giugno - Stampa Reggiana
Transcription
giugno - Stampa Reggiana
STAMPA REGGIANA AutoGepy AutoGepy periodico di attualità > cultura > spettacolo > sport www.autogepy.it Editoriale Teletricolore srl - Direttore Responsabile Ivano Davoli - Direzione Redazione e Amministrazione: Via Pasteur, 2 - 42100 Reggio Emilia - Tel. 0522/337665 - Fax 0522/397794 E-mail: stampareggiana@stampareggiana.it sito web: www.stampareggiana.it - Pubblicità: PUBLI7 Via Edison 14/a Reggio Eamilia Tel.0522/331299 - Fax 0522/392702 Poste italiane spa - spedizione in a. p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, DCB Reggio Emilia - Iscrizione al ROC nr.10590 anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 Enìa e il centro storico le colpe della Margherita SCONTRO POLITICO Euro 2, 00 L’EUROPA APRE LE PORTE ALLA PROVINCIA DI REGGIO EVACUARE IN CITTA’ di Sonia Masini C’ di Dario Caselli è un'idea dell'Europa che si sviluppa. Crescere, esportare i nostri modelli di sviluppo, lavorare sulle buone pratiche, migliorare ulteriormente i nostri standard di qualità della vita, questi sono soltanto alcuni degli obiettivi che ci poniamo. A questi si affianca una non meno importante opera di sensibilizzazione rispetto alla cittadinanza europea, all'acquisizione da parte soprattutto delle giovani generazioni di una nuova consapevolezza. Occupazione, innovazione, riforme economiche, coesione sociale e sostenibilità am- di Gianfranco Parmiggiani I n passato veniva attribuita ad Aldo Moro la frase "gli avversari politici si possono eliminare in due modi: col veleno o con i franchi tiratori, il primo non è più utilizzabile". Sono stati dodici franchi tiratori, guidati da Delrio, ad impedire il rientro di Cantarelli in Enia, a poco sono valsi i voti di 32 sindaci a suo favore, i 12 sommavano la maggioranza delle quote azionarie e non si trattava solo di sindaci della Margherita ma anche di diessini, quello di Correggio, di Casalgrande, Luzzara ecc. Questi sindaci segnalavano che dentro i ds si era aperta una falla nel muro di solidarietà a Cantarelli e ciò consentiva a Delrio l'affondo. segue a pagina 3 N on è propriamente il rosso il colore del filo che lega le notti estive reggiane; è più specificamente il giallo, quello della pipì. Scusate se l'attacco del pezzo non riporta immediatamente a più auliche suggestioni e non attinge alla tavolozza di un pittore ma è che si vuole, con questo spaccato di realtà stercoraria, partire decisamente dal basso e dall'interno dei problemi del centro storico. Perché mai come quest'anno larghe fette del nostro cuore cittadino sono assurte nell'immaginario collettivo, tre giorni alla settimana, ad un vero e proprio vespasiano a cielo aperto. Apoteosi di questo nuovo movimento "viscerale" è stata la "splendida" Notte Bianca, una calata di carne umana segue a pagina 3 UN ARTICOLO IN ESCLUSIVA DEL NEO VESCOVO AUSILIARE COMUNICARE PER COSTRUIRE INSIEME Mitici furono il salot- FONDAZIONE MANODORI BILANCIO CONSUNTIVO 2005 UNIVERSITA’: ELETTI GLI ORGANI ACCADEMICI D Lorenzo Ghizzoni omenica 28 maggio in tutte le comunità cristiane si è celebrata, con varie iniziative di sensibilizzazione, la 40ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: ci si potrebbe chiedere come un laico cristiano, un prete, un religioso (o un Vescovo) si rapportino oggi a questo mondo che vediamo e sentiamo sempre più presente nella vita quotidiana. Da una parte ci sembra che tutti i mezzi della comunicazione siano indispensabili: siamo curiosi o a volte assetati di notizie nuove, ci sembra co- sì di controllare e individuare verso dove si sta muovendo la storia e questo ci dà una sensazione di maggior sicurezza. Dall'altra parte ci sembra che questa realtà sia cresciuta in modo sproporzionato e per alimentarsi debba diventare sempre più invadente, dilatare gli eventi o, al limite, produrli essa stessa. La cerchiamo e, allo stesso tempo, la temiamo; ce ne serviamo, eppure a volte ci appare come un "potere forte" che ci può manipolare a suo piacimento. segue a pagina 2 bientale sono i cardini della strategia di Lisbona, delineata nel corso del Consiglio Europeo del marzo 2000, che si propone l'ambizioso obiettivo di far divenire l'Europa "l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale" (Conclusioni della Presidenza, marzo 2005). Oggi, a distanza di 6 anni, è ancora lungo il percorso che ci aspetta, un percorso che vede ognuno di noi protagonista di questa crescita. segue a pagina 4 Salotti & Salottini servizio a pagina 15 + www.autogepy.it UNA GRANDE PROVA DI MOBILITAZIONE di Gian Carlo Pellacani Rettore Magnifico a pagina 6-7 E’ NATO IL MONUMENTO AL TABARRO di Sergio Masini a pagina 22 - 23 to di Mediobanca, per intenderci quello di Enrico Cuccia, oppure, anche se più frivoli, i salotti romani. Insomma, un Paese consociativo e poco incline alle scelte radicali come l'Italia non può fare a meno dei salotti, e neppure dei salottini. Questi ultimi servono per scambiarsi convenevoli, informazioni, per progettare accordi o alleanze che sovente finiscono sui giornali perché in fondo la loro finalità è far apparire. I primi sono invece luoghi decisionali, dove come Cuccia si mangia magari una mela, anziché ottimi pasti accompagnati da vini eccellenti. Anche a Reggio esistono salotti e salottini. Tra i più importanti vorremmo segnalare il salotto dell'On.Castagnetti, affiancato da un tinello, dove si possono consumare pasti frugali. Il padrone di casa riceve so- vente gli ospiti in mise casalinga completa di eleganti pantofole. Si sussurra che in quel salotto si siano decise le presidenze della Cassa di Risparmio e quelle della Fondazione Manodori, almeno fino a Mauro Bigi. La presidenza Spaggiari no, è nata in un altro salotto. Sempre nel salotto di Castagnetti si è deciso il primo Presidente democristiano della provincia, Claudio Bucci, che poi rinunciò, favorendo la lunga stagione politica di Roberto Ruini. Lì si è deciso il primo sindaco cattolico e postdemocristiano di Reggio Emilia, cioè Graziano Del Rio, lì si sono decise promozioni e "decapitazioni", lì si è deciso il destino di Uris Cantarelli. Il potere si sa, logora chi non ce l'ha, ma il tempo passa e anche nei salotti più importanti si forma un po’ di polvere. Benelux > Attualità segue dalla prima + Lorenzo Ghizzoni Vescovo ausiliare N oi cristiani dovremmo ricordare, a noi stessi e a tutti, che la nobiltà della comunicazione e la sua connaturalità col nostro essere più profondo derivano dal disegno stesso di Dio. Egli ci ha voluti capaci di comunicare con Lui e tra noi, perché solo così avrebbe potuto amarci ed essere amato nella libertà. Il dialogo è la strada a doppio senso attraverso il quale le persone in piena libertà si conoscono, si stimano, si amano, si alleano, si spendono l'una per l'altra, o al limite si perdonano e si donano gratuitamente, aspettando una reciprocità che potrebbe anche non venire. Il senso di ogni comunicazione, anche delle notizie più elementari, è quella di far crescere il dialogo e la comunione tra le persone. Il passo successivo è quello di far nascere una unità di decisioni e di azioni, una cooperazione che permette alla società, a qualunque forma di comunità, di svilupparsi secondo la logica del bene comune e del rispetto della dignità di ciascuno. È una dinamica di base di ogni società con la quale, anche se ha delle radici nella logica del Vangelo, crediamo nessuno si trovi in di- saccordo. Restano aperte perciò delle domande critiche, per quelli che operano in questi ambiti (stampa, radio, TV, internet…), sia per i cristiani sia per tutti gli altri: quanti altri obiettivi e fini (palesi o nascosti) si perseguono invece di quello che abbiamo detto prima? Quante volte si cede alla tentazione di abusare dei mezzi a disposizione, per la propria potenza, per apparire, per accumulare ricchezza, per eliminare un concorrente o un avversario…? Quanta assuefazione alla cronaca sempre più nera e sempre più intrusiva nella privacy altrui? Sono domande retoriche e ingenue oppure sono esempi di domande abbastanza elementari che permettono di non restare invischiati, involontariamente, in modi di trattare le persone che le possono ferire, anziché metterle in comunicazione col resto della comunità in cui vivono? E infine, perché si sta dando così poca attenzione ai "segni dei tempi" che sono segnali importanti di speranza -, pur presenti in diverse realtà, anche nella nostra terra reggiana? Siamo proprio sicuri che questo non sia il compito di chi lavora nella comunicazione sociale? Che il Signore ci doni sapienza e coraggio, ne abbiamo bisogno! Nella foto sopra il presidente Gino Badini consegna un’antica pergamena al Vescovo ausiliario Lorenzo Ghizzoni LA FESTA DELL’ASSOCIAZIONE STAMPA REGGIANA “GINO BEDESCHI” UN CENSIMENTO PER I MASS MEDIA di Gino Badini (*) A vviandomi alla conclusione del mio mandato biennale, vorrei fare alcune brevi considerazioni su quel poco che è stato fatto e sul molto che rimane da fare. Non aprirò certo il cosiddetto "libro dei sogni", ma mi limiterò ad accennare ad una iniziativa che io ritengo prioritaria per meglio valutare le prospettive della nostra Associazione. Mi sono reso conto che la nostra Associazione non è in possesso di tutti quei dati necessari riguardanti l'editoria e le pubblicazioni periodiche in modo da consentire l'avvio di una discussione concreta e costruttiva sulle finalità dell'Associazione medesima e sulle eventuali modifiche statuarie. In altri termini prima di prendere una qualsiasi decisione occorre sapere quanti siamo, qual è il nostro ruolo e in quale contesto si svolge la nostra attività giornalistica. Il 20 febbraio scorso il consiglio direttivo ha affrontato, su mia proposta, una prima discussione sull'eventuale censimento delle testate periodiche esistenti nella nostra provincia e sulla possibilità di predisporre una pubblicazione nella quale far confluire i risultati del censimento. La risposta dei consiglieri è stata in linea di massima positiva purché - e su questo ci siamo trovati tutti assolutamente d'accordo - l'iniziativa non comportasse alcun onere per l'Associazione. Ciò posto la ricerca è proseguita e chi vi parla ha già provveduto ad una consistente raccolta di periodici, men- tre il collega Carlo Pellacani ha svol- ni '90, Regolamento che non è mai to un'indagine specifica riguardante stato varato e tanto meno predispol'editoria reggiana. Al termine del sto e messo in discussione dagli organi mio mandato intendo quindi conse- dirigenti dell'Associazione Stampa gnare a chi mi succederà tutto quel- Reggiana per vari e giustificati motilo che sono venuto raccogliendo in vi che sarebbe qui troppo lungo rimateria di periodici locali, tenendo cordare. presente che pur essendovi già pubChiaro che nell'attuazione di queblicazioni specifiche che riportano sta iniziativa di censimento dei pequesti dati sia a livello regionale sia riodici e delle case editrici sarà ben aca livello nazionale o su Internet, ri- cetta la collaborazione di tutti i soci sulta tuttavia utile effettuare una pa- (e anche non soci), sia a livello openoramica approfondita sullo stato ef- rativo che per quanto attiene a confettivo dell'editoria periodica in am- sigli e suggerimenti. bito reggiano. (*) Presidente dell’Associazione Uno dei risultati dovrebbe essere Provinciale Stampa Reggiana “G.Bedeschi” quello di ripensare alla struttura e alle finalità della nostra Associazione sulla base A conclusione dell'assemblea sono stati conseconcreta di ciò che è gnati ai figli dei giornalisti i premi di studio dal emerso dal censimento, vescovo ausiliare Lorenzo Ghizzoni e dal presitrasformando le con- dente Badini .(Foto in alto) clusioni del successivo I premiati. (Scuola primaria) Anna BARILLI; Andibattito in disposizione gela BERGIANTI; Lisa BERGIANTI; Marta BERnormative, travasando- GIANTI; Marta BORCIANI; Edoardo COZZOLINO; le nel Regolamento Lorenzo GUERRA; Elena LUGLI; Federico MACCHI; previsto dall'art. 2 del Damiano MAMMI; Matteo MORATTI; Irene PAnostro Statuto degli an- TRIA; PietroROCCHI; SimonaROCCHI; Valentina Un centro alla memoria di Maria Vittoria “Joio” Visconti Una settimana di celebrazioni, appuntamenti culturali e di intrattenimento per rimarcare l'importanza del restauro di una chiesa antica ed importante, oltre che centrale, come quella cittadina di S.Nicolò, oggi retta da don Francesco Ranza, che è anche parroco della limitrofa chiesa di S.Francesco. Dal 7 al 14 maggio la comunità parrocchiale ma non solo ha così voluto festeggiare l'avvenuto ritorno agli antichi splendori del tempio retto dal compianto mons.Wilson Pignagnoli e che oggi ospita, in un'ala vicina ai chiostri, il presepe di Giancarlo Beltrami, vanto di un'intera città. Ma l'intensa settimana ha visto anche un altro avvenimento importante: la nascita di un centro di spiritualità intitolato alla memoria di Maria Vittoria "Joio" Visconti Spallanzani, moglie dell'imprenditore Nino Spallanzani, nonché figura di primo piano del volontariato cattolico reggiano, basti pensare alla Mensa del Vescovo, da lei guidata quand'era in vita ed all'Unitalsi. Il centro sorgerà nei locali della parrocchia; alla cerimonia d'inaugurazione erano presenti anche i familiari di "Joio" mentre la Messa conclusiva è stata celebrata dal vescovo Adriano Caprioli. Nelle foto: i familiari di Maria Vittoria Visconti Spallanzani e il taglio del nastro del centro di spiritualità alla presenza di Mons. Tiziano Ghirelli e Don Francesco Ranza VALERIANI. (Scuola media inferiore) Pietro Olmo BORCIANI; Consuelo COZZOLINO; Francesco GIOVANETTI; M. Agnese GUERRA; Tommaso GUERRA; Linda MAGNONI; Alice PATRIA; Francesca PATRIA; Giulia TESTA; Giulia CASTELLANI. (Scuole superiori) Chiara C. CARNEVALI; Emanuele FIACCADORI; Chiara LUGLI; Lucia MAMMI; Elisa MORATTI; Tommaso MORATTI; Alessandro PATERLINI; Teresa ROSSI; Luca ROSSI; Stefano SCULLIN; Martina Elenia ZANI; Silvia Selenia ZANI. (Maturità) Martina FIACCADORI; Jacopo MAMMI; Serena PATERLINI; Emanuele CATTOZZI. STAMPA REGGIANA periodico di attualità cultura spettacolo sport Proprietario Editore Editoriale Tricolore srl Direttore Responsabile Ivano Davoli Art Director Roberta Castagnetti Servizi fotografici Stefano Rossi Marco Moratti Sede e Redazione Via Pasteur 2 - Reggio Emilia Tel. O522.337665 Fax O522.397794 Pubblicita’ PUBLI7 via castaldi 2 42100 Reggio Emilia Tel.0522.331299 Fax 0522.392702 Stampa Graficstamp srl - Montecchio Emilia (RE) - Tel. 0522 865688 Autorizzazione del Tribunale di Reggio Emilia n. 1093 del 17/03/2003 2 STAMPA REGGIANA > anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 Politica > ENIA, I RETROSCENA DI UN GOLPE POLITICO Dalle dimissioni di Uris Cantarelli ai dodici franchi tiratori guidati dal Sindaco Graziano Delrio. La Margherita sta diventando sempre di più un’agenzia di collocamento. Fratture all’interno dei DS e l’inevitabile rimpasto previsto nel prossimo autunno l'area diessina, in particolare la Legacoop che da tempo aspira a mettere un suo uomo alla guida di Enìa. L'operazione è intelligente, con un simile colpo si chiuderebbe il cerchio, si rovescerebbero i ruoli, non più il partito egemone sulle cooperative ma viceversa. Già oggi infatti la cooperazione controlla larga parte dell'economia, ed ha una significativa presenza nei media e tutti sanno quanto il combinato disposto di potere economico e potere mediatico condizioni la politica. Questo combinato è già visibile anche a RegDario Caselli gio dove abbiamo una politica sia di maggiosegue dalla prima ranza ma anche di opposizione sempre più debole e divisa, mentre alcuni poteri economici Cantarelli è stato per anni il padre padrone sono sempre più forti e condizionanti. di AGAC, poi l'artefice della costruzione di Enia E' chiaro che se dietro a Delrio c'è, oltre aled infine uno dei protagonista dell'operazio- la sinistra sindacale, anche la sinistra economine Delmi, con AEM di Milano, ca, egli gode del sosteper la conquista di Edison in gno o quantomeno accordo con EDF (l'Enel frandella neutralità anche cese). Questa operazione ha di illustri esponenti dei consentito ad Enìa di trasforDS come Marchi e la marsi da azienda solo distriMontecchi. L'arena del butrice, in azienda in grado di regolamento dei conti controllare tutto il processo a sinistra sarà il condalla produzione fino al congresso dei DS, dove gli sumo. Questi progetti sono ex spaggiariani reduci andati avanti con fatica, grada molte sconfitte, giozie alla paziente attività teccheranno le loro carte nico-politica dell'AD; ma ciò è per vincere, magari stato reso possibile anche schierandosi con Fassigrazie al forte sostegno del no e rompendo con i maggiore azionista, il Comudalemiani, ammesso Uris Cantarelli ne di Reggio, guidato dalla che questa geografia, Spaggiari . con cui ho poca dimestichezza, significhi ancora Cambiato il sindaco, raccolti gli applausi per qualcosa . le operazioni, è calato il sipario ed è iniziato il Certamente le lacerazioni dei DS hanno condopo Cantarelli, in barba agli accordi elettorali sentito alla Margherita di avere un potere sproche prevedevano il permanere del medesimo positato, inversamente proporzionale alla sua al suo posto e ciò sarebbe stato doveroso al- debolezza politica e ciò esaspera l'elettorato di meno fino alla quotazione di Enìa, a cui peraltro sinistra più attento. E' invece puerile il tentasi oppongono importanti componenti della tivo di addossare al Sindaco di Parma tutte le maggioranza, come Rifondazione ed il PDC, no- responsabilità, certo i parmigiani non hanno redo che il Sindaco non ha mai sciolto. so semplice il cammino di Cantarelli, però avenSiccome nessuno è così sprovveduto da cre- do dichiarato di essere venditori, una rapida dere che Delrio da solo avesse la forza di al- quotazione di Enìa avrebbe risolto sia i loro prolontanare Cantarelli, vediamo chi sono coloro blemi che quelli degli altri azionisti. Inoltre sulla base del patto di sindacato, l'AD viene nominato dai reggiani ed il Sindaco di Parma può criticare la scelta ma non influenzarla. L'esclusione di Cantarelli indebolisce oggettivamente Reggio dentro Enìa ed Enìa dentro lo scacchiere delle alleanze tra utility, con il rischio che la politica regionale la consegni ad Hera di Bologna, fregandosene della validità industriale dell'operazione. Purtroppo la scia di divisione, rancori e colpi bassi che questa operazione si porta dietro, paralizzeranno ulteriormente l'attività amministrativa del Comune di Reggio, il cui Consiglio passa da un mancato numero legale all'altro, una gestione i sindaci di Parma e Reggio, Ubaldi e Delrio tutta chiusa nelle stanze del potere che lo hanno coperto nell'operazione: certa- avrà sicuramente effetti negativi sulla nostra mente la Margherita che sta diventando sem- Città. pre di più un'agenzia di collocamento; ma è soPurtroppo ciò accade quando un Comune forprattutto nei DS che bisogna cercare, nella si- temente "economico" è guidato da personale nistra interna rappresentata dal vicesindaco Fer- politico non solo estraneo alle regioni dell'eretti che vuole rafforzarsi, temendo fortemen- conomia, ma anche culturalmente diverso, te l'inevitabile rimpasto autunnale della giun- quando non antagonista con la cultura dei suoi ta; ma soprattutto nei potentati economici del- amministrati. UNA NOTTE BIANCA E 364 GRIGIE Gianfranco Parmiggiani segue dalla prima S enza precedenti riunita dal tardo pomeriggio al primo albeggiare dal tam-tam propagandistico pur in assenza di un trade union degno di essere ricordato. Quell'incredibile sceneggiata di uomini e donne all'ammasso per un centro, una tantum, all'ingrasso, ha rappresentato non certo il punto di partenza per la risoluzione degli atavici problemi della città ma la prevista distesa di un enorme lenzuolo amministrativo per coprire, agli occhi critici di chi prega speranzoso al suo capezzale, l'incipiente putrefazione di un corpo morto. Come quando, pietosamente raccolti attorno ad un organismo amato che sembra palpitare per chi non si rassegna al suo trapasso, arriva il cinico medico di turno a risvegliarci alla realtà: "è inutile, se n'è andato". La Notte Bianca in questo senso potrebbe aver rappresentato, per restare nel gergo sanitario, non certo le prime manovre di rianimazione su un paziente grave ma l'epitaffio ultimo griffato da inconsapevoli becchini. Acquietato lo scodinzolare codino e smorzati i gridolini eccitati di chi ha incensato la manifestazione di sabato 20 maggio infatti, il centro di Reggio è ripiombato nel consueto grigiore. E nella tradizionale assenza di una vera strategia che sappia e possa governare gli eventi locali ma anche quelli che arrivano portati dal vento riflesso da quella congiuntura internazionale che fa di Reggio una realtà piccola ma importante. Deserta, poco attraente e sempre più pericolosa per la gran parte dell'anno, paradossalmente alcune vie della città, per via di quel difetto dei timonieri di cui dicevamo, si sono trasformate, in questa estate 2006, in baccanali senza regole. Suscitando le giuste rimostranze dei residenti e scatenando una guerra sotterranea tra i commercianti pro o contro distese e alimenti connessi. Il caos che sottende ogni (assenza di) scelta e le conseguenze a volte sproporzionate che ne derivano sono lo specchio, e veniamo così al cuore del problema, della mancanza di un disegno organico da parte di chi dovrebbe decidere. Le fasce sproporzionate nel rapporto residenti-attrazioni-parcheggi che tagliano il comune capoluogo, il capovolgimento del peso e della visuale delle situazioni che cambiano nel corso STAMPA REGGIANA > dell'anno (mortorio per 9 mesi all'anno, deregulation selvaggia per i restanti 3), insoddisfazione generalizzata, soprattutto di chi il centro non lo vive ogni tanto come sfogo ma tutti i giorni per scelta, sono tutti argomenti talmente eloquenti da non aver bisogno d'altro. E' come se negli uffici di palazzo municipale, ogni assessorato in qualche modo attore della famosa rivitalizzazione del centro andasse avanti in ordine sparso a tarpare le falle con schemi improvvisati. La navigazione a vista è insomma diventata una consuetudine sulla nave del centrosinistra reggiano che fa acqua da tutte le parti e rischia il naufragio. E il diario politico di bordo di questi giorni riporta fedelmente tutti i tentativi di ammutinamento. Non sarà infatti l'estensione del concetto di Notte bianca a tappare le falle nel mare in tempesta ma una visione più coerente delle priorità di un cuore cittadino oggi realmente alla deriva. Come commentare altrimenti da una parte l'entusiasmo degli amministratori nel tratteggiare il presunto successo di una notte in cui "i cittadini si sarebbero riappropriati del centro" grazie anche ad una maggiore tolleranza verso i comportamenti dei partecipanti e dall'altra invece la risposta di segno contrario (un'ordinanza proibizionistica?) alle proteste dei comitati che insorgono per l'invivibilità cui sono costretti diverse sere la settimana causa il carnaio vociante sotto le finestre? I commercianti intanto, dopo anni di giustificate lamentele per un giro d'affari in calando ed una paura in crescendo, hanno smesso per un attimo il cipiglio battagliero visto il tintinnare delle loro casse durante la Notte Bianca. Ma resta comunque una tregua armata. Tutti dunque appaiono scontenti, chi per motivi "strutturali", chi per circostanze "saltuarie". Un questionario tra la popolazione anziana di Reggio, promosso dai sindacati, ha dato un inequivocabile responso: quasi il 70% di loro mette al primo posto dell'agenda cittadina la sicurezza e la prevenzione. Un senso di preoccupazione che ha visto un aumento esponenziale in questi ultimi anni. Ma Delrio, che paga anche un recente vuoto comunicativo lasciato ultimamente perlopiù ad un livello di semi improvvisazione, ed il suo staff hanno problemi di tenuta talmente forti da risultare un po' sordi alle istanze che nascono dal basso. Una notte bianca non fa primavera; 364 notti grigie rischiano invece di cristallizzare l'inverno anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 3 > Speciale LA PROVINCIA DI REGGIO NELL’ORBITA DELL’EUROPA ESPORTARE I NOSTRI MODELLI DI SVILUPPO L'Ufficio Politiche Comunitarie e Rapporti Internazionali, un servizio per l'Ente e il territorio provinciale L’Ufficio Politiche Comu- segue dalla prima Sonia Masini (*) La battuta d'arresto registrata con la mancata approvazione della Costituzione da parte di Francia e Olanda deve diventare motivo di riflessione importante rispetto alla necessità di aprire un dialogo continuo proprio con i cittadini, che spesso invece vivono le istituzioni europee come troppo lontane, e questo anche in vista di un ulteriore allargamento