giugno - Stampa Reggiana

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giugno - Stampa Reggiana
STAMPA REGGIANA
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periodico di attualità > cultura > spettacolo > sport
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anno IV numero 6 > GIUGNO 2006
Enìa e il centro storico
le colpe della Margherita
SCONTRO POLITICO
Euro 2, 00
L’EUROPA APRE
LE PORTE ALLA
PROVINCIA DI REGGIO
EVACUARE IN CITTA’
di Sonia Masini
C’
di Dario Caselli
è un'idea dell'Europa
che si sviluppa. Crescere,
esportare i nostri modelli di
sviluppo, lavorare sulle buone
pratiche, migliorare ulteriormente i nostri standard di
qualità della vita, questi sono
soltanto alcuni degli obiettivi che ci poniamo. A questi si
affianca una non meno importante opera di sensibilizzazione rispetto alla cittadinanza europea, all'acquisizione da parte soprattutto
delle giovani generazioni di
una nuova consapevolezza.
Occupazione, innovazione,
riforme economiche, coesione
sociale e sostenibilità am-
di Gianfranco Parmiggiani
I
n passato veniva attribuita ad Aldo Moro la
frase "gli avversari politici si possono eliminare in
due modi: col veleno o con i franchi tiratori, il primo non è più utilizzabile".
Sono stati dodici franchi tiratori, guidati da Delrio, ad impedire il rientro di Cantarelli in Enia, a
poco sono valsi i voti di 32 sindaci a suo favore, i
12 sommavano la maggioranza delle quote azionarie e non si trattava solo di sindaci della Margherita ma anche di diessini, quello di Correggio,
di Casalgrande, Luzzara ecc. Questi sindaci segnalavano che dentro i ds si era aperta una falla
nel muro di solidarietà a Cantarelli e ciò consentiva a Delrio l'affondo.
segue a pagina 3
N
on è propriamente il rosso il colore del filo che
lega le notti estive reggiane; è più specificamente il
giallo, quello della pipì. Scusate se l'attacco del pezzo non riporta immediatamente a più auliche suggestioni e non attinge alla tavolozza di un pittore ma
è che si vuole, con questo spaccato di realtà stercoraria, partire decisamente dal basso e dall'interno dei
problemi del centro storico. Perché mai come quest'anno larghe fette del nostro cuore cittadino sono
assurte nell'immaginario collettivo, tre giorni alla settimana, ad un vero e proprio vespasiano a cielo aperto. Apoteosi di questo nuovo movimento "viscerale" è stata la "splendida" Notte Bianca, una calata
di carne umana
segue a pagina 3
UN ARTICOLO IN ESCLUSIVA DEL NEO VESCOVO AUSILIARE
COMUNICARE PER
COSTRUIRE INSIEME
Mitici furono il salot-
FONDAZIONE MANODORI
BILANCIO CONSUNTIVO 2005
UNIVERSITA’:
ELETTI GLI ORGANI ACCADEMICI
D
Lorenzo Ghizzoni
omenica 28 maggio in tutte
le comunità cristiane si è celebrata, con varie iniziative di sensibilizzazione, la 40ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali:
ci si potrebbe chiedere come un laico cristiano, un prete, un religioso (o un Vescovo) si rapportino oggi a questo mondo che vediamo e
sentiamo sempre più presente
nella vita quotidiana. Da una parte ci sembra che tutti i mezzi della comunicazione siano indispensabili: siamo curiosi o a volte assetati di notizie nuove, ci sembra co-
sì di controllare e individuare verso dove si sta muovendo la storia
e questo ci dà una sensazione di
maggior sicurezza. Dall'altra parte ci sembra che questa realtà sia
cresciuta in modo sproporzionato
e per alimentarsi debba diventare
sempre più invadente, dilatare gli
eventi o, al limite, produrli essa
stessa. La cerchiamo e, allo stesso
tempo, la temiamo; ce ne serviamo, eppure a volte ci appare come un "potere forte" che ci può
manipolare a suo piacimento.
segue a pagina 2
bientale sono i cardini della
strategia di Lisbona, delineata nel corso del Consiglio Europeo del marzo 2000, che si
propone l'ambizioso obiettivo di far divenire l'Europa
"l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e
dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita
economica sostenibile con
nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale" (Conclusioni della
Presidenza, marzo 2005). Oggi, a distanza di 6 anni, è ancora lungo il percorso che ci
aspetta, un percorso che vede
ognuno di noi protagonista di
questa crescita.
segue a pagina 4
Salotti & Salottini
servizio a pagina 15
+
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UNA GRANDE PROVA
DI MOBILITAZIONE
di Gian Carlo Pellacani
Rettore Magnifico
a pagina
6-7
E’ NATO IL
MONUMENTO
AL TABARRO
di Sergio Masini
a pagina 22 - 23
to di Mediobanca, per
intenderci quello di Enrico Cuccia, oppure, anche
se più frivoli, i salotti romani. Insomma, un Paese
consociativo e poco incline alle scelte radicali come l'Italia non può fare a
meno dei salotti, e neppure dei salottini. Questi
ultimi servono per scambiarsi convenevoli, informazioni, per progettare
accordi o alleanze che
sovente finiscono sui
giornali perché in fondo
la loro finalità è far apparire. I primi sono invece luoghi decisionali, dove come Cuccia si mangia
magari una mela, anziché
ottimi pasti accompagnati da vini eccellenti.
Anche a Reggio esistono salotti e salottini. Tra
i più importanti vorremmo segnalare il salotto
dell'On.Castagnetti, affiancato da un tinello,
dove si possono consumare pasti frugali. Il padrone di casa riceve so-
vente gli ospiti in mise casalinga completa di eleganti pantofole.
Si sussurra che in quel
salotto si siano decise le
presidenze della Cassa di
Risparmio e quelle della
Fondazione Manodori, almeno fino a Mauro Bigi.
La presidenza Spaggiari
no, è nata in un altro salotto. Sempre nel salotto
di Castagnetti si è deciso
il primo Presidente democristiano della provincia, Claudio Bucci, che
poi rinunciò, favorendo la
lunga stagione politica
di Roberto Ruini. Lì si è
deciso il primo sindaco
cattolico e postdemocristiano di Reggio Emilia,
cioè Graziano Del Rio, lì si
sono decise promozioni e
"decapitazioni", lì si è
deciso il destino di Uris
Cantarelli. Il potere si sa,
logora chi non ce l'ha, ma
il tempo passa e anche
nei salotti più importanti si forma un po’ di polvere.
Benelux
> Attualità
segue dalla prima
+ Lorenzo Ghizzoni
Vescovo ausiliare
N
oi cristiani dovremmo ricordare,
a noi stessi e a tutti, che la nobiltà della comunicazione e la sua connaturalità col nostro essere più profondo derivano dal disegno stesso di Dio. Egli
ci ha voluti capaci di comunicare con
Lui e tra noi, perché solo così avrebbe
potuto amarci ed essere amato nella
libertà. Il dialogo è la strada a doppio
senso attraverso il quale le persone in
piena libertà si conoscono, si stimano,
si amano, si alleano, si spendono l'una per l'altra, o al limite si perdonano
e si donano gratuitamente, aspettando una reciprocità che potrebbe anche
non venire. Il senso di ogni comunicazione, anche delle notizie più elementari, è quella di far crescere il dialogo e la comunione tra le persone. Il
passo successivo è quello di far nascere una unità di decisioni e di azioni,
una cooperazione che permette alla
società, a qualunque forma di comunità, di svilupparsi secondo la logica del
bene comune e del rispetto della dignità di ciascuno. È una dinamica di base di ogni società con la quale, anche
se ha delle radici nella logica del Vangelo, crediamo nessuno si trovi in di-
saccordo.
Restano aperte perciò delle domande critiche, per quelli che operano in questi ambiti (stampa, radio, TV,
internet…), sia per i cristiani sia per tutti gli altri: quanti altri obiettivi e fini
(palesi o nascosti) si perseguono invece di quello che abbiamo detto prima?
Quante volte si cede alla tentazione di
abusare dei mezzi a disposizione, per
la propria potenza, per apparire, per
accumulare ricchezza, per eliminare un
concorrente o un avversario…? Quanta assuefazione alla cronaca sempre
più nera e sempre più intrusiva nella
privacy altrui? Sono domande retoriche e ingenue oppure sono esempi di
domande abbastanza elementari che
permettono di non restare invischiati,
involontariamente, in modi di trattare le persone che le possono ferire, anziché metterle in comunicazione col resto della comunità in cui vivono?
E infine, perché si sta dando così poca attenzione ai "segni dei tempi" che sono segnali importanti di speranza -, pur presenti in diverse realtà,
anche nella nostra terra reggiana? Siamo proprio sicuri che questo non sia il
compito di chi lavora nella comunicazione sociale?
Che il Signore ci doni sapienza e coraggio, ne abbiamo bisogno!
Nella foto sopra il presidente Gino Badini consegna un’antica pergamena al Vescovo ausiliario Lorenzo Ghizzoni
LA FESTA DELL’ASSOCIAZIONE STAMPA REGGIANA “GINO BEDESCHI”
UN CENSIMENTO PER I MASS MEDIA
di Gino Badini (*)
A
vviandomi alla conclusione del mio mandato
biennale, vorrei fare alcune
brevi considerazioni su quel
poco che è stato fatto e sul
molto che rimane da fare.
Non aprirò certo il cosiddetto "libro dei sogni", ma
mi limiterò ad accennare ad
una iniziativa che io ritengo prioritaria per meglio valutare le prospettive della
nostra Associazione.
Mi sono reso conto che la
nostra Associazione non è
in possesso di tutti quei dati necessari riguardanti l'editoria e le pubblicazioni periodiche
in modo da consentire l'avvio di una
discussione concreta e costruttiva sulle finalità dell'Associazione medesima
e sulle eventuali modifiche statuarie.
In altri termini prima di prendere
una qualsiasi decisione occorre sapere quanti siamo, qual è il nostro ruolo e in quale contesto si svolge la nostra attività giornalistica.
Il 20 febbraio scorso il consiglio direttivo ha affrontato, su mia proposta, una prima discussione sull'eventuale censimento delle testate periodiche esistenti nella nostra provincia
e sulla possibilità di predisporre una
pubblicazione nella quale far confluire i risultati del censimento.
La risposta dei consiglieri è stata in
linea di massima positiva purché - e
su questo ci siamo trovati tutti assolutamente d'accordo - l'iniziativa non
comportasse alcun onere per l'Associazione.
Ciò posto la ricerca è proseguita e
chi vi parla ha già provveduto ad una
consistente raccolta di periodici, men-
tre il collega Carlo Pellacani ha svol- ni '90, Regolamento che non è mai
to un'indagine specifica riguardante stato varato e tanto meno predispol'editoria reggiana. Al termine del sto e messo in discussione dagli organi
mio mandato intendo quindi conse- dirigenti dell'Associazione Stampa
gnare a chi mi succederà tutto quel- Reggiana per vari e giustificati motilo che sono venuto raccogliendo in vi che sarebbe qui troppo lungo rimateria di periodici locali, tenendo cordare.
presente che pur essendovi già pubChiaro che nell'attuazione di queblicazioni specifiche che riportano sta iniziativa di censimento dei pequesti dati sia a livello regionale sia riodici e delle case editrici sarà ben aca livello nazionale o su Internet, ri- cetta la collaborazione di tutti i soci
sulta tuttavia utile effettuare una pa- (e anche non soci), sia a livello openoramica approfondita sullo stato ef- rativo che per quanto attiene a confettivo dell'editoria periodica in am- sigli e suggerimenti.
bito reggiano.
(*) Presidente dell’Associazione
Uno dei risultati dovrebbe essere
Provinciale Stampa Reggiana “G.Bedeschi”
quello di ripensare alla struttura e alle finalità della nostra
Associazione sulla base
A conclusione dell'assemblea sono stati conseconcreta di ciò che è gnati ai figli dei giornalisti i premi di studio dal
emerso dal censimento, vescovo ausiliare Lorenzo Ghizzoni e dal presitrasformando le con- dente Badini .(Foto in alto)
clusioni del successivo
I premiati. (Scuola primaria) Anna BARILLI; Andibattito in disposizione gela BERGIANTI; Lisa BERGIANTI; Marta BERnormative, travasando- GIANTI; Marta BORCIANI; Edoardo COZZOLINO;
le nel Regolamento Lorenzo GUERRA; Elena LUGLI; Federico MACCHI;
previsto dall'art. 2 del Damiano MAMMI; Matteo MORATTI; Irene PAnostro Statuto degli an- TRIA; PietroROCCHI; SimonaROCCHI; Valentina
Un centro alla memoria di
Maria Vittoria “Joio” Visconti
Una settimana di celebrazioni, appuntamenti culturali e di intrattenimento per rimarcare l'importanza del restauro di una
chiesa antica ed importante, oltre che centrale, come quella cittadina di S.Nicolò, oggi retta da don Francesco Ranza, che è anche parroco della limitrofa chiesa di S.Francesco. Dal 7 al 14 maggio la comunità parrocchiale ma non solo ha così voluto festeggiare l'avvenuto ritorno agli antichi
splendori del tempio retto dal compianto
mons.Wilson Pignagnoli e che oggi ospita,
in un'ala vicina ai chiostri, il presepe di Giancarlo Beltrami, vanto di un'intera città. Ma
l'intensa settimana ha visto anche un altro
avvenimento importante: la nascita di un
centro di spiritualità intitolato alla memoria
di Maria Vittoria "Joio" Visconti Spallanzani, moglie dell'imprenditore Nino Spallanzani, nonché figura di primo piano del volontariato cattolico reggiano, basti pensare
alla Mensa del Vescovo, da lei guidata
quand'era in vita ed all'Unitalsi. Il centro sorgerà nei locali della parrocchia; alla cerimonia d'inaugurazione erano presenti anche i
familiari di "Joio" mentre la Messa conclusiva è stata celebrata dal vescovo Adriano Caprioli.
Nelle foto: i familiari di Maria Vittoria Visconti
Spallanzani e il taglio del nastro del centro di spiritualità alla presenza di Mons. Tiziano Ghirelli e Don
Francesco Ranza
VALERIANI. (Scuola media inferiore) Pietro Olmo
BORCIANI; Consuelo COZZOLINO; Francesco GIOVANETTI; M. Agnese GUERRA; Tommaso GUERRA;
Linda MAGNONI; Alice PATRIA; Francesca PATRIA;
Giulia TESTA; Giulia CASTELLANI. (Scuole superiori)
Chiara C. CARNEVALI; Emanuele FIACCADORI;
Chiara LUGLI; Lucia MAMMI; Elisa MORATTI; Tommaso MORATTI; Alessandro PATERLINI; Teresa
ROSSI; Luca ROSSI; Stefano SCULLIN; Martina Elenia ZANI; Silvia Selenia ZANI. (Maturità) Martina
FIACCADORI; Jacopo MAMMI; Serena PATERLINI;
Emanuele CATTOZZI.
STAMPA REGGIANA
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n. 1093 del 17/03/2003
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STAMPA REGGIANA
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anno IV numero 6
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GIUGNO 2006
Politica >
ENIA, I RETROSCENA DI UN GOLPE POLITICO
Dalle dimissioni di Uris Cantarelli ai dodici franchi tiratori guidati dal Sindaco Graziano Delrio. La Margherita sta diventando sempre di più un’agenzia di collocamento.
Fratture all’interno dei DS e l’inevitabile rimpasto previsto nel prossimo autunno
l'area diessina, in particolare la Legacoop che
da tempo aspira a mettere un suo uomo alla
guida di Enìa.
L'operazione è intelligente, con un simile colpo si chiuderebbe il cerchio, si rovescerebbero
i ruoli, non più il partito egemone sulle cooperative ma viceversa. Già oggi infatti la cooperazione controlla larga parte dell'economia,
ed ha una significativa presenza nei media e
tutti sanno quanto il combinato disposto di potere economico e potere mediatico condizioni
la politica.
Questo combinato è già visibile anche a RegDario Caselli
gio dove abbiamo una politica sia di maggiosegue dalla prima
ranza ma anche di opposizione sempre più debole e divisa, mentre alcuni poteri economici
Cantarelli è stato per anni il padre padrone sono sempre più forti e condizionanti.
di AGAC, poi l'artefice della costruzione di Enia
E' chiaro che se dietro a Delrio c'è, oltre aled infine uno dei protagonista dell'operazio- la sinistra sindacale, anche la sinistra economine Delmi, con AEM di Milano,
ca, egli gode del sosteper la conquista di Edison in
gno o quantomeno
accordo con EDF (l'Enel frandella neutralità anche
cese). Questa operazione ha
di illustri esponenti dei
consentito ad Enìa di trasforDS come Marchi e la
marsi da azienda solo distriMontecchi. L'arena del
butrice, in azienda in grado di
regolamento dei conti
controllare tutto il processo
a sinistra sarà il condalla produzione fino al congresso dei DS, dove gli
sumo. Questi progetti sono
ex spaggiariani reduci
andati avanti con fatica, grada molte sconfitte, giozie alla paziente attività teccheranno le loro carte
nico-politica dell'AD; ma ciò è
per vincere, magari
stato reso possibile anche
schierandosi con Fassigrazie al forte sostegno del
no e rompendo con i
maggiore azionista, il Comudalemiani, ammesso
Uris Cantarelli
ne di Reggio, guidato dalla
che questa geografia,
Spaggiari .
con cui ho poca dimestichezza, significhi ancora
Cambiato il sindaco, raccolti gli applausi per qualcosa .
le operazioni, è calato il sipario ed è iniziato il
Certamente le lacerazioni dei DS hanno condopo Cantarelli, in barba agli accordi elettorali sentito alla Margherita di avere un potere sproche prevedevano il permanere del medesimo positato, inversamente proporzionale alla sua
al suo posto e ciò sarebbe stato doveroso al- debolezza politica e ciò esaspera l'elettorato di
meno fino alla quotazione di Enìa, a cui peraltro sinistra più attento. E' invece puerile il tentasi oppongono importanti componenti della tivo di addossare al Sindaco di Parma tutte le
maggioranza, come Rifondazione ed il PDC, no- responsabilità, certo i parmigiani non hanno redo che il Sindaco non ha mai sciolto.
so semplice il cammino di Cantarelli, però avenSiccome nessuno è così sprovveduto da cre- do dichiarato di essere venditori, una rapida
dere che Delrio da solo avesse la forza di al- quotazione di Enìa avrebbe risolto sia i loro prolontanare Cantarelli, vediamo chi sono coloro blemi che quelli degli altri azionisti. Inoltre sulla base del patto di sindacato, l'AD
viene nominato dai reggiani ed il Sindaco di Parma può criticare la scelta
ma non influenzarla.
L'esclusione di Cantarelli indebolisce oggettivamente Reggio dentro
Enìa ed Enìa dentro lo scacchiere delle alleanze tra utility, con il rischio
che la politica regionale la consegni
ad Hera di Bologna, fregandosene
della validità industriale dell'operazione. Purtroppo la scia di divisione,
rancori e colpi bassi che questa operazione si porta dietro, paralizzeranno ulteriormente l'attività amministrativa del Comune di Reggio, il cui
Consiglio passa da un mancato numero legale all'altro, una gestione
i sindaci di Parma e Reggio, Ubaldi e Delrio
tutta chiusa nelle stanze del potere
che lo hanno coperto nell'operazione: certa- avrà sicuramente effetti negativi sulla nostra
mente la Margherita che sta diventando sem- Città.
pre di più un'agenzia di collocamento; ma è soPurtroppo ciò accade quando un Comune forprattutto nei DS che bisogna cercare, nella si- temente "economico" è guidato da personale
nistra interna rappresentata dal vicesindaco Fer- politico non solo estraneo alle regioni dell'eretti che vuole rafforzarsi, temendo fortemen- conomia, ma anche culturalmente diverso,
te l'inevitabile rimpasto autunnale della giun- quando non antagonista con la cultura dei suoi
ta; ma soprattutto nei potentati economici del- amministrati.
UNA NOTTE BIANCA E 364 GRIGIE
Gianfranco Parmiggiani
segue dalla prima
S
enza precedenti riunita dal tardo pomeriggio al primo albeggiare dal tam-tam propagandistico pur in assenza di un trade union degno di essere ricordato.
Quell'incredibile sceneggiata di uomini e
donne all'ammasso per un centro, una tantum,
all'ingrasso, ha rappresentato non certo il punto di partenza per la risoluzione degli atavici
problemi della città ma la prevista distesa di un
enorme lenzuolo amministrativo per coprire,
agli occhi critici di chi prega speranzoso al suo
capezzale, l'incipiente putrefazione di un corpo morto. Come quando, pietosamente raccolti attorno ad un organismo amato che sembra
palpitare per chi non si rassegna al suo trapasso, arriva il cinico medico di turno a risvegliarci alla realtà: "è inutile, se n'è andato". La Notte Bianca in questo senso potrebbe aver rappresentato, per restare nel gergo sanitario, non
certo le prime manovre di rianimazione su un paziente grave ma
l'epitaffio ultimo griffato da inconsapevoli becchini. Acquietato
lo scodinzolare codino e smorzati
i gridolini eccitati di chi ha incensato la manifestazione di sabato
20 maggio infatti, il centro di Reggio è ripiombato nel consueto grigiore. E nella tradizionale assenza
di una vera strategia che sappia e
possa governare gli eventi locali
ma anche quelli che arrivano portati dal vento riflesso da quella
congiuntura internazionale che
fa di Reggio una realtà piccola ma
importante. Deserta, poco attraente e sempre più pericolosa per la gran parte dell'anno, paradossalmente alcune vie della
città, per via di quel difetto dei timonieri di cui
dicevamo, si sono trasformate, in questa estate 2006, in baccanali senza regole. Suscitando
le giuste rimostranze dei residenti e scatenando una guerra sotterranea tra i commercianti
pro o contro distese e alimenti connessi. Il caos
che sottende ogni (assenza di) scelta e le conseguenze a volte sproporzionate che ne derivano sono lo specchio, e veniamo così al cuore
del problema, della mancanza di un disegno organico da parte di chi dovrebbe decidere. Le fasce sproporzionate nel rapporto residenti-attrazioni-parcheggi che tagliano il comune capoluogo, il capovolgimento del peso e della visuale delle situazioni che cambiano nel corso
STAMPA REGGIANA
>
dell'anno (mortorio per 9 mesi all'anno, deregulation selvaggia per i restanti 3), insoddisfazione generalizzata, soprattutto di chi il centro
non lo vive ogni tanto come sfogo ma tutti i
giorni per scelta, sono tutti argomenti talmente eloquenti da non aver bisogno d'altro. E' come se negli uffici di palazzo municipale, ogni
assessorato in qualche modo attore della famosa
rivitalizzazione del centro andasse avanti in ordine sparso a tarpare le falle con schemi improvvisati. La navigazione a vista è insomma diventata una consuetudine sulla nave del centrosinistra reggiano che fa acqua da tutte le parti e rischia il naufragio. E il diario politico di bordo di questi giorni riporta fedelmente tutti i tentativi di ammutinamento. Non sarà infatti l'estensione del concetto di Notte bianca a tappare
le falle nel mare in tempesta ma una visione più
coerente delle priorità di un cuore cittadino oggi realmente alla deriva. Come commentare altrimenti da una parte l'entusiasmo degli amministratori nel tratteggiare il presunto successo di una notte in cui "i cittadini si sarebbero
riappropriati del centro" grazie anche ad una
maggiore tolleranza verso i comportamenti dei
partecipanti e dall'altra invece la risposta di segno contrario (un'ordinanza proibizionistica?) alle proteste dei comitati che insorgono per l'invivibilità cui sono costretti diverse sere
la settimana causa il carnaio vociante sotto le finestre? I commercianti intanto, dopo anni di giustificate lamentele per un giro d'affari in calando ed una paura in crescendo, hanno smesso per un attimo il cipiglio battagliero visto il tintinnare delle loro casse durante la
Notte Bianca. Ma resta comunque
una tregua armata. Tutti dunque
appaiono scontenti, chi per motivi "strutturali", chi per circostanze
"saltuarie". Un questionario tra la
popolazione anziana di Reggio, promosso dai
sindacati, ha dato un inequivocabile responso:
quasi il 70% di loro mette al primo posto dell'agenda cittadina la sicurezza e la prevenzione. Un senso di preoccupazione che ha visto un
aumento esponenziale in questi ultimi anni. Ma
Delrio, che paga anche un recente vuoto comunicativo lasciato ultimamente perlopiù ad un
livello di semi improvvisazione, ed il suo staff
hanno problemi di tenuta talmente forti da risultare un po' sordi alle istanze che nascono dal
basso. Una notte bianca non fa primavera; 364
notti grigie rischiano invece di cristallizzare l'inverno
anno IV numero 6
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GIUGNO 2006
3
> Speciale
LA PROVINCIA DI REGGIO NELL’ORBITA DELL’EUROPA
ESPORTARE I NOSTRI MODELLI DI SVILUPPO
L'Ufficio Politiche Comunitarie e Rapporti Internazionali, un servizio per l'Ente e il territorio provinciale
L’Ufficio Politiche Comu-
segue dalla prima
Sonia Masini (*)
La
battuta d'arresto registrata
con la mancata approvazione della
Costituzione da parte di Francia e
Olanda deve diventare motivo di riflessione importante rispetto alla necessità di aprire un dialogo continuo
proprio con i cittadini, che spesso invece vivono le istituzioni europee come troppo lontane, e questo anche in
vista di un ulteriore allargamento dell'Unione.
In tempi difficili come quelli che
stiamo vivendo l'Europa ricopre poi
un ruolo significativo anche nel mantenimento della pace. In un mondo
globalizzato, dove le distanze non esistono più, anche un ente come il nostro si trova a confrontarsi con realtà
considerate, a torto, lontane.
(*) Presidente della Provincia di Reggio Emilia e
Rappresentante del Comitato delle Regioni *
* Membro delle commissioni "Politica economica e sociale" (ECOS) e "Affari Costituzionali e governance europea" (CONST)
nitarie e Rapporti Internazionali, che ha iniziato la sua
attività poco più di un anno
fa, ha avviato un percorso
con l'obiettivo di porsi come
servizio in grado di apportare valore aggiunto alle attività strategiche dell'Ente in
un ottica di "dimensione Europea", sia per quel che riguarda le attività da svolgersi, sia nello scambio di buone
prassi e metodologie.
