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Monti sente i partiti e accelera sulle riforme Tensione alta dopo il lancio di missili dall’Iran Grasso sentito dal Csm sulle relazioni prodotte da Cisterna Presto nuove misure in tema di lavoro e di liberalizzazioni Nel Golfo Persico ordigni a lungo raggio L’audizione nell’istruttoria contro il pm indagato dalla Dda a pagina 6 BALDESSARRO e INSERRA alle pagine 8 e 9 alle pagine 4 e 5 Il premier, Mario Monti Martedì 3 gennaio 2012 www.ilquotidianodellacalabria.it Alberto Cisterna con Piero Grasso Reggio. Le accuse all’architetto per 800mila euro liquidati dalla dirigente per progetti inesistenti Caso Fallara, «processate Labate» La Procura ha chiesto il giudizio per il professionista per concorso in peculato e truffa Intanto l’ente ha sospeso i pagamenti ancora da verificare LA Procura di Reggio ha chiesto il rinvio a giudizio, per concorso in peculato e truffa aggravata, dell’architetto Bruno Labate,nell’ambito del cosiddetto “Caso Fallara”. Secondo l’accusa la dirigente del Comune di Reggio ha liquidato a Labate 800mila euro per progettazioni mai fatte. GIUSEPPE BALDESSARRO e CATERINA TRIPODI a pagina 7 Paola I locali che tra un mese avrebbero ospitato il ristorante multietnico danneggiati dalla bomba Caulonia. L’iniziativa di Goel al via tra un mese Ancora giallo sulla statua di S. Francesco sparita in mare Bomba “preventiva” al ristorante multietnico STORINO e VILARDI a pag. 14 ILARIO CAMERIERI e ANDREA GUALTIERI a pagina 15 Mobilitazione L’agguato di Staiti Pr ovince da tagliare Ferro (Upi) «Non serve Si ricorrerà alla Consulta» È caccia ai killer di De Maria ADRIANO MOLLO a pagina 12 GIOVANNI VERDUCI a pagina 13 Serra d’Aiello Tavolo per Gioia per invertire la rotta Fondazione svizzera inter essata all’Istituto Papa Giovanni RINO MUOIO a pagina 11 L’operaio ucciso sotto gli occhi della moglie di GIUSEPPE RAFFA PER Gioia Tauro si è appena chiuso un anno difficile. Potremmo dire catastrofico se si pensa alle asfittiche politiche aziendali messe in campo dal terminalista Mct che, in continua a pagina 17 Rosarno. Raid notturno in un podere di proprietà di Teodoro De Maria. Solidarietà da sindaco e Giunta Sombrero Napolitano SI è concluso un anno trionfale per il primo presidente della Repubblica proveniente dal partito comunista. Ha convinto tutti, paesi e città, associazioni e scuole, a festeggiare il 150° dell’Unità d’Italia, che un anno prima il governo aveva deciso di passare sotto silenzio. Ha convinto Berlusconi, che si era abbarbicato a palazzo Chigi, a dimettersi, e al suo posto ha messo uno scelto da lui. Il suo gradimento è a livelli bulgari. Fa il discorso di fine anno e lo applaudono tutti i partiti; tranne la Lega, che riesce solo a dargli del terrone. Che in realtà è un complimento. Attentato a un assessore: tagliate piante di kiwi NUMEROSE piante di kiwi sono state tagliate in un podere dell’assessore comunale di Rosarno Teodoro De Maria. KETY GALATI a pagina 36 Bivongi Un anziano picchiato in casa per rapina SORGIOVANNI a pagina 32 20103 9 771128 022007 E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Direzione: via Rossini 2/A - 87040 Castrolibero (CS) Telefono 0984 4550100 - 852828 • Fax (0984) 853893 Amministrazione: via Rossini 2, Castrolibero (Cs) Redazione di Reggio: via Cavour, 30 - Tel. 0965 818768 - Fax 0965 817687 - Poste Italiane spedizione in A.P. - 45% - art. 2 comma 20/B legge 662/96 - DCO/DC-CS/167/2003 Valida dal 07/04/2003 ANNO 18 - N. 2 - € 1,20 Il caso Fallara La Procura di Reggio Calabria invia all’ufficio gip la richiesta di rinvio a giudizio del professionista «Processate Bruno Labate» La manager del bilancio gli fece liquidare oltre 800mila euro per progettazioni inesistenti di GIUSEPPE BALDESSARRO REGGIO CALABRIA - Due capi d’imputazione diversi. Peculato, in concorso con l’allora dirigente dell’Ufficio Finanze Orsola Fallara. E truffa aggravata dalla continuazione. La Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ha ufficialmente chiesto il rinvio a giudizio per Bruno Labate. Gli atti sono stati depositati all’Ufficio Gip-Gup lo scorso 29 dicembre, ed ora si attende soltanto che venga fissata la data l’udienza preliminare. Sarà il primo processo sul così detto “Caso Fallara”. Che corrisponde all’unico filone d’inchiesta chiuso con esito “positivo”. Ossia con elementi sufficienti, secondo i magistrati, a sostenere l’accusa in un aula di tribunale. Bruno Labate, architetto, è accusato di avere intascato soldi pubblici non dovuti. Una trance è quella dell’agosto 2010, quando Orsola Fallara, con la quale aveva avuto una relazione, gli fece accreditare sul conto corrente 160 mila euro per una consulenza professionale mai avvenuta. Soldi che lo stesso Labate ha ammesso non sapere a che titolo gli fossero stati elargiti. Un’ammissione arrivata tuttavia soltanto dopo l’iscrizione sul registro degli indagati e nel corso dell’interrogatorio davanti ai magistrati titolari del fascicolo. Labate, dopo la confessione, ha immediatamente restituito i soldi all’amministrazione comunale di Reggio Calabria. Per quell’episodio, come accennato, gli è stato contestato il reato di peculato. Il secondo capo d’imputazione contestato dai magistrati reggini (il pool che ha condotto l’inchiesta è composto dal procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e dai sostituti Francesco Tripodi e Sara Ombra) è quello di truffa aggravata. Riguarda una serie di altri incarichi ottenuti nel periodo precedente dell’agosto del 2010. Scrivono i periti della Procura che hanno studiato le carte di Labate: «Si può rilevare come nel periodo 21 maggio 2009 al 27 agosto 2010 siano stati fatti una serie di indebiti pagamenti in favore di Labate Bruno, per un importo complessivo di euro 842.740,00, al lordo delle ritenute». I provvedimenti arrivavano sempre dall’ufficio Finanze. Un fatto che viene conside- Da dirigente della Cassa alla delegazione romana IL nome di Bruno Labate è balzato gli “onori” della cronaca solo con il caso di Orsola Fallara (nella foto). Di lui si sa poco, o meglio quello che lui stesso ha raccontato. Ossia che fino a pochi anni addietro era un dirigente della Cassa depositi e prestiti. Un dirigente, tra l’altro, ben pagato. La sua vita cambiò radicalmente proprio quando incontrò la dirigente dell’Ufficio Finanze di Palazzo San Giorgio, suicidatasi nel dicembre del 2010 quando viene coinvolta nell’inchiesta sul buco di Bilancio del Comune. I due si legano sentimentalmente e, secondo il racconto dell’architetto, è lei a prospettargli la possibilità di fare alcuni progetti per conto dell’amministrazione. Progetti che gli vengono retribuiti in maniera profumata, ma che non portano ad alcuna realizzazione. Labate dice di avere nutrito alcuni dubbi, ma di essersi arreso alle rassicurazioni della compagna del tempo. Tra l’altro il professionista ha un sogno. rata un’anomalia, visto che si tratta di incarichi (benché mai eseguiti) conferiti come tecnico esperto del settore del Lavori Pubblici. E infatti molti dei pagamenti vengono giustificati per non meglio precisate competenze tecniche relative ad alcune opere pubbliche. E’il caso dei lavori per verde attrezzato in Via Cava, per la riqualificazione di Via Carrera, di | Quello di andare a dirigere Fincalabra, l’agenzia della Regione Calabria. Un sogno che la Fallara può aiutare a realizzare grazie alle sue amicizie con il Governatore Giuseppe Scopelliti. Labate si licenzia dalla Cassa depositi e prestiti e si lancia nella nuova avventura. Il programma però sfuma, quel posto è infatti destinato ad altri, così Labate resta a piedi, almeno in parte. Perché la dirigente intercede per lui con il governatore che lo chiama a Roma a guidare l’ufficio della delegazione calabrese nella calabrese. Labate dice ai magistrati di avere incontrato il Presidente della Regione, fino a quel momento sconosciuto, una sola volta. E’ dal barbiere che Scopelliti lo rassicura e lo affida a Franco Zoccali. Pochi giorni dopo il contratto da dirigente della Regione gli arriva direttamente a casa. Resta inteso che si tratta di un incarico temporaneo, in attesa che si liberi il posto a Fincalabra, che resta il suo pallino. Dopo lo scandalo degli incarichi da parte del Comune, Bruno Labate, decide di dimettersi da capo della delegazione romana. un belvedere con Croce artistica, per un’area giochi all’aeroporto, per alcune aree verdi (Tremmulini, Arghillà, Saracinello e san Giovannello) e infine (compenso da 225 mila euro) per la riqualificazione del Depuratore di Ravagnese. L’8 agosto del 2010 Orsola Fallara fa liquidare a suo favore 81 mila euro per il “Verde attrezzato di Arghillà, Tremulini e Gebbio- ne”, il 27 dello stesso mese arrivano gli altri 225 mila euro per gli “Interventi di riqualificazione dell’impianto di Ravagnese - Gallico”. Al netto di quanto restituito il professionista dovrebbe ancora alle casse di Palazzo San Giorgio qualcosa come 552 mila euro. Cifra ottenuta, come visto, a più riprese. Una circostanza che gli è co- PALAZZO SAN GIORGIO stata l’aggravante della continuazione. Anche di questo ha parlato Labate, durante l’interrogatorio. Secondo la sua ricostruzione la Fallara gli proponeva di fare alcune progettazione (ai tempi erano legati sentimentalmente), cosa che avveniva sistematicamente. L’architetto gli faceva avere delle idee, per lo più schizzi di massima, la dirigente poi diceva che li avrebbe consegnati all’ufficio tecnico del Comune che avrebbe provveduto a perfezionare i progetti stessi. Una tesi che sarà valutata dal Gup. Labate nei mesi scorsi, a causa dell’inchiesta, aveva subito anche il sequestro dei beni: conti correnti e l’abitazione di Roma. Successivamente aveva chiesto il dissequestro per mettere in vendita l’immobile e risarcire il comune attraverso una transazione. L’operazione tuttavia non sembra potere andare in porto. L’amministrazione ha infatti rifiutato la proposta per tutta una serie di ragioni tecnico-legali. Secondo l’avvocatura di Palazzo san Giorgio infatti, accogliere quanto chiesto da Labate (una lunga rateizzazione e senza mancanza dei relativi interessi, oltre che ai danni) esporrebbe l’ente alla contestazione da parte della Corte dei Conti di danno erariale. Insomma, non si può fare. O almeno così sembra. La Procura, nel chiedere il rinvio a giudizio del professionista, ha anche indicato come parte offesa proprio il Comune di Reggio Calabria, che all’udienza preliminare potrebbe costituirsi parte civile. | E il Comune blocca i pagamenti non verificati di CATERINA TRIPODI REGGIO CALABRIA - La bocciatura del Comune alla proposta di transazione avanzata dall’architetto Bruno Labate (indagato per presunti illeciti legati al bilancio del Comune), è solo una, certo la più eclatante, delle soluzioni adottate dall’amministrazione comunale dopo la doccia gelata piovuta su Palazzo San Giorgio con la relazione degli 007 del Ministero delle Finanze. Il professionista reggino aveva chiesto di risarcire il debito colossale (stimato in 532,590,81 mila euro: cifre legate a doppio filo all’inchiesta su Orsola Fallara, la dirigente del comune suicidatasi lo scorso anno), con l’esclusioni di interessi, e incomode rate mensili Negata la transazione sul maltolto da 500 euro: una sorta di mutuo agevolato e, soprattutto a lunghissima scadenza.Improponibile sotto tutti i profili. Figurarsi per un ente già al collasso economico e morale. La bocciatura alla transazione è stata inoltre motivata dalla dirigente dell’avvocatura civica, Fedora Squillace, con il gravissimo pericolo di esporre Palazzo San Giorgio all’ipotesi di responsabilità per danno erariale «per avere operato un’incongrua ponderazione dell’interesse pubblico ed una scelta manifestamente irragionevole». Come già sarebbe quella di rinunciare agli interessi. Tornando invece al “pacchetto” delle determinazioni assunte dall’amministrazione comunale in merito alla relazione del Ministero dell’economia e delle Finanze, è stata annuncia l’immediata dotazione di rintracciabilità di tutti gli atti amministrativi collegati ad ogni mandato di pagamen- toin uscitadalcomune, lasospensione temporanea dell’erogazione dei pagamenti di somme derivanti da progetti per i dirigenti e i dipendenti dell’ente (per verificarne i profili di irregolarità segnalati dalla corte dei conti), il rigore nei pagamenti dei compensi incentivanti per la progettazione interna. Tra le priorità viene indicata «la necessità di rivedere la gestione del flusso documentale degli atti dirigenziali, ed in modo particolare delledetermine dirigenziali, dei provvedimenti di liquidazione e dei mandati di pagamento». Proprio per questi motivi e soprattutto «per garantire la massima visibilità e trasparenza di ogni atto di pagamento, garantendone sia la visibilità sul sito della rete civica che la completa digitalizzazione del flusso documentale, in modo da poter consentire la rintracciabilità, per ogni mandato di pagamento, di tutti gli atti ammi- nistrativi connessi». Insomma dopo la doppia relazione sui conti del Comune, il Capo di gabinetto chiede un’inversione di rotta: d’ora in poi tutto quello che uscirà dalle casse del comune deve avere tutta la certificazione rintracciabile, e non venire inghiottiti in un buco nero di difficile interpretazione. Accanto alla questione della gestione documentale di ogni atto amministrativo, tra le misure che il Comune ha adottato c’è la temporanea sospensione dell’erogazione di somme derivanti da progetti. Scrive il Capo di Gabinetto: «Gli ispettori del Ministero delle Finanze e dell’economia hanno esaminato anche gli aspetti contrattuali di somme erogate al personale dirigente ed ai dipendenti inseriti nei progetti obiettivo e di qualunque tipo, paventando eventuali profili di irregolarità. Per questo vanno prudenzialmente sospesi, eventuali paga- menti ai dipendenti per somme dovute di questo tipo». L’amministrazione ha poi scelto la via del rigore anche in merito ai compensi incentivanti per la progettazione interna. La segnalazione della Corte dei Conti ricordava che «l’incentivo va corrisposto nella misura prevista dalle norme in vigore al momento di svolgimento dell’attività, indipendentemente dal momento della liquidazione». La missiva, inviata dal capo di gabinetto Barrile a dirigenti e segretario generale, infatti rammenta che, a termini di legge, è stato ripristinato «l’incentivo, nella misura massima del 2%, da corrispondere a dipendenti che partecipano ad attività di progettazione interna». Il rischio del danno erariale E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Primo piano 7 Martedì 3 gennaio 2012 8 Primo piano Martedì 3 gennaio 2012 Primo piano 9 Martedì 3 gennaio 2012 La moglie le distrusse, lui si arrabbiò Il caso Reggio «Quelle foto erano la prova del viaggio in Brasile» Il procuratore nazionale della Dna ascoltato sulla vicenda di Cisterna Piero Grasso sentito dal Csm Il vertice antimafia ha riferito sulle relazioni prodotte all’ufficio dal suo aggiunto sui rapporti con Lo Giudice IL RETROSCENA | L’incontro tra Florinda Giordano e la toga alla “Mediterranea” La lettera consegnata a mano non fu segnalata a via Giulia Luciano Lo Giudice già stato sentito in sede di procedimento penale». L’indagine a carico di Cisterna nasce dalle dichiarazioni di Lo Giudice, a margine di un procedimento nel quale si è autoaccusato degli attentati del 2010 alla procura generale di Reggio Calabria, al Procuratore generale Salvatore Di Landro e al Procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone. Lo Giudice aveva sostenuto che il magistrato avrebbe avuto un regalo, probabilmente dei soldi, per far uscire dal carcere suo fratello Maurizio, anch’egli collaboratore di giustizia. E che questo glielo avrebbe riferito il fratello, Luciano, condannato per usura, estorsione e altri reati. Proprio con Luciano Cisterna avrebbe avuto una settantina di contatti telefonici tra il 2005 e il 2007. «Un rapporto cominciato – ha spiegato il magistrato davanti ai pm di Reggio – per ottenere informazioni utili alla cattura del boss della ‘ndrangheta Pasquale Condello e dietro il quale non ci sarebbe nulla di illecito». REGGIO CALABRIA - Cisterna aveva segnalato missive ed sms al procuratore nazionale Piero Grasso. Tranne una. Per la polizia, infatti, una lettera inviata da Luciano Lo Giudice al magistrato reggino fu resa nota soltanto a giugno scorso quando Cisterna venne sentito dai colleghi della Procura di Reggio Calabria. Sino a quel momento, a via Giulia-Roma, sede della Dna, non era stato segnalato niente per oltre un anno. Si tratta della missiva che la moglie di Luciano, Florinda Giordano aveva consegnato a mano a Cisterna nei pressi dell’università “Mediterranea”. «Deve evidenziarsi che, nel corso dell'istruttoria espletata nei confronti di Alberto Cisterna in data 07/06/2010, il magistrato allegava, tra l'altro, copia di una missiva senza data, ricevuta da Lo Giudice Luciano (e sino a quel momento non segnalata al Procuratore Nazionale Antimafia), che, per il contenuto ("... vi scrivo questa mia lettera per farvi sapere che mi hanno arrestato ..."), potrebbe identificare la prima lettera mandatagli dal detenuto, che, nell'occasione, aveva espresso vicinanza al magistrato ("Ho sempre fatto le cose per bene e con due piedi in una scarpa per l'impegno che ho con voi! Porto sempre 1 bandiera ...")». A questo punto vengono incrociate le dichiarazioni del pentito del 31 marzo 2010 con i dialoghi in carcere e gli spostamenti dei protagonisti della vicenda. Ecco l’interrogatorio di Nino Antonino Lo Giudice. A:E infatti lui ha mandato una lettera Pm: Mi spieghi esattamente chi gliel'ha mandata, in che modo come e perché A:Allora l'ha mandata ... con chi non mi ricordo può essere pure con l'avvocato Gatto Pm2: Quindi Luciano manda la lettera... A:Sì. Allora manda questa lettera o gliel'ha data al colloquio non mi ricordo Dottoressa onestamente. Io la leggo questa lettera, allora in pratica diceva, diceva in questera al Dottore Cisterna: «Buongiorno eeee eeee vi saluto sapete...» Pm: «Mi hanno arrestato A.: «...Io vi ritengo sempre amico mio eccetera eccetera... la pregherei se potete fare quache cosa ad aiutarmi quantomeno ad ottenere gli arresti domiciliari» Pm.:Eh! A.: "Questa lettera va a mia cognata con Enrico... Pm: Quindi Giordano Florinda la porta con Enrico a Catona A.: La porta con Enrico a Catona però mi sembra, se non ricor- do male, in un primo momento il Dottore Cisterna non c'era, è dovuta ritornare due, tre volte, comunque questa lettera è stata consegnata da mia cognata a mano al Dottore Cisterna... Pm: "Riusciamo a fare mente locale su questa lettera più o meno come è andata perché lei prima dice una circostanza specifica cioè Florinda gliel'ha portata nelle mani di Alberto Cisterna A.: "Sì, no, no, questa è sicura che gliel'ha dato Dottoressa al mille per mille, sì gli è arrivata la lettera Pm.: "E' arrivata; che gli è arrivata non c'è dubbio, ma che gli sia arrivata in questo modo dico lei ha memoria sicura su questo, Florinda le ha detto, Florinda l'ha lasciata alla madre ad esempio a Catona? A.: No, no Pm.: "Gliel’ha data proprio in mano a lui"; A.: Sì, sì Pm: Questo Florinda gliel'ha detto Dagli incroci e dagli accertamenti eseguiti dalla polizia è da «ritenersi che la predetta missiva sia quella consegnata a mano da Giordano Florinda ad Alberto Cisterna, in una delle occasioni in cui il magistrato aveva fatto rientro a Reggio Calabria». m. i. Il controllo dei tabulati mette in evidenza che ci sono stati contatti con l’autista attraverso due utenze sconosciute “Ufficiali” novanta telefonate, ma sono di più REGGIO CALABRIA - Una novantina circa i contatti telefonici tra le utenze di Alberto Cisterna (il cellulare personale e il numero dell’ufficio della Dna) e tre utenze riconducibili a Luciano Lo Giudice, tra cui una intestata a tale Paola Erminia Calabrò. E’ quanto emerge dall’accertamento del traffico telefonico sulle utenze di Cisterna da parte della polizia di Reggio Calabria nel periodo temporale compreso tra febbraio 2005 e novembre 2007. Atti che sono stati trasmessi alla procura di Reggio per il procedimento penale a carico del magistrato indagato per corruzione in atti giudiziari, alla procura di Catanzaro, che si occupa delle faccende riguardanti i togati della città dello Stretto, e al Consiglio superiore della Magistratura, che dovrà pronunciarsi a breve sul trasferimento per incompatibilità di Cisterna. Novanta contatti riferiti a due utenze “uffi- Ecco la tesi e le prove della polizia. Il magistrato ha sostenuto che era fonte confidenziale ciali” del magistrato. Senza contare che altri contatti, sempre secondo il traffico telefonico passato al setaccio dagli agenti, ci sono stati sul telefonino in uso all’autista di Cisterna da parte di Luciano Lo Giudice e Antoninò Spanò, alias “Calipari”. «Nel periodo temporale dal novembre 2005 al febbraio venivano accertati scrive la polizia - diversi contatti tra l’utenza in uso all’autista e le utenze in uso a Lo Giudice Luciano e numeri in uso alla Nautica Spanò Snc e riconducibili a Spanò Antonino, anche in occasioni in cui poco prima o poco dopo lo stesso autista aveva contattato il predetto magistrato alla utenza....». E senza contare un al- tro aspetto. Dalla’informativa della polizia emerge che il 23 giugno scorso tra la documentazione sequestrata dalla polizia c'è un’agendina “Smemoranda”, compilata a mano e in diverse pagine contenenti numerose cancellature. Il 28 giugno la Procura conferisce l’incarico a un tecnico calligrafico per accertare cosa si nascondesse sotto le cancellature a penna. Il 23 settembre veniva depositata la relazione di consulenza tecnica. Viene ricostruita la scritta cancellata e appare: «Avv.Roma via Giulia 52 00186 Roma 335....06....349.....