the “main salon” of the city, Piazza dei Signori, with a statue in Carrara white marble erected for the sixth centenary celebrations of the his birth (1865): the square is often also known as Piazza Dante. This square is overlooked by the palaces where he stayed as the guest of the Scaliger lords, who he also thanked in the Divine Comedy: lo primo tuo refugio e ’l 32 Commedia: lo primo tuo refugio e ’l primo ostello sarà la cortesia del gran Lombardo (Par. XVII, vv. 70-71). Nella chiesa di Sant’Elena, già chiesa dei Santi Giorgio e Zeno, sembra ancora d’udire l’eco della sua voce che proclama la Quaestio de aqua et terra (letta ai canonici veronesi il 20 gennaio 1320). A Verona Dante rivide le due prime cantiche, Inferno e Purgatorio, pubblicò le ultime tre Epistole tra cui l’Epistola a Cangrande con cui dedicava al suo ospite il Paradiso di cui in quel tempo aveva iniziato la composizione, determinò la denominazione di Commedia del poema e ne tracciò la struttura. Fu testimone anche del famoso Palio che, secondo gli Statuti Veronesi, si correva, a partire dal 1207, la prima domenica di Quaresima: poi si rivolse, e parve di coloro che corrono a Verona il drappo verde per la campagna (Inf. XV, vv, 121-122). La chiesa di San Fermo ospita ancora le tombe degli Alighieri, discendenza che oggi ha solide radici tra i vigneti della Valpolicella. Ma la letteratura, a Verona, non è solo Dante. Molti altri i nomi di rilievo a partire da Giacomino da Verona e Rinaldo Cavalchino, contemporanei del poeta, per arrivare a Ippolito Pindemonte e, ancora dopo, a Emilio Salgari o a Cesare Marchi. La poesia vernacolare ha avuto in Berto Barbarani e Dino Coltro due delle espressioni più autentiche. Non vanno dimenticati Scipione Maffei, storico, drammaturgo, erudito, il poeta Aleardo Aleardi, il filologo Gaetano Trezza. Di spessore, infine, l’attività di due grandi librettisti, Gaetano Rossi, con i suoi 120 libretti d’opera, e Giuseppe Adami, “spalla” di Giacomo Puccini per la Turandot, la Rondine e il Tabarro.• primo ostello sarà la cortesia del gran Lombardo (Paradise XVII, vv. 70-71) (Thine earliest refuge and thine earliest inn/Shall be the mighty Lombard’s courtesy.). The Church of Sant’Elena, formerly the church of Saints George and Zeno, still seems to echo to his voice proclaming the Quaestio de aqua et terra (read to the canons of Verona on 20 January 1320). Dante revised the first two cantos in Verona (Inferno and Purgatory) published the last three Epistles including the Epistle to Cangrande whereby he dedicated Paradise (which he had then begun to compose) to his host, decided on the name Comedy for the poem and outlined its structure. He also witnessed the famous Palio that, in accordance with the Veronese Statues, was held as of 1207 on the first Sunday of Lent: poi si rivolse, e parve di coloro che corrono a Verona il drappo verde per la campagna (Inferno XV, vv, 121-122) (Then he turned round, and seemed to be of those/Who at Verona run for the Green Mantle/Across the plain). The church of San Fermo is still home to the Alighieri tombs, while descendents still today have strong roots among the vineyards of Valpolicella. Yet literature in Verona is not only Dante. There are many other important names, beginning with Giacomino da Verona and Rinaldo Cavalchino, contemporaries of Dante, through to Ippolito Pindemonte and even Emilio Salgari or Cesare Marchi. Dialect poetry found two of its most authentic voices in Berto Barbarani and Dino Coltro. Nor should we forget Scipione Maffei, the learned historian and playwright, poet Aleardo Aleardi and philologst Gaetano Trezza. Lastly, one may mention the significant output of two major librettists, Gaetano Rossi (who wrote 120 opera librettos) and Giuseppe Adami, Giacomo Puccini’s “right hand man” for Turandot, Rondine and Tabarro.• 33 CULTURA - CULTURE Cavalli Horses S I Verona e il cavallo Verona and horses i narra, senza riscontri attendibili, che il connubio Verona-cavalli risalga all’Alto Medioevo, quando di fronte alla Basilica di San Zeno si svolgeva, in occasione della festa patronale, l’annuale mercato: gli agricoltori offrivano in vendita i prodotti della terra e quelli dell’allevamento, cavalli in primis, vera e propria forza motrice nelle attività rurali. È storicamente accertato, invece, come, a partire dal 1600, quando la città fu sede di distaccamenti militari (prima della Serenissima, poi degli occupanti francesi, e, dopo il 1815, degli austriaci), Verona divenne meta finale delle transumanze di cavalli, usati in prevalenza dagli eserciti di presidio, che giungevano dalla Puszta ungherese. Testimone di tali transumanze, protrattesi fino alla seconda guerra mondiale, è la Fossa della Cavalla alle Terme di Caldiero (ora trasformata in piscina) che accoglieva i cavalli, stanchi per i lunghi trasferimenti, affinché potessero, con un bagno, rigenerare la muscolatura e ripulire il mantello prima di essere esposti e venduti o consegnati ai comandi militari. Le cronache del quotidiano locale testimoniano che, nel 1864, si svolsero in centro città (addirittura all’interno dell’Arena) animati concorsi ippici. La grande svolta risale alla fine dell’800 quando la municipalità cittadina decise di dare vita alla Fiera dei Cavalli e dell’Agricoltura: Via Pallone (sulle mura si possono ancora vedere gli anelli d’attacco dei quadrupedi) e Campo Marzio diventarono sede di una esposizione di cavalli e di spettacolari esibizioni equestri. A questa iniziativa seguirono i Mercati Zootecnici autunnali (Mercato per il Ristallo) e, in primavera, Fieragricola che esponeva prodotti della terra, carri e calessi, carrozze. Durante l’edizione di Fieragricola del 1927 fu presentato ufficialmente il Cavallo Agricolo Italiano TPR (tiro pesante rapido), esemplare autoctono frutto dell’impegno e degli investimenti di due allevatori locali. Col passare dei tempi l’utilizzo in agricoltura del cavallo è cambiato. Il mondo equino ha cominciato a vivere il suo Rinascimento e ancora una volta Verona ha saputo ricoprire un ruolo centrale grazie alla rassegna internazionale Fieracavalli che, oltre a mantenere vive le tradizioni più nobili e antiche, ha saputo cogliere gli aspetti più innovativi, dall’ippoterapia al trekking a cavallo, per proporli a un pubblico di appassionati sempre più numeroso.