Il metodo adottato dall'Ufficio per
realizzare questo si
è sviluppato secondo due
linee principali:
- lo sviluppo di reti di
contatti (informali e/o formali) in funzione delle
partnership richieste dalle
"call for proposals". Ad
oggi sono stati attivati diversi contatti con attori
istituzionali e non, nazionali e comunitari (tra cui,
ovviamente, il Parlamento
europeo e la Commissione
europea) ed è in questa
ottica che l'Ufficio ha aderito al progetto regionale
"Rete Antenne Europa"
dell'UPI Emilia-Romagna;
un'ulteriore opportunità
di relazioni è stata offerta dal lavoro di supporto
alla Presidente nel suo impegno
presso il Comitato delle Regioni, organismo dell'Unione europea che
dà voce alle collettività regionali e
locali;
- la valorizzazione dei rapporti di
gemellaggio che hanno permesso di
avviare e sviluppare contatti per la
creazione di partnership al fine di
partecipare insieme alle opportunità comunitarie. La Provincia gemella di Olomouc, in particolare,
rappresenta per la nostra provincia
una grande opportunità rispetto ai
nuovi orientamenti dell'Unione che
riserva ai neo comunitari una maggiore attenzione in termini di finanziamenti.
L'attività svolta si muove su tre
filoni principali: le Politiche Comu-
nitarie, la Cooperazione Internazionale e le Attività di sensibilizzazione e comunicazione sull'Europa.
Politiche Comunitarie
Sono 13 i progetti presentati su
diversi Programmi Comunitari; ad
oggi, 3 di questi sono stati finanziati
per un importo complessivo di
300.000 euro per le azioni previste
sulla nostra Provincia (il progetto
"NEAC", sulla meccatronica, per
160mila euro; il progetto Enercy Regio, sulle energie alternative in edilizia, per 100mila euro; il progetto
European Resistance Archive, sul 60°
anniversario della Liberazione dal
Fascismo, per 40mila euro); i restanti
progetti sono attualmente in fase di
valutazione.
Rapporti internazionali
Oltre alla gestione dei rapporti di
gemellaggio istituzionali, l'Ufficio
sta lavorando sul progetto "Banca dati gemellaggi" con il quale il
nostre Ente intende coordinare i vari progetti sul territorio e stimola-
re insieme ai Comuni un ulteriore sviluppo dei gemellaggi europei, con l'obiettivo di
farne strumento di promozione di
relazione e scambi istituzionali, culturali, economici e sociali.
Per quanto riguarda la Cooperazione Internazionale, attualmente
la Provincia partecipa a 5 progetti
in altrettante aree di intervento; lo
Sri Lanka, i campi Sahrawi in Algeria, la Palestina, la Romania, il
Pakistan.
Per altri progetti di cooperazione
internazionale l'ufficio svolge un
ruolo di coordinamento e supporto ai diversi soggetti (Enti Locali, associazioni e altre organizzazioni),
che lavorano con realtà diverse nel
mondo (Eritrea, Argentina, India).
Attività di sensibilizzazione e
comunicazione sull'Europa
Tra gli obiettivi dell'ufficio c'è
quello relativo alla sensibilizzazione sui temi dell'Europa. È stato scelto un percorso che porti a un avvicinamento all'Europa che parte dal
basso: il concetto di appartenenza
e di cittadinanza europea visto non
più in un'ottica di imposizione calata dall'alto, ma di partecipazione
e conoscenza. Per questa ragione
sono state organizzate diverse iniziative tra cui, per citarne solo alcune, la Festa dell'Europa, la Settimana Europea dei Giovani, l'ospitalità della World Youth Orchestra
con il concerto al Teatro Valli.
Il progetto di un periodico, in
uscita in giugno, e una newsletter
quindicinale rappresentano poi ulteriori strumenti con cui l'Ufficio intende avvicinare i cittadini all'Europa, alle sue Istituzioni e alle sue
opportunità.
R’EUROPA: perché un giornale
Perché un giornale. Soprattutto perché un
giornale che parla della Provincia di Reggio
Emilia e dei suoi rapporti con l'Europa e il
mondo. L'obiettivo che l'ente si e dato è ambizioso: aprire un canale di comunicazione per
avvicinare i cittadini all'Europa, ma
non solo.
Proiettare Reggio Emilia fuori
dai propri confini è quanto stanno già facendo le aziende del territorio, il tessuto economico ha capito che il futuro parla il linguaggio dell'internazionalizzazione. Lo
hanno capito anche molti giovani,
forti della convinzione che ciò che
da sempre è considerato "straniero" debba oggi invece diventare
familiare.
Da qui la scelta di dare vita, grazie anche
all'inserimento all'interno di progetti di respiro europeo, al periodico "R'EUROPA - per
uno scenario senza confini", che uscirà sotto
la testate storica "La Provincia di Reggio Emilia". È un passo concreto per favorire l'apertura di un dialogo, per fornire un servizio ai
comuni della Provincia, alle associazioni e a
tutti coloro che ci chiederanno di riceverlo. È
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STAMPA REGGIANA
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un passo ulteriore lungo quel percorso che ha
come obiettivo quello di rendere sempre più
trasparente l'attività dell'ente, spiegando anche i processi, a volte complessi, per arrivare
e lavorare su uno scenario europeo.
R'EUROPA parlerà quindi di Europa, di progetti, di ambizioni, di ciò che
viene offerto come opportunità. Cercherà di delineare le
strategie della Provincia in
un'ottica più ampia di quella puramente legata al territorio.
R'EUROPA rappresenta anche un'occasione per parlare
di cooperazione internazionale e di pace. Il nostro territorio è da sempre protagonista di importanti gesti di solidarietà, R'EUROPA cercherà di raccontarli, ma soprattutto
cercherà di favorire quell'attività di coordinamento che può servire a renderli ancora più
efficaci.
Per informazioni: Ufficio Politiche Comunitarie e Rapporti Internazionali,
tel.0522/444132 - 193; e-mail: politichecomunitarie@mbox.provincia.re.it
Speciale >
Cosa è il Comitato delle Regioni
La Presidente della Provincia Sonia
Masini è un membro del Comitato
delle Regioni, istituito nel 1994 dal
Trattato di Maastricht (art. 7 del trattato), ed è una delle più giovani e anche la più piccola delle istituzioni europee. Esso svolge funzioni consultive nei riguardi della Commissione e
del Consiglio ogni qual volta vengano avanzate nuove proposte in settori
che interessano la realtà regionale e
locale.
Composto da rappresentanti della
collettività regionale e locale al fine
di poter consentire anche agli Stati
membri privi di un'organizzazione su
base regionale di essere rappresentati
comunque a livello locale, garantisce
che gli stessi abbiano nel processo decisionale dell'Unione Europea la loro
influenza con il relativo rispetto delle identità e delle prerogative regionali e locali, permettendo in tal senso ai poteri pubblici più vicini ai cittadini, sindaci consiglieri municipali,
Promuovere i prodotti tipici reggiani in Europa
presidenti regioni, di avere un ruolo
nell'ambito del processo decisionale
comunitario.
Le sue funzioni consultive che si
concretizzano nell'emanazione di un
parere possono essere facoltative,
quando agiscono di propria iniziativa,
o obbligatorie se richieste dal Consiglio o dalla Commissione ma in nessun caso vincolanti.
Il Comitato organizza i suoi lavori
attraverso commissioni specializzate.
In tutto sono sei:
- Commissione "Politica di coesione
territoriale" (COTER)
- Commissione "Politica economica
e sociale" (ECOS)
- Commissione " Sviluppo sostenibile" (DEVE)
- Commissione " Cultura e istruzione" (EDUC)
- Commissione " Affari costituzionali e governance europea" (CONST)
- Commissione " Relazioni esterne"
(RELEX).
L'occasione sono gli OPEN DAYS
2006 che portano a Bruxelles nell'arco di una settimana migliaia di
persone provenienti da tutti i paesi
dell'Unione.
Promuovere le eccellenze di Reggio nelle istituzioni dell'Unione Europea. È questo l'obiettivo dell'iniziativa promossa dalla Provincia di
Reggio Emilia a Bruxelles.
La Presidente della Provincia Sonia
Masini e l'assessore all'agricoltura
Roberta Rivi, con i funzionari dell'ufficio Politiche Comunitarie e Rapporti Internazionali della Provincia,
sono infatti state a Bruxelles per organizzare un'attività di promozione
dei prodotti tipici reggiani in occasione degli OPEN DAYS, manifestazione in programma nella settimana
compresa tra il 9 e il 13 ottobre 2006.
L'edizione di quest'anno degli
OPEN DAYS, incentrata sul tema "Investire nelle regioni e nelle città
d'Europa: partner pubblici e privati
per la crescita e l'occupazione",
avrà come sfondo la nuova politica
di coesione e la prossima generazione di programmi dei Fondi strutturali 2007-2013. Il programma della settimana prevede, tra le altre cose, anche un ciclo di 35 workshop su
temi come investire in imprese competitive e impieghi di qualità; sostenere l'innovazione regionale; investire nell'utilizzo sostenibile delle risorse e delle tecnologie ambientali;
sostenere i partenariati pubblico-privato per i grandi progetti infrastrutturali. Gli OPEN DAYS portano
ogni anno a Bruxelles migliaia di persone, si tratta quindi di una occasione importante per far conoscere
in tutta Europa i prodotti caratteristici del territorio reggiano.
Organizzare manifestazioni per unire i popoli dell’Unione
Reggio Emilia ha celebrato per il
secondo anno la festa dell'Europa.
È la stessa Costituzione europea,
adottata a Roma il 29 ottobre 2004
dai 25 paesi dell'Unione, a sancire la
Festa dell'Europa come simbolo europeo, insieme alla moneta unica
(l'euro), alla bandiera, all'inno e al
motto. Il 9 maggio rappresenta
quindi l'occasione per organizzare
attività che avvicinino l'Europa ai cittadini e i popoli dell'Unione tra loro.
Quest'anno le iniziative programmate erano rivolte prevalentemente ai giovani. Sono stati loro infatti
i protagonisti degli eventi che dal 5
al 14 maggio hanno animato la città
di Reggio Emilia e il comune di Castelnovo Monti.
Il programma, che ha avuto il patrocinio della Commissione Europea
Rappresentanza a Milano, è nato da
una collaborazione della Provincia di
Reggio Emilia con il Comune capoluogo e la Comunità Montana.
Ad aprire il programma delle celebrazioni per l'edizione 2006 un'iniziativa per festeggiare il ritorno dopo 35 anni della Reggio sportiva in
Europa: venerdì 5 maggio in piazza
San Prospero c'è stata una grande festa con aperitivo per la Pallacanestro
Reggiana, reduce dalla sua splendida partecipazione alla Uleb Cup. La
Presidente della Provincia Sonia Masini e il Sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio hanno salutato giocatori, tecnici e dirigenti della squadra
di basket in una piazza piena di tifosi e di tanti reggiani attirati dalle
bandiere europee e, ovviamente,
dalla presenza dei giocatori di basket.
La giornata di sabato è stata invece animata da 2 eventi: "Pace, diritti e democrazia attraverso il dialogo ed il dibattito - Festa dell'Europa 2006", il progetto promosso
dall'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, ha fatto tappa in Comune dove Iuna Sassi, assessore all'istruzione del Comune di
Reggio Emilia, Gianluca Chierici, assessore all'istruzione della Provincia
di Reggio Emilia, Giulio Fantuzzi, Presidente di CRPA - EUROPE DIRECT Carrefour europeo Emilia, e Vincenzo Aiello, direttore del C.S.A. hanno
salutato nella ex sala del consiglio
comunale di Reggio Emilia le delegazioni di giovani europei ospiti in
città.
Nel pomeriggio alla Gabella, alle
18.30, un aperitivo con la proiezione del filmato "Reggio Emilia. Mol-
te città, diversi sguardi", video-documentario sui progetti degli artisti europei
della mostra "Storie urbane", in programma nell'ambito della Settimana
Europea della Fotografia.
A seguire concerto di gruppi musicali reggiani.
Lunedì 8 le manifestazioni si sono
spostate a Castelnovo Monti
dove un gruppo
di giovani studenti provenienti dalla Spagna, ospiti in
montagna per 3
giorni, hanno incontrato
gli studenti degli istituti
superiori locali. Ambiente,
energie alternative e sviluppo dei territori sono i
temi su cui i ragazzi si confronteranno.
Il 9 Maggio, giornata
centrale delle manifestazioni, tre giovani donne
imprenditrici e un imprenditore sono stati i
protagonisti dell'incontro
"In Europa, da figli a capitani d'impresa" che si è tenuto nella splendida cornice della sala degli
Angeli.
Al confronto hanno partecipato
Sonia Masini, Presidente della Provincia e rappresentante del Comitato delle Regioni d'Europa; Constance Hanniffy, irlandese, rappresentante del Comitato delle Regioni fin
dalla sua costituzione nel 1994, e vi-
cepresidente della commissione
ECOS; Costantino Condorelli, coordinatore della delegazione italiana
del Comitato delle Regioni. Al tavolo si sono seduti, assieme ai rappresentanti delle istituzioni, Michela Vittoria Brambilla, presidente nazionale Giovani Imprenditori di Confcommercio; Claudio Ognibene, presidente della Ognibene SPA; Laura Za-
su temi legati alla strategia di Lisbona, con una particolare attenzione al passaggio generazionale, all'innovazione, alla conciliazione del
tempo vita e lavoro, e al ruolo degli
enti locali nella definizione di una
policy di crescita e sviluppo, all'interno dei dettami provenienti dall'Unione Europea.
Il ruolo di intervistatore è stato ri-
narini del Gruppo Giovani della CNA
di Bologna, e Cinzia Rubertelli, Vice
Presidente Gruppo Giovani Imprenditori dell'API di Reggio Emilia
La giornata è stata organizzata
con l'attiva partecipazione dei gruppi giovani delle associazioni imprenditoriali e professionali reggiane che, assieme alla Provincia, hanno avviato un percorso di confronto
coperto da Gabriele Franzini, direttore di Telereggio, che ha contribuito a far emergere le particolarità delle diverse esperienze sul delicato tema del passaggio generazionale.
Le celebrazioni si sono concluse il
14 maggio al Remida Day, in piazzale
Europa, con un punto informativo
sull'Europa.
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GIUGNO 2006
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Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
HA SOLO 20 ANNI IL REGGIANO
CHE
HA
VINTO
DUE
VOLTE
Si chiama Michele Montanari ed è stato eletto sia nel Consiglio di Amministrazione sia in quello della Facoltà di Ingegneria. Altri tre vincitori della nostra città sono: Cristian Dori, Davide Del Monte e Alessandro Bertani
Michele Montanari ha 20 anni.
Prof. Gian Carlo Pellacani
Rettore Università
Modena-Reggio
L'
elevata partecipazione che ha
contrassegnato la tornata elettorale
di maggio, un appuntamento che ha
coinvolto quasi il 20 per cento dei nostri studenti, è un incoraggiante conferma dell'impegno e della passione
civile che distingue la nostra comunità
accademica e, in particolare, i suoi oltre 18.000 iscritti.
Sono particolarmente soddisfatto
per questa prova di mobilitazione, superiore ad ogni più ottimistica attesa ed a quanto avviene altrove, che
va senz'altro ascritta alla ferma volontà ed agli atti concreti, posti in essere dagli organi dell'Ateneo, per
giungere ad integrare a pieno nella
vita universitaria questa fondamentale presenza. Ma, va anche sottolineato, che a questo risultato hanno
concorso le capacità e gli sforzi delle
due città universitarie di Modena e
Reggio Emilia nel saper accogliere
questi giovani, che rappresentano
un'importante e preziosa ricchezza
culturale, scientifica e professionale
per il territorio e per lo sviluppo delle sue attività socio-economiche.
Tutto si è svolto con ordine e nella
più assoluta serenità. Anche questo è
un tratto che ci distingue positivamente e che dimostra la qualità ed il
rigore formativo ed educativo perseguiti dal nostro Ateneo, nonchè il grado di maturità degli studenti modenesi e reggiani ed il grado di adesione convinta e profonda a valori etici
come la cultura del rispetto dell'altro
e della fiducia nell'arricchimento che
deriva dalla accettazione del libero
confronto di idee ed opinioni, anche
quando non condivise.
Sono, dunque, davvero orgoglioso
per la risposta data dai nostri iscritti,
che ci rafforza nella convinzione di sostenere e chiedere un loro più attivo
coinvolgimento nel tessuto sociale
delle città di Modena e Reggio Emilia. Occorre, infatti, favorire, progettare e intensificare instancabilmente
quei momenti di aggregazione, che
restituiscano loro l'entusiasmo per
un'esperienza formativa e civile ricca
e bella dal punto di vista umano.
Esprimo, infine, l'auspicio che abbiano sempre a prevalere tra loro sentimenti improntati alla collaborazione
con e nelle istituzioni accademiche ed
al desiderio di concorrere in maniera
propositiva a migliorare la qualità di
una presenza che li renda protagonisti così nell'università, come nella società e nella vita. A quanti sono stati eletti nei diversi organi accademici
e didattici rivolgo il ringraziamento,
poi, per aver voluto dare la disponibilità a dedicare un po' del loro tempo alla costruzione e definizione dei
processi decisionali riguardanti l'organizzazione e la gestione dell'Ateneo, ma anche di aver accettato un incarico che - mi auguro - sia davvero
accolto come un autentico servizio reso all'istituzione ed ai loro colleghi.
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Frequenta il primo anno della Facoltà di ingegneria. E' di Scandiano, la sua famiglia non è povera,
ma neanche ricca. Nonno e papà
erano praticamente due operai,
partigiani e comunisti, attivisti,
sempre pronti, come lui, che è già
stato Presidente di Consulta Giovanile Provinciale e di altri vari organismi. Gente di fede, che non
chiede, ma dà. Michele dice cose
belle, col viso raggiante:<< Vado in
Facoltà quasi tutti i giorni, studio
con tenacia, per me e la mia famiglia>>. Dice che alle lezioni i professori sono sempre a disposizione
e sono bravi, tutti con esperienze
all'estero. <<Non c'è l'obbligo di
frequenza, ma se salto le lezioni il
danno è mio>>. Dice che è importante il rispetto di se stessi, come
condizione per avere rispetto per
gli altri, coi quali allora, si può fare vero gruppo. Michele mi racconta di avere appena finito di fare il muratore per costruire, col
gruppo, un circolo Arci CHIONSO,
in zona Aeroporto. Si capisce che
è "caricato" per il suo privato e anche per il suo pubblico. Michele è
un bel ragazzo, fisicamente, moro
di capelli e di occhi, ben portante
una zazzeretta che scende ai due
lati con basette nerissime, su pelle candida e liscia. Basette da uomo, anche se lui è ancora ragazzo.
Michele parla bene, è agile disponibile, intellettualmente pronto,
moralmente radicato nel dovere,
nel bene. Sua parola chiave è
DIALOGO. E questo suo offrirsi lo
ha fatto vincere, costruendo una
unità di consensi mai trovati prima.
Michele Montanari lo trovo nel suo
Circolo ( ovviamente di sinistra).
Ha pantaloncini di tela arancione a mezza gamba, scarpe da ginnastica e maglietta bianca con
scritta inglese colorata. Sta bene
così mentre fa il trasloco di quadri
manifesti e libri. Mi pare che la scopa appoggiata all'angolo lo aspetti. Questa mattina ha sostenuto un
esame a ingegneria. E' andato bene è contento il suo viso di bimbo
- universitario si allarga in un sorriso compiaciuto, testa fra i gomiti appoggiati al tavolo e occhi puntati: <<Sono pronto, mi domandi>>.
La sua lista di sinistra ( UNIONE UNIVERSITARIA) ha vinto 17
dei 24 posti di rappresentanza
degli studenti negli organi accademici col 51% dei voti.Ha
superato la lista di destra ( STUDENT OFFICE) che ha preso il
32% dei voti. Siete soddisfatti?
Molto, l'unità di tutti i gruppi di
sinistra ha scalzato S.O. e riconanno IV numero 6
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GIUGNO 2006
quistato l'Ateneo dopo 20 anni di
divisioni. Siamo ormai autonomi
da Modena, abbiamo scolpita la
siamo nuovi, c'è un cambio generazionale e perché dobbiamo puntare a obiettivi comuni precisi.
Michele Montanari
nostra identità,mostrato la nostra
potenzialità. Tutto questo va bene.
Lei ha avuto un doppio risultato positivo: è l'unico reggiano eletto nel Consiglio di Amministrazione e anche nel Consiglio di Facoltà.
Adesso fa la ruota del pavone in Università?
No,sono contento perché con
me sono stati eletti anche CRISTIAN DORI ( Agraria - Rubiera),
DAVIDE DEL MONTE (Ingegneria Rubiera), ALESSANDRO BERTANI
(Scienze Comunicazione-RE).
Dobbiamo fare gruppo perché
Ma quali sono questi punti?
Primo: fare dialogare la Città
con l'Università, siamo un fatto
storico da utilizzare bene per lo
sviluppo reciproco. Ci vuole subito
un PROGETTO UNITARIO fra Università, Studenti, Enti Locali, altre
istituzioni: ci vuole la griglia degli
obiettivi, con l'indicazione dei
mezzi, metodi, percorsi, tempi,
verifiche.
Ma in concreto a cosa puntate?
1) Blocco delle tasse, che crescono ogni anno.
2) Mense studentesche per i tre
poli, a prezzi bassi.
3) Trasporti agevolati con mezzi
pubblici e rimborsi per quelli privati, personali. Io abito a Scandiano e ogni giorno, trasporto e pasto, spendo 300 euro al mese è
troppo per me.
4) Aumento dei viaggi all'estero
con ERASMUS.
5) Favorire la partecipazione effettiva degli studenti dei tre Poli
( Via Kennedy, Via Allegri, S. Lazzaro) assegnando una sede ai loro
rappresentanti e un luogo per le
riunioni.
6) Le risorse finanziarie e gli investimenti devono valutarsi per
quantità e qualità. Occorrono
informazioni precise e discussioni
reali con le rappresentanze studentesche.
7) Mettere in rete le informazioni e decisioni di tutti e tre gli
"sportelli" insieme: ci vuole un
senso unitario dentro tutta l'Università.
8) Far crescere la "cultura della
città nell'Università", e la "cultura universitaria nella città". Oggi
c'è separazione dannosa. Insieme
devono costruire percorsi di attività culturali, artistiche, sportive,
ludiche.
Ma voi non avete nemmeno
le attività particolari degli studenti universitari?
Esempio: le feste delle matricole per la fine degli esami, per le
COSI’ HANNO VOTATO
N elle due giornate del 3 e 4 maggio
2006 si sono recati alle urne 3.421 studenti su 17.588 aventi diritto: questo livello di partecipazione corrisponde al
19.45%
Oggetto di questa elezione è: il rinnovo delle rappresentanze loro spettanti in
seno agli organi accademici e didattici:
Senato Accademico (4 saggi); Consiglio di
Amministrazione dell'Ateneo (4); Comitato per lo Sport Universitario (2); Consigli di Facoltà; Consiglio di Corso di Lau-
LISTA DIFF SEGGI
Student Office
12,68% 1 (3)
Unione Universitaria
10,99% 3 (1)
Mov. Univ. Padano
0.52%
Azione Univ.
2,23%
rea o Laurea specialistica e Consiglio di
Amministrazione dell'Azienda Regionale
per il Diritto allo Studio Universitario di
Modena e Reggio Emilia.
L'appuntamento è stato assai più sentito dagli studenti della sede di Modena,
dove si son recati alle urne in 2.853
(22,07%), e in maniera più tiepida fatte
alcune eccezioni dagli iscritti di Reggio
Emilia, che ha registrato un numero di
votanti pari a 564 (12,10).
2006
2003
1.067 (32.01%)
1.138 (44,69) -
1.708 (51,24%)
1.025 (40,25) +
112 (3,36%)
99 (3,88) -
446 (13,38%)
284 (11,15) +
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
lauree, le squadre sportive, l'orchestrina, i colori delle facoltà
nelle cravatte,nei gemelli e magliette; portate sempre le magliette delle Università straniere.
Vede,noi abbiamo il frutto dentro, ma siamo ancora un pò acerbi. I semi stanno crescendo, e
quello che Lei elencava lo abbiamo
tutto in noi. Spunterà e lo vedrà:
ma adagio con pazienza.
Questo giornale vi segue con
simpatia da sempre. Evidenziamo i vostri problemi in relazione alla crescita vostra e
nostra,Università e Città.
IVANO DAVOLI, nostro Direttore, scrisse 2 anni fa, concludendo
un suo lungo "fondo": <<STAMPA
REGGIANA continuerà la sua campagna a favore di chi non potrà
mai trovarsi un alloggio!>> ( Anno II°, n.2, Febbraio 2004.
NANDO RINALDI, già rappresentante degli studenti negli organi
accademici, presentò sul nostro
IL GIUDIZIO POSITIVO
SUI PROFESSORI
I professori della nostra università sono presenti, disponibili, bravi. Hanno quasi tutti esperienze di università staniere. Il prof. Scipio Cuccagna
(nella foto) insegna ora matematica a Reggio dopo dieci
anni da docente in USA
giornale una indagine sociologica
( Dott. C. Bonacini) evidenziando
che il livello di socializzazione e integrazione con la città è molto basso, l'offerta di tempo libero e ludico è quasi nullo, il 37% degli
studenti ha definito negativa l'offerta sociale e ricreativa della
città.( Anno III°, n.7 Luglio-Agosto
2005).
SERGIO MASINI nel numero scorso ha decisamente denunciato il
fatto che l'immigrazione di circa
3000 studenti da fuori Reggio non
ha prodotto niente e nella città gli
studenti non si vedono.
questo?
La vostra attenzione è importante per noi. I vostri punti di vista sono anche nostri.
A me questa intervista è piaciuta e a Lei ?
Anche a me, grazie.
Michele si offre alla mia macchina fotografica che scatta così
bene tanto che nello sviluppo non
c'è venuto niente e la foto di Michele è arrivata al giornale per email da Michele fotografo di se
stesso.
Ser. Ma.