- 320....». L’evidenziazione delle parti cancellate mette in luce che Lo Giudice “riferisce” quattro utenze al magistrato Cisterna. Sulle prime due nessun dubbio: la prima utenza è quella di servizio del magistrato, la seconda dell’ufficio della Dna. Le altre due risultate intestate e poi disattivate a una ignara filippina e a un uomo legato da vincoli di parentela al clan e successivamente ad uno straniero, presunto prestanome dei Lo Giudice. E se quei due numeri annotati in agenda e abbinati a Cisterna fossero frutto di errori e o di furbate di Luciano Lo Giudice? Per gli investigatori è improbabile perchè «le altre utenze annotate sono risultate effettivamente intestate» alle persone indicate dal boss . E considerando il tutto i contatti tra Cisterna e Lo Giudice sarebbero ben più di una novantina. Dal canto suo il magistrato ha sempre sostenuto che Luciano era una fonte confidenziale. m. i. «Devi chiamare il magistrato con schede nuove e concorda un appuntamento» di MICHELE INSERRA REGGIO CALABRIA - Due tre volte sono andati a Catona, a casa del magistrato e non lo hanno trovato. Poi a Roma e non c’era. Fino a quando Florinda Giordano, la moglie di Luciano chiama Cisterna. La telefonata parte da un numero che il magistrato non conosce. «...un numero che non ce l’aveva nessuno, un numero che poi buttava» raccontò Nino “il nano” ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia reggina. Così come la polizia accerta che per chiamare Cisterna i numeri partono da schede telefoniche non intestate ai Lo Giudice. In un colloquio nel carcere di Tolmezzo, infatti, Luciano suggerisce alla moglie di concordare un incontro con il magistrato utilizzando sim nuove che era riposte all’interno del suo portafoglio ed intestate a soggetti diversi dalla famiglia: si tratta di schede intestate a straniere, ucraini e georgiani, che in qualche modo hanno contatti con la famiglia. Per lo più sono persone che lavorano con le attività di vendita di frutta della famiglia Lo Giudice. E Florina Giordano agisce in questo modo. Chiama Cisterna con una sim “nuova” e con il magistrato fissa un appuntamento a Reggio. «C’è stato l’incontro l’ho portata io a mia cognata - ha riferito il pentito nell’interrogatorio del 4 novembre 2010 - e questo incontro c’è stato sotto, diciamo ex Upim, giusto?...omissis...dalla parte di sopra...dove c’è una scuola che insegnano tutti questi avvocato, per Giurisprudenza». La polizia accerta che effettivamente Cisterna è docente a contratto presso l’Università Mediterranea. Giù in un precedente interrogatorio, quello del 13 ottobre 2010 Antonio Lo Giudice affermava: «...mia cognata lo chiama di nuovo al telefono e gli dà appuntamento per il giorno dopo sulla via Marina vicino dove c’è la Facoltà di Giurisprudenza, dove insegna lui, siamo andati lì lei è scesa (incomprensibile) è scesa gli ha spiegato la situazione di Luciano dicendo e lui gli rispondeva che non poteva fare niente che la cosa era un po’ complicata e che (incomprensibile) dirgli a Luciano se voleva scrivere di scrivergli; cosa che ha fatto Luciano (incomprensibile) un telegramma però lui non si è fatto mai sentire Lo scambio intercettato documentava l’avvenuto incontro con Alberto Cisterna e l’autorizzazione ricevuta dal magistrato di potergli scrivere, così come aveva riferito Lo Giudice Antonino (“digli a Luciano se voleva scrivere di scrivergli...cosa che ha fatto”. Qualche giorno dopo infatti Luciano scrive a Cisterna. E’ il 7 maggio del 2010. Luciano chiede di poter incontrare il magistrato e gli spiega perchè lo voglio vedere alla sbarra: «Capisco bene che il pm (il riferimento è a Beatrice Ronchi, ndr) è molto giovane e vuole fare l’eroe, ma no con me. Vi faccio sapere che è una corrotta, e ve lo posso dimostrare in qualsiasi momento, la questura ha fatto questo perchè non ha avuto quello che volevano, un pm che mi combina? Mi ha distrutto 12 anni di attività richiudendola, mi hanno arrestato con 4 milioni di debiti, mi hanno protestato i conti correnti, mi stanno facendo mancare i miei affetti più cari, mi hanno portato al carcere di Tolmezzo, alla fine per arrivare dove? Alla distruzione? Già ci siamo!...». E’ un passaggio della missiva inviata al vice di Piero Grasso. Lettera che Cisterna segnalerà al procuratore nazionale. Non avverrà, comunque, alcun incontro in carcere tra Cisterna e Lo Giudice. Tutte queste circostanze fanno parte della corposa relazione inviata dalla polizia al Consiglio superiore della magistratura che nei prossimi giorni deciderà sul trasferimento per incompatibilità del numero due della Direzione nazionale antimafia. «A Luciano dite di scrivere» E lui scrisse «Quel pm è corrotto» Il racconto del collaboratore In rubrica è segnato “Grosso” Il giudice ha sostenuto che quella circostanza era una falsità Il numero sulla sim di Nino Schede telefoniche portate da un agente della Scientifica Il cugino del pentito è un testimone di giustizia a Milano «Uno di Catona piazzò la bomba sulla barca del magistrato» REGGIO CALABRIA - Alcune schede telefoniche dei Lo Giudice risultano intestate al georgiano “Giorgio”, ovvero a Kakhaber Deisadze, che lavorava presso la rivendita di frutta di famiglia. Il pentito dice: «Quando io, ogni mese ogni quindicigiorni gli dicevo dammi una scheda e lui me la dava bonariamente...». E quando si parla di tre, quattro schede recuperate a casa di Luciano grazie alle indicazioni del pentito emerge un’altra novità: «Dottoressa quelle schede che diceva Luciano gliele ha portate...che lavora alla Scientifica della Questura...e le dico anche un’altra cosa, che sono state comprate di fronte alla Questura alla Vodafone o alla Wind non so che cosa c’è». REGGIO CALABRIA - Un cugino del pentito Antonino Lo Giudice è testimone di giustizia in Lombardia. Spunta anche questa curiosità nel corso dell’interrogatorio dell’8 settembre scorso. Nino “il nano” analizza con i magistrati della Dda di Reggio i nomi contenuti nella rubrica di una sim in uso a lui. Tra questi c’è un numero di cellulare assegnato al nominativo “Grosso”. A chiarire il tutto è lo stesso collaboratore di giustizia. «Grosso è Alberto Bertone, è un mio cugino di cui abbiamo anche parlato diverse volte di questa persona che è un...un testimone di giustizia a Milano». REGGIO CALABRIA - «Luciano mi disse - racconta Nino Lo Giudice ai magistrati che gli avevano messo una bomba sulla barca a Catona al dottore Alberto Cisterna e che durante una conversazione con lo stesso gli avevano detto che a mettere questa bomba nella sua barca fosse stato diciamo, un certo...., che se sbaglio non faccio, ha una pizzeria o qualcosa del genere sulla via Marina, questo qui è di Catona...non è esplosa...lui Alberto Cisterna malignava che questo...gli aveva messo questa cosa». E i magistrati gli chiedono: E in che periodo sarebbe stato piazzato questo ordigno? «Mi sembra verso il 2000...2001, di preciso non mi ricordo» risponde il pen- tito. «Quindi il contatto c’era già in quel periodo?» continuano i magistrati durante l’interrogatorio. «Sì, sì» conferma il pentito. Dal suo canto Cisterna ha sostenuto di non aver mai avuto barche se non un gommone di cinque metri alla Nautica Spanò “dove tenevano le barche magistrati e forze dell’ordine”. E poi c’è il mistero di questo ordigno esplosivo di cui non si avrebbe traccia. Così come quella barca che Luciano in compagnia di Antonino Spanò andò a ritirare a Milazzo per conto della toga non pagando 5 mila euro al titolare del rimessaggio per il magistrato reggino è tutto falso, perchè lui di natanti in Sicilia non ne ha mai avuti. Un dipendente dell’aeroporto ospitò Condello REGGIO CALABRIA - Un dipendente dell’aeroporto “Tito Minniti” di Reggio avrebbe ospitato il boss Pasquale Condello, alias “il supremo” durante la latitanza. A riferirlo è il pentito Lo Giudice nell’interrogatorio dell’8 settembre scorso. Nella rubrica della sim in uso a Nino “il nano” c’è un numero di cellulare abbinato al nominativo “....”. «... - ha raccontato il colloboratore di giustizia ha ospitato Pasquale Condello a Aretina...e lavora all’aeroporto». «L’ha ospitato dove?» gli chiede il procuratore capo Giuseppe Pignatone. E Antonino Lo Giudice risponde: «Aretina, Aretina di Reggio Calabria». «Io le ho lasciate a posta in cassaforte» La consorte «Non c’erano tutte, solo quelle che ti dico» E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro REGGIO CALABRIA - Il Csm ha voluto sentire anche Piero Grasso. Il Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia è stato ascoltato nei giorni scorsi nel corso dell’istruttoria del procedimento disciplinare a carico di Alberto Cisterna, magistrato reggino e numero due della stessa Dna. Grasso ha riferito alla Prima commissione dell’organo di autogoverno delle toghe italiane, in merito alle relazioni che Cisterna avrebbe fornito al vertice dell’Ufficio. Il magistrato reggino è accusato dalla Dda di Reggio Calabria di corruzione in atti giudiziari. Un capo d’imputazione messo assieme dopo le dichiarazioni del pentito Nino Lo Giudice, il quale ha riferito dei rapporti tra il Procuratore aggiunto della Dna e sua fratello Luciano. Rapporti fatti da una serie di incontri, da lettere e telefonate. Fatti che Cisterna non ha mai negato, affermando che si trattava di “legami” con una fonte confidenziale utile ad alcune indagini. Di cui, tra l’altro, la Procura nazionale era stata tempestivamente informata, con una serie di relazioni e note informative. Ed è in questo senso che la Commissione ha voluto sentire Grasso, molto probabilmente per verificare se quanto affermato da Cisterna corrisponde al vero. Alberto Cisterna era stato interrogato a sua volta il 17 novembre scorso. Data in cui depositò una “corposa” memoria difensiva. Un documento nel quale quale ha risposto alle “segnalazioni” evidenziategli da Palazzo dei Marescialli in seguito all’indagine penale reggina. Cisterna, durante l’audizione era stato assistito da Marcello Maddalena, Procuratore generale di Torino. A Cisterna non furono rivolte domande particolari anche perché – fecero notare fonti del Csm –il numero due della procura nazionale antimafia «era Il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso con il suo vice Alberto Cisterna. A sinistra l’arresto di Antonino Lo Giudice | di GIUSEPPE BALDESSARRO L: A Pisa...!! REGGIO CALABRIA - E’ il F: ...a Pisa...di lei e di 15 maggio del 2010 e all’interno del carcere di Tol- lui...come si chiamava mezzo viene registrato un quella bionda...no con colloquio tra il detenuto quella bionda, Peppe e Luciano Lo Giudice e la mo- lui...non c'è bisogno... L: Non si capisce più glie Florinda Giordano. Luciano si arrabbia perchè niente... c'era pure il travela consorte ha eliminato al- stito... l'hai visto il travesticune foto per lui importati. to? F: C'era Olga...Olga... F: Vedi che io...c'erano L: No, il travestito... delle fotografie tue... F: No, quelle no...quelle L: Uhm... F: Le ho strappate tut- non c'erano... te... L: E c'era... c'era una... L: Dove? abbassata così, e gli ho fotoF: Sotto... grafato il culo...era un traL: Che foto? vestito... F: Tue...!! F: Non c'era...non c'eraL: Con? no... F: Con delle persone... L: Come no L: Roberto? F: No, solo queste mi F: Pure... hanno dato a me... L: No...che cosa hai comL: E ci doveva essere binato? Che quelli gliele deF: C'erano quelle...sul vo portare a...almotoscafo... che la Ronchi... erano tutte...feF: E che gli delici... vi...ma se me le L: Con Roberha date a me to...poi quelle Maddalena, e mi del Brasile... ha detto, queste F:Poi c'era pusono foto tue, le re... c'era pure ho detto, strapcosa... c'era pupale... c'erano re come si chiadonne là in mezma... zo...va bene, ce L: Manuela... l'ho io pure...di F: ...Manuelui con la sua la... amica... come si L: Uhm... chiama...quel la F: ...un'altra che... c'era Massimo L: Io le ho lacon una...tu pusciate a posta ... re con una... quelle era una L: Quelle in prova messa in Brasile...in Bracassaforte ... sile era... qualsiasi cosa di F: Poi c'erano portarla là, e tu persone... l'hai strappata... L: Era quando F: Sì ... qualcu- Florinda Giordano siamo andati in no gliel'ha aperBrasile... ta... F: Uno schi...Luciano fa il fo.... ghigno alla moL: ...che abbiaglie... mo fatto un po' F: ...vedi tu codi fotografie e me sei...un filo basta... giusto, e un filo F: Te le sei fatsbagliato... te le fotografie... qualcuno gli ha ...Luciano abaperto, me le ha braccia la moportate a me...e glie e le da un bami ha detto, quecio... ste sono le foto di tuo mariF: A posto...ne hai viste to, e me le ha fatte vedere... cose... quando io le ho viste, le ho L: Ma lasciami, lasciaprese, e mi è venuto un sen- mi... so di rabbia e le ho strappaF: Eh...allora ti lascio te tutte... qua... L: Chi te l'ha date ...I due ridono e scherzaF: Maddalena... no... L: Maddalena ti ha dato le F: E' andata...io quando fotografie... le ho viste, già ero incazzaF: Sì.. ta per altri cazzi, quando le L: ...dove ci sono...dove ho viste...(incompr.)...ma siamo con la barca... non c'erano tutte veF: Sì ... non le ho viste le di...non c'erano tutte quealtre... ste foto...perché non c'eraL: Le altre, che fotografie no quelle foto... c'erano sono? queste che ti dico io... F: I tuoi amici...MassiL: I miei telefoni chi ce mo...è con lui...sul pon- l'ha? te...ho strappato tutto... F: Io... L: E te le ha portate MadL: I computer chi ce l'ha? dalena queste fotografie? F: Quale, quello grande? F: Si, me le ha date a Io...il televisore io, come me...sopra...poi ho buttato hai detto tu... tutto...e gli ho messo pure L: Tutte le cose che erano l'acqua dentro...ho buttato sotto al primo piano dove tutto... sono? Sono sempre là? L: E quando te le ha date? F: Quali cose? F: Un mese, due meL: Tutto...cd, Madonna, si...quando se n'è anda- Signore... ta.... F: Io, io...tutto io L: Complimenti...quella ho...la...(incompr.)...ce li era una prova...di quando ha... siamo andati in Brasile... «Effettivamente - scrive quella era la prova.. la polizia nella relazione inF: Che veniva e ti portava viata al Consiglio superioa casa... re della Magistratura - Lo L: ...che ce ne andavamo, Giudice risultava aver efche ce ne andavamo al ma- fettuato trasferte a Pisa ed re... a Bologna, come dimostraF: No, va bene, ma io ho va la documentazione acquella quando venivo quisita nel corso delle indaio...ho pure quelle di quan- gini». Così come era andato do ... appunto con ... quan- in Brasile. Resta accertare do abbiamo portato a Pep- solo il periodo in cui Luciape, a Bologna ... c'è pure le no è andato in Brasile. fotografie di lei ... m. i. BREVI NELLA PERIFERIA DI CATANZARO RILEVATA MAGNITUDO 2.6 PER ESTORSIONE, TRUFFA, RAPINA Investito e ucciso da un’auto Scossa di terremoto nello Stretto Condannato a Monza, arrestato a Vibo UN giovane lametino di 32 anni è morto a Catanzaro dopo essere stato investito da un’auto nella periferia sud della città. Secondo una prima ricostruzione, la vittima stava attraversando la strada quando è stato investito da una Lancia Y, forse a causa della scarsa illuminazione. UNA scossa di terremoto, di magnitudo 2.6, è stata registrata alle 15.12 nello Stretto di Messina. L’epicentro del sisma, secondo le rivelazioni dell’Istituto nazionale di geofisica, è stato localizzato ad una profondità di 9,6 chilometri. DEVE espiare 5 anni e 6 mesi di reclusione in quanto ritenuto responsabile dal Tribunale di Monza di estorsione, rapina e truffa in concorso. Per questo i carabinieri della stazione di Vibo hanno arrestato ieri Saverio Lo Mastro, 48 anni, vibonese e lo hanno condotto nel carcere di Vibo. Le tracce sul luogo del delitto potrebbero tradire i sicari di Francesco De Maria Inchiesta su mafia e politica Morelli dal carcere scrive a Corbelli «È tutto come un film Letali i colpi che lo hanno raggiunto al cuore e al fegato e non mi appartiene» Caccia aperta ai killer di GIOVANNI VERDUCI SIDERNO - E’ caccia aperta nella Locride ai killer di Francesco De Maria: l’operaio forestale originario di Stati che è stato ucciso in un agguato nel pomeriggio di San Silvestro. Dietro le tracce dei tre sicari si sono messi i carabinieri del Gruppo Locri, coordinati dal colonnello Giuseppe De Liso. Le indagini, cui stanno partecipando attivamente i carabinieri della compagnia di Bianco, vedono impegnati in prima linea gli uomini del Nucleo investigativo di Locri, comandato dal maggiore Alessandro Mucci. Anche nella giornata di ieri i militari hanno battuto il territorio e portato a compimento numerose perquisizioni a carico dei pregiudicati residenti sul territorio. Tutti i controlli, però, pare abbiano dato esito negativo. Dei tre killer ancora nessun segnale concreto. Ma i rilievi della quarta Sezione investigazioni scientifiche del comando provinciale dell’Arma di Reggio Calabria potrebbero offrire una chiave di volta alle indagini. Il gruppo di fuoco entrato in azione nel pomeriggio di sabato scorso lungo la Strada provinciale che porta a Staiti, infatti, ha lasciato diverse tracce sul luogo del delitto. Il pick up rubato a Torino ed usato dai sicari per speronare la Passat di Francesco De Maria non è stato Il luogo dell’omicidio lungo la Provinciale per Staiti distrutto dalle fiamme che i tre avevano provato ad appiccare svuotando le taniche di benzina che si trovavano sul cassone dell’automezzo. I carabinieri del Gruppo Locri, poi, sono riusciti a ritrovare sul luogo del delitto uno degli almeno otto proiettili calibro nove sparati per uccide l’operaio forestale di sessanta anni sotto gli occhi atterriti della moglie Caterina Trimarchi. Dai riscontri scientifici, in corso presso i laboratori dell’Arma, potrebbero emergere novità importanti sul piano delle indagini. L’inchiesta è an- cora nelle mani del sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Locri, Salvatore Cosentino, ma non è esclusa la possibilità che il fascicolo possa passare alla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Per l’omicidio di Francesco De Maria non ci sarebbe ancora una pista privilegiata, ma la storia dell’operaio forestale di Staiti e la tecnica dell’agguato farebbero propendere per una chiave di lettura mafiosa. Francesco De Maria, infatti, era stato coinvolto nelle inchieste antimafia “Vascello” e “Pan- Francesco De Maria ta rei”: due blitz coordinati dalla Dda di Reggio Calabria sulle vicende di ‘ndrangheta della bassa Locride. Il sessantenne viene ritenuto vicino alla cosca Morabito-Bruzzaniti-Palamara. Il padre Bruno, poi, venne ucciso nell’ambito della “faida di Motticella”. Nella serata di ieri, infine, il medico legale Tarsia ha portato a termine l’autopsia sul cadavere di Francesco De Maria. Dei quattro colpi che hanno raggiunto l’uomo almeno due sono stati quelli mortali: il primo che lo ha raggiunto al cuore e quello che lo ha centrato al fegato. DAL carcere di Opera (dove è detenuto dal 30 novembre scorso), Franco Morelli, consigliere regionale della Calabria arrestato nell’ambito dell’inchiesta della Dda milanese su presunti intrecci fra politica e 'ndrangheta, ha scritto al leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli: «Mai e poi mai avrei potuto immaginare che un giorno la mia esistenza si sarebbe potuta connotare di una vicenda così dolorosa, che però per alcuni versi diventa anche drammaticamente comica. Mi trovo, mio malgrado, ad essere protagonista inconsapevole di un film che non mi appartiene nè per forma, nè per contenuto. L’unica vera grande consolazione, – aggiunge – è che Domine Dio ha inteso donarmi questa sofferenza perchè ha in serbo progetti migliori». «Ho cercato, sempre consapevole dei miei limiti, di trovare nel prossimo l’esistenza dell’Amore di Dio, ovvero nella concretizzazione di rapporti amicali.Quando Diomiha messoqualcuno sulla mia strada, ho cercato sempre di accoglierlo. Se qualcuno ha pensato di trarre dei vantaggi ignobili questa si chiama doppiezza. E, personalmente, ho sempre aborrito la doppiezza». Morelli auspica quindi «che Domine Dio illumini gli inquirenti, affinchè presto vedano la luce ove vi sono delle