dell'Unione. In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo l'Europa ricopre poi un ruolo significativo anche nel mantenimento della pace. In un mondo globalizzato, dove le distanze non esistono più, anche un ente come il nostro si trova a confrontarsi con realtà considerate, a torto, lontane. (*) Presidente della Provincia di Reggio Emilia e Rappresentante del Comitato delle Regioni * * Membro delle commissioni "Politica economica e sociale" (ECOS) e "Affari Costituzionali e governance europea" (CONST) nitarie e Rapporti Internazionali, che ha iniziato la sua attività poco più di un anno fa, ha avviato un percorso con l'obiettivo di porsi come servizio in grado di apportare valore aggiunto alle attività strategiche dell'Ente in un ottica di "dimensione Europea", sia per quel che riguarda le attività da svolgersi, sia nello scambio di buone prassi e metodologie. Il metodo adottato dall'Ufficio per realizzare questo si è sviluppato secondo due linee principali: - lo sviluppo di reti di contatti (informali e/o formali) in funzione delle partnership richieste dalle "call for proposals". Ad oggi sono stati attivati diversi contatti con attori istituzionali e non, nazionali e comunitari (tra cui, ovviamente, il Parlamento europeo e la Commissione europea) ed è in questa ottica che l'Ufficio ha aderito al progetto regionale "Rete Antenne Europa" dell'UPI Emilia-Romagna; un'ulteriore opportunità di relazioni è stata offerta dal lavoro di supporto alla Presidente nel suo impegno presso il Comitato delle Regioni, organismo dell'Unione europea che dà voce alle collettività regionali e locali; - la valorizzazione dei rapporti di gemellaggio che hanno permesso di avviare e sviluppare contatti per la creazione di partnership al fine di partecipare insieme alle opportunità comunitarie. La Provincia gemella di Olomouc, in particolare, rappresenta per la nostra provincia una grande opportunità rispetto ai nuovi orientamenti dell'Unione che riserva ai neo comunitari una maggiore attenzione in termini di finanziamenti. L'attività svolta si muove su tre filoni principali: le Politiche Comu- nitarie, la Cooperazione Internazionale e le Attività di sensibilizzazione e comunicazione sull'Europa. Politiche Comunitarie Sono 13 i progetti presentati su diversi Programmi Comunitari; ad oggi, 3 di questi sono stati finanziati per un importo complessivo di 300.000 euro per le azioni previste sulla nostra Provincia (il progetto "NEAC", sulla meccatronica, per 160mila euro; il progetto Enercy Regio, sulle energie alternative in edilizia, per 100mila euro; il progetto European Resistance Archive, sul 60° anniversario della Liberazione dal Fascismo, per 40mila euro); i restanti progetti sono attualmente in fase di valutazione. Rapporti internazionali Oltre alla gestione dei rapporti di gemellaggio istituzionali, l'Ufficio sta lavorando sul progetto "Banca dati gemellaggi" con il quale il nostre Ente intende coordinare i vari progetti sul territorio e stimola- re insieme ai Comuni un ulteriore sviluppo dei gemellaggi europei, con l'obiettivo di farne strumento di promozione di relazione e scambi istituzionali, culturali, economici e sociali. Per quanto riguarda la Cooperazione Internazionale, attualmente la Provincia partecipa a 5 progetti in altrettante aree di intervento; lo Sri Lanka, i campi Sahrawi in Algeria, la Palestina, la Romania, il Pakistan. Per altri progetti di cooperazione internazionale l'ufficio svolge un ruolo di coordinamento e supporto ai diversi soggetti (Enti Locali, associazioni e altre organizzazioni), che lavorano con realtà diverse nel mondo (Eritrea, Argentina, India). Attività di sensibilizzazione e comunicazione sull'Europa Tra gli obiettivi dell'ufficio c'è quello relativo alla sensibilizzazione sui temi dell'Europa. È stato scelto un percorso che porti a un avvicinamento all'Europa che parte dal basso: il concetto di appartenenza e di cittadinanza europea visto non più in un'ottica di imposizione calata dall'alto, ma di partecipazione e conoscenza. Per questa ragione sono state organizzate diverse iniziative tra cui, per citarne solo alcune, la Festa dell'Europa, la Settimana Europea dei Giovani, l'ospitalità della World Youth Orchestra con il concerto al Teatro Valli. Il progetto di un periodico, in uscita in giugno, e una newsletter quindicinale rappresentano poi ulteriori strumenti con cui l'Ufficio intende avvicinare i cittadini all'Europa, alle sue Istituzioni e alle sue opportunità. R’EUROPA: perché un giornale Perché un giornale. Soprattutto perché un giornale che parla della Provincia di Reggio Emilia e dei suoi rapporti con l'Europa e il mondo. L'obiettivo che l'ente si e dato è ambizioso: aprire un canale di comunicazione per avvicinare i cittadini all'Europa, ma non solo. Proiettare Reggio Emilia fuori dai propri confini è quanto stanno già facendo le aziende del territorio, il tessuto economico ha capito che il futuro parla il linguaggio dell'internazionalizzazione. Lo hanno capito anche molti giovani, forti della convinzione che ciò che da sempre è considerato "straniero" debba oggi invece diventare familiare. Da qui la scelta di dare vita, grazie anche all'inserimento all'interno di progetti di respiro europeo, al periodico "R'EUROPA - per uno scenario senza confini", che uscirà sotto la testate storica "La Provincia di Reggio Emilia". È un passo concreto per favorire l'apertura di un dialogo, per fornire un servizio ai comuni della Provincia, alle associazioni e a tutti coloro che ci chiederanno di riceverlo. È 4 STAMPA REGGIANA > anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 un passo ulteriore lungo quel percorso che ha come obiettivo quello di rendere sempre più trasparente l'attività dell'ente, spiegando anche i processi, a volte complessi, per arrivare e lavorare su uno scenario europeo. R'EUROPA parlerà quindi di Europa, di progetti, di ambizioni, di ciò che viene offerto come opportunità. Cercherà di delineare le strategie della Provincia in un'ottica più ampia di quella puramente legata al territorio. R'EUROPA rappresenta anche un'occasione per parlare di cooperazione internazionale e di pace. Il nostro territorio è da sempre protagonista di importanti gesti di solidarietà, R'EUROPA cercherà di raccontarli, ma soprattutto cercherà di favorire quell'attività di coordinamento che può servire a renderli ancora più efficaci. Per informazioni: Ufficio Politiche Comunitarie e Rapporti Internazionali, tel.0522/444132 - 193; e-mail: politichecomunitarie@mbox.provincia.re.it Speciale > Cosa è il Comitato delle Regioni La Presidente della Provincia Sonia Masini è un membro del Comitato delle Regioni, istituito nel 1994 dal Trattato di Maastricht (art. 7 del trattato), ed è una delle più giovani e anche la più piccola delle istituzioni europee. Esso svolge funzioni consultive nei riguardi della Commissione e del Consiglio ogni qual volta vengano avanzate nuove proposte in settori che interessano la realtà regionale e locale. Composto da rappresentanti della collettività regionale e locale al fine di poter consentire anche agli Stati membri privi di un'organizzazione su base regionale di essere rappresentati comunque a livello locale, garantisce che gli stessi abbiano nel processo decisionale dell'Unione Europea la loro influenza con il relativo rispetto delle identità e delle prerogative regionali e locali, permettendo in tal senso ai poteri pubblici più vicini ai cittadini, sindaci consiglieri municipali, Promuovere i prodotti tipici reggiani in Europa presidenti regioni, di avere un ruolo nell'ambito del processo decisionale comunitario. Le sue funzioni consultive che si concretizzano nell'emanazione di un parere possono essere facoltative, quando agiscono di propria iniziativa, o obbligatorie se richieste dal Consiglio o dalla Commissione ma in nessun caso vincolanti. Il Comitato organizza i suoi lavori attraverso commissioni specializzate. In tutto sono sei: - Commissione "Politica di coesione territoriale" (COTER) - Commissione "Politica economica e sociale" (ECOS) - Commissione " Sviluppo sostenibile" (DEVE) - Commissione " Cultura e istruzione" (EDUC) - Commissione " Affari costituzionali e governance europea" (CONST) - Commissione " Relazioni esterne" (RELEX). L'occasione sono gli OPEN DAYS 2006 che portano a Bruxelles nell'arco di una settimana migliaia di persone provenienti da tutti i paesi dell'Unione. Promuovere le eccellenze di Reggio nelle istituzioni dell'Unione Europea. È questo l'obiettivo dell'iniziativa promossa dalla Provincia di Reggio Emilia a Bruxelles. La Presidente della Provincia Sonia Masini e l'assessore all'agricoltura Roberta Rivi, con i funzionari dell'ufficio Politiche Comunitarie e Rapporti Internazionali della Provincia, sono infatti state a Bruxelles per organizzare un'attività di promozione dei prodotti tipici reggiani in occasione degli OPEN DAYS, manifestazione in programma nella settimana compresa tra il 9 e il 13 ottobre 2006. L'edizione di quest'anno degli OPEN DAYS, incentrata sul tema "Investire nelle regioni e nelle città d'Europa: partner pubblici e privati per la crescita e l'occupazione", avrà come sfondo la nuova politica di coesione e la prossima generazione di programmi dei Fondi strutturali 2007-2013. Il programma della settimana prevede, tra le altre cose, anche un ciclo di 35 workshop su temi come investire in imprese competitive e impieghi di qualità; sostenere l'innovazione regionale; investire nell'utilizzo sostenibile delle risorse e delle tecnologie ambientali; sostenere i partenariati pubblico-privato per i grandi progetti infrastrutturali. Gli OPEN DAYS portano ogni anno a Bruxelles migliaia di persone, si tratta quindi di una occasione importante per far conoscere in tutta Europa i prodotti caratteristici del territorio reggiano. Organizzare manifestazioni per unire i popoli dell’Unione Reggio Emilia ha celebrato per il secondo anno la festa dell'Europa. È la stessa Costituzione europea, adottata a Roma il 29 ottobre 2004 dai 25 paesi dell'Unione, a sancire la Festa dell'Europa come simbolo europeo, insieme alla moneta unica (l'euro), alla bandiera, all'inno e al motto. Il 9 maggio rappresenta quindi l'occasione per organizzare attività che avvicinino l'Europa ai cittadini e i popoli dell'Unione tra loro. Quest'anno le iniziative programmate erano rivolte prevalentemente ai giovani. Sono stati loro infatti i protagonisti degli eventi che dal 5 al 14 maggio hanno animato la città di Reggio Emilia e il comune di Castelnovo Monti. Il programma, che ha avuto il patrocinio della Commissione Europea Rappresentanza a Milano, è nato da una collaborazione della Provincia di Reggio Emilia con il Comune capoluogo e la Comunità Montana. Ad aprire il programma delle celebrazioni per l'edizione 2006 un'iniziativa per festeggiare il ritorno dopo 35 anni della Reggio sportiva in Europa: venerdì 5 maggio in piazza San Prospero c'è stata una grande festa con aperitivo per la Pallacanestro Reggiana, reduce dalla sua splendida partecipazione alla Uleb Cup. La Presidente della Provincia Sonia Masini e il Sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio hanno salutato giocatori, tecnici e dirigenti della squadra di basket in una piazza piena di tifosi e di tanti reggiani attirati dalle bandiere europee e, ovviamente, dalla presenza dei giocatori di basket. La giornata di sabato è stata invece animata da 2 eventi: "Pace, diritti e democrazia attraverso il dialogo ed il dibattito - Festa dell'Europa 2006", il progetto promosso dall'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, ha fatto tappa in Comune dove Iuna Sassi, assessore all'istruzione del Comune di Reggio Emilia, Gianluca Chierici, assessore all'istruzione della Provincia di Reggio Emilia, Giulio Fantuzzi, Presidente di CRPA - EUROPE DIRECT Carrefour europeo Emilia, e Vincenzo Aiello, direttore del C.S.A. hanno salutato nella ex sala del consiglio comunale di Reggio Emilia le delegazioni di giovani europei ospiti in città. Nel pomeriggio alla Gabella, alle 18.30, un aperitivo con la proiezione del filmato "Reggio Emilia. Mol- te città, diversi sguardi", video-documentario sui progetti degli artisti europei della mostra "Storie urbane", in programma nell'ambito della Settimana Europea della Fotografia. A seguire concerto di gruppi musicali reggiani. Lunedì 8 le manifestazioni si sono spostate a Castelnovo Monti dove un gruppo di giovani studenti provenienti dalla Spagna, ospiti in montagna per 3 giorni, hanno incontrato gli studenti degli istituti superiori locali. Ambiente, energie alternative e sviluppo dei territori sono i temi su cui i ragazzi si confronteranno. Il 9 Maggio, giornata centrale delle manifestazioni, tre giovani donne imprenditrici e un imprenditore sono stati i protagonisti dell'incontro "In Europa, da figli a capitani d'impresa" che si è tenuto nella splendida cornice della sala degli Angeli. Al confronto hanno partecipato Sonia Masini, Presidente della Provincia e rappresentante del Comitato delle Regioni d'Europa; Constance Hanniffy, irlandese, rappresentante del Comitato delle Regioni fin dalla sua costituzione nel 1994, e vi- cepresidente della commissione ECOS; Costantino Condorelli, coordinatore della delegazione italiana del Comitato delle Regioni. Al tavolo si sono seduti, assieme ai rappresentanti delle istituzioni, Michela Vittoria Brambilla, presidente nazionale Giovani Imprenditori di Confcommercio; Claudio Ognibene, presidente della Ognibene SPA; Laura Za- su temi legati alla strategia di Lisbona, con una particolare attenzione al passaggio generazionale, all'innovazione, alla conciliazione del tempo vita e lavoro, e al ruolo degli enti locali nella definizione di una policy di crescita e sviluppo, all'interno dei dettami provenienti dall'Unione Europea. Il ruolo di intervistatore è stato ri- narini del Gruppo Giovani della CNA di Bologna, e Cinzia Rubertelli, Vice Presidente Gruppo Giovani Imprenditori dell'API di Reggio Emilia La giornata è stata organizzata con l'attiva partecipazione dei gruppi giovani delle associazioni imprenditoriali e professionali reggiane che, assieme alla Provincia, hanno avviato un percorso di confronto coperto da Gabriele Franzini, direttore di Telereggio, che ha contribuito a far emergere le particolarità delle diverse esperienze sul delicato tema del passaggio generazionale. Le celebrazioni si sono concluse il 14 maggio al Remida Day, in piazzale Europa, con un punto informativo sull'Europa. STAMPA REGGIANA > anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 5 Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia HA SOLO 20 ANNI IL REGGIANO CHE HA VINTO DUE VOLTE Si chiama Michele Montanari ed è stato eletto sia nel Consiglio di Amministrazione sia in quello della Facoltà di Ingegneria. Altri tre vincitori della nostra città sono: Cristian Dori, Davide Del Monte e Alessandro Bertani Michele Montanari ha 20 anni. Prof. Gian Carlo Pellacani Rettore Università Modena-Reggio L' elevata partecipazione che ha contrassegnato la tornata elettorale di maggio, un appuntamento che ha coinvolto quasi il 20 per cento dei nostri studenti, è un incoraggiante conferma dell'impegno e della passione civile che distingue la nostra comunità accademica e, in particolare, i suoi oltre 18.000 iscritti. Sono particolarmente soddisfatto per questa prova di mobilitazione, superiore ad ogni più ottimistica attesa ed a quanto avviene altrove, che va senz'altro ascritta alla ferma volontà ed agli atti concreti, posti in essere dagli organi dell'Ateneo, per giungere ad integrare a pieno nella vita universitaria questa fondamentale presenza. Ma, va anche sottolineato, che a questo risultato hanno concorso le capacità e gli sforzi delle due città universitarie di Modena e Reggio Emilia nel saper accogliere questi giovani, che rappresentano un'importante e preziosa ricchezza culturale, scientifica e professionale per il territorio e per lo sviluppo delle sue attività socio-economiche. Tutto si è svolto con ordine e nella più assoluta serenità. Anche questo è un tratto che ci distingue positivamente e che dimostra la qualità ed il rigore formativo ed educativo perseguiti dal nostro Ateneo, nonchè il grado di maturità degli studenti modenesi e reggiani ed il grado di adesione convinta e profonda a valori etici come la cultura del rispetto dell'altro e della fiducia nell'arricchimento che deriva dalla accettazione del libero confronto di idee ed opinioni, anche quando non condivise. Sono, dunque, davvero orgoglioso per la risposta data dai nostri iscritti, che ci rafforza nella convinzione di sostenere e chiedere un loro più attivo coinvolgimento nel tessuto sociale delle città di Modena e Reggio Emilia. Occorre, infatti, favorire, progettare e intensificare instancabilmente quei momenti di aggregazione, che restituiscano loro l'entusiasmo per un'esperienza formativa e civile ricca e bella dal punto di vista umano. Esprimo, infine, l'auspicio che abbiano sempre a prevalere tra loro sentimenti improntati alla collaborazione con e nelle istituzioni accademiche ed al desiderio di concorrere in maniera propositiva a migliorare la qualità di una presenza che li renda protagonisti così nell'università, come nella società e nella vita. A quanti sono stati eletti nei diversi organi accademici e didattici rivolgo il ringraziamento, poi, per aver voluto dare la disponibilità a dedicare un po' del loro tempo alla costruzione e definizione dei processi decisionali riguardanti l'organizzazione e la gestione dell'Ateneo, ma anche di aver accettato un incarico che - mi auguro - sia davvero accolto come un autentico servizio reso all'istituzione ed ai loro colleghi. 6 STAMPA REGGIANA > Frequenta il primo anno della Facoltà di ingegneria. E' di Scandiano, la sua famiglia non è povera, ma neanche ricca. Nonno e papà erano praticamente due operai, partigiani e comunisti, attivisti, sempre pronti, come lui, che è già stato Presidente di Consulta Giovanile Provinciale e di altri vari organismi. Gente di fede, che non chiede, ma dà. Michele dice cose belle, col viso raggiante:<< Vado in Facoltà quasi tutti i giorni, studio con tenacia, per me e la mia famiglia>>. Dice che alle lezioni i professori sono sempre a disposizione e sono bravi, tutti con esperienze all'estero. <<Non c'è l'obbligo di frequenza, ma se salto le lezioni il danno è mio>>. Dice che è importante il rispetto di se stessi, come condizione per avere rispetto per gli altri, coi quali allora, si può fare vero gruppo. Michele mi racconta di avere appena finito di fare il muratore per costruire, col gruppo, un circolo Arci CHIONSO, in zona Aeroporto. Si capisce che è "caricato" per il suo privato e anche per il suo pubblico. Michele è un bel ragazzo, fisicamente, moro di capelli e di occhi, ben portante una zazzeretta che scende ai due lati con basette nerissime, su pelle candida e liscia. Basette da uomo, anche se lui è ancora ragazzo. Michele parla bene, è agile disponibile, intellettualmente pronto, moralmente radicato nel dovere, nel bene. Sua parola chiave è DIALOGO. E questo suo offrirsi lo ha fatto vincere, costruendo una unità di consensi mai trovati prima. Michele Montanari lo trovo nel suo Circolo ( ovviamente di sinistra). Ha pantaloncini di tela arancione a mezza gamba, scarpe da ginnastica e maglietta bianca con scritta inglese colorata. Sta bene così mentre fa il trasloco di quadri manifesti e libri. Mi pare che la scopa appoggiata all'angolo lo aspetti. Questa mattina ha sostenuto un esame a ingegneria. E' andato bene è contento il suo viso di bimbo - universitario si allarga in un sorriso compiaciuto, testa fra i gomiti appoggiati al tavolo e occhi puntati: <<Sono pronto, mi domandi>>. La sua lista di sinistra ( UNIONE UNIVERSITARIA) ha vinto 17 dei 24 posti di rappresentanza degli studenti negli organi accademici col 51% dei voti.Ha superato la lista di destra ( STUDENT OFFICE) che ha preso il 32% dei voti. Siete soddisfatti? Molto, l'unità di tutti i gruppi di sinistra ha scalzato S.O. e riconanno IV numero 6 > GIUGNO 2006 quistato l'Ateneo dopo 20 anni di divisioni. Siamo ormai autonomi da Modena, abbiamo scolpita la siamo nuovi, c'è un cambio generazionale e perché dobbiamo puntare a obiettivi comuni precisi. Michele Montanari nostra identità,mostrato la nostra potenzialità. Tutto questo va bene. Lei ha avuto un doppio risultato positivo: è l'unico reggiano eletto nel Consiglio di Amministrazione e anche nel Consiglio di Facoltà. Adesso fa la ruota del pavone in Università? No,sono contento perché con me sono stati eletti anche CRISTIAN DORI ( Agraria - Rubiera), DAVIDE DEL MONTE (Ingegneria Rubiera), ALESSANDRO BERTANI (Scienze Comunicazione-RE). Dobbiamo fare gruppo perché Ma quali sono questi punti? Primo: fare dialogare la Città con l'Università, siamo un fatto storico da utilizzare bene per lo sviluppo reciproco. Ci vuole subito un PROGETTO UNITARIO fra Università, Studenti, Enti Locali, altre istituzioni: ci vuole la griglia degli obiettivi, con l'indicazione dei mezzi, metodi, percorsi, tempi, verifiche. Ma in concreto a cosa puntate? 1) Blocco delle tasse, che crescono ogni anno. 2) Mense studentesche per i tre poli, a prezzi bassi. 3) Trasporti agevolati con mezzi pubblici e rimborsi per quelli privati, personali. Io abito a Scandiano e ogni giorno, trasporto e pasto, spendo 300 euro al mese è troppo per me. 4) Aumento dei viaggi all'estero con ERASMUS. 5) Favorire la partecipazione effettiva degli studenti dei tre Poli ( Via Kennedy, Via Allegri, S. Lazzaro) assegnando una sede ai loro rappresentanti e un luogo per le riunioni. 6) Le risorse finanziarie e gli investimenti devono valutarsi per quantità e qualità. Occorrono informazioni precise e discussioni reali con le rappresentanze studentesche. 7) Mettere in rete le informazioni e decisioni di tutti e tre gli "sportelli" insieme: ci vuole un senso unitario dentro tutta l'Università. 8) Far crescere la "cultura della città nell'Università", e la "cultura universitaria nella città". Oggi c'è separazione dannosa. Insieme devono costruire percorsi di attività culturali, artistiche, sportive, ludiche. Ma voi non avete nemmeno le attività particolari degli studenti universitari? Esempio: le feste delle matricole per la fine degli esami, per le COSI’ HANNO VOTATO N elle due giornate del 3 e 4 maggio 2006 si sono recati alle urne 3.421 studenti su 17.588 aventi diritto: questo livello di partecipazione corrisponde al 19.45% Oggetto di questa elezione è: il rinnovo delle rappresentanze loro spettanti in seno agli organi accademici e didattici: Senato Accademico (4 saggi); Consiglio di Amministrazione dell'Ateneo (4); Comitato per lo Sport Universitario (2); Consigli di Facoltà; Consiglio di Corso di Lau- LISTA DIFF SEGGI Student Office 12,68% 1 (3) Unione Universitaria 10,99% 3 (1) Mov. Univ. Padano 0.52% Azione Univ. 2,23% rea o Laurea specialistica e Consiglio di Amministrazione dell'Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario di Modena e Reggio Emilia. L'appuntamento è stato assai più sentito dagli studenti della sede di Modena, dove si son recati alle urne in 2.853 (22,07%), e in maniera più tiepida fatte alcune eccezioni dagli iscritti di Reggio Emilia, che ha registrato un numero di votanti pari a 564 (12,10). 2006 2003 1.067 (32.01%) 1.138 (44,69) - 1.708 (51,24%) 1.025 (40,25) + 112 (3,36%) 99 (3,88) - 446 (13,38%) 284 (11,15) + Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia lauree, le squadre sportive, l'orchestrina, i colori delle facoltà nelle cravatte,nei gemelli e magliette; portate sempre le magliette delle Università straniere. Vede,noi abbiamo il frutto dentro, ma siamo ancora un pò acerbi. I semi stanno crescendo, e quello che Lei elencava lo abbiamo tutto in noi. Spunterà e lo vedrà: ma adagio con pazienza. Questo giornale vi segue con simpatia da sempre. Evidenziamo i vostri problemi in relazione alla crescita vostra e nostra,Università e Città. IVANO DAVOLI, nostro Direttore, scrisse 2 anni fa, concludendo un suo lungo "fondo": <<STAMPA REGGIANA continuerà la sua campagna a favore di chi non potrà mai trovarsi un alloggio!>> ( Anno II°, n.2, Febbraio 2004. NANDO RINALDI, già rappresentante degli studenti negli organi accademici, presentò sul nostro IL GIUDIZIO POSITIVO SUI PROFESSORI I professori della nostra università sono presenti, disponibili, bravi. Hanno quasi tutti esperienze di università staniere. Il prof. Scipio Cuccagna (nella foto) insegna ora matematica a Reggio dopo dieci anni da docente in USA giornale una indagine sociologica ( Dott. C. Bonacini) evidenziando che il livello di socializzazione e integrazione con la città è molto basso, l'offerta di tempo libero e ludico è quasi nullo, il 37% degli studenti ha definito negativa l'offerta sociale e ricreativa della città.