• to military garrisons (initially under the Venetian Republic, then by French occupants and, after 1815, by the Austrians) - was the final transhumance destination for the Hungarian Puszta horses used by the presiding armies.Testimony of such transhumance - that continued until the Second World War - is the Fossa della Cavalla in the Caldiero Spa (now turned into a swimming pool) where horses - tired after their long journeys - could take a bath to regenerate their muscles and clean the coats before being displayed and sold, or delivered to military command. Articles in the local daily newspaper bear witness to the fact that in 1864 the city centre (inside the Arena itself ) was animated by horse riding competitions. The major turning point came at the end of the 1800s when the Local Council decided to hold a Horse and Agriculture Exhibition: Via Pallone (the walls still have the rings where horses were tied up) and Campo Marzio hosted a horse show and spectacular equestrian performances. This initiative was followed by the Autumn Livestock Markets (Ristallo Market) and Fieragricola in Spring - an exhibition of produce of the land, wagons, gigs and coaches. The 1927 edition of Fieragricola saw the official presentation of the Agricultural Italian Shire Horse, a native breed resulting from the dedication and investments of two local breeders. With the passing of time, the use of horses in agriculture has changed. The horse world has begun to live its Renaissance and once again Verona has managed to earn a central role thanks to the international Fieracavalli exhibition that not only helps keep the most noble and ancient traditions alive but also embraces more innovative aspects, from horse therapy to trekking on horseback, presented to an increasingly numerous audience of enthusiasts.• t is said, albeit without entirely reliable proof, that Verona’s special relationship with horses goes back to the High Middle Ages, when the annual market was held in front of the Basilica of San Zeno on the occasion of the day of the city’s patron saint: farmers offered the produce of the land for sale while animal breeders especially auctioned horses, the true strength driving rural life. It is an historical fact, on the other hand, that as of 1600 the city - home 34 35 CULTURA - CULTURE Bacanal del Gnoco e Carnevale Bacanal del Gnoco and Carnival Un antico carnevale An ancient carnival I l Carnevale di Verona, Bacanàl del Gnoco, potrebbe essere collegato per alcune analogie all’antico rito pagano – Baccanale – praticato dai Greci e dai Romani, ma più probabilmente risale al Tardo Medioevo. Lo scrittore e storico veronese Girolamo Dalla Corte nella Istoria Veronese narra che, dopo le devastanti inondazioni dell’Adige (1520-1531) e le incursioni dei Lanzichenecchi di Carlo V, la città fu colpita da una terribile carestia. Le autorità cercarono di mitigarla imponendo un prezzo calmierato sul pane: T he Carnival of Verona - the Bacanàl del Gnoco - may be linked through a number of analogies to the ancient pagan rite – the Baccanal – common among the Greeks and Romans but more probably dates from the Late Middle Ages. Veronese author and historian Girolamo Dalla Corte in his Istoria Veronese suggests that, after the devastating floods of the River Adige (1520-1531) and the Landsknecht incursions by Charles V, the city was struck by a terrible famine. The authorities sought to attenuate matters by imposing a 36 ma i panettieri si rifiutarono di panificare. Il 18 giugno 1531 nel quartiere di San Zeno una folla affamata assalì i forni saccheggiandoli. La rivolta fu sedata grazie all’intervento di agiati cittadini che, a proprie spese, decisero di sfamare gli abitanti più poveri. Tra questi facoltosi c’era anche il medico-filosofo Tomaso Da Vico, ricordato come l’ideatore del Bacanal del Gnoco, che dispose nel suo testamento l’obbligo di distribuire gratuitamente ogni anno agli abitanti del quartiere di San Zeno una grande gnoccolata l’ultimo venerdì di carnevale. Delle origini del carnevale veronese esistono altre versioni: quella che vuole ricordi l’ultimo venerdì prima della quaresima, il cosiddetto Venerdì Consolàr (venerdì consolatore), in cui venivano distribuiti alimenti agli abitanti più indigenti, o quella del Da Persico che individua un legame con il Venerdì Casolàr (1405) in cui la sfilata del Carroccio (il Carro dell’Abbondanza) ricordava la sottomissione dei Veronesi alla Repubblica di Venezia. I dubbi sulle origini nulla tolgono a questo evento festoso, passato indenne tra sospensioni, rivoluzioni e conflitti. Il Bacanàl del Gnoco è giunto nel 2012 alla 482ma edizione, rispettando le antiche tradizioni e continuando a coinvolgere la città, frazioni e località limitrofe. Il re del Bacanal è Papà del Gnoco, con il suo scettro prezioso: una forchetta dorata in cui è infilzato uno gnocco di patata. Il Venardi Gnocolàr tutta la città si anima di un calore particolare e la sfilata allegorica dei carri (il più bello è premiato con Il Bogon d’Oro) e dei figuranti si conclude in piazza San Zeno, ancora fulcro dei festeggiamenti del carnevale veronese, con una colossale scorpacciata di gnocchi proprio vicino alla gran lastra di marmo usata un tempo come tavolo di distribuzione.• low fixed price for bread: but the bakers refused to bake. On 18 June 1531, a hungry crowd in the San Zeno quarter attacked and sacked the ovens. The revolt was put down thanks to the efforts of better-off citizens who decided to provide food for the poorest inhabitants at their own expense. These wealthy people also included the physician-philosopher Tomaso Da Vico, recalled as the originator of the Bacanal del Gnoco, whose last will and testimony obliged the free distribution every year of a large gnoccolata (potato dumplings) to the inhabitants of the San Zeno quarter on the last Friday of Carnival. There are other versions of the origins of the Veronese carnival: one version recalls the last Friday prior to Lent - the so-called Venerdì Consolàr (Comfort Friday) - when food was distributed to the poorest inhabitants, or another proposed by Da Persico who identified a link with Venerdì Casolàr (1405, Cottage Friday) when the Carroccio Parade (Carriage of Plenty) recalled the submission of the Veronese to the Venice Republic. Doubts about its origins take nothing from this festive event, which has survived suspensions, revolutions and wars. The Bacanàl del Gnoco in 2012 celebrates its 482nd edition, upholding ancient traditions and continuing to involve the city, its quarters and the province as a whole. The “king” of Bacanal-Carnival is the Papà del Gnoco (Gnocchi Pope) and his precious sceptre: a golden fork prodded into a potato dumpling “gnocco”. Venardi Gnocolàr (Gnocchi Friday) sees the city animated by a special warmth and the allegoric parade of floats (the finest receives the Bogon d’OroGolden Snail award) and historic figures culminates in Piazza San Zeno, still today the fulcrum of carnival celebrations in Verona, with huge portions of gnocchi distributed close to the grand slab of marble once used as the serving table.