Lei cosa ne pensa di tutto
QUANDO LA VITA DA STUDENTE NON E’ MALE
Dai sondaggi risulta che i ragazzi hanno una considerazione diffusa del lavoro come un peso, un onere motivato esclusivamente dal guadagno di danaro
di Riccardo Caselli
"H
omo sine pecunia est imago
mortis", recitava un proverbio latino, e che "il dio denaro" rappresenti una sorta di demiurgo che tira le fila della società è realtà secolare, già ben descritta nei romanzi
di Zolà. Il denaro è il mezzo simbolico attraverso cui si esplica il potere generalizzato verso cose e persone, esso regola la nostra vita sociale, definisce rapporti, gerarchie,
regole, e in questo non è mai cambiato molto.
Ciò che può cambiare in una società è la relazione che si definisce
fra esso, inteso come generica ricompensa, e le motivazioni degli individui.
Prendiamo ad esempio un cinquantenne che, alla luce di una soddisfacente carriera, acquista la Porche piuttosto che la barca. Egli acquista tanto un oggetto quanto un
simbolo, il quale è il frutto di un
percorso di vita che ora si materializza. Ecco una concezione di "status symbol" che potremmo definire sana, fisiologica, ossia dell'oggetto che concretizza il lavoro che
vi è alla base, più che essere mera
ostentazione.
Invece nelle nuove generazioni
sta accadendo qualcosa di diverso.
Più saliamo nell'anagrafe più troviamo fra i ragazzi la considerazione diffusa del lavoro come un peso,
un onere, che viene motivato esclusivamente dal guadagno di denaro.
Ci sono affermazioni mediamente condivise del tipo "vorrei avere
un miliardo, non per comprare
qualcosa in particolare, ma per non
dover più andare al lavoro ogni
mattina alle 8". È quasi unanimemente condivisa anche l'idea che
"se potessi fare come Costantino e
prendere migliaia di euro per una
serata in discoteca senza fare niente, lascerei al volo il mio lavoro o i
miei studi", è sempre più diffusa l'idea del "provarci prima in un'altra
maniera", del "sistemarsi senza
sbattersi". Per rendersi conto di una
simile realtà senza interpellare direttamente i giovani, basta analizzare i sondaggi sulle richieste di
questi verso il mondo del lavoro. Alle prime due posizioni troviamo: posto garantito e vicino a casa. Traduzione? "Innanzitutto ci interessa
restare vicini alla fidanzata, agli
amici, continuare a frequentare il
nostro giro di locali, perché questo
è l'importante, mentre il lavoro deve solo garantirci il cash per spassarcela".
La cosa che stupisce maggiormente è come questa filosofia del
"lavoro perché devo, ma se potessi
evitarlo lo farei", è assai diffusa anche fra le nuove generazioni di universitari, i quali si presume abbiano
avuto la possibilità di scegliere un
percorso che perlomeno non dovrebbe disgustarli, e nel loro caso lo
slogan diventa: "lavorerò perché
dovrò, ma se potrò evitarlo lo farò",
oppure "me la prendo con comodo,
tanto i conti li paga la famiglia e la
vita da studente non è male".
Ma è naturale che le cose stiano
così? Lo è nel momento in cui riconosciamo il denaro come unica motivazione.
Da più di trent'anni è noto in ambito scientifico un fenomeno denominato "effetto di ipergiustificazione", scoperto attraverso numerosissime procedure sperimentali,
che mostra come l'introduzione di
ricompense per comportamenti già
intrinsecamente motivanti, porti
l'individuo a perdere il piacere originario per l'attività e a legare il
proseguimento d'essa solo alla presenza della ricompensa.
Chiunque sia prossimo alla pensione può facilmente sperimentare
un simile meccanismo.
Eppure oggi si avverte quasi l'impressione che per primi i giovani vadano perdendo la motivazione in-
trinseca al lavoro, il quale potrebbe
invece essere considerato non un
onere, ma la massima realizzazione
di sé.
L'illustre teorico Maslow ha disegnato una sorta di "piramide dei bisogni" degli esseri umani, alla cui
base sono situati quelli fisiologici, e
poi salendo troviamo quelli sociali,
ossia di sicurezza, appartenenza o
stima, fino ad arrivare al vertice che
è costituito dall'autorealizzazione.
L'idea è che la soddisfazione di
ogni bisogno sia la base per raggiungere quella del successivo.
In questa prospettiva le inquietudini dell'uomo possono essere
superate attraverso una piena e autentica espressione di sé. Non c'è bisogno di essere di religione protestante per capire come il lavoro, che
può anche essere arte, o comunque
più in generale creazione, non possa non avere un ruolo centrale nel
raggiungimento dell'autorealizzazione.
Già i filosofi esistenzialisti, da
Kierkegaard ad Heidegger ci hanno
parlato dell'aspetto della "progettualità" che caratterizza la vita dell'uomo, e ci hanno illustrato come
solo ponendosi in una simile prospettiva l'uomo può sfuggire all'angoscia intrinseca alla vita.
Il denaro è importante, ci mancherebbe, e per citare Woody Allen
possiamo dire che "se i soldi non
fanno la felicità, figuriamoci la miseria", ma c'è qualcosa nel lavoro
STAMPA REGGIANA
>
che prescinde dal pagamento e che
oggi sembra così difficile da riconoscere: è la verifica delle proprie
capacità, la concretizzazione dei
propri processi di pensiero, la propria mano che modella la realtà, e
tutto questo passa anche per la frustrazione, e perché no, i fallimenti.
Potremmo, seguendo il filosofo
americano William James, dividere
l'immagine che ogni uomo ha di sé
in tre parti: un Me materiale, un Me
sociale e un Me spirituale. È con
quest'ultimo che il lavoro può ricongiungerci quando ci piace, quando diventa passione, quando prescinde dai premi al punto che quasi lo faremmo gratis (almeno i primi tempi!). Oggi invece l'identificazione dei giovani è in prevalenza
con gli altri due aspetti, e ci si misura per ciò che si ha più che per ciò
che si fa, per ciò che si è ritenuti essere, piuttosto che per ciò che si è.
Probabilmente è un discorso già
sentito, la società dell'apparire, dell'avere, ma se questa società, il cui
futuro sono i giovani, continua ad
ignorare i propri bisogni, finirà col
pagarli cari.
Anoressia, bulimia, depressione,
abuso di sostanze, sempre più diffusi fra le nuove generazioni, rappresentano la ribellione del nostro
io più profondo; alcol e droghe oltre ad evadere, servono allora a vincere la noia, a colmare quel vuoto
che abbiamo trascurato, perché
l'importante erano solo i soldi.
anno IV numero 6
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GIUGNO 2006
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> Aziende
NASCE A REGGIO UN NUOVO POLO PER
Ne parliamo in un’ampia intervista con Giancarlo Azzoni di Azzoni&Bergamaschi,
Massimo Gervasio della Ital Legno srl e Alessandro Pistorello di Progetto Serramenti
pagine a cura di
Emanuele La Costa
tificazione del Consorzio "Legno-Legno" secondo le normative UNI 42-7786. La forma dei profili può essere
"Harmony" per un'edilizia moderna
oppure "Barocco" con linee più arro-
La finitura è importante nei Vostri prodotti?
Sottolineo che la finitura è di fondamentale importanza per tutti i nostri prodotti. Può essere effettuata con
ramenta: abbiamo scelto, dopo varie
prove sul "campo", la Maico che ci garantisce durate nel tempo, collaborazione tecnica e, soprattutto, la possibilità di soddisfare le varie esigenze
della nostra clientela.
La clientela appartiene ad un
solo settore oppure varia?
Grazie a quella che io chiamo la
miglior forma di pubblicità rappresentata dalla qualità dei prodotti e
dal servizio offerto numerose aziende hanno instaurato con noi rapporti
commerciali. La nostra clientela è comunque varia composta da privati,
imprese edili e aziende specializzate nella vendita e distribuzione fuori dalla nostra provincia ma in perfetta sintonia con la nostra "mission".
Fontanellato, comune di remota origine in provincia
di Parma che conserva tutt’ora un aspetto medioevale (portici, case del XIV secolo, rocca dei primi anni del
XIV secolo sontuosa dimora della famiglia Sanvitale),
tra le numerose aziende insediatesi nel suo territorio
annovera, dal 1974, la falegnameria Azzoni&Bergamaschi. Storia ed attività della falegnameria ci sono
gentilmente illustrate dal Sig. Giancarlo Azzoni.
La falegnameria è stata costituita
nel 1974 dal Sig. Azzoni figlio d'arte,
terza generazione di falegnami, ed il
Sig. Bergamaschi, estraneo all'ambiente ma appassionato del settore.
L'attività è iniziata in un locale di 400
metri quadri vicino all'abitazione del
Sig. Azzoni, sede storica delle precedenti generazioni di falegnami.
Quale il motivo del successivo
trasferimento della falegnameria
in zona artigianale:
L'attività dell'azienda era in conti-
Ho già accennato ad una produzione diversificata. Produciamo, infatti, serramenti interni ed esterni (finestre, persiane, antoni, porte interne in massello e pantografate). Utilizziamo qualsiasi essenza di legno idonea, comunque a garantire sempre la
qualità dei nostri prodotti e, tengo a
sottolineare, senza limitare la "fantasia" dei nostri clienti. Il montaggio
inoltre viene effettuato da personale
interno dell'azienda o di stretta collaborazione in modo da poter sempre
Nella foto al centro il blocco centrale della sede produttiva, sotto un particolare della produzione, macchina a controllo numerico per infissi speciali
tondate e classiche per un'edilizia, attualmente in fermento, da ristrutturazione nei centri storici. La tipologia
delle finestre, infine, può essere, a richiesta del cliente, lineare, arco, trapezoidale con le rispettive aperture ad
anta, anta-ribalta, alzante-scorrevole
o scorrevole-complanare.
vernici oppure smalto. Ma ad una
sola condizione: noi utilizziamo
esclusivamente prodotti che ci assicurano una garanzia di durata
che nel caso dei prodotti Adler sono 4 anni per le vernici e 5 per gli
smalti. Importante per noi, inoltre, è anche la qualità della fer-
iTAL LEGNO
Azzoni Giancarlo & Bergamaschi Ugo snc
Tel 0521.822248 Fax 0521.822125
info@azzoni-bergamaschi.it www.azzoni-bergamaschi.it
Via Pietro Nenni, 32
43012 Fontanellato PARMA
S.R.L.
Le porte interne come sinonimo di arredamento e non più chiusura di una stanza o di un locale. Oggetto pregiato che diviene parte integrante del progetto di
realizzazione di un ambiente sia esso abitazione privata, ufficio o locale pubblico.
C he tipo di attività svol-
nua espansione e così dopo 6 anni abbiamo deciso di trasferirci in un laboratorio di 1000 metri quadri nella zona artigianale del nostro paese, ove attualmente ha sede la nostra ditta. Trascorso qualche anno abbiamo provveduto ad un ulteriore ampliamento.
Abbiamo potuto, così, dividere l'area
della produzione dal magazzino destinato al deposito dei materiali e dei
prodotti finiti in attesa del montaggio.
Ci può illustrare le principali caratteristiche dei Vostri prodotti?
Le caratteristiche dei nostri prodotti
sono diverse. Puntiamo, in particolare, alla qualità dei materiali (legno,
ferramenta, ecc.) che devono essere
sempre in grado di superare i severi
giudizi dei nostri clienti in buona parte privati e giustamente molto esigenti. La versatilità dei nostri prodotti ci porta ad una produzione molto
diversificata ma sempre, comunque,
molto accurata.
Quali i Vostri principali prodotti?
8
STAMPA REGGIANA
>
controllare direttamente la qualità dei
prodotti in ogni momento.
L'aggiornamento tecnologico è
stato, pertanto, d'obbligo?
Nel corso degli anni abbiamo provveduto ad un costante aggiornamento tecnologico del nostro sistema
produttivo con, tra l'altro, l'inserimento di macchinari a controllo numerico e completamente automatizzati. Riteniamo di aver raggiunto, per
il momento, i vertici con l'acquisto di
un centro di lavoro con "cambio utensile" a controllo numerico e una linea
automatizzata di produzione; entrambi ci consentono di abbattere definitivamente alcuni nostri precedenti limiti mantenendo, nello stesso tempo, uno standard qualitativo all'altezza delle sempre crescenti esigenze
del mercato.
Quali le principali caratteristiche
delle Vostre finestre?
Accenno, primo fra tutti, ai due tipi di profili con sezioni da 57mm oppure 68mm entrambi completi di cer-
anno IV numero 6
>
GIUGNO 2006
ge la vostra azienda? Dove
opera?
La ditta Ital Legno azienda
leader nel settore della produzione di porte interne in legno
e laminatino, è dislocata su una
superficie di oltre 15.000 Mq.,
ed opera sul territorio nazionale da oltre 40 anni.
E' situata a Remedello Sopra
(BS), nel cuore della Pianura
Padana, sul confine tra le province di BS, CR e MN.
Ital Legno si avvale di macchinari all'avanguardia per la
produzione dei suoi prodotti e
personale altamente qualificato che ne fa della stessa una
realtà tra le più affermate nel
settore.
Che linee di prodotti proponete?
Ital Legno propone un'ampia gamma di porte per ogni
esigenza e gusti, dalle più
semplici alle più lavorate, personalizzate nei particolari. E'
proprio la cura dei particolari
che caratterizza le collezioni e
ne permette l'inserimento in
ogni ambiente, dal più classi-
co a quello più moderno.
Ital legno è l'azienda ideale
per chi cerca l'equilibrio di uno
stile senza tempo.
Scegliere una porta Ital Legno
significa aprire la propria casa
all'eleganza, alla qualità e al design.
La collezione "Ital" è stata disegnata per il cliente che cerca
i dettagli dello stile classico, con
linee tradizionali, barocche cor-
Massimo Gervasio (Socio Titolare)
rispondenti ai più rigidi dettami della produzione artiginale.
La collezione "Futura" nasce
dall'evoluzione del tempo che
eliminando ogni dettaglio del
classico spinto predilige linee
sobrie, pannelli "a filo", curve
lievi e morbide
La collezione "Cromodoors" è
la nostra linea trend con inserti in acciaio, giochi di fughe e
dislivelli. Essenze moderne ed
attuali dal rovere sbiancato al
wenghè sino al ciliegio americano tinto a campione.
La collezione "Panto 8 e
Panto 2000" per i clienti che
dalle porte laccate, sempre
personalizzate nelle tinte,
pretendono il massimo.
Per finire la collezione "Laminatino" l'ultima nata in casa Ital Legno che riprendendo
la costruzione classica delle
porte di grande valore tecnico le aggiorna con rivestimenti in laminatino decorativo nelle innumerevoli finiture, direi infinite
A quale mercato e’ destinato il Vostro prodotto?
Il mercato in cui operiamo
da anni varia dal privato al
Aziende >
LA DISTRIBUZIONE DEL SERRAMENTO
Il filo che unisce chi produce manufatti e chi li acquista è uno degli aspetti più importanti e delicati della catena distributiva di qualsiasi genere merceologico. Il settore della produzione e distribuzione dei serramenti esterni e delle porte interne presenta aspetti unici e specifici che desideriamo approfondire con il titolare della "Progetto Serramenti", geom. Alessandro Pistorello
freddo listino di vendita, ma prima di
ogni altra cosa, con professionalità e
competenza. Sa che al cliente non si
deve mai rispondere nò.
I
nnanzi tutto Le chiedo il perché
del nome "Progetto Serramenti".
Il nome "Progetto Serramenti" nasce dalla volontà di far conoscere, in
concreto, il nostro obbiettivo, ovvero
la nostra Mission di progettare ed eseguire serramenti esterni ed interni secondo il gusto della clientela con risposte personalizzate. Un percorso
fatto di qualità e cura per il particolare e, s' intende, di stile moderno e lineare.
esperienza e della Vs. particolare
assistenza?
Chi trarrà sicuri vantaggi dalla
"Progetti Serramenti" potrà essere l'utenza privata, nonché gli imprenditori
edili, le società immobiliari e coloro
che sono nelle condizioni di dover ristrutturare un alloggio o comprare
una casa (fermo restando che, dalla
porta di entrata sino all'uscita, il protagonista, da noi "Progetto Serramenti" è il cliente). Il nostro lavoro è
proprio quello di riuscire ad accontentare i bisogni di tutti, anche i più
esigenti. Colgo anche l'occasione per
sottolineare la perfetta intesa che intercorre con costruttori ed immobiliaristi relativamente all'attività cantieristica.
Per meglio chiarire quanto a Lei
sta a cuore, a Suo giudizio in cosa consiste la Sua differenza?
La "Progetto Serramenti", in modo
esclusivo, limpido, attraverso i singoli marchi dei suoi partners, permetterà, al cliente, di dialogare direttamente con loro, traendone innegabili
e molteplici vantaggi, ricavandone
proposte tecnicamente ineccepibili e
commercialmente al passo con i tempi.
Quale sarà la clientela che potrà rivolgersi alla Vs. azienda, certa di poter usufruire della Vs.
Alessandro Pistorello
Attraverso quali modalità state
realizzando e pensate di sviluppare, in futuro, il "Progetto Serramenti" di cui sopra?
Dopo anni di esperienza nel settore della distribuzione di serramenti, sono dell'avviso che occorra stabilire rapporti commerciali ed umani che permettano di essere in buona sintonia
con i partners. Un lavoro di sinergie con
un comune denominatore: trasmettere una forte identità distintiva del marchio.
Quali vantaggi oggettivi avrà chi
per i suoi acquisti si rivolgerà alla
"Progetto Serramenti"?
Un buon consulente sa che la merce non va solo presentata esibendo un
La sede dello show-room a Reggio Emilia
costruttore, al progettista. Realizzando residenze, hotels e centri
commerciali la Ital Legno ha soddisfatto tutte le richieste che le sono
state fatte. In ognuno di questi settori abbiamo riscosso adeguato successo per la versatilità e l'eleganza
dei nostri prodotti.
La filosofia dell'azienda è proporsi sul mercato con prodotti di desi-
gn sempre innovativi rivolgendoci ad
un pubblico attento alle modernità
dei nostri tempi.
Avete novità da proporre?
Come Ital Legno, in collaborazione con i nostri partners, abbiamo
pensato di promuovere una società
di servizi dove ognuno di noi dà il
meglio di sé per soddisfare le esi-
La "Progetto Serramenti" intrattiene anche rapporti con qualificati progettisti?
Siamo assolutamente in grado, da
tempo, di garantire il mantenimento
di un rapporto privilegiato con professionisti altamente qualificati del
settore soddisfacendo qualsiasi loro
necessità.
sentirà alla medesima di toccare con
mano la bellezza e qualità dei nostri
materiali.
Che cosa sta cambiando alla
"Progetto Serramenti"?
La "Progetto Serramenti", in altre
parole, a disposizione per appuntamenti personalizzati, diviene sempre
più attenta alle esigenze espresse dal
mercato a cui intende rispondere con
un servizio sempre più qualificato, una
competenza sempre più vasta e specialistica, nella osservanza delle regole dettate da un mercato orientato sulla competitività.
Per concludere come vede il
mercato della distribuzione di finestre e porte a Reggio Emilia?
Comprendere messaggi nuovi è problematico anche a Reggio Emilia, ma
ritengo che ci sia ancora molto spazio
per chi punta sulla qualità non disgiunta da componenti umane, sociali e professionali. Rinnovarsi significa
proporsi in una sfida continua verso
l'innovazione, una sfida da portare
avanti ogni giorno in primo luogo con
la massima chiarezza, con segnali che
siano degni della tradizione in cui crediamo e che rappresentiamo.
Dove si svolge la vostra attività?
Nello show-room che si trova
in una importante e strategica
zona della nostra città facilmente raggiungibile e dotata di parcheggio il cliente entra per respirare un gusto, uno stile. In collaborazione con i nostri partners Sede ed esposizione:
Martiri di Cervarolo, 74/1/22 - 42100 Reggio Emilia
abbiamo messo a disposizione Via
Tel. 0522.33.76.56 Fax 0522.39.71.26.
per la nostra clientela un vasto E-mail: info@progetto-serramenti.it
campionario di prodotti che con- Sito Web: www.progetto-serramenti.it
genze del cliente avvalendoci di un
interlocutore che funge da tramite
tra noi e lo stesso, mantenendo prezzi concorrenziali e soddisfacendo
così tutte le richieste della nostra esigente clientela .
Foto 1 la facciata della sede zona uffici,
foto 2 e 3 macchine per la produzione delle porte.
3
1
Via Ponte Asolana n. 15
25010 Remedello Sopra (BS)
Tel 030.957338 Fax 030.957261
Sito Internet: www.itallegno.it
e-mail: info@itallegno.it
2
STAMPA REGGIANA
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anno IV numero 6
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GIUGNO 2006
9
I SECONDI CENT’ANNI DEL GRUPPO CCPL
La crescita costante del Consorzio Cooperative Produzione e Lavoro è testimoniata
dall’entità del patrimonio netto che supera i 130milioni di euro. Una forte presenza in Europa. Il grande sostegno a favore della cultura, dell’arte e del sociale
di Stefano Catellani
Il 'grande CCPL' che nascerà nei secondi cent'anni di vita del Consorzio
Cooperative Produzione e Lavoro
avrà cuore e cervello a Reggio Emilia ma sarà sempre di più un moderno gruppo industriale cooperativo multibusiness e internazionalizzato.
Una 'multinazionale coop' con
forti presenze in Europa e che già oggi ha il 25% dei 1300 occupati 'al lavoro' fuori dall'Italia.
I secondi cent'anni del gruppo CCPL di Reggio Emilia iniziano con il potenziamento dello stabilimento Dynaplast a Lorca in Spagna e con una
acquisizione, vicinissima alla conclusione, sempre in Europa e nel settore degli imballaggi per gli alimenti
(il marchio CoopBox Europe) ma cresce anche il business energetico grazie alla acquisizione del 20% di Milano Petroli da Tamoil Italia e allo sviluppo atteso di Arcoservizi che nel
2006 vedrà crescere del 20% il fatturato nell'area della gestione calore.
"Siamo un gruppo industriale cooperativo - spiega l'Amm. del. Ivan
Soncini - orientato all'internazionalizzazione e con le risorse giuste per
cogliere le opportunità di crescita,
anche per acquisizioni, sul mercato
globale".
Il CCPL nel 2005 ha realizzato un
fatturato consolidato di 724 milioni
di euro (646 nel 2004). Il reddito operativo supera i 16 milioni contro gli
11,8 milioni dell'anno precedente.
L'utile di esercizio si attesta a 6,2 milioni (in linea con il 2004) ma aumenta la quota di pertinenza del CCPL (da 4,2 a 4,9 milioni). Il cash flow
supera i 27 milioni di euro. Le risorse destinate agli investimenti tecnico finanziari ed in ricerca nel 2005
hanno superato i 39 milioni di euro.
Il CCPL ha presentato i dati del bilancio 2005 all'Auditorium Malaguzzi di Reggio Emilia con una novità: un confronto a più voci su globalizzazione e competitività.
Un altro tassello, innovativo, dello 'stile CCPL' che nella continua trasformazione della mission e degli
obiettivi ha saputo adeguarsi ( e
spesso anticipare) tendenze e scenari
poi diventati di grande attualità per
tutto il movimento cooperativo e per
il sistema industriale italiano.
10
STAMPA REGGIANA
>
"Due sono gli elementi che caratterizzano l'andamento 2005 - ha detto il presidente del CCPL
Demos Salardi - la conferma dell'ininterrotto
trend di crescita del
Gruppo e il pieno sviluppo operativo dell'assetto
imprenditoriale, fondato
su società che presidiano
i singoli settori di business". Eccola una delle
novità 'in progress' del
CCPL: un modello di governance innovativo e
proiettato allo sviluppo.
La crescita costante del
Gruppo e dei suoi business aziendali è testimoniata dall'entità patrimonio netto della capoDemos Salardi
gruppo CCPL Sc supera i Presidente CCPL
136 milioni di Euro.
Anche CCPL Inerti ha fornito riCCPL è, oggi, un Gruppo indusultati
positivi, nonostante l' esaurirsi
striale che raccoglie i frutti di scelte
delle
commesse
legate all'Alta Velostrategiche, che l'hanno portato, in
cità.
CCPL
Inerti
sta investendo nopresenza di contesti congiunturali e
tevolmente
in
nuove
tecnologie gecompetitivi difficili, a misurarsi con le
2005 l'efficienza del nuovo assetto
gestionale e organizzativo, mentre
Real Gest e Athenia hanno sviluppato la propria missione di fornitori di servizi specialistici per il Grup-
stionali e produttive, con il deciso ricorso a strumenti informatici e con
la certificazione di tutti gli impianti
di lavorazione degli aggregati lapidei.
Buoni i risultati ottenuti da Energy
Group, la holding che raccoglie le attività e le partecipazioni di CCPL nel
settore della distribuzione di prodotti petroliferi e dei servizi energetici, ambito nel quale si colloca tra
i più importanti operatori del Nord
Italia. In continua espansione risulta
l'attività della gestione calore, con un
ampliamento della gamma di prestazioni.
Per quanto concerne gli altri settori di business, nel campo delle costruzioni e dei materiali e servizi per
l'edilizia Alis ha consolidato nel
po.
A livello generale, va rimarcato che
l'investimento in Risorse Umane e in
Tecnologie innovative e avanzate
rappresentano i driver di una strategia aziendale che punta a conseguire maggiore efficacia per supportare la crescente competitività del
Gruppo.
La presentazione del terzo bilancio sociale testimonia - hanno spiegato Soncini e Salardi - la sensibilità
di CCPL per il tema della responsabilità sociale dell'impresa.
In particolare, l'attenzione per la
promozione della cultura e dell'arte
connota sempre più la dimensione
'sociale' di CCPL, una caratterizzazione che pone il Gruppo nel novero delle imprese italiane che più in-
sfide dell'innovazione e dello sviluppo sui mercati esteri.
I risultati di bilancio 2005 di CCPL
sono stati determinati dal soddisfacente andamento delle diverse aree
strategiche di business.