( Anno III°, n.7 Luglio-Agosto 2005). SERGIO MASINI nel numero scorso ha decisamente denunciato il fatto che l'immigrazione di circa 3000 studenti da fuori Reggio non ha prodotto niente e nella città gli studenti non si vedono. questo? La vostra attenzione è importante per noi. I vostri punti di vista sono anche nostri. A me questa intervista è piaciuta e a Lei ? Anche a me, grazie. Michele si offre alla mia macchina fotografica che scatta così bene tanto che nello sviluppo non c'è venuto niente e la foto di Michele è arrivata al giornale per email da Michele fotografo di se stesso. Ser. Ma. Lei cosa ne pensa di tutto QUANDO LA VITA DA STUDENTE NON E’ MALE Dai sondaggi risulta che i ragazzi hanno una considerazione diffusa del lavoro come un peso, un onere motivato esclusivamente dal guadagno di danaro di Riccardo Caselli "H omo sine pecunia est imago mortis", recitava un proverbio latino, e che "il dio denaro" rappresenti una sorta di demiurgo che tira le fila della società è realtà secolare, già ben descritta nei romanzi di Zolà. Il denaro è il mezzo simbolico attraverso cui si esplica il potere generalizzato verso cose e persone, esso regola la nostra vita sociale, definisce rapporti, gerarchie, regole, e in questo non è mai cambiato molto. Ciò che può cambiare in una società è la relazione che si definisce fra esso, inteso come generica ricompensa, e le motivazioni degli individui. Prendiamo ad esempio un cinquantenne che, alla luce di una soddisfacente carriera, acquista la Porche piuttosto che la barca. Egli acquista tanto un oggetto quanto un simbolo, il quale è il frutto di un percorso di vita che ora si materializza. Ecco una concezione di "status symbol" che potremmo definire sana, fisiologica, ossia dell'oggetto che concretizza il lavoro che vi è alla base, più che essere mera ostentazione. Invece nelle nuove generazioni sta accadendo qualcosa di diverso. Più saliamo nell'anagrafe più troviamo fra i ragazzi la considerazione diffusa del lavoro come un peso, un onere, che viene motivato esclusivamente dal guadagno di denaro. Ci sono affermazioni mediamente condivise del tipo "vorrei avere un miliardo, non per comprare qualcosa in particolare, ma per non dover più andare al lavoro ogni mattina alle 8". È quasi unanimemente condivisa anche l'idea che "se potessi fare come Costantino e prendere migliaia di euro per una serata in discoteca senza fare niente, lascerei al volo il mio lavoro o i miei studi", è sempre più diffusa l'idea del "provarci prima in un'altra maniera", del "sistemarsi senza sbattersi". Per rendersi conto di una simile realtà senza interpellare direttamente i giovani, basta analizzare i sondaggi sulle richieste di questi verso il mondo del lavoro. Alle prime due posizioni troviamo: posto garantito e vicino a casa. Traduzione? "Innanzitutto ci interessa restare vicini alla fidanzata, agli amici, continuare a frequentare il nostro giro di locali, perché questo è l'importante, mentre il lavoro deve solo garantirci il cash per spassarcela". La cosa che stupisce maggiormente è come questa filosofia del "lavoro perché devo, ma se potessi evitarlo lo farei", è assai diffusa anche fra le nuove generazioni di universitari, i quali si presume abbiano avuto la possibilità di scegliere un percorso che perlomeno non dovrebbe disgustarli, e nel loro caso lo slogan diventa: "lavorerò perché dovrò, ma se potrò evitarlo lo farò", oppure "me la prendo con comodo, tanto i conti li paga la famiglia e la vita da studente non è male". Ma è naturale che le cose stiano così? Lo è nel momento in cui riconosciamo il denaro come unica motivazione. Da più di trent'anni è noto in ambito scientifico un fenomeno denominato "effetto di ipergiustificazione", scoperto attraverso numerosissime procedure sperimentali, che mostra come l'introduzione di ricompense per comportamenti già intrinsecamente motivanti, porti l'individuo a perdere il piacere originario per l'attività e a legare il proseguimento d'essa solo alla presenza della ricompensa. Chiunque sia prossimo alla pensione può facilmente sperimentare un simile meccanismo. Eppure oggi si avverte quasi l'impressione che per primi i giovani vadano perdendo la motivazione in- trinseca al lavoro, il quale potrebbe invece essere considerato non un onere, ma la massima realizzazione di sé. L'illustre teorico Maslow ha disegnato una sorta di "piramide dei bisogni" degli esseri umani, alla cui base sono situati quelli fisiologici, e poi salendo troviamo quelli sociali, ossia di sicurezza, appartenenza o stima, fino ad arrivare al vertice che è costituito dall'autorealizzazione. L'idea è che la soddisfazione di ogni bisogno sia la base per raggiungere quella del successivo. In questa prospettiva le inquietudini dell'uomo possono essere superate attraverso una piena e autentica espressione di sé. Non c'è bisogno di essere di religione protestante per capire come il lavoro, che può anche essere arte, o comunque più in generale creazione, non possa non avere un ruolo centrale nel raggiungimento dell'autorealizzazione. Già i filosofi esistenzialisti, da Kierkegaard ad Heidegger ci hanno parlato dell'aspetto della "progettualità" che caratterizza la vita dell'uomo, e ci hanno illustrato come solo ponendosi in una simile prospettiva l'uomo può sfuggire all'angoscia intrinseca alla vita. Il denaro è importante, ci mancherebbe, e per citare Woody Allen possiamo dire che "se i soldi non fanno la felicità, figuriamoci la miseria", ma c'è qualcosa nel lavoro STAMPA REGGIANA > che prescinde dal pagamento e che oggi sembra così difficile da riconoscere: è la verifica delle proprie capacità, la concretizzazione dei propri processi di pensiero, la propria mano che modella la realtà, e tutto questo passa anche per la frustrazione, e perché no, i fallimenti. Potremmo, seguendo il filosofo americano William James, dividere l'immagine che ogni uomo ha di sé in tre parti: un Me materiale, un Me sociale e un Me spirituale. È con quest'ultimo che il lavoro può ricongiungerci quando ci piace, quando diventa passione, quando prescinde dai premi al punto che quasi lo faremmo gratis (almeno i primi tempi!). Oggi invece l'identificazione dei giovani è in prevalenza con gli altri due aspetti, e ci si misura per ciò che si ha più che per ciò che si fa, per ciò che si è ritenuti essere, piuttosto che per ciò che si è. Probabilmente è un discorso già sentito, la società dell'apparire, dell'avere, ma se questa società, il cui futuro sono i giovani, continua ad ignorare i propri bisogni, finirà col pagarli cari. Anoressia, bulimia, depressione, abuso di sostanze, sempre più diffusi fra le nuove generazioni, rappresentano la ribellione del nostro io più profondo; alcol e droghe oltre ad evadere, servono allora a vincere la noia, a colmare quel vuoto che abbiamo trascurato, perché l'importante erano solo i soldi. anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 7 > Aziende NASCE A REGGIO UN NUOVO POLO PER Ne parliamo in un’ampia intervista con Giancarlo Azzoni di Azzoni&Bergamaschi, Massimo Gervasio della Ital Legno srl e Alessandro Pistorello di Progetto Serramenti pagine a cura di Emanuele La Costa tificazione del Consorzio "Legno-Legno" secondo le normative UNI 42-7786. La forma dei profili può essere "Harmony" per un'edilizia moderna oppure "Barocco" con linee più arro- La finitura è importante nei Vostri prodotti? Sottolineo che la finitura è di fondamentale importanza per tutti i nostri prodotti. Può essere effettuata con ramenta: abbiamo scelto, dopo varie prove sul "campo", la Maico che ci garantisce durate nel tempo, collaborazione tecnica e, soprattutto, la possibilità di soddisfare le varie esigenze della nostra clientela. La clientela appartiene ad un solo settore oppure varia? Grazie a quella che io chiamo la miglior forma di pubblicità rappresentata dalla qualità dei prodotti e dal servizio offerto numerose aziende hanno instaurato con noi rapporti commerciali. La nostra clientela è comunque varia composta da privati, imprese edili e aziende specializzate nella vendita e distribuzione fuori dalla nostra provincia ma in perfetta sintonia con la nostra "mission". Fontanellato, comune di remota origine in provincia di Parma che conserva tutt’ora un aspetto medioevale (portici, case del XIV secolo, rocca dei primi anni del XIV secolo sontuosa dimora della famiglia Sanvitale), tra le numerose aziende insediatesi nel suo territorio annovera, dal 1974, la falegnameria Azzoni&Bergamaschi. Storia ed attività della falegnameria ci sono gentilmente illustrate dal Sig. Giancarlo Azzoni. La falegnameria è stata costituita nel 1974 dal Sig. Azzoni figlio d'arte, terza generazione di falegnami, ed il Sig. Bergamaschi, estraneo all'ambiente ma appassionato del settore. L'attività è iniziata in un locale di 400 metri quadri vicino all'abitazione del Sig. Azzoni, sede storica delle precedenti generazioni di falegnami. Quale il motivo del successivo trasferimento della falegnameria in zona artigianale: L'attività dell'azienda era in conti- Ho già accennato ad una produzione diversificata. Produciamo, infatti, serramenti interni ed esterni (finestre, persiane, antoni, porte interne in massello e pantografate). Utilizziamo qualsiasi essenza di legno idonea, comunque a garantire sempre la qualità dei nostri prodotti e, tengo a sottolineare, senza limitare la "fantasia" dei nostri clienti. Il montaggio inoltre viene effettuato da personale interno dell'azienda o di stretta collaborazione in modo da poter sempre Nella foto al centro il blocco centrale della sede produttiva, sotto un particolare della produzione, macchina a controllo numerico per infissi speciali tondate e classiche per un'edilizia, attualmente in fermento, da ristrutturazione nei centri storici. La tipologia delle finestre, infine, può essere, a richiesta del cliente, lineare, arco, trapezoidale con le rispettive aperture ad anta, anta-ribalta, alzante-scorrevole o scorrevole-complanare. vernici oppure smalto. Ma ad una sola condizione: noi utilizziamo esclusivamente prodotti che ci assicurano una garanzia di durata che nel caso dei prodotti Adler sono 4 anni per le vernici e 5 per gli smalti. Importante per noi, inoltre, è anche la qualità della fer- iTAL LEGNO Azzoni Giancarlo & Bergamaschi Ugo snc Tel 0521.822248 Fax 0521.822125 info@azzoni-bergamaschi.it www.azzoni-bergamaschi.it Via Pietro Nenni, 32 43012 Fontanellato PARMA S.R.L. Le porte interne come sinonimo di arredamento e non più chiusura di una stanza o di un locale. Oggetto pregiato che diviene parte integrante del progetto di realizzazione di un ambiente sia esso abitazione privata, ufficio o locale pubblico. C he tipo di attività svol- nua espansione e così dopo 6 anni abbiamo deciso di trasferirci in un laboratorio di 1000 metri quadri nella zona artigianale del nostro paese, ove attualmente ha sede la nostra ditta. Trascorso qualche anno abbiamo provveduto ad un ulteriore ampliamento. Abbiamo potuto, così, dividere l'area della produzione dal magazzino destinato al deposito dei materiali e dei prodotti finiti in attesa del montaggio. Ci può illustrare le principali caratteristiche dei Vostri prodotti? Le caratteristiche dei nostri prodotti sono diverse. Puntiamo, in particolare, alla qualità dei materiali (legno, ferramenta, ecc.) che devono essere sempre in grado di superare i severi giudizi dei nostri clienti in buona parte privati e giustamente molto esigenti. La versatilità dei nostri prodotti ci porta ad una produzione molto diversificata ma sempre, comunque, molto accurata. Quali i Vostri principali prodotti? 8 STAMPA REGGIANA > controllare direttamente la qualità dei prodotti in ogni momento. L'aggiornamento tecnologico è stato, pertanto, d'obbligo? Nel corso degli anni abbiamo provveduto ad un costante aggiornamento tecnologico del nostro sistema produttivo con, tra l'altro, l'inserimento di macchinari a controllo numerico e completamente automatizzati. Riteniamo di aver raggiunto, per il momento, i vertici con l'acquisto di un centro di lavoro con "cambio utensile" a controllo numerico e una linea automatizzata di produzione; entrambi ci consentono di abbattere definitivamente alcuni nostri precedenti limiti mantenendo, nello stesso tempo, uno standard qualitativo all'altezza delle sempre crescenti esigenze del mercato. Quali le principali caratteristiche delle Vostre finestre? Accenno, primo fra tutti, ai due tipi di profili con sezioni da 57mm oppure 68mm entrambi completi di cer- anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 ge la vostra azienda? Dove opera? La ditta Ital Legno azienda leader nel settore della produzione di porte interne in legno e laminatino, è dislocata su una superficie di oltre 15.000 Mq., ed opera sul territorio nazionale da oltre 40 anni. E' situata a Remedello Sopra (BS), nel cuore della Pianura Padana, sul confine tra le province di BS, CR e MN. Ital Legno si avvale di macchinari all'avanguardia per la produzione dei suoi prodotti e personale altamente qualificato che ne fa della stessa una realtà tra le più affermate nel settore. Che linee di prodotti proponete? Ital Legno propone un'ampia gamma di porte per ogni esigenza e gusti, dalle più semplici alle più lavorate, personalizzate nei particolari. E' proprio la cura dei particolari che caratterizza le collezioni e ne permette l'inserimento in ogni ambiente, dal più classi- co a quello più moderno. Ital legno è l'azienda ideale per chi cerca l'equilibrio di uno stile senza tempo. Scegliere una porta Ital Legno significa aprire la propria casa all'eleganza, alla qualità e al design. La collezione "Ital" è stata disegnata per il cliente che cerca i dettagli dello stile classico, con linee tradizionali, barocche cor- Massimo Gervasio (Socio Titolare) rispondenti ai più rigidi dettami della produzione artiginale. La collezione "Futura" nasce dall'evoluzione del tempo che eliminando ogni dettaglio del classico spinto predilige linee sobrie, pannelli "a filo", curve lievi e morbide La collezione "Cromodoors" è la nostra linea trend con inserti in acciaio, giochi di fughe e dislivelli. Essenze moderne ed attuali dal rovere sbiancato al wenghè sino al ciliegio americano tinto a campione. La collezione "Panto 8 e Panto 2000" per i clienti che dalle porte laccate, sempre personalizzate nelle tinte, pretendono il massimo. Per finire la collezione "Laminatino" l'ultima nata in casa Ital Legno che riprendendo la costruzione classica delle porte di grande valore tecnico le aggiorna con rivestimenti in laminatino decorativo nelle innumerevoli finiture, direi infinite A quale mercato e’ destinato il Vostro prodotto? Il mercato in cui operiamo da anni varia dal privato al Aziende > LA DISTRIBUZIONE DEL SERRAMENTO Il filo che unisce chi produce manufatti e chi li acquista è uno degli aspetti più importanti e delicati della catena distributiva di qualsiasi genere merceologico. Il settore della produzione e distribuzione dei serramenti esterni e delle porte interne presenta aspetti unici e specifici che desideriamo approfondire con il titolare della "Progetto Serramenti", geom. Alessandro Pistorello freddo listino di vendita, ma prima di ogni altra cosa, con professionalità e competenza. Sa che al cliente non si deve mai rispondere nò. I nnanzi tutto Le chiedo il perché del nome "Progetto Serramenti". Il nome "Progetto Serramenti" nasce dalla volontà di far conoscere, in concreto, il nostro obbiettivo, ovvero la nostra Mission di progettare ed eseguire serramenti esterni ed interni secondo il gusto della clientela con risposte personalizzate. Un percorso fatto di qualità e cura per il particolare e, s' intende, di stile moderno e lineare. esperienza e della Vs. particolare assistenza? Chi trarrà sicuri vantaggi dalla "Progetti Serramenti" potrà essere l'utenza privata, nonché gli imprenditori edili, le società immobiliari e coloro che sono nelle condizioni di dover ristrutturare un alloggio o comprare una casa (fermo restando che, dalla porta di entrata sino all'uscita, il protagonista, da noi "Progetto Serramenti" è il cliente). Il nostro lavoro è proprio quello di riuscire ad accontentare i bisogni di tutti, anche i più esigenti. Colgo anche l'occasione per sottolineare la perfetta intesa che intercorre con costruttori ed immobiliaristi relativamente all'attività cantieristica. Per meglio chiarire quanto a Lei sta a cuore, a Suo giudizio in cosa consiste la Sua differenza? La "Progetto Serramenti", in modo esclusivo, limpido, attraverso i singoli marchi dei suoi partners, permetterà, al cliente, di dialogare direttamente con loro, traendone innegabili e molteplici vantaggi, ricavandone proposte tecnicamente ineccepibili e commercialmente al passo con i tempi. Quale sarà la clientela che potrà rivolgersi alla Vs. azienda, certa di poter usufruire della Vs. Alessandro Pistorello Attraverso quali modalità state realizzando e pensate di sviluppare, in futuro, il "Progetto Serramenti" di cui sopra? Dopo anni di esperienza nel settore della distribuzione di serramenti, sono dell'avviso che occorra stabilire rapporti commerciali ed umani che permettano di essere in buona sintonia con i partners. Un lavoro di sinergie con un comune denominatore: trasmettere una forte identità distintiva del marchio. Quali vantaggi oggettivi avrà chi per i suoi acquisti si rivolgerà alla "Progetto Serramenti"? Un buon consulente sa che la merce non va solo presentata esibendo un La sede dello show-room a Reggio Emilia costruttore, al progettista. Realizzando residenze, hotels e centri commerciali la Ital Legno ha soddisfatto tutte le richieste che le sono state fatte. In ognuno di questi settori abbiamo riscosso adeguato successo per la versatilità e l'eleganza dei nostri prodotti. La filosofia dell'azienda è proporsi sul mercato con prodotti di desi- gn sempre innovativi rivolgendoci ad un pubblico attento alle modernità dei nostri tempi. Avete novità da proporre? Come Ital Legno, in collaborazione con i nostri partners, abbiamo pensato di promuovere una società di servizi dove ognuno di noi dà il meglio di sé per soddisfare le esi- La "Progetto Serramenti" intrattiene anche rapporti con qualificati progettisti? Siamo assolutamente in grado, da tempo, di garantire il mantenimento di un rapporto privilegiato con professionisti altamente qualificati del settore soddisfacendo qualsiasi loro necessità. sentirà alla medesima di toccare con mano la bellezza e qualità dei nostri materiali. Che cosa sta cambiando alla "Progetto Serramenti"? La "Progetto Serramenti", in altre parole, a disposizione per appuntamenti personalizzati, diviene sempre più attenta alle esigenze espresse dal mercato a cui intende rispondere con un servizio sempre più qualificato, una competenza sempre più vasta e specialistica, nella osservanza delle regole dettate da un mercato orientato sulla competitività. Per concludere come vede il mercato della distribuzione di finestre e porte a Reggio Emilia? Comprendere messaggi nuovi è problematico anche a Reggio Emilia, ma ritengo che ci sia ancora molto spazio per chi punta sulla qualità non disgiunta da componenti umane, sociali e professionali. Rinnovarsi significa proporsi in una sfida continua verso l'innovazione, una sfida da portare avanti ogni giorno in primo luogo con la massima chiarezza, con segnali che siano degni della tradizione in cui crediamo e che rappresentiamo. Dove si svolge la vostra attività? Nello show-room che si trova in una importante e strategica zona della nostra città facilmente raggiungibile e dotata di parcheggio il cliente entra per respirare un gusto, uno stile. In collaborazione con i nostri partners Sede ed esposizione: Martiri di Cervarolo, 74/1/22 - 42100 Reggio Emilia abbiamo messo a disposizione Via Tel. 0522.33.76.56 Fax 0522.39.71.26. per la nostra clientela un vasto E-mail: info@progetto-serramenti.it campionario di prodotti che con- Sito Web: www.progetto-serramenti.it genze del cliente avvalendoci di un interlocutore che funge da tramite tra noi e lo stesso, mantenendo prezzi concorrenziali e soddisfacendo così tutte le richieste della nostra esigente clientela . Foto 1 la facciata della sede zona uffici, foto 2 e 3 macchine per la produzione delle porte. 3 1 Via Ponte Asolana n. 15 25010 Remedello Sopra (BS) Tel 030.957338 Fax 030.957261 Sito Internet: www.itallegno.it e-mail: info@itallegno.it 2 STAMPA REGGIANA > anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 9 I SECONDI CENT’ANNI DEL GRUPPO CCPL La crescita costante del Consorzio Cooperative Produzione e Lavoro è testimoniata dall’entità del patrimonio netto che supera i 130milioni di euro. Una forte presenza in Europa. Il grande sostegno a favore della cultura, dell’arte e del sociale di Stefano Catellani Il 'grande CCPL' che nascerà nei secondi cent'anni di vita del Consorzio Cooperative Produzione e Lavoro avrà cuore e cervello a Reggio Emilia ma sarà sempre di più un moderno gruppo industriale cooperativo multibusiness e internazionalizzato. Una 'multinazionale coop' con forti presenze in Europa e che già oggi ha il 25% dei 1300 occupati 'al lavoro' fuori dall'Italia. I secondi cent'anni del gruppo CCPL di Reggio Emilia iniziano con il potenziamento dello stabilimento Dynaplast a Lorca in Spagna e con una acquisizione, vicinissima alla conclusione, sempre in Europa e nel settore degli imballaggi per gli alimenti (il marchio CoopBox Europe) ma cresce anche il business energetico grazie alla acquisizione del 20% di Milano Petroli da Tamoil Italia e allo sviluppo atteso di Arcoservizi che nel 2006 vedrà crescere del 20% il fatturato nell'area della gestione calore. "Siamo un gruppo industriale cooperativo - spiega l'Amm. del. Ivan Soncini - orientato all'internazionalizzazione e con le risorse giuste per cogliere le opportunità di crescita, anche per acquisizioni, sul mercato globale". Il CCPL nel 2005 ha realizzato un fatturato consolidato di 724 milioni di euro (646 nel 2004). Il reddito operativo supera i 16 milioni contro gli 11,8 milioni dell'anno precedente. L'utile di esercizio si attesta a 6,2 milioni (in linea con il 2004) ma aumenta la quota di pertinenza del CCPL (da 4,2 a 4,9 milioni). Il cash flow supera i 27 milioni di euro. Le risorse destinate agli investimenti tecnico finanziari ed in ricerca nel 2005 hanno superato i 39 milioni di euro. Il CCPL ha presentato i dati del bilancio 2005 all'Auditorium Malaguzzi di Reggio Emilia con una novità: un confronto a più voci su globalizzazione e competitività. Un altro tassello, innovativo, dello 'stile CCPL' che nella continua trasformazione della mission e degli obiettivi ha saputo adeguarsi ( e spesso anticipare) tendenze e scenari poi diventati di grande attualità per tutto il movimento cooperativo e per il sistema industriale italiano. 