ombre». Corbelli, nel rendere nota la lettera che gli è stata recapitata ieri, parla di un «drammatico caso umano» e chiede che «venga immediatamente posta fine all’ingiusta e ingiustificata lunga carcerazione preventiva». Diritti civili chiede di fermare la carcerazione preventiva E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Calabria 13 24 ore Martedì 3 gennaio 2012 Shock a Caulonia per l’attentato al laboratorio di inserimento. Il sindaco: «Alla violenza si risponde uniti» Bomba al locale degli immigrati Fra un mese avrebbe ospitato il ristorante multietnico promosso dal Goel di ILARIO CAMERIERI CAULONIA - La notte di capodanno è la notte dei botti, quelli esplodenti, quelli che fanno rumore, che solcano il cielo di colori. Ma, talvolta, è anche la notte per botti sinistri che scuotono le coscienze, che minanola pacificaconvivenza della società civile. La sera di fine anno, intorno alle ventuno, la quiete della campagna di Caulonia è stata squarciata da un potente boato che ha fortemente danneggiato la trattoria “La Grotta” di Contrada Frauzzo, lungo la provinciale da Caulonia conduce alla Marina. La struttura, da un anno in gestione al Consorzio Goel, stava per essere riaperta al pubblico ed avrebbe dovuto essere laboratorio d'inserimento lavorativo per gli immigrati rifugiati politici presenti nei progetti di accoglienza e che conta circa cinquanta giovani immigrati del progetto ordinario Sprar ospitati a Caulonia. Anonimi hanno collocato del materiale esplodente dinnanzi la porta d’ingresso. La deflagrazione ha mandato in frantumi le porte interne (in alluminio anodizzato e vetri) del locale e la tettoia antistante la porta di ingresso. L’onda d’urto ha pure distrutto la controsoffittatura del locale ed altre suppellettili. Danni anche all’esterno. Sul posto sono prontamente intervenuti i carabinieri della Compagnia di Roccella Jonica sotto le direttive del capitano Marco Comparato. Sono arrivati anche i carabinieri della IV^ Sezione ingestigazioni scientifiche del comando provinciale di Reggio Calabria. Il materiale repertato è stato inviato al Ris di Messina anche per la identificazione della natura esplodente. Alla immediata reazione del Consorzio Goel, che ha dichiarato di essere pronto a continuare la propria battaglia in nome della legalità, ha fatto riscontro l’intervento del sindaco di Caulonia, Ilario Ammendolia. «Sapevamo che il progetto di accoglienza messo in campo dal comune di Caulonia si sarebbe scontrato con la presenza mafiosa. Noi non faremo un solo passo indietro –puntualizza - Continueremo senza esitazioni a percorre la nostra strada. Competerà alle autorità inquirenti individuare gli esecutori e mandanti. A noi il compito di valutare la natura criminale di una azione che rappresenta un attacco politico a quanto noi abbiamo realizzato in questi anni». Sulla vicenda interviene anche il senatore Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione Parlamentare Antimafia. «È un ulteriore atto intimidatorio della criminalità organizzata per intimidire la società civile e le istituzioni in prima linea nella lotta contro le mafie. In questo modo la 'ndrangheta non solo vuole indebolire il fronte antimafia, ma intende ribadire la propria presenza e il proprio dominio nel territorio». Il senatore richiama quindi l’attenzione su «un’escalation preoccupante, che testimonia la vitalità delle organizzazioni criminali e che bisogna disinnescare con un impegno maggiore». Maria Paola Sorace, presidente della Coopetariva Phatos, consorziata Goel, assicura che «il progetto andrà comunque avanti. Accuseremo qualche giorno sulla data prefissata per l’inaugurazione, il tempo necessario a riparare i danni e per acquisire le prescritte autorizzazioni». Al Goel è arrivata anche la solidarietà dell’amministrazione comunale di Locri: «Tali gesti - scrive il sindaco Giuseppe Lombardo - ci ricordano come le attività criminali siano sempre vive, ma soprattutto ci ricordano che non bisogna mai abbassare la guardia. Per questo condividiamo l’appello del presidente Linarello affinché il Governo si impegni in maniera sempre maggiore nella battaglia dello Stato contro la ‘ndrangheta e contro tutte le organizzazioni criminali.». L’INTERVISTA «Alle cosche dà fastidio la nostra sfida» Il vescovo scomunicò i boss che avvelenarono i campi. E il consorzio sociale rilancia il braccio di ferro: «Vogliamo rubare loro il mercato» di ANDREA GUALTIERI ALLA prepotenza non ci si abitua. Nemmeno quando le intimidazioni sono ormai una consuetudine e nemmeno se in passato gli schiaffi delle ’ndrine hanno colpito così forte da far alzare la voce alla curia. Nel marzo 2006 monsignor Giancarlo Bregantini, che all’epoca era vescovo di Locri-Gerace, arrivò a scomu- narello, presidente del Goel, ieri ha provato a contare le intimidazioni subite dal consorzio e da lui personalmente: a partire dal 2007, a memoria, ne ha citate più di dieci. «È una cosa alla quale proprio non ci si abitua» ripete dopo che la bomba di Caulonia ha macchiato anche l’anno appena iniziato. Si stava preparando la festa per l’inaugurazione del ristorante nato come laboratorio di inserimento lavorativo per un gruppo di nordafricani. Solo a Caulonia il Goel segue 120 tra immigrati minorenni e rifugiati politici. Un impegno che pesta i calli alle ’ndrine perché offre un’alternativa a chi è obiettivo facile per i clan che impongono l’arruolamento. «Èla ’ndrangheta chepaga il viaggio a molti ragazzi e poi, una volta sbarcati in Italia, li costringe a restituire i soldi lavorando per gli affari dei boss» dice Linarello. Il laboratorio di Caulonia ha spezzato queste catene perverse: «La nostra è una sfida che dà fastidio». E non solo per quello che si porta avanti lì. Il presidente del Goel cita altri due progetti che pungono nel vivo le cosche. Uno punta a chiudere le porte del Nord ed è legato al patto provinciale firmato su iniziativa del consorzio sociale a Reggio Emilia, con il quale associazioni di categoria, istituzioni e camere di commercio hanno accettato di scambiare informazioni per rendere più impermeabile l’imprenditoria locale: «Molti certificati antimafia sono stati rifiutati dopo quell’accordo» racconta Linarello. L’altra iniziativa, invece, rosica alle ’ndrine spazi sul mercato agricolo locale,quello nelquale operanotral’altro icaporali che tartassano gli immigrati. Grazie a un accordo con Altromercato, ci saranno prodotti Goel Bio sugli scaffali di importanti supermercati: «Questo ci permette di acquistare agrumi dai produttori che si oppongono alle cosche pagando 40 centesimi al chilo contro i 6 o 7 imposti dai boss: stiamo rovinando il mercato ai clan» commenta Linarello. E il braccio di ferro va avanti. nicare gli autori di un attentato contro la cooperativa sociale “Valle del Bonamico”: nelle vasche delle serre fu introdotto diserbante e i frutti quasi maturi si persero. «C’è una strategia mortale che vuole spezzare le nostre intelligenze e minacciare le nostre risorse» scrisse il presule nel giustificare la scomunica. È un braccio di ferro inesauribile, quello chesi portaavanti nellaLocride. VincenzoLi- La struttura colpita dall’attentato Il sindaco: «Attività mafiosa da non sottovalutare» Devastano piante di kiwi dell’assessore di Rosarno ROSARNO – Quattordici piante di kiwi su un terreno di proprietà della famiglia dell’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Rosarno, Teodoro De Maria, sono state danneggiate nel corso della notte tra l’1 e il 2 gennaio. I danneggiamenti sono stati scoperti ieri e sull'episodio, dopo che è stata sporta denuncia, hanno avviato indagini i carabinieri. A Rosarno, dove il sindaco Elisabetta Tripodi dal mese di settembre vive sotto scorta a causa delle lettere di minacce che le sono state inviate dal carcere dal boss Rocco Pesce, si teme che si tratti di un’intimidazione mafiosa. In una nota il sindaco, Elisabetta Tripodi, e la Giunta comunale «esprimono solidarietà e vicinanza a De Maria e condannano fermamente una tipologia di attività criminale e mafiosa che non va nè sottovalutata nè fatta passare sotto silenzio. L’assessore De Maria ha sempre svolto con determinazione e competenza il suo ruolo in assoluta sintonia con la giunta municipale e con tutta la maggioranza». A sottolineare che la matrice del gesto sia ritenuta riconducibile alle cosche, il sindaco afferma infatti che «coloro che si sono adoperati in maniera 'ndranghetista contro di lui sappiano che troveranno una risposta unitaria e corale da parte della nostra Amministrazione». «Il nostro obiettivo – si aggiunge nella nota diffusa dall’amministrazione comunale di Rosarno –è quello di garantire a tutti i cittadini condizioni per potere operare in un contesto di legalità, tranquillità e rispetto. Coloro che pensano invece di potere modificare il nostro cammino con attentati o ritorsioni avranno una ferma risposta in termini politici ed in termine di repressione. Ai cittadini confermiamo il nostro pieno impegno a favore di una crescita serena della vita sociale ed economica di Rosarno». L’assessore Teodoro De Maria Abusi sul figlio di sei anni Padre indagato a Cosenza COSENZA - Un genitore di 40 anni, residente nella Valle dell’Esaro, in provincia di Cosenza, è indagato per abusi sessuali sul figlio di sei anni. La chiusura delle indagini preliminari, firmata dal pm bruzio Donatella Donato, gli è stata notificata in questi giorni. I fatti contestati si sarebbero materializzati tra la fine del 2010 e il febbraio del 2011. Il genitore è accusato di aver toccato con insistenza il figlio nelle parti intime e di averlo costretto a guardarlo mentre si masturbava. E’ stato lo stesso bambino a raccontare dei presunti abusi a una suora, responsabile di una Casa Famiglia di Cosenza, dove è ospitato dal 2009 per precedenti problemi familiari. Pare che le violenzesi sianoconsumate quandoil bambino ritornava a casa nei fine settimana. La suora ha quindi denunciato i fatti all’Ufficio Minori della questura di Cosenza. Quindi l’apertura delle indagini. Di questi giorni la chiusura. Il presunto padre pedofilo risulta indagato a piede libero. r. gr. Paola. Subito dopo l’inaugurazione Dedicano il ponte a una vittima dei clan ma per due volte danneggiano le targhe COSENZA – Due targhe recanti il nome di Luigi Gravina, ucciso nel 1982 da esponenti di un clan della 'ndrangheta per essersi opposto a richieste estorsive, sono state danneggiate da ignoti in due diverse occasioni ravvicinate a Paola, nel cosentino. I fatti si sono verificati nei giorni 30 dicembre e a Capodanno. Le targhe toponomastiche del neointitolato ponte «Luigi Gravina – Martire per la Libertà», sono state manomesse da qualcuno che ne ha forzato i sostegni girando le scritte rispettivamente verso mare e verso monte, in modo tale da non consentirne la lettura ai passanti. Il ponte dedicato a Gravina era stato inaugurato solo il 28 dicembre, due giorni prima del primo danneggiamento. Il giovane fu ucciso dalla 'ndrangheta a 33 anni e l'amministrazione comunale Luigi Gravina aveva voluto ricordarne il sacrificio. Ma la notte del 30 dicembre scorso, infatti, ignoti, agevolati anche dalla scarsa illuminazione del ponte, hanno forzato e parzialmente danneggiato le due targhe, girandole nel senso opposto. L’amministrazione ha risistemato le targhe ma i malviventi non si sono persi d’animo e, nella notte di capodanno, hanno ripetuto il sabotaggio. Al fine di scongiurare altri episodi del genere, si sta pensando di installare telecamere nascoste a circuito chiuso. Il fatto è all’attenzione della magistratura. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Calabria 15 24 ore Martedì 3 gennaio 2012 36 Ufficio di Corrispondenza: Piazzetta 21 Marzo, 9 - 89024 Polistena Tel/Fax 0966.935320 E-mail: ilquotidianopiana@finedit.com Raid notturno in un podere di proprietà di Teodoro De Maria, tagliati numerosi alberi di kiwi Rosarno, assessore nel mirino La solidarietà del sindaco e della Giunta: «Reagiremo con una risposta unitaria» di KETY GALATI ROSARNO – Ancora una volta, il Bosco di Rosarno è al centro di un reato avvolto nel mistero, ma che ha il sapore dell’intimidazione di chiaro stampo ‘ndranghetistico. Dopo il taglio abusivo degli ulivi su un terreno comunale, domenica scorsa, nella stessa zona è stato danneggiato il terreno dell’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Teodoro De Maria. Nel suo fondo collocato nel quinto stradone della frazione Bosco sono state tagliate numerose piante di kiwi. L’atto vile da parte di ignoti perpetrato nei confronti di De Maria apre una nuova pagina con l’inizio dell’anno, lasciando l’amministrazione comunale guidata dal primo cittadino Elisabetta Tripodi nella perplessità più assoluta. A tal proposito, il sindaco di Rosarno e la sua giunta hanno espresso solidarietà al collega, condannando fermamente l’azione, che viene definita prematuramente «di tipologia mafiosa». Come se si trattasse, «di un’attività criminale che non va né sottovalutata né fatta passare sotto silenzio». In una nota stampa, la giunta Tripodi ha difeso a spada tratta l’assessore, affermando che «lo stesso ha sempre svolto con determinazione e competenza il suo ruolo in assoluta sintonia con tutta la maggioranza». Ed ha sferrato il colpo più forte: «coloro che si sono adoperati in maniera ‘ndranghetista contro De Maria sappiano che troveranno una risposta unitaria da parte dell’amministrazione». E’ questa la reazione dell’amministrazione di L’assessore Teodoro De Maria centrosinistra, che si scaglia decisamente contro i colpevoli del taglio, stavolta, di kiwi, avvisando di non arrendersi di fronte a nessun tipo di atteggiamento mafioso, se di questo si tratta. Gli amministratori hanno ripercorso poi le iniziative intraprese dall’assessore, che comprendono diverse opere nel settore della viabilità, delle scuole, delle opere civili, plaudendo alle sue capacità personali e professionali. «L’assessore ha sempre dimostrato di sapere intervenire e risolvere con equilibrio e determinazione i numerosi problemi della città», si legge ancora nella nota. Infine, il sindaco e la sua giunta attaccano le precedenti amministrazioni «non a caso dimissionarie o sciolte per infiltrazione mafiosa» per non aver risolto i Alberi di kiwi Si infiamma il dibattito politico cittadino ed è scontro tra maggioranza e opposizione Molochio, il manifesto delle accuse Polemiche sui costi del cartellone estivo: «Si sperpera il denaro pubblico» di ANTONINO RASO MOLOCHIO – Con l’arrivo del nuovo anno si accende la polemica politica tra le forze in seno al Consiglio comunale di Molochio. Una polemica innescata da un botta e risposta consumatosi a metà dicembre 2011 tra gli uomini della lista “Amo Molochio” ed il sindaco Beniamino Alessio sul tema della programmazione estiva, e che nel giorno di capodanno è sfociata in una manifesto pubblico redatto dai consiglieri di opposizione. Nel merito, quattro punti contestati (elencati e spiegati in una missiva dell’undici dicembre scorso): «L’interrogazione riguardava le manifestazioni organizzate dal ComunediMolochio l’estate scorsa, rispetto a cui era stato chiesto al sindaco di relazionare per iscritto sui seguenti punti: quali delle manifestazioni in programma sono rientrate nel calendario estivo 2011; quali sono stati i costi di ogni evento; perché sono stati annullati alcuni eventi; perché non è stato concesso il contributo al “club Fiat 500 turbolenti” Molochiese». Una missiva, quella della minoranza, che punta il dito sulle opportunità e sui reali costi delle manifestazioni programmate. Quindi, a stretto giro, la risposta del primo cittadino: «Se foste stati meno distratti vi saresti accorti che con la delibera della Giunta comunale numero 77 del 3 agosto 2011 è stato approvato il programma delle manifestazioni estive 2011e contestualmente sono state elencate le date e le manifestazioni in scaletta. Ad ogni buon fine – continua la nota – il dettaglio dei costi è rilevabile dalle determine visibili sull’albo pretorio on line. Per quanto riguarda la concessione di contributi a favore di Enti o Associazioni, faccio notare che tali operazioni rientrano nella sfera discrezionale di questa Amministrazione, eletta con Ospiti della parrocchia in occasione della “Festa della Santa famiglia” Genitori e quindici figli: a Serrata la testimonianza degli Anania SERRATA –In diciassette sotto un tetto. E’ la famiglia Anania, che in occasione della “Festa della Santa famiglia” ha fatto visita alla comunità di Serrata. A bordo di un pulmino, gli Anania sono arrivati da Catanzaro nel piccolo centro della Piana, dove sono stati accolti da don Michelangelo Borgese, parroco di Serrata, fierissimo, di poter ospitare papà Aurelio e mamma Rita, i quali, in 18 anni di comunione coniugale, hanno messo al mondo 15 figli: sette maschi ed otto femmine. Don Borgese ha voluto invitare la numerosa famiglia nella sua piccola parrocchia per far sentire ai fedeli la storia non comune di una famiglia fondata sui veri valori cristiani. Di una coppia, che vive una vita incredibilmente normale anche con 15 figli. La loro testimonianza ha preso vita nella chiesa “San Pantalone Martire”, dove Aurelio ha raccontato che la loro storia d’amore è possibile grazie ad «un disegno divino», problemi di Rosarno. «Come è notorio il nostro obbiettivo è quello di garantire a tutti i cittadini condizioni di poter operare in un contesto di legalità, tranquillità e rispetto. Coloro che pensano invece di potere modificare il nostro cammino con attentati o ritorsione avranno una ferma risposta in termini politici ed in termine di repressione». I fatti accaduti in una contrada del Bosco sono stati denunciati alla giustizia da De Maria. Malgrado tutto, il sindaco e la giunta confermano ai cittadini il loro impegno a favore «di una crescita serena della vita sociale ed economica di Rosarno», concludendo di essere certi che la legge porterà alla individuazione dei colpevoli del taglio dei kiwi. La famiglia Anania al gran completo che essi hanno deciso di rispettare. «Aver dato vita ad una famiglia così numerosa per noi non è stata una scelta di estremismo cattolico, come qualcuno potrebbe pensare, ma il compimento dell’opera di Dio» ha spiegato papà Aurelio, ammettendo che le difficoltà non mancano. Poi l’uomo ha ricordato che nella sua famiglia non si parla solo di religione, ma c’è un dialogo molto aperto. Con grande serenità, gli Anania vivono in 110 metri quadrati di casa. Al piano di sopra ci sono le stanze da letto. I maschietti dormono tutti insieme mentre le femminucce sono divise: tre in una camera e cinque in un’altra. Nelle pareti della casa sono appese numerose foto ricordi: battesimi,comunioni e cresime o semplicemente momenti di vita quotidiana. Aurelio lavora all’Accade- mia delle Belle Arti di Catanzaro, Rita fa la mamma a tempo pieno. Non potrebbe fare altrimenti. C’è da osservare, che la scelta dei nomi dei figli è stata profondamente cattolica. Ognuno di loro porta infatti un nome biblico. A partire dalla primogenita, Marta, nata 17 anni fa, che, rappresenta colei che serve il Signore. L’ultima, Domitilla ha appena tre mesi. In mezzo ci sono Priscilla, Luca, Maria, Giacomo, Lucia, Felicia, Giuditta, Elia, Beatrice, Benedetto, Giovanni, Salvatore e Bruno. Infine, papà Aurelio, ha parlato dell’organizzazione familiare all’interno della loro casa. «La mattina appena suona la sveglia alle 6.15, tutti in piedi, perché altrimenti non si fa in tempo ad arrivare a scuola. Per la colazione occorrono quattro litri di latte al giorno. Per il pane tre chili mentre per la pasta ne serve solo un chilo e mezzo per ora molti dei piccoli vanno avanti con le pappine». k.g. percentuali bulgare, che decide nella massima libertà senza dover rendere alcun conto a chicchessia». Risposta che evidentemente non è piaciuta all’opposizione. Ed il manifesto del primo gennaio esprime chiaramente il dissenso e la distanza siderale tra le parti: «Sindaco, occorre che anche lei sappia che il danaro quando è pubblico non può essere scialacquato a proprio volere e piacere. L’elettore ha il diritto di essere informato, nonostante i suoi “successoni” elettorali, sull’andamento della gestione finanziaria delle casse comunali. Il Comune non è casa sua, è la casa di tutti i cittadini di Molochio». Associazione culturale a Taurianova A battesimo “Parallelo 38” la scelta dei giovani per la propria terra di FEDERICA LEGATO TAURIANOVA – Grande successo per la presentazione dell’associazione culturale “Parallelo 38” tenutosi nella Chiesa del Rosario di Taurianova. Costituita nello scorso mese di novembre, da un gruppo di giovani taurianovesi, si è presentata, dunque, alla cittadinanza con l’intervento della presidente Emanuela D’Eugenio: «Grazie a un gruppo di giovani, con personalità e attitudini diverse, ma uniti dall’amore per la cultura e per la propria terra». Giovani che hanno scelto direstare in questa terra» e che vogliono impegnarsi per valorizzare le bellezze di un territorio «riscoprendo le tradizioni, gli usi e i costumi locali, aprendosi al dialogo interculturale, dando spazio all’arte, nelle sue infinite e indefinite forme». Il “Parallelo 38” è, infatti, un simbolo di collaborazione pacifica tra i popoli di Atene, Smirne, Seul, San Francisco, Cordova e Reggio Calabria, che giacciono sul medesimo parallelo -, uniti da un ideale legame, sancito nel 1987, con l’auspicio di ampliare “orizzonti di pace, nell’operare della cultura”. Lo stesso spirito, oggi, rappresenta il motore e il substratodiquesta nuovarealtàassociativa, che si vuole porre come elemento unificatore, che baserà, nell’interesse collettivo, la propria attività sulla «collaborazione con le altre realtà associative presenti sul territorio, con gli enti e le istituzioni, per ridare giusta dignità al proprio territorio e per tentare di cambiare le sorti di una terra che non si può e non si deve più accontentare». A dir poco coinvolgente è stata, poi, la meravigliosa performance musicale del “Corona Chorus” che si è esibito in brani della tradizione gospel. La serata è stata dedicata a due illustri taurianovesi, recentemente scomparsi, Isabella Loschiavo ed Enzo Zito. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Piana Martedì 3 gennaio 2012 S’intitola “Niente di cui pentirsi” il romanzo del sostituto procuratore della Procura di Reggio di ANGELO CANNATÀ “ERA un giorno di primavera come tanti altri quel 28 aprile del 1974.” Comincia così il noir di Rocco Cosentino, sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Reggio Calabria. Che significa? Perché il pubblico ministero di una città “discussa”, scrive un romanzo? Apro il “Quotidiano”: “Richiesta di scioglimento del comune di Reggio per presunte infiltrazioni mafiose”; “Due arresti per tentato omicidio di un romeno”; “Talpe presso il Palazzo di giustizia”; “Consigliere comunale reggino arrestato per concorso esterno”. E' un bollettino di guerra. In questo “clima”, è in libreria “Niente di cui pentirsi” (Luigi Pellegrini Editore): il contesto stimola la lettura del Il sostituto procuratore Rocco Cosentino; in basso: la copertina del suo romanzo testo. Ma c'è di più. Cosentino è scrupoloso, analitico, documentato, attento ai dettagli. Scrive bene. Racconta di una città devastata da una serie di terribili delitti. Hanno qualcosa in comune? C'è un filo che li lega? Si indaga: l'obiettivo è fare giustizia. Impresa ardua. Non solo perché il concetto di giustizia si complica nel districarsi della trama, ma anche perché il pubblico ministero e il giovane commissario debbono lottare chiede i pieni poteri sui prefetti, con la direzione di Catanzariti -, contro la burocrazia e la diffisui questori; lei vuole coordina- sono scottanti: “Due omicidi, in denza dei superiori. re la lotta alla mafia, controllare poco meno di una settimana (…) C'è qualcosa di autobiografile banche, entrare nel commer- Gli venne in mente che quella co in questa parte del racconto? cio della droga. Ma generale era una responsabilità che doNon conosciamo il punto di vinon lo vede che questa grande veva dividere con il comandansta dell'autore. Ma la letteratucittà vive della droga? Non lo sa te della locale compagnia dei cara, la storia e la cronaca dicono che i mafiosi sono nel palazzo? rabinieri. (…) Squilla il telefodi queste difficoltà. Il “noir” è (...) La verità è che Dalla Chiesa, no. - Pronto, dottore, le porto alun genere che da Edgar Allan il generale di ferro, è stato man- cune novità sull'avvocato GuiPoe a Carlo Lucarelli descrive la dato a Palermo allo sbaraglio” do Merlin (…) La nascita del suo complessità del reale. Anche la (Giorgio Bocca, Il generale nel impero economico, creato dal complessità della macchina delsuo labirinto, la Repubblica, 4 nulla, è coincisa proprio col suo la giustizia e dello Stato, che lasettembre 1982). Ecco. L'im- ingresso in politica.” (pp. 323scia soli, non tutela, talvolta pressione è che i personaggi di 324). ostacola i suoi servitori. Questa Interessi, crimini, politica. Cosentino - anche loro - debbano complessità, ben raccontata da lottare contro burocrazia, diffi- Siamo dentro la piena attualità. Cosentino, è descritta - con lucidenze e resistenze, e in certi mo- Quella con cui l'autore ha quotido realismo - anche dai grandi menti sembrano soli. Come Dal- dianamente a che fare nella Progiornalisti. Penso a Giorgio la Chiesa. I temi che affrontano - cura di Reggio. Il tutto, natuBocca che va a Palermo per inil giovane commissario Di ralmente, visto attraverso gli tervistare Carlo Alberto Dalla Francesco e l'Ispettore Caruso, occhi (e la trasfigurazione) delChiesa: “…ma generale, lei I personaggi a volte sembrano lasciati da soli Cosentino l’inchiesta è noir l'arte: non mancano le pagine ironiche, i flashback, l'intreccio tra inchiesta e vita dei personaggi, lo scavo psicologico. Il risultato complessivo è - dal punto di vista letterario - positivo. “Niente di cui pentirsi”, con analisi e descrizioni minuziose, un registro stilistico tecnico (ma comprensibile), ci fa entrare dentro la macchina della giustizia. Come lettori, ne usciamo soddisfatti. Sappiamo qualcosa di più dell'universo giudiziario: dei pregi e dei limiti. Ha coraggio Roberto Cosentino. Non teme di parlare (anche) degli abusi di qualche componente delle forze dell'ordine. Intervistato su questo tema, risponde con ironia: “Se tra le pagine del mio romanzo qualcuno dovesse scorgere casi estremi di corruzione e illegalità varie, e mi dovesse accusare di aver infangato il buon nome della Giustizia, lo posso rassicurare dicendo che questa è stata la parte del mio romanzo in cui la fantasia ha avuto minor spazio…”. Cosentino racconta la realtà - delle procure, delle inchieste, del mondo della giustizia -, così com'è. Con le luci e le ombre. Restano le domande che riguardano la struttura narrativa, ma anche - a ben vedere - la filosofia dell'autore: “la verità alla fine sembra trionfare… ma sarà davvero così? Giustizia sarà fatta… ma da chi? Le vittime potranno risposare in pace… ma quali vittime?” Domande. Dove, con tutta evidenza, entrano in gioco i concetti di verità, necessità e destino. Ma non vogliamo addentrarci nei meandri dell'interpretazione filosofica. Ci interessa di più l'aspetto politico. Il testo si chiude con queste battute: “Vedendomi lacrimare mi chiese: 'Che cosa hai fatto di tanto grave?' - Risposi: 'Niente di cui pentirsi'.”Quanti, oggi - sulla scena pubblica - potrebbero pronunciare queste parole? Insomma: visti i titoli richiamati all'inizio, anche la politica - in Calabria - non ha nulla di cui pentirsi? Si racconta la realtà tra luci e ombre In un libro gli scenari possibili in vista delle presidenziali Usa Gli impegni della casa editrice Tutti i rivali di Obama Sabbiarossa sbarca a Torino L’economia l’ago della bilancia del prossimo election day di MICHELE ESPOSITO IL COMPASSATO Romney, il «resuscitato» Gringrich, il texano Perry. La mappa dei rivali di Barack Obama alle presidenziali del 2012 è ancora fluida e, a pochi giorni dall’inizio delle primarie, pare che il Grand Old Party non abbia ancora trovato un vero leader. Nel volume 'Tutti i rivali del presidentè Giampiero Gramaglia, per trent'anni all’ANSA, di cui è stato corrispondente a Bruxelles, Parigi e Washington e poi direttore, traccia i vari scenari possibili a un anno dall’Election Day. Dove – è uno dei refrain del libro – sarà l'economia il vero ago della bilancia per la vittoria finale. Sul fronte conservatore, i repubblicani «appaiono quasi rassegnati a scegliere il proprio sfidante alla Casa Bianca tra personaggi senza carisma» osserva l’autore ricordando come il Gop sembri «divorare i loro potenziali favoriti» e ciò “costituisce un vantaggio» per Obama. Sebbene ancora troppo eterogenea, la gamma dei futuri avversari del presidente La copertina del libro potrebbe però rivelare ancora molte sorprese. E allora ecco, in questo ricco manuale alle presidenziali Usa, un identikit degli otto candidati repubblicani ufficiali più tre outsider, tra i quali spicca l’icona del Tea party Sarah Palin: senza di lei “la campagna repubblicana risulterà piùnoiosa e quindi meno seguita dai cittadini» fornendo così «una chance in più per Obama». Nel volume, terminato alcune settimane prima del passo indietro di Hermain Cain, il re del- la pizza è descritto già come una stella cadente, punito da gaffe madornali e, soprattutto, dalle imbarazzanti accuse di molestie sessuali. Sul podio dei favoriti, ecco invece Mitt Romney, imprenditore mormone, sposato con 5 figli e uomo-chiave del successo delle Olimpiadi Invernali di Salt Lake City nel 2002. Romney è «il battistrada in quasi tutti i sondaggi. È serio e credibile ma freddo e troppo moderato per appassionare i conservatori 'arrabbiatì», spiega Gramaglia. Il governatore del Texas Rick Perry, «evangelico e ultra-conservatore», punta invece, proprio come la meno favorita Michele Bachmann, «sul voto qualunquista» ma ora «sembra già spompato, esposto alla mercè delle sue gaffe». Alle sue spalle, si piazzano un “vecchio arnese» della politica a stelle e strisce come Newt Gringrich, «politico d’esperienza dotato di tenuta sulla distanza», e il ginecologo Ron Paul, considerato «un padrino intellettuale» del Tea Party. Ma alla fine, Obama riuscirà a confermarsi alla Casa Bianca? Per Gra- maglia – che dedica la seconda parte del libro alle “regole del gioco» del lungo viaggio elettorale e ad alcune curiosità storiche legate al voto – quello del presidente è stato «un mandato ad handicap» nel quale Obama «non ha certo trovato lo slancio della campagna elettorale, deludendo i suoi sostenitori senza, peraltro, soddisfare i suoi oppositori». Mentre in politica estera, l’uccisione di Bin Laden e il ritiro delle truppe dall’Iraq sono certamente delle armi in più per il presidente anche se, «economia, lavoro e società sono in genere in testa ai criteri di scelta degli elettori». Con il fronte del Gop ancora diviso, molto dipenderà dalla congiuntura economica, quindi, in un’America dove il recente movimento degli indignados «ha per protagonisti proprio quei giovani idealisti che nel 2008 avevano fornito supporto e sostegno, entusiasmo e capacità tecnologica, alla campagna di Obama». Giampiero Gramaglia Tutti i rivali del presidente - Editori internazionali riuniti, pp. 255 – 20 euro DUE mesi intensi e produttivi quelli appena trascorsi per «Sabbiarossa edizioni». Tutto è partito, riferisceun comunicato della casa editrice, il 31 ottobre del 2011 con la pubblicazione del bando di «Odio gli indifferenti» e con l’avvio della distribuzione dei due primi titoli, il romanzo «Bianco come la vaniglia», di Paola Bottero, e il «Diario di un’esperienza tra le mura dell’anima», di Marcella Reni e Carlo Paris. La memoria già raccolta dall’inchiostro dei primi due titoli si unirà a quella delle prossime uscite, per costruire una realtà sempre più solida e lontana dai silenzi contigui che sembrano aver sopraffatto buona parte della società calabrese. Il 2012 si apre per «Sabbiarossa edizioni» con obiettivi importanti, partendo dal premio letterario «Odio gli indifferenti», per inediti di narrativa (il bando per partecipare è consultabile all’indirizzo web http://odiogliindifferenti.wordpress.com e scade il 15 febbraio). La partecipazione al Salone del Libro di Torino e alle altre manifestazioni nazionali dedicate all’editoria sarà anticipata e seguita da nuove presentazioni. Partendo dalla prima data, il 20 gennaio, in cui la casa editrice sarà a Torino, per raccontare e raccontarsi. «Speravamo di riuscire ad aggregare –afferma Paola Bottero - parte della Calabria sana, di cui ci si innamora a prescindere. Speravamo di riuscire a scalfire la crosta dura di silenzio che domina con la paura ogni cosa. Manon potevamo immaginare di raccogliere tanti entusiasmi, tanto consenso, tanta sana e pulita voglia partecipativa. Ci sentivamo folli a pensare di poter avviare una nuova esperienza editoriale. E forse lo siamo. Ma con noi ci sono tantissimi altri: non solo le migliaia di persone che hanno già acquistato i nostri libri e ci stanno fortificando con i loro incoraggiamenti e i loro complimenti, maanche itanti scrittori di inediti che hanno già inviato il proprio manoscritto». Il premio letterario scade a febbraio E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Idee e società 51 Martedì 3 gennaio 2012 33 Email: ilquotidiano.cs@finedit.com - Amantea E-mail paoloorofino@libero.it - smuoio@alice.it Paola E-mail paolovilardi@libero.it, pagliaroa@libero.it, francescostorino@tiscalinet.it San Lucido Email carboalex@libero.it Scalea Email cava@scaleapress.it Belvedere Email cava@scaleapress.it Acquappesa E-mail battista.bufanio@tin.it Paola. Erano state scoperte lo scorso 28 dicembre a seguito di una partecipata commemorazione Sfregio alle targhe di Gravina Ignoti hanno piegato i cartelli dedicati al meccanico che si era opposto al racket di PAOLO VILARDI PAOLA – Opera di gente collusa con la criminalità o deplorevole gesto di qualche bontempone? Ignoti nei giorni scorsi hanno piegato e parzialmente danneggiato le targhe, per nasconderle alla lettura dei passanti, del ponte di Via Cristoforo Colombo, intitolato alla memoria del meccanico Luigi Gravina, ucciso nel 1982 da due killer perché si era opposto alle richieste estorsive dell’invadente criminalità del tempo. La cerimonia di commemorazione si era tenuta lo scorso 28 dicembre, alla presenza del sindaco Roberto Perrotta, del presidente del consiglio comunale, del parroco del duomo e dei familiari del compianto, che allo scoprimento delle due targhe, una per ogni senso di marcia, avevano manifestato profonda commozione per quella cerimonia che rinfrancava la memoria del proprio congiunto, rievocando la sua dignità che si manifestò con un grande atto di coraggio, respingendo le angherie della malavita. Un gesto pagato con la vita. Gravina fu ucciso da due sicari che il 25 marzo dell’82 fecero irruzione nella sua officina e gli esplosero contro alcuni colpi di pistola. Sulle targhe scoperte a fine dicembre si legge pertanto “Ponte Luigi Gravina, Martire per la Libertà”. Frase significativa e dal forte messaggio, che qualcuno ha inteso togliere dal campo visivo dei passanti, svitando i bulloncini dei due cartelli e girandoli in modo perpendicolare alla loro visuale, appunto per impedire di leggerli. Non si è tra l’altro tratta- Una delle targhe prese di mira dai vandali to di un gesto sporadico, perché le targhe sono state manomesse due volte: la prima il 30 dicembre; una volta ripristinate sono state nuovamente girate l’1 gennaio. I malviventi hanno agito di notte, approfittato della scarsa illuminazione del ponte e della poca presenza di gente lungo la strada. Di cosa potrebbe trattarsi? Molto probabile di qualcuno a cui non piace che si ricordi una persona a cui è stato riconosciuto il gesto eroico di opporsi alle vessazioni della malavita locale, che nei primi anni Ottanta incuteva timore alla popolazione, costringendola a stare dentro casa al calar del sole. Qualcuno che per forza di cose è legato alla criminalità organizzata di oggi, che ha inteso risaltare che la stessa è ancora viva e vegeta. A sostegno di questa ipotesi i due distinti episodi del piegamento delle targhe. Un’insistenza che lascerebbe dedurre che non si è trattato dello scherzo di cattivo gusto di qualche scapestrato. Il fatto sarà segnalato all’autorità giudiziaria inquirente. Non è da escludere la possibilità che in zona venga istallato un circuito chiuso di telecamere, onde prevenire deprecabili episodi del genere. Il coro di denuncia, a Paola e nei paesi limitrofi, è praticamente unanime. E ora si spera di risalire agli autori o quantomeno di evitare che in futuro accadano cose del genere. Paola. E’ stata presentata da padre Rocco l’83ª edizione Il calendario di San Francesco di MIMMO ABRAMO PAOLA - L’inizio del nuovo anno, che segna l’avviodelle celebrazioniperil 50°anniversario del Patronato di S. Francesco di Paola, è stata l’occasione per il Padre Provinciale, Rocco Benvenuto, per presentare il nuovo calendario del Santuario di Paola e il logo giubilare. Lo storico calendario, giunto ormai alla sua 83ª edizione, presenta, infatti, il Santo nell’atteggiamento di proteggere la Calabria, sulla quale sono state significativamente riprodotte le facciate delle 12 cattedrali calabresi. Tutte le immagini sono state realizzate da Yuriy Kuku, artista ucraino che ormai da diversianni opera in Calabria.In parallelo si muove il logo, opera di p. Ivano Scalise. Scegliendo l’ulivo come elemento tipico della Ca- Strategie in vista per le amministrative labria, attraverso 5 foglie, che rappresentano le cinque Province calabresi, è stato realizzato il 5, mentre lo zero è dato dal sole, con 12 raggi, all’interno del quale è impresso il Charitascheè lostemmadiS. FrancescodiPaola. Lo zero è stato posizionato nella parte alta del mar Tirreno, dove si trova Paola che ha dato i natali al Santo. Dallo zero si diramano poi 12 fiammelle, rappresentanti le 12 diocesi calabresi. Ogni gruppo di 4 ve n’è una più grande. Letre fiammemaggiori stannoad indicarele tre sedi metropolitane, Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria. Il tutto è posizionato sulla Calabria, mentre nella legenda è riportato l’incipit del Breve del B. Giovanni XXIII, “Lumen Calabriae”, col quale il 2 giugno proclamò S. Francesco di Paola celeste patrono della Calabria. Sul posto sono intervenuti i carabinieri Si masturba davanti a un’abitazione e malmena i carabinieri FUSCALDO - Si inizia a masturbare alla vista del proprietario di una casa a cui aveva recato disturbo, visibilmente in preda all'alcool e forse sotto l'effetto di qualche stupefacente. All'arrivo dei carabinieri inizia a malmenarli, ma verrà bloccato e arrestato in pochi minuti. Il protagonista di questa vicenda giudiziaria è un pregiudicato del posto, G.N., di 31 anni, che risulta disoccupato. Il fatto è accaduto intorno alle 21 del giorno di capodanno. L'uomo, ubriaco, si era recato nei pressi di una casa della marina della città. Alla vista del proprietario, che sentiti strani rumori si era affacciato, lo strano personaggio inizia a masturbarsi. Il caso veniva subito segna- lato ai carabinieri, che prontamente intervenivano con una pattuglia della locale stazione, coordinata dal luogotenente Pietro Colosimo, e con un'altra del Norm della compagnia di Paola, agli ordini del tenente Paolo Zupi. Al primo tentativo di far desistere l'uomo dai suoi comportamenti i militari ricevevano dapprima qualche insulto; venivano poi aggrediti e malmenati, procurandosi qualche escoriazione, ma riuscivano ugualmente a bloccare l'aggressore, che su disposizione del pm di turno, Giovanni Calamita, verrà sedato, arrestato e tradotto in carcere per atti osceni in luogo pubblico, minacce, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. p. v. Paola. Attacco dopo le ultime decisioni in materia di piano strutturale I giovani dell’Udc vogliono spazio e chiedono concretezza Psc e Ici: un gruppo di cittadini contro l’amministrazione «Si vuole fare solo cassa» PAOLA - «Quel che serve, a nostro avviso, è anche e soprattutto un progetto unitario, tra i partiti che compongono l’alleanza che sostiene il presidente Scopelliti alivello regionale, oltre che ad un’apertura alle forze del terzo polo ed a quelle forze sane (associazioni su tutte) che vogliono rappresentare e nel contempo dar vitaad unavalidae seriaalternativa di governo per la città di Paola». E’ quanto sostengono, in una nota stampa, i giovani dell’Udc. «Si sente il bisogno e la necessità – prosegue la nota - di un confronto sereno e costruttivo, che parta dall’elaborazione di un programma condiviso e che possa rispecchiarsi nelle istanze delle nuove generazioni. Chiediamo concretezza ed impegno, oggi più di ieri, affinché, anche a Paola, possa innescarsi il virtuosismo amministrativo e politico che sta vedendo la nostra regione protagonista, nonostante ataviche difficoltà eproblematiche ereditate ed anch’esse di antica memoria. Urgono scelte co- raggiose e che mirino al mondo giovanile, senza tentennamenti ed agendo con saggezza e senso di responsabilità: questo, ed altro, è ciò che ci sentiamo in dovere di reclamare al nostro partito ed a colui che sarà il candidato a sindaco che andremo a sostenere». A tal proposito, subito dopo lo Skimeeting di fine mese, che vedrà impegnata la componente giovanile e non solo, in Sila, per una tre giorni di formazione e di dibattito con Casini, Cesa ed i leader nazionali e regionali dell’Udc, sarà avviata una fase di confronto e di ascolto per far proprie le richieste dei giovani paolani in proposte programmatiche che, in un secondo momento, si suggerirà di inserire nel programma elettorale del partito. Nel calendario che si sta predisponendo troveranno spazio una serie di iniziative