Coopbox Europe, leader nazionale nell'imballaggio alimentare e in
prima fila nei processi di espansione
europea del Gruppo, ha visto crescere il proprio fatturato, generato
per circa la metà dalle attività all'estero. Da rilevare, nel corso del
2005, il riconoscimento ottenuto da
Coopbox nel campo della ricerca di
nuovi prodotti con il premio 'Oscar
dell'Imballaggio-Pensare al Futuro"
assegnato dall'Istituto Italiano dell'Imballaggio, per la realizzazione del
prodotto Naturalbox.
anno IV numero 6
>
GIUGNO 2006
Ivan Soncini
Amministratore delegato CCPL
vestono risorse proprie in
questo settore.
Il sostegno a favore
della cultura e dell'arte
continua a rappresentare
per CCPL un'importante
ambito progettuale a sostegno del radicamento
dei valori e dell'identità
propria dell'impresa.
Nel 2006 saranno confermate le azioni di sponsorizzazione e supporto
verso le iniziative culturali locali, garantendo il
pieno rispetto dell'autonomia dei soggetti promotori.
La valorizzazione della
collezione privata rappresenta il progetto di
maggior rilievo per il
2006 e gli anni a venire:
sarà completato il riordino e la catalogazione delle opere,
sarà redatto il catalogo della collezione , proposto in forma digitale all'interno del Corporate Portal.
Al tempo stesso saranno avviati comunque nuovi progetti culturali
promossi direttamente da CCPL in
collaborazione con partner del mondo della cultura e dell'arte a favore
soprattutto di giovani artisti.
Nel 2006 verrà concluso il progetto relativo all'implementazione dell'Archivio Storico del Gruppo CCPL in
collaborazione con Il Centro di Cultura dell'Impresa.
CCPL è nato a Reggio Emilia nel
1904 come consorzio di piccole cooperative edili ma rapidamente è diventato un attore importante nello
scenario della ricostruzione e dello
sviluppo del Paese.
A partire dai primi anni 90 prende avvio il processo di trasformazione da General Contractor delle costruzioni a grande Gruppo industriale ampiamente diversificato di
dimensione europea.
Giuseppe De Rita
Segretario Regionale del Censis
Il portafoglio business di CCPL si
articola oggi nelle seguenti Aree di
Attività:
- Packaging alimentare tramite il
gruppo Coopbox Europe.
- Inerti tramite CCPL Inerti.
- Prodotti petroliferi e servizi energetici tramite Energy Group in partnership strategica con Tamoil
- Materiali e opere per l'edilizia tramite il Gruppo Alis.
- Gestione Immobiliare con il Gruppo RealGest.
- Servizi innovativi per le imprese
tramite il Gruppo Athenia
La tavola rotonda "Concorrenza
nell'economia globale. Rischi e opportunità per il sistema Italia" ha offerto molti spunti di riflessione sul futuro del CCPL ma anche di molte delle grandi cooperative socie (Coopsette, Tecton, Orion, Unieco, CMR, Cormo, Coop Buozzi, Cesi, CMB e molte
altre in Emilia ma anche in altre regioni italiane).
La parola d'ordine, più volte ribadita nel corso della convention, è certamente TRASFORMAZIONE.
CCPL in oltre cent'anni di vita ha dimostrato più di una volta la capacità
di 'cambiare pelle' rimanendo fedele al patrimonio lasciato dai cooperatori che l'hanno fondato nel 1904
ma guardando sempre al contesto
esterno per adeguare scelte e strategie ai mutati bisogni dei soci e dei dipedenti.
Il futuro per il CCPL è un 'progetto
in corso', un cantiere, un laboratorio.
Edmondo Berselli, giornalista e politologo, ha stimolato e coordinato le
riflessioni del sociologo Giuseppe De
Rita (Segretario Generale del Censis)
e degli economisti Filippo Cavazzuti
(Presidente Carisbo e Professore dell'Università di Bologna) e Fabrizio
Onida (Professore di Economia Inter-
nazionale dell'Università Bocconi).
Giuseppe De Rita ha analizzato le
caratteristiche degli ultimi cinque
anni di vita economica italiana . "La
voglia di sicurezza ha prodotto una rinuncia agli investimenti - ha detto De
Rita - siamo un Paese che vuole vivere bene, stanco, con poco ricambio
generazionale, direi "vecchio". La
grande industria non c'è più, l'economia è affidata alla piccola impresa
che regge e alla cooperazione. Per andare avanti sono quattro le strategie
da tener presente per gestire quella
che si presenta come una nuova, inevitabile, trasformazione : fare nicchia,
meglio se nicchia alta, investire nei 'lavori su misura', nel global service e
non considerare il territorio dove si
opera attualmente come scelta definitiva. Il sistema imprenditoriale è
cambiato e sta cambiando ancora
quasi in una mutazione antropologica dell'imprenditore, che oggi non è
più produttore, ma deve essere operatore conglomerato".
"Quella italiana è una società vecchia che vive sul reddito da patrimonio, non sulla produzione e sul lavoro" ha aggiunto Fabrizio Onida, docente di Economia internazionale alla Bocconi, sottolineando l'opportunità di tassare le rendite.
A chiudere i lavori è stato Filippo
Cavazzuti, presidente Carisbo (gruppo SanPaolo IMI) e professore all'università di Bologna che ha rimesso al
centro il problema del debito pubblico ma mettendo il luce anche le responsabilità di un sistema finanziario
che ha definito di "scarsa qualità".
STAMPA REGGIANA
>
anno IV numero 6
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GIUGNO 2006
11
> Cooperazione
CNA: SULLA STRADA DELL’INNOVAZIONE
SEGNALI DI MIGLIORAMENTO DALL'OSSERVATORIO ECONOMICO
Presentati i dati relativi
UN'ASSOCIAZIONE PROFONDAMENTE RINNOVATA
ai primi mesi del 2006
E' stato recentemente presentato il 23esimo Osservatorio economico della Cna, riferito al trimestre
gennaio - marzo 2006, e compiuto
su un campione di oltre 200 imprese, appartenenti a diversi settori e
aree territoriali.
In un quadro generale di stabilità
rispetto al trimestre precedente,
l'Osservatorio CNA rileva per gli indicatori 'ordini' e 'investimenti' un
miglioramento, seppur modesto,
rispetto al trimestre precedente,
mentre 'occupazione' e 'fatturato'
sono da considerarsi sostanzialmente stabili.
Per quanto riguarda gli investimenti, il 17,6% delle imprese campione ha dichiarato di aver fatto investimenti nel corso del primo trimestre del 2006: una percentuale
modesta, anche rispetto alle rilevazioni precedenti, segno evidente
che l'incertezza verso l'immediato
futuro, che già si era registrata in
precedenza, continua a consigliare
alle imprese di procrastinare alcune
decisioni relative agli investimenti.
Un dato di "prudenza" confermato anche dai numeri riguardanti la voce occupazione; infatti, le imprese che hanno assunto nel primo
trimestre 2006 sono state 37 per un
totale di 55 lavoratori (13 a tempo
indeterminato, 37 a tempo determinato e 5 interinali); i licenziamenti e le dimissioni nelle imprese
del campione hanno, invece, riguardato 80 lavoratori con un saldo negativo di 25, un segnale ancora debole ma da monitorare per
il futuro.
Se il dato generale, relativo a tut-
12
STAMPA REGGIANA
>
te le imprese, è di sostanziale stabilità, la scomposizione per settori
produttivi e per dimensione delle
imprese, rileva alcuni interessanti
elementi di riflessione.
Il settore chimica - plastica appare in buona salute con un discreto
aumento per ordini e fatturato e un
leggero aumento per occupazione
e investimenti.
Buono l'andamento del settore
meccanico con segnali in leggero
aumento per occupazione, fatturato e investimento e in aumento più
consistente per gli ordini.
Stabile il settore legno, mentre
per quanto riguarda l'abbigliamento si ripetono i segnali negativi ormai abituali per occupazione e
fatturato, con i soli investimenti in
aumento.
Per quanto riguarda le costruzioni si registrano segnali negativi per
ordini, occupazione e fatturato
mentre i soli investimenti appaiono
stabili; per questo settore si tratta
di una conferma già presente in precedenti rilevazioni, che conferma
che questo settore ha esaurito la sua
forza espansiva che perdurava ormai da molti anni.
La valutazione è inoltre confermata dall'analisi del portafoglio
ordini: il 61% delle imprese del settore dichiara un portafoglio inferiore ai 6 mesi ; il 25% da 7 a 12 mesi e solo il 14% dichiara un portafoglio superiore ai 12 mesi.
Si tratta di un portafoglio ordini
molto corto per questo settore, che
fra l'altro si è accorciato da quando
si registra questo dato.
La scomposizione dei dati per clas-
anno IV numero 6
>
GIUGNO 2006
E’ una Cna profondamente rinnovata quella che affronta le sfide
dei primi anni del terzo millennio.
"In questo ultimo anno - spiega
Bini - abbiamo scavato le fondamenta dell'edificio della nuova
CNA di Reggio Emilia, che sarà costruito nell'arco della nostra legislatura; un edificio finalizzato a
rappresentare con chiarezza l'associazione leader nel nostro territorio, sia per quanto riguarda l'attività di rappresentanza sia per
quanto riguarda quella dei servizi
e della creazione di opportunità
per le imprese".
Il nuovo statuto della Cna, approvato nel corso dell'assemblea di
si dimensionali delle imprese continua a confermare, come del resto
da molte rilevazioni, un andamento difforme fra le imprese di dimensioni e fatturato maggiori (oltre i 500.000 euro di fatturato e oltre gli 11 addetti) e le altre imprese che appaiono più deboli.
bilancio dello scorso 15 maggio, ha
apportato modifiche sostanziali in
materia di attività e politiche settoriali, col passaggio dalle Associazioni di settore alle Unioni.
"Si tratta di un passaggio importante e significativo - spiega Bini - che va oltre il semplice riassetto organizzativo, ma concerne la
stessa natura dell'attività dedicata
alle politiche settoriali, attività che
deve spostarsi sempre più sulla relazione tra impresa e mercato,
specie al livello provinciale, tracciano il percorso che va seguito per
gli assetti organizzativi".
Le unioni Cna stabilite dalla Direzione nazionale della Cna e costituite nell'ambito di Cna Associa"Ancora una volta, come accade
da ormai 2 anni, le micro imprese,
quelle con meno di 10 addetti e con
fatturati inferiori al milione, sono in
maggiore difficoltà rispetto alle
piccole e medie imprese - spiega il
presidente provinciale di CNA, Enrico Bini - è evidente che le imprese più piccole, con strutture organizzative più deboli e maggiori difficoltà
a reperire risorse per l'innovazione,
subiscono
maggiormente gli effetti
della globalizzazione e
della crescita della competitività. Per questa ragione CNA Reggio Emilia
ritiene che, in materia di
innovazione, occorrano
strategie e politiche per
l'innovazione per il modello imprenditoriale reggiano e per questo ci batteremo perché gli strumenti pubblici a disposizione dell'innovazione
delle imprese, come l'università o Reggio Emilia
Innovazione, siano utilizzabili dalle piccole e piccolissime imprese, non solo da poche eccellenze
produttive".
Infine, per quanto riguarda l'export, il 22,5%
delle imprese del campione (escluse le costruzioni) dichiara di aver
zione Provinciale di Reggio Emilia
sono: Alimentare; Artistico e Tradizionale; Fita; Costruzioni; Installazione e Impianti; Federmoda;
Produzione; Benessere e Sanità;
Servizi alla Comunità; Comunicazione e Terziario Avanzato.
Il sistema Cna di Reggio Emilia
prevede anche comitati e raggruppamenti d'interessi e di istanze diverse come il C.I.D. (Comitato
Impresa Donna), Cna.Com (settore
del commercio) e Cna In Proprio
(per i lavoratori liberi professionisti e atipici). Molto forte anche la
rappresentanza degli artigiani pensionati con Cna Pensionati capace
di associare in provinciale oltre
7.700 persone.
esportato i propri prodotti all'estero: si tratta di una percentuale tra
le più alte registrate dall'ottobre
2000 ad oggi.
Le previsioni per il prossimo trimestre sono improntate a un generale ottimismo: tutti i settori
produttivi, anche quelli dall'andamento non brillante nel primo trimestre, prevedono indici in aumento su tutti gli indicatori.
In particolare i settori della chimica-plastica e della meccanica prevedono discreti aumenti per ordini,
fatturato, e investimenti e aumenti per l'occupazione, ma anche le costruzioni danno segnali buoni per
ordini e fatturato.
Mentre il settore legno prevede
un andamento di stabilità, l'abbigliamento dà segnali incoraggianti
almeno per quanto riguarda ordini
e fatturato previsti in aumento.
Stabili le previsioni per l'export e
per le imprese che intendono investire.
Si tratta di previsioni positive anche confrontate con le previsioni
delle rilevazioni passate relative
agli stessi periodi.
Nella foto in alto la Presidenza Cna
Reggio Emilia: in ordine da sinistra Giuliano Tamagnini, Tristano Mussini, Annamaria Tosi, Giorgio Allari, Enrico Bini, Lorella Iotti, Armando Artoni, Aldo Avosani.
Nella foto a sinistra al podio Giorgio Allari, Carlo Pignatari, Gianni Mazzi, Enrico Bini, Paolo Pavan, Duccio Campagnoli
Cooperazione >
PER RILANCIARE LO SVILUPPO
Intervista a tutto campo con il Presidente Provinciale Enrico Bini
di Davide Leoni
E
nrico Bini, 50 anni, è presidente provinciale della Cna di Reggio
Emilia dal 2001. L'associazione di via
Maiella ha recentemente provveduto ad approvare il bilancio annuale 2005. E' quindi l'occasione più
opportuna per fare con il presidente il punto della situazione sullo stato di salute dell'associazione e del
sistema delle piccole e medie imprese reggiane.
Presidente Bini, come sta la
Cna reggiana?
Direi abbastanza bene. Lo scorso
15 maggio abbiamo approvato il Bilancio 2005 dell'associazione che ha
registrato ancora una volta un aumento degli associati. Si tratta di un
dato particolarmente positivo tenuto conto di un andazzo generale che vede in flessione il numero
degli iscritti di molte associazioni
provinciali, anche nella nostra regione. C'è poi un elemento che mi
rende particolarmente soddisfatto:
è l'aumento degli iscritti a Cna Pensionati che per la prima volta si attesta nella nostra provincia oltre i
7.700 associati. Relativamente all'aspetto più prettamente economico, siamo riusciti a chiudere il bilancio in positivo con 24 milioni circa di fatturato in aumento rispetto
all'anno precedente nonostante il
periodo difficile che sta attraversando tutto il sistema delle piccole
e medie imprese.
Qual è la ricetta Cna per uscire dal periodo di crisi che sta interessando il sistema economico locale?
Si tratta di una crisi che non riguarda purtroppo soltanto la nostra
provincia. L'economia del nostro
paese ha raggiunto nel 2005 quello che speriamo essere stato il punto più basso di una lunghissima congiuntura negativa che ha coinvolto
in modo più pronunciato proprio il
sistema delle piccole e medie imprese che costituisce il nucleo della
nostra base associativa. Penso comunque che la strada per ridare
slancio e fiducia alle nostre aziende
sia obbligata, ed è quella dell'innovazione. Non a caso abbiamo
scelto proprio il tema dell'Innovazione per il convegno che ha aperto la nostra assemblea di bilancio e
che ha visto la partecipazione di
esponenti del mondo economico,
accademico e istituzionale. L'innovazione rappresenta ormai una parola chiave per la competitività del
sistema produttivo locale costituito
prevalentemente da aziende artigiane e piccole medie imprese.
E' sull'innovazione, infatti, che le
Pmi puntano per invertire una situazione che negli ultimi due anni
le ha viste perdere colpi rispetto alla concorrenza. Recuperare rapidamente le posizioni perdute sui mer-
cati è dunque l'obiettivo prioritario
per il tessuto imprenditoriale locale.
Nel corso del convegno avete
lanciato il progetto Cna Innovazione. Quali saranno le caratteristiche e i servizi offerti da
questo nuovo soggetto di Cna?
'Cna Innovazione' è il nuovo centro servizi che con il proprio sportello di Reggio Emilia sarà a disposizione delle oltre diecimila imprese associate a Cna offrendo competenze e servizi utili ad affrontare la
sfida della competitività.
Esiste un soggetto, 'Reggio Emilia Innovazione', che dovrebbe essere il naturale luogo della governance sul versante strumentale dell'innovazione, e che finora non è
riuscito ad esprimere appieno gli
scopi per i quali è stato progettato
forse per la difficoltà a percepire
con la necessaria chiarezza quel disegno nuovo del modello di sviluppo della realtà provinciale che dovrebbe essere espresso dalla sede
della concertazione istituzionale.
Noi crediamo che 'Reggio Emilia
Innovazione' rimanga il soggetto
principale dei processi di attivazio-
Enrico Bini
Il progetto 'Cna Innovazione', finanziato dalla Regione Emilia-Romagna (Assessorato alle attività
produttive), è stato realizzato insieme a sei importanti strutture di
produzione dell'innovazione presenti in regione: Ecipar e Siaer, di diretta emanazione Cna, Fondazione
Alma Mater, Cermet, Democenter,
Enea.
Gli obiettivi che Cna si propone
con questo centro per le imprese sono la qualificazione dei sistemi produttivi e di crescita della competitività, consentendo alle imprese di rimettersi al passo con i loro principali concorrenti, di far crescere le
competenze professionali degli imprenditori e dei loro collaboratori,
di produrre innovazione nelle metodologie di gestione e determinare un aumento della visibilità esterna e del valore prodotto dalle imprese.
Sul tema della Innovazione,
anche le altre associazioni di categoria la pensano come voi?
ne della ricerca industriale applicata, del trasferimento tecnologico e
della diffusione della conoscenza legata alla produzione; la base sociale deve essere costituita dagli attuali
soggetti, istituzionali (Provincia, Comune, Camera di Commercio, Università), e privati (Associazioni imprenditoriali, mondo bancario); il
capitale sociale deve essere implementato al punto da rendere sostenibili per un ragionevole lasso di
tempo le iniziative e i progetti di ricerca, trasferimento tecnologico,
gestione dei laboratori, che dovranno comunque essere supportati da investimenti e finanziamenti
pubblici e privati.
In questo senso intendiamo la
partecipazione diretta delle istituzioni locali alla produzione della conoscenza: oltre ad essere soggetto
di impulso e di promozione, le istituzioni possono e devono intervenire nella gestione degli strumenti,
in partnership con gli altri soggetti
privati.
A proposito di Istituzioni, qual
è il ruolo che un'associazione come la vostra può giocare per lo
sviluppo e la crescita della città
e della provincia reggiana?
Cna associa più di 10.500 imprese oltre a 7.700 pensionati. Considerando i titolari delle aziende, i famigliari, i dipendenti, i collaboratori
possiamo affermare senza timor di
smentita che Cna raccoglie attorno
a sé decine di migliaia di persone
nel territorio reggiano. Siamo quindi una grande forza sociale che può,
e deve secondo noi, dare un proprio
significativa contributo per contribuire alla crescita del benessere di
tutta la comunità. Per questo motivo non ci siamo mai tirati indietro
nel dare il nostro contributo e nel
mettere a disposizione le nostre
competenze in occasione di iniziative promosse nella nostra città. Soltanto per citare alcuni esempi, basta ricordare la mostra fotografica
Reggio XL in occasione della Settimana europea della fotografia o la
sfilata di moda sotto l'arco di S.Croce in programma ad inizio giugno.
Chiediamo che in occasioni come
queste la Cna venga coinvolta perché abbiamo sempre risposto con
generosità e prontezza quando gli
enti locali ci hanno chiesto di appoggiare e condividere queste genere di iniziative.
Tutto liscio quindi nel rapporto con le istituzioni locali?
In qualche ambito si può migliorare. Mi limito a segnalare che nel
nostro territorio molti esponenti
delle Istituzioni preferiscono avere
un rapporto con gli imprenditori diretto e non mediato, senza rendersi conto che sminuire l'importanza
e l'efficacia della "rappresentanza"
delle associazioni significa contemporaneamente mettere in discussione la loro.
Noi continuiamo fortemente a
credere nella concertazione e nella
rappresentanza, nella funzione di
forza sociale intermedia che la nostra associazione ha sempre svolto
con autorevolezza e senso di responsabilità, e che deve continuare
STAMPA REGGIANA
>
a svolgere, sia pure modificandone
le modalità, le tattiche e le strategie, aggiornandole ai mutamenti
politici ed istituzionali del territorio
in cui opera.
E d'altra parte come potrebbero
le migliaia di nostri soci far sentire
la loro voce a chi di dovere se non
attraverso l'associazione?
Cos'altro chiedete agli enti locali?
Chiediamo che gli amministratori, come nel loro compito istituzionale, diano risposte coerenti e tempestive su questioni strategiche come, per esempio, la gestione e lo
smaltimento dei rifiuti. E poi ci sono i grandi problemi generali, quelli che riguardano le infrastrutture ,
la sicurezza e il sistema dei servizi
pubblici. Penso che su queste tematiche la 'chiave' per affrontare e
risolvere le questioni aperte sia
quella dell'efficienza.
E al nuovo Governo del Paese
cosa chiedete?
Riduzione del costo del lavoro,
una politica fiscale finalizzata allo
sviluppo e strumenti di accesso al
credito per le piccole imprese; infrastrutture e politiche serie sull'immigrazione. Queste sono secondo noi le priorità in materia economica. Riguardo al fisco, ritengo
che la riduzione del cuneo fiscale e
contributivo sia una delle prime misure da applicare per dare fiato alle imprese, in modo da abbassare il
costo del lavoro. Al contempo occorre depurare l'Irap dal costo del
lavoro cominciando con l'esclusione
dall'imponibile dei contributi previdenziali sia per il lavoro dipendente sia per il lavoro autonomo.
Importanti saranno anche gli interventi per incentivare la contrattazione di secondo livello e, sul fronte degli ammortizzatori sociali, operare una tempestiva attuazione alle misure contenute nella legge 80
del 2005, per uscire da una situazione che sta mettendo in difficoltà
molte imprese artigiane.
anno IV numero 6
>
GIUGNO 2006
13
> Attualità
SEI DOMANDE ALL’INDUSTRIALE STEFANO LANDI SU
BASKET, TUTELA DELL’AMBIENTE,
PALAZZETTO DELLO SPORT E MECTRON
Lei è l'unico industriale reg-
giano che riesce a coniugare
l'attività imprenditoriale con
quella sportiva. E' titolare di
un'azienda leader con ramificazioni in diverse parti del mondo
ed è presidente, a tutti gli effetti, da diversi anni di una squadra
di basket conosciuta e stimata
non solo in Italia, ma anche in Europa.
Come fa a curare e seguire queste due attività nell'arco della
giornata?
Ci sono tanti altri imprenditori che
si occupano di società sportive professionistiche. Riesco a curare entrambe le attività, quella imprenditoriale e quella sportiva, grazie al
prezioso contributo di una "squadra" di ottimi collaboratori sia in
Landi Renzo che in Pallacanestro
Reggiana.
Parliamo della sua professione.
E' di recente l'accordo stipulato
dalla Landi Renzo con la General
Motors Italia per l'installazione
di impianti GPL sulle Opel.
Puntate a nuovi traguardi per
la salvaguardia dell'ambiente e
la lotta contro l'inquinamento atmosferico?
Negli ultimi anni sono stati siglati
diversi accordi con case automobilistiche non solo in Italia ma anche nella maggior parte dei paesi del mondo. Oltre all'after market stiamo focalizzando la nostra attenzione verso il mercato emergente della case
automobilistiche.
Tutto ciò non può che rafforzare
il nostro impegno per la realizzazione di sistemi di alimentazione
sempre più ecologici e tecnologicamente all'avanguardia per la tutela
dell'ambiente e la lotta contro l'inquinamento atmosferico. Nella convinzione che sia possibile migliorare
sempre di più l'efficienza, la sicurezza e ridurre ulteriormente l'inquinamento già contenuto dei sistemi di alimentazione GPL e metano per autotrazione, già da alcuni
anni abbiamo realizzato un centro
Ricerca e Sviluppo unico nel settore,
dove rilanciando costantemente la
sfida tecnologica del miglioramento
14
STAMPA REGGIANA
>
continuo, nascono sistemi di conversione ad alta ecompatibilità.
Troviamo il suo nome collegato a Mectron, il laboratorio di
Meccatronica dell'Emilia Romagna con sede a Reggio Emilia.
Vuole spiegarci gli obiettivi di
questa iniziativa collegata alla
facoltà di ingegneria dell'Ateneo
Reggiano?
Il mio nome è collegato a Mectron
in quanto presidente di Reggio Emilia Innovazione, che ha assunto il
ruolo di capofila in questo progetto.
Il laboratorio Mectron ha per oggetto il prodotto industriale meccatronico. Con questo termine si intendono prodotti e sistemi che riuniscono sinergicamente le componenti meccanica, elettronica, informatica e di controllo per conseguire un funzionamento flessibile e favorire l'interazione con l'uomo.
Il territorio emiliano-romagnolo,
ricco di industrie meccaniche orientate all'innovazione ed alla competizione globale, è un terreno ideale
per il radicamento e lo sviluppo delle tecnologie meccatroniche. Proprio
a Reggio, poi, uno dei corsi di laurea
maggiormente innovativi della fa-
coltà di Ingegneria, è quello di meccatronica. Tutto ciò ha fatto sì che
Reggio Emilia diventasse il territorio
ideale per la creazione di un labo-
anno IV numero 6
>
GIUGNO 2006
campionato, infatti, abbiamo raccolto più punti della passata stagione e in Uleb Cup, con la nostra squadra che in ambito europeo ha preso
il nome LANDIRENZO, abbiamo raggiunto i quarti di finale.
Stefano Landi
ratorio di ricerca con tale specializzazione
Gli obiettivi principali di questa iniziativa sono l'allargamento delle co-
ro, di cui oltre 800mila di provenienza regionale. Al riguardo, Reggio Emilia Innovazione ha investito
oltre 400mila euro in nuove appa-
noscenze meccatroniche e la diffusione dei sistemi meccatronici nella
nostra industria, al fine di aumentarne la competitività ed il grado di
internazionalizzazione. In particolare, le specializzazioni di Mectron riguardano i componenti oleodinamici
e i sistemi di guida dei veicoli (dai
trattori alle auto), ovvero due ambiti
davvero significativi per il futuro dell'industria locale.