10 STAMPA REGGIANA > "Due sono gli elementi che caratterizzano l'andamento 2005 - ha detto il presidente del CCPL Demos Salardi - la conferma dell'ininterrotto trend di crescita del Gruppo e il pieno sviluppo operativo dell'assetto imprenditoriale, fondato su società che presidiano i singoli settori di business". Eccola una delle novità 'in progress' del CCPL: un modello di governance innovativo e proiettato allo sviluppo. La crescita costante del Gruppo e dei suoi business aziendali è testimoniata dall'entità patrimonio netto della capoDemos Salardi gruppo CCPL Sc supera i Presidente CCPL 136 milioni di Euro. Anche CCPL Inerti ha fornito riCCPL è, oggi, un Gruppo indusultati positivi, nonostante l' esaurirsi striale che raccoglie i frutti di scelte delle commesse legate all'Alta Velostrategiche, che l'hanno portato, in cità. CCPL Inerti sta investendo nopresenza di contesti congiunturali e tevolmente in nuove tecnologie gecompetitivi difficili, a misurarsi con le 2005 l'efficienza del nuovo assetto gestionale e organizzativo, mentre Real Gest e Athenia hanno sviluppato la propria missione di fornitori di servizi specialistici per il Grup- stionali e produttive, con il deciso ricorso a strumenti informatici e con la certificazione di tutti gli impianti di lavorazione degli aggregati lapidei. Buoni i risultati ottenuti da Energy Group, la holding che raccoglie le attività e le partecipazioni di CCPL nel settore della distribuzione di prodotti petroliferi e dei servizi energetici, ambito nel quale si colloca tra i più importanti operatori del Nord Italia. In continua espansione risulta l'attività della gestione calore, con un ampliamento della gamma di prestazioni. Per quanto concerne gli altri settori di business, nel campo delle costruzioni e dei materiali e servizi per l'edilizia Alis ha consolidato nel po. A livello generale, va rimarcato che l'investimento in Risorse Umane e in Tecnologie innovative e avanzate rappresentano i driver di una strategia aziendale che punta a conseguire maggiore efficacia per supportare la crescente competitività del Gruppo. La presentazione del terzo bilancio sociale testimonia - hanno spiegato Soncini e Salardi - la sensibilità di CCPL per il tema della responsabilità sociale dell'impresa. In particolare, l'attenzione per la promozione della cultura e dell'arte connota sempre più la dimensione 'sociale' di CCPL, una caratterizzazione che pone il Gruppo nel novero delle imprese italiane che più in- sfide dell'innovazione e dello sviluppo sui mercati esteri. I risultati di bilancio 2005 di CCPL sono stati determinati dal soddisfacente andamento delle diverse aree strategiche di business. Coopbox Europe, leader nazionale nell'imballaggio alimentare e in prima fila nei processi di espansione europea del Gruppo, ha visto crescere il proprio fatturato, generato per circa la metà dalle attività all'estero. Da rilevare, nel corso del 2005, il riconoscimento ottenuto da Coopbox nel campo della ricerca di nuovi prodotti con il premio 'Oscar dell'Imballaggio-Pensare al Futuro" assegnato dall'Istituto Italiano dell'Imballaggio, per la realizzazione del prodotto Naturalbox. anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 Ivan Soncini Amministratore delegato CCPL vestono risorse proprie in questo settore. Il sostegno a favore della cultura e dell'arte continua a rappresentare per CCPL un'importante ambito progettuale a sostegno del radicamento dei valori e dell'identità propria dell'impresa. Nel 2006 saranno confermate le azioni di sponsorizzazione e supporto verso le iniziative culturali locali, garantendo il pieno rispetto dell'autonomia dei soggetti promotori. La valorizzazione della collezione privata rappresenta il progetto di maggior rilievo per il 2006 e gli anni a venire: sarà completato il riordino e la catalogazione delle opere, sarà redatto il catalogo della collezione , proposto in forma digitale all'interno del Corporate Portal. Al tempo stesso saranno avviati comunque nuovi progetti culturali promossi direttamente da CCPL in collaborazione con partner del mondo della cultura e dell'arte a favore soprattutto di giovani artisti. Nel 2006 verrà concluso il progetto relativo all'implementazione dell'Archivio Storico del Gruppo CCPL in collaborazione con Il Centro di Cultura dell'Impresa. CCPL è nato a Reggio Emilia nel 1904 come consorzio di piccole cooperative edili ma rapidamente è diventato un attore importante nello scenario della ricostruzione e dello sviluppo del Paese. A partire dai primi anni 90 prende avvio il processo di trasformazione da General Contractor delle costruzioni a grande Gruppo industriale ampiamente diversificato di dimensione europea. Giuseppe De Rita Segretario Regionale del Censis Il portafoglio business di CCPL si articola oggi nelle seguenti Aree di Attività: - Packaging alimentare tramite il gruppo Coopbox Europe. - Inerti tramite CCPL Inerti. - Prodotti petroliferi e servizi energetici tramite Energy Group in partnership strategica con Tamoil - Materiali e opere per l'edilizia tramite il Gruppo Alis. - Gestione Immobiliare con il Gruppo RealGest. - Servizi innovativi per le imprese tramite il Gruppo Athenia La tavola rotonda "Concorrenza nell'economia globale. Rischi e opportunità per il sistema Italia" ha offerto molti spunti di riflessione sul futuro del CCPL ma anche di molte delle grandi cooperative socie (Coopsette, Tecton, Orion, Unieco, CMR, Cormo, Coop Buozzi, Cesi, CMB e molte altre in Emilia ma anche in altre regioni italiane). La parola d'ordine, più volte ribadita nel corso della convention, è certamente TRASFORMAZIONE. CCPL in oltre cent'anni di vita ha dimostrato più di una volta la capacità di 'cambiare pelle' rimanendo fedele al patrimonio lasciato dai cooperatori che l'hanno fondato nel 1904 ma guardando sempre al contesto esterno per adeguare scelte e strategie ai mutati bisogni dei soci e dei dipedenti. Il futuro per il CCPL è un 'progetto in corso', un cantiere, un laboratorio. Edmondo Berselli, giornalista e politologo, ha stimolato e coordinato le riflessioni del sociologo Giuseppe De Rita (Segretario Generale del Censis) e degli economisti Filippo Cavazzuti (Presidente Carisbo e Professore dell'Università di Bologna) e Fabrizio Onida (Professore di Economia Inter- nazionale dell'Università Bocconi). Giuseppe De Rita ha analizzato le caratteristiche degli ultimi cinque anni di vita economica italiana . "La voglia di sicurezza ha prodotto una rinuncia agli investimenti - ha detto De Rita - siamo un Paese che vuole vivere bene, stanco, con poco ricambio generazionale, direi "vecchio". La grande industria non c'è più, l'economia è affidata alla piccola impresa che regge e alla cooperazione. Per andare avanti sono quattro le strategie da tener presente per gestire quella che si presenta come una nuova, inevitabile, trasformazione : fare nicchia, meglio se nicchia alta, investire nei 'lavori su misura', nel global service e non considerare il territorio dove si opera attualmente come scelta definitiva. Il sistema imprenditoriale è cambiato e sta cambiando ancora quasi in una mutazione antropologica dell'imprenditore, che oggi non è più produttore, ma deve essere operatore conglomerato". "Quella italiana è una società vecchia che vive sul reddito da patrimonio, non sulla produzione e sul lavoro" ha aggiunto Fabrizio Onida, docente di Economia internazionale alla Bocconi, sottolineando l'opportunità di tassare le rendite. A chiudere i lavori è stato Filippo Cavazzuti, presidente Carisbo (gruppo SanPaolo IMI) e professore all'università di Bologna che ha rimesso al centro il problema del debito pubblico ma mettendo il luce anche le responsabilità di un sistema finanziario che ha definito di "scarsa qualità". STAMPA REGGIANA > anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 11 > Cooperazione CNA: SULLA STRADA DELL’INNOVAZIONE SEGNALI DI MIGLIORAMENTO DALL'OSSERVATORIO ECONOMICO Presentati i dati relativi UN'ASSOCIAZIONE PROFONDAMENTE RINNOVATA ai primi mesi del 2006 E' stato recentemente presentato il 23esimo Osservatorio economico della Cna, riferito al trimestre gennaio - marzo 2006, e compiuto su un campione di oltre 200 imprese, appartenenti a diversi settori e aree territoriali. In un quadro generale di stabilità rispetto al trimestre precedente, l'Osservatorio CNA rileva per gli indicatori 'ordini' e 'investimenti' un miglioramento, seppur modesto, rispetto al trimestre precedente, mentre 'occupazione' e 'fatturato' sono da considerarsi sostanzialmente stabili. Per quanto riguarda gli investimenti, il 17,6% delle imprese campione ha dichiarato di aver fatto investimenti nel corso del primo trimestre del 2006: una percentuale modesta, anche rispetto alle rilevazioni precedenti, segno evidente che l'incertezza verso l'immediato futuro, che già si era registrata in precedenza, continua a consigliare alle imprese di procrastinare alcune decisioni relative agli investimenti. Un dato di "prudenza" confermato anche dai numeri riguardanti la voce occupazione; infatti, le imprese che hanno assunto nel primo trimestre 2006 sono state 37 per un totale di 55 lavoratori (13 a tempo indeterminato, 37 a tempo determinato e 5 interinali); i licenziamenti e le dimissioni nelle imprese del campione hanno, invece, riguardato 80 lavoratori con un saldo negativo di 25, un segnale ancora debole ma da monitorare per il futuro. Se il dato generale, relativo a tut- 12 STAMPA REGGIANA > te le imprese, è di sostanziale stabilità, la scomposizione per settori produttivi e per dimensione delle imprese, rileva alcuni interessanti elementi di riflessione. Il settore chimica - plastica appare in buona salute con un discreto aumento per ordini e fatturato e un leggero aumento per occupazione e investimenti. Buono l'andamento del settore meccanico con segnali in leggero aumento per occupazione, fatturato e investimento e in aumento più consistente per gli ordini. Stabile il settore legno, mentre per quanto riguarda l'abbigliamento si ripetono i segnali negativi ormai abituali per occupazione e fatturato, con i soli investimenti in aumento. Per quanto riguarda le costruzioni si registrano segnali negativi per ordini, occupazione e fatturato mentre i soli investimenti appaiono stabili; per questo settore si tratta di una conferma già presente in precedenti rilevazioni, che conferma che questo settore ha esaurito la sua forza espansiva che perdurava ormai da molti anni. La valutazione è inoltre confermata dall'analisi del portafoglio ordini: il 61% delle imprese del settore dichiara un portafoglio inferiore ai 6 mesi ; il 25% da 7 a 12 mesi e solo il 14% dichiara un portafoglio superiore ai 12 mesi. Si tratta di un portafoglio ordini molto corto per questo settore, che fra l'altro si è accorciato da quando si registra questo dato. La scomposizione dei dati per clas- anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 E’ una Cna profondamente rinnovata quella che affronta le sfide dei primi anni del terzo millennio. "In questo ultimo anno - spiega Bini - abbiamo scavato le fondamenta dell'edificio della nuova CNA di Reggio Emilia, che sarà costruito nell'arco della nostra legislatura; un edificio finalizzato a rappresentare con chiarezza l'associazione leader nel nostro territorio, sia per quanto riguarda l'attività di rappresentanza sia per quanto riguarda quella dei servizi e della creazione di opportunità per le imprese". Il nuovo statuto della Cna, approvato nel corso dell'assemblea di si dimensionali delle imprese continua a confermare, come del resto da molte rilevazioni, un andamento difforme fra le imprese di dimensioni e fatturato maggiori (oltre i 500.000 euro di fatturato e oltre gli 11 addetti) e le altre imprese che appaiono più deboli. bilancio dello scorso 15 maggio, ha apportato modifiche sostanziali in materia di attività e politiche settoriali, col passaggio dalle Associazioni di settore alle Unioni. "Si tratta di un passaggio importante e significativo - spiega Bini - che va oltre il semplice riassetto organizzativo, ma concerne la stessa natura dell'attività dedicata alle politiche settoriali, attività che deve spostarsi sempre più sulla relazione tra impresa e mercato, specie al livello provinciale, tracciano il percorso che va seguito per gli assetti organizzativi". Le unioni Cna stabilite dalla Direzione nazionale della Cna e costituite nell'ambito di Cna Associa"Ancora una volta, come accade da ormai 2 anni, le micro imprese, quelle con meno di 10 addetti e con fatturati inferiori al milione, sono in maggiore difficoltà rispetto alle piccole e medie imprese - spiega il presidente provinciale di CNA, Enrico Bini - è evidente che le imprese più piccole, con strutture organizzative più deboli e maggiori difficoltà a reperire risorse per l'innovazione, subiscono maggiormente gli effetti della globalizzazione e della crescita della competitività. Per questa ragione CNA Reggio Emilia ritiene che, in materia di innovazione, occorrano strategie e politiche per l'innovazione per il modello imprenditoriale reggiano e per questo ci batteremo perché gli strumenti pubblici a disposizione dell'innovazione delle imprese, come l'università o Reggio Emilia Innovazione, siano utilizzabili dalle piccole e piccolissime imprese, non solo da poche eccellenze produttive". Infine, per quanto riguarda l'export, il 22,5% delle imprese del campione (escluse le costruzioni) dichiara di aver zione Provinciale di Reggio Emilia sono: Alimentare; Artistico e Tradizionale; Fita; Costruzioni; Installazione e Impianti; Federmoda; Produzione; Benessere e Sanità; Servizi alla Comunità; Comunicazione e Terziario Avanzato. Il sistema Cna di Reggio Emilia prevede anche comitati e raggruppamenti d'interessi e di istanze diverse come il C.I.D. (Comitato Impresa Donna), Cna.Com (settore del commercio) e Cna In Proprio (per i lavoratori liberi professionisti e atipici). Molto forte anche la rappresentanza degli artigiani pensionati con Cna Pensionati capace di associare in provinciale oltre 7.700 persone. esportato i propri prodotti all'estero: si tratta di una percentuale tra le più alte registrate dall'ottobre 2000 ad oggi. Le previsioni per il prossimo trimestre sono improntate a un generale ottimismo: tutti i settori produttivi, anche quelli dall'andamento non brillante nel primo trimestre, prevedono indici in aumento su tutti gli indicatori. In particolare i settori della chimica-plastica e della meccanica prevedono discreti aumenti per ordini, fatturato, e investimenti e aumenti per l'occupazione, ma anche le costruzioni danno segnali buoni per ordini e fatturato. Mentre il settore legno prevede un andamento di stabilità, l'abbigliamento dà segnali incoraggianti almeno per quanto riguarda ordini e fatturato previsti in aumento. Stabili le previsioni per l'export e per le imprese che intendono investire. Si tratta di previsioni positive anche confrontate con le previsioni delle rilevazioni passate relative agli stessi periodi. Nella foto in alto la Presidenza Cna Reggio Emilia: in ordine da sinistra Giuliano Tamagnini, Tristano Mussini, Annamaria Tosi, Giorgio Allari, Enrico Bini, Lorella Iotti, Armando Artoni, Aldo Avosani. Nella foto a sinistra al podio Giorgio Allari, Carlo Pignatari, Gianni Mazzi, Enrico Bini, Paolo Pavan, Duccio Campagnoli Cooperazione > PER RILANCIARE LO SVILUPPO Intervista a tutto campo con il Presidente Provinciale Enrico Bini di Davide Leoni E nrico Bini, 50 anni, è presidente provinciale della Cna di Reggio Emilia dal 2001. L'associazione di via Maiella ha recentemente provveduto ad approvare il bilancio annuale 2005. E' quindi l'occasione più opportuna per fare con il presidente il punto della situazione sullo stato di salute dell'associazione e del sistema delle piccole e medie imprese reggiane. Presidente Bini, come sta la Cna reggiana? Direi abbastanza bene. Lo scorso 15 maggio abbiamo approvato il Bilancio 2005 dell'associazione che ha registrato ancora una volta un aumento degli associati. Si tratta di un dato particolarmente positivo tenuto conto di un andazzo generale che vede in flessione il numero degli iscritti di molte associazioni provinciali, anche nella nostra regione. C'è poi un elemento che mi rende particolarmente soddisfatto: è l'aumento degli iscritti a Cna Pensionati che per la prima volta si attesta nella nostra provincia oltre i 7.700 associati. Relativamente all'aspetto più prettamente economico, siamo riusciti a chiudere il bilancio in positivo con 24 milioni circa di fatturato in aumento rispetto all'anno precedente nonostante il periodo difficile che sta attraversando tutto il sistema delle piccole e medie imprese. Qual è la ricetta Cna per uscire dal periodo di crisi che sta interessando il sistema economico locale? Si tratta di una crisi che non riguarda purtroppo soltanto la nostra provincia. L'economia del nostro paese ha raggiunto nel 2005 quello che speriamo essere stato il punto più basso di una lunghissima congiuntura negativa che ha coinvolto in modo più pronunciato proprio il sistema delle piccole e medie imprese che costituisce il nucleo della nostra base associativa. Penso comunque che la strada per ridare slancio e fiducia alle nostre aziende sia obbligata, ed è quella dell'innovazione. Non a caso abbiamo scelto proprio il tema dell'Innovazione per il convegno che ha aperto la nostra assemblea di bilancio e che ha visto la partecipazione di esponenti del mondo economico, accademico e istituzionale. L'innovazione rappresenta ormai una parola chiave per la competitività del sistema produttivo locale costituito prevalentemente da aziende artigiane e piccole medie imprese. E' sull'innovazione, infatti, che le Pmi puntano per invertire una situazione che negli ultimi due anni le ha viste perdere colpi rispetto alla concorrenza. Recuperare rapidamente le posizioni perdute sui mer- cati è dunque l'obiettivo prioritario per il tessuto imprenditoriale locale. Nel corso del convegno avete lanciato il progetto Cna Innovazione. Quali saranno le caratteristiche e i servizi offerti da questo nuovo soggetto di Cna? 'Cna Innovazione' è il nuovo centro servizi che con il proprio sportello di Reggio Emilia sarà a disposizione delle oltre diecimila imprese associate a Cna offrendo competenze e servizi utili ad affrontare la sfida della competitività. Esiste un soggetto, 'Reggio Emilia Innovazione', che dovrebbe essere il naturale luogo della governance sul versante strumentale dell'innovazione, e che finora non è riuscito ad esprimere appieno gli scopi per i quali è stato progettato forse per la difficoltà a percepire con la necessaria chiarezza quel disegno nuovo del modello di sviluppo della realtà provinciale che dovrebbe essere espresso dalla sede della concertazione istituzionale. Noi crediamo che 'Reggio Emilia Innovazione' rimanga il soggetto principale dei processi di attivazio- Enrico Bini Il progetto 'Cna Innovazione', finanziato dalla Regione Emilia-Romagna (Assessorato alle attività produttive), è stato realizzato insieme a sei importanti strutture di produzione dell'innovazione presenti in regione: Ecipar e Siaer, di diretta emanazione Cna, Fondazione Alma Mater, Cermet, Democenter, Enea. Gli obiettivi che Cna si propone con questo centro per le imprese sono la qualificazione dei sistemi produttivi e di crescita della competitività, consentendo alle imprese di rimettersi al passo con i loro principali concorrenti, di far crescere le competenze professionali degli imprenditori e dei loro collaboratori, di produrre innovazione nelle metodologie di gestione e determinare un aumento della visibilità esterna e del valore prodotto dalle imprese. Sul tema della Innovazione, anche le altre associazioni di categoria la pensano come voi? ne della ricerca industriale applicata, del trasferimento tecnologico e della diffusione della conoscenza legata alla produzione; la base sociale deve essere costituita dagli attuali soggetti, istituzionali (Provincia, Comune, Camera di Commercio, Università), e privati (Associazioni imprenditoriali, mondo bancario); il capitale sociale deve essere implementato al punto da rendere sostenibili per un ragionevole lasso di tempo le iniziative e i progetti di ricerca, trasferimento tecnologico, gestione dei laboratori, che dovranno comunque essere supportati da investimenti e finanziamenti pubblici e privati. In questo senso intendiamo la partecipazione diretta delle istituzioni locali alla produzione della conoscenza: oltre ad essere soggetto di impulso e di promozione, le istituzioni possono e devono intervenire nella gestione degli strumenti, in partnership con gli altri soggetti privati. A proposito di Istituzioni, qual è il ruolo che un'associazione come la vostra può giocare per lo sviluppo e la crescita della città e della provincia reggiana? Cna associa più di 10.500 imprese oltre a 7.700 pensionati. Considerando i titolari delle aziende, i famigliari, i dipendenti, i collaboratori possiamo affermare senza timor di smentita che Cna raccoglie attorno a sé decine di migliaia di persone nel territorio reggiano. Siamo quindi una grande forza sociale che può, e deve secondo noi, dare un proprio significativa contributo per contribuire alla crescita del benessere di tutta la comunità. Per questo motivo non ci siamo mai tirati indietro nel dare il nostro contributo e nel mettere a disposizione le nostre competenze in occasione di iniziative promosse nella nostra città. Soltanto per citare alcuni esempi, basta ricordare la mostra fotografica Reggio XL in occasione della Settimana europea della fotografia o la sfilata di moda sotto l'arco di S.Croce in programma ad inizio giugno. Chiediamo che in occasioni come queste la Cna venga coinvolta perché abbiamo sempre risposto con generosità e prontezza quando gli enti locali ci hanno chiesto di appoggiare e condividere queste genere di iniziative. Tutto liscio quindi nel rapporto con le istituzioni locali? In qualche ambito si può migliorare. Mi limito a segnalare che nel nostro territorio molti esponenti delle Istituzioni preferiscono avere un rapporto con gli imprenditori diretto e non mediato, senza rendersi conto che sminuire l'importanza e l'efficacia della "rappresentanza" delle associazioni significa contemporaneamente mettere in discussione la loro. Noi continuiamo fortemente a credere nella concertazione e nella rappresentanza, nella funzione di forza sociale intermedia che la nostra associazione ha sempre svolto con autorevolezza e senso di responsabilità, e che deve continuare STAMPA REGGIANA > a svolgere, sia pure modificandone le modalità, le tattiche e le strategie, aggiornandole ai mutamenti politici ed istituzionali del territorio in cui opera. E d'altra parte come potrebbero le migliaia di nostri soci far sentire la loro voce a chi di dovere se non attraverso l'associazione? Cos'altro chiedete agli enti locali? Chiediamo che gli amministratori, come nel loro compito istituzionale, diano risposte coerenti e tempestive su questioni strategiche come, per esempio, la gestione e lo smaltimento dei rifiuti. E poi ci sono i grandi problemi generali, quelli che riguardano le infrastrutture , la sicurezza e il sistema dei servizi pubblici. Penso che su queste tematiche la 'chiave' per affrontare e risolvere le questioni aperte sia quella dell'efficienza. E al nuovo Governo del Paese cosa chiedete? Riduzione del costo del lavoro, una politica fiscale finalizzata allo sviluppo e strumenti di accesso al credito per le piccole imprese; infrastrutture e politiche serie sull'immigrazione. Queste sono secondo noi le priorità in materia economica. Riguardo al fisco, ritengo che la riduzione del cuneo fiscale e contributivo sia una delle prime misure da applicare per dare fiato alle imprese, in modo da abbassare il costo del lavoro. Al contempo occorre depurare l'Irap dal costo del lavoro cominciando con l'esclusione dall'imponibile dei contributi previdenziali sia per il lavoro dipendente sia per il lavoro autonomo. Importanti saranno anche gli interventi per incentivare la contrattazione di secondo livello e, sul fronte degli ammortizzatori sociali, operare una tempestiva attuazione alle misure contenute nella legge 80 del 2005, per uscire da una situazione che sta mettendo in difficoltà molte imprese artigiane. anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 13 > Attualità SEI DOMANDE ALL’INDUSTRIALE STEFANO LANDI SU BASKET, TUTELA DELL’AMBIENTE, PALAZZETTO DELLO SPORT E MECTRON Lei è l'unico industriale reg- giano che riesce a coniugare l'attività imprenditoriale con quella sportiva. E' titolare di un'azienda leader con ramificazioni in diverse parti del mondo ed è presidente, a tutti gli effetti, da diversi anni di una squadra di basket conosciuta e stimata non solo in Italia, ma anche in Europa. Come fa a curare e seguire queste due attività nell'arco della giornata? Ci sono tanti altri imprenditori che si occupano di società sportive professionistiche. Riesco a curare entrambe le attività, quella imprenditoriale e quella sportiva, grazie al prezioso contributo di una "squadra" di ottimi collaboratori sia in Landi Renzo che in Pallacanestro Reggiana. Parliamo della sua professione. E' di recente l'accordo stipulato dalla Landi Renzo con la General Motors Italia per l'installazione di impianti GPL sulle Opel. Puntate a nuovi traguardi per la salvaguardia dell'ambiente e la lotta contro l'inquinamento atmosferico? Negli ultimi anni sono stati siglati diversi accordi con case automobilistiche non solo in Italia ma anche nella maggior parte dei paesi del mondo. Oltre all'after market stiamo focalizzando la nostra attenzione verso il mercato emergente della case automobilistiche. Tutto ciò non può che rafforzare il nostro impegno per la realizzazione di sistemi di alimentazione sempre più ecologici e tecnologicamente all'avanguardia per la tutela dell'ambiente e la lotta contro l'inquinamento atmosferico. Nella convinzione che sia possibile migliorare sempre di più l'efficienza, la sicurezza e ridurre ulteriormente l'inquinamento già contenuto dei sistemi di alimentazione GPL e metano per autotrazione, già da alcuni anni abbiamo realizzato un centro Ricerca e Sviluppo unico nel settore, dove rilanciando costantemente la sfida tecnologica del miglioramento 14 STAMPA REGGIANA > continuo, nascono sistemi di conversione ad alta ecompatibilità. Troviamo il suo nome collegato a Mectron, il laboratorio di Meccatronica dell'Emilia Romagna con sede a Reggio Emilia. Vuole spiegarci gli obiettivi di questa iniziativa