• 37 ENOGASTRONOMIA - Wine & food Tortellini Tortellini Un nodo d’amore A love knot A U n lembo di terra veronese al confine tra Veneto e Lombardia, situato ai piedi delle colline moreniche che circondano a sud il Lago di Garda, ospita Valeggio sul Mincio e Borghetto, due gioielli storico naturalistici che prendono i turisti per la gola con una specialità a cui non si può resistere: tortellini dalla pasta dorata sottilissima che custodisce un ripieno di saporite carni miste. ’è un’affascinante leggenda che esalta l’amore tra Silvia, ninfa delle acque del Mincio, e Malco, capitano delle truppe viscontee, e strip of land in the province of Verona on the border between the Veneto and Lombardy, at the feet of the moraine hills surrounding the southern shores of Lake Garda, is home to Valeggio sul Mincio and Borghetto, two jewels of history and nature that also tempt the appetites of tourists with an irresistible local speciality: tortellini with thin, golden pasta with a delicious mixed meat filling. There is a fascinating legend exalting the love between Silvia, a nymph in the waters of the River Min- 38 celebra il pegno di questo amore, un fazzoletto d’oro teneramente annodato, ma c’è anche, e soprattutto, una solida e concreta realtà costituita da una quarantina di ristoratori e da diversi laboratori artigianali di pasta fresca che hanno contribuito a fare del tortellino di Valeggio sul Mincio una delle eccellenze della gastronomia tricolore. l tortellino è dedicata ogni anno, nel terzo martedì del mese di giugno, la Festa del Nodo d’Amore, kermesse culinaria che richiama, nella storica cornice del Ponte Visconteo, oltre 4000 mila commensali italiani e esteri pronti a degustare questa prelibatezza (nella serata se ne consumano non meno di 8 quintali), che viene proposta nelle diverse varianti di una ricetta personalissima che varia da locale a locale secondo segreti tramandati nel tempo. La “Tortelliniland” veronese è una notevole fonte di reddito e di occupazione – più di 4 milioni di euro/anno il valore dei tortellini commercializzati, circa 330 gli addetti attivi nella ristorazione e nei laboratori, ormai prossimo ai 9 milioni di euro il valore dell’indotto – e il tortellino è una risorsa che fa da traino anche ad altre eccellenze produttive del comprensorio, vini in primis.• cio, and Malco, a captain of the Visconti troops. It celebrates their pledge of love in the form of a tenderly knotted golden handkerchief. Yet there is also and especially a solid and hard-working reality comprising around forty restaurateurs and a many different small-business fresh pasta workshops that have helped turn tortellini from Valeggio sul Mincio into one of the most excellent dishes in Italian gastronomy. The Festival of the Love Knot is dedicated to tortellini every year on the third Tuesday of June. This culinary event in the historical setting of the Visconti Bridge attracts more than 4000 thousand Italian and international diners to savour this delicacy proposed in all the different and highly personalised recipes that vary from restaurant to restaurant in accordance with secrets handed down time. “Tortelliniland” is a significant source of income and employment in the province of Verona – sales of this product come to more than 4 million euros/year, with about 330 employees and allied business by now worth almost 9 million euros. Tortellini are also a resource that helps promote other excellent produce in the area, especially wines.• 39 ENOGASTRONOMIA - Wine & food Gnocchi di malga: gnochi sbatùi o smalzai Mountain farm “gnocchi”: gnochi sbatùi or smalzai Il sapore della cucina montanara The taste of highland cuisine S S e si vuole magnificare un piatto di montagna, cha caratterizzi le Prealpi Veronesi, la zona della Lessinia, bisogna sicuramente parlare degli gnòcchi sbatùi, “gnocchi sbattuti”, noti anche, in riferimento alla loro provenienza, come gnocchi di malga. È questa una ricetta della cucina povera, molto semplice da realizzare (gli ingredienti base sono farina, acqua, sale), arricchita da peaking of delicious mountain dishes characterising the Veronese pre-Alps in the Lessinia area can only begin with gnòcchi sbatùi (“beaten gnocchi”) that are also known, in view of their origin, as mountain farm gnocchi. This is a recipe of poor cuisine, very easy to make (the basic ingredients are simply flour, water and salt) but flavoured with a substantial 40 un sostanzioso condimento, burro fuso versato caldo sugli gnocchi appena scolati e una robusta grattugiata di puina fumà, cioè ricotta affumicata, o di formaggio Monte Veronese d’allevo DOP. Durante il periodo dell’alpeggio, gli gnòcchi sbatùi rappresentano il piatto forte del “malgaro” che, per renderlo più gustoso e morbido, aggiunge la “fioretta”, ovvero la ricotta appena affiorata e formata. L’appellativo “sbatùi” trae origine dal modo di preparare l’impasto: farina e acqua, infatti, sono continuamente sbattute, mescolate con forza, per ottenere una pasta morbida e omogenea che, con maestria, va porzionata con un cucchiaio, dando la forma dello gnocco, e gettata in acqua bollente. Ogni anno, da maggio a ottobre, gli appuntamenti con questa leccornia sono nelle varie feste della zona della Lessinia, a Bosco Chiesanuova, a Erbezzo, a Roverè Veronese. Gli gnòcchi sbatùi costituiscono un’importante risorsa per l’economica locale e impiegano e valorizzano prodotti tipici del territorio: il burro e il formaggio. Questo piatto suscita grande interesse tra gli amanti della cucina tradizionale regionale ed è un’attrazione del turismo enogastronomico da veri intenditori. Può essere degustato tutto l’anno nei vari ristoranti e agriturismi della Lessinia, ma si gusta con più piacere nelle malghe dove, in stagione, viene offerto con la semplicità e la schiettezza tipiche della gente montanara.• condiment - melted butter pouted hot over the freshly drained gnocchi with a generous grating of puina fumà (smoked ricotta cheese) or Monte Veronese PDO cheese. During the mountain grazing period, gnòcchi sbatùi were the main sustenance of the “herder” who - to make them softer and tastier - added “fioretta”, the first fresh ricotta cheese. The adjective “sbatùi” (beaten) originates from the way the gnocchi mixture is prepared: the flour and water are continually beaten and forcefully mixed to prepare a soft and uniform dough that is skilfully portioned with a spoon, given the typical “gnocco” shape and dropped into boiling water. This delicious speciality every year from May to October is part of the many festivals in the Lessinia area, from Bosco Chiesanuova to Erbezzo and Roverè Veronese. Gnòcchi sbatùi are an important resource for the local economy, using and valorising the typical produce of the area: butter and cheese. This dish is very popular with lovers of traditional regional cuisine and is an attraction for true connoisseurs of wine and food tourism. It can be enjoyed all year round in the various restaurants and farm holiday centres in the Lessinia area but is best savoured in “malga” mountain farms where, in season, it is served with the simplicity and sincerity typical of mountain people.