Mectron fa parte della Rete regionale dei laboratori del Distretto
per l'Alta Tecnologia Meccanica HIMECH, ed è finanziato attraverso il
Programma Regionale per la Ricerca Industriale, l'Innovazione e il Trasferimento Tecnologico (PRRIITT)
della Regione Emilia-Romagna. Il valore del Progetto Mectron, di durata triennale, supera i 2 milioni di eu-
recchiature; col progetto sono stati
assunti 14 giovani ricercatori e sono
state complessivamente coinvolte
una cinquantina di figure ad alta
specializzazione, tra universitari e
tecnici d'azienda.
Parliamo ora di sport. Può
tracciarci un bilancio della sua BIPOP-CARIRE sia nel campionato
italiano, attualmente in corso, sia
in quello Europeo?
Il bilancio della stagione 2005/2006
è estremamente positivo.
Nella regular season abbiamo raggiunto il record di vittorie di tutti i
tempi della Pallacanestro Reggiana.
Gli obiettivi prefissati ad inizio stagione, fare meglio dello scorso anno
e ben figurare in Europa, sono stati
rispettati: già prima del termine del
Alla luce della stagione attuale ormai agli sgoccioli, quali sono le prospettive della squadra
per il prossimo campionato?
La stagione che si sta concludendo deve essere considerata ancora
più positiva per il fatto che siamo riusciti a lanciare dei giovani molto interessanti che hanno dimostrato di
sapere tenere il campo e che sono
cresciuti progressivamente dalla prima all'ultima giornata. L'ossatura
della squadra si è dimostrata di primo livello: i giocatori si sono integrati perfettamente e hanno dato
continue prove di serietà e di attaccamento alla maglia. Auspico che il
maggior numero di questi giocatori
possa restare a Reggio e indossare la
casacca della Pallacanestro Reggiana
anche la prossima stagione.
Palazzetto sì, palazzetto no. Archiviato il parere negativo del
Comune quale sarà il futuro del
basket reggiano? Avete nel cassetto un progetto sostitutivo o
aspettate quello annunciato dall'amministrazione comunale? Se
questo palazzetto non dovesse
essere costruito in tempi ragionevoli, Lei continuerà a rimanere al timone della Pallacanestro
Reggiana?
Il nostro sindaco Delrio e l'assessore allo sport del comune di Reggio
Emilia Catellani, hanno dichiarato
che i lavori di costruzione del nuovo palazzetto inizieranno entro la fine dell'anno. Di conseguenza non
possiamo che attendere con fiducia
e sperare che possa essere operativo quanto prima.
Il Pala Bigi è una struttura che ormai ha più di 40 anni. Reggio Emilia
ha bisogno di un nuovo impianto che
sia polifunzionale, che possa ospitare sport indoor e allo stesso tempo
essere utilizzato per eventi di tipo
musicale, culturale e di intrattenimento. Reggio e i reggiani si meritano questo nuovo impianto, così come la Pallacanestro Reggiana ha bisogno di un nuovo palazzo dello
sport più capiente e più sicuro per
continuare quel cammino di crescita che ha iniziato alcuni anni fa e che
ora è arrivato alla svolta decisiva.
Ivano Davoli
Foto in centro Stefano Landi con alla destra il Sindaco Graziano Delrio alla sinistra il Presidente della Provincia
Sonia Masini e Ivan Paterlini Vice Presidente della Pallacanestro reggiana e
tutta la squadra festeggiati in Piazza
San Prospero
Foto a destra il nuovo sistema iniezione multipoint gpl e metano montato sulle vetture Opel
Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori
FONDAZIONE MANODORI
BILANCIO CONSUNTIVO 2005
PROGETTI PER LA COMUNITA'
Risposte ai bisogni del territorio
Educazione,
beni
culturali, volontariato,
salute pubblica le priorità della Fondazione
Manodori per la beneficenza.
E' compito della Fondazione rispondere alle esigenze e ai bisogni
del territorio. I contributi erogati sono un
aiuto e uno stimolo
per promuovere progetti a favore della comunità.
Gli interventi vengono scelti d'accordo e in
sinergia con altri enti e
soggetti - pubblici e
privati - in modo che
risultino efficaci per la
crescita civile e dello
sviluppo economico.
La piena collaborazione con la comunità
locale permette, infatti,
un impiego ottimale
delle disponibilità finanziarie evitando inutili sovrapposizioni ed
un'eccessiva polverizzazione dei contributi.
Obiettivi mirati, quindi, sia per quanto riguarda progetti di terzi che per i progetti
propri della Fondazione, tesi a rispondere a
bisogni concreti e a
mobilitare azioni comuni.
EDUCAZIONE
ARTE
SALUTE PUBBLICA
VOLONTARIATO
STAMPA REGGIANA
>
anno IV numero 6
>
GIUGNO 2006
15
Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori
BILANCIO 2005
Gli elementi caratterizzanti il bilancio
consuntivo sono:
2 perfezionata l'acquisizione di
Palazzo del Monte, Palazzo da
Mosto e Fabbricato Ex Ancelle
3 incremento dei Fondi per
l'attività d'istituto
4 incremento delle entrate,
che raggiungono i 14 milioni di
Euro (grazie, in particolare, ai dividendi distribuiti da Capitalia e
Fineco relativi all'esercizio 2004)
5 contenimento dei costi di ge-
1 attuati importanti interventi a beneficio di molteplici realtà
del territorio operanti nell'ambito dei settori di intervento
della Fondazione per 5.2 milioni
di euro
stione, tenuto conto anche dell'accantonamento ai fini dell'accordo sindacale intervenuto con
il personale dipendente che ha
regolato pendenze pregresse
6 significativo avanzo dell'esercizio, che supera i 12 milioni
di Euro
7 interventi di rafforzamento
delle risorse patrimoniali della
Fondazione
ESERCIZIO 2005
(in euro)
31.12.2005
31.12.2004
ENTRATE
14.011.800
6.007.514
USCITE
1.880.686
1.719.712
AVANZO
12.131.114
4.287.802
a) accantonamento al Fondo
per l'integrità del patrimonio
della Fondazione, nella misura
del 15% dell'avanzo di esercizio (€ 1.819.667)
b) accantonamento alla riserva
obbligatoria nella misura del
20% dell'avanzo di esercizio
(€ 2.426.223)
8 accantonamento prudenziale al Fondo di stabilizzazione
delle erogazioni (€ 1.800.000)
per far fronte ad eventuali scompensi nella gestione dei prossimi
esercizi
9 accantonamento al fondo regionale di sostegno ai centri di
servizio del volontariato nella
misura di 1/15 dell'avanzo di
esercizio dedotta la riserva obbligatoria
DESTINAZIONE AVANZO 2005
( € 12.131.114)
L’avanzo dell’esercizio è stato destinato nel modo seguente:
31.12.2005
31.12.2004
2.426.223
857.560
646.993
228.683
1.819.667
643.170
fondo stabilizzazione erogazioni
1.800.000
143.268
fondi erogazioni
5.252.946
2.415.121
185.285
=
12.131.114
4.287.802
DESTINAZIONE DELL'AVANZO
(in euro)
riserva obbligatoria
(20% dell’avanzo diesercizio)
fondo regionale per i centri di servizio del
volontariato
(1/15 dell’avanzo diesercizio dedotta la riserva obbligatoria)
fondo integrità patrimonio
(15% dell’avanzo diesercizio)
altri fondi
(fondo acquisto e restauro conservativo diim m obilistrum entaliper
l’attività istituzionale - Palazzo da M osto e Fabbricato Ex Ancelle)
TOTALE
IL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE MANODORI
COMPOSIZIONE PATRIMONIO AL 31.12.2005
(VALORE DI BILANCIO € 145.875.484)
10%
12%
37%
16%
11%
14%
16
CAPITALIA € 53.782.160
ALTRE PARTECIPAZIONI € 16.482.787
OBBLIGAZIONI € 20.435.000
GPM OBBLIGAZIONARIA € 23.289.352
FONDI COMUNI € 17.999.000
IMMOBILI € 13.887.185
STAMPA REGGIANA
>
anno IV numero 6
>
GIUGNO 2006
Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori
Il dato più evidente della beneficenza 2005 è un aumento dei fondi
a disposizione. Grazie ai buoni risultati di Fineco e Capitalia - di cui
la Fondazione Manodori è oggi
azionista per il 3,88% - i contributi
erogati in risposta alle domande ricevute lo scorso anno ammontano
ad un totale di 5.292.156 euro, anziché i 3.500.000 previsti.
Un buon risultato che ha consentito alla Fondazione di ripristinare il
fondo di stabilizzazione e gli accantonamenti che negli anni scorsi erano stati intaccati per far fronte a una
flessione dei rendimenti.
I criteri del Consiglio d'Ammini-
BENEFICENZA 2005
strazione e del Consiglio Generale
per l'assegnazione delle risorse hanno tenuto conto del Documento Programmatico Previsionale 2005, nel
quale si individuano come settori rilevanti l'arte e i beni culturali, l'educazione, istruzione, formazione, il
volontariato e la salute pubblica.
I settori ammessi scelti per il 2005
sono crescita e formazione giovanile, prevenzione e recupero delle tossicodipendenze, ricerca scientifica e
tecnologica, diritti civili.
Rispetto al 2004, lo scorso anno si
è registrato un significativo incremento delle richieste di contributo,
da 312 a 486.
La Fondazione Manodori intervie-
ne sul territorio sia sostenendo e finanziando progetti di altri, sia intervenendo direttamente con iniziative e progetti propri nei settori
definiti. Obiettivi e priorità d'intervento vengono individuati consultando e coinvolgendo enti e soggetti
che operano in ambiti specifici o che
abbiano competenza ed esperienza
per segnalare situazioni di bisogno.
Nella distribuzione delle risorse si
è tenuto conto anche di un criterio
territoriale, nell'intento di rispondere
a richieste provenienti dai comuni
della provincia di Reggio Emilia.
PROGETTI E INTERVENTI DI MAGGIOR RILIEVO
EDUCAZIONE, ISTRUZIONE E
FORMAZIONE
(€ 1.000.774,00)
E
rogati 360.000 euro alle scuole
dell'infanzia paritarie aderenti alla
Fism, che associano 81 strutture su
tutto il territorio reggiano con una
frequenza media di 6.000 bambini.
Il piano delle erogazioni prevede
inoltre uno stanziamento per la realizzazione di un convegno sul rapporto tra esperienze educative diverse, in collaborazione con Fism e
Istituzione scuole e nidi d'infanzia
del Comune di Reggio Emilia.
Nell'ambito dei servizi per la prima infanzia, 60.000 euro sono stati
destinati alla Comunità montana.
Due i progetti finanziati su richiesta del Comune di Reggio Emilia finalizzati alla formazione dei giovani per un totale di 65.000 euro.
Contributi diversi, per un totale di
150.000 euro, sono andati ad istituti scolastici della provincia - dalla materna alle superiori - per percorsi didattici, interventi di ristrutturazione,
biblioteche scolastiche, iniziative per
bambini, insegnanti e genitori.
All'Università di Modena e Reggio
Emilia sono stati erogati 150.000 euro a sostegno di progetti diversi presentati dalle facoltà reggiane. 35.000
euro sono stati invece destinati ad un
altro progetto di ricerca per individuare percorsi educativi per adolescenti a rischio di dispersione scolastica.
Rinnovato anche quest'anno l'appoggio all'Istituto Musicale Merulo
di Castelnovo Monti per 75.000 euro.
ARTE, ATTIVITA' E BENI CULTURALI
(€ 1.995.384,00)
In ambito culturale, al Comune di
Reggio Emilia è stato rinnovato il
contributo a sostegno dell'attività
della Fondazione I Teatri per 500.000
euro - in particolare per iniziative e
spettacoli rivolti a giovani e studenti. Sono stati erogati 15.000 euro per
la creazione di un centro multimediale presso la Biblioteca Panizzi e
10.000 per un convegno internazionale su Gaspare e Carlo Vigarani.
Alla Provincia di Reggio Emilia sono stati destinati 190.000 euro complessivamente per le attività della sede espositiva di Palazzo Magnani e
per il coordinamento dei teatri della provincia, per il Festival Mundus e
Confusion& ed è stato finanziato anche il programma di appuntamenti
di promozione territoriale della Biennale del Paesaggio.
La Corte Ospitale di Rubiera ha ricevuto 40.000 euro per la produzione e l'allestimento della stagione
teatrale in corso, il comune di Correggio 20.000 euro per la rassegna
Correggio Jazz, mentre la Comunità
Montana 35.000 euro per la promozione dell'attività culturale su tutto
il territorio montano e 30.000 per un
progetto di geografia culturale dell'Appennino.
Nell'ambito della valorizzazione
del patrimonio artistico, è stato confermato la stanziamento annuale di
50.000 euro al restauro del Duomo
di Reggio Emilia e, di rilievo, alla Diocesi di Reggio Emilia sono stati erogati 159.000 euro per il restauro architettonico della chiesa di S. Filipppo Neri.
Sono stati inoltre erogati numerosi
contributi finalizzati a recuperi conservativi di chiese ed edifici storici del
territorio reggiano. Tra questi, 90.000
euro al Comune di Scandiano per la
Rocca dei Boiardo e un convegno di
studi, 50.000 euro per la Biblioteca
Comunale di Guastalla, 35.000 euro
per il restauro di mobili e arredi del
Castello di Bianello a Quattro Castella, 30.000 anche al Comune di
Brescello per la ristrutturazione della chiesa parrocchiale e 30.000 a Rolo per interventi di restauro alla sa-
EROGAZIONI 2005
educazione, istruzione e form azione
€
1.000.774,00
arte,attività e beniculturali
€
1.995.384,00
salute pubblica, m edicina preventiva e riabilitativa
€
681.000,00
volontariato, filantropia e beneficenza
€
1.004.498,00
settori rilevanti
€
4.681.656,00
ricerca scientifica e tecnologica
€
89.500,00
diritticivili
€
14.000,00
crescita e form azione giovanile
€
221.000,00
prevenzione e recupero della tossicodipendenza
€
286.000,00
settori ammessi
€
610.500,00
TOTALE ANNO 2005
€
5.292.156,00
grestia lignea della chiesa parrocchiale. 30.000 euro sono stati erogati
al Comune di Novellara per una mostra e un catalogo sul pittore Vivaldo Poli e 25.000 a San Martino in Rio
per l'allestimento della Sala delle Ceramiche della Rocca Estense.
Tra i progetti propri, la Fondazione ha inserito un'opera in due volumi che documenta il restauro della
basilica di San Prospero di Reggio
Emilia e della torre.
SALUTE PUBBLICA, MEDICINA
PREVENTIVA E RIABILITATIVA
(€ 681.000,00)
Dal 2004, la Fondazione Manodori ha reinserito la sanità tra i settori
rilevanti, destinando all'ospedale
Santa Maria 400.000 euro come contributo all'acquisto della nuova Tac
Multislice, che verrà inaugurata domani.
200.000 euro sono stati inoltre destinati all'Usl come impegno nell'ambito di un progetto triennale per
lo sviluppo della messa in rete di dati clinici tra medici di base, specialisti, servizi di prenotazione.
Altre erogazioni sono andate e favore di associazioni, case di accoglienza per anziani e disabili, servizi di soccorso e di pubblica assistenza.
VOLONTARIATO, FILANTROPIA E
BENEFICENZA
(€ 1.004.498,00)
Al Comune di Reggio Emilia sono
stati assegnati 90.000 euro per un
progetto di autonomia e sostegno rivolto a bambini e adulti disabili.
Si conferma anche quest'anno il
STAMPA REGGIANA
>
contributo di 50.000 euro per l'Hospice Madonna dell'Uliveto di Albinea, residenza assistita per ammalati gravi.
Si riconfermano anche i contributi annuali di 15.000 euro l'uno per
l'attività dei consorzi Oscar Romero
e Quarantacinque, che associano
cooperative sociali di tutto il territorio reggiano, e quello a Fedisa, federazione diocesana di servizi agli
anziani. Altre erogazioni sono state
devolute per iniziative o in base a richieste specifiche di comuni, associazioni di volontariato, cooperative
sociali, servizi di pubblica utilità distribuiti su tutta la provincia.
40.000 euro al Comune di Sant'Ilario d'Enza per un centro Diurno e
40.000 alla Parrocchia di Novellara
per una sala dedicata ad incontri e
iniziative, 30.000 euro sono andati a
favore di attività ricreative per giovani e adolescenti nell'area della Val
d'Enza e 15.000 per l'organizzazione della terza Olimpiade del Tricolore. All'Istituto Don cavalletti di Carpineti e alla Casa Famiglia Garavini
di Casalgrande sono stati erogati
20.000 euro.
39.950 euro è la somma messa a disposizione anche per il centro Nondasola, che accoglie donne straniere in difficoltà, 20.000 per la cooperativa Madre Teresa, che intende potenziare l'accoglienza per donne sole con bambini, e 20.000 all'associazione La Melagrana, per iniziative rivolte in particolare a donne con patologie oncologiche.
Numerosi anche i contributi per favorire le attività e i progetti rivolti a
minori, anziani, disabili, ammalati o
in grave difficoltà ad inserirsi nella vita sociale
anno IV numero 6
>
GIUGNO 2006
17
> Teatri
NONOSTANTE LA CRISI DI FONDI LA STAGIONE SI E’ CONCLUSA CON UN DOPPIO SUCCESSO
I TEATRI, HANNO FATTO IL PIENO
RECORD DI SPETTATORI E INCASSI
I dati parlano di un autentico exploit: spettatori passati da 7.407 a 12.152, incasso
netto da 246.884 a 308.557 euro. Grande partecipazione dei giovani che hanno assistito alle opere, grazie alla collaborazione tra i Teatri e la Fondazione Manodori
C risi di fondi, calo di spetta-
successo clamoroso che ha riscosso il Flauto Magico abbadiano, che nel corso delle quattro
recite (due prove e due spettacoli) registrò da solo 3.467 spettatori.
Veniamo ai giovani. Le richieste hanno cominciato a fioccare
dalle scuole non appena è uscito il cartellone che annunciava la
messa in scena della trilogia mozartiana al teatro Valli. E in effetti la musica di Mozart - nel panorama della musica che qualcuno definirebbe "colta" - appare tra le preferite al pubblico
dei giovani. Spogliato di parrucche e abiti d'epoca, Mozart scandaglia l'animo e i sentimenti
umani con incursioni generose
verso quella parola "Amore",
che nelle più diverse accezioni
attira l'interesse delle giovani
generazioni.
Le cifre dicono quasi tutto: sono quasi 800 i ragazzi tra i 14 e
i 18 anni delle scuole superiori
reggiane che - quest'anno - hanno assistito almeno a una delle
opere della trilogia mozartiana.
In particolare, per "Le Nozze di
Figaro" sono 129 gli studenti che
hanno assistito alla prova pome-
ridiana del 18 aprile scorso (una tica che fa si che i ragazzi sotto Francesco Micheli porta avanti cifra considerevole, visto che le i 18 anni possano entrare alle se- con il contributo di Fondazione
scuole erano già chiuse per l'in- conde rappresentazioni della li- Manodori e Blumet - seguendo
terruzione pasquale e quindi gli rica e a tutti gli altri spettacoli il cartellone della lirica della
studenti hanno "rinunciato" a teatrali pagando il biglietto d'in- Fondazione I Teatri. E così, queun pomeriggio di vacanza) e 118 gresso 5 euro, mentre per gli un- st'anno, Off Opera, nella sua parche la sera dello spettacolo oc- der 25 lo sconto è del 50 per cen- te dedicata a Mozart, è stata secupavano i palchi del teatro per to. Per "accompagnare" i ragaz- guita da 400 studenti che - per
la seconda rappresentazione. "Il zi alla scoperta dell'opera, da an- primi - si sono assicurati il posto
Così Fan Tutte", seguito in pro- ni funziona con successo il pro- alle rappresentazioni della riva da 21 studenti, conta nella getto "Off Opera" che il regista chiestissima trilogia.
rappresentazione serale 144
ragazzi. Ma il record è con il
"Don Giovanni", che in prova è stato visto da 156 studenti e 185 lo hanno visto alla seconda rappresentazione
di venerdì 28 aprile. In questo caso le richieste erano
quasi il doppio e non è stato possibile soddisfarle tutte
perché il teatro è esaurito.
Il grande numero di studenti a seguire gli spettacoli e in particolare la lirica (il
meno noto "L'Enfant et les
Sortileges" è stato visto da
363 studenti) è frutto di una
politica di prezzi contenuti
che da anni la Fondazione i
Teatri persegue anche grazie
al contributo della Fondazione Manodori. Una poli- Così Fan Tutte con don Alfonso - Alfonso Antoniozzi - Guglielmo -Christian Senn e Ferrando - Francesco Meli
tori: da antica lamentazione, la
crisi del teatro è oggi in evidenza proclamata in sede nazionale
e il dato che riguarda la Fondazione I Teatri di Reggio - proprio
per questa situazione - appare
come in controtendenza e ancor
più sorprendente. La stagione lirica appena conclusa ha portato
al Valli 12.152 presenze contro le
7.407 della stagione 2004-2005.
L'incasso netto è passato da
246.884 euro a 308.557 euro.
Frutto dell'aumento sia degli
abbonati (616 la scorsa stagione
e 792 quella appena conclusa) sia
dei biglietti venduti per le singole recite.
L'opera più vista è stata il Don
Giovanni, evento conclusivo della trilogia mozartiana, che nelle
tre recite (prova e due spettacoli veri e propri) ha registrato
2.350 spettatori con circa 61mila euro di incasso netto. Segue
"Le Nozze di Figaro" con 2.259
spettatori.
Si eguagliano i numeri di chi
ha assistito alla più tradizionale
delle opere, "La Traviata" (2.092
presenze) e di chi ha seguito le
sorti dei due moderni Romeo e Giulietta trasferiti a
New York, raccontati nel
musical "West Side Story"
(2.058 presenze). Segue il
"Così Fan Tutte", seconda
opera della trilogia mozartiana, che ha registrato
1.941 presenze e il dittico
"The Flood" e "L'enfant et
les sortileges" con 1.452
spettatori. Aumentato anche
il numero dei giovani che
hanno seguito la stagione lirica: dai 1182 del 2004-2005
ai 1460 del 2005-2006.
Le cifre riferite ai ricavi da
botteghino della stagione
lirica sono aumentati del 34,
15 per cento rispetto alla
previsione e questo nonostante la stagione passata
sia stata contrassegnata dal
Maja Kovalevska - Donna Elvira, interprete del Don Giovanni.
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STAMPA REGGIANA
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anno IV numero 6
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GIUGNO 2006
Nicola Ulivieri - Don Giovanni - e Zerlina - Alessandra Marinelli
Industria >
LA CASA DEGLI IMPRENDITORI
APRE LE PORTE ALLA CITTA’
Dopo quattro anni di lavori, restaurato il palazzo Cassoli Tirelli
sede storica dal 1950 dell’Associazione Industriali di via Toschi
di Laura Munari
D
opo quasi quattro anni dedicati al recupero e al restauro di Palazzo Cassoli Tirelli e degli ambienti antistanti, il 13 maggio scorso si
è svolta la cerimonia di inaugurazione di quella che dal 1950 è la sede storica dell'Associazione Industriali in via Toschi.
Al taglio del nastro erano presenti
autorità cittadine, imprenditori e società civile, che con attenzione hanno ascoltato il Presidente Fabio
Storchi presentare la rinnovata "Casa degli Imprenditori", luogo simbolo di un'imprenditoria locale che
con "attenzione e passione civile
vuole continuare a rappresentare
quel modello vincente di coesione
sociale e di efficienza economica
scaturito dal capitalismo diffuso,
personale e familiare, caratteristica
peculiare del nostro Territorio".
Si è trattato infatti di un intervento di recupero architettonico
realizzato con un duplice obiettivo,
da un lato contribuire a quel "rinascimento" del Centro Storico che
vede oggi importanti cantieri di restauro e riqualificazione, dall'altro
realizzare una sede in grado di essere essa stessa un progetto associativo, in grado di offrire migliori
servizi alle imprese e sviluppare una
maggior capacità di rappresentanza. A questo secondo aspetto è riconducibile la scelta di rimanere nel
centro della città.
Il progetto è stato avviato nell'aprile del 2001 dall'allora Presidente Giuseppe Prezioso e realizzato
nel corso della presidenza di Fabio
Storchi, grazie alla supervisione del
Cav. Luciano Riva - presidente di SIFIR Spa, la società immobiliare dell'Associazione Industriali, e alla Direzione dei Lavori dell'Arch. Riccardo Lusuardi, che ha garantito la continuità delle attività senza prevedere alcun trasferimento temporaneo degli uffici operativi.
Dopo l'intervento del Sindaco di
Reggio Emilia Graziano Del Rio, che
ha espresso il proprio apprezzamento per la "riappropriazione dei
luoghi della storia", e della Presidente della Provincia Sonia Masini,
che ha invece riconosciuto l'importanza del ruolo delle imprese nella
crescita del Territorio, sono stati
proprio il Presidente Fabio Storchi
e il Past President Giuseppe Prezioso a tagliare il nastro davanti al nuovo ingresso di via Toschi, quindi a ricevere simbolicamente le chiavi del
Palazzo dallo stesso Cav. Luciano Riva. Le porte sono state aperte ai
presenti solo dopo la benedizione
del Vescovo ausiliario Lorenzo Ghizzoni.
Oltre ai nuovi ambienti del palazzo, è stato possibile visitare anche l'esposizione permanente "Ar-
te a Reggio tra '800 e '900" realizzata grazie alla collaborazione dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Reggio Emilia e che racco-
glie 30 opere di pittori reggiani di
inizio secolo provenienti dai depositi dei Civici Musei. Palazzo Cassoli Tirelli è ora anche una pinacote-
1
2
ca aperta alla città che mette in mostra quadri di autori come Gaetano
Chierici (1838-1920), Giuseppe Ugolini, Cirillo Manicardi (il migliore allievo di Chierici), Augusto Mussini,
Giovanni Costetti, Romeo Costetti,
Giuseppe Tirelli, Domenico Spagni,
Alpenore Gobbi, Giulio Ferrari, Nina Ferrari, Onorino Davoli, Carlo
Destri, Walter Bedini, Anselmo Govi.
Le opere saranno esposte nelle
sale dell'Associazione fino alla fine
del 2007.