e di manifestazioni che si organizzeranno in stretta sinergia con il coordinamento provincialee conquelloregionale. f. s. di FRANCESCO STORINO PAOLA - Psc e nuovi terreni edificabili nell’occhio del ciclone. Un gruppo di cittadini contestail comunee l’amministrazione rea di non essere andata incontro alle esigenze della cittadinanza. Anche a Paola a popolazione effettiva è in diminuzione il turismo è in netto calo e le case rimangono vuote. In tutta questa drammatica situazione il comune di Paola cosa fa? «Allo scopo di reperire maggiori entrate fiscali, ha considerato sufficiente il semplice inserimento del terreno agricolo nel Psc come area fabbricabile per considerarlo tale anche ai fini Ici, non tenendo conto che ci sono anche tanti onesti cittadini che hanno oggi difficoltà di pagare l’Ici su questi terreni». A dire di questi cittadini il Comune spende male i suoi soldi (mutui e debiti vari): «Ma non è giusto che a pagarne le spese siano i paolani». Nell’ultima nota del Comune la Giunta ha fatto un passo indietro precisando fra l’altro che: «La superficie reale dei terreni potrà essere prodotta solo dalla parte interessata essendo, questa, l’unica a conoscere la situazione concreta attuale». Adesso questi cittadini si chiedono «con quali parametri il Comune ha attribuito ad un terreno la natura di area fabbricabile? Non è certo il cittadino che deve produrrete la documentazione per far cono- scere al Comune di Paola la situazione concreta attuale». Per cui si ricorda che «a seguito dell’adozione in data 5 febbraio 2008 del Nuovo Regolamento Urbanistico, e della successiva approvazione definitiva del 25 ottobre 2008, rende necessario ridefinire i criteri per la valutazione del valore venale delle aree fabbricabili derivante dalle nuove disposizioni urbanistiche chehanno introdottoun diverso sistema di zonizzazione e di potenzialità edificatoriarispetto aglistrumentiurbanistici pre-vigenti e per dare giusto completamento all’obbligo imposto al Comune, dall’art. 31 comma 20 della Legge 289/2002, di comunicare ai cittadini l’intervenuta edificabilità delle aree possedute». E i Comuni, quando attribuiscono ad un terreno la natura di area fabbricabile, ne danno comunicazione al proprietario a mezzo del servizio postale. «Se il Comune non dà comunicazione al proprietario dell'attribuzione a un suo terreno dellanatura diareafabbricabile, nonpuò essere irrogata alcuna sanzione, in virtù del principio generale della tutela dell'affidamento e della buona fede del contribuente (Direzione federalismo fiscale, documento protocollo 16506/2010 del 16 luglio 2010)». A questo si aggiunge che «l’art. 5 del D.Lgs. 504/92 stabilisce che la base imponibile ai fini della determinazione dell’Ici da corrispondere per le aree fabbricabili è costituita dal valore “venale in comune commercio al 1° gennaio dell’anno di imposizione, avendo riguardo alla zona territoriale di ubicazione, all’indice di fabbricabilità, alla destinazione d’uso consentita, agli oneri per eventuali lavori di adattamento dei terreni necessari per la costruzione, ai prezzi medi rilevati sul mercato della vendita di aree aventi analoghe caratteristiche». Mancano poi, a dire di questo gruppo di cittadini, i cosiddetti piani attuativi e inoltre una domanda sorge spontanea se il terreno non ha i crismi di potenziale edificabilità come ci si regola? Come sottolineato dalla Suprema Corte, risulta logico dedurre che «se l’edificazione è vietata fino all’approvazione dei piani attuativi (piani particolareggiati o di lottizzazione) o fino a quando la norma di salvaguardia non è stata revocata o dichiarata decaduta, con la conseguente impossibilità di fatto di ottenere valida concessione edilizia per edificare, non è sostenibile che quell’area è utilizzabile a scopo edificatorio. La utilizzabilità presuppone la possibilità attuale e non potenziale di edificare. Senza dubbio genererà un considerevole contenzioso con il Comune, i quali continueranno, per note ragioni di cassa, a perpetuare la loro prassi impositiva». E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Tirreno Martedì 3 gennaio 2012 dal POLLINO alloSTRETTO Bomba nel ristorante dei migranti calabria ora MARTEDÌ 3 gennaio 2012 PAGINA 5 Caulonia, il locale era prossimo all’apertura: sventrate porte e finestre CAULONIA (RC) Attentato dinamitardo nella Locride, dove un ordigno è stato fatto esplodere nella notte davanti al ristorante “La grotta”, in contrada Frazzo, lungo la strada provinciale che congiunge la Statale 106 a Caulonia. Il locale, devastato dalla deflagrazione, che ha mandato in frantumi porte e finestre, era prossimo all’apertura. Presto sarebbe stato gestito da un gruppo di migranti giunto a Caulonia a seguito di un progetto presentato dal Comune e coordinato dalla cooperativa Goel. Per fortuna non ci sono feriti: il ristorante, quando avviene l’esplosione, la Niente di nuovo: è la storia che notte di San Silvesi ripete… Prima l’attentato a don stro, era vuoto. E sulGiacomo Panizza, ora questa intilo sfondo, intanto, si midazione vigliacca che colpisce allunga mancina ancora una volta le persone più l’ombra dei clan. Il deboli. Si tratta di un episodio inGoel, per quel che crescioso, che dimostra come la documenta il comumano della criminalità organiznicato diramato ieri a zata non risparmi nessuno e coltutti gli organi d’inpisca soprattutto le esperienze poformazione, si sente sitive che esistono in Calabria. In nel mirino della maquesto caso, dopo l’associazione fia: «Nella Locride “Progetto Sud” è stato preso di misono molti gli atti di ra lo stesso Comune di Caulonia violenza. Se la da sempre impegnato nell’acco’ndrangheta non vieglienza degli immigrati e delle ne urgentemente anpersone che vivono in genere in nientata, per la Calacondizioni di estremo disagio e bria sarà definitivapovertà. È un segnale inquietanmente preclusa ogni te, questo, di come la criminalità via di sviluppo», scriorganizzata tenda a voler destabive la coop. lizzare. Ed è la riprova di quanto Il presidente, Vinvere siano le parole pronunciate cenzo Linarello, è da don Giacomo Panizza e don Pistato interrogato dai no De Masi nel corso della Marcia carabinieri di Rocceldella pace a Polistena per dire no la Jonica. Anche se il alla mafia: è arrivato il momento progetto sull’immiche ognuno si assuma le proprie grazione muove una responsabilità, in tutti gli ambienmontagna di denaro, ti. Ognuno deve fare la propria l’uomo ha riferito agli parte. Azioni del genere, del resto, inquirenti di non non fanno altro che rafforzare la aver mai ricevuto minostra volontà di lavorare sui ternacce. I militari del ritori. Fatti del genere non ci inticapitano Marco midiscono e producono l’effetto Comparato, per ora, contrario. Il nostro auspicio per il non scartano alcuna nuovo anno è che non soltanto pista. Neanche la più vengano raggiunti importanti ribanale. Nella mattisultati da parte delle forze dell’ornata di ieri, hanno efdine sul versante del contrasto alfettuato una serie di la criminalità organizzata, ma sopralluoghi in conche i cittadini soprattutto non ritrada Frazzo. Sulla mangano alla finestra. È questo il piazzola del ristorannostro appello: bisogna uscire te, una vecchia casa dall’indifferenza e fare una scelta, appositamente ridecidere cioè se stare con la mafia strutturata, c’erano o contro la mafia. La cosa peggioancora i segni lasciare è non scegliere. Ecco perché noi ti dalle ruote dell’ausperiamo che la gran parte dei citto a bordo della quatadini scelga di stare dalla nostra le sono giunti i malparte... viventi. Mimmo Nasone Secondo una pri“Libera Reggio” ma ricostruzione, tutto si consuma la notte di Capodanno. A quell’ora, buio fitto, in contrada Frazzo, zona periferica di Caulonia, non si vede anima viva. I bombaroli si sono mossi indisturbati. Hanno innescato l’ordigno e si sono dileguati senza essere né visti né sentiti. L’allarme è stato lanciato solo nella matti- Il ristorante sarebbe stato gestito da un gruppo di migranti nata di ieri. Il primo cittadino di Caulonia, ha commentato il gesto. «I valori di solidarietà, generosità, accoglienza e uguaglianza – scrive l’amministratore - tagliano l’erba sotto i piedi alla criminalità, che per vivere ha bisogno di contrapposizioni, odio e divisioni. Noi non faremo un solo passo indietro. Nè abbandoneremo le nostre posizioni». Il piano sull’immigrazione, del resto, è stato da sempre il cavallo di battaglia del sindaco Ilario Ammenodolia. La nuora insegna la lingua italiana ai migranti, mentre la nipote coordina il progetto in nome e per conto della cooperativa. E’ una vera e propria escalation del terrore quella lanciata al progetto sull’immigrazione. La prima incursione risale al marzo 2009. Ignoti hanno sparato due colpi di pistola contro la taverna “Donna Rosa”, il ristorante del primo cittadino di Riace, Domenico Lucano. Riace e Caulonia, in quel periodo, si erano offerti di ospitare una quota di migranti arrivati in Italia. Lo stabile in cui è stato collocato l’ordigno è di un privato. Il Goel, ogni mese, paga l’affitto. Le indagini sono condotte dai carabinieri di Roccella Jonica. «Dopo Riace, Rosarno e Lamezia – dice il sindaco Ammendolia ignoti criminali attaccano il progetto accoglienza del Comune di Caulonia. Lo hanno fatto con una bomba collocata ieri notte al ristorante etnico di prossima apertura». La criminalità non risparmia nessuno... ILARIO FILIPPONE regione@calabriaora.it Il ristorante devastato dalla deflagrazione VIBO VALENTIA Alla cooperativa “Talità Kum” il raccolto delle olive comunali RACCOLTA I volontari della cooperativa sociale al lavoro al parco urbano di Vibo Valentia VIBO VALENTIA Questa volta la solidarietà non si è limitata alle solite - seppur doverose - parole. Si è tramutata in un gesto concreto, pensato dall’amministrazione comunale di Vibo Valentia e rivolto a chi è stato vittima di un atto spregevole. Erano gli inizi dello scorso novembre quando a Sant’Onofrio, in località “Vajoti”, il titolare di un va- sto appezzamento di terreno, Pietro Lopreiato, si trovò davanti una scena incredibile e tristemente reale: le circa mille piante d’ulivo presenti sul lotto erano state praticamente rase al suolo. Un gesto chiaramente di matrice mafiosa, un “avvertimento”. Di quelle piante se ne occupava la cooperativa sociale “Talità Kum”, della quale lo stesso Lopreiato è socio, che ne raccoglieva i frutti per produrre un olio biologico di ottima qualità. Un lavoro che si basava sull’opera volenterosa dei membri dell’associazione, nata per tentare di dare una speranza di legalità ad un territorio oppresso dalla criminalità organizzata. All’episodio, ripreso anche dai media nazionali, è seguito un fiume di solidarietà alla cooperativa, della quale fanno parte anche due sacerdoti, don Salvatore Santaguida e don Domenico Muscari. Entrambi ieri erano presenti, insieme ad altre persone, al parco urbano di Vibo Valentia, splendido pol- A novembre l’avvertimento: circa mille piante d’ulivo furono distrutte mone verde della città, per concretizzare il gesto di solidarietà del Comune: loro vi hanno tagliato gli ulivi - il ragionamento degli amministratori vibonesi - noi vi offriamo i nostri, presenti nel parco, raccoglietene i frutti. Così è stata data vita ad una raccolta, anche se leggermente fuori stagione, che ha visto impegnati alcuni operai e componenti della “Talità Kum”. «Un piccolo gesto che andasse oltre le parole, per quel poco che vale», è stato il commento dell’assessore all’Ambiente Pietro Comito. «Molto grati, anche per il valore simbolico dell’iniziativa», si sono detti il presidente Giovanni Pileggi e don Domenico Muscari, i quali hanno assistito, insieme all’imprenditore Pietro Lopreiato, alla raccolta delle olive dentro il parco vibonese. Un piccolo grande gesto per non far sentire sole le persone impegnate a lavorare e a far rispettare il sacrosanto valore della legalità. Giuseppe Mazzeo 6 MARTEDÌ 3 gennaio 2012 D A L P O L L I N O calabria A L L O ora S T R E T T O CATANZARO CATANZARO Complice il buio, complice una strada che di certo non è agevole, forse un attimo di distrazione fatale. Complice un destino amaro e tragico. È finita così sull’asfalto la vita di Roberto Anfossi, 32 anni, originario di Lamezia Terme che si trovava da tempo a Catanzaro. L’uomo stava percorrendo la strada che congiunge il quartiere di Germaneto con via Lucrezia della valle, periferia sud del capoluogo, ad un certo punto, per cause che sono ancora in corso di accertamento da parte delle forze Travolto da un’auto e ucciso L’incidente a Germaneto. La vittima è un uomo di 32 anni di Lamezia Terme dell’ordine, una Y10 è piombata su di lui senza lasciargli scampo. Non sembra però che sia stata la velocità a causare il tragico incidente. Anche perché in quel tratto di via Molè, usato spesso come scorciatoia per evitare il traffico, sarebbe difficile andare veloce se non a rischio della propria vita. Un colpo sordo, è questo quello che il conducente dell’Y10 ha sen- tito. L’uomo alla guida dell’auto si è fermato subito per capire cosa fosse accaduto e appena ha realizzato la tragedia ha chiamato i soccorsi. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, la polizia, ma per recuperare il corpo del ragazzo è stato necessario anche l’intervento dei vigili del fuoco che con i loro mezzi hanno fatto luce nel luogo dell’incidente. La salma è stata recuperata in tarda serata dall’agenzia funebre Tassoni ed è stata trasferita presso l’obitorio, in attesa che il magistrato di turno compia tutti gli accertamenti di rito prima di riconsegnarla alla famiglia per il funerale. Un inizio anno davvero tragico con una giovane vita spezzata all’improvviso. Giulia Zampina Il cadavere sull’asfalto Il Csm decide su Cisterna Pignatone verso Palermo Nei prossimi giorni le prime risposte alla “stagione dei veleni” REGGIO CALABRIA Cosa deciderà il Csm su Cisterna e come finirà l’indagine sul procuratore aggiunto della Dna, indagato a Reggio per corruzione? Ci saranno procedimenti per i pm Pignatone e Ronchi? Prestipino andrà a processo per aver diffamato Cisterna e Macrì? Ed ancora: Pignatone lascerà Reggio per Roma o Palermo? L’indagine sulle bombe sarà smontata completamente? Sarà un mese decisivo quello appena iniziato. Nel breve volgere di qualche giorno, infatti, ci saranno delle scadenze che dovranno necessariamente portare a novità di rilievo all’interno della cosiddetta “stagione dei veleni” all’interno degli uffici giudiziari di Reggio Calabria e non solo. Sono sostanzialmente tre i filoni che potrebbero trovare una strada ben precisa in queste prime settimane del 2012: l’infinita querelle Cisterna-Pignatone-Prestipino; le indagini per gli attentati agli uffici giudiziari di Reggio Calabria; il trasferimento del procuratore Pignatone con annessa battaglia per la sede dello Stretto. UN MESE DECISIVO Tra le questioni aperte che dovrebbero trovare una strada precisa in queste settimane l’infinita querelle PignatoneCisterna-Prestipino (nelle foto sopra) Scontro senza esclusione di colpi Ricordate quando la mattina del 17 giugno il Corriere della sera sparò in prima pagina la notizia che il procuratore aggiunto della Dna, Alberto Cisterna era indagato con l’accusa di corruzione in atti giudiziari? Ebbene, essendo quell’iscrizione risalente al mese di maggio, la Procura della Repubblica di Reggio Calabria si trova ora davanti ad una scelta ben precisa. Il tempo è ormai scaduto e già all’inizio della prossima settimana potrebbe arrivare la decisione: richiesta d’archiviazione, richiesta di rinvio a giudizio o richiesta di proroga delle indagini preliminari. È molto probabile che la strada percorsa sia quella della richiesta d’archiviazione, atteso che gli elementi a carico di Cisterna (accusato di aver fatto scarcerare il fratello del pentito Nino Lo Giudice, Maurizio, in cambio di denaro) sono talmente labili da non consentire di ipotizzare un castello accusatorio che possa reggere. Ma, come è ovvio, sarà la procura guidata da Giuseppe Pignatone a scegliere la strada da seguire e la richiesta di proroga d’indagini preliminari non appare neppure così improbabile, alla luce delle recenti informative che hanno riguardato il procuratore Cisterna. Ecco, dunque, che ci si appresta ad un altro momento topico nello scontro che vede ormai protagonisti alcuni tra i magistrati antimafia più in vista a livello nazionale. Eh sì, perché nelle prossime settimane anche da Milano dovrà arrivare una decisione in merito alla denuncia che proprio Cisterna presentò, assieme al collega Enzo Macrì, nei riguardi del procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Michele Prestipino. Era il marzo del 2011, quando i due giudici querelarono Prestipino per diffamazione. Le accuse per l’aggiunto di Pignatone erano quelle di aver parlato, durante una cena con altri colleghi, dell’esistenza di una “cricca” di magistrati al cui vertice ci sarebbe stato proprio Macrì, e di cui anche Cisterna avrebbe fatto parte, e che sarebbe stata collusa con la criminalità organizzata. Anche in questo caso i termini sono ormai spirati e si attende solo di capire quali siano le decisioni che la magistratura milanese intenderà adottare e che potrebbero effettivamente avere delle ripercussioni non da poco visto che, se Prestipino dovesse andare a giudizio, sul banco dei testimoni potrebbe essere chiamato addirittura Pignatone, presente – secondo quanto contenuto nella denuncia – alla cena incriminata. In questo quadro non bisogna dimenticare un’altra decisione importantissima e che dovrebbe arrivare in queste settimane: il Csm dovrà dare una parola definitiva sul procedimento per eventuale trasferimento cautelare per incompatibilità ambientale nei riguardi di Alberto Cisterna. Dall’altra parte, invece, la Procura generale della Cassazione è in procinto di terminare gli accertamenti sulle carte trattenute a seguito dell’istanza che proprio Cisterna presentò, lamentando l’incompetenza territoriale di Reggio riguardo l’inchiesta che lo vede indagato per corruzione in atti giudiziari. Il procuratore generale trattenne gli atti per verificare la possibile apertura di procedimenti disciplinari nei confronti del pm Ronchi e del procuratore Pignatone. Una sommatoria di decisioni che potrebbe sconvolgere totalmente il quadro delineatosi sino a questo momento. Scelte che dovranno arrivare necessariamente nelle prossime settimane, poiché la giustizia non ammette ritardi ed i termini sono impietosi. Valzer di poltrone L’altro aspetto fortemente attuale è quello che riguarda il trasferimento del procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone. Della possibilità che vada al Dap si è già In arrivo detto. Ora, però, sembra che le indiscrela chiusura zioni diano Pignatone per favorito assoluto per il posto da procuratore della delle indagini Repubblica di Roma. Non ci sarebbero per gli attentati candidati più forti di lui, anche se per il alla Procura capo dell’ufficio reggino la tentazione è forte e si chiama Palermo. Con il pensionamento del pg si aprirebbero degli scenari nuovi e clamorosi che potrebbero riportarlo nella sua città d’origine addirittura da procuratore generale. Ci proverà? Difficile prevederlo. Di certo c’è che la sua partenza da Reggio Calabria scatenerà una guerra senza quartiere per la successione. Attentati, indagine granitica o già smontata? Da ultimo, i primi mesi dell’anno consegneranno anche la chiusura delle indagini preliminari per la stagione delle bombe. Posto che le accuse si basano soprattutto sulle propalazioni di Lo Giudice, mentre i riscontri tecnici emergenti dall’incidente probatorio non danno certezze sugli esecutori materiali, la domanda è chiara: a quali conclusioni arriverà la Dda di Catanzaro? Anche qui il groviglio appare di non facile risoluzione, se si considerano dati tecnici e dichiarazioni del nuovo pentito Marco Marino. Il 2012, dunque, si apre con una serie di questioni irrisolte che potrebbero avere delle accelerazioni improvvise. In tutto ciò, appare chiaro, ci si dovrà preparare a nuove stagioni di scontri durissimi, sperando che alla fine l’unica vera sconfitta non sia la giustizia. CONSOLATO MINNITI c.minniti@calabriaora.it 7 MARTEDÌ 3 gennaio 2012 D A L P O L L I N O calabria A L L O ora S T R E T T O Sfregio al ponte intitolato a Gravina Danneggiata la targa che ricorda il paolano ucciso dalla ’ndrangheta nel 1982 PAOLA (CS) Persone non identificate a Paola hanno forzato i sostegni e girato le scritte delle targhe toponomastiche del Ponte intitolato a Luigi Gravina ucciso nel 1982 dalla ’ndrangheta. A dare notizia dell’accaduto è la famiglia della vittima di mafia. L’intitolazione del ponte a “Luigi Gravina - Martire per la libertà” era stata ufficializzata lo scorso 28 dicembre dall’amministrazione comunale di Paola. Gli ignoti hanno forzato i sostegni della targa e hanno rivolto la scritta in modo che i passanti non potessero