• 41 ENOGASTRONOMIA - Wine & food Prodotti Caseari Dairy produce L’eccellenza delle malghe Excellence from mountain farms T ra le mete turistiche degli amanti della montagna e degli avventurosi gastronauti non può mancare una visita al Parco Naturale Regionale della Lessinia, il vastissimo altipiano che origina le Prealpi Veronesi. Qui, insieme alla voce dei monti, si possono sentire ancora antichi idiomi perché questa è la terra dei Cimbri, una popolazione bavaro-tirolese insediatasi nell’area nel lontano 1287. Oltre 110 le malghe sparse tra i pascoli che, con gli alpeggi, sono una componente fondamentale del paesaggio e il punto d’incontro tra l’uomo e la natura. Depositarie della tradizione casearia della Lessinia, le malghe, oltre a tramandare la lavorazione del latte, sono punto di riferimento per gli escursionisti. La visita a queste rustiche costruzioni può concludersi con la degustazione delle eccellenze casearie locali costituite da un burro cremoso, morbidi formaggi, ricotte affumicate, yogurt dalla colorazione paglierina grazie al latte d’alpeggio. Abili casari lavorano il latte giornalmente ottenendo produzioni di gran pregio come il Monte Veronese, nelle tipologie Grasso Monte, a latte intero, da consumare fresco, e Magro Monte d’allevo, prodotto esclusivamente con latte parzialmente scremato, che, dopo una stagionatura di dodici mesi, si può grattugiare. Eccellenze alle quali la Comunità Europea ha riconosciuto la denominazione d’origine protetta. Un accenno spetta anche al formaggio tenero Stracon, termine veronese il cui significato si può spiegare con la parola stanco che più stanco non si può. Lo Stracon, che riprende un’antica ricetta, ha meritato questo appellativo perché è nel periodo della transumanza in alpeggio degli animali, quando le vacche sono “strache”, cioè stanche e stressate dal lungo viaggio, che il latte intero della prima mungitura in malga, dà origine a questo cacio originale che con il suo sapore conquista il palato ed è utilizzato anche nei ripieni di pasta fresca. Chi non fosse in grado di raggiungere le malghe o i caseifici della Lessinia può contare sui vari negozi qualificati presenti a Verona nei quali è possibile trovare questi prodotti tipici.• in Lessinia and are also a landmark for trekkers. A visit to these rustic buildings may well include tastings of excellent local dairy produce such as creamy butter, soft cheese, smoked ricotta and yoghurt with a straw colouring deriving from summer pasture milk. Skilled dairy farmers process milk every day to make prestige products such as Monte Veronese cheese, available as Grasso Monte, a whole milk version eaten fresh, and Magro Monte made exclusively with partially skimmed milk that can be grated after being matured for twelve months. The European Community has acknowledged such excellent with “protected designation of origin” certification. Mention must also be made of the soft cheese known as Stracon, a Veronese term whose meaning may be explained as “too tired to be tired”. Stracon is based on an ancient recipe and takes its name because after transhumance to the summer pastures the cows are “tired and stressed” by the long journey. The first whole milk obtained in mountain farms is used to make this original cheese and its delicious flavour often also used as a filling with fresh pasta. Visitors unable to reach the mountain farms or dairy producers in Lessinia can rely on the many qualified shops in Verona where such typical produce is on sale.• T he tourist destinations of mountain lovers and adventurous “gastronauts” must include a visit to the Lessinia Natural Regional Park, the broad high plateau where the Veronese pre-Alps originate. Here, together the voice of the mountains themselves is still joined by ancient idioms, since this is the homeland of the Cimbri, a Bavarian-Tyrolean people that settled here as long ago as 1287. More than 110 mountain farms spread out across the summer pastures are a fundamental component of the landscape and the meeting point between Man and Nature. These farms embody and hand down dairy traditions 42 43 ENOGASTRONOMIA - Wine & food PastiSSada de Caval e Pearà PastiSSada de Caval e Pearà Due tipici piatti semplici Two simple typical dishes D ue piatti possono raccontare la storia di Verona? Secondo l’antropologo veronese Cesare Lombroso la risposta è: effettivamente sì, poiché il progresso si sovrappone all’antico, ma senza estinguerlo e, questo, rimane e si mostra nelle tradizioni. Così avviene per due specialità della cucina veronese, la pastissada de caval e la pearà o peverada. a prima è uno stracotto di carne di cavallo. Ma conosciamone la leggenda: si tratta di un antico piatto legato C an two dishes narrate the history of Verona? Veronese anthropologist Cesare Lombroso certainly and effectively believed so, since progress overlaps the past without eliminating it but embodying it in traditions. This is the case for two specialities in Veronese cuisine, pastisada de caval and pearà or peverada (horse stew and 44 bread sauce). “Pastissada” is a stew prepared with horse meat. But let’s take a look at the legend: this ancient dish is associated with the battle fought near Verona in 489 between Theodoric, King of the Ostrogoths, and Odoacer, King of the Heruli. Theodoric’s troops won the struggle but thousands of men and horses lay slain on the battlefield. And while the local population suffered famine and hunger, all that horse meat became putrid because an ecclesiastic rule forbade its consumption. Theodoric annulled this ban and thereby allowed the consumption of horsemeat. To overcome the smell that all that hung meat emanated, the Veronese marinated it at length in full-bodied red wine with herbs and began cooking it for many hours over several days. They realised that every time it was cooked, the stew became softer and tastier to the point of becoming a dish of very tender, crumbly meat with a thick and delicious sauce. Pearà or peverada is also a typical example of Veronese cuisine and there are several stories associated with its origins. It is said to be a distant descendent of legionnaire’s mush, a mixture of flour with pepper (hence the Italian peperata and Veronese dialect pearà or peverada) that was an integral part of food rations of Roman soldiers who, perhaps on passing through Verona, transmitted this custom also to the local population. Another legend suggests that spicy sauce, on the other hand, was invented by a chef at the court of Queen Rosmunda who hoped to mitigate in part the terrible potion imposed on her by Longobard King Alboino, forcing her to drink from the goblet made from the cranium of her father, Cunimondo. The Veronese have always kept alive the use of their pearà, a dish made from poor ingredients (marrow, grated bread, oil, stock and plenty of pepper) that after lengthy cooking becomes a dense, uniform sauce that is the ideal accompaniment for mixed boiled meats.