Foto 1: Facciata della sede
Foto 2: il Vescovo Ausiliario Lorenzo Ghizzoni al momento della benedizione
Foto 3: Da SX: il Past President Giuseppe
Prezioso, il Vice Presidente Renzo Castagnetti, il Sindaco Graziano Delrio, la Presidente della Provincia Sonia Masini, il Presidente Fabio Storchi; il Prefetto Giuseppe
Montebelli.
Foto 4: la Sala dell'Arazzo
Foto 5: Sonia Masini, Fabio Storchi, Elisabetta Farioli dei Musei Civici all'ingresso
dell'ufficio di Presidenza
Foto 6: Fernando Spallanzani, Maria Ludovica Maramotti, Giuseppe Prezioso
Foto 7: Il Direttore Roberto Pilotto, la Direttrice della Banca D'Italia Maria Cardillo, il
Presidente Fabio Storchi e il Prefetto Montebelli
Foto 8: Le autorità nella sala del Consiglio.
Foto di Marco Moratti
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GIUGNO 2006
19
> Economia
TRENT’ANNI DI UTILI
di Sebastiano Simonini
"S
ono trent'anni che abbiamo utili record,
ci sarà anche il trentunesimo. Stabilità e rendimento: questo è quello che una banca deve
assicurare ai propri soci". Con queste parole
Guido Leoni, Amministratore delegato di Banca popolare dell'Emilia Romagna ha anticipato l'andamento 2006 dell'istituto da lui diretto quando, al termine dell'Assemblea dei Soci, ha a lungo conversato con i molti giornalisti presenti.
E' stata un'assemblea "record": per la fortissima partecipazione dei soci, più di 1.300, per
il risultato della gestione ed anche per le pro-
spettive di crescita, basate su quel modello federale che, unico nel panorama italiano, sta offrendo risultati davvero importanti.
La base sociale ha quasi raggiunto le 82.000
unità, in crescita costante nel tempo, ed è ancora oggi prevalentemente diffusa in Emilia Romagna. Per un istituto di credito popolare e
cooperativo come BPER l'allargamento della
base sociale rappresenta un indice fondamentale della fiducia riposta nella Banca da parte
della clientela, fiducia che è alla base dell'eccezionale radicamento territoriale dell'Istituto.
Ed è il caso di sottolineare ancora una volta come i Soci di BPER siano, nella quasi totalità, anche clienti della Banca.
Questi i numeri principali presentati agli azionisti nel corso dell'Assemblea: raccolta indiretta
+16,08%, raccolta diretta +6,62%, impieghi
+13,43%. L'utile della capogruppo, quotata in
Borsa nel segmento Expandi, si è attestato a
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STAMPA REGGIANA
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183,5 milioni di Euro, nuovo record, ottenuto
quest'anno senza partite straordinarie (+3,6%).
L'AD ha chiaramente precisato come il dividendo 2004 risentisse di significative partite
straordinarie, tanto che sembrava irripetibile,
ma "il lavoro e l'impegno di tutto il gruppo ha
consentito di raggiungere questi risultati eccellenti".
Ma ciò che il dott. Leoni ha soprattutto tenuto a sottolineare è che "l'intero Gruppo ha
dato risultati positivi, stiamo diventando una
compagnia di assi". Il ROE di Gruppo ha raggiunto il 14,22%, con un utile netto consolidato
di 338 milioni (+16,54%).
Sempre buono anche l'andamento del titolo in Borsa, con un guadagno del 22,4% in un anno
ed una quotazione che
oggi viaggia oltre i 47 Euro. "Anche i fondi americani si sono accorti che esistiamo e che abbiamo questi risultati", ha commentato Leoni, sottolineando
altresì che "l'87,43% delle
azioni di BPER è però saldamente in mano a privati, che sono anche clienti
della Banca".
Il dividendo 2005 sarà
quindi pari ad 1 Euro tondo per azione contro lo
0,96 dello scorso anno,
corrispondente ad una redditività dell'investimento per azione del 15,86%.
Per quanto concerne le linee di sviluppo future Leoni non ha fatto mistero di voler crescere
ancora: "Nella ristrutturazione bancaria in atto vogliamo giocare un ruolo da protagonisti,
certamente non da prede", ma senza abbandonare la strada segnata del modello federale e condiviso. "Ogni opportunità viene esaminata con grande attenzione", ha ancora dichiarato Leoni, "con l'obiettivo di completare
la nostra presenza sul territorio anche in quelle poche regioni nelle quali ancora non siamo
insediati". Il free capital dell'istuto assomma oggi a 1,5 miliardi, ai quali occorre aggiungere
le risorse che deriveranno dalle iniziative approvate dall'Assemblea (aumento di capitale ed
emissione di prestiti obbligazionari), che potrebbero farlo salire fino ad oltre 2 miliardi di
Euro.
anno IV numero 6
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GIUGNO 2006
Incontro con il Capo Area di Reggio Emilia
Corrado Savigni
L
a Banca popolare dell'Emilia Romagna ha
negli anni accresciuto la propria presenza ed il
proprio radicamento nella Provincia di Reggio
Emilia ed oggi è uno dei principali punti di riferimento per le imprese e le famiglie del nostro territorio.
Abbiamo incontrato il rag. Corrado Savigni,
Capo Area Reggio dell'istituto modenese, al quale abbiamo posto alcune domande sul contesto
economico reggiano, guardando in particolare
a caratteristiche e bisogni delle PMI locali.
Rag. Savigni, il suo è certo un osservatorio privilegiato: quale è lo stato di salute delle imprese reggiane?
Il tessuto economico della provincia è fortemente
caratterizzato dalla presenza di una solida rete di
PMI, capaci di esprimere vette di eccellenza del Made in Italy. I diversi settori merceologici rappresentati nel territorio (dalla meccanica all'agricoltura,
dall'alimentare ai servizi) si mostrano capaci di competere grazie ad un buon livello qualitativo della
propria produzione e ad un'indubbia flessibilità. Esistono aree di miglioramento, in particolare se guardiamo ad aspetti dimensionali e di capitalizzazione; questi elementi dovranno essere rafforzati perché sempre più necessari per lo sviluppo e la competizione sui mercati internazionali.
I mercati internazionali: le aziende di Reggio Emilia si mostrano attive e propositive nello sviluppare processi di internazionalizzazione?
Sicuramente sì. E' sempre più frequente il nostro
coinvolgimento a fianco di imprese che intendono
guardare verso nuovi mercati e la nostra struttura
è oggi perfettamente in grado di offrire l'assistenza richiesta. Oltre ad una ben consolidata presenza in Lussemburgo ed in Irlanda, BPER è in grado
di supportare attività internazionali grazie a partecipazioni acquisite in diverse banche dell'Est Europa ed agli uffici di rappresentanza di Hong Kong
e Shangai. Senza dimenticare gli accordi stipulati
di recente con ICE (l'Istituto per il Commercio con
l'Estero) ed il gruppo SACE, che ci permettono di
offrire alle imprese servizi evoluti ed estremamente qualificati.
Accennava prima a problemi di sottocapitalizzazione: quest'aspetto potrà essere influente in vista di Basilea 2?
Nella prospettiva di Basilea 2 le PMI dovranno ne-
cessariamente affrontare il problema della propria
sottocapitalizzazione e della spesso modesta propensione al rischio d'impresa. Ma la cosa è da vedere in senso costruttivo, pensando anche alla necessità di perfezionare riorganizzazioni interne alle imprese che le portino a considerare la finanza
come un'opportunità, per lo sviluppo di rapporti
virtuosi con gli istituti di credito, orientati a logiche di estrema trasparenza, soprattutto in materia
di bilanci.
Quali i possibili sviluppi futuri per un sempre più proficuo rapporto banca-impresa?
Posso riferirmi a cosa fa la BPER per potenziare
il servizio offerto alle imprese, in particolare in relazione alla finanza d'impresa. Il nostro istituto si
avvale di una struttura di Finanza Aziendale formata da specialisti in grado di fornire alle imprese
assistenza altamente qualificata nella soluzione di
problematiche complesse, peraltro molto sentite in
Emilia Romagna in considerazione della peculiare
struttura del tessuto imprenditoriale della regione.
Mi riferisco in particolare a processi di acquisizione/cessione di aziende, all'analisi di fabbisogni finanziari legati a processi di crescita dimensionale,
al reperimento di risorse finanziare a titolo di debito (ad esempio mediante l'emissione di prestiti
obbligazionari) o di capitale (fondi chiusi, merchant),
alla promozione di operazioni di ristrutturazione
del debito e di acquisition financing, fino alla progettazione di strutture societarie (costituzione di
holding e passaggi generazionali). Su tutti questi
temi l'interesse delle aziende locali è molto forte,
ed affiancare l'impresa in occasione di questi processi complessi ci permette di stabilire vere e proprie partnership, solide e durature.
Economia >
GRUPPO BPER, UNA RETE IN FORTE CRESCITA
Quasi 1.200 dipendenze in 16 re-
gioni italiane. Sarà questa l'estensione territoriale della rete del
Gruppo BPER a fine 2006, grazie agli
sportelli già aperti dall'inizio dell'anno ed a quelli di imminente avvio. In tutto circa quaranta in più rispetto al 2005. Il Gruppo, composto
dal 14 istituti di credito, sta rafforzando la propria presenza soprattutto nelle aree di nuova espansione: Lombardia e Veneto al nord, Toscana, Lazio e Marche al centro e Sicilia al sud.
In Lombardia e Veneto stanno
crescendo le reti di Banca popolare
dell'Emilia Romagna, Banca popolare di Ravenna ed Eurobanca del
Trentino. La prima, dopo aver inaugurato gli sportelli di Monza (MI) e
San Bonifacio (VR) e l'Agenzia 10 di
Milano, aprirà a breve le dipendenze di Sesto San Giovanni (MI),
Villafranca (VR) e Asola (MN). Banca popolare di Ravenna, nel giro di
alcuni mesi sarà presente nel padovano a Monselice e Piove di Sacco.
Eurobanca del Trentino ha invece
avviato a maggio l'attività a Parona di Valpolicella ed entro la fine
dell'anno sarà presente anche a Verona città e Peschiera del Garda.
In forte sviluppo anche la rete
sportelli nella Provincia di Reggio
Emilia: alle 11 agenzie di città si ag-
degna prosegue la propria espansione lungo la costa con l'apertura
(entro fine anno) di Pisa città. Nel
Lazio si sta rafforzando la penetrazione nella capitale e nell'immediato circondario. BPER aprirà nel
giro di alcune settimane la sesta succursale in città, mentre il Banco di
Sardegna sarà presto presente a Vel-
Il Gruppo BPER è composto attualmente da: Banca popolare dell'Emilia
Romagna, Banca popolare dell'Emilia
Romagna (Europe) International s.a.,
Banca CRV - Cassa di Risparmio di Vignola, Banca della Campania, Banca del
Monte di Foggia, Banca di Sassari, Banca popolare del Materano, Banca popolare di Aprilia, Banca Popolare di
Crotone, Banca Popolare di Lanciano e
Sulmona, Banca Popolare di Ravenna,
Banco di Sardegna, Carispaq - Cassa di
Risparmio della Provincia dell'Aquila,
Eurobanca del Trentino
giungeranno a breve i nuovi sportelli di Mancasale e Villa Cella,
mentre nella fascia collinare è prevista l'apertura della filiale di Quattro Castella, che integrerà le 25 già
attive. Saliranno così a 39 comples-
sive le dipendenze di BPER nella nostra Provincia. Nel centro Italia comincia a farsi significativa la presenza nelle Marche e in Toscana.
Nelle Marche la rete copre ormai
tutta la fascia costiera con Pesaro,
Fano, Senigallia (BPER) e San Benedetto del Tronto (Banca Popolare di
Lanciano e Sulmona). In Toscana
BPER si è insediata da alcuni mesi
nell'area pedemontana a Lucca, Pistoia e Prato, mentre il Banco di Sar-
letri. Con questi sportelli la presenza del Gruppo in provincia di Roma
sale a 41 sportelli (di cui 24 nell'area metropolitana).
Al sud le aperture più significative nell'anno in corso saranno quelle di Banca popolare di Crotone in
Sicilia (Messina e Catania), prima
presenza del Gruppo nell'isola.
I GIOVANI DELL’API SI INTERROGANO
SUL PASSAGGIO GENERAZIONALE
I lavori dell’assemblea annuale sono stati introdotti dal presidente Giannicola Albarelli. Gli interventi del vice segretario dell’Associazione Piccole Medie Industrie Azio Sezzi, di Andrea Marconi del Centro Servizi PMI e di Paolo Di Toma
Il passaggio generazionale rap-
presenta una delle criticità più urgenti per il tessuto imprenditoriale del nostro Paese, in particolare
per sistemi, come quello reggiano,
fondati su imprese di piccole e medie dimensioni e a proprietà familiare.
L'API insieme al suo Gruppo Giovani Imprenditori e Centro Servizi
PMI è da anni impegnata in un lavoro di analisi, studio e sensibilizzazione intorno a questo fenomeno, che ha portato ad individuare
e perfezionare nel corso del tempo un pacchetto di strumenti operativi in grado di affrontare efficacemente la complessa questione
della trasmissione e della continuità dell'impresa.
Sono stati questi i temi al centro
dell'Assemblea annuale del Gruppo Giovani API, svoltasi nei giorni
scorsi nella suggestiva cornice del
Castello di Bianello a Quattro Castella.
I lavori sono stati introdotti da
Giannicola Albarelli, presidente
del Gruppo Giovani Imprenditori
API, che ha ripercorso il filo del lavoro associativo su questa materia,
a partire dalla prima ricerca svolta
nel 1997. Nel corso degli anni l'attenzione e l'interesse delle imprese sono sensibilmente cresciute, per
ragioni anagrafiche ma anche culturali, a dimostrazione della attualità e dell'urgenza del tema.
L'intervento del vicesegretario
dell'API Azio Sezzi ha posto in luce la portata e la profondità del fenomeno per il sistema produttivo
locale, che deve però considerare
questo momento non come un rischio ma come un'opportunità, in
grado di fare crescere il nostro tessuto industriale.
E' stata poi la volta di Andrea
Marconi, in rappresentanza del
Centro Servizi PMI, che ha illustrato il progetto Aditus 3, volto a supportare le imprese impegnate nel
delicato passaggio di testimone tra
"senior" e "junior". Attraverso interventi personalizzati le imprese
potranno disporre di un check up
aziendale e di una programmazione del processo di passaggio elaborati da consulenti di grande
esperienza.
Francesca Paterlini, della AEB
srl, ha portato la propria testimonianza di figlia di imprenditore,
sottolineando la opportunità di
Giannicola Albarelli
momenti di formazione specifica e
di confronto tra chi sta vivendo
un'esperienza comune.
Infine Paolo Di Toma, dell'Università di Modena e Reggio Emilia,
ha sviluppato il tema della necessità di una adeguata e tempestiva
pianificazione del passaggio, illustrando i diversi strumenti a disposizione delle imprese. Si tratta
di una materia assai delicata e complessa, che però non deve essere
vissuta come una trauma o un
tabù, ma affrontata positivamente attraverso un approccio graduale e razionale.
Nella foto da sin. Andrea Marconi, Francesca Paterlini, Giannicola Albarelli, Azio Sezzi, Paolo Di Toma
STAMPA REGGIANA
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anno IV numero 6
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GIUGNO 2006
21
> Storia
LA BASSA REGGIANA
TERRA DEI T ABARRI
La storia del rozzo mantello che accompagnò il lavoro dei braccianti per costruire la più
grande bonifica d’Europa. Chi sono i componenti del comitato promotore per la costruzione di un monumento a ricordo dell’antico abbigliamento che sta ritornando di moda
di Sergio Masini
E’
bella la Bassa reggiana.
Il Po la definisce a nord, mentre scivola, maestoso e silente verso il mare, slargandosi prima a braccia aperte nel suo delta così bello, a fare all'amore con l'Adriatico.Il Po è il cuore dell'Emilia Romagna.E come il fiume le strade che uniscono i paesi lungo gli argini, si slargano nelle piazze
ove pulsa una vita intensa e moderna di popolazioni operose e colte.
Accompagnano il fiume immensi filari di pioppi che costruiscono un paesaggio unico, riverente e silenzioso,
poiché lì Fetonte, figlio di Elios, dio
del sole, precipitò dal cielo e annegò,
mentre le sue sorelle, le Elidi, che
piangevano sulla riva, vennero tramutate in pioppi maestosi.Poi le Nebbie restituirono loro l'affetto del fratello annegato, fasciandole di spuma
di cielo, di tenui figure evanescenti,
di fantasmi piangenti, impenetrabili
alla vista umana per gran parte delle stagioni.
E le nebbie fanno sempre parte del
paesaggio,fin sotto i portici di ogni
piazza ove la gente si trova quasi all'unisono, in ogni paese o città per i
mercati, gli affari e i sentimenti, le parole di un incessante dialogo civile, sociale, culturale e politico
Sotto i portici, amiche, file interminabili di biciclette attendono pazienti.Segni, anche loro, della Bassa.
Ma questa non esisteva prima. Fu l'uomo che la creò.
E fu la più grande costruzione geomorfologica di un territorio mai effettuato in tempi e spazi così grandi.
Una storia grandiosa.
Migliaia di anni fa il Po era una immensa distesa di paludi, si allargava
impetuoso fino a lambire la via Emilia in un paesaggio lunare di fango,sabbia e acqua malsana. C'erano i
palafitticoli, uomini animali che vivevano come anfibi e si nutrivano di natura cruda. Esposti sempre, con quei
rifugi da bestie sui pali, alle intemperie e alle esondazioni feroci di un
Po incontenibile.Furono proprio loro
a mettere il primo graticcio per frenare la corrente e scavarono il primo
fosso per sfogare l'acqua.
Fu così l'inizio della bonifica.
Della ricerca di una terra ferma e sicura. L'uomo si erse gigante a contrastare il fiume incontinente.
"Carlo Cattaneo definì l' Emilia una
" Patria Artificiale " alludendo alla
grandiosa opera di bonifica, attraverso cui gli uomini modellarono nei
secoli la nostra terra, regolando l'afflusso delle acque mediante l'escavazione di canali, l'erezione di argini, la
costruzione di ponti, per il transito
umano e per quello delle acque( le
botti).
In una epopea di uomini che nel
corso di 2500 anni hanno ridisegnato il volto del paesaggio padano. E reso dinamico il rapporto fra la natura
e l'invenzione tecnica.
bonifica che ha redento quasi la
metà della pianura reggiana le cui
strutture essenziali sono ancora valide ed efficienti. I Bentivoglio, fra
l'altro lasciarono quel grande palazzo di una straordinaria bellezza esterna ed interna, costituente un lato di
quella Piazza D'Argenta che coi tre altri lati porticati, costituisce in sè uno
dei più ammirati e citati beni artistici e culturali dell'Emilia.
Ma le macchine non esistevano ancora. Tutto era fatto a braccia ( da cui,
evidentemente, i braccianti) con badile e carriola... Cantavano : "A mezzanotte in punto / si sente un gran rumor/ sono gli scarriolanti che vengo-
no al lavor / Volta rivolta e torna a
rivoltar / Noi siam gli scarriolanti/che
vanno a lavorar".
Sempre nel fango dalla prima alba, ancora notte, al tramonto, pedalando km in bici, col badile o vanga
in canna, tornavano in casupole dal
solo pianterreno, col pavimento in
terra battuta, un fuoco con la pentola per la zuppa o la polenta, mogli
eroiche e figli visti sempre come bocche da sfamare.
generale contro il brigantaggio padronale e l'autorità che lo protegge,.
viva l'organizzazione, viva lo sciopero".
mavano sia Marx sia Cristo. E’ battaglie contro le squadre fasciste, poi ancora" i partigiani" per la completa liberazione e democrazia. Ecco il timbro finale così cantato:" Non vogliamo più restare sfruttati, siamo liberi
forti e tanti, e vivere non vogliamo più
da carcerati".
Nella foto sopra i componenti del comitato promotore: da sinistra Angelo Salomoni ex sindaco di Gualtieri, Angiolino Brozzi
ex sindaco di Guastalla, Sergio Masini pedagogista e giornalista, Leila Palazzolo prof
d’arte e poeta e Efrem Vezzani storico della Bassa.
A strappare la terra dall'acqua cominciarono gli Etruschi, poi i soldati
Romani, le Abbazie medievali, i Signori del Rinascimento, Napoleone,
gli agrari latifondisti dell'800 e infine
le cooperative e i consorzi del' 900.Divenne epicentro di queste opere
Gualtieri (antico centro Walterii) che
appare per la prima volta in una donazione nel 1299, passò sotto diverse Signorie fino al 1567,quando Alfonso Primo D'Este la concesse in feudo a Cornelio Bentivoglio con il titolo di Marchese. E questa fu la data
di inizio di quelle grandiose opere di
Lavorare dentro il Po
Una saga del sacrificio umano di
secoli, nelle terre del Po. Una storia di
inenarrabili sofferenze.
Cantavano."Quand a nas un scariolant / sares mei nascess on òch/ a
laorar dì e not/ par magnar pan e sigolot / a lavorar not e dì / e la paga
l'è sempre acsì/." Le mamme ninnavano i bambini così."Latte t'ho dato
/ pane non ho / sito, figliolo / ti fassarò" Non avevano nemmeno abbastanza polenta da farsi venire la pellagra (E. Fermi, difendendo i braccianti in tribunale )Alcuni andarono a
lavorare dentro al Po, che da sempre
22
STAMPA REGGIANA
>
è stata una grande miniera di sabbia
che costa, che rende, che diventa case o a Milano o a Bologna. E sembra
inesauribile, mentre l'uomo toglie,
l'acqua porta, in equilibrio.Ma senza
soldi non si scavava e chi tentò fu
sconfitto.
Alcuni, a gruppi, per non sopportare quella vita, tentarono l'emigrazione, in altre zone da bonifica, come la Prussia e facevano gli "specialisti" con carriole super e badili quadrati di 30 cm, vere "macchine umane " per spostamenti di terra in quantità eccezionali, con paga superiore.
anno IV numero 6
>
GIUGNO 2006
A Cadelbosco, vero o leggenda, si
ricordano ancora di scarriolanti denominati" i Prussiani"
Per secoli continua questa storia
tragica della resistenza d'uomo al lavoro da bestia, con paghe da schiavi.
Comandavano sempre padroni medievali, senza qualunque legge o norma di rispetto per il lavoro.La Bassa
Reggiana, che ha il cuore nel fiume è
anche la più grande storia di un riscatto umano e sociale mediante lotte di libertà e diritti, incessanti e anche violente dalla fine dell'800.
L'8 maggio 1908 ci fu lo " sciopero
Ancora nel '900 fame e sfratti. La
solidarietà fu Camera del lavoro e
Cooperative, rosse e bianche. Si chia-
Storia >
La Bonifica Bentivoglio
Una grande storia . Una storia
fantastica di una terra e di uomini
da mettere in memoria storica di
questa epoca.Ed è la Bonifica Bentivoglio, un consorzio che ha in patrimonio la regolamentazione più
moderna delle acque perché dopo
la bonifica scoppiò la battaglia per
la irrigazione delle terre E la Bentivoglio è una grande conquista della civiltà moderna,un vero monumento oggi, con le tecnologie più
avanzate. E un altro monumento
storico culturale, è stato presentato in questi giorni, in Regione, dove la vicenda della costruzione della nostra terra è stata al centro di
un dibattito -studio di cinque giornate : è un libro importantissimo di
Antonio Salvini dal titolo ." Dove
l' uomo separò la terra dalle acque
"..(Storia delle bonifiche in Emilia Romagna, Edizione Diabasis. R E.)
Ma un gruppo di amici e studiosi di Reggio, ora, raccolti intorno al-
l'architetto Pastorini sta promovendo una serie di eventi culturali,
storici , scientifici, artistici, per arrivare alla erezione di un vero monumento, da mettere in una piazza della Bassa, il monumento Al TABARRO, che è una vera grande statua del bracciante, che costruì la
sua terra, la nostra BASSA, riconoscibile per secoli, nel suo vestimento
originale il Tabarro addosso e il
Cappellaccio in testa. Un simbolo sì,
di una grande storia di lavoro e miseria per un 'opera di sopravvivenza umana e di civiltà senza pari.
Il simbolo di quegli uomini che
hanno fatto l'Emilia: dalla palude,
alla grande terra Europea di oggi.
Il Tabarro è il logo, il Tabarro è
la foto del cuore, il Tabarro è la memoria dei nostri antenati, il Tabarro è un inchino al lavoro delle braccia, alla tecnologia della carriola e
del badile, il Tabarro è il simbolo
della terra dei Tabarri. La nostra
IL MONUMENTO
terra-" A la carriola un franc a l'ora ." E gente che ebbe più di 100
dominazioni, mai " un loro padrone", liberi sempre, anche se dominati"
I braccianti vissero sempre con
due soli vestiti per tutta la loro esistenza: uno da lavoro e uno da festa. E mutande di lana lunghe, camicie di flanella o tela a quadri, calze fatte " coi ferri " in casa , scarponi, un paio quasi eterno, e sopra
di tutto: Tabarro e Cappellaccio.Così il Tabarro diventò simbolo, sigla, marca, titolo di uomini veri, eccezionali, semplici, forti, eroici, cristiani, anche se rossi o bianchi, perché vivevano la solidarietà, nel lavoro e nella vita, come sopravvivenza.
Mai famiglie così povere vissero
così legate d'amore nella sofferenza.
E avranno il loro monumento al
centro della loro terra.
Ma che cosa è il tabarro?
Architetto Antonio Pastorini con il prototipo della statua del Tabarro
E'
un ampio mantello di panno nero, rozzo, ruvido, pesante, tagliato a
ruota, a volte con doppia stoffa, con
collo tondo, aderente, spesso ricoperto di pelo di coniglio conciato, seccato, tagliato in casa. Nell'800 e "900
quasi tutti gli uomini portavano il Tabarro a coprire tutto, per tanti mesi
all'anno, data la nebbia, l' umidità, le
piogge, il vento.