leggerne i contenuti. Gravina venne ucciso a 33 anni, nel 1982, «per essersi opposto reiteratamente – si legge nella delibera di giunta comunale - alle richieste estorsive della criminalità organizzata locale». Per ovviare a questo genere di problemi in futuro si sta pensando all’installazione di telecamere a circuito chiuso. «L’amministrazione comunale di Paola – si legge nella MARTIRE PER LA LIBERTÀ Sopra, Luigi Gravina, ucciso a 33 anni perché non voleva piegarsi alle richieste estorsive della ‘ndrangheta A sin., la targa del ponte di Paola intitolato a lui motivazione alla base della intitolazione - avverte, in maniera molto forte, l’esigenza di onorare il ricordo del compianto Luigi Gravina, figlio di questa terra, deceduto tragi- camente a Paola il 25.3.1982, per mano mafiosa, essendosi rifiutato, reiteratamente e con forte determinazione, di cedere alle insistenti e minacciose richieste estorsive della criminalità». E ancora: «L’omicidio di Luigi Gravina ad opera del locale clan di ’ndrangheta – prosegue la delibera - ha segnato una svolta nella lotta alla mafia della provincia. Da un lato, infatti, chi ha contribuito a consumare l’efferato crimine di un lavoratore coraggioso, padre di cinque bambini, si è pentito offrendo un contribu- to alla giustizia finalizzato a debellare la cosca di Paola mentre, dall’altro lato, molti operatori commerciali che mai si erano opposti alle insistenti richieste estorsive e alle angherie della mafia, in sede del processo penale in Corte d’assise, a carico di diverse decine di malavitosi, hanno trovato il coraggio di alzare la testa e confermare la consumazione dei reati». La delibera 249, inoltre, aggiunge: «Il gesto coraggioso di ribellione di Luigi Gravina, tra l’altro, va letto in un contesto storico-ambientale difficile e delicato. In quel tempo, infatti, lo Stato era meno “presente” e la mafia più forte e pericolosa, perché determinate leggi speciali contro il crimine organizzato ancora dovevano essere concepite, perché il fenomeno del pentimento non era ancora realmente esploso, in quanto le forze dell’ordine e la magistratura possedevano poche risorse per fronteggiare con determinazione la ’ndrangheta». r. r. intimidazione Devastato il campo di kiwi di un assessore di Rosarno ROSARNO (RC) Ancora una intimidazione nel Reggino ad un amministratore comunale. Il 2012 inizia senza buone notizie rispetto allo stato di pressione e tensione nei comuni più problematici della Calabria. A Rosarno è stata devastata, evidentemente a scopo intimidatorio, una coltivazione di kiwi appartenente all’assessore comunale Teodoro De Maria (nella foto). L’esponente di “Sinistra per Rosarno” è stato il primo degli eletti un anno gioranza. Coloro che si sono adoperati in mafa e conserva la delega chiave ai Lavori pubbli- niera ’ndranghetista contro di lui sappiano che ci. All’assessore, che ha prontamente denun- troveranno una risposta unitaria e corale da ciato il fatto ai carabinieri, è parte della nostra amminiarrivata la solidarietà del sinstrazione». Gli altri compoA Teodoro daco Elisabetta Tripodi – che nenti dell’esecutivo hanno daDe Maria è da mesi sotto scorta – della to atto a De Maria di un granmaggioranza e della sua lista. la solidarietà de impegno «per migliorare «La giunta comunale esprime le condizioni della frazione del sindaco solidarietà e vicinanza – si legBosco e più in generale tutta la e della giunta ge in una nota - e condanna città, intervenire e risolvere fermamente una tipologia di con equilibrio e determinazioattività criminale e mafiosa che non va né sot- ne i numerosi problemi che le amministraziotovalutata né fatta passare sotto silenzio. L’as- ni precedenti - non a caso dimissionarie o sessore De Maria ha sempre svolto con deter- sciolte per infiltrazione mafiosa - hanno laminazione e competenza il suo ruolo in asso- sciati irrisolti ed in eredità. luta sintonia con la giunta e con tutta la magColoro che pensano invece di potere modi- COSENZA Dopo oltre un mese di detenzione, parla dal carcere di Opera Franco Morelli. Lo fa attraverso una lunga lettera al leader del movimento Diritti civili Franco Corbelli. Il consigliere, lo ricordiamo, si trova in cella dal 30 novembre scorso, dopo essere stato arrestato nell’ambito dell’operazione “Infinito” coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini, che ha svelato i legami tra ’ndrangheta e istituzioni coinvolgendo in particolare il mondo politico e quello della giustizia. Morelli, che è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, nella lettera parla di una sua «siderale distanza da ogni ambiente malavitoso», descrivendo quello che ficare il nostro cammino con attentati o ritorsione avranno una ferma risposta in termini politici ed in termine di repressione». Si è stretta attorno all’assessore tutta la lista di “Sinistra per Rosarno”, che ha denunciato la pervicacia di quel sistema criminale «che tenta di interrompere con la forza il cammino di legalità e rinascita di un territorio che sta cambiando e di cui l’amico e compagno di viaggio Totò De Maria ne è espressione politica e amministrativa». Parole di conforto anche dal presidente del consiglio comunale Antonio Bottiglieri, che ha definito «vili» gli autori del gesto. Concetto ribadito con forza da Rocco Pronestì, capogruppo consiliare, «chi fa politica non può che prendere le distanze da fatti come questo che dimostrano come ormai il clima di intimidazione rischia di diventare costume», ed ha invitato la politica cittadina a far fronte comune contro la criminalità. Morelli scrive dal carcere al leader di Diritti civili E Corbelli chiede la fine della custodia cautelare per il consigliere regionale sta vivendo come «una prova a cui Dio ha voluto sottopormi». Corbelli, che parla al proposito di «una grande ingiustizia», chiede quindi la scarcerazione di Franco Morelli. «Da oltre un mese - afferma il leader di Diritti civili in una nota - una persona perbene, generosa, che nella sua vita ha solo aiutato tanta povera gente, è tenuto in un carcere (lo stesso dove è rinchiuso Totò Riina!) senza che sussista più alcuna esigenza cautelare: reiterazione del reato, pericolo di fuga, inquinamento delle prove». Scrive Morelli a Cor- belli: «Mio caro, carissimo Franco, desidero innanzitutto ringraziarti ed esprimerti i miei più vivi sentimenti di gratitudine perla testimonianza di stima e affetto che hai inteso riservare alla mia persona oltre che per la vicinanza attestata alla mia famiglia. Grazie veramente dal profondo del cuore, Grazie. Mai e poi mai avrei potuto immaginare che un giorno la mia esistenza si sarebbe potuta connotare di una vicenda così dolorosa, che però per alcuni versi diventa anche drammaticamente comica. Mi trovo, mio mal- grado, ad essere protagonista inconsapevole di un film che non mi appartiene né per forma, né per contenuto(mafia, servizi segreti,, ecc. ecc.. simili romanzesche storie sono lontane dalla infinitesima parte di cervello e di anima in modo siderale). L’unica vera grande consolazione, in questi frangenti, è che Domine Dio ha inteso donarmi questa sofferenza evidentemente perché ha in serbo progetti migliori e più edificanti. [...] Quando Dio mi ha messo qualcuno sulla mia strada, ho cercato sempre di accoglierlo, senza DOMENICO MAMMOLA regione@calabriaora.it differenza alcuna di censo o di rango sociale, ho cercato, Franco, di accogliere il mio prossimo, con semplicità, con leggerezza, con naturalezza, con rispetto, cercando di applicare il principio della reciprocità, della condivisione nella logica di supportare e sopportare gli uni i pesi degli altri, senza alcun calcolo e senza prevenzione di sorta. Se qualcuno ha pensato di trarre dei vantaggi ignobili questa si chiama doppiezza. E, personalmente, ho sempre aborrito la doppiezza. Quindi per me, è grande consolazione pensare quanto prima espresso ed è ancora maggiore il convincimento che Domine Dio illumini gli inquirenti, affinché presto vedano la luce ove vi sono delle ombre». MARTEDÌ 3 gennaio 2012 PAGINA 13 l’ora di Reggio tel. 0965 324336-814947 - fax 0965 300790 - mail reggio@calabriaora.it - indirizzo via Nino Bixio, 34 MOTTA SAN GIOVANNI Minatore d’oro Azzarà diventa il candidato > pagina 20 SCILLA Ripascimento Allarme dei commercianti > pagina 22 PRESIDIO OPPIDO MAMERTINA Prete e cittadini spronano la politica > pagina 23 LA STANGATA Immigrati nel mirino, anche Caulonia trema > pagina 28 Tre omicidi, indagato Morabito Il collaboratore accusato dei delitti Rosmini, Calarco e Polimeni Tre omicidi di ‘ndrangheta con una firma che li accomuna. Dovrà rispondere delle pesanti accuse di omicidio il collaboratore di giustizia Giuseppe Morabito, il prossimo 18 gennaio dinnanzi al gup presso di Tribunale di Reggio Calabria. Il processo è stato fissato nei giorni scorsi e Morabito è l’unico soggetto indagato per tre omicidi eccellenti avvenuti nel periodo della guerra di ‘ndrangheta. Si tratta dell’uccisione di Giuseppe Calarco, di Antonino Rosmini e di Natale Polimeni. Per tutti questi fatti di sangue Morabito sarà processato. Le sue stesse dichiarazioni da collaboratore di giustizia lo hanno portato sul banco degli imputati. L’accusa nel procedimento è sostenuta dal sostituto procuratore della Dda, Giuseppe Lombardo (in foto). Il profilo del personaggio Morabito decise di rompere il suo rapporto con la criminalità organizzata negli ultimi mesi del 2003 e saltare così il fossato e passare dalla parte della giustizia. Erano gli anni dei pentiti di seconda generazione, quelli usciti fuori dalla seconda guerra di ‘ndrangheta, che contò centinaia di morti ammazzati per le strade. Morabito, origina- l’uccisione eccellente Antonino Rosmini fu trucidato nella faida che opponeva la sua famiglia a quella dei Lo Giudice rio del quartiere di Santa Caterina, era già stato condannato definitivamente a cinque anni di reclusione per associazione mafiosa, nell’ambito del processo “Olimpia”. La storia criminale di Morabito lo indica come inserito, in un primo tempo, all’interno della cosca Lo Giudice, per poi passare in quella dei Franco. Un altro collaboratore di giustizia, Giacomo Lauro, aveva parlato di lui in passato spiegando che era uno dei soggetti «affiliati esterni ai Lo Giudice». Secondo il pentito «l’alleanza con i Lo Giudice si sfaldò quando i Morabito cominciarono ad avvicinarsi a Michele Franco» a sua volta vicino al cartello destefaniano. Da qui ci sarebbe stata la dura reazione dei Lo Giudice con l’omicidio di due ragazzi di Santa Caterina, vicini ai udienza preliminare Il pentito dovrà rispondere delle pesanti accuse il prossimo 18 gennaio davanti al gup Morabito. Lo strappo era quindi inevitabile. Di Giuseppe Morabito parlarono anche altri collaboratori come Giovanni Riggio e Antonino Gullì, accostandolo anch’essi alla cosca Franco. L’omicidio Rosmini È sicuramente il fatto di sangue più eclatante dei tre di cui dovrà rispondere Morabito. Antonino Rosmini, infatti, era ritenuto un elemento di spicco dell’omonima consorteria mafiosa operante nella città di Reggio Calabria. Questi rimase vittima del cruento scontro tra la sua famiglia e quella dei Lo Giudice, a cui Morabito era affiliato in un primo tempo. Lo stesso collaboratore di giustizia, oggi indagato, spiegò che Mico Libri aveva dato l’assenso all’omicidio di Rosmini, aggiungen- do di essere andando insieme ad altri, a casa dei Tegano. Dopo l’omicidio i Rosmini andarono dai Libri a chiedere conto di quel fatto di sangue e la cosca di Cannavò disse che erano stati i Lo Giudice. Così i Rosmini chiesero spiegazioni ai Lo Giudice. Una storia ripresa anche dallo stesso Nino Lo Giudice, oggi pentito, e da Consolato Villani (anch’egli collaboratore recente e affiliato ai Lo Giudice). Quest’ultimo ha affermato nello scorso settembre che non è vero nulla (come invece affermato dal “nano”) che i Lo Giudice furono vittime di una tragedia pensata da Mico Libri, ma che l’omicidio Rosmini fu voluto proprio da Giuseppe Lo Giudice in persona, padre di Nino, e capo della consorteria mafiosa. Quell’omicidio accese for- temente lo scontro tra Rosmini e Lo Giudice. L’omicidio Calarco Erano le 17.25 del 31 marzo 1987 quando sulla via Demetrio Tripepi prolungamento veniva ucciso a colpi d’arma da fuoco Giuseppe Calarco. Erano proiettili di una pistola calibro 7.65. Un testimone, residente nella zona, riferì che ad uccidere Calarco furono due giovani giunti a piedi sul luogo dell’omicidio. Calarco svolgeva l’attività di commerciante ambulante di biancheria. Ben presto vennero fuori, però, dei rapporti con la famiglia Rosmini, anche perché l’uomo aveva lavorato come cuoco all’interno del ristorante “Onda marina” ubicato all’interno del porto di Reggio e di proprietà della famiglia Rosmini. Ma per gli stessi Ca- larco si era interessato anche a trovare un pizzaiolo per il locale “Onda due” in via Cuzzocrea. Le indagini portarono ben presto ad inquadrare l’omicidio di Calarco nell’ambito della guerra di ‘ndrangheta che aveva insanguinato la città di Reggio Calabria ed in particolare in quella faida che vedeva contrapposti i Rosmini alla cosca Lo Giudice. Secondo la ricostruzione degli inquirenti Calarco fu eliminato perché curatore degli interessi della cosca Rosmini. Quest’orientamento investigativo fu confortato anche dal rinvenimento in via Torrione prolungamento, vicino al luogo dell’agguato, di una vettura rubata con all’interno 4 pistole di vario calibro ed un paio di guanti chirurgici. Anche il pentito Giacomo Lauro parlò dell’omicidio Calarco dicendo che questi «faceva il cuoco per conto dei Rosmini nel locale “Onda marina 2”. Non abbiamo mai capito perché sia stato ucciso dal momento che non svolgeva una militanza attiva a nostro favore». Fatti che risalgono a moltissimi anni addietro e che ora potrebbero trovare una nuova verità giudiziaria a partire dal prossimo 18 gennaio. CONSOLATO MINNITI c.minniti@calabriaora.it l’ORA GrecoCALABRA p~⁄~ COMUNI Melito Porto Salvo Bova Bova Marina Motta San Giovanni Condofuri Montebello Jonico 0965 732473 0965 762010 0965 760023 0965 718101 0965 776000 0965 785372 MOTTA SAN GIOVANNI Assegnare a Francesco Azzarà, il “Minatore d’Oro 2012”. È questa la proposta che il Comitato “Trasparenza” Motta San Giovanni”, tramite il presidente Leandro Fisani intende portare avanti quale unica ed indiscussa candidatura per l’assegnazione del prossimo Premio, che si svolge annualmente nel comune di Motta San Giovanni. E’ sicuramente questa un’occasione nella quale un “Mottese autentico” dopo il dottor Benedetto Mallamaci, come Francesco Azzarà, persona che ha speso gran parte della propria vita per aiutare coloro che ne avevano bisogno, anche a rischio della propria. «Il far parte di un’organizzazione Internazionale quale “Emergency” significa - evidenzia Fisani - che si ha nell’animo una grandissima di- GUARDIE MEDICHE Palizzi Roghudi Bagaladi San Lorenzo Com.Montana Capo Sud 0965 763079 0965 789140 0965 724362 0965 721395 0965 775311 sponibilità ad offrire solidarietà concreta a chi ha davvero un enorme bisogno di aiuto. La sua vicenda, che è stata testimoniata attraverso un’infinità di manifestazioni di affetto e stima in tutt’Italia, con tantissimi comuni e città che durante la sua prigionia in Darfur hanno esposto decine di striscioni con la sua immagine chiedendone la liberazione, ha fatto il giro del mondo grazie ai mezzi di comunicazione oggi esistenti, in particolare tramite i social network. Oggi possiamo dire che la sua vicenda, che fortunatamente si è conclusa a lieto fine, può e deve essere prosegue Fisani - da insegnamento per molta gente, affinché tutti capiscano che la libertà, che è il valore in assoluto più grande per ogni essere umano, non è un “privilegio” concesso a tutti, soprattutto in alcune zone della terra dove la considerazione della vita umana ed il suo ri- Melito Porto Salvo (T.Evoli) Bova Bova Marina Motta San Giovanni Condofuri Montebello Jonico Palizzi Bagaladi San Lorenzo calabria ora MARTEDÌ 3 gennaio 2012 PAGINA 20 ¢~ ~ ›¼ CARABINIERI 0965 783007 0965 762217 0965 761500 0965 711397 0965 727085 0965 785490 0965 765203 0965 372251 0965 721002 Melito Porto Salvo Bova Bova Marina Motta San Giovanni Condofuri Montebello Jonico Palizzi Bagaladi 0965 781378 0965 762702 0965 766360 0965 712209 0965 780333 0965 782783 0965 765803 0965 724088 TEMPO LIBERO BOVA Museo arte contadina BOVA MARINA Museo agropastorale Biblioteca Cineteatro “Don Bosco” CONDOFURI Biblioteca “Rempicci” 0965 762013 0965 760821 0965 760821 0965 766208 0965 784877 «A Francesco Azzarà il Minatore d’oro 2012» Motta, proposta avanzata dal comitato “Trasparenza” spetto è pari quasi a zero. Il premio che chiediamo sia assegnato per l’anno 2012 a Francesco, vuole essere un esempio per tutti coloro conclude Fisani - che credono che la “Libertà’” sia il diritto fondamentale ed incomprimibile per ogni uomo, simbolo di uguaglianza, rispetto e democrazia. Quindi: a Francesco Azzarà vada il prossimo Minatore d’oro». pisl Si punta su turismo lingua e qualità della vita PASQUALE GATTUSO reggio@calabriaora.it terre del sole I prodotti del consorzio al mercatino della legalità A Firenze presente anche uno stand carico di agrumi, olio e salumi made in Calabria MONTEBELLO JONICO “Terre del Sole” ha esportato i suoi prodotti fuori dalla provincia di Reggio Calabria. Il consorzio, infatti, ha partecipato ad una serie di eventi culturali e promozionali. Tempo fa era stato evidenziato come «il 2011 va in archivio con un saldo certamente positivo nonostante le costanti difficoltà più volte lamentate, come i piccoli e continui furti subiti, non solo di materiali o attrezzi, ma finanche di frutti sottratti direttamente dagli alberi prima che gli addetti del consorzio (soprattutto disabili mentali) potessero effettuare la raccolta». Le accuse mosse da Terre del Sole vanno avanti: «I nostri addetti hanno fatto appena in tempo a raccogliere le clementine per il mercatino di Firenze, prima che gli alberi venissero spogliati in pochissimi giorni da soggetti che evidentemente si introducono nelle ore tardo pomeridiane nell'agrumeto. Nonostante tutto, il consorzio continua il suo impegno, e si augura che il prosieguo dell'annata agraria sia sempre più carico di "frutti"». L’attenzione si è spostata, poi, sugli incontri tenutosi fuori dalla Calabria. I rappresentanti di Terre del Sole, infatti, sono stati ospitati a Garbagnate Milanese, in provincia di Milano, nell’ambito della manifestazione conclusiva del progetto di scambio culturale denominato “Gains”, alla quale hanno preso parte nei mesi scorsi giovani ed associazioni del territorio reggino e melitese. È stato un incontro proficuo in quan- Lo stand di Terre del Sole al mercatino di Firenze to il consorzio ha fatto gustare i prodotti coltivati direttamente nei terreni confiscati alla mafia ed affidati a “Terre del Sole” ed alle cooperative che ne fanno parte. I presenti hanno potuto deliziare il proprio palato con gli agrumi come arance e clementine e con l’olio di prima scelta. Il tutto accompagnato da una varietà non indifferente di prodotti agroalimentari tipici dell'area grecanica con a capo da salumi e formaggi fatti in casa. In seguito, il viaggio ha fatto tappa a Firenze in occasione del Mercatino della legalità. Il consorzio ha, quindi, risposto positivamente all’invito del presidente Andrea Barducci, già ospite questa estate durante i campi di lavoro organizzati a Pentedattilo da Terre del Sole con Arci e l’associazione Pro Pentedattilo e che aveva visto anche la visita del presidente del consiglio regionale Talarico. Sono state tracciate in tal modo le linee guida da seguire nel prossimo futuro per permettere ai prodotti di “Terre del Sole” di esportare i propri prodotti fuori dai vincoli regionali. Ne è prova la visita di Stefano Magnoni, rappresentante di "Altromercato", consorzio nazionale di commercio equo e solidale, che ha incontrato i rappresentanti del consorzio sul terreno di Placanica. L’obiettivo è stato quello di attivare una collaborazione su vasta scala, tale da rendere possibile la distribuzione nelle "botteghe del mondo" gestite dal consorzio Ctm Altromercato, dei prodotti Terre del Sole. FRANCESCO IRITI reggio@calabriaora.it I commissari CONDOFURI Quattro sono i Pisl a cui parteciperà il Comune di Condofuri. “Qualità della vita”, “Borghi di eccellenza”, “Minoranze linguistiche” e “Turismo”, queste le categoria. A renderlo noto è stata la Commissione Straordinaria del comune di Condofuri, composta da Giuseppe Castaldo, Maria Antonia Surace e Maria Laura Tortorella, ed alla guida dall’ente dall’ottobre 2010 dopo lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. «Per quanto riguarda il Pisl “qualità della vita” - hanno spiegato i commissari - abbiamo deliberato un progetto per il riutilizzo dei locali della ex scuola elementare di Condofuri Superiore con l’intento di realizzare in quel sito un centro servizi