collegata alla facoltà di ingegneria dell'Ateneo Reggiano? Il mio nome è collegato a Mectron in quanto presidente di Reggio Emilia Innovazione, che ha assunto il ruolo di capofila in questo progetto. Il laboratorio Mectron ha per oggetto il prodotto industriale meccatronico. Con questo termine si intendono prodotti e sistemi che riuniscono sinergicamente le componenti meccanica, elettronica, informatica e di controllo per conseguire un funzionamento flessibile e favorire l'interazione con l'uomo. Il territorio emiliano-romagnolo, ricco di industrie meccaniche orientate all'innovazione ed alla competizione globale, è un terreno ideale per il radicamento e lo sviluppo delle tecnologie meccatroniche. Proprio a Reggio, poi, uno dei corsi di laurea maggiormente innovativi della fa- coltà di Ingegneria, è quello di meccatronica. Tutto ciò ha fatto sì che Reggio Emilia diventasse il territorio ideale per la creazione di un labo- anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 campionato, infatti, abbiamo raccolto più punti della passata stagione e in Uleb Cup, con la nostra squadra che in ambito europeo ha preso il nome LANDIRENZO, abbiamo raggiunto i quarti di finale. Stefano Landi ratorio di ricerca con tale specializzazione Gli obiettivi principali di questa iniziativa sono l'allargamento delle co- ro, di cui oltre 800mila di provenienza regionale. Al riguardo, Reggio Emilia Innovazione ha investito oltre 400mila euro in nuove appa- noscenze meccatroniche e la diffusione dei sistemi meccatronici nella nostra industria, al fine di aumentarne la competitività ed il grado di internazionalizzazione. In particolare, le specializzazioni di Mectron riguardano i componenti oleodinamici e i sistemi di guida dei veicoli (dai trattori alle auto), ovvero due ambiti davvero significativi per il futuro dell'industria locale. Mectron fa parte della Rete regionale dei laboratori del Distretto per l'Alta Tecnologia Meccanica HIMECH, ed è finanziato attraverso il Programma Regionale per la Ricerca Industriale, l'Innovazione e il Trasferimento Tecnologico (PRRIITT) della Regione Emilia-Romagna. Il valore del Progetto Mectron, di durata triennale, supera i 2 milioni di eu- recchiature; col progetto sono stati assunti 14 giovani ricercatori e sono state complessivamente coinvolte una cinquantina di figure ad alta specializzazione, tra universitari e tecnici d'azienda. Parliamo ora di sport. Può tracciarci un bilancio della sua BIPOP-CARIRE sia nel campionato italiano, attualmente in corso, sia in quello Europeo? Il bilancio della stagione 2005/2006 è estremamente positivo. Nella regular season abbiamo raggiunto il record di vittorie di tutti i tempi della Pallacanestro Reggiana. Gli obiettivi prefissati ad inizio stagione, fare meglio dello scorso anno e ben figurare in Europa, sono stati rispettati: già prima del termine del Alla luce della stagione attuale ormai agli sgoccioli, quali sono le prospettive della squadra per il prossimo campionato? La stagione che si sta concludendo deve essere considerata ancora più positiva per il fatto che siamo riusciti a lanciare dei giovani molto interessanti che hanno dimostrato di sapere tenere il campo e che sono cresciuti progressivamente dalla prima all'ultima giornata. L'ossatura della squadra si è dimostrata di primo livello: i giocatori si sono integrati perfettamente e hanno dato continue prove di serietà e di attaccamento alla maglia. Auspico che il maggior numero di questi giocatori possa restare a Reggio e indossare la casacca della Pallacanestro Reggiana anche la prossima stagione. Palazzetto sì, palazzetto no. Archiviato il parere negativo del Comune quale sarà il futuro del basket reggiano? Avete nel cassetto un progetto sostitutivo o aspettate quello annunciato dall'amministrazione comunale? Se questo palazzetto non dovesse essere costruito in tempi ragionevoli, Lei continuerà a rimanere al timone della Pallacanestro Reggiana? Il nostro sindaco Delrio e l'assessore allo sport del comune di Reggio Emilia Catellani, hanno dichiarato che i lavori di costruzione del nuovo palazzetto inizieranno entro la fine dell'anno. Di conseguenza non possiamo che attendere con fiducia e sperare che possa essere operativo quanto prima. Il Pala Bigi è una struttura che ormai ha più di 40 anni. Reggio Emilia ha bisogno di un nuovo impianto che sia polifunzionale, che possa ospitare sport indoor e allo stesso tempo essere utilizzato per eventi di tipo musicale, culturale e di intrattenimento. Reggio e i reggiani si meritano questo nuovo impianto, così come la Pallacanestro Reggiana ha bisogno di un nuovo palazzo dello sport più capiente e più sicuro per continuare quel cammino di crescita che ha iniziato alcuni anni fa e che ora è arrivato alla svolta decisiva. Ivano Davoli Foto in centro Stefano Landi con alla destra il Sindaco Graziano Delrio alla sinistra il Presidente della Provincia Sonia Masini e Ivan Paterlini Vice Presidente della Pallacanestro reggiana e tutta la squadra festeggiati in Piazza San Prospero Foto a destra il nuovo sistema iniezione multipoint gpl e metano montato sulle vetture Opel Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori FONDAZIONE MANODORI BILANCIO CONSUNTIVO 2005 PROGETTI PER LA COMUNITA' Risposte ai bisogni del territorio Educazione, beni culturali, volontariato, salute pubblica le priorità della Fondazione Manodori per la beneficenza. E' compito della Fondazione rispondere alle esigenze e ai bisogni del territorio. I contributi erogati sono un aiuto e uno stimolo per promuovere progetti a favore della comunità. Gli interventi vengono scelti d'accordo e in sinergia con altri enti e soggetti - pubblici e privati - in modo che risultino efficaci per la crescita civile e dello sviluppo economico. La piena collaborazione con la comunità locale permette, infatti, un impiego ottimale delle disponibilità finanziarie evitando inutili sovrapposizioni ed un'eccessiva polverizzazione dei contributi. Obiettivi mirati, quindi, sia per quanto riguarda progetti di terzi che per i progetti propri della Fondazione, tesi a rispondere a bisogni concreti e a mobilitare azioni comuni. EDUCAZIONE ARTE SALUTE PUBBLICA VOLONTARIATO STAMPA REGGIANA > anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 15 Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori BILANCIO 2005 Gli elementi caratterizzanti il bilancio consuntivo sono: 2 perfezionata l'acquisizione di Palazzo del Monte, Palazzo da Mosto e Fabbricato Ex Ancelle 3 incremento dei Fondi per l'attività d'istituto 4 incremento delle entrate, che raggiungono i 14 milioni di Euro (grazie, in particolare, ai dividendi distribuiti da Capitalia e Fineco relativi all'esercizio 2004) 5 contenimento dei costi di ge- 1 attuati importanti interventi a beneficio di molteplici realtà del territorio operanti nell'ambito dei settori di intervento della Fondazione per 5.2 milioni di euro stione, tenuto conto anche dell'accantonamento ai fini dell'accordo sindacale intervenuto con il personale dipendente che ha regolato pendenze pregresse 6 significativo avanzo dell'esercizio, che supera i 12 milioni di Euro 7 interventi di rafforzamento delle risorse patrimoniali della Fondazione ESERCIZIO 2005 (in euro) 31.12.2005 31.12.2004 ENTRATE 14.011.800 6.007.514 USCITE 1.880.686 1.719.712 AVANZO 12.131.114 4.287.802 a) accantonamento al Fondo per l'integrità del patrimonio della Fondazione, nella misura del 15% dell'avanzo di esercizio (€ 1.819.667) b) accantonamento alla riserva obbligatoria nella misura del 20% dell'avanzo di esercizio (€ 2.426.223) 8 accantonamento prudenziale al Fondo di stabilizzazione delle erogazioni (€ 1.800.000) per far fronte ad eventuali scompensi nella gestione dei prossimi esercizi 9 accantonamento al fondo regionale di sostegno ai centri di servizio del volontariato nella misura di 1/15 dell'avanzo di esercizio dedotta la riserva obbligatoria DESTINAZIONE AVANZO 2005 ( € 12.131.114) L’avanzo dell’esercizio è stato destinato nel modo seguente: 31.12.2005 31.12.2004 2.426.223 857.560 646.993 228.683 1.819.667 643.170 fondo stabilizzazione erogazioni 1.800.000 143.268 fondi erogazioni 5.252.946 2.415.121 185.285 = 12.131.114 4.287.802 DESTINAZIONE DELL'AVANZO (in euro) riserva obbligatoria (20% dell’avanzo diesercizio) fondo regionale per i centri di servizio del volontariato (1/15 dell’avanzo diesercizio dedotta la riserva obbligatoria) fondo integrità patrimonio (15% dell’avanzo diesercizio) altri fondi (fondo acquisto e restauro conservativo diim m obilistrum entaliper l’attività istituzionale - Palazzo da M osto e Fabbricato Ex Ancelle) TOTALE IL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE MANODORI COMPOSIZIONE PATRIMONIO AL 31.12.2005 (VALORE DI BILANCIO € 145.875.484) 10% 12% 37% 16% 11% 14% 16 CAPITALIA € 53.782.160 ALTRE PARTECIPAZIONI € 16.482.787 OBBLIGAZIONI € 20.435.000 GPM OBBLIGAZIONARIA € 23.289.352 FONDI COMUNI € 17.999.000 IMMOBILI € 13.887.185 STAMPA REGGIANA > anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori Il dato più evidente della beneficenza 2005 è un aumento dei fondi a disposizione. Grazie ai buoni risultati di Fineco e Capitalia - di cui la Fondazione Manodori è oggi azionista per il 3,88% - i contributi erogati in risposta alle domande ricevute lo scorso anno ammontano ad un totale di 5.292.156 euro, anziché i 3.500.000 previsti. Un buon risultato che ha consentito alla Fondazione di ripristinare il fondo di stabilizzazione e gli accantonamenti che negli anni scorsi erano stati intaccati per far fronte a una flessione dei rendimenti. I criteri del Consiglio d'Ammini- BENEFICENZA 2005 strazione e del Consiglio Generale per l'assegnazione delle risorse hanno tenuto conto del Documento Programmatico Previsionale 2005, nel quale si individuano come settori rilevanti l'arte e i beni culturali, l'educazione, istruzione, formazione, il volontariato e la salute pubblica. I settori ammessi scelti per il 2005 sono crescita e formazione giovanile, prevenzione e recupero delle tossicodipendenze, ricerca scientifica e tecnologica, diritti civili. Rispetto al 2004, lo scorso anno si è registrato un significativo incremento delle richieste di contributo, da 312 a 486. La Fondazione Manodori intervie- ne sul territorio sia sostenendo e finanziando progetti di altri, sia intervenendo direttamente con iniziative e progetti propri nei settori definiti. Obiettivi e priorità d'intervento vengono individuati consultando e coinvolgendo enti e soggetti che operano in ambiti specifici o che abbiano competenza ed esperienza per segnalare situazioni di bisogno. Nella distribuzione delle risorse si è tenuto conto anche di un criterio territoriale, nell'intento di rispondere a richieste provenienti dai comuni della provincia di Reggio Emilia. PROGETTI E INTERVENTI DI MAGGIOR RILIEVO EDUCAZIONE, ISTRUZIONE E FORMAZIONE (€ 1.000.774,00) E rogati 360.000 euro alle scuole dell'infanzia paritarie aderenti alla Fism, che associano 81 strutture su tutto il territorio reggiano con una frequenza media di 6.000 bambini. Il piano delle erogazioni prevede inoltre uno stanziamento per la realizzazione di un convegno sul rapporto tra esperienze educative diverse, in collaborazione con Fism e Istituzione scuole e nidi d'infanzia del Comune di Reggio Emilia. Nell'ambito dei servizi per la prima infanzia, 60.000 euro sono stati destinati alla Comunità montana. Due i progetti finanziati su richiesta del Comune di Reggio Emilia finalizzati alla formazione dei giovani per un totale di 65.000 euro. Contributi diversi, per un totale di 150.000 euro, sono andati ad istituti scolastici della provincia - dalla materna alle superiori - per percorsi didattici, interventi di ristrutturazione, biblioteche scolastiche, iniziative per bambini, insegnanti e genitori. All'Università di Modena e Reggio Emilia sono stati erogati 150.000 euro a sostegno di progetti diversi presentati dalle facoltà reggiane. 35.000 euro sono stati invece destinati ad un altro progetto di ricerca per individuare percorsi educativi per adolescenti a rischio di dispersione scolastica. Rinnovato anche quest'anno l'appoggio all'Istituto Musicale Merulo di Castelnovo Monti per 75.000 euro. ARTE, ATTIVITA' E BENI CULTURALI (€ 1.995.384,00) In ambito culturale, al Comune di Reggio Emilia è stato rinnovato il contributo a sostegno dell'attività della Fondazione I Teatri per 500.000 euro - in particolare per iniziative e spettacoli rivolti a giovani e studenti. Sono stati erogati 15.000 euro per la creazione di un centro multimediale presso la Biblioteca Panizzi e 10.000 per un convegno internazionale su Gaspare e Carlo Vigarani. Alla Provincia di Reggio Emilia sono stati destinati 190.000 euro complessivamente per le attività della sede espositiva di Palazzo Magnani e per il coordinamento dei teatri della provincia, per il Festival Mundus e Confusion& ed è stato finanziato anche il programma di appuntamenti di promozione territoriale della Biennale del Paesaggio. La Corte Ospitale di Rubiera ha ricevuto 40.000 euro per la produzione e l'allestimento della stagione teatrale in corso, il comune di Correggio 20.000 euro per la rassegna Correggio Jazz, mentre la Comunità Montana 35.000 euro per la promozione dell'attività culturale su tutto il territorio montano e 30.000 per un progetto di geografia culturale dell'Appennino. Nell'ambito della valorizzazione del patrimonio artistico, è stato confermato la stanziamento annuale di 50.000 euro al restauro del Duomo di Reggio Emilia e, di rilievo, alla Diocesi di Reggio Emilia sono stati erogati 159.000 euro per il restauro architettonico della chiesa di S. Filipppo Neri. Sono stati inoltre erogati numerosi contributi finalizzati a recuperi conservativi di chiese ed edifici storici del territorio reggiano. Tra questi, 90.000 euro al Comune di Scandiano per la Rocca dei Boiardo e un convegno di studi, 50.000 euro per la Biblioteca Comunale di Guastalla, 35.000 euro per il restauro di mobili e arredi del Castello di Bianello a Quattro Castella, 30.000 anche al Comune di Brescello per la ristrutturazione della chiesa parrocchiale e 30.000 a Rolo per interventi di restauro alla sa- EROGAZIONI 2005 educazione, istruzione e form azione € 1.000.774,00 arte,attività e beniculturali € 1.995.384,00 salute pubblica, m edicina preventiva e riabilitativa € 681.000,00 volontariato, filantropia e beneficenza € 1.004.498,00 settori rilevanti € 4.681.656,00 ricerca scientifica e tecnologica € 89.500,00 diritticivili € 14.000,00 crescita e form azione giovanile € 221.000,00 prevenzione e recupero della tossicodipendenza € 286.000,00 settori ammessi € 610.500,00 TOTALE ANNO 2005 € 5.292.156,00 grestia lignea della chiesa parrocchiale. 30.000 euro sono stati erogati al Comune di Novellara per una mostra e un catalogo sul pittore Vivaldo Poli e 25.000 a San Martino in Rio per l'allestimento della Sala delle Ceramiche della Rocca Estense. Tra i progetti propri, la Fondazione ha inserito un'opera in due volumi che documenta il restauro della basilica di San Prospero di Reggio Emilia e della torre. SALUTE PUBBLICA, MEDICINA PREVENTIVA E RIABILITATIVA (€ 681.000,00) Dal 2004, la Fondazione Manodori ha reinserito la sanità tra i settori rilevanti, destinando all'ospedale Santa Maria 400.000 euro come contributo all'acquisto della nuova Tac Multislice, che verrà inaugurata domani. 200.000 euro sono stati inoltre destinati all'Usl come impegno nell'ambito di un progetto triennale per lo sviluppo della messa in rete di dati clinici tra medici di base, specialisti, servizi di prenotazione. Altre erogazioni sono andate e favore di associazioni, case di accoglienza per anziani e disabili, servizi di soccorso e di pubblica assistenza. VOLONTARIATO, FILANTROPIA E BENEFICENZA (€ 1.004.498,00) Al Comune di Reggio Emilia sono stati assegnati 90.000 euro per un progetto di autonomia e sostegno rivolto a bambini e adulti disabili. Si conferma anche quest'anno il STAMPA REGGIANA > contributo di 50.000 euro per l'Hospice Madonna dell'Uliveto di Albinea, residenza assistita per ammalati gravi. Si riconfermano anche i contributi annuali di 15.000 euro l'uno per l'attività dei consorzi Oscar Romero e Quarantacinque, che associano cooperative sociali di tutto il territorio reggiano, e quello a Fedisa, federazione diocesana di servizi agli anziani. Altre erogazioni sono state devolute per iniziative o in base a richieste specifiche di comuni, associazioni di volontariato, cooperative sociali, servizi di pubblica utilità distribuiti su tutta la provincia. 40.000 euro al Comune di Sant'Ilario d'Enza per un centro Diurno e 40.000 alla Parrocchia di Novellara per una sala dedicata ad incontri e iniziative, 30.000 euro sono andati a favore di attività ricreative per giovani e adolescenti nell'area della Val d'Enza e 15.000 per l'organizzazione della terza Olimpiade del Tricolore. All'Istituto Don cavalletti di Carpineti e alla Casa Famiglia Garavini di Casalgrande sono stati erogati 20.000 euro. 39.950 euro è la somma messa a disposizione anche per il centro Nondasola, che accoglie donne straniere in difficoltà, 20.000 per la cooperativa Madre Teresa, che intende potenziare l'accoglienza per donne sole con bambini, e 20.000 all'associazione La Melagrana, per iniziative rivolte in particolare a donne con patologie oncologiche. Numerosi anche i contributi per favorire le attività e i progetti rivolti a minori, anziani, disabili, ammalati o in grave difficoltà ad inserirsi nella vita sociale anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 17 > Teatri NONOSTANTE LA CRISI DI FONDI LA STAGIONE SI E’ CONCLUSA CON UN DOPPIO SUCCESSO I TEATRI, HANNO FATTO IL PIENO RECORD DI SPETTATORI E INCASSI I dati parlano di un autentico exploit: spettatori passati da 7.407 a 12.152, incasso netto da 246.884 a 308.557 euro. Grande partecipazione dei giovani che hanno assistito alle opere, grazie alla collaborazione tra i Teatri e la Fondazione Manodori C risi di fondi, calo di spetta- successo clamoroso che ha riscosso il Flauto Magico abbadiano, che nel corso delle quattro recite (due prove e due spettacoli) registrò da solo 3.467 spettatori. Veniamo ai giovani. Le richieste hanno cominciato a fioccare dalle scuole non appena è uscito il cartellone che annunciava la messa in scena della trilogia mozartiana al teatro Valli. E in effetti la musica di Mozart - nel panorama della musica che qualcuno definirebbe "colta" - appare tra le preferite al pubblico dei giovani. Spogliato di parrucche e abiti d'epoca, Mozart scandaglia l'animo e i sentimenti umani con incursioni generose verso quella parola "Amore", che nelle più diverse accezioni attira l'interesse delle giovani generazioni. Le cifre dicono quasi tutto: sono quasi 800 i ragazzi tra i 14 e i 18 anni delle scuole superiori reggiane che - quest'anno - hanno assistito almeno a una delle opere della trilogia mozartiana. In particolare, per "Le Nozze di Figaro" sono 129 gli studenti che hanno assistito alla prova pome- ridiana del 18 aprile scorso (una tica che fa si che i ragazzi sotto Francesco Micheli porta avanti cifra considerevole, visto che le i 18 anni possano entrare alle se- con il contributo di Fondazione scuole erano già chiuse per l'in- conde rappresentazioni della li- Manodori e Blumet - seguendo terruzione pasquale e quindi gli rica e a tutti gli altri spettacoli il cartellone della lirica della studenti hanno "rinunciato" a teatrali pagando il biglietto d'in- Fondazione I Teatri. E così, queun pomeriggio di vacanza) e 118 gresso 5 euro, mentre per gli un- st'anno, Off Opera, nella sua parche la sera dello spettacolo oc- der 25 lo sconto è del 50 per cen- te dedicata a Mozart, è stata secupavano i palchi del teatro per to. Per "accompagnare" i ragaz- guita da 400 studenti che - per la seconda rappresentazione. "Il zi alla scoperta dell'opera, da an- primi - si sono assicurati il posto Così Fan Tutte", seguito in pro- ni funziona con successo il pro- alle rappresentazioni della riva da 21 studenti, conta nella getto "Off Opera" che il regista chiestissima trilogia. rappresentazione serale 144 ragazzi. Ma il record è con il "Don Giovanni", che in prova è stato visto da 156 studenti e 185 lo hanno visto alla seconda rappresentazione di venerdì 28 aprile. In questo caso le richieste erano quasi il doppio e non è stato possibile soddisfarle tutte perché il teatro è esaurito. Il grande numero di studenti a seguire gli spettacoli e in particolare la lirica (il meno noto "L'Enfant et les Sortileges" è stato visto da 363 studenti) è frutto di una politica di prezzi contenuti che da anni la Fondazione i Teatri persegue anche grazie al contributo della Fondazione Manodori. Una poli- Così Fan Tutte con don Alfonso - Alfonso Antoniozzi - Guglielmo -Christian Senn e Ferrando - Francesco Meli tori: da antica lamentazione, la crisi del teatro è oggi in evidenza proclamata in sede nazionale e il dato che riguarda la Fondazione I Teatri di Reggio - proprio per questa situazione - appare come in controtendenza e ancor più sorprendente. La stagione lirica appena conclusa ha portato al Valli 12.152 presenze contro le 7.407 della stagione 2004-2005. L'incasso netto è passato da 246.884 euro a 308.557 euro. Frutto dell'aumento sia degli abbonati (616 la scorsa stagione e 792 quella appena conclusa) sia dei biglietti venduti per le singole recite. L'opera più vista è stata il Don Giovanni, evento conclusivo della trilogia mozartiana, che nelle tre recite (prova e due spettacoli veri e propri) ha registrato 2.350 spettatori con circa 61mila euro di incasso netto. Segue "Le Nozze di Figaro" con 2.259 spettatori. Si eguagliano i numeri di chi ha assistito alla più tradizionale delle opere, "La Traviata" (2.092 presenze) e di chi ha seguito le sorti dei due moderni Romeo e Giulietta trasferiti a New York, raccontati nel musical "West Side Story" (2.058 presenze). Segue il "Così Fan Tutte", seconda opera della trilogia mozartiana, che ha registrato 1.941 presenze e il dittico "The Flood" e "L'enfant et les sortileges" con 1.452 spettatori. Aumentato anche il numero dei giovani che hanno seguito la stagione lirica: dai 1182 del 2004-2005 ai 1460 del 2005-2006. Le cifre riferite ai ricavi da botteghino della stagione lirica sono aumentati del 34, 15 per cento rispetto alla previsione e questo nonostante la stagione passata sia stata contrassegnata dal Maja Kovalevska - Donna Elvira, interprete del Don Giovanni. 