I "signori" dopo anni esibirono anche loro "mantelli" tipo tabarro, ma
di stoffa e peli fini:più leggerezze e
morbidezze, più riporti di stoffe o
alamari o bottoni preziosi.Tabarri
"distinti" da padroni. Il tabarro era
una manna soprattutto per i braccianti, che andavano in bici, anche di
notte,in ogni tempo. Riparava dal
freddo e dalla "fumana", non lasciava
passare la pioggia, copriva tutto e dava sicurezza, quasi a difendersi dagli
altri, copriva pacchi o cose da portare a mano, quando il gelo tagliava naso e orecchie il pelo del collo si alzava e scaldava fino agli occhi.
Mentre le mani si infilavano nelle
manopole, pure di pelo rivoltato, attaccate alle prese del manubrio. E' un
abito generoso, il tabarro. Simbolo di
un costume che rivela una storia. Preso fuori di là dalle carriole e dalla miseria, dal contesto storico e sociale, il
tabarro ha poco significato, resta
senz'anima, come un manichino. E bisogna ricordare che fa da pendant
con nebbia e caplass (U. Bonafini).
I tedeschi e i fascisti proibirono
l' uso del tabarro, perché potevano coprire armi o celebrare l'Anarchia
.storica. Zavattini, in una famosa poesia, scrisse tra l'altro :"I porta ancora
al tabar, da li me bandi… i par usei,
la gent in bicicleta." Fellini presenta
un personaggio di un film che così avvolto nel tabarro non trova la porta
di casa. Guareschi mette il tabarro a
don Camillo, mentre scorrazza nel suo
Brescello contro gli anticlericali.Lo ricorda Luca Soliani in gustose recenti
sue corrispondenze dalla Bassa.
Ma veniamo ora alla svolta di que-
ste settimane.
L'Architetto Antonio Pastorini un
giorno nel suo studio di scultura a Cadelbosco Sopra, accese la luce nella
testa dei suoi amici Brozzi, Masini, Salomoni, Vezzani e Palazzolo presentando loro un modellino di statua di
tabarro in terracotta ( 25 cm ), poi 3
prove di altri modellini in diversi marmi (30cm) e infine un modello grande in materiale malleabile( poliuterano) alto m 2,20. Aggiungendo:"Ai
nostri antenati (ai noster vec ) è doveroso dedicare opere che ne tengano vivo il ricordo". E fu lì che la lampadina si accese e tutti esclamarono:"Il tabarro è un monumento da
mettere in un grande luogo di ricor-
al ceto sociale dei braccianti e ricor- Elenco personalità che hanno aderito al comitato promotore
do che a Santa Vittoria c'è un PalazOn. Pierluigi Castagnetti - Deputato e Vice Presidente della Camera
zo Greppi dove è stata creata la priOn. Mauro Del Bue - Deputato
ma cooperativa italiana di braccianti,
On. Dino Felisetti
i quali nel primo '900 acquistarono la
On. Giuseppe Amadei
vasta tenuta della casata lombarda
On. Franco Boiardi - Storico
dei Greppi ( con prodigiosi sacrifici) da
On. Emerenzio Barbieri
lavorare e gestire in forma cooperaSen Alessandro Carri
tiva "integrale perché di lavoro e di
Sonia Masini - Presidente della Provincia di Reggio Emilia
consumo insieme"
Massimiliano Maestri - Sindaco di Gualtieri
E il Sindaco approva con entusiasmo
Castellani Giuseppe - Capo Gruppo D.S. nel Cons. Provinciale di Reggio E.
la proposta del monumento e il CoGloria Panizzi - Consigliere nel Cons. Provinciale di Reggio Emilia
mitato Promotore.
Castellani Giovanni - Presidente "Casa per Anziani F. Carri" di Gualtieri
"La lista degli aderenti alle iniziaGiuseppe Alai - Presidente della Banca Reggiana
tive culturali che accompagneranno
Emilio Bertolini - Presidente della Bonifica Bentivoglio Enza
alla erezione del monumento, auUmberto Bonafini - Giornalista
menta di giorno in giorno: storici,
Alfredo Gianolio - Penalista e scrittore
scrittori, giornalisti, politici, intelletVitaliano Biondi - Architetto
tuali di ogni corGiampiero Cuppini - Architetto - docente universitario
rente sono conLuigi Capellini - Pittore
tenti di mettere il
Massimo Castagnoli - Storico
loro nome sotto
Giorgio Boccolari - Vice Direttore Biblioteca Comunale “Panizzi”
questo evento, che
va anche in conOggi la BASSA REGGIANA è una lidale.Tutti i giovani fanno le scuole
trotendenza alle
grande terra, di civiltà e modernità, di superiori, il 40% si laurea. Ci sono poeesaltazioni delle
grandi produzioni agricole, commer- ti , scrittori, scultori, pittori di rilievo
"fiction" televisiciali, industriali e culturali di valore na- nazionale.
ve, dei "reality"
Nella Bassa ci sono città e paesi da
zionale ed europeo. Le città e i paesi
scombiccherati, dei
della Bassa sono perle preziose di as- visitare, da citare come il meglio in Euprogrammi virtuaropa, per insediamenli sulle "mode"
ti umani godibili,coi
stucchevoli, degli
rispetti di una volta.
sfizi pseudo psicaCioè moralmente sani
nalitici, che nae liberi.
scondono le "vere
.....pedalando chilometri in bici col badile e la vanga in canna....
E' un comprensorio
(acquarello dell’Arch Antonio Pastorini)
storie " degli uomidi una ventina di Codo, nella Bassa, per esaltare chi la Bas- ni, il loro lavoro manuale centro di
muni che vogliamo qui
sa costruì ,col lavoro :il bracciante.Ta- ogni progresso e che non fanno mai
elencare come preziobarri e braccianti, la storia li lega . Fac- capire il nostro ESSERE e il nostro ESsi prodotti delle storie
ciamo un comitato per il monumen- SERCI, qui, oggi, perché ci furono dei
del lavoro che abbiato, noi cinque ne siamo i fondatori. "loro", ieri, che lavorarono per noi.
mo fin qui raccontate:
Diamoci da fare per le adesioni. "Le Mettiamo paradossalmente badile e
Castelnuovo Sotto, Boquali sono venute e sono fortunata- carriola al centro della scena e il taretto, Gualtieri, Bremente accompagnate da un primo barro e il cappellaccio come protascello, Pomponesco,
convinto Sì della Presidente della gonisti della storia. Ed è un gran belGuastalla, Dosolo, LuzProvincia SONIA MASINI e anche da lo fare cultura così, oggi. Ed è molto
zara, Correggio, Noun rotondo Sì del Sindaco di Gualtie- etico e pedagogico".
....i porta ancorà al tabar da li me bandi...i par usei, la gent in bicicleta.... vellara, Reggiolo, Gonri, Ing MASSIMILIANO MAESTRI che ha
Questo ci hanno dichiarato L'ar- (Zavattini).
zaga, Motteggiana,
dichiarato acutamente :"Il Tabarro in chitetto Antonio Pastorini e l'orgasetti urbani fondati su architetture, ar- Borgoforte, San Benedetto PO, Orisé non è niente se non diventa sim- nizzatore Angelo Salomoni, per esseglia, Revere, Sermide.
ti e culture di grande pregio.
bolo in relazione con la sua terra e ne re ben chiari sulla iniziativa MONUSono le TERRE DEI TABARRI e il moCittà da vivere bene, tra gente colassume i significati.Da noi va legato MENTO e dintorni.
ta, civile, sociale,intraprendente e so- numento al Tabarro è loro dovuto.
STAMPA REGGIANA
>
anno IV numero 6
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GIUGNO 2006
23
> Primo Piano
PERCHE’ MATILDE (SPA) HA ACQUISTATO
L’EX
CONVENTO
DI
MONTEFALCONE
Dopo più di cento anni di degrado e semi abbandono si sta recuperando uno dei monumenti più im-
portanti del medioevo reggiano. La legge Carri e il vuoto dei finanziamenti regionali e statali
pitale nominale di Matilde SpA ha il suo
corrispettivo in un valore patrimoniale equivalente al capitale stesso. E questo non è una cosa da poco.
I tesori della nostra
storia, una ricchezza per
il futuro
del Sen. Fausto Giovanelli
M
ontefalcone, acquisto strategico
di Matilde Spa
Con l'acquisizione dell'ex Convento
di Montefalcone, Matilde SpA ha perseguito 2 obiettivi.
Primo: ha sbloccato una situazione
di contenzioso con la vecchia proprietà,
di stallo del cantiere e di incertezza di
prospettive, restituendo slancio al progetto, avviato nel '99, per recuperare
dopo più di 100 anni di degrado e di
semi abbandono, uno dei monumenti più importanti del Medioevo Reggiano.
Secondo: ha mandato un segnale
forte, dimostrando sul campo che la politica degli enti locali (Provincia in primis) non è solo urbanizzazione e cementificazione, ma impegno sui punti di eccellenza e sulle emergenze di
qualità che possono dare profondità,
personalità storica e identità culturale
al territorio reggiano.
Entrambi gli obiettivi richiedono
nuovi sforzi. Propongo perciò due ordini di riflessioni.
L'ex convento è stato acquistato nello stato in cui si trova e cioè a metà del
percorso di ristrutturazione e recupero. In poche parole - anziché comprare il 57% dell'immobile a lavori terminati - Matilde ha acquistato il 100% dell'immobile, prendendo in carico il
completamento della ristrutturazione.
Ora si apre la fase del completamento dei lavori, ma quel che più conta, dell'individuazione di funzioni e
soggetti economici che possono aggiungere il prestigio che deriva al complesso dalla sua storia e dalla sua stupenda posizione nel paesaggio, quel
che deriva dall'ospitare con residenze,
albergo e ristorante, anche funzioni di
grande valore per l'economia e il territorio.
Matilde SpA ha dimostrato con una
gestione rigorosa ("a pane e acqua")
di saper resistere al vuoto dei finanziamenti regionali e statali. La Provincia e i Comuni non si sono trovati di
fronte né a deficit crescenti né a spese correnti e hanno potuto e voluto investire nel capitale della società, che,
forte di questa fiducia, ha potuto affrontare con le proprie forze l'operazione di acquisto, ricorrendo al credito.
Ci saranno passaggi stretti nel prossimo futuro per le finanze della società.
Ma non buchi, né perdite. E oggi il ca-
24
STAMPA REGGIANA
>
Ma il "pubblico" e la stessa Matilde
SpA, decisivi per salvare la struttura dal
crollo o dalla trasformazione nell'ennesima serie di case a schiera che potevano nascere dalle macerie del convento, non potranno "da soli" garantire la rivitalizzazione del complesso.
Occorrerà l'apporto di privati, che acquistino e vivano effettivamente le 18
unità abitative recuperate, che facciano funzionare bene albergo, ristorante e enoteca, che utilizzino effettivamente le superfici destinate a spazi
commerciali.
Le principali imprese del territorio, e
persino il Consorzio del Parmigiano
Reggiano, potrebbero trovare lì una sede ideale di rappresentanza prestigiosa e di valore per sé e per i distretti economici che rappresentano.
Il recupero del Convento è solo l'ul-
tima di una serie di azioni - che a partire dalla fondazione della Matilde SpA
con la legge Carri e dalle manifestazioni rievocative promosse con successo dal comune di Quattro Castella hanno risvegliato un interesse a lungo
sopito e hanno messo in valore un patrimonio storico e culturale trascurato.
Canossa, Rossena, Sarzano, Carpineti,
Bianello, Montecchio, Castellarano, e
ora Montefalcone, sono sinonimi di altrettanti investimenti molto consi-
anno IV numero 6
>
GIUGNO 2006
stenti “sull'heritage” medioevale, sul
"Patrimoine" più ricco di storia europea della nostra provincia e non solo.
Ora, dopo i consistenti interventi sui
muri, è il tempo di un'adeguata gestione (e questo è un punto critico) del
patrimonio "recuperato".
libero" e troppo spesso "sfarfalleggiano" a destra e a manca a cercare generica "visibilità". Mentre sarebbe bene concentrarle su istituzioni e filoni
che restano.
Un buon metro per valutare le iniziative per la cultura è vedere cosa re-
Da S. Vitale a Carpiteti. A Canossa
(ovviamente la più importante come
centro del Sistema). Si può fare di più.
Molto di più. E bisogna volerlo fare.
Ancora oggi il tema MATILDICO è
un'infima parte della nostra politica culturale e della spesa per la cultura. E altresì parte troppo sacrificata delle politiche territoriali e del paesaggio. Le
spese "per la cultura" troppo spesso si
confondono con quelle per "il tempo
sta di loro il giorno dopo che i giornali hanno smesso di parlarne.
Castelli rocche pievi
La storia "Matildica" e medioevale
è un "heritage" permanente di immenso valore.
Investire su di esso è scelta sicura.
Quanto alle politiche territoriali,
molto, moltissimo è stato fatto, sui sin-
goli castelli e monumenti.
Ma è come se esistessero ciascuno a
sè stante; mentre il loro valore sta nell'insieme, nel sistema. Nell'essere stati
pensati, costruiti ed utilizzati l'uno in
relazione con gli altri. Come una innervatura direzionale del territorio, sviluppata sui crinali piuttosto che nel fondovalle.
C'è un tesoro ancora nascosto da
portare alla luce. Un esempio? Subito.
Solo un occhio clinico, allenato o appassionato le riconoscerebbe.
Cosa? Le fondamenta e le basi dell'antico castello e del suo sedime, ormai mascherato da noccioli, querce, erbe che coprono i sassi, sullo spigolo
nord ovest di Bismantova.
E la torre sulla cima della cresta del
Monte Castello che domina piazza Peretti a Castelnovo Monti?
Quanti l'hanno vista? Quanti sanno
a cosa serviva ? Quanti percepiscono castelli, torri, pievi che anziché spiccare sui
crinali e i sentieri, l'uno in vista degli altri, sono nascosti tra il verde, tra gli alberi sempre più alti e ancora di più dentro la spessa coltre dell'oblio, di occhi
che per generazioni, più che voglia di
leggere il passato, hanno preferito dimenticarlo e seppellirlo come nemico
del progresso e del futuro.
La pieve millenaria di Toano, piccolo gioiello romanico in una posizione
splendida che domina l'intera vallata
del Secchia e del Dolo, può essere scambiata per un cespuglio di alberi. Anche
il Castello di Carpineti, così aereo, sulla lama della costa montuosa tra Val
Secchia e Val Tresinaro, rischia di nuovo di essere ingoiato dalla vegetazione.
Restituire visibilità al paesaggio medioevale, alle strutture "direzionali"
dell'epoca, al sistema di sentinelle e torri, castelli e pievi è e deve essere un'operazione possibile.
Nella foto in alto: il Convento di Montefalcone, sotto foto 1 il castello di Canossa 2 il
Castello di Carpineti 3 preparazione del parmigiano reggiano 4 un quadro rappresentante
Matilde a cavallo
Primo Piano >
ECCO IL CENTRO “LAZZARO SPALLANZANI”
LEADER NELLA CHIRURGIA ESTETICA
Il centro medico "Lazzaro Spallanzani" è una struttura che racchiude una proposta nuova nell'ambito dei servizi sanitari offerti
alla popolazione, poiché non esistono ancora molti esempi di cliniche
progettate e costruite in funzione di
un'attività diagnostica-chirurgica di
"One day surgery".
Si tratta di un'unità autonoma di
day surgery dotata di accettazione,
di Cristiana Boni
E'
la prima unità di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica del comprensorio di Parma, Reggio e Modena e ha sede nel Centro medico
privato "Lazzaro Spallanzani"in via
Fratelli Cervi 75/5 a Reggio.
Per capire meglio di cosa si tratta
e conoscere anche gli altri servizi della clinica, abbiamo incontrato il Direttore, Roberto Gallosti.
Da cosa nasce l'idea di aprire
questa nuova unità?
L'unità di Chirurgia estetica è l'espressione di un servizio sanitario
specializzato e multisciplinare nei
confronti del problema estetico del
cliente. L'unità è quindi sinonimo di
sicurezza e di presa in carico del soggetto che trova un'equipe di professionisti che sono specializzati nei
diversi ambiti della chirurgia e della
medicina estetica.
Chi sono i medici che se ne occupano
L'equipe è composta da più di 10
chirurghi, da uno psicologo indispensabile per i clienti al di sotto dei
21 anni, da anestesisti e dal personale infermieristico specializzato in
sala operatoria.
Quanti sono fino ad ora gli in-
nuo.
Il Comparto Operatorio è composto da due sale operatorie tecnologicamente avanzate e da tutti i servizi di supporto necessari.
E' presente un reparto operatorio
di chirurgia ambulatoriale con annessi luoghi per la gestione pre e post-operatoria. Tale localizzazione e
distribuzione degli spazi rende il
comparto completamente autonomo
rispetto alle altre attività permettendo una completa separazione dei
percorsi sanitari relativi all'attività
ambulatoriale da quella in regime di
day surgery. Perseguire la massima
qualità possibile. Questo l'obiettivo
dichiarato dalla dirigenza ed in
quest'ottica è stato sviluppato il progetto: non come una delle tante
strutture sanitarie presenti sul territorio, ma come un centro di rife-
rimento dove la modernità della
struttura, l'efficienza dell'organizzazione interna e la professionalità
degli operatori raggiungono un livello di assoluta eccellenza.
Il Centro Medico Privato "Lazzaro Spallanzani" è di fatto una clinica progettata e realizzata per erogare prestazioni d'altissimo livello
professionale, elevato confort e rispetto assoluto della privacy.
terventi e di che tipo?
Gli interventi eseguiti sono
più di 100 in quattro mesi di attività. I più frequenti sono: additive e riduttive del seno, chirurgia dell'addome e terapie
con i laser dermatologici per
l'epilazione e per i difetti vascolari.
Usate tecniche particolarmente innovate, quali?
Le tecniche più innovative riguardano la valutazione ad
hoc per il seno, tutta la componente dei laser dermatologici e non per ultime le tecniche anestesiologiche che sino
ad ora hanno determinato dei
risultati d'eccellenza per quando riguarda l'assenza di doloRoberto Gallosti
re intra e postoperatorio.
Cosa vuol dire "qualità" apQuali sono i vostri obiettivi e
plicata ai servizi che proponete?
i vostri progetti
Qualità per noi, significa proporsi
L'obiettivo è quello di creare un
centro di riferimento per la "pato- il superamento del concetto di semlogia estetica" che ha come mission plice efficacia terapeutica, per ragla personalizzazione dell'assistenza e giungere il traguardo della massima
l'estrema sicurezza del percorso te- soddisfazione dell'utente.
Per far questo non solo sono erorapeutico.
gate prestazioni del migliore livello qualitativo, ma anche di
comprendere ed interpretare le
necessità di ognuno dando
una risposta rapida, gentile
ed efficace alla richiesta di salute di chi si rivolge a noi.
Nel nostro progetto l'utente
è soggetto di cura e non semplice oggetto di servizi.
Qualità per noi è quindi porre al centro della nostra organizzazione la Persona in una logica che vede l'umanizzazione
della prestazione assistenziale
e la personalizzazione del rap-
porto. Inoltre il personale è aperto
al confronto, impara ad "accogliere"
e a comprendere "l'altro", ha un approccio più attento alla persona, dove cortesia, gentilezza e disponibilità
ben si coniugano con un'ottima
competenza professionale. L'utente percepisce il significato della qualità del servizio in un contesto organizzativo empatico e nel soddisfacimento delle proprie necessità.
otto degenze, quattro sale operatorie, uffici amministrativi e servizi di
supporto.
In particolare il reparto di day
surgery è interamente situato al secondo e ultimo piano ed è costituito da stanze di degenza attrezzate
nel rispetto della massima sicurezza post-operatoria, infatti in tutte
sono presenti le attrezzature d'emergenza e di monitoraggio conti-
la sede
Gli interventi che si eseguono
Trattamenti degli esiti dell'obesità (Dott. M. Manzini C. Guastella - Pelle Ceravolo)
Chirurgia del volto
lifting facciale
chirurgia delle palpebre
chirurgia del naso
lifting frontale
modellamento delle labbra
modellamento del mento
iniezione dicollagene / tessuto adiposo
trattamento di cicatrici in esiti di acne
trattamento delle rughe con tossina botulinica
chirurgia del padiglione auricolare (orecchie ad ansa)
Chirurgia del seno (dott S. Fundarò - G. Ventriglia - J. Guimberteau Brandon E. Kallman)
riduzione del seno maschile (ginecomastia)
aumento del seno (mastoplastica additiva)
sollevamento del seno (mastopessi)
riduzione del seno (mastoplastica riduttiva)
ricostruzione del seno dopo mastectomia
Chirurgia del corpo (dott S. Fundarò - G. Ventriglia - L.Perrone J. Guimberteau - Brandon E. Kallman)
modellamento dell'addome (addominoplastica)
liposuzione - liposcultura
lifting delle braccia (brachioplastica)
lifting delle coscie
Pelle (Dott. G. Lo Scocco - F. Fantini - S. Mirizzi - E. Caprari)
rughe-acne
esfoliazione cutanea (dermoabrasione)
rimozione di tatuaggi
trattamento di cicatrici
Laser (Dott. G. Lo Scocco - F. Fantini - S. Mirizzi - E. Caprari)
depilazione definitiva
rimozione di capillari, teleangectasie, couperose
fotoringiovanimento
trattamento macchie cutanee
trattamenti con laser co2
Chirurgia dei genitali
femminili-maschili (dott S. Fundarò)
STAMPA REGGIANA
>
anno IV numero 6
>
GIUGNO 2006
25
> Sport
REGGIANA, LA FESTA E’ RINVIATA
MA DA OGGI VIETATO SBAGLIARE
Porte aperte in casa granata per nuovi ingressi societari e
ulteriori rapporti sulla gestione. Largo alle giovani promesse
Anche il primo cittadino di Reggio
Del Rio, premuroso sensale dell'inedito connubio imprenditoriale, ha da
tempo cessato di sorvegliare i passi della Società, giudicando l'Associazione
Calcio Reggiana 1919 S.p.a. ormai
svezzata e provvista di congruo corredo genetico.
Quello che manca, in effetti, è il titolo sportivo adeguato alla caratura
di Mauro Romoli
B
ruciano i santuari della devozione
pedatoria nazionale nell'annus orribilis del calcio italiano, ammorbato dai
miasmi del malaffare. E gli amministratori granata, nell'umile sacrestia dello stadio Giglio, compulsano i dati del
consuntivo di stagione e traggono gli
auspici per l' esercizio prossimo venturo. I giochi sono fatti e la pallina si è
fermata sul nove. Responso crudele, dispari, manque. Poca roba per chi aveva puntato sul cinque col proposito di
arrivare ai play-off con una botta di vita.
C'è da dire, però, che i ragazzi di Foschi hanno tenuto aperta la prospettiva fino all'ultima gara, dispensando le
estreme palpitazioni a una pattuglia
eroica di tifosi irriducibili sul prato irriguardoso di Bellaria. L'epilogo, in verità, poteva essere diverso se una maligna sequenza d'infortuni non avesse
privato la compagine di qualche elemento prezioso, abbassando il profilo
competitivo della squadra e allentandone la tensione agonistica.
Perché davvero la Reggiana rediviva
ha mostrato di saper suonare ben altra musica nella fase matura del campionato, quando, dopo la messa a punto, si è espressa a ranghi completi e coi
virtuosi in stato di grazia.
Dunque, si ricomincia dal bagaglio
cospicuo dell'esperienza acquisita che,
assennatamente, non avrà soluzione di
continuità, perché gli amministratori
hanno rinnovato l'investitura all'allenatore Foschi (ogni società ha il Lucianone che si merita) e al direttore sportivo Varini, apprezzandone sinceramente il lavoro. Nessuna eco, nella
stanza ovattata del Consiglio, delle disinvolte esternazioni forcaiole del dopopartita che i cronisti maliziosamente raccattano. Quando si tratta di decidere responsabilmente, la temperanza del dirigente fa aggio sul capriccio umorale del tifoso.
Come i giocatori, anche il tortuoso
assemblaggio della nuova compagine
societaria è diventato squadra, capace
di offrire prove di armonia e di compattezza nelle circostanze topiche.
Tant'è che nessuno più si esercita, sulle gazzette, ad alimentare artificiose
contrapposizioni fra i rifondatori della prima ora e il sindacato di controllo
industrialcooperativo.
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STAMPA REGGIANA
>
della città. Perciò il salto di categoria,
nel prossimo campionato, è un imperativo etico kantiano. All'uopo la Società ha promesso di arrotondare il
budget. Perché sa di poter confidare
sull'orgoglio e la buona volontà dei
reggiani.
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anno IV numero 6
>
GIUGNO 2006
Allora preparatevi. La Triade (quella
locale, beninteso, di specchiata virtù,
composta da Veroni, Fontanesi e Fiaccadori) sta per bussare alla vostra porta, perché la nuova Reggiana aspira a
diventare una sorta di valore civico partecipato e per questo pizzica le corde
Sport >
Nelle foto :
1) Veroni e Fontanesi
2) Fiaccadori, il comandante Vigili del Fuoco Lupica e
il vicequestore vicario Zazzara
3) Foschi, Catellani e Fiumana
4) Varini e Stefania Rabotti
5) Albertini, Reverberi e Ass. Prov. allo sport Chierici
6) Nessi e Benassi
7) Tognetti e Rizzo
8) Migliaccio, Cuoghi, Barbieri e Boscolo
9) Bagnacani, De Martin e Rossi
10) Malpeli, Caselli e Fontanesi
11) Fiumana, Canali e Zambelli
del sentimento identitario sollecitando nuovi ingressi e nuovi apporti sulla gestione.
Si tratta, infatti, di accedere al mercato con una borsa appropriata per
adeguare l'organico e sopperire alle
carenze riscontrate al centrocampo e
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11
in zona d'attacco. Questa volta Foschi
e Varini hanno il tempo necessario per
impostare il lavoro; non partono da zero come l'anno scorso, incalzati dal calendario e in un contesto ambientale
dai contorni non proprio definiti,
quando l'interlocutore societario non
aveva ancora espresso autorità, vocazioni e programmi. Adesso si sa chi governa e si possono misurare le risorse
a disposizione. Insomma, conosciamo
le bestie e la cosa ci dà garanzie.
C'è un solido impianto di base che
ha già sostenuto la prova del campo,
rivelando le proprie potenzialità, i punti di forza e le manchevolezze alle quali si dovrà decorosamente provvedere.