• alla battaglia tenutasi nel 489 nei pressi di Verona tra gli eserciti di Teodorico, re degli Ostrogoti, e di Odoacre, re degli Eruli. Il vincitore fu Teodorico ma migliaia di uomini e cavalli restarono sul campo di battaglia. E mentre la popolazione era ridotta allo stremo per la fame, tutta quella carne di cavallo imputridiva perché una regola ecclesiastica ne vietava il consumo. Teodorico annullò tale divieto e consentì così il consumo di carne equina. Per ovviare all’odore che tutta quella carne emanava frollando, i veronesi dopo una lunga marinatura in corposo vino rosso e odori, cominciarono a cuocerla per molte ore e per più giorni e capirono che ogni volta che veniva ricotta guadagnava in gusto e morbidezza fino a diventare un piatto di carne morbidissima, friabile, con un sugo denso e gustosissimo. Anche la pearà o peverada, rappresenta in modo efficace la cucina scaligera e diverse sono le storie legate alle sue origini. Si dice che sia una lontana discendente della puls del legionario, un intriso di farina cum piperatum, con pepe (da cui l’italiano peperata e nel dialetto veronese pearà o peverada), che costituiva parte integrante della razione di cibo del soldato romano che, forse di passaggio da Verona, trasmise questa abitudine anche alla popolazione locale. Secondo un’altra leggenda, questa salsa piccante fu invece inventata da un cuoco di corte della regina Rosmunda che volle mitigare in parte la terribile libagione impostale dal re longobardo Alboino, che la costrinse a brindare nel calice ricavato dal cranio del padre Cunimondo. I veronesi hanno saputo mantenere vivo l’uso di della loro pearà, un piatto dagli ingredienti poveri (midollo, pane grattugiato, olio, brodo, pepe in abbondanza) che dopo una lunga cottura risulta una salsa densa e omogena complemento insostituibile dei bolliti misti.• 45 ENOGASTRONOMIA - Wine & food Verona Dolciaria Confectionery in Verona Dolce Verona Sweet Verona L ’arte dolciaria è uno dei simboli della genialità e abilità scaligera che, oltre a una produzione industriale di qualità, vanta una vasta gamma di pasticceria artigianale tutta da conoscere e assaporare. Accanto al famoso Pandoro, che ha valicato i confini nazionali, troviamo ancor oggi il suo progenitore, il Nadalin, una specialità soffice e gustosa a forma di stella a otto punte, la cui preparazione è molto semplice perché non richiede reimpasti. Si narra sia stata creata dopo l’in- 46 C onfectionery art is one of the symbols of the inventiveness and skill of the Veronese, where quality industrial production is flanked by a huge range of small business pastry-confectioners well worth discovering and savouring. The famous Pandoro, by now renowned even abroad, is still today joined by its forerunner, the soft and tasty speciality Nadalin shaped like an eight-pointed star which is very easy to make since it does not require kneading for a second time. It is said that it sediamento dei Della Scala a Verona nel 1260: per festeggiare il primo Natale della loro signoria vollero offrire alla popolazione un dolce come simbolo beneaugurante. dolci della tradizione sono sempre stati preparati con i prodotti stagionali del territorio (castagne, mosto, uva in autunno; ciliegie in estate…) e molti sono legati alle feste liturgiche, agli avvenimenti importanti della vita o alle feste profane. Tutto il territorio è ricco di invitanti prelibatezze. La Fogassa su la gradèla, focaccia cotta sulla graticola, sulle braci del focolare, su ambo i lati, la cui ricetta, diversa da casa a casa, era tramandata da madre in figlia; i San Vigilini, caratteristici del Lago di Garda; la Brasadèla, tipica ciambella pasquale (un tempo era anche il dolce degli sposi, confezionato per celebrare le nozze) sfornata nelle zone collinari; le Ciambelline di Custoza, la Torta delle Rose di Valeggio, creata in onore di Isabella d’Este Gonzaga. Imperdibili le Sfogliatine di Villafranca, soffici e friabili, dalla inconfondibile fragranza burrosa, create nel periodo delle guerre risorgimentali di metà Ottocento. Se i maestri pasticceri della Lessinia offrono la tradizionale Frolla, altri colleghi rispondono con l’Ofella, un dolce morbido, o la Torta Russa (che pare si trovi solo a Verona), pasta sfoglia ripiena di mandorle e amaretti. Un’altra leccornia apprezzata dai palati dei golosi, anche fuori dai confini regionali, è il Mandorlato di Cologna Veneta. Non si sa bene come sia nato questo dolce che assomiglia al torrone rispetto al quale è però più morbido e profumato, ma si attribuisce la sua nascita allo speziale Rocco Garzotto che, nel 1840, ebbe l’intuizione di amalgamare insieme quello che gli antichi Greci chiamavano il cibo degli dei: miele, albume, zucchero, mandorle sbucciate.• was “invented” after the Della Scala lords took control of Verona in 1260: to celebrate the first Christmas under their reign, they sought to offer the local people something sweet as a symbol of good fortune. Traditional desserts have always been made using local seasonal products (chestnuts, must and grapes in Autumn; cherries in Summer…) and many are associated with religious feasts, important occasions or popular festivals. The entire province boasts a wealth of such delightful delicacies. Fogassa su la gradèla is a flatbread cooked on both sides over a grille on the embers of the fireplace; the recipe is different from home to home and was handed down from mother to daughter; San Vigilini are characteristic of Lake Garda; Brasadèla is a typical Easter doughnut (it was once also used as a wedding cake) baked in the hillside areas; Ciambelline di Custoza, Torta delle Rose di Valeggio created in honour of Isabella d’Este Gonzaga. The soft and crumbly Sfogliatine di Villafranca and their incomparable buttery fragrance are not to be missed and were first prepared during the wars of the Risorgimento in the mid1800s. While the master pastry-confectioners of Lessinia make the traditional Frolla (shortbread), other colleagues respond with Ofella, a soft cake, or Torta Russa (which seems only to be made in Verona), a puff pastry with a almond and macaroon filling. Another delight for those with a sweet tooth - even outside regional boundaries - is Mandorlato di Cologna Veneta. It is not well known how this sweet - a kind of softer and more fragrant “torrone” - came into being but its invention is attributed to a grocer, Rocco Garzotto, who in 1840 had the intuition of amalgamating what the ancient Greeks called the food of the gods: honey, egg white, sugar and peeled almonds.