18 STAMPA REGGIANA > anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 Nicola Ulivieri - Don Giovanni - e Zerlina - Alessandra Marinelli Industria > LA CASA DEGLI IMPRENDITORI APRE LE PORTE ALLA CITTA’ Dopo quattro anni di lavori, restaurato il palazzo Cassoli Tirelli sede storica dal 1950 dell’Associazione Industriali di via Toschi di Laura Munari D opo quasi quattro anni dedicati al recupero e al restauro di Palazzo Cassoli Tirelli e degli ambienti antistanti, il 13 maggio scorso si è svolta la cerimonia di inaugurazione di quella che dal 1950 è la sede storica dell'Associazione Industriali in via Toschi. Al taglio del nastro erano presenti autorità cittadine, imprenditori e società civile, che con attenzione hanno ascoltato il Presidente Fabio Storchi presentare la rinnovata "Casa degli Imprenditori", luogo simbolo di un'imprenditoria locale che con "attenzione e passione civile vuole continuare a rappresentare quel modello vincente di coesione sociale e di efficienza economica scaturito dal capitalismo diffuso, personale e familiare, caratteristica peculiare del nostro Territorio". Si è trattato infatti di un intervento di recupero architettonico realizzato con un duplice obiettivo, da un lato contribuire a quel "rinascimento" del Centro Storico che vede oggi importanti cantieri di restauro e riqualificazione, dall'altro realizzare una sede in grado di essere essa stessa un progetto associativo, in grado di offrire migliori servizi alle imprese e sviluppare una maggior capacità di rappresentanza. A questo secondo aspetto è riconducibile la scelta di rimanere nel centro della città. Il progetto è stato avviato nell'aprile del 2001 dall'allora Presidente Giuseppe Prezioso e realizzato nel corso della presidenza di Fabio Storchi, grazie alla supervisione del Cav. Luciano Riva - presidente di SIFIR Spa, la società immobiliare dell'Associazione Industriali, e alla Direzione dei Lavori dell'Arch. Riccardo Lusuardi, che ha garantito la continuità delle attività senza prevedere alcun trasferimento temporaneo degli uffici operativi. Dopo l'intervento del Sindaco di Reggio Emilia Graziano Del Rio, che ha espresso il proprio apprezzamento per la "riappropriazione dei luoghi della storia", e della Presidente della Provincia Sonia Masini, che ha invece riconosciuto l'importanza del ruolo delle imprese nella crescita del Territorio, sono stati proprio il Presidente Fabio Storchi e il Past President Giuseppe Prezioso a tagliare il nastro davanti al nuovo ingresso di via Toschi, quindi a ricevere simbolicamente le chiavi del Palazzo dallo stesso Cav. Luciano Riva. Le porte sono state aperte ai presenti solo dopo la benedizione del Vescovo ausiliario Lorenzo Ghizzoni. Oltre ai nuovi ambienti del palazzo, è stato possibile visitare anche l'esposizione permanente "Ar- te a Reggio tra '800 e '900" realizzata grazie alla collaborazione dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Reggio Emilia e che racco- glie 30 opere di pittori reggiani di inizio secolo provenienti dai depositi dei Civici Musei. Palazzo Cassoli Tirelli è ora anche una pinacote- 1 2 ca aperta alla città che mette in mostra quadri di autori come Gaetano Chierici (1838-1920), Giuseppe Ugolini, Cirillo Manicardi (il migliore allievo di Chierici), Augusto Mussini, Giovanni Costetti, Romeo Costetti, Giuseppe Tirelli, Domenico Spagni, Alpenore Gobbi, Giulio Ferrari, Nina Ferrari, Onorino Davoli, Carlo Destri, Walter Bedini, Anselmo Govi. Le opere saranno esposte nelle sale dell'Associazione fino alla fine del 2007. Foto 1: Facciata della sede Foto 2: il Vescovo Ausiliario Lorenzo Ghizzoni al momento della benedizione Foto 3: Da SX: il Past President Giuseppe Prezioso, il Vice Presidente Renzo Castagnetti, il Sindaco Graziano Delrio, la Presidente della Provincia Sonia Masini, il Presidente Fabio Storchi; il Prefetto Giuseppe Montebelli. Foto 4: la Sala dell'Arazzo Foto 5: Sonia Masini, Fabio Storchi, Elisabetta Farioli dei Musei Civici all'ingresso dell'ufficio di Presidenza Foto 6: Fernando Spallanzani, Maria Ludovica Maramotti, Giuseppe Prezioso Foto 7: Il Direttore Roberto Pilotto, la Direttrice della Banca D'Italia Maria Cardillo, il Presidente Fabio Storchi e il Prefetto Montebelli Foto 8: Le autorità nella sala del Consiglio. Foto di Marco Moratti 3 4 5 6 7 8 STAMPA REGGIANA > anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 19 > Economia TRENT’ANNI DI UTILI di Sebastiano Simonini "S ono trent'anni che abbiamo utili record, ci sarà anche il trentunesimo. Stabilità e rendimento: questo è quello che una banca deve assicurare ai propri soci". Con queste parole Guido Leoni, Amministratore delegato di Banca popolare dell'Emilia Romagna ha anticipato l'andamento 2006 dell'istituto da lui diretto quando, al termine dell'Assemblea dei Soci, ha a lungo conversato con i molti giornalisti presenti. E' stata un'assemblea "record": per la fortissima partecipazione dei soci, più di 1.300, per il risultato della gestione ed anche per le pro- spettive di crescita, basate su quel modello federale che, unico nel panorama italiano, sta offrendo risultati davvero importanti. La base sociale ha quasi raggiunto le 82.000 unità, in crescita costante nel tempo, ed è ancora oggi prevalentemente diffusa in Emilia Romagna. Per un istituto di credito popolare e cooperativo come BPER l'allargamento della base sociale rappresenta un indice fondamentale della fiducia riposta nella Banca da parte della clientela, fiducia che è alla base dell'eccezionale radicamento territoriale dell'Istituto. Ed è il caso di sottolineare ancora una volta come i Soci di BPER siano, nella quasi totalità, anche clienti della Banca. Questi i numeri principali presentati agli azionisti nel corso dell'Assemblea: raccolta indiretta +16,08%, raccolta diretta +6,62%, impieghi +13,43%. L'utile della capogruppo, quotata in Borsa nel segmento Expandi, si è attestato a 20 STAMPA REGGIANA > 183,5 milioni di Euro, nuovo record, ottenuto quest'anno senza partite straordinarie (+3,6%). L'AD ha chiaramente precisato come il dividendo 2004 risentisse di significative partite straordinarie, tanto che sembrava irripetibile, ma "il lavoro e l'impegno di tutto il gruppo ha consentito di raggiungere questi risultati eccellenti". Ma ciò che il dott. Leoni ha soprattutto tenuto a sottolineare è che "l'intero Gruppo ha dato risultati positivi, stiamo diventando una compagnia di assi". Il ROE di Gruppo ha raggiunto il 14,22%, con un utile netto consolidato di 338 milioni (+16,54%). Sempre buono anche l'andamento del titolo in Borsa, con un guadagno del 22,4% in un anno ed una quotazione che oggi viaggia oltre i 47 Euro. "Anche i fondi americani si sono accorti che esistiamo e che abbiamo questi risultati", ha commentato Leoni, sottolineando altresì che "l'87,43% delle azioni di BPER è però saldamente in mano a privati, che sono anche clienti della Banca". Il dividendo 2005 sarà quindi pari ad 1 Euro tondo per azione contro lo 0,96 dello scorso anno, corrispondente ad una redditività dell'investimento per azione del 15,86%. Per quanto concerne le linee di sviluppo future Leoni non ha fatto mistero di voler crescere ancora: "Nella ristrutturazione bancaria in atto vogliamo giocare un ruolo da protagonisti, certamente non da prede", ma senza abbandonare la strada segnata del modello federale e condiviso. "Ogni opportunità viene esaminata con grande attenzione", ha ancora dichiarato Leoni, "con l'obiettivo di completare la nostra presenza sul territorio anche in quelle poche regioni nelle quali ancora non siamo insediati". Il free capital dell'istuto assomma oggi a 1,5 miliardi, ai quali occorre aggiungere le risorse che deriveranno dalle iniziative approvate dall'Assemblea (aumento di capitale ed emissione di prestiti obbligazionari), che potrebbero farlo salire fino ad oltre 2 miliardi di Euro. anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 Incontro con il Capo Area di Reggio Emilia Corrado Savigni L a Banca popolare dell'Emilia Romagna ha negli anni accresciuto la propria presenza ed il proprio radicamento nella Provincia di Reggio Emilia ed oggi è uno dei principali punti di riferimento per le imprese e le famiglie del nostro territorio. Abbiamo incontrato il rag. Corrado Savigni, Capo Area Reggio dell'istituto modenese, al quale abbiamo posto alcune domande sul contesto economico reggiano, guardando in particolare a caratteristiche e bisogni delle PMI locali. Rag. Savigni, il suo è certo un osservatorio privilegiato: quale è lo stato di salute delle imprese reggiane? Il tessuto economico della provincia è fortemente caratterizzato dalla presenza di una solida rete di PMI, capaci di esprimere vette di eccellenza del Made in Italy. I diversi settori merceologici rappresentati nel territorio (dalla meccanica all'agricoltura, dall'alimentare ai servizi) si mostrano capaci di competere grazie ad un buon livello qualitativo della propria produzione e ad un'indubbia flessibilità. Esistono aree di miglioramento, in particolare se guardiamo ad aspetti dimensionali e di capitalizzazione; questi elementi dovranno essere rafforzati perché sempre più necessari per lo sviluppo e la competizione sui mercati internazionali. I mercati internazionali: le aziende di Reggio Emilia si mostrano attive e propositive nello sviluppare processi di internazionalizzazione? Sicuramente sì. E' sempre più frequente il nostro coinvolgimento a fianco di imprese che intendono guardare verso nuovi mercati e la nostra struttura è oggi perfettamente in grado di offrire l'assistenza richiesta. Oltre ad una ben consolidata presenza in Lussemburgo ed in Irlanda, BPER è in grado di supportare attività internazionali grazie a partecipazioni acquisite in diverse banche dell'Est Europa ed agli uffici di rappresentanza di Hong Kong e Shangai. Senza dimenticare gli accordi stipulati di recente con ICE (l'Istituto per il Commercio con l'Estero) ed il gruppo SACE, che ci permettono di offrire alle imprese servizi evoluti ed estremamente qualificati. Accennava prima a problemi di sottocapitalizzazione: quest'aspetto potrà essere influente in vista di Basilea 2? Nella prospettiva di Basilea 2 le PMI dovranno ne- cessariamente affrontare il problema della propria sottocapitalizzazione e della spesso modesta propensione al rischio d'impresa. Ma la cosa è da vedere in senso costruttivo, pensando anche alla necessità di perfezionare riorganizzazioni interne alle imprese che le portino a considerare la finanza come un'opportunità, per lo sviluppo di rapporti virtuosi con gli istituti di credito, orientati a logiche di estrema trasparenza, soprattutto in materia di bilanci. Quali i possibili sviluppi futuri per un sempre più proficuo rapporto banca-impresa? Posso riferirmi a cosa fa la BPER per potenziare il servizio offerto alle imprese, in particolare in relazione alla finanza d'impresa. Il nostro istituto si avvale di una struttura di Finanza Aziendale formata da specialisti in grado di fornire alle imprese assistenza altamente qualificata nella soluzione di problematiche complesse, peraltro molto sentite in Emilia Romagna in considerazione della peculiare struttura del tessuto imprenditoriale della regione. Mi riferisco in particolare a processi di acquisizione/cessione di aziende, all'analisi di fabbisogni finanziari legati a processi di crescita dimensionale, al reperimento di risorse finanziare a titolo di debito (ad esempio mediante l'emissione di prestiti obbligazionari) o di capitale (fondi chiusi, merchant), alla promozione di operazioni di ristrutturazione del debito e di acquisition financing, fino alla progettazione di strutture societarie (costituzione di holding e passaggi generazionali). Su tutti questi temi l'interesse delle aziende locali è molto forte, ed affiancare l'impresa in occasione di questi processi complessi ci permette di stabilire vere e proprie partnership, solide e durature. Economia > GRUPPO BPER, UNA RETE IN FORTE CRESCITA Quasi 1.200 dipendenze in 16 re- gioni italiane. Sarà questa l'estensione territoriale della rete del Gruppo BPER a fine 2006, grazie agli sportelli già aperti dall'inizio dell'anno ed a quelli di imminente avvio. In tutto circa quaranta in più rispetto al 2005. Il Gruppo, composto dal 14 istituti di credito, sta rafforzando la propria presenza soprattutto nelle aree di nuova espansione: Lombardia e Veneto al nord, Toscana, Lazio e Marche al centro e Sicilia al sud. In Lombardia e Veneto stanno crescendo le reti di Banca popolare dell'Emilia Romagna, Banca popolare di Ravenna ed Eurobanca del Trentino. La prima, dopo aver inaugurato gli sportelli di Monza (MI) e San Bonifacio (VR) e l'Agenzia 10 di Milano, aprirà a breve le dipendenze di Sesto San Giovanni (MI), Villafranca (VR) e Asola (MN). Banca popolare di Ravenna, nel giro di alcuni mesi sarà presente nel padovano a Monselice e Piove di Sacco. Eurobanca del Trentino ha invece avviato a maggio l'attività a Parona di Valpolicella ed entro la fine dell'anno sarà presente anche a Verona città e Peschiera del Garda. In forte sviluppo anche la rete sportelli nella Provincia di Reggio Emilia: alle 11 agenzie di città si ag- degna prosegue la propria espansione lungo la costa con l'apertura (entro fine anno) di Pisa città. Nel Lazio si sta rafforzando la penetrazione nella capitale e nell'immediato circondario. BPER aprirà nel giro di alcune settimane la sesta succursale in città, mentre il Banco di Sardegna sarà presto presente a Vel- Il Gruppo BPER è composto attualmente da: Banca popolare dell'Emilia Romagna, Banca popolare dell'Emilia Romagna (Europe) International s.a., Banca CRV - Cassa di Risparmio di Vignola, Banca della Campania, Banca del Monte di Foggia, Banca di Sassari, Banca popolare del Materano, Banca popolare di Aprilia, Banca Popolare di Crotone, Banca Popolare di Lanciano e Sulmona, Banca Popolare di Ravenna, Banco di Sardegna, Carispaq - Cassa di Risparmio della Provincia dell'Aquila, Eurobanca del Trentino giungeranno a breve i nuovi sportelli di Mancasale e Villa Cella, mentre nella fascia collinare è prevista l'apertura della filiale di Quattro Castella, che integrerà le 25 già attive. Saliranno così a 39 comples- sive le dipendenze di BPER nella nostra Provincia. Nel centro Italia comincia a farsi significativa la presenza nelle Marche e in Toscana. Nelle Marche la rete copre ormai tutta la fascia costiera con Pesaro, Fano, Senigallia (BPER) e San Benedetto del Tronto (Banca Popolare di Lanciano e Sulmona). In Toscana BPER si è insediata da alcuni mesi nell'area pedemontana a Lucca, Pistoia e Prato, mentre il Banco di Sar- letri. Con questi sportelli la presenza del Gruppo in provincia di Roma sale a 41 sportelli (di cui 24 nell'area metropolitana). Al sud le aperture più significative nell'anno in corso saranno quelle di Banca popolare di Crotone in Sicilia (Messina e Catania), prima presenza del Gruppo nell'isola. I GIOVANI DELL’API SI INTERROGANO SUL PASSAGGIO GENERAZIONALE I lavori dell’assemblea annuale sono stati introdotti dal presidente Giannicola Albarelli. Gli interventi del vice segretario dell’Associazione Piccole Medie Industrie Azio Sezzi, di Andrea Marconi del Centro Servizi PMI e di Paolo Di Toma Il passaggio generazionale rap- presenta una delle criticità più urgenti per il tessuto imprenditoriale del nostro Paese, in particolare per sistemi, come quello reggiano, fondati su imprese di piccole e medie dimensioni e a proprietà familiare. L'API insieme al suo Gruppo Giovani Imprenditori e Centro Servizi PMI è da anni impegnata in un lavoro di analisi, studio e sensibilizzazione intorno a questo fenomeno, che ha portato ad individuare e perfezionare nel corso del tempo un pacchetto di strumenti operativi in grado di affrontare efficacemente la complessa questione della trasmissione e della continuità dell'impresa. Sono stati questi i temi al centro dell'Assemblea annuale del Gruppo Giovani API, svoltasi nei giorni scorsi nella suggestiva cornice del Castello di Bianello a Quattro Castella. I lavori sono stati introdotti da Giannicola Albarelli, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori API, che ha ripercorso il filo del lavoro associativo su questa materia, a partire dalla prima ricerca svolta nel 1997. Nel corso degli anni l'attenzione e l'interesse delle imprese sono sensibilmente cresciute, per ragioni anagrafiche ma anche culturali, a dimostrazione della attualità e dell'urgenza del tema. L'intervento del vicesegretario dell'API Azio Sezzi ha posto in luce la portata e la profondità del fenomeno per il sistema produttivo locale, che deve però considerare questo momento non come un rischio ma come un'opportunità, in grado di fare crescere il nostro tessuto industriale. E' stata poi la volta di Andrea Marconi, in rappresentanza del Centro Servizi PMI, che ha illustrato il progetto Aditus 3, volto a supportare le imprese impegnate nel delicato passaggio di testimone tra "senior" e "junior". Attraverso interventi personalizzati le imprese potranno disporre di un check up aziendale e di una programmazione del processo di passaggio elaborati da consulenti di grande esperienza. Francesca Paterlini, della AEB srl, ha portato la propria testimonianza di figlia di imprenditore, sottolineando la opportunità di Giannicola Albarelli momenti di formazione specifica e di confronto tra chi sta vivendo un'esperienza comune. Infine Paolo Di Toma, dell'Università di Modena e Reggio Emilia, ha sviluppato il tema della necessità di una adeguata e tempestiva pianificazione del passaggio, illustrando i diversi strumenti a disposizione delle imprese. Si tratta di una materia assai delicata e complessa, che però non deve essere vissuta come una trauma o un tabù, ma affrontata positivamente attraverso un approccio graduale e razionale. Nella foto da sin. Andrea Marconi, Francesca Paterlini, Giannicola Albarelli, Azio Sezzi, Paolo Di Toma STAMPA REGGIANA > anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 21 > Storia LA BASSA REGGIANA TERRA DEI T ABARRI La storia del rozzo mantello che accompagnò il lavoro dei braccianti per costruire la più grande bonifica d’Europa. Chi sono i componenti del comitato promotore per la costruzione di un monumento a ricordo dell’antico abbigliamento che sta ritornando di moda di Sergio Masini E’ bella la Bassa reggiana. Il Po la definisce a nord, mentre scivola, maestoso e silente verso il mare, slargandosi prima a braccia aperte nel suo delta così bello, a fare all'amore con l'Adriatico.Il Po è il cuore dell'Emilia Romagna.E come il fiume le strade che uniscono i paesi lungo gli argini, si slargano nelle piazze ove pulsa una vita intensa e moderna di popolazioni operose e colte. Accompagnano il fiume immensi filari di pioppi che costruiscono un paesaggio unico, riverente e silenzioso, poiché lì Fetonte, figlio di Elios, dio del sole, precipitò dal cielo e annegò, mentre le sue sorelle, le Elidi, che piangevano sulla riva, vennero tramutate in pioppi maestosi.Poi le Nebbie restituirono loro l'affetto del fratello annegato, fasciandole di spuma di cielo, di tenui figure evanescenti, di fantasmi piangenti, impenetrabili alla vista umana per gran parte delle stagioni. E le nebbie fanno sempre parte del paesaggio,fin sotto i portici di ogni piazza ove la gente si trova quasi all'unisono, in ogni paese o città per i mercati, gli affari e i sentimenti, le parole di un incessante dialogo civile, sociale, culturale e politico Sotto i portici, amiche, file interminabili di biciclette attendono pazienti.Segni, anche loro, della Bassa. Ma questa non esisteva prima. Fu l'uomo che la creò. E fu la più grande costruzione geomorfologica di un territorio mai effettuato in tempi e spazi così grandi. Una storia grandiosa. Migliaia di anni fa il Po era una immensa distesa di paludi, si allargava impetuoso fino a lambire la via Emilia in un paesaggio lunare di fango,sabbia e acqua malsana. C'erano i palafitticoli, uomini animali che vivevano come anfibi e si nutrivano di natura cruda. Esposti sempre, con quei rifugi da bestie sui pali, alle intemperie e alle esondazioni feroci di un Po incontenibile.Furono proprio loro a mettere il primo graticcio per frenare la corrente e scavarono il primo fosso per sfogare l'acqua. Fu così l'inizio della bonifica. Della ricerca di una terra ferma e sicura. L'uomo si erse gigante a contrastare il fiume incontinente. "Carlo Cattaneo definì l' Emilia una " Patria Artificiale " alludendo alla grandiosa opera di bonifica, attraverso cui gli uomini modellarono nei secoli la nostra terra, regolando l'afflusso delle acque mediante l'escavazione di canali, l'erezione di argini, la costruzione di ponti, per il transito umano e per quello delle acque( le botti). In una epopea di uomini che nel corso di 2500 anni hanno ridisegnato il volto del paesaggio padano. E reso dinamico il rapporto fra la natura e l'invenzione tecnica. bonifica che ha redento quasi la metà della pianura reggiana le cui strutture essenziali sono ancora valide ed efficienti. I Bentivoglio, fra l'altro lasciarono quel grande palazzo di una straordinaria bellezza esterna ed interna, costituente un lato di quella Piazza D'Argenta che coi tre altri lati porticati, costituisce in sè uno dei più ammirati e citati beni artistici e culturali dell'Emilia. Ma le macchine non esistevano ancora. Tutto era fatto a braccia ( da cui, evidentemente, i braccianti) con badile e carriola... Cantavano : "A mezzanotte in punto / si sente un gran rumor/ sono gli scarriolanti che vengo- no al lavor / Volta rivolta e torna a rivoltar / Noi siam gli scarriolanti/che vanno a lavorar". Sempre nel fango dalla prima alba, ancora notte, al tramonto, pedalando km in bici, col badile o vanga in canna, tornavano in casupole dal solo pianterreno, col pavimento in terra battuta, un fuoco con la pentola per la zuppa o la polenta, mogli eroiche e figli visti sempre come bocche da sfamare. generale contro il brigantaggio padronale e l'autorità che lo protegge,. viva l'organizzazione, viva lo sciopero". mavano sia Marx sia Cristo. E’ battaglie contro le squadre fasciste, poi ancora" i partigiani" per la completa liberazione e democrazia. Ecco il timbro finale così cantato:" Non vogliamo più restare sfruttati, siamo liberi forti e tanti, e vivere non vogliamo più da carcerati". Nella foto sopra i componenti del comitato promotore: da sinistra Angelo Salomoni ex sindaco di Gualtieri, Angiolino Brozzi ex sindaco di Guastalla, Sergio Masini pedagogista e giornalista, Leila Palazzolo prof d’arte e poeta e Efrem Vezzani storico della Bassa. A strappare la terra dall'acqua cominciarono gli Etruschi, poi i soldati Romani, le Abbazie medievali, i Signori del Rinascimento, Napoleone, gli agrari latifondisti dell'800 e infine le cooperative e i consorzi del' 900.Divenne epicentro di queste opere Gualtieri (antico centro Walterii) che appare per la prima volta in una donazione nel 1299, passò sotto diverse Signorie fino al 1567,quando Alfonso Primo D'Este la concesse in feudo a Cornelio Bentivoglio con il titolo di Marchese. E questa fu la data di inizio di quelle grandiose opere di Lavorare dentro il Po Una saga del sacrificio umano di secoli, nelle terre del Po. Una storia di inenarrabili sofferenze. Cantavano."Quand a nas un scariolant / sares mei nascess on òch/ a laorar dì e not/ par magnar pan e sigolot / a lavorar not e dì / e la paga l'è sempre acsì/." Le mamme ninnavano i bambini così."Latte t'ho dato / pane non ho / sito, figliolo / ti fassarò" Non avevano nemmeno abbastanza polenta da farsi venire la pellagra (E. Fermi, difendendo i braccianti in tribunale )Alcuni andarono a lavorare dentro al Po, che da sempre 22 STAMPA REGGIANA > è stata una grande miniera di sabbia che costa, che rende, che diventa case o a Milano o a Bologna. E sembra inesauribile, mentre l'uomo toglie, l'acqua porta, in equilibrio.Ma senza soldi non si scavava e chi tentò fu sconfitto. Alcuni, a gruppi, per non sopportare quella vita, tentarono l'emigrazione, in altre zone da bonifica, come la Prussia e facevano gli "specialisti" con carriole super e badili quadrati di 30 cm, vere "macchine umane " per spostamenti di terra in quantità eccezionali, con paga superiore. anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 A Cadelbosco, vero o leggenda, si ricordano ancora di scarriolanti denominati" i Prussiani" Per secoli continua questa storia tragica della resistenza d'uomo al lavoro da bestia, con paghe da schiavi. Comandavano sempre padroni medievali, senza qualunque legge o norma di rispetto per il lavoro.La Bassa Reggiana, che ha il cuore nel fiume è anche la più grande storia di un riscatto umano e sociale mediante lotte di libertà e diritti, incessanti e anche violente dalla fine dell'800. L'8 maggio 1908 ci fu lo " sciopero Ancora nel '900 fame e sfratti. La solidarietà fu Camera del lavoro e Cooperative, rosse e bianche. Si chia- Storia > La Bonifica Bentivoglio Una grande storia . Una storia fantastica di una terra e di uomini da mettere in memoria storica di questa epoca.Ed è la Bonifica Bentivoglio, un consorzio che ha in patrimonio la regolamentazione più moderna delle acque perché dopo la bonifica scoppiò la battaglia per la irrigazione delle terre E la Bentivoglio è una grande conquista della civiltà moderna,un vero monumento oggi, con le tecnologie più avanzate. E un altro monumento storico culturale, è stato presentato in questi giorni, in Regione, dove la vicenda della costruzione della nostra terra è stata al centro di un dibattito -studio di cinque giornate : è un libro importantissimo di Antonio Salvini dal titolo ." Dove l' uomo separò la terra dalle acque "..