a favore della cittadinanza e di valorizzare quel territorio». «Con i borghi di eccellenza, invece - hanno proseguito - è stato approvato un progetto relativo al Castello dell’Amendolea ed alla sua fruibilità in quanto un percorso in piena sicurezza per tale monumento non esiste ed, in più, col tempo, è andato distrutto anche l’impianto di illuminazione. In altre parole, questo progetto mira ad ottenere il finanziamento per la realizzazione di un percorso di vista del Castello e di un adeguato impianto di illuminazione». Relativamente, invece, al Pisl “Turismo,” «che è quello più ricco, - hanno sottolineato Castaldo, Surace e Tortorella - abbiamo proposto la realizzazione di un tratto del Lungomare e la riqualificazione della piazza principale di Condofuri Marina, Piazza Regina Pacis, puntando in particolare al rifacimento della pavimentazione che, ad oggi, risulta degradata». Inoltre, il progetto prevede la realizzazione di un pontile in questo nuovo tratto di Lungomare in modo tale che questa struttura possa dare ospitalità a tutte le imbarcazioni del comprensorio ed a quelle di eventuali turisti. «Infine, per quanto riguarda le minoranze linguistiche, un ruolo significativo del progetto che dovremo andare a deliberare lo avrà sicuramente il territorio della frazione Gallicianò». VLADIMIR NUCERA reggio@calabriaora.it MARTEDÌ 3 gennaio 2012 PAGINA 28 l’ora della Locride Sede: Via Verdi, 89048 Siderno Tel. e fax 0964 342899 Mail: locride@calabriaora.it GUARDIE MEDICHE Siderno Locri Marina di Gioiosa J. Gioiosa Jonica Roccella Jonica Bovalino Grotteria Caulonia tel. 0964/399602 tel. 0964/399111 tel. 0964/416314 tel. 0964/51552 tel. 0964/84224 tel. 0964/61071 tel. 0964/53192 tel. 0964/861008 STAITI «Stiamo facendo tutti gli accertamenti ma al momento non ci sono elementi nuovi» fanno sapere gli investigatori. Tante le ipotesi ma nessuna certezza sul perché e soprattutto su chi, l’ultimo giorno del 2011 ha premuto il grilletto contro Antonio De Maria, uccidendo lui e lasciando illesa la moglie che al momento dell’omicidio era seduta al suo fianco, in auto. «S’indaga a 360 gradi» dicono ancora gli investigatori che ormai da giorni lavorano senza sosta. Scavano sulla vita privata dell’uomo residente ormai da diversi anni a Messina ma originario di Staiti. Guardano nel passato di De Maria gli uomini dell’arma del tenente Francesco Donvito comandante della compagnia di Bianco e del tenente Fortunato Suriano comandante del nucleo operativo radiomobile, coordinati dal Tenente Colonnello Giuseppe De Liso comandante del gruppo carabinieri di Locri, tutti sotto le direttive del colonnello Pasquale Angelosanto, comandante provinciale di Reggio Calabria. Si cerca di capire le possibili frequentazioni dell’operaio fo- FARMACIE EMERGENZA Bovalino Bovalino Cristiano De Sandro Longo tel. 0964/66128 tel. 0964/61028 tel. 0964/356097 Gioiosa Jonica Martora & Crupi tel. 0964/51259 Satriano tel. 0964/51532 Scopacasa tel. 0964/58134 Carabinieri Polizia Capitaneria CINEMA Locri tel. 0964/61000 tel. 0964/67200 tel. 0964/787657 Gioiosa Jonica Carabinieri tel. 0964/51616 Marina di Gioiosa Jonica Carabinieri tel. 0964/415106 Cinema Vittoria tel. 3397153696 “Campovolo” in 3D ore 22 Siderno Cinema Nuovo tel. 0964/342776 “Vacanze di Natale a Cortina” ore 16 - 19- 22 Roccella Jonica Cinema Golden tel. 0964/85409 “Sherlock Holmes - Gioco di ombre” ore 17.50 - 20 22.10 Omicidio De Maria Indagini a tutto campo Sotto la lente degli investigatori i trascorsi della vittima La scena del crimine restale e si tentano di ricostruire gli ultimi giorni e soprattutto le ultime ore di vita dell’uomo. Non è stata utile neanche la testimonianza della moglie. La donna a quanto sembra non ha sapu- to fornire particolari utili all’individualizzazione dei killer. Importante saranno i risultati dell’esame autoptico predisposto dal pubblico ministero della procura di Locri Salvatore Cosentino e che sa- rà eseguito dal medico legale Pietro Tarzia. Indagini quindi sono a tutto campo perché tutto può tornare utile per dare una soluzione all’omicidio di San Silvestro. Erano le ore 13 di sabato festivo, l’ultimo giorno dell’anno. Stava andando a Staiti, Antonio De Maria quando, presumibilmente due persone, a volto coperto, l’hanno ucciso. Forse quattro sono stati i colpi di pistola calibro 9 x 21 sparati a distanza ravvicinata che l’hanno colpito alla gola e al torace ferendolo mortalmente. Era a bordo della propria auto, una Wolksvagen Passat e con lui, seduta al suo fianco c’era la moglie. I coniugi avevano da poco lasciato la statale 106 e dal bivio di Brancaleone stavano percor- rendo la strada provinciale 76 per salire a Staiti, quando, dopo una curva, l’auto è stata speronata da un fuoristrada. Da quel momento, la missione di morte è stata compiuta. Piombo e sangue. Lacrime e disperazione. De Maria era già noto alle forze dell’ordine. L’operaio forestale residente a Messina, nel 1997 è stato coinvolto nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria denominata “Vascello”. E ancora da quanto si apprende, sempre da fonti investigative, il sessantenne in passato è stato accusato di associazione per delinquere e rapina «negli ultimi anni, però - precisano- non ci risulta alcuna sua frequentazione particolare». Annalisa Costanzo l’attentato al goel CAULONIA Che nell’aria ci fosse un po’ di malcontento era evidente ormai da tempo. Ma che la presenza di immigrati a Caulonia potesse generare tanta violenza forse in pochi avrebbero potuto predirlo. La notte di San Silvestro, infatti, ignoti hanno fatto esplodere un ordigno davanti all'ingresso di un locale in contrada Frazzo, sulla strada che collega la frazione marina al centro storico di Caulonia, che il Goel stava predisponendo come laboratorio per l'inserimento lavorativo per gli immigrati rifugiati politici presenti nei propri progetti di accoglienza. Lo scopo era quello di avviare un ristorante multietnico, la cui apertura doveva avvenire nei prossimi giorni. Lo scoppio potentissimo ha distrutto buona parte della struttura, mandando in cenere gli sforzi del consorzio sociale e le prospettive dei rifugiati che avrebbero beneficiato dell’impiego in quel locale. «Non sono noti moventi e destinatari di questo gesto assurdo e vigliacco - scrive in un comunicato il Goel - indipendentemente da quali siano stati gli intenti, il Gruppo Cooperativo Goel si sente comunque ancor di più motivato a continuare nel proprio percorso di legalità, giustizia sociale e sviluppo sostenibile». Uno degli obiettivi di questo progetto, spiega ancora il Goel, è quello di sottrarre gli immigrati «al controllo della malavita e guadagnar- Quegli immigrati nel mirino Dopo Rosarno e Lamezia anche Caulonia adesso trema li all'integrazione e allo sviluppo». Un allarme, quello dell’interessamento della malavita alla presenza degli immigrati a Caulonia, che già era stato lanciato da alcuni stranieri provenienti dal campo di Al Tanf e inseriti nel progetto “Reinsediamento a Sud”, che nei mesi scorsi erano scappati dalla Locride e si erano rifugiati in Svezia. Da lì avevano raccontanto una storia agghiacciante, svelando di aver subito pestaggi e pressioni da parte della ‘ndrangheta locale, fino alle minacce e alla morte di uno di loro, Hassan Mohammed Ibrahim, trovato impiccato e con gli occhi cavati nelle campagne del soveratese. Gli immigrati collegarono tutto alle minacce subite, decidendo di partire alla volta della Svezia. Ipotesi non verificate ma che di certo danno a questa storia un contorno un po’ più macabro. «Sin dal primo giorno del nostro insediamento sapevamo che il progetto di governo che l’amministrazione comunale di Caulonia ha messo in campo si sarebbe scontrato con la presenza mafiosa - ha commentato il sindaco Ilario Ammendolia - I valori di solidarietà, di generosità, di accoglien- za, di uguaglianza, tagliano l’erba sotto i piedi alla criminalità che per vivere ha bisogno di contrapposizioni, di odio, di divisioni. La presenza tra noi, di tanti ragazze ragazzi africani, curdi, palestinesi, pakistani, è un seme gettato in favore di una società che poggia su valori alternativi a quelli voluti e praticati dalla mafia. Un seme che germogliando getterà le basi ad una società diversa e senza violenza. Ovviamente, saranno le autorità inquirenti ad individuare gli esecutori materiali ed i mandanti di tale gesto criminale. A noi tocca il compito di valutare la natura criminale di una azione che rappresenta un attacco politico a quanto noi abbiamo realizzato in questi anni. Noi non faremo un solo passo indietro». Intanto anche il sindaco e tutta l’amministrazione comunale di Locri esprimono sincera solidarietà al presidente Linarello ed a tutti gli operatori delle cooperative, «augurando loro di trarre da questo attentato una sempre maggiore vitalità da riservare ai preziosi progetti del Goel, realtà che garantisce speranza di sviluppo sociale ed economico agli immigrati e alle popolazioni locridee». (si. mu.) l’intervento «Le beghe personali mettono a rischio il nostro Comune» Se da parte mia sono stato spesso critico nei confronti della coalizione che si è insediata per governare il paese, ora sono molto arrabbiato e l’ho dimostrato nell’ultimo consiglio del 29 dicebre per la superficialità e leggerezza con cui si pensa di andare a nuove elezioni, in una guerra al massacro e sulla pelle dei cittadini. Sono contrario a qualsiasi intenzione di far cadere l’amministrazione, non perché questa Amministrazione ha dei meriti per restare al governo perché nulla è stato realizzato dell’ampio programma proposto ai cittadini. [...] E poiché la mia idea di fare politica è quella di operare per il bene del paese da qualsiasi parte si stia, maggioranza o opposizione ho espresso la mia contrarietà nell’ultimo Consiglio, di fronte alle dimissioni di due assessori, del vice sindaco Vincenzo Maesano e dall’assessore Antonio Muscari, motivate dal fatto che non esiste più dialogo con gli altri componenti della giunta. In una società che si basa sulla comunicazione come dimensione universale non c’è comunicazione nella giunta comunale di Bovalino. Fatto sta che da parte mia non c’è disponibilità ad assecondare beghe personali o posizioni deleterie per l’operatività della giunta. Chi vince deve governare e non buttare all’aria l’occasione che si è presentata a ciascuno di attuare il proprio programma per migliorare il paese. Si arriva al punto che per beghe personali per ambizioni future si rassegnano le dimissioni e si rischia con superficialità e spregiudicatezza di far cadere la maggioranza in una situazione già economicamente precaria non solo per Bovalino, ma per tutta l’Italia. Domenico Savica Consigliere di minoranza del Comune di Bovalino MARTEDÌ 3 gennaio 2012 PAGINA 28 l’ora di Paola Redazione viale Ippocrate (ex Madonna della Grazie) - Telefono e fax 0982583503 - Mail: tirreno@calabriaora.it SANITÀ & FARMACIE EMERGENZA tel. 0982/5811 tel. 0982/581224 tel. 0982/581410 tel. 0982/581286 tel. 0982/587316 tel. 0982/612439 tel.0982/582276 ospedale civile pronto soccorso guardia medica centro trasfusionale farmacia Arrigucci farmacia Cilento farmacia Sganga carabinieri commissariato polizia stradale polizia municipale guardia di finanza corpo forestale vigili del fuoco croce rossa italiana tel. 0982/582301 tel. 0982/622311 tel. 0982/622211 tel. 0982/582622 tel. 0982/613477 tel. 0982/582516 tel. 0982/582519 tel. 0982/613553 COMUNE (112) (113) (117) (1515) (115) centralino ufficio tributi bibioteca comunale ufficio relazioni pubblico ufficio presidenza consiglio ufficio affari generali ufficio contenzioso tel. 0982/58001 tel. 0982/5800301 tel.0982/580307 tel. 0982/5800314 tel. 0982/5800212 tel. 0982/5800218 tel. 0982/5800207 Attacco al simbolo antimafia Doppio raid criminale contro le targhe del ponte intitolato a Luigi Gravina PAOLA PAOLA Doppio attacco criminale al nuovo simbolo antimafia di Paola: il ponte Luigi Gravina, intitolato il 28 dicembre scorso alla memoria del lavoratore paolano ucciso dal clan per essersi rifiutato con forza e determinazione al pagamento della tangente. Nei giorni 30 dicembre e 1 gennaio scorsi, infatti, ignoti hanno agito di notte contro le targhe toponomastiche del neointitolato “Ponte Luigi Gravina – Martire per la Libertà”, forzandone i sostegni e girando le scritte rispettivamente verso mare e verso monte, in modo tale da non consentirne la lettura ai passanti. Il ponte, com’è noto, è stato inaugurato il 28 dicembre scorso alla memoria di Luigi Gravina, ucciso dalla ‘ndrangheta a 33 anni Uno dei cartelli presi di mira dai malviventi d’età, nel 1982, per essersi opposto reiteratamente alle richieste estorsive della cri- stidio. La notte del 30 dicembre scorso, stallare telecamere nascoste a circuito minalità organizzata paolana. L’ammini- infatti, ignoti, agevolati anche dalla scar- chiuso. Il fattaccio è all’attenzione dell’austrazione Perrotta, pertanto, ha voluto ri- sa illuminazione del ponte, hanno forza- torità inquirente. Alla cerimonia di intitolazione dei giorto e parzialmente dancordare a futura memoria neggiato le due targhe, nis corsi erano presenti, tra gli altri, il sinquesto concittadino riteIl lavoratore girandole nel senso op- daco Roberto Perrotta, il presidente del nendo “quanto meno dovenne ucciso dal posto. Ripristinata l’ano- consiglio Ferruccio Fedele, monsignor veroso tributargli un giumalia, però, i malviventi Pietro De Luca, il vice questore aggiunto sto riconoscimento… in clan per essersi non si sono persi d’ani- e commissario di polizia Raffaella Pugliesegno di riconoscenza e rifiutato di mo e, nella notte dell’1 se, una delegazione dell’Arma dei carabigratitudine per essersi pagare il pizzo gennaio, hanno ripetuto nieri, il comitato “Bonavita”, assessori e immolato, con coraggio e il “sabotaggio”. Adesso consiglieri comunali. Monsignor Pietro determinazione, alle insistenti e minacciose richieste estorsive del- c’è da chiedersi: a chi danno fastidio quel- De Luca aveva definito Luigi Gravina cola criminalità organizzata e, quindi, per le targhe se non a persone direttamente o me il Libero Grasso calabrese, prima che testimoniare alle future generazioni che indirettamente colluse con la criminalità la Sicilia avesse il suo martire. chi muore resta patrimonio del paese per organizzata? Al fine di scongiurare altri STEFANIA SAPIENZA sempre...”. Ma ciò a qualcuno ha dato fa- episodi del genere, si sta pensando di ins.sapienza@calabriaora.it “Grande Sud” apre la sede Lucio e Francesco Sbano fanno grandi progetti in vista del futuro Oggi si terrà l’inaugurazione della nuova sede del Partito “Grande Sud città di Paola” in piazza del popolo. All’evento saranno presenti gli esponenti regionali del partito di Miccichè: il segretario regionale Alberto Sarra e il coordinatore organizzativo regionale dei club, avvocato Saccomanno, il coordinatore provinciale Lucio Sbano e il coordinatore cittadino Francesca Sbano. Alla serata saranno presenti, i soci fondatori: Alfonso De Martino, Bartolo Gianfranco, Francesca Cribari Francesco Sbano, Giovanni Terrestri, Giulio Arrigucci, Lucio Sbano, Maria Pia Serranò, Pasqualino Zoroberto, Renato Serpa, oltre che tutti i rappresentati del club del partito, gli iscritti e simpatizzanti.Il programma prevede dalle ore 19 la presentazione “I Colori del Sud” mostra di arte pittorica del maestro Aldo del Bianco Lucio Sbano Francesco Sbano con una presentazione sul “sensivismo” e l’arte di Del Bianco con esposizione delle sue opere, la rassegna sarà aperta fino alle ore 13:00 del 5 gennaio 2012. Alla serata saranno presenti, oltre che tutti i rappresentati del club del partito, i soci fondatori gli iscritti e simpatizzanti. E’ un momento importante, segno tangibile che il Grande Sud investe e vuole svolgere fino in fondo il suo ruolo. Ariodante candidato dal movimento giovani Mario Ariodante si candida a sindaco con il neonato movimento giovanile. Sarà vero? Ce la farà a mettere in piedi una lista elettorale? Lui ne è convinto. E se quattro anni fa il progetto è alla fine sfumato, questa volta il suo gruppo crede di potercela fare. A breve, pertanto, l’aspirante sindaco renderà noti innanzitutto i nomi di questo movimento giovanile, e poi i nomi della lista degli aspiranti consiglieri comunali. Intanto da una riunione svoltasi nei giorni scorsi tra i membri della lista civica “Movimento giovanile”, capeggiata dal candidato sindaco Mario Ariodante, «è venuta fuori tanta fiducia nei propri mezzi e una grande voglia di riscattare questo paese», spiega Ariodante in un comunicato. «Volere è potere - aggiunge - non è solo un modo di dire ma il motto del gruppo. Purtroppo la situazione locale e ancor di più quella nazionale ci ha già messi in ginocchio a partire da giorno 1 gennaio, ma possiamo comunque dare una svolta al nostro presente per creare un grande futuro». Il candidato sindaco Mario Ariodante, «ascoltate tutte le varie personalità all’interno del gruppo - prosegue il dipendente Anas in pensione - ha deciso di comune accordo di mettere in chiaro le varie posizioni individuali, e perciò ha già provveduto a formare la lista di coloro che lo sosterranno alle prossime elezioni». Una volta preso atto di tutto ciò, però, Ariodante rende nota la «possibilità di ascoltare eventuali esponenti di altri partiti e, magari, sentendo i loro Piazza 4 Novembre A breve saranno resi noti i nomi del direttivo e della lista elettorale programmi e le loro idee, trovare i presupposti che consentono l’apertura di una larga intesa fra gli stessi. Del resto i punti forti del programma - sottolinea ancora Ariodante verteranno soprattutto sul lavoro giovanile ma non solo, perché anche i padri di famiglia hanno bisogno di aiuto per consentire loro di crescere i figli in una situazione famigliare tranquilla». Per quanto concerne, ad esempio, «l’imposta comunale sugli immobili, che ormai è diventato un tema attuale e “caldo”, noi del movimento giovanile riteniamo che qualcosa debba essere rivista a Paola, perché la situazione non è tanto equa e chiara. Ritornando al “volere è potere” - conclude la nota stampa - il candidato Mario Ariodante pensa che comunque un intesa seria e leale sia necessaria per affrontare meglio i problemi attuali, e per dare la spinta affinchè questo paese riparta al meglio». s. s. 31 MARTEDÌ 3 gennaio 2012 calabria ora V I B O N E S E IONADI «Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta all’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro e alla protezione contro la disoccupazione...», così si conclude il corto di Vittorio De Seta “articolo 23”, ultima opera del regista scomparso che, in sei minuti, racconta le storie di alcuni immigrati africani che si intrecciano con quella di un giovane calabrese che emigra al nord. Storie accomunate dalla stessa speranza di libertà e riscatto sociale, lontani dalla propria terra, dura e avara di risorse; l’Africa quindi come la Calabria. E non poteva che aprirsi con questo contributo video l’incontro-dibattito “Arancia meccanica treseipuntozero”, organizzato dall’associazione “L’albero”, che si è svolto nei giorni scorsi all’ex oratorio di Ionadi. Una seconda edizione del “Black’s out” che nell’intenzione degli organizzatori ha voluto essere una «finestra aperta che si affaccia sulla Piana delle arance insanguinate»,come lo ha definito il giornalista Angelo De Luca, che ha introdotto la serata. «Un momento di riflessione comune dove, partendo dagli approfondimenti e dall’analisi dei fatti violenti di Rosarno del 2009 e del 2010, analizzare la contraddittoria società calabrese». Un dibattito aperto, slegato dalle logiche classiche del convegno, che ha dato la possibilità ai relatori di parlare in modo schietto e diretto, ed evidenziare il nervo scoperto della condizione di estremo disagio dei lavoratori africani Non solo clandestini Con gli immigrati si ripopolano i paesi A Ionadi si discute di integrazione sociale Da sinistra Peppino Lavorato, Giovanni Maiolo e Angelo De Luca durante il convegno sfruttati, sottopagati e umiliati, messa in luce dai fatti di Rosarno. Una Rosarno che riassume «i drammi e le contraddizioni della nostra epoca», secondo Antonello Mangano autore del libro “Gli africani salveranno rosarno… e, probabilmente anche l’italia”, che nel suo intervento ha sottolineato come il sistema rosarnese sia lo specchio dell’economia italiana, dove il più forte scarica il disagio sull’anello l’iniziativa più debole, «un modello che porta solo alla giungla, mentre gli immigrati possono portare un altro modello. In una terra difficile come la Calabria - ha aggiunto - gli africani hanno reagito non allo sfruttamento, ma ai pallini di piombo». Per- dall’alto della sua esperienza ché hanno una moralità diver- amministrativa, quando nella sa? Si è chiesto, per dire che la sua Rosarno, «dopo i fatti vio«la risposta è no; solo una lenti si indiceva un’assemblea mentalità diversa che