E poi (come si usa, abbiamo lasciato
la cosa dolce nel fondo) ci sono giovani
molto promettenti che già indossano
la maglia granata meritevoli di inco-
raggiamento e sui quali è sensato investire. Tutte queste ragioni ci portano a sospendere le indulgenze e a pretendere risultati.
Stringiamoci a coorte; la festa è semplicemente differita. Di un anno.
L’EXAGERATE CARECA RUGBY E’ RIPARTITA DUE ANNI FA DALLA SERIE C
CON UMILTA’ HA CONQUISTATO LA SERIE A
di Marco Ballabeni
N
el panorama un po' depresso
degli sport di squadra reggiani brilla, accanto alla favola del basket, la
storia dell'Exagerate Careca Rugby.
Una storia particolare, ma del resto
la particolarità sembra far parte del
DNA del rugby fin dal tempo in cui
il futuro prete protestante William
Webb Ellis inventò questo sport
stravolgendo le regole del football
durante una partita scolastica di calcio a Rugby, cittadina inglese. Quella del Rugby Reggio è una storia di
ascesa, caduta e risalita: due anni fa
il club, al culmine della propria storia dopo tre anni consecutivi di permanenza in serie A, decise volontariamente di scendere in serie C, la categoria base della palla ovale italiana, per tutelare il settore giovanile
in una situazione economica non florida. Tagliamo risorse alla squadra senior od ai ragazzini? - ci si chiese nelle rinunioni dirigenziali. La risposta
fu unanime quanto saggia: venne sacrificato il gruppo di giocatori di serie A, che accettarono con umiltà e
senso di responsabilità di ripartire
dalla C. La società trovò un determinante appoggio nella Careca,
azienda hardware di Scandiano che
commercializza il marchio Exagerate. Si ricominciò così dal campionato più basso, con bilanci solidi ma in
mezzo a squadre amatoriali e campetti rionali che stridevano con il
gruppo di campioni dell'Exagerate
(Sergio Pelliccione, Francesco Osellame, Gabino Hidalgo, Andrea Di
Giandomenico, solo per citarne alcuni). L'Exagerate conquistò la promozione in B infilando senza colpo
ferire 24 vittorie in 24 partite e que-
st'anno ha proseguito quasi senza
rallentamenti il cammino, vincendo
22 partite (e pareggiandone una) su
24 e riconquistando dopo due sole
stagioni la A. Le finali per la promozione si sono disputate il 14 ed il
21 maggio. Avversarie le Fiamme Oro
Roma, squadra delle forze di polizia.
Rivali temibili, semiprofessionisti pagati solo per giocare a rugby contrariamente agli atleti reggiani, tutti inseriti dalla società in aziende del-
la zona per le quali lavorano a tempo pieno. La differenza di preparazione è stata annullata dalla tecnica
e dall'orgoglio: l'Exagerate ha vinto
35-26 allo stadio Mirabello e si è ripetuta ad Ostia, trionfando 22-10
dopo essere stata in svantaggio 3-10
a metà partita. Il Rugby Reggio è così tornato per la terza volta nella sua
storia (la prima fu una fugace stagione a metà anni '90) in serie A, categoria che andrebbe in realtà chia-
STAMPA REGGIANA
>
mata A2 poiché nel rugby italiano
esiste un massimo campionato battezzato Super Ten. "E' stato un torneo straordinario, un' annata che
premia la difficile scelta fatta nell'estate 2004", commenta il presidente Giorgio Bergonzi, motore inesauribile di tutto il movimento rugbistico reggiano: "avevamo preventivato tre o quattro stagioni per ritornare in A ed invece abbiamo raggiunto l'obiettivo nel minimo tempo
possibile. Al contempo il settore giovanile ha continuato a crescere secondo le nostre speranze e per certi versi anche oltre, poiché quest'anno la nostra under 13, una delle nostre sette formazioni junior, ha
conquistato successi a livello nazionale".
La decisione del 2004 si è dunque
rivelata totalmente fruttifera. Il
Rugby Reggio ha evitato il rischio di
diventare una di quelle società fantasma con una grande squadra senior ed un fragile settore giovanile
ed ora può guardare con grandi prospettive al prossimo decennio
Nella foto : la formazione 2005/06 dell'Exagerate Careca Reggio. Il secondo giocatore in alto da destra ed il quinto in basso da sinistra sono i due allenatori Gabino
Hidalgo ed Andrea Di Giandomenico
anno IV numero 6
>
GIUGNO 2006
27
> Iniziative
GRANDE SUCCESSO DEL CONCORSO BELLACOOPIA
LEGACOOP
NELLE
SCUOLE
REGGIANE
Ha vinto il primo premio la classe 4.a dello Scaruffi. Tutti i progetti presentati
Si sono svolte, presso l'Auditorium del Centro Internazionale dell'infanzia "Loris Malaguzzi", le premiazioni dei progetti del concorso
Bellacoopia, promosso da Legacoop
Reggio Emilia. L'iniziativa, rivolta agli
studenti delle scuole medie superiori della provincia e giunta con grande successo alla terza edizione, vuole promuovere lo spirito cooperativo tra gli studenti e stimolare la voglia di fare impresa, attraverso ila
realizzazione di un progetto di cooperativa virtuale. Auro Franzoni ha
commentato con gli studenti la loro
esperienza, mentre la pedagogista
Valeria Malvicini ha presentatoi progetti vincenti, che sono stati premiati
dal presidente di Legacoop Reggio
Emilia Ildo Cigarini. Erano presenti
anche l’Assessore del Comune di Reggio Emilia Iuna Sassi e l’Assessore Provinciale Marcello Stecco.
I premi per la mutualità e la rilevanza sociale, di 2000 euro ciascuno,
sono andati alla cooperativa "Sport
hand coop", che si pone l'obiettivo
di creare occasioni per la pratica
sportiva dei disabili, attraverso la gestione di 3 palestre, e alla cooperativa "Non solo clown" per l'entusiasmo e la partecipazione degli
studenti, che hanno costruito un percorso completo di aiuto e di solidarietà sorridente. Il premio per la
struttura imprenditoriale, sempre di
2000 euro, è andato alla cooperativa Prisma che ha organizzato un centro-giovani, individuando sede, spon-
sor, tempi di lavoro, piano finanziario accurato, per occupare in modo produttivo e divertente il tempo libero di bambini e ragazzi, mentre alla cooperativa "Petite Papillon" è stato attribuito il premio per
l'originalità dell'idea imprenditoriale. Il primo premio, che consiste
in un viaggio di istruzione all'estero, è stato assegnato alla cooperativa "Enjoyline", della classe classe
4ª B, Istituto Tecnico Commerciale
"Scaruffi" di Reggio Emilia. La cooperativa si propone di organizzare
servizi di trasporto notturno per e
da discoteche, per evitare che i ragazzi si mettano alla guida di au-
toveicoli in condizioni non ottimali.
Bellacoopia è ormai da anni una
delle attività più significative pro-
è avrà nella nostra provincia. Un risultato importante è anche la disponibilità dei dirigenti cooperativi
Tutti i progetti presentati
C
ooperativa "Inaut" (Progetto "Aria di casa": check up del microclima domestico/controllo fonti inquinanti), Classe 3ª G sperimentale, Istituto d'Arte "Chierici", Reggio Emilia.
Cooperativa "Otia" (Gestione eventi culturali, in collaborazione con le
Pubbliche Amministrazioni),Classe 3ª S, Liceo Scienze Sociali "Russell", Guastalla. Cooperativa "Enjoyline" (Trasporto notturno per frequentare i luoghi di ritrovo, soprattutto per i giovani non patentati) Classe 4ª B, Istituto Tecnico Commerciale "Scaruffi", Reggio Emilia. Cooperativa "Arcobaleno dei sapori" (Educazione alimentare nelle scuole), Classe 4ª B, ISIS
"Motti", Reggio Emilia. Cooperativa Petite Papillon (Collezione di moda
ecologica: produzione con tessuti naturali e materiali di riciclaggio), Classe 4ª tessilemoda, ITIS "Nobili", Reggio Emilia. Cooperativa "Sport hand
Coop" (Gestione di un centro sportivo per giovani, con attenzione ai disabili), Classe 3ª A, Istituto per Geometri "Secchi", Reggio Emilia. Cooperativa "Pappapero" (Animatori turistici con attenzione ai visitatori e
realizzazione di performances dedicate), Classe 3ª B, Liceo Scientifico "Moro", Reggio Emilia. Cooperativa "Prisma" ("Pomeriggio ricreativo insieme senza mai annoiarsi": assistenza ai minori: doposcuola, trasporto, tempo libero), Classe 4ª Mercurio, Istituto Tecnico Commerciale "Einaudi", Correggio. Cooperativa "Fior d'Emilia" (Promozione Parmigiano Reggiano
nei paesi extraeuropei), Classe 4ª C, Istituto Tecnico Agrario "Zanelli", Reggio Emilia. Cooperativa "BLUCOOooo" (Cooperativa per i giovani che aiutano altri giovani nella promozione del proprio benessere), Classe 3ª I socio-pedagogico, Istituto "Matilde di Canossa", Reggio Emilia. Cooperativa "Non solo clown" (Cooperativa di Clown e di baby-sitteraggio), Classe 4ª G Igea, Istituto Tecnico Commerciale "D'Arzo", Montecchio
mosse da Legacoop, con il sostegno
delle principali cooperative reggiane.
"E' un progetto che ci sta dando molte soddisfazioni - ha detto il presidente di Legacoop Cigarini - e credo
che l'impegno degli studenti e degli
insegnanti sia testimonianza del
ruolo che la cooperazione ha avuto
diventati ora tutor, ora docenti, sia
l'investimento economico di 50.000
euro per ogni edizione."
Nella foto in alto: gli studenti vincitori di
Bellacoopia, con Iuna Sassi, Ildo Cigarini, gli
insegnanti e il tutor. Sotto a sinistra gli studenti nell'Auditorium del Centro Malaguzzi.
> Fisco
I SEGRETI DELL’ARTE E LA DIFFICOLTA’ DEL GIUDICARE
di Massimo Crotti (*)
F
ino a qualche decennio fa per un
qualsiasi professionista od artigiano
od artista che avesse allievi, scolari e
praticanti nella propria "bottega"
non era, alla fin fine, così difficile trasmettere al proprio apprendista, purché volonteroso e dotato, quei concetti consigli e segreti dell'arte e mestiere che avrebbero potuto fare, dello stesso, un potenziale futuro maestro. Personalmente ritengo che il
concetto di cui sopra possa ancora valere per molte tipologie artisti ed ar-
28
STAMPA REGGIANA
>
tigiani. E fors'anche per la gran parte di professioni (avvocati architetti,
notai, geometri ecc.). Non per un professionista legale-societario-tributarista per il quale ritengo sia difficile
per non dire impossibile, potere continuare ad essere un buon maestro,
considerata la vastità e la complessità
della materia. Specie se lo studio è di
categoria alta.
Non potendo io fare la professione
in dipendenza del magistero che ricopro, ma avendo, pur tuttavia, la
possibilità di tenere praticanti, difficilmente mi nego chi mi dovesse chiedere il praticantato (ovviamente se intelligente e volonteroso) per una serie di motivi, uno dei quali, un autoaggiornamento obbligato.
Ma non li invidio e non farei mai
cambio, nemmeno se mi potessero
dare i loro vent'anni ed il loro entusiasmo. La preparazione dell'allievo
laureato è quella che è; oserei dire più
insufficiente che scarsa per colpa di
una scuola che non sa formare. A volte non so da dove cominciare a parlare, certo che qualsiasi argomento,
contabile, codicistico, contrattuale, è
un universo imperscrutabile.
anno IV numero 6
>
GIUGNO 2006
Anche se incredibile debbo denunciare un fatto eclatante: uno stagista
laureando (parlo di pochi mesi fa) al
quale era stato chiesto di inviare un
fax, fece la fotocopia del documento
convinto che, una volta immesso nell'apparecchio trasmittente il documento venisse fisicamente trasportato a destinazione……volatilizzandosi. Da lì in poi ho iniziato a tenere un
pro memoria sul quale annotare le cose più incredibili. E ne ho scritto di
belle.
Ma torniamo sul percorso lasciato.
Per riprendere il concetto è bene
sottolineare che il 47% dei ventenni
non sa cosè il 25 Aprile e il 53% non
sa che cosè il I° Maggio. Questo lo
leggevo domenica scorsa.
Ebbene, che classe dirigente potremo mai sperare di avere in futuro?
Ora, se aggiungiamo a questa scarsissima formazione culturale la estrema difficoltà di apprendere non dico
una disciplina giuridica, ma le sue primarie fondamenta, dove possiamo arrivare? Prendiamo la materia fiscalesocietario-giuridico-amministrativa;
essa è in continuo fermento, mutano
le leggi che si accavallano giornal-
mente; le circolari si contraddicono;
le risoluzioni fanno il resto. Non più
di mezz'ora fa ho letto una cosa che
mi ha letteralmente fatto drizzare i
capelli e per la quale spenderò ore di
verifica: gli immobili storico culturali per i quali io stesso feci la prima sentenza, in Italia, su quello specifico argomento, poi passata in giudicato,
nel lontano 6 marzo 1995; bene, per
essi immobili storici e tutelati, qualsiasi affitto si percepisca, non lo si dichiara essendo soggetto unicamente
alla tassazione dell'imponibile minimo, dell'immobile più basso, della
propria zona. Non lo sapevo, o quanto meno, la sapevo diversamente.
Impossibile quindi rendersi conto
della difficoltà della materia. Figuriamoci la difficoltà del giudicare, laddove, per giudicare bene, occorre, prima di tutto, sapere.
Una difficoltà non credibile, che esige preparazione non credibile.
E voglio chiosare riportando un fatto incredibile putroppo accadutomi
pochi giorni fa. Che il lettore lo creda o meno è un altro paio di maniche. La verità, purtroppo è la seguente. Un giovane dottore com-
mercialista che mi aveva conosciuto
per strada e timidamente mi si era
presentato mi ha confessato di non
sapere chi era e cosa si intendesse per
legislatore fiscale; quel legislatore che
spesso richiamo nei miei articoli. Gli
ho risposto, con semplicità, che il legislatore fiscale non è altro che il Parlamento (od il Governo se si tratta di
decreti legislativi); il quale Parlamento a seconda del tipo di legge che
discute e approva è legislatore fiscale, civile, penale, della navigazione,
delle acque, dell'ambiente.
Ripeto la domanda mi è pervenuta da un giovane laureato che, per di
più, deve avere superato un ulteriore esame di stato; un giovane al quale, per pudore e per riservatezza non
ho nemmeno richiesto mi ripetesse il
suo cognome; un giovane che, qualche cliente dovrà pure lui avere, se
vuole sopravvivere. Non dico altro e
chiudo l'articolo così, con tanto amaro in bocca ed un senso di disagio e
tristezza.
(*) giudice tributario
e opinionista del Sole 24 Ore
Arte & Cultura >
Giovanni Simonini:
LA MATERIA, LO SPIRITO
pagina a cura
di Gaetano Montanari
astrazioni pure ma a una ricreazione sempre coerente di un dato naturale iniziale, attento analizzatore
del pensiero filosofico del francese
Teillard de Chardin, in perfetto accordo con Giacomo Manzù. Grande
merito di Simonini, per intenderci,
non è quello gelido del verista che
ama eseguire la copia al naturale del
modello, secondo consolidati precetti
accademici. Ora, a dimostrazione delle sua comprovata professionalità,
basti, oltre alle sue opere a sbalzo
che mostrano una purezza di concetto e di esecuzione meravigliose,
la sistemazione della cappella annessa a "Villa Ilva" in quel di Cavriago; una Casa per anziani che rappresenta l'ultimo exploit di don Remo Davoli. L'opera, costituita da un
insieme di sculture e pannelli parte
in bronzo e parte in rame, sviluppa
un complesso discorso estetico-religioso. Questo artista, che ebbe per
insegnanti Destri, Leonardi, Gandini,
Vivaldo Fornaciari presso l'Istituto
d'Arte Gaetano Chierici, mentre, all'Accademia di Bologna, dopo un
breve intermezzo al Toschi di Parma,
ha studiano con Drei e Ghermandi.
I
l minimo che si può dire di questa superba monografia dedicata allo scultore reggiano Giovanni Simonini, edita da Consulta , 2005, è che
si tratta di una pubblicazione del tutto significante nell'ambito editoriale e culturale non solo locale. Simonini è un solitario , un artista che ama
lavorare nella serena atmosfera del
suo studio, adoperandosi attivamente per creare mirabili opere in
terracotta policroma, rami sbalzati,
bozzetti in rame e in ferro, stupende sculture astratte e notevoli opere a carattere cimiteriale. Mai poesia più genuina era scaturita in un
universo interiore in cui l'artista
non si abbandona mai a delle
Affascinato dalla tecnica di Drei, perchè sicuramente più moderno ed
aderente alle sue esigenze, respinse, poi, d'istinto, quanto, nel dreismo, v'era di stereotipato e di obsoleto.
Guardò a Rodin, Marini, Martini,
Calder, indi a Manzù e Minguzzi: ma
non mancano riferimenti anche ai
grandi maestri del Rinascimento. Simonini pratica un'arte come non
molti altri artisti, oggi, sanno capire,
per realizzare opere di un certo impegno, con mezzi e modi assolutamente suoi, identificandosi in bellezza di forme e di composizioni, ri-
Antologia di poesia e prosa reggiana 2005
Alessandra Binini :
TRA PESI E PIUME
Figurativa d'istinto, Alessandra Binini, ha sa-
puto riprendere il vecchio sentiero dopo aver
brevemente svolazzato nello stravagante reame
dell'astrazione.
L'artista ha ben compreso che la luce e' la dimensione piu' segreta e nascosta di ogni immagine visiva, ma non gia' una luce esterna all'immagine che la illumina dal di fuori, come di
notte una lampada illumina una camera, bensi
una luce segreta ed intima
che si sprigiona dal fondo
dell'immagine evocata. La
sua conoscenza nel vivo di
una esperienza astratta, non
si e' sentita di portarla avanti, perche' gia' si affacciava in
lei il ciclo delle sante e dei
santi…. Nel suo passaggio
dalla pittura astratta al figurativo, riesce a far rivivere
scenari primitivi, ma pieni di
vita, di umori, di palpiti, non
solo coloristicamente, in un
prezioso contrappunto di toni azzurri, rosa carne e rossosangue, ma anche spiritualmente per le suggestive
allusioni ad una condizione
reale che fa presagire il ritorno ad un piu' profondo
martirio cristiano. Queste sue tele, spesso di notevoli dimensioni, debbono essere gia' pronte
in lei, lasciando in sospeso solo le figure che esegue poi con sorprendente sicurezza facendo
pensare di avere intinto i pennelli non nei colori della tavolozza ma in quelli dell'atmosfera
che fara' da sfondo ai suoi personaggi dal vivo.
Per Alessandra la pittura e' anche un importante momento di autoanalisi (Mussini) profon-
gorosamente disciplinate alle leggi
inalienabili di proporzione e armonia. Dove poi l'arte di Simonini si afferma con semplice certezza è nei rami sbalzati e trattati. Saggezza è la
parola che meglio d'ogni altra lo può
caratterizzare; e, s'intende, artistica
moralità, vigile e sublime amore del
mestiere. Lo scultore merita il nostro
omaggio e l'uomo il nostro rispetto.
A un tale autentico, creativo e schivo artista, Elisa e Carlo Pellacani, con
questo libro chiaro, preciso, curato
in ogni dettaglio, arricchito di splendide riproduzioni, intendono dare
evidenza e luce.
damente permeato da un ottimismo vitalistico.
Sempre piu' frastornati da nuove tecniche e
da nuove tendenze pittoriche, i giovani artisti
emergenti si chiedono cosa fare per restare al
passo con i tempi. Oggi l'arte deve trovare un
suo mezzo espressivo, una sua area d'azione che
non puo' essere avulsa dall'uomo. L'uomo, più
che la tecnica, e' il perno attorno a cui ruota la
vita. Attraverso l'esame di una seria di opere formanti la storia antologica della Binini, anche se
e' una storia suscettibile
di trasformazioni, si può
senz'altro affermare che
essa ha raggiunto una
netta personalita' pittorica. Su questa strada, Alessandra Binini ha proceduto sicura, facendo tesoro di tutta la sua esperienza, fino ai ritratti che
sono fra le sue opere piu'
interessanti. Seguire i lavori di questa infaticabile artista non e' possibile.
Una pittrice, insomma,
che sa dipingere e dipinge.
V'e', in tutti i suo dipinti, la medesima efficacia del segno; vi si afferma l'impronta individuale della sua fresca fantasia e, soprattutto, sempre inalterata, la forza
evocativa dei colori. Mi accorgo di aver abbozzato il discorso in maniera piuttosto vaga. Bisognerebbe, su questa pittrice, mettere in risalto
la finezza di certi particolari. Ma farlo non come certi critici, che si sentono declassati se usano parole comprensibili; ricorrendo, eventualmente, ad esperti moderni, i quali possano spiegarsi da gente del mestiere.
UN POCO DI NOI
In una elegante edizione tipografica, a cu-
ra di Clementina Santi, con il prezioso contributo di Giacomo Borgatti e Angelo Gandolfi,
ricorrendo il trentesimo anniversario dell'Associazione Scrittori Reggiani, e' uscita un'interessante "Antologia di poesie e prose", ravvivata da un paio di magistrali disegni di Nani Tedeschi.
Ciò che del resto era da attendersi dalla A.S.R.
di cui, la Santi, di quel mondo, da tempo, e' una
colonna. Nell'insieme si puo' dire che la presentazione della giornalista Mariagiuseppina
Bo, fa veramente da ottima prefazione. Ed e'
congegnata in modo che, ognuna
delle poesie, e' sola in una sua zona arcana e isolata, in un assoluto stupore. C'e', nell'antologia, di
tutto un po'. Emerge, in tutto quel
fervore, l'essenza di una cospicua
, fine e delicata rosa di poeti. Vi
sono accolti: Virginia Alessandri,
M. Rosa Barani Verzellesi, Francesco Bartoli, Rina Becchi, Annalisa
Bertolotti, Marisa Bertozzi Copelli, Eolo Biagini, Nadia Boneva, Giacomo Borgatti, G. Carlo Campioli,
Edmea Cimurri, Barbara Canovi,
Savina Capria Farri, Alessandra Casali, Angiolina Casoni, Nazario D'Amato, Lia Del Rio, Giorgio Ferrari, Silvana Ferrari, Assunta e Innocenzo Fontana, Gianna L. Galassi, Angelo Gandolfi, Alma Grassi, Giovanna Gregori, Edda Infanti,
Gemma Iorio, Anna Magnani, Carlo A. Margini, Marco Martinelli, Fernando Panciroli, Luigi
Pecchini, Maria Luisa Pomponi, Giuliana Ridola, Rosa Rossi, Rosanna Luisa Rossi, Enrico Rota, Luciano Serra, Francesco Tabarri, Olimpia Tognetti, Carmen Togni, Maria Luisa Violi, Luigi
Cipolla ( un giovane ospite di una casa protetta tormentato da un sogno: vedere pubblicata
STAMPA REGGIANA
>
una sua poesia). Segue , poi, una scelta selezione di "un poco di noi…", in vernacolo, riboccante di originalita' e fresca simpatia.
La seconda parte, quindi, contiene poesie di
Lauro Campani, Silvana Crotti, Luigi Ferrari,
Osvaldo Ferrari ( Vampa), Innocenzo Fontana,
Enza Giaroli, Lidia Grisanti Pisi, Teresa Pantani,
Savino Rabotti, Orio Riccò, Rosa Rossi, Guido Sereni, Andrea Sistici e Luciano Zamboni. Considerata l'origine profondamente popolare di
questa poesia, con tutta la sua raffinata saggezza, con tutta la liberta' che solo il dialetto
concede, non puo' sfuggire quella vena intima
e struggente che deriva da
una piu' diretta, familiare
personificazione con la parola. "Un poco di noi"… in
prosa, ci propone un suggestivo racconto di Domenico
Amidati, che ha il fascino dei
ricordi cari e lontani nel
tempo.
Anche Giorgio Ferrari,
Miria Bellesi, Franca Gironi e
Ilde Rosati meritano, del resto, come tutti i collaboratori
dell'Antologia, un vivo apprezzamento per valore letterario, nonche' per
aver dato ampio respiro a sentimenti e pensieri.
E' chiaro che gli scrittori e le scrittrici d'oggi, laureati, laureandi, professionisti, hanno eliminato quel certo retorico vecchiume e altri fiori secchi dell'immortale erbario romantico. Metodi
d'altri tempi che facevano evolvere obsolete forme letterali, ma non facevano avanzare la scienza del cuore e del cervello.
A.S.R. UN POCO DI NOI. Antologia di poesia
e prosa reggiana a cura di Clementina Santi.
Con due tavole di Nani Tedeschi. 2005 - ANNO
XXX, 8°, pp.165
anno IV numero 6
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Gli avvenimenti
di
Mariella Burani
e il cinema
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Foto 1: Antonella Spaggiari - Foto 2: Stefano Landi e signora - Foto 3: Luciano Fantuzzi e Gemma Abbate - Foto 4: da
sx Maria Chiara Spallanzani, Monica Fagioli e Patrizia Rossi
- Foto 5: Antonio Paparcone e signora - Foto 6: dott. Giuseppe
Albertini con signora Susanna Aldini - Foto 7: da sx Mariuccia
Lombardini, Giuppi Bonferroni e Rita Monducci
Veronesi ospite
del Rotary
Maggio
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Foto 1: Il Prof. Umberto Veronesi con il Presidente del Rotary Avv Alberto Lasagni e la signora Gabriella Lombardini - Foto 2: Paola e Dario Caselli con Veronesi - Foto 3: Vando Veroni e Gianni Borghi - Foto 4: Umberto Veronesi saluta il Sindaco Graziano Delrio - Foto 5:
Sonia Masini con il Prefetto Montebelli e signora - Foto 6: il questore Gallo - Foto 7: Giuseppe Prezioso con la figlia Maria Giulia e la moglie Maria Lodovica Maramotti - Foto 8: dott. Nicoli e la signora Paola - Foto 9: dott. Boni e dott. Prati - Foto 10: Camillo Galaverni con signora - Foto 11: Fabio Storchi e Giuseppe Prezioso.
Fotoservizi di Stefano Rossi