(Storia delle bonifiche in Emilia Romagna, Edizione Diabasis. R E.) Ma un gruppo di amici e studiosi di Reggio, ora, raccolti intorno al- l'architetto Pastorini sta promovendo una serie di eventi culturali, storici , scientifici, artistici, per arrivare alla erezione di un vero monumento, da mettere in una piazza della Bassa, il monumento Al TABARRO, che è una vera grande statua del bracciante, che costruì la sua terra, la nostra BASSA, riconoscibile per secoli, nel suo vestimento originale il Tabarro addosso e il Cappellaccio in testa. Un simbolo sì, di una grande storia di lavoro e miseria per un 'opera di sopravvivenza umana e di civiltà senza pari. Il simbolo di quegli uomini che hanno fatto l'Emilia: dalla palude, alla grande terra Europea di oggi. Il Tabarro è il logo, il Tabarro è la foto del cuore, il Tabarro è la memoria dei nostri antenati, il Tabarro è un inchino al lavoro delle braccia, alla tecnologia della carriola e del badile, il Tabarro è il simbolo della terra dei Tabarri. La nostra IL MONUMENTO terra-" A la carriola un franc a l'ora ." E gente che ebbe più di 100 dominazioni, mai " un loro padrone", liberi sempre, anche se dominati" I braccianti vissero sempre con due soli vestiti per tutta la loro esistenza: uno da lavoro e uno da festa. E mutande di lana lunghe, camicie di flanella o tela a quadri, calze fatte " coi ferri " in casa , scarponi, un paio quasi eterno, e sopra di tutto: Tabarro e Cappellaccio.Così il Tabarro diventò simbolo, sigla, marca, titolo di uomini veri, eccezionali, semplici, forti, eroici, cristiani, anche se rossi o bianchi, perché vivevano la solidarietà, nel lavoro e nella vita, come sopravvivenza. Mai famiglie così povere vissero così legate d'amore nella sofferenza. E avranno il loro monumento al centro della loro terra. Ma che cosa è il tabarro? Architetto Antonio Pastorini con il prototipo della statua del Tabarro E' un ampio mantello di panno nero, rozzo, ruvido, pesante, tagliato a ruota, a volte con doppia stoffa, con collo tondo, aderente, spesso ricoperto di pelo di coniglio conciato, seccato, tagliato in casa. Nell'800 e "900 quasi tutti gli uomini portavano il Tabarro a coprire tutto, per tanti mesi all'anno, data la nebbia, l' umidità, le piogge, il vento. I "signori" dopo anni esibirono anche loro "mantelli" tipo tabarro, ma di stoffa e peli fini:più leggerezze e morbidezze, più riporti di stoffe o alamari o bottoni preziosi.Tabarri "distinti" da padroni. Il tabarro era una manna soprattutto per i braccianti, che andavano in bici, anche di notte,in ogni tempo. Riparava dal freddo e dalla "fumana", non lasciava passare la pioggia, copriva tutto e dava sicurezza, quasi a difendersi dagli altri, copriva pacchi o cose da portare a mano, quando il gelo tagliava naso e orecchie il pelo del collo si alzava e scaldava fino agli occhi. Mentre le mani si infilavano nelle manopole, pure di pelo rivoltato, attaccate alle prese del manubrio. E' un abito generoso, il tabarro. Simbolo di un costume che rivela una storia. Preso fuori di là dalle carriole e dalla miseria, dal contesto storico e sociale, il tabarro ha poco significato, resta senz'anima, come un manichino. E bisogna ricordare che fa da pendant con nebbia e caplass (U. Bonafini). I tedeschi e i fascisti proibirono l' uso del tabarro, perché potevano coprire armi o celebrare l'Anarchia .storica. Zavattini, in una famosa poesia, scrisse tra l'altro :"I porta ancora al tabar, da li me bandi… i par usei, la gent in bicicleta." Fellini presenta un personaggio di un film che così avvolto nel tabarro non trova la porta di casa. Guareschi mette il tabarro a don Camillo, mentre scorrazza nel suo Brescello contro gli anticlericali.Lo ricorda Luca Soliani in gustose recenti sue corrispondenze dalla Bassa. Ma veniamo ora alla svolta di que- ste settimane. L'Architetto Antonio Pastorini un giorno nel suo studio di scultura a Cadelbosco Sopra, accese la luce nella testa dei suoi amici Brozzi, Masini, Salomoni, Vezzani e Palazzolo presentando loro un modellino di statua di tabarro in terracotta ( 25 cm ), poi 3 prove di altri modellini in diversi marmi (30cm) e infine un modello grande in materiale malleabile( poliuterano) alto m 2,20. Aggiungendo:"Ai nostri antenati (ai noster vec ) è doveroso dedicare opere che ne tengano vivo il ricordo". E fu lì che la lampadina si accese e tutti esclamarono:"Il tabarro è un monumento da mettere in un grande luogo di ricor- al ceto sociale dei braccianti e ricor- Elenco personalità che hanno aderito al comitato promotore do che a Santa Vittoria c'è un PalazOn. Pierluigi Castagnetti - Deputato e Vice Presidente della Camera zo Greppi dove è stata creata la priOn. Mauro Del Bue - Deputato ma cooperativa italiana di braccianti, On. Dino Felisetti i quali nel primo '900 acquistarono la On. Giuseppe Amadei vasta tenuta della casata lombarda On. Franco Boiardi - Storico dei Greppi ( con prodigiosi sacrifici) da On. Emerenzio Barbieri lavorare e gestire in forma cooperaSen Alessandro Carri tiva "integrale perché di lavoro e di Sonia Masini - Presidente della Provincia di Reggio Emilia consumo insieme" Massimiliano Maestri - Sindaco di Gualtieri E il Sindaco approva con entusiasmo Castellani Giuseppe - Capo Gruppo D.S. nel Cons. Provinciale di Reggio E. la proposta del monumento e il CoGloria Panizzi - Consigliere nel Cons. Provinciale di Reggio Emilia mitato Promotore. Castellani Giovanni - Presidente "Casa per Anziani F. Carri" di Gualtieri "La lista degli aderenti alle iniziaGiuseppe Alai - Presidente della Banca Reggiana tive culturali che accompagneranno Emilio Bertolini - Presidente della Bonifica Bentivoglio Enza alla erezione del monumento, auUmberto Bonafini - Giornalista menta di giorno in giorno: storici, Alfredo Gianolio - Penalista e scrittore scrittori, giornalisti, politici, intelletVitaliano Biondi - Architetto tuali di ogni corGiampiero Cuppini - Architetto - docente universitario rente sono conLuigi Capellini - Pittore tenti di mettere il Massimo Castagnoli - Storico loro nome sotto Giorgio Boccolari - Vice Direttore Biblioteca Comunale “Panizzi” questo evento, che va anche in conOggi la BASSA REGGIANA è una lidale.Tutti i giovani fanno le scuole trotendenza alle grande terra, di civiltà e modernità, di superiori, il 40% si laurea. Ci sono poeesaltazioni delle grandi produzioni agricole, commer- ti , scrittori, scultori, pittori di rilievo "fiction" televisiciali, industriali e culturali di valore na- nazionale. ve, dei "reality" Nella Bassa ci sono città e paesi da zionale ed europeo. Le città e i paesi scombiccherati, dei della Bassa sono perle preziose di as- visitare, da citare come il meglio in Euprogrammi virtuaropa, per insediamenli sulle "mode" ti umani godibili,coi stucchevoli, degli rispetti di una volta. sfizi pseudo psicaCioè moralmente sani nalitici, che nae liberi. scondono le "vere .....pedalando chilometri in bici col badile e la vanga in canna.... E' un comprensorio (acquarello dell’Arch Antonio Pastorini) storie " degli uomidi una ventina di Codo, nella Bassa, per esaltare chi la Bas- ni, il loro lavoro manuale centro di muni che vogliamo qui sa costruì ,col lavoro :il bracciante.Ta- ogni progresso e che non fanno mai elencare come preziobarri e braccianti, la storia li lega . Fac- capire il nostro ESSERE e il nostro ESsi prodotti delle storie ciamo un comitato per il monumen- SERCI, qui, oggi, perché ci furono dei del lavoro che abbiato, noi cinque ne siamo i fondatori. "loro", ieri, che lavorarono per noi. mo fin qui raccontate: Diamoci da fare per le adesioni. "Le Mettiamo paradossalmente badile e Castelnuovo Sotto, Boquali sono venute e sono fortunata- carriola al centro della scena e il taretto, Gualtieri, Bremente accompagnate da un primo barro e il cappellaccio come protascello, Pomponesco, convinto Sì della Presidente della gonisti della storia. Ed è un gran belGuastalla, Dosolo, LuzProvincia SONIA MASINI e anche da lo fare cultura così, oggi. Ed è molto zara, Correggio, Noun rotondo Sì del Sindaco di Gualtie- etico e pedagogico". ....i porta ancorà al tabar da li me bandi...i par usei, la gent in bicicleta.... vellara, Reggiolo, Gonri, Ing MASSIMILIANO MAESTRI che ha Questo ci hanno dichiarato L'ar- (Zavattini). zaga, Motteggiana, dichiarato acutamente :"Il Tabarro in chitetto Antonio Pastorini e l'orgasetti urbani fondati su architetture, ar- Borgoforte, San Benedetto PO, Orisé non è niente se non diventa sim- nizzatore Angelo Salomoni, per esseglia, Revere, Sermide. ti e culture di grande pregio. bolo in relazione con la sua terra e ne re ben chiari sulla iniziativa MONUSono le TERRE DEI TABARRI e il moCittà da vivere bene, tra gente colassume i significati.Da noi va legato MENTO e dintorni. ta, civile, sociale,intraprendente e so- numento al Tabarro è loro dovuto. STAMPA REGGIANA > anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 23 > Primo Piano PERCHE’ MATILDE (SPA) HA ACQUISTATO L’EX CONVENTO DI MONTEFALCONE Dopo più di cento anni di degrado e semi abbandono si sta recuperando uno dei monumenti più im- portanti del medioevo reggiano. La legge Carri e il vuoto dei finanziamenti regionali e statali pitale nominale di Matilde SpA ha il suo corrispettivo in un valore patrimoniale equivalente al capitale stesso. E questo non è una cosa da poco. I tesori della nostra storia, una ricchezza per il futuro del Sen. Fausto Giovanelli M ontefalcone, acquisto strategico di Matilde Spa Con l'acquisizione dell'ex Convento di Montefalcone, Matilde SpA ha perseguito 2 obiettivi. Primo: ha sbloccato una situazione di contenzioso con la vecchia proprietà, di stallo del cantiere e di incertezza di prospettive, restituendo slancio al progetto, avviato nel '99, per recuperare dopo più di 100 anni di degrado e di semi abbandono, uno dei monumenti più importanti del Medioevo Reggiano. Secondo: ha mandato un segnale forte, dimostrando sul campo che la politica degli enti locali (Provincia in primis) non è solo urbanizzazione e cementificazione, ma impegno sui punti di eccellenza e sulle emergenze di qualità che possono dare profondità, personalità storica e identità culturale al territorio reggiano. Entrambi gli obiettivi richiedono nuovi sforzi. Propongo perciò due ordini di riflessioni. L'ex convento è stato acquistato nello stato in cui si trova e cioè a metà del percorso di ristrutturazione e recupero. In poche parole - anziché comprare il 57% dell'immobile a lavori terminati - Matilde ha acquistato il 100% dell'immobile, prendendo in carico il completamento della ristrutturazione. Ora si apre la fase del completamento dei lavori, ma quel che più conta, dell'individuazione di funzioni e soggetti economici che possono aggiungere il prestigio che deriva al complesso dalla sua storia e dalla sua stupenda posizione nel paesaggio, quel che deriva dall'ospitare con residenze, albergo e ristorante, anche funzioni di grande valore per l'economia e il territorio. Matilde SpA ha dimostrato con una gestione rigorosa ("a pane e acqua") di saper resistere al vuoto dei finanziamenti regionali e statali. La Provincia e i Comuni non si sono trovati di fronte né a deficit crescenti né a spese correnti e hanno potuto e voluto investire nel capitale della società, che, forte di questa fiducia, ha potuto affrontare con le proprie forze l'operazione di acquisto, ricorrendo al credito. Ci saranno passaggi stretti nel prossimo futuro per le finanze della società. Ma non buchi, né perdite. E oggi il ca- 24 STAMPA REGGIANA > Ma il "pubblico" e la stessa Matilde SpA, decisivi per salvare la struttura dal crollo o dalla trasformazione nell'ennesima serie di case a schiera che potevano nascere dalle macerie del convento, non potranno "da soli" garantire la rivitalizzazione del complesso. Occorrerà l'apporto di privati, che acquistino e vivano effettivamente le 18 unità abitative recuperate, che facciano funzionare bene albergo, ristorante e enoteca, che utilizzino effettivamente le superfici destinate a spazi commerciali. Le principali imprese del territorio, e persino il Consorzio del Parmigiano Reggiano, potrebbero trovare lì una sede ideale di rappresentanza prestigiosa e di valore per sé e per i distretti economici che rappresentano. Il recupero del Convento è solo l'ul- tima di una serie di azioni - che a partire dalla fondazione della Matilde SpA con la legge Carri e dalle manifestazioni rievocative promosse con successo dal comune di Quattro Castella hanno risvegliato un interesse a lungo sopito e hanno messo in valore un patrimonio storico e culturale trascurato. Canossa, Rossena, Sarzano, Carpineti, Bianello, Montecchio, Castellarano, e ora Montefalcone, sono sinonimi di altrettanti investimenti molto consi- anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 stenti “sull'heritage” medioevale, sul "Patrimoine" più ricco di storia europea della nostra provincia e non solo. Ora, dopo i consistenti interventi sui muri, è il tempo di un'adeguata gestione (e questo è un punto critico) del patrimonio "recuperato". libero" e troppo spesso "sfarfalleggiano" a destra e a manca a cercare generica "visibilità". Mentre sarebbe bene concentrarle su istituzioni e filoni che restano. Un buon metro per valutare le iniziative per la cultura è vedere cosa re- Da S. Vitale a Carpiteti. A Canossa (ovviamente la più importante come centro del Sistema). Si può fare di più. Molto di più. E bisogna volerlo fare. Ancora oggi il tema MATILDICO è un'infima parte della nostra politica culturale e della spesa per la cultura. E altresì parte troppo sacrificata delle politiche territoriali e del paesaggio. Le spese "per la cultura" troppo spesso si confondono con quelle per "il tempo sta di loro il giorno dopo che i giornali hanno smesso di parlarne. Castelli rocche pievi La storia "Matildica" e medioevale è un "heritage" permanente di immenso valore. Investire su di esso è scelta sicura. Quanto alle politiche territoriali, molto, moltissimo è stato fatto, sui sin- goli castelli e monumenti. Ma è come se esistessero ciascuno a sè stante; mentre il loro valore sta nell'insieme, nel sistema. Nell'essere stati pensati, costruiti ed utilizzati l'uno in relazione con gli altri. Come una innervatura direzionale del territorio, sviluppata sui crinali piuttosto che nel fondovalle. C'è un tesoro ancora nascosto da portare alla luce. Un esempio? Subito. Solo un occhio clinico, allenato o appassionato le riconoscerebbe. Cosa? Le fondamenta e le basi dell'antico castello e del suo sedime, ormai mascherato da noccioli, querce, erbe che coprono i sassi, sullo spigolo nord ovest di Bismantova. E la torre sulla cima della cresta del Monte Castello che domina piazza Peretti a Castelnovo Monti? Quanti l'hanno vista? Quanti sanno a cosa serviva ? Quanti percepiscono castelli, torri, pievi che anziché spiccare sui crinali e i sentieri, l'uno in vista degli altri, sono nascosti tra il verde, tra gli alberi sempre più alti e ancora di più dentro la spessa coltre dell'oblio, di occhi che per generazioni, più che voglia di leggere il passato, hanno preferito dimenticarlo e seppellirlo come nemico del progresso e del futuro. La pieve millenaria di Toano, piccolo gioiello romanico in una posizione splendida che domina l'intera vallata del Secchia e del Dolo, può essere scambiata per un cespuglio di alberi. Anche il Castello di Carpineti, così aereo, sulla lama della costa montuosa tra Val Secchia e Val Tresinaro, rischia di nuovo di essere ingoiato dalla vegetazione. Restituire visibilità al paesaggio medioevale, alle strutture "direzionali" dell'epoca, al sistema di sentinelle e torri, castelli e pievi è e deve essere un'operazione possibile. Nella foto in alto: il Convento di Montefalcone, sotto foto 1 il castello di Canossa 2 il Castello di Carpineti 3 preparazione del parmigiano reggiano 4 un quadro rappresentante Matilde a cavallo Primo Piano > ECCO IL CENTRO “LAZZARO SPALLANZANI” LEADER NELLA CHIRURGIA ESTETICA Il centro medico "Lazzaro Spallanzani" è una struttura che racchiude una proposta nuova nell'ambito dei servizi sanitari offerti alla popolazione, poiché non esistono ancora molti esempi di cliniche progettate e costruite in funzione di un'attività diagnostica-chirurgica di "One day surgery". Si tratta di un'unità autonoma di day surgery dotata di accettazione, di Cristiana Boni E' la prima unità di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica del comprensorio di Parma, Reggio e Modena e ha sede nel Centro medico privato "Lazzaro Spallanzani"in via Fratelli Cervi 75/5 a Reggio. Per capire meglio di cosa si tratta e conoscere anche gli altri servizi della clinica, abbiamo incontrato il Direttore, Roberto Gallosti. Da cosa nasce l'idea di aprire questa nuova unità? L'unità di Chirurgia estetica è l'espressione di un servizio sanitario specializzato e multisciplinare nei confronti del problema estetico del cliente. L'unità è quindi sinonimo di sicurezza e di presa in carico del soggetto che trova un'equipe di professionisti che sono specializzati nei diversi ambiti della chirurgia e della medicina estetica. Chi sono i medici che se ne occupano L'equipe è composta da più di 10 chirurghi, da uno psicologo indispensabile per i clienti al di sotto dei 21 anni, da anestesisti e dal personale infermieristico specializzato in sala operatoria. Quanti sono fino ad ora gli in- nuo. Il Comparto Operatorio è composto da due sale operatorie tecnologicamente avanzate e da tutti i servizi di supporto necessari. E' presente un reparto operatorio di chirurgia ambulatoriale con annessi luoghi per la gestione pre e post-operatoria. Tale localizzazione e distribuzione degli spazi rende il comparto completamente autonomo rispetto alle altre attività permettendo una completa separazione dei percorsi sanitari relativi all'attività ambulatoriale da quella in regime di day surgery. Perseguire la massima qualità possibile. Questo l'obiettivo dichiarato dalla dirigenza ed in quest'ottica è stato sviluppato il progetto: non come una delle tante strutture sanitarie presenti sul territorio, ma come un centro di rife- rimento dove la modernità della struttura, l'efficienza dell'organizzazione interna e la professionalità degli operatori raggiungono un livello di assoluta eccellenza. Il Centro Medico Privato "Lazzaro Spallanzani" è di fatto una clinica progettata e realizzata per erogare prestazioni d'altissimo livello professionale, elevato confort e rispetto assoluto della privacy. terventi e di che tipo? Gli interventi eseguiti sono più di 100 in quattro mesi di attività. I più frequenti sono: additive e riduttive del seno, chirurgia dell'addome e terapie con i laser dermatologici per l'epilazione e per i difetti vascolari. Usate tecniche particolarmente innovate, quali? Le tecniche più innovative riguardano la valutazione ad hoc per il seno, tutta la componente dei laser dermatologici e non per ultime le tecniche anestesiologiche che sino ad ora hanno determinato dei risultati d'eccellenza per quando riguarda l'assenza di doloRoberto Gallosti re intra e postoperatorio. Cosa vuol dire "qualità" apQuali sono i vostri obiettivi e plicata ai servizi che proponete? i vostri progetti Qualità per noi, significa proporsi L'obiettivo è quello di creare un centro di riferimento per la "pato- il superamento del concetto di semlogia estetica" che ha come mission plice efficacia terapeutica, per ragla personalizzazione dell'assistenza e giungere il traguardo della massima l'estrema sicurezza del percorso te- soddisfazione dell'utente. Per far questo non solo sono erorapeutico. gate prestazioni del migliore livello qualitativo, ma anche di comprendere ed interpretare le necessità di ognuno dando una risposta rapida, gentile ed efficace alla richiesta di salute di chi si rivolge a noi. Nel nostro progetto l'utente è soggetto di cura e non semplice oggetto di servizi. Qualità per noi è quindi porre al centro della nostra organizzazione la Persona in una logica che vede l'umanizzazione della prestazione assistenziale e la personalizzazione del rap- porto. Inoltre il personale è aperto al confronto, impara ad "accogliere" e a comprendere "l'altro", ha un approccio più attento alla persona, dove cortesia, gentilezza e disponibilità ben si coniugano con un'ottima competenza professionale. L'utente percepisce il significato della qualità del servizio in un contesto organizzativo empatico e nel soddisfacimento delle proprie necessità. otto degenze, quattro sale operatorie, uffici amministrativi e servizi di supporto. In particolare il reparto di day surgery è interamente situato al secondo e ultimo piano ed è costituito da stanze di degenza attrezzate nel rispetto della massima sicurezza post-operatoria, infatti in tutte sono presenti le attrezzature d'emergenza e di monitoraggio conti- la sede Gli interventi che si eseguono Trattamenti degli esiti dell'obesità (Dott. M. Manzini C. Guastella - Pelle Ceravolo) Chirurgia del volto lifting facciale chirurgia delle palpebre chirurgia del naso lifting frontale modellamento delle labbra modellamento del mento iniezione dicollagene / tessuto adiposo trattamento di cicatrici in esiti di acne trattamento delle rughe con tossina botulinica chirurgia del padiglione auricolare (orecchie ad ansa) Chirurgia del seno (dott S. Fundarò - G. Ventriglia - J. Guimberteau Brandon E. Kallman) riduzione del seno maschile (ginecomastia) aumento del seno (mastoplastica additiva) sollevamento del seno (mastopessi) riduzione del seno (mastoplastica riduttiva) ricostruzione del seno dopo mastectomia Chirurgia del corpo (dott S. Fundarò - G. Ventriglia - L.Perrone J. Guimberteau - Brandon E. Kallman) modellamento dell'addome (addominoplastica) liposuzione - liposcultura lifting delle braccia (brachioplastica) lifting delle coscie Pelle (Dott. G. Lo Scocco - F. Fantini - S. Mirizzi - E. Caprari) rughe-acne esfoliazione cutanea (dermoabrasione) rimozione di tatuaggi trattamento di cicatrici Laser (Dott. G. Lo Scocco - F. Fantini - S. Mirizzi - E. Caprari) depilazione definitiva rimozione di capillari, teleangectasie, couperose fotoringiovanimento trattamento macchie cutanee trattamenti con laser co2 Chirurgia dei genitali femminili-maschili (dott S. Fundarò) STAMPA REGGIANA > anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 25 > Sport REGGIANA, LA FESTA E’ RINVIATA MA DA OGGI VIETATO SBAGLIARE Porte aperte in casa granata per nuovi ingressi societari e ulteriori rapporti sulla gestione. Largo alle giovani promesse Anche il primo cittadino di Reggio Del Rio, premuroso sensale dell'inedito connubio imprenditoriale, ha da tempo cessato di sorvegliare i passi della Società, giudicando l'Associazione Calcio Reggiana 1919 S.p.a. ormai svezzata e provvista di congruo corredo genetico. Quello che manca, in effetti, è il titolo sportivo adeguato alla caratura di Mauro Romoli B ruciano i santuari della devozione pedatoria nazionale nell'annus orribilis del calcio italiano, ammorbato dai miasmi del malaffare. E gli amministratori granata, nell'umile sacrestia dello stadio Giglio, compulsano i dati del consuntivo di stagione e traggono gli auspici per l' esercizio prossimo venturo. I giochi sono fatti e la pallina si è fermata sul nove. Responso crudele, dispari, manque. Poca roba per chi aveva puntato sul cinque col proposito di arrivare ai play-off con una botta di vita. C'è da dire, però, che i ragazzi di Foschi hanno tenuto aperta la prospettiva fino all'ultima gara, dispensando le estreme palpitazioni a una pattuglia eroica di tifosi irriducibili sul prato irriguardoso di Bellaria. L'epilogo, in verità, poteva essere diverso se una maligna sequenza d'infortuni non avesse privato la compagine di qualche elemento prezioso, abbassando il profilo competitivo della squadra e allentandone la tensione agonistica. Perché davvero la Reggiana rediviva ha mostrato di saper suonare ben altra musica nella fase matura del campionato, quando, dopo la messa a punto, si è espressa a ranghi completi e coi virtuosi in stato di grazia. Dunque, si ricomincia dal bagaglio cospicuo dell'esperienza acquisita che, assennatamente, non avrà soluzione di continuità, perché gli amministratori hanno rinnovato l'investitura all'allenatore Foschi (ogni società ha il Lucianone che si merita) e al direttore sportivo Varini, apprezzandone sinceramente il lavoro. Nessuna eco, nella stanza ovattata del Consiglio, delle disinvolte esternazioni forcaiole del dopopartita che i cronisti maliziosamente raccattano. Quando si tratta di decidere responsabilmente, la temperanza del dirigente fa aggio sul capriccio umorale del tifoso. Come i giocatori, anche il tortuoso assemblaggio della nuova compagine societaria è diventato squadra, capace di offrire prove di armonia e di compattezza nelle circostanze topiche. Tant'è che nessuno più si esercita, sulle gazzette, ad alimentare artificiose contrapposizioni fra i rifondatori della prima ora e il sindacato di controllo industrialcooperativo. 26 STAMPA REGGIANA > della città. Perciò il salto di categoria, nel prossimo campionato, è un imperativo etico kantiano. All'uopo la Società ha promesso di arrotondare il budget. Perché sa di poter confidare sull'orgoglio e la buona volontà dei reggiani. 