• 47 i4lcocl2 / Shutterstock.com SAGRA E EVENTI - POPULAR FESTIVALS AND EVENTS Banchetti di Santa Lucia Santa Lucia market stalls Il Natale dei veronesi Veronese Christmas A Verona l’atmosfera del Natale con i suoi colori, sapori, luci comincia a diffondersi tra le strade del centro storico prima che altrove e i festeggiamenti per i più piccoli toccano l’apice la notte del 12 dicembre in attesa dell’arrivo Santa Lucia (Santa Lùssia). I riferimenti storici di questa usanza sono ben documentati. Nel 1400 si diffuse in città una pericolosa e incurabile epidemia che colpiva gli occhi, soprattutto dei bambini, e poteva provocare cecità. La popolazione pensò di chiedere la grazia a Santa Lucia e fece voto di recarsi in pellegrinaggio, a piedi scalzi e senza mantello, fino alla chiesa di Sant’Agnese, dedicata anche alla martire siracusana protet- T he atmosphere of Christmas in Verona with its colours, flavours and lights begins to spread along the streets of the historic centre earlier than elsewhere and children’s celebrations reach their peak on the night of 12 December waiting for the arrival of Santa Lucia (Santa Lùssia- St. Lucy). Historic references to this custom are well documented. The city was struck in 1400 by a terrible and incurable epidemic that affected the eyes, especially those of children, and could even cause blindness. The local people thought to ask Santa Lucia for grace and vowed to make a barefoot, coatless pilgrimage to the Church of Sant’Agnese, also dedicated to the martyr from Siracusa in Sicily and patron saint of 48 trice della vista, ubicata dove oggi sorge Palazzo Barbieri. Il freddo, però, spaventava i bambini e i genitori, per convincerli a partecipare, promisero che, se avessero obbedito, la Santa avrebbe fatto trovare al loro ritorno dolci e doni. I bambini obbedirono, l’epidemia cessò. L’abitudine di accompagnare i figli nella chiesa di Piazza Brà continuò fino all’800 e l’affluenza di tanti bambini e genitori cominciò a richiamare nella zona venditori di dolciumi e giocattoli. Da qui nacque la Fiera di Santa Lucia e ancora oggi, tra il 12 e il 13 dicembre, i bambini aspettano con ansia la Santa il cui arrivo è preannunciato dal suono di tanti campanellini. Lucia giunge nelle case, a dorso dell’asinello Poldo (el musseto), accompagnata dal fido fattore (el castaldo) che l’aiuterà a dispensare i doni, un tempo arance, mandrigoli (stecche di liquerizia), torrone. Prima di coricarsi i Veronesi sono soliti lasciare sul tavolo del cibo per ristorare gli infaticabili viaggiatori e l’asinello (acqua, carote, fieno, pane raffermo, ...) e i bambini vanno a letto presto, attenti a chiudere gli occhi nel timore che la Santa, trovandoli ancora svegli, li accechi con la cenere. La mattina dopo, Lucia farà trovare un piatto colmo di dolci, fra cui le immancabili pastefrolle (a forma di stella, cavallino, cuore, ...), che scacciano il male e sono di buon auspicio, e la “ghiaia dell’Adige”. Dall’11 al 13 dicembre Piazza Brà e le vie vicine accolgono i Banchetti di Santa Lucia, un mercatino in cui oltre 300 banchi di venditori ambulanti propongono dolci, prodotti tipici delle diverse regioni, articoli da regalo. A rallegrare ancor di più la festa la grandissima scultura di Rinaldo Olivieri: una stella cometa che dall’invaso dell’Arena si tuffa luminosa, in Piazza Brà richiamo della Rassegna Internazionale dei Presepi.• eyesight, which stood on the site today occupied by Palazzo Barbieri. Yet the cold weather frightened the children and their parents only convinced them to take part by promising that obedience would be rewarded by the Saint in the form of sweets and gifts on their return. The children obeyed and the epidemic came to an end. The custom of accompanying children to the church in Piazza Brà continued through to the 1800s and the presence of so many children and parents began to attract sellers of confectionery and toys. It was here that the Santa Lucia Market came into being and still today, on the night of 12-13 December, children anxiously wait for the Saint, whose arrival is announced by the ringing of many bells. Santa Lucia reaches homes on the back of her donkey Poldo (el musseto) accompanied by her trusted bailiff (el castaldo) who helps her distribute gifts - that once were oranges, sticks of liquorice and torrone. Before going to bed, the Veronese customarily leave food on the table to restore these tireless travellers and their donkey (water, carrots, hay and stale bread ...) and children go to bed early, keeping their eyes closed tight fearful that the Saint - if she should find them still awake - may blind them with ashes. The morning after, Santa Lucia lets them find a plate of sweets, including the inevitable shortbreads (shaped like stars, ponies or hearts ...), that keep evil at bay and bring good fortune, as well as “gravel dell ‘Adige”. Between 11 and 13 December, Piazza Brà is surrounding streets welcome the Santa Lucia Market, with more than 300 stalls selling cakes and sweets, typical produce from various regions and gift articles.The celebrations are made even more astonishing by Rinaldo Olivieri’s huge sculpture: a brightly illuminated comet star surging from the Arena into Piazza Brà as part of the International Exhibition of Nativity Scenes.• 49 SAGRA E EVENTI - POPULAR FESTIVALS AND EVENTS Lessinia Lessinia La ricchezza delle montagne The wealth of mountains C F inquanta milioni di anni fa, proprio dove oggi si trova la Lessinia, c’era un grande mare tropicale, ricco di forme di vita oggi scomparse. Sul fondo marino si formarono rocce dello spessore di centinaia di metri che per la spinta dei continenti si sollevarono, si fratturarono e si corrugarono dando origine alla catena Alpina dove ora si estendono alpeggi e boschi. Resti di fossili di pesci, animali e piante dell’Era Terziaria, custoditi per millenni nelle profondità delle giogaie in strati ben sedimentati di bianca pietra, sono giunti fino a noi. La località di Bolca è sede del più importante giacimento e ospita il famoso Museo dei Fossili (un altro si trova a Roncà). Ma la ricchezza di questo territorio non si esaurisce qui. Basti pensare ai numerosi altri musei tematici che illustrano gli aspetti naturalistici/paesaggistici e quelli etnografici della zona: il Museo dei Cimbri a Giazza, quello del Ferro Battuto a Cogollo, quello della Civiltà Contadina e quello Napoleonico a Arcole. Dalla fine del 1200 s’insediò in Lessi- ifty million years ago, precisely where we find Lessinia today, there was a large tropical sea, rich in forms of life that have since disappeared. Rocks were formed on the sea bed several hundred metres thick, which the movement of continents lifted, fractured and corrugated to create the Alpine Chain where these woods and pastures now extend. The fossil remains of fish, animals and plants of the Tertiary Age were preserved for millennia in wellsedimented strata of white stone in deep-lying ridges and only discovered in recent times. Bolca is home to the most important fossil field, as well as the famous Fossil Museum (there is another one in Roncà). Yet the wealth of this area does not end here. Mention need only be made of the numerous other theme-based museums illustrating the naturalistic-landscape and ethnographical aspects of the area: the Cimbri Museum in Giazza, the Wrought Iron Museum in Cogollo, the Rural Life Museum and the Napoleonic Museum in Arcole. Lessinia came to be settled at