1 2 3 4 5 6 7 anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 Allora preparatevi. La Triade (quella locale, beninteso, di specchiata virtù, composta da Veroni, Fontanesi e Fiaccadori) sta per bussare alla vostra porta, perché la nuova Reggiana aspira a diventare una sorta di valore civico partecipato e per questo pizzica le corde Sport > Nelle foto : 1) Veroni e Fontanesi 2) Fiaccadori, il comandante Vigili del Fuoco Lupica e il vicequestore vicario Zazzara 3) Foschi, Catellani e Fiumana 4) Varini e Stefania Rabotti 5) Albertini, Reverberi e Ass. Prov. allo sport Chierici 6) Nessi e Benassi 7) Tognetti e Rizzo 8) Migliaccio, Cuoghi, Barbieri e Boscolo 9) Bagnacani, De Martin e Rossi 10) Malpeli, Caselli e Fontanesi 11) Fiumana, Canali e Zambelli del sentimento identitario sollecitando nuovi ingressi e nuovi apporti sulla gestione. Si tratta, infatti, di accedere al mercato con una borsa appropriata per adeguare l'organico e sopperire alle carenze riscontrate al centrocampo e 8 9 10 11 in zona d'attacco. Questa volta Foschi e Varini hanno il tempo necessario per impostare il lavoro; non partono da zero come l'anno scorso, incalzati dal calendario e in un contesto ambientale dai contorni non proprio definiti, quando l'interlocutore societario non aveva ancora espresso autorità, vocazioni e programmi. Adesso si sa chi governa e si possono misurare le risorse a disposizione. Insomma, conosciamo le bestie e la cosa ci dà garanzie. C'è un solido impianto di base che ha già sostenuto la prova del campo, rivelando le proprie potenzialità, i punti di forza e le manchevolezze alle quali si dovrà decorosamente provvedere. E poi (come si usa, abbiamo lasciato la cosa dolce nel fondo) ci sono giovani molto promettenti che già indossano la maglia granata meritevoli di inco- raggiamento e sui quali è sensato investire. Tutte queste ragioni ci portano a sospendere le indulgenze e a pretendere risultati. Stringiamoci a coorte; la festa è semplicemente differita. Di un anno. L’EXAGERATE CARECA RUGBY E’ RIPARTITA DUE ANNI FA DALLA SERIE C CON UMILTA’ HA CONQUISTATO LA SERIE A di Marco Ballabeni N el panorama un po' depresso degli sport di squadra reggiani brilla, accanto alla favola del basket, la storia dell'Exagerate Careca Rugby. Una storia particolare, ma del resto la particolarità sembra far parte del DNA del rugby fin dal tempo in cui il futuro prete protestante William Webb Ellis inventò questo sport stravolgendo le regole del football durante una partita scolastica di calcio a Rugby, cittadina inglese. Quella del Rugby Reggio è una storia di ascesa, caduta e risalita: due anni fa il club, al culmine della propria storia dopo tre anni consecutivi di permanenza in serie A, decise volontariamente di scendere in serie C, la categoria base della palla ovale italiana, per tutelare il settore giovanile in una situazione economica non florida. Tagliamo risorse alla squadra senior od ai ragazzini? - ci si chiese nelle rinunioni dirigenziali. La risposta fu unanime quanto saggia: venne sacrificato il gruppo di giocatori di serie A, che accettarono con umiltà e senso di responsabilità di ripartire dalla C. La società trovò un determinante appoggio nella Careca, azienda hardware di Scandiano che commercializza il marchio Exagerate. Si ricominciò così dal campionato più basso, con bilanci solidi ma in mezzo a squadre amatoriali e campetti rionali che stridevano con il gruppo di campioni dell'Exagerate (Sergio Pelliccione, Francesco Osellame, Gabino Hidalgo, Andrea Di Giandomenico, solo per citarne alcuni). L'Exagerate conquistò la promozione in B infilando senza colpo ferire 24 vittorie in 24 partite e que- st'anno ha proseguito quasi senza rallentamenti il cammino, vincendo 22 partite (e pareggiandone una) su 24 e riconquistando dopo due sole stagioni la A. Le finali per la promozione si sono disputate il 14 ed il 21 maggio. Avversarie le Fiamme Oro Roma, squadra delle forze di polizia. Rivali temibili, semiprofessionisti pagati solo per giocare a rugby contrariamente agli atleti reggiani, tutti inseriti dalla società in aziende del- la zona per le quali lavorano a tempo pieno. La differenza di preparazione è stata annullata dalla tecnica e dall'orgoglio: l'Exagerate ha vinto 35-26 allo stadio Mirabello e si è ripetuta ad Ostia, trionfando 22-10 dopo essere stata in svantaggio 3-10 a metà partita. Il Rugby Reggio è così tornato per la terza volta nella sua storia (la prima fu una fugace stagione a metà anni '90) in serie A, categoria che andrebbe in realtà chia- STAMPA REGGIANA > mata A2 poiché nel rugby italiano esiste un massimo campionato battezzato Super Ten. "E' stato un torneo straordinario, un' annata che premia la difficile scelta fatta nell'estate 2004", commenta il presidente Giorgio Bergonzi, motore inesauribile di tutto il movimento rugbistico reggiano: "avevamo preventivato tre o quattro stagioni per ritornare in A ed invece abbiamo raggiunto l'obiettivo nel minimo tempo possibile. Al contempo il settore giovanile ha continuato a crescere secondo le nostre speranze e per certi versi anche oltre, poiché quest'anno la nostra under 13, una delle nostre sette formazioni junior, ha conquistato successi a livello nazionale". La decisione del 2004 si è dunque rivelata totalmente fruttifera. Il Rugby Reggio ha evitato il rischio di diventare una di quelle società fantasma con una grande squadra senior ed un fragile settore giovanile ed ora può guardare con grandi prospettive al prossimo decennio Nella foto : la formazione 2005/06 dell'Exagerate Careca Reggio. Il secondo giocatore in alto da destra ed il quinto in basso da sinistra sono i due allenatori Gabino Hidalgo ed Andrea Di Giandomenico anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 27 > Iniziative GRANDE SUCCESSO DEL CONCORSO BELLACOOPIA LEGACOOP NELLE SCUOLE REGGIANE Ha vinto il primo premio la classe 4.a dello Scaruffi. Tutti i progetti presentati Si sono svolte, presso l'Auditorium del Centro Internazionale dell'infanzia "Loris Malaguzzi", le premiazioni dei progetti del concorso Bellacoopia, promosso da Legacoop Reggio Emilia. L'iniziativa, rivolta agli studenti delle scuole medie superiori della provincia e giunta con grande successo alla terza edizione, vuole promuovere lo spirito cooperativo tra gli studenti e stimolare la voglia di fare impresa, attraverso ila realizzazione di un progetto di cooperativa virtuale. Auro Franzoni ha commentato con gli studenti la loro esperienza, mentre la pedagogista Valeria Malvicini ha presentatoi progetti vincenti, che sono stati premiati dal presidente di Legacoop Reggio Emilia Ildo Cigarini. Erano presenti anche l’Assessore del Comune di Reggio Emilia Iuna Sassi e l’Assessore Provinciale Marcello Stecco. I premi per la mutualità e la rilevanza sociale, di 2000 euro ciascuno, sono andati alla cooperativa "Sport hand coop", che si pone l'obiettivo di creare occasioni per la pratica sportiva dei disabili, attraverso la gestione di 3 palestre, e alla cooperativa "Non solo clown" per l'entusiasmo e la partecipazione degli studenti, che hanno costruito un percorso completo di aiuto e di solidarietà sorridente. Il premio per la struttura imprenditoriale, sempre di 2000 euro, è andato alla cooperativa Prisma che ha organizzato un centro-giovani, individuando sede, spon- sor, tempi di lavoro, piano finanziario accurato, per occupare in modo produttivo e divertente il tempo libero di bambini e ragazzi, mentre alla cooperativa "Petite Papillon" è stato attribuito il premio per l'originalità dell'idea imprenditoriale. Il primo premio, che consiste in un viaggio di istruzione all'estero, è stato assegnato alla cooperativa "Enjoyline", della classe classe 4ª B, Istituto Tecnico Commerciale "Scaruffi" di Reggio Emilia. La cooperativa si propone di organizzare servizi di trasporto notturno per e da discoteche, per evitare che i ragazzi si mettano alla guida di au- toveicoli in condizioni non ottimali. Bellacoopia è ormai da anni una delle attività più significative pro- è avrà nella nostra provincia. Un risultato importante è anche la disponibilità dei dirigenti cooperativi Tutti i progetti presentati C ooperativa "Inaut" (Progetto "Aria di casa": check up del microclima domestico/controllo fonti inquinanti), Classe 3ª G sperimentale, Istituto d'Arte "Chierici", Reggio Emilia. Cooperativa "Otia" (Gestione eventi culturali, in collaborazione con le Pubbliche Amministrazioni),Classe 3ª S, Liceo Scienze Sociali "Russell", Guastalla. Cooperativa "Enjoyline" (Trasporto notturno per frequentare i luoghi di ritrovo, soprattutto per i giovani non patentati) Classe 4ª B, Istituto Tecnico Commerciale "Scaruffi", Reggio Emilia. Cooperativa "Arcobaleno dei sapori" (Educazione alimentare nelle scuole), Classe 4ª B, ISIS "Motti", Reggio Emilia. Cooperativa Petite Papillon (Collezione di moda ecologica: produzione con tessuti naturali e materiali di riciclaggio), Classe 4ª tessilemoda, ITIS "Nobili", Reggio Emilia. Cooperativa "Sport hand Coop" (Gestione di un centro sportivo per giovani, con attenzione ai disabili), Classe 3ª A, Istituto per Geometri "Secchi", Reggio Emilia. Cooperativa "Pappapero" (Animatori turistici con attenzione ai visitatori e realizzazione di performances dedicate), Classe 3ª B, Liceo Scientifico "Moro", Reggio Emilia. Cooperativa "Prisma" ("Pomeriggio ricreativo insieme senza mai annoiarsi": assistenza ai minori: doposcuola, trasporto, tempo libero), Classe 4ª Mercurio, Istituto Tecnico Commerciale "Einaudi", Correggio. Cooperativa "Fior d'Emilia" (Promozione Parmigiano Reggiano nei paesi extraeuropei), Classe 4ª C, Istituto Tecnico Agrario "Zanelli", Reggio Emilia. Cooperativa "BLUCOOooo" (Cooperativa per i giovani che aiutano altri giovani nella promozione del proprio benessere), Classe 3ª I socio-pedagogico, Istituto "Matilde di Canossa", Reggio Emilia. Cooperativa "Non solo clown" (Cooperativa di Clown e di baby-sitteraggio), Classe 4ª G Igea, Istituto Tecnico Commerciale "D'Arzo", Montecchio mosse da Legacoop, con il sostegno delle principali cooperative reggiane. "E' un progetto che ci sta dando molte soddisfazioni - ha detto il presidente di Legacoop Cigarini - e credo che l'impegno degli studenti e degli insegnanti sia testimonianza del ruolo che la cooperazione ha avuto diventati ora tutor, ora docenti, sia l'investimento economico di 50.000 euro per ogni edizione." Nella foto in alto: gli studenti vincitori di Bellacoopia, con Iuna Sassi, Ildo Cigarini, gli insegnanti e il tutor. Sotto a sinistra gli studenti nell'Auditorium del Centro Malaguzzi. > Fisco I SEGRETI DELL’ARTE E LA DIFFICOLTA’ DEL GIUDICARE di Massimo Crotti (*) F ino a qualche decennio fa per un qualsiasi professionista od artigiano od artista che avesse allievi, scolari e praticanti nella propria "bottega" non era, alla fin fine, così difficile trasmettere al proprio apprendista, purché volonteroso e dotato, quei concetti consigli e segreti dell'arte e mestiere che avrebbero potuto fare, dello stesso, un potenziale futuro maestro. Personalmente ritengo che il concetto di cui sopra possa ancora valere per molte tipologie artisti ed ar- 28 STAMPA REGGIANA > tigiani. E fors'anche per la gran parte di professioni (avvocati architetti, notai, geometri ecc.). Non per un professionista legale-societario-tributarista per il quale ritengo sia difficile per non dire impossibile, potere continuare ad essere un buon maestro, considerata la vastità e la complessità della materia. Specie se lo studio è di categoria alta. Non potendo io fare la professione in dipendenza del magistero che ricopro, ma avendo, pur tuttavia, la possibilità di tenere praticanti, difficilmente mi nego chi mi dovesse chiedere il praticantato (ovviamente se intelligente e volonteroso) per una serie di motivi, uno dei quali, un autoaggiornamento obbligato. Ma non li invidio e non farei mai cambio, nemmeno se mi potessero dare i loro vent'anni ed il loro entusiasmo. La preparazione dell'allievo laureato è quella che è; oserei dire più insufficiente che scarsa per colpa di una scuola che non sa formare. A volte non so da dove cominciare a parlare, certo che qualsiasi argomento, contabile, codicistico, contrattuale, è un universo imperscrutabile. anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 Anche se incredibile debbo denunciare un fatto eclatante: uno stagista laureando (parlo di pochi mesi fa) al quale era stato chiesto di inviare un fax, fece la fotocopia del documento convinto che, una volta immesso nell'apparecchio trasmittente il documento venisse fisicamente trasportato a destinazione……volatilizzandosi. Da lì in poi ho iniziato a tenere un pro memoria sul quale annotare le cose più incredibili. E ne ho scritto di belle. Ma torniamo sul percorso lasciato. Per riprendere il concetto è bene sottolineare che il 47% dei ventenni non sa cosè il 25 Aprile e il 53% non sa che cosè il I° Maggio. Questo lo leggevo domenica scorsa. Ebbene, che classe dirigente potremo mai sperare di avere in futuro? Ora, se aggiungiamo a questa scarsissima formazione culturale la estrema difficoltà di apprendere non dico una disciplina giuridica, ma le sue primarie fondamenta, dove possiamo arrivare? Prendiamo la materia fiscalesocietario-giuridico-amministrativa; essa è in continuo fermento, mutano le leggi che si accavallano giornal- mente; le circolari si contraddicono; le risoluzioni fanno il resto. Non più di mezz'ora fa ho letto una cosa che mi ha letteralmente fatto drizzare i capelli e per la quale spenderò ore di verifica: gli immobili storico culturali per i quali io stesso feci la prima sentenza, in Italia, su quello specifico argomento, poi passata in giudicato, nel lontano 6 marzo 1995; bene, per essi immobili storici e tutelati, qualsiasi affitto si percepisca, non lo si dichiara essendo soggetto unicamente alla tassazione dell'imponibile minimo, dell'immobile più basso, della propria zona. Non lo sapevo, o quanto meno, la sapevo diversamente. Impossibile quindi rendersi conto della difficoltà della materia. Figuriamoci la difficoltà del giudicare, laddove, per giudicare bene, occorre, prima di tutto, sapere. Una difficoltà non credibile, che esige preparazione non credibile. E voglio chiosare riportando un fatto incredibile putroppo accadutomi pochi giorni fa. Che il lettore lo creda o meno è un altro paio di maniche. La verità, purtroppo è la seguente. Un giovane dottore com- mercialista che mi aveva conosciuto per strada e timidamente mi si era presentato mi ha confessato di non sapere chi era e cosa si intendesse per legislatore fiscale; quel legislatore che spesso richiamo nei miei articoli. Gli ho risposto, con semplicità, che il legislatore fiscale non è altro che il Parlamento (od il Governo se si tratta di decreti legislativi); il quale Parlamento a seconda del tipo di legge che discute e approva è legislatore fiscale, civile, penale, della navigazione, delle acque, dell'ambiente. Ripeto la domanda mi è pervenuta da un giovane laureato che, per di più, deve avere superato un ulteriore esame di stato; un giovane al quale, per pudore e per riservatezza non ho nemmeno richiesto mi ripetesse il suo cognome; un giovane che, qualche cliente dovrà pure lui avere, se vuole sopravvivere. Non dico altro e chiudo l'articolo così, con tanto amaro in bocca ed un senso di disagio e tristezza. (*) giudice tributario e opinionista del Sole 24 Ore Arte & Cultura > Giovanni Simonini: LA MATERIA, LO SPIRITO pagina a cura di Gaetano Montanari astrazioni pure ma a una ricreazione sempre coerente di un dato naturale iniziale, attento analizzatore del pensiero filosofico del francese Teillard de Chardin, in perfetto accordo con Giacomo Manzù. Grande merito di Simonini, per intenderci, non è quello gelido del verista che ama eseguire la copia al naturale del modello, secondo consolidati precetti accademici. Ora, a dimostrazione delle sua comprovata professionalità, basti, oltre alle sue opere a sbalzo che mostrano una purezza di concetto e di esecuzione meravigliose, la sistemazione della cappella annessa a "Villa Ilva" in quel di Cavriago; una Casa per anziani che rappresenta l'ultimo exploit di don Remo Davoli. L'opera, costituita da un insieme di sculture e pannelli parte in bronzo e parte in rame, sviluppa un complesso discorso estetico-religioso. Questo artista, che ebbe per insegnanti Destri, Leonardi, Gandini, Vivaldo Fornaciari presso l'Istituto d'Arte Gaetano Chierici, mentre, all'Accademia di Bologna, dopo un breve intermezzo al Toschi di Parma, ha studiano con Drei e Ghermandi. I l minimo che si può dire di questa superba monografia dedicata allo scultore reggiano Giovanni Simonini, edita da Consulta , 2005, è che si tratta di una pubblicazione del tutto significante nell'ambito editoriale e culturale non solo locale. Simonini è un solitario , un artista che ama lavorare nella serena atmosfera del suo studio, adoperandosi attivamente per creare mirabili opere in terracotta policroma, rami sbalzati, bozzetti in rame e in ferro, stupende sculture astratte e notevoli opere a carattere cimiteriale. Mai poesia più genuina era scaturita in un universo interiore in cui l'artista non si abbandona mai a delle Affascinato dalla tecnica di Drei, perchè sicuramente più moderno ed aderente alle sue esigenze, respinse, poi, d'istinto, quanto, nel dreismo, v'era di stereotipato e di obsoleto. Guardò a Rodin, Marini, Martini, Calder, indi a Manzù e Minguzzi: ma non mancano riferimenti anche ai grandi maestri del Rinascimento. Simonini pratica un'arte come non molti altri artisti, oggi, sanno capire, per realizzare opere di un certo impegno, con mezzi e modi assolutamente suoi, identificandosi in bellezza di forme e di composizioni, ri- Antologia di poesia e prosa reggiana 2005 Alessandra Binini : TRA PESI E PIUME Figurativa d'istinto, Alessandra Binini, ha sa- puto riprendere il vecchio sentiero dopo aver brevemente svolazzato nello stravagante reame dell'astrazione. L'artista ha ben compreso che la luce e' la dimensione piu' segreta e nascosta di ogni immagine visiva, ma non gia' una luce esterna all'immagine che la illumina dal di fuori, come di notte una lampada illumina una camera, bensi una luce segreta ed intima che si sprigiona dal fondo dell'immagine evocata. La sua conoscenza nel vivo di una esperienza astratta, non si e' sentita di portarla avanti, perche' gia' si affacciava in lei il ciclo delle sante e dei santi…. Nel suo passaggio dalla pittura astratta al figurativo, riesce a far rivivere scenari primitivi, ma pieni di vita, di umori, di palpiti, non solo coloristicamente, in un prezioso contrappunto di toni azzurri, rosa carne e rossosangue, ma anche spiritualmente per le suggestive allusioni ad una condizione reale che fa presagire il ritorno ad un piu' profondo martirio cristiano. Queste sue tele, spesso di notevoli dimensioni, debbono essere gia' pronte in lei, lasciando in sospeso solo le figure che esegue poi con sorprendente sicurezza facendo pensare di avere intinto i pennelli non nei colori della tavolozza ma in quelli dell'atmosfera che fara' da sfondo ai suoi personaggi dal vivo. Per Alessandra la pittura e' anche un importante momento di autoanalisi (Mussini) profon- gorosamente disciplinate alle leggi inalienabili di proporzione e armonia. Dove poi l'arte di Simonini si afferma con semplice certezza è nei rami sbalzati e trattati. Saggezza è la parola che meglio d'ogni altra lo può caratterizzare; e, s'intende, artistica moralità, vigile e sublime amore del mestiere. Lo scultore merita il nostro omaggio e l'uomo il nostro rispetto. A un tale autentico, creativo e schivo artista, Elisa e Carlo Pellacani, con questo libro chiaro, preciso, curato in ogni dettaglio, arricchito di splendide riproduzioni, intendono dare evidenza e luce. damente permeato da un ottimismo vitalistico. Sempre piu' frastornati da nuove tecniche e da nuove tendenze pittoriche, i giovani artisti emergenti si chiedono cosa fare per restare al passo con i tempi. Oggi l'arte deve trovare un suo mezzo espressivo, una sua area d'azione che non puo' essere avulsa dall'uomo. L'uomo, più che la tecnica, e' il perno attorno a cui ruota la vita. Attraverso l'esame di una seria di opere formanti la storia antologica della Binini, anche se e' una storia suscettibile di trasformazioni, si può senz'altro affermare che essa ha raggiunto una netta personalita' pittorica. Su questa strada, Alessandra Binini ha proceduto sicura, facendo tesoro di tutta la sua esperienza, fino ai ritratti che sono fra le sue opere piu' interessanti. Seguire i lavori di questa infaticabile artista non e' possibile. Una pittrice, insomma, che sa dipingere e dipinge. V'e', in tutti i suo dipinti, la medesima efficacia del segno; vi si afferma l'impronta individuale della sua fresca fantasia e, soprattutto, sempre inalterata, la forza evocativa dei colori. Mi accorgo di aver abbozzato il discorso in maniera piuttosto vaga. Bisognerebbe, su questa pittrice, mettere in risalto la finezza di certi particolari. Ma farlo non come certi critici, che si sentono declassati se usano parole comprensibili; ricorrendo, eventualmente, ad esperti moderni, i quali possano spiegarsi da gente del mestiere. UN POCO DI NOI In una elegante edizione tipografica, a cu- ra di Clementina Santi, con il prezioso contributo di Giacomo Borgatti e Angelo Gandolfi, ricorrendo il trentesimo anniversario dell'Associazione Scrittori Reggiani, e' uscita un'interessante "Antologia di poesie e prose", ravvivata da un paio di magistrali disegni di Nani Tedeschi. Ciò che del resto era da attendersi dalla A.S.R. di cui, la Santi, di quel mondo, da tempo, e' una colonna. Nell'insieme si puo' dire che la presentazione della giornalista Mariagiuseppina Bo, fa veramente da ottima prefazione. Ed e' congegnata in modo che, ognuna delle poesie, e' sola in una sua zona arcana e isolata, in un assoluto stupore. C'e', nell'antologia, di tutto un po'. Emerge, in tutto quel fervore, l'essenza di una cospicua , fine e delicata rosa di poeti. Vi sono accolti: Virginia Alessandri, M. Rosa Barani Verzellesi, Francesco Bartoli, Rina Becchi, Annalisa Bertolotti, Marisa Bertozzi Copelli, Eolo Biagini, Nadia Boneva, Giacomo Borgatti, G. Carlo Campioli, Edmea Cimurri, Barbara Canovi, Savina Capria Farri, Alessandra Casali, Angiolina Casoni, Nazario D'Amato, Lia Del Rio, Giorgio Ferrari, Silvana Ferrari, Assunta e Innocenzo Fontana, Gianna L. Galassi, Angelo Gandolfi, Alma Grassi, Giovanna Gregori, Edda Infanti, Gemma Iorio, Anna Magnani, Carlo A. Margini, Marco Martinelli, Fernando Panciroli, Luigi Pecchini, Maria Luisa Pomponi, Giuliana Ridola, Rosa Rossi, Rosanna Luisa Rossi, Enrico Rota, Luciano Serra, Francesco Tabarri, Olimpia Tognetti, Carmen Togni, Maria Luisa Violi, Luigi Cipolla ( un giovane ospite di una casa protetta tormentato da un sogno: vedere pubblicata STAMPA REGGIANA > una sua poesia). Segue , poi, una scelta selezione di "un poco di noi…", in vernacolo, riboccante di originalita' e fresca simpatia. La seconda parte, quindi, contiene poesie di Lauro Campani, Silvana Crotti, Luigi Ferrari, Osvaldo Ferrari ( Vampa), Innocenzo Fontana, Enza Giaroli, Lidia Grisanti Pisi, Teresa Pantani, Savino Rabotti, Orio Riccò, Rosa Rossi, Guido Sereni, Andrea Sistici e Luciano Zamboni. Considerata l'origine profondamente popolare di questa poesia, con tutta la sua raffinata saggezza, con tutta la liberta' che solo il dialetto concede, non puo' sfuggire quella vena intima e struggente che deriva da una piu' diretta, familiare personificazione con la parola. "Un poco di noi"… in prosa, ci propone un suggestivo racconto di Domenico Amidati, che ha il fascino dei ricordi cari e lontani nel tempo. Anche Giorgio Ferrari, Miria Bellesi, Franca Gironi e Ilde Rosati meritano, del resto, come tutti i collaboratori dell'Antologia, un vivo apprezzamento per valore letterario, nonche' per aver dato ampio respiro a sentimenti e pensieri. E' chiaro che gli scrittori e le scrittrici d'oggi, laureati, laureandi, professionisti, hanno eliminato quel certo retorico vecchiume e altri fiori secchi dell'immortale erbario romantico. Metodi d'altri tempi che facevano evolvere obsolete forme letterali, ma non facevano avanzare la scienza del cuore e del cervello. A.S.R. UN POCO DI NOI. Antologia di poesia e prosa reggiana a cura di Clementina Santi. Con due tavole di Nani Tedeschi. 2005 - ANNO XXX, 8°, pp.165 anno IV numero 6 > GIUGNO 2006 29 Gli avvenimenti di Mariella Burani e il cinema 1 2 5 4 3 6 7 Foto 1: Antonella Spaggiari - Foto 2: Stefano Landi e signora - Foto 3: Luciano Fantuzzi e Gemma Abbate - Foto 4: da sx Maria Chiara Spallanzani, Monica Fagioli e Patrizia Rossi - Foto 5: Antonio Paparcone e signora - Foto 6: dott. Giuseppe Albertini con signora Susanna Aldini - Foto 7: da sx Mariuccia Lombardini, Giuppi Bonferroni e Rita Monducci Veronesi ospite del Rotary Maggio 1 2 3 4 6 7 5 9 8 11 10 Foto 1: Il Prof. Umberto Veronesi con il Presidente del Rotary Avv Alberto Lasagni e la signora Gabriella Lombardini - Foto 2: Paola e Dario Caselli con Veronesi - Foto 3: Vando Veroni e Gianni Borghi - Foto 4: Umberto Veronesi saluta il Sindaco Graziano Delrio - Foto 5: Sonia Masini con il Prefetto Montebelli e signora - Foto 6: il questore Gallo - Foto 7: Giuseppe Prezioso con la figlia Maria Giulia e la moglie Maria Lodovica Maramotti - Foto 8: dott. Nicoli e la signora Paola - Foto 9: dott. Boni e dott. Prati - Foto 10: Camillo Galaverni con signora - Foto 11: Fabio Storchi e Giuseppe Prezioso. Fotoservizi di Stefano Rossi