the end of the 1200s by 50 nia un popolo di coloni provenienti dalla Baviera: i Cimbri. Scoprire il loro mondo è sicuramente affascinante: le abitazioni di pietra, gli antichi riti, le processioni, i racconti, le fiabe, le vicende vissute e le credenze popolari. La Festa del Fuoco, ricorrenza che cade in coincidenza con il solstizio d’estate, celebra la potenza del fuoco, elemento naturale d’aggregazione e di unione di un popolo, ed è un’usanza volta a esorcizzare le paure e gli influssi demoniaci. Di epoca più tarda i festeggiamenti con i Trombini, chiamati anche “s-ciopi” o “pistoni”, fucili curiosissimi, molto pesanti e dallo scoppio assordante, riproduzione di armi seicentesche ideate per incutere terrore più che per offesa. La fabbricazione di questi strumenti da sparo è affidata all’abilità di artigiani locali. La Lessinia per le sue particolarità geologiche – doline, grotte, ponti naturali – e paesaggi è stata eletta a Parco (Parco Naturale Regionale della Lessinia). Un’entità viva, con tante manifestazioni – da Lessinia Film Festival, a Lessinia a Tavola, alle immancabili sagre – e con importanti attività imprenditoriali che vanno dal dolciario alla cosmesi naturale, senza contare i numerosi, piccoli laboratori che realizzano insaccati, mieli, salse, composte e rappresentano l’essenza stessa della fedeltà al territorio.• a people of colonists arriving from Bavaria: the Cimbri. Discovering their world is undoubtedly fascinating: the stone homes, ancient rites, processions, stories, fairy tales, episodes and popular beliefs. The Fire Festival is a special occasion coinciding with the Summer Solstice. It celebrates the power of fire, a natural element for socialising and unity of a people, and is a custom intended to exorcise demonic fears and influences. The celebrations involving the Trombini, also known as “s-ciopi” or “pistoni”, originated later - they are extremely curious, very heavy firearms that explode deafeningly. They are reproductions of 1600s weapons conceived more to arouse terror than for attack as such. These firearms are made by highly skilled local craftsmen. Lessinia, in view of its geological features (sink holes, caves and natural bridges) and landscapes, is now a protected Park (Lessinia Regional Natural Park). The area is very lively and hosts many events – from the Lessinia Film Festival, to Lessinia at Table and endless popular festivals – as well as important enterprises ranging from confectionery to natural cosmetics, not to mention the numerous small businesses producing delicatessen meats, honey, sauces and conserves that represent the very essence of loyalty to one’s homeland.• 51 SAGRA E EVENTI - POPULAR FESTIVALS AND EVENTS Tocatì Tocatì I giochi della tradizione È il più recente evento che anima vie e piazze di Verona. Nato nel 2003, il Festival Internazionale dei Giochi di Strada Tocatì è una delle poche iniziative volte a recuperare, valorizzare e salvaguardare i tradizionali giochi di strada: proprio in quell’anno l’UNESCO riconobbe ufficialmente la loro importanza, inserendoli nella Carta Internazionale del Gioco Tradizionale. Ma l’avventura del Tocatì va senz’altro letta in più direzioni. La città si riappropria dei suoi spazi con attività aggreganti, giovani e giovanissimi hanno occasione di socializzare recuperando quella capacità comunicativa che spesso manca: sono questi alcuni degli obiettivi della manifestazione, le cui attività occupano oltre 200 mila metri quadrati nel centro storico di Verona a partire da Piazza Brà per arrivare a Piazza Dante e Piazza delle Erbe. Tre giornate Traditional street games T his is the most recent event animating the streets and squares of Verona. First held in 2003, the Tocatì International Festival of Street Games is one of the few initiatives that seeks to recover, valorise and save such popular traditions: it was precisely the same year that UNESCO officially recognised their importance, including them in the International Charter of Traditional Games. Yet the adventure of Tocatì should undoubtedly be interpreted in several ways. The city once more takes possession of its spaces for socialising activities, children and young people have the chance to meet and regain a capacity for communication that so often has been lost: these are some of the objectives of the event its activities occupy more than 200 thousand square metres in the historic centre of Verona, from Piazza Brà to Piazza Dante and 52 (tanto dura la rassegna) di lazzi, scherzi, agonismo. Il merito del successo del Tocatì va alle tante piccole comunità di giocatori che si impegnano strenuamente per salvare questo patrimonio di tradizioni e culture unico nel suo genere, praticando giochi di cui si sarebbe persa traccia se non fossero stati tramandati da generazioni di appassionati. Nel corso delle giornate di manifestazione, vari gruppi – ogni anno è presente un Paese ospite – si cimentano in attività che vanno dalla morra, al calcio balilla, al pallone grosso con bracciale, al gioco delle noci, etc. Ma non solo: vi sono anche i cosiddetti giochi da tavolo (backgammon, carrom, dama, go, scacchi, …), giochi e arti marziali di diversi Paesi del mondo (Capoeira dal Brasile, Tiàoshéng da Taiwan, Ulama de Cadera dal Messico e Kabubu dal Congo, Zurkhaneh dall’Iran, La Malha dal Portogallo, Varpa dalla Svezia), laboratori ludici per bambini. A completare il quadro una serie di iniziative parallele a scopo didattico-informativo: Festival e Scuola (nel cui ambito sono attivi i laboratori con l’intervento di esperti educatori), Festival e Università, Festival Sostenibile e attività convegnistiche su tematiche di grande interesse.• Piazza Erbe. The event ensures three days of jests, jokes and competition. The merit behind the success of Tocatì goes to the many small communities of players making strenuous efforts to save this unique heritage of traditions and culture, playing games that all trace would otherwise be lost unless handed down by generations of enthusiasts. In the course of the event, various groups – a Guest Country is welcomed every year – take part in games such as morra (a number calling game), table football, big ball bracelet, the walnuts game, etc. But not only: there are also the so-called board games (backgammon, carrom, draughts, go, chess …), games and martial arts from different countries all over the world (Capoeira from Brazil, Tiàoshéng from Taiwan, Ulama de Cadera from Mexico and Kabubu from Congo, Zurkhaneh from Iran, La Malha from Portugal, Varpa from Sweden) and game workshops for children. The event of joined by a series of parallel initiatives with an educational-informative purpose: Festival and School (home to workshops involving expert educators), Festival and University, Sustainable Festival and convention activities dealing with topics of major interest.• 53 Verona Verona Innovazione Innovazione Un’azienda al servizio del territorio V erona Innovazione è l’Azienda Speciale con cui la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura contribuisce alla crescita della qualità e dell’innovazione del sistema delle imprese veronesi attraverso servizi specializzati, ottimizzando il potenziale delle risorse del territorio e valorizzando le opportunità di innovazione attraverso programmi per il trasferimento tecnologico e il rafforzamento del capitale umano, elementi oggi indispensabili per promuovere la competitività delle imprese. Opera in completa sinergia con le Associazioni di categoria e ampio coinvolgimento degli altri soggetti pubblici e privati attivi in progetti di ricerca, sviluppo e formazione. Le aree di attività Servizi per le Imprese: fanno dell’imprenditore il centro dello sviluppo economico e, più in generale, lo rendono protagonista del benessere del territorio. Tale area coinvolge gli imprenditori (e gli aspiranti tali) in progetti e iniziative volte a creare rete e sinergie, opera per il sostegno all’avvio di impresa e promuove la formazione e l’aggiornamento di titolari e collaboratori. Servizi per il Lavoro: sostengono lo sviluppo e la valorizzazione del capitale umano per A company at the service of the local area V erona Innovazione is a Special Company set up by the Verona Chamber of Commerce to contribute to the growth of quality and innovation in the Veronese company system through specialised services, by optimising the potential of the area’s resources and valorising opportunities for innovation through technology transfer programmes and enhancing human resources - aspects that are vital today for promoting business competitiveness. It works in complete synergy with trade associations and enjoys broad involvement of other public and private subjects active in research, development and training projects. Areas of activity Services for Companies: focus on entrepreneurs as the centre for economic development and, more generally, ensure their involvement in the well-being of the local area. This sphere involves actual and aspiring entrepreneurs in projects and initiatives intended to create networks and synergies, working to support company launches and promote training and updates for owners and employees. Services for Work: support the development and valorisation of human resources through information and vocational guidance mezzo di processi di informazione, orientamento e riqualificazione professionale. L’erogazione del servizio è regolata dalla normativa regionale in materia di lavoro orientamento e formazione, che fa dello stage un laboratorio privilegiato di sperimentazione delle proprie risorse in contesto lavorativo. EU.Projects – Servizio Europrogettazione: costruisce e presenta progetti in partenariato con organizzazioni internazionali, uffici pubblici, centri di ricerca e privati per la realizzazione di progetti comunitari in materia di sviluppo locale. Fornisce alle imprese veronesi, alle Associazioni Datoriali e agli Enti del territorio informazioni e assistenza su finanziamenti, opportunità e tematiche comunitarie di interesse con particolare attenzione alle aziende di piccole e medie dimensioni. Laboratorio di Analisi Agroalimentare In un’ottica di integrazione e potenziamento di tutti i settori produttivi della provincia, Verona Innovazione ha allargato il proprio raggio d’intervento in materia di sicurezza e igiene degli alimenti con l’apertura di una sezione del Laboratorio di Analisi Agroalimentare della Camera di Commercio dedicata all’ortofrutta e ai terreni. processes, as well as updating of professional skills. The supply of this service is governed by regional standards in terms of work vocational guidance and training, whereby internships are a preferential workshop for experimenting personal resources in a work context. EU.Projects – Servizio Europrogettazione: builds and presents partnership projects with international organisations, public offices, research centres and private sectors to implement EU projects in terms of local development. It provides Veronese companies, Employers’ Associations and Local Area Authorities with information and assistance about finance, opportunities and EU topics of interest with particular attention to SMEs. Agro-foods Analysis Laboratory In a context of integration and upgrading of all production sectors in the province, Verona Innovazione has expanded its radius of action in terms of safety and hygiene of foodstuffs with the opening of an Agro-Food Analysis Laboratory section of the Chamber of Commerce dedicated to fresh fruit, vegetables and agricultural land. Standard di qualità riconosciuti Recognised Quality Standards Testi a cura di: Piero Paglialunga in collaborazione con Enzo Gambin, Tosca Lucchini e Beatrice Paglialunga Traduzioni Peter Eustace Progetto Grafico e Impaginazione Ilenia Cairo (www.studioarteon.com) Documentazione Fotografica Roberto Lazzarin, Foto Ennevi, Archivio Aipo-Associazione Interregionale Produttori Olivicoli, Consorzio Tutela Pesca di Verona Igp, Archivio Apindustria-Rivista “Economia Veronese”, Scuola d’Arte del Marmo “Paolo Brenzoni” e archivio Comune di Sant’Ambrogio Valpolicella, Archivio Associazione Nazionale Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido, Archivio Associazione Ristoratori di Valeggio sul Mincio, Archivio Riseria Ferron, Consorzio Tutela Radicchio Rosso Igp, Banca Immagini Biondan spa, Archivio Ivoli, Banca Dati Shutterstock.com (Meunierd, Ferenc Szelepcsenyi, iPics), Banca Dati Regione Veneto-Liste Varietali, Archivio Azienda Passaia, Archivio Fotografico Veneta Marmi. Coordinamento Redazione Verona Innovazione, Azienda Speciale della Camera di Commercio Text by: Piero Paglialunga in collaboration with Enzo Gambin, Tosca Lucchini and Beatrice Paglialunga Translation Peter Eustace Graphics and Type-Setting Ilenia Cairo (www.studioarteon.com) Photographs Roberto Lazzarin, Foto Ennevi, Archivio Aipo-Associazione Interregionale Produttori Olivicoli, Consorzio Tutela Pesca di Verona Igp, Archivio Apindustria-Rivista “Economia Veronese”, Scuola d’Arte del Marmo “Paolo Brenzoni” e archivio Comune di Sant’Ambrogio Valpolicella, Archivio Associazione Nazionale Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido, Archivio Associazione Ristoratori di Valeggio sul Mincio, Archivio Riseria Ferron, Consorzio Tutela Radicchio Rosso Igp, Banca Immagini Biondan spa, Archivio Ivoli, Banca Dati Shutterstock.com (Meunierd, Ferenc Szelepcsenyi, iPics), Banca Dati Regione Veneto-Liste Varietali, Archivio Azienda Passaia, Archivio Fotografico Veneta Marmi. Editorial Coordination Verona Innovazione Special Company of Verona Chamber of Commerce Verona Innovazione Azienda Speciale della Camera di Commercio IAA di Verona Corso Porta Nuova 96 • 37122 - Verona • Ph. + 39.045 8085805 e-mail: veronainnovazione@vr.camcom.it • www.veronainnovazione.it
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