li porta per discutere insieme», pera non accettare più di racco- ché gli immigrati sono una ricgliere pomodori e anche gli chezza economica, umana e insulti». E il pensiero è anda- culturale», ha concluso. Una to ai fatti del 2009, quando strada diversa verso l’integradue lavoratori della costa zione che porti al riconoscid’avorio venmento dei dinero feriti da ritti civili dealcuni proietgli immigrati, tili, violenza oggi clandevigliacca da stini senza cui è scaturita permesso di poi la rivolta soggiorno o spontanea in scadenza, degli africani si può percore la denuncia rere grazie al che ha rotto “modello l’omertà. Un incontro utile per Caulonia”, è «Perché non stata la proc’era solo raz- aprire una riflessione posta di Giozismo in quel sulla condizione in cui vanni Maiolo gesto, che, sono costretti a vivere e Blessing contrariaOdeh, attivimente a co- i cittadini extra sti di alcuni me è stato in- comunitari e suoi movimenti, terpretato a nuovi modelli che hanno caldo, ha sedescritto il gnato il confi- di accoglienza progetto acne tra la rascoglienza desegnazione e gli immigrati, la protesta», «che ha conè la conclusentito di risione a cui è popolare i giunto Manpaesi e le gano. Un fatscuole, garanto civile come tendo loro asla denuncia sistenza». della violenza L’incontro ha mafiosa è stamesso in luce to definito «rivoluzionario» come un’altra Calabria è posdall’ex sindaco di Rosarno, sibile, per richiamare alla mePeppino Lavorato, che ha vo- moria il fatto che la Calabria, luto essere tra i giovani dell’as- appunto, è anche la Regione sociazione per contribuire al- dell’accoglienza. la ricerca di un futuro diverso Rosamaria Gullì l’incontro Gerocarne, nel volontariato Mileto, cattolici e ortodossi si ritrova lo spirito della fede celebrano insieme il Natale GEROCARNE Full immersion nel volontariato e nella solidarietà, con il campo per disabili organizzato negli ultimi giorni dell’anno appena trascorso dall’associazione “Sacro cuore di Gesù”, guidata da don Pietro Cutuli. In località “Salvatore” di Gerocarne, una 4 giorni intensa, ribattezzata “Il campo della gioia”, nella quale, un gruppo di volontari appartenenti a diverse associazioni ha animato una serie di interessanti attività a favore di alcuni giovani disabili provenienti da diversi centri della provincia e non solo. A dare man forte a don Pietro in questo importantissimo evento, che si svolge sin dal 2003, ci hanno pensato l’attivissima “Promo Arena” del presidente Filippo Adamo, l’altrettanto impegnato gruppo Prociv “Arcipesca Fisa” di Soriano, di cui è responsabile Filippo Raffaele ed il team dell’associazione “Artigianfamiglia” diretto dall’eclettica Carmensissi Malferà. Tanti i ragazzi coinvolti nel campo, impegnati full time in svariati laboratori, tra cui, per la prima volta in Calabria, quello di cucina, utile a far scaricare la tensione attraverso attività di impasto; quello di ceramica, che ha visto i giovani impegnati nella realizzazione di angioletti di creta che, cotti in forno, saranno donati il giorno dell’Epifania; il laboratorio di disegno e pittura, vera e propria attività terapeutica necessaria, attraverso vari parametri di riferimento, a tirar fuori e comprendere le emozioni ed il profondo mondo interiore del disabile; il laboratorio musicale, nel quale si è insegnato a suonare alcuni strumenti ed a comprendere l’importanza del ritmo e dell’armonia. Inoltre, i partecipanti hanno assistito a tutte le attività natalizie svoltesi nelle frazioni di Ariola e Ciano, rette spiritualmente da don Pietro Cutuli, e, in pieno spirito cristiano, preso parte alle giorna- Don Pietro Cutuli insieme ai volontari liere funzioni religiose, al motto di “Ama il prossimo tuo”. Il tutto, in un particolare clima familiare, colorato e condito di brio dalla vivace animazione svolta dai volontari, che hanno divertito e fatto giocare i giovani per tutto il tempo. «Il campo - le parole di don Cutuli - s’inserisce nel quadro di una serie di attività svolte dall’associazione nel corso di tutto l’anno, rivolte a coloro che si trovano spesso ai margini della società o ricevono poca attenzione, disabili e loro famiglie e bisognosi, cui ci si orienta seguendo lo spirito di fondo che è l’amore verso Dio come carità verso chi soffre». Una bella iniziativa, la quale, da gennaio, diventerà appuntamento stabile, in quanto le stesse attività si svolgeranno sistematicamente tutti i venerdì. Perché: «Fare volontariato al servizio dei disabili - lo spirito degli animatori - dà consapevolezza di quanto meravigliosa possa essere la vita e di quanto, a volte, basti poco - un semplice sorriso, una carezza, un gesto - per essere felici e rendere tali gli altri». Valerio Colaci MILETO E’ stato un modo per ritrovare la propria identità in un contesto più ampio. Per fraternizzare con coloro che li ospitano, per conoscersi, per condividere melodie, tradizioni e ballate tipiche del Natale. Per contribuire ad abbattere, nel suo piccolo, quel muro di diffidenza che da sempre sembra contrassegnare il rapporto tra cittadino ospitante ed immigrato, mettendo in evidenza i valori insiti della Natività, che accomunano in modo indissolubile cattolici ed appartenenti alla chiesa ortodossa. Sono stati questi i contenuti che hanno contrassegnato l’incontro con la comunità rumena, organizzato dall’associazione vibonese di volontariato “Abraham”, all’interno della sala delle Laudi, adiacente la cattedrale di Mileto. L’evento ha previsto gli interventi, tra gli altri, della guida della parrocchia di rito ortodosso Sant’Anna di Vibo, padre Constantin Ghimisi, e del presidente di “Abraham”, don Bruno Cannitelli, per oltre 20 anni direttore della Caritas diocesana. Presenti all’incontro, in rappresentanza del Comune, l’ex assessore Antonio Furci e il sindaco Vincenzo Varone, il quale nell’occasione ha voluto mettere in evidenza come gli immigrati rappresentino per la cittadina normanna e per tutto il territorio di pertinenza «una grande risorsa, e non certo un fattore negativo da cui salvaguardarsi e prendere le distanze». Il momento di condivisione è iniziato con la recita in italiano e rumeno di alcune preghiere. Successivamente, è stato padre Ghimisi ha rimarcare «la bellezza di condividere la gioia del Natale». Festività, che per gli ortodossi quest’anno ricorrerà il 7 gennaio. «In questo periodo - ha spiegato il parroco di Sant’Anna - dalle nostre parti, in Romania, si usa festeggiare accompagnando il tutto con gesti di comunione e di Un momento dell’incontro di Mileto pace. Ad esempio, nelle settimane precedenti il Natale non si mangiano uova, formaggi, latte e carne. Indubbiamente, il modo più appropriato per prepararsi ad accogliere un dono grande, che permette di salvare gratuitamente l’anima». A margine dell’incontro, è emersa la volontà di organizzare altre iniziative in tal senso. Per la precisione, nell’imminenza delle prossime festività pasquali. Proseguirà, quindi, anche nel 2012 l’azione di “Abraham”, da oltre un decennio tesa a sensibilizzare sul fenomeno migrazione e a promuovere, conseguentemente, la conoscenza, il confronto tra culture e religioni diverse. Attività editoriali, celebrazioni ecumeniche, centri di ascolto, che come ha sottolineato don Cannatelli, «puntano al rispetto delle persone e delle culture diverse dalle nostre». Nella convinzione, «che le diversità non rappresentano un ostacolo, bensì un’opportunità per arricchirsi reciprocamente, un’occasione per costruire rapporti autentici di amicizia, utili a creare un mondo migliore». Giuseppe Currà Martedì 3 Gennaio 2012 Gazzetta del Sud 8 Calabria . SAN FILI Il collaboratore di giustizia Luciano Oliva sott’inchiesta per aver consegnato ai killer Giuliano Lucchetta scomparso per lupara bianca nel 2004 Pentito indagato per la morte del cognato La confessione: «Lo accompagnai all’ultimo appuntamento». Il cadavere non è mai stato ritrovato Arcangelo Badolati CATANZARO Su una strada periferica SAN FILI Il tradimento. Impietoso e cinico. Consumato in perfetto stile mafioso. Con la vittima consegnata ai “carnefici” da un parente fidato. Un parente che, per aver salva la vita, non ha esitato a “vendere” il congiunto come carne da macello. Accade spesso quando vengono organizzati appuntamenti senza ritorno. La “lupara bianca” è d’altronde uno degli strumenti prediletti dalla ‘ndrangheta. Serve a eliminare pericolosi nemici o a tappare la bocca a “compari” infedeli. “Senza cadavere non c’è colpevole”, ripeteva sovente ai suoi sodali Santo Scidone, detto “Santazzo”, storico capo della “picciotteria” calabrese. Quando qualcuno sparisce e il corpo non viene più trovato è infatti difficile per la magistratura inquirente – anche in presenza di un pentito – provare la responsabilità degli assassini. E così può succedere che, pur in presenza delle confessioni del “traditore”, non si riesca a raccogliere prove sufficienti a incastrare i sicari che hanno spedito la vittima all’altro mondo. È quello che sta accadendo a San Fili, piccolo centro alle porte di Rende. Luciano Oliva, 40 anni, del luogo, ha svelato ai carabinieri i retroscena dell’assassinio del cognato, Giuliano Lucchetta, di San Vincenzo La Costa, scomparso nel nulla, nella primavera del 2004, a soli 43 anni. Nella sparizione dell’affine, Oliva ebbe un ruolo attivo consegnando la vittima ai killer. «Lo portai io a bordo di un’auto nel luogo convenuto – ha raccontato al pm Salvatore Di Maio – . E lì venne ammazzato da due persone. Lo uccisero appena scese dal mezzo». L’uomo, che collabora con la giustizia da tre anni, ha pure fatto i nomi dei sicari. Si tratta di due esponenti della criminalità organizzata locale, noti per la loro feroce determinazione. Il corpo di Lucchetta venne successivamente sepolto tra le montagne del Paolano in un luogo che il pentito ha indicato e nel quale sono stati compiuti degli scavi culminati nel ritrovamento di venti ossa. I resti sono stati esaminati dagli specialisti del Ris e il risultato è stato sorprendente: gran parte dei frammenti apparterrebbero ad animali, mentre è stata individuata solo una costola umana. Costola dalla quale non è stato possibile estrarre il dna. Disponendo, infatti, del codice genetico si sarebbe potuto procedere a una comparazione con i familiari della scomparso. Alle rivelazioni di Oliva sul delitto si sono tra l’altro poi aggiunte quelle di William Lucchetta, “figliastro” del pentito. Il giovane ha confermato una serie di particolari appresi dal patrigno che, tuttavia, senza il ritrovamento del cadavere della vittima rischiano di essere inutili. Senza ulteriori riscontri e, soprattutto, in mancanza dei resti dell’ucciso, la magistratura inqui- Travolto da un’auto muore sul colpo un 32enne lametino Giuseppe Mercurio CATANZARO Le ricerche del cadavere compiute dai carabinieri sulle montagne del Paolano non hanno dato gli esiti sperati In sintesi Il pentito Luciano Oliva ha già deposto in processi di mafia rente non ha infatti potuto far altro che incriminare il solo Luciano Oliva. Il pentito è dunque formalmente sott’inchiesta per concorso nell’omicidio del cognato e probabilmente finirà a giudizio. Ma quale fu il movente dell’assassinio? Giuliano Lucchetta era accusato dagli esponenti della cosca di Il pentito ha reso confessioni al magistrato Salvatore Di Maio Il pm Luberto ha incriminato il collaboratore Luciano Oliva per omicidio San Fili, d’essersi impossessato di alcune armi che appartenevano all’arsenale del gruppo. E un affronto del genere non poteva che essere punito con la morte. Le armi erano nascoste, sotto terra, in una zona rurale, lungo la dorsale appenninica paolana. I verbali contenenti una parte delle confessioni rese dal quarantenne Oliva, sono stati depositati dal pm antimafia Vincenzo Luberto nel maxiprocesso “Ultimo atto” che ricostruisce le attività di uno dei più potenti clan della Sibaritide. Il pentito nei verbali parla pure d’un altro delitto. Quello di Antonio Bevilacqua, 27 anni, inteso come “Popin”, assassinato con una scarica di pallettoni nelle campagne di Doria il 27 febbraio del 2004. Il pentito asserisce d’aver preparato l’autovettura – un’Alfa 164 di co- Giuliano Lucchetta lore amaranto – adoperata dai sicari. «Il giorno del delitto – ha riferito la “gola profonda” – Antonio Forastefano di Cassano si allontanò a bordo dell’auto in compagnia di Emanuele Bruno che veniva da Vibo e, prima di andarsene, mi disse di guardare la sera il telegiornale...». Antonio Bevilacqua, detto “Popin”, venne crivellato intorno alle 19 d’un venerdì di sette anni addietro, mentre viaggiava a bordo di una Golf, in compagnia del cugino, Mario Bevilacqua, che rimase gravemente ferito. Gli attentatori sfigurarono Bevilacqua con una scarica di pallettoni. Il cugino sopravvissuto all’agguato, ha recentemente ricostruito in Corte d’Assise, a Cosenza, tutte le drammatiche fasi dell’omicidio a cui non assistettero altri testimoni. Il pentito Luciano Oliva, 40 anni, di San Fili, è indagato dalla Dda di Catanzaro per due omicidi, traffico di sostanze stupefacenti e danneggiamento.L’uomo, ha svelato ai carabinieri i retroscena dell’assassinio del cognato, Giuliano Lucchetta, di San Vincenzo La Costa scomparso a 43 anni per lupara bianca nella primavera del 2004. Un delitto nel quale l’odierno pentito ebbe un ruolo attivo consegnando la vittima ai killer. «Lo portai io a bordo di un’auto nel luogo convenuto – ha detto – dove poi venne ammazzato da due persone. Lo uccisero appena scese dal mezzo». Il corpo di Lucchetta venne successivamente sepolto tra le montagne del Paolano in un luogo che il collaboratore di giustizia ha indicato e nel quale sono stati compiuti degli scavi culminati nel ritrovamento di venti ossaLe ricerche e gli scavi compiuti dai carabinieri hanno consentito di ritrovare solo un osso dal quale non è possibile estrarre il dna. Lucchetta venne ammazzato perché s’era appropriato della armi d’un clan Stava scendendo lungo via Molè, nel tratto terminale che porta al bivio che interseca con la provinciale di Germaneto dove si trova, a poca distanza, la nuova stazione delle Ferrovie dello Stato di Catanzaro. Mancavano circa cinquecento metri al bivio quando una Lancia Y guidata da un quarantenne lo ha travolto ferendolo mortalmente. È questa una prima dinamica dell’incidente stradale in cui ha perso la vita Roberto Anfossi, 32 anni di Lamezia Terme. I fatti si sono svolti intorno alle ore 19.20. La strada dov’è avvenuto l’incidente in alcuni punti è priva d’illuminazione e, quando esiste, è particolarmente scarsa. Il conducente delle Lancia Y, che si stava recando in un distributore di carburante di Germaneto per motivi di lavoro, avrebbe visto il 32enne lametino all’improvviso, avrebbe frenato bruscamente ma la manovra d’emergenza non ha fatto in modo da evitare l’impatto. Il giovane sarebbe morto sul colpo. Il conducente dell’auto si è fermato, ha cercato di prestare soccorso, ha chiamato aiuto. Tutto è stato vano. Scattato l’allarme, sul posto sono giunti gli agenti della squadra volante della Questura cittadina, una squadra dei vigili del fuoco del comando provinciale che ha illuminato la scena della tragedia a giorno e i sanitari del servizio medico d’urgenza “118” che non han- no potuto fare altro che constatarne il decesso. Nel frattempo, sul luogo dell’incidente è giunta una pattuglia della Polizia Stradale da Soverato. A loro è spettato il compito di effettuare i rilievi di rito. Una grossa difficoltà che i poliziotti hanno dovuto superare è stata l’identificazione della vittima in quanto il 32enne era sprovvisto di documenti. Gli agenti, per fortuna, hanno rinvenuto il suo cellulare che, a un certo punto, ha squillato. Non è dato sapere chi fosse l’interlocutore dall’altro capo del telefono. L’unica cosa certa è che solo in questo modo si è risaliti alle generalità del giovane lametino. Dell’accaduto è stato avvisato il sostituto procuratore Il sostituto procuratore Gerardo Dominijanni si occupa del caso della Repubblica di turno, Gerardo Dominijanni, che ha autorizzato gli agenti, dopo aver effettuato i rilievi di rito, alla rimozione del cadavere, avvenuta a cura delle agenzie di onoranze funebri “Fratelli Tassoni”. Il corpo è stato trasferito all’obitorio del policlinico universitario a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il conducente della Lancia Y, ancora in stato di choc per l’accaduto, sarà denunciato con l’accusa di omicidio colposo. Un atto dovuto da parte delle forze dell’ordine dopo l’incidente mortale. Il corpo senza vita di Roberto Anfossi coperto dal lenzuolo Ieri mattina terremoto del 2.7 di magnitudo nell’Alto Tirreno, nel pomeriggio 2.6 in mare. Tra Calabria e Basilicata 680 eventi da ottobre a dicembre Dal Pollino allo Stretto la terra trema, scosse nel Reggino e nel Cosentino Giovanni Pastore COSENZA Tre scosse in mare agitano angosce mai sopite. La prima, con magnitudo locale 2.1, alle 13.23, al largo di Siracusa. La seconda, alle 15.12, con intensità 2.6, proprio nello specchio d’acqua sul quale s’affaccia Reggio Calabria. La terza, sempre nello Ionio e sempre di pomeriggio, al largo di Brancaleone, alle 16.14, con magnitudo pari a 2.4. Il Sud è tutto un sussulto, la terra trema un po’ ovunque. Cer- to, è anche vero che Calabria e Sicilia non sono mai state completamente ferme e che certi fenomeni fanno parte della loro storia ma l’improvviso risveglio dell’attività sismica, principalmente in Calabria, sembra preoccupare anche gli scienziati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia che, da un anno, seguono con particolare interesse la sequenza che interessa il distretto del Pollino. Nell’area di confine fra la Basilicata e la Calabria, tra il primo ottobre e il 27 dicembre La localizzazione dell’epicentro del sisma registrato dall’Ingv nello Stretto dell’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle, sono stati registrati 680 eventi. Uno sciame di terremoti che ha avuto come picco d’intensità una magnitudo locale pari a 3.3 registrata alle 21.17 del 24 dicembre. I comuni interessati da questa intensa attività sismica sono quelli spalmati sulla fascia tirrenica (Praia a Mare, Aieta, San Nicola Arcella e Tortora - ieri mattina, alle 5.25 proprio in questo distretto è stata registrata una scossa con magnitudo locale pari a 2.7) e quelli che sorgono nell’entroterra montano (Verbicaro, Orsomarso, Papasidero, Laino Borgo, Laino Castello, Mormanno, Morano, Castrovillari, Frascineto, Saracena e San Basile - zona che ieri è stata interessata da due scosse quasi impercettibili). La Protezione civile nazionale, comunque, s’è già mossa da tempo e d’intesa con le varie Municipalità ha predisposto piani speciali in caso d’emergenza e in molte scuole sono state pure eseguite esercitazioni pratiche in caso di terremoti. La Calabria trema, pure, più a Sud, alle porte di Cosenza. Prima di Natale, la terra è stata inquieta nella Valle del Crati, con quotidiani movimenti tellurici che sono stati avvertiti, principalmente, a Montalto e a Rende, ma anche a Cosenza, Castrolibero, Castiglione, Marano Marchesato, Marano Principato, Rose, San Benedetto Ullano, San Fili e a San Vincenzo La Costa. Anche in questo caso, il picco è stato raggiunto il 17 dicembre con una magnitudo locale del 3.4. Martedì 3 Gennaio 2012 Gazzetta del Sud 24 Calabria . STAITI L’assassinio del dipendente dell’Afor, da anni residente a Messina, ucciso sabato scorso mentre faceva ritorno al suo paese d’origine De Maria, si cercano i “legami” criminali All’esame degli inquirenti delitti recenti sui luoghi della vecchia “faida di Motticella” in cui morì il padre Antonello Lupis ROCCELLA È stata effettuata dal medico legale, dott. Pietro Tarzia, nominato dal pm locrese Salvatore Cosentino, nel pomeriggio di ieri a Locri l’autopsia sul cadavere del dipendente dell’Afor in servizio a Reggio Calabria, Francesco De Maria, 60 anni, originario di Staiti ma residente ormai da diversi anni a Messina. De Maria è stato assassinato sabato scorso, mentre si trovava in macchina in compagnia della moglie, in un agguato di chiaro stampo mafioso compiuto da due killer professionisti della ‘ndrangheta alla periferia del piccolo centro preaspromontano della Locride, lungo la strada provinciale che collega la cittadina alla Statale 106. L’esito dell’esame autoptico ha, per grandi linee, confermato che almeno la metà degli 8-9 colpi di pistola calibro 9 sparati dai sicari da distanza molto ravvicinata – quasi un’esecuzione – hanno attinto in parti vitali (collo e torace, in particolare) la vittima, causandone il decesso pressocché istantaneo davanti allo sguardo terrorizzato della moglie, seduta nel sedile anteriore della Volkswagen “Passat” condotta da De Maria, costretta a fermarsi dopo esere stata violentemente speronata, in prossimità di una curva a gomito, da un fuoristrada con a bordo i sicari. Dopo aver, comunque, chiuso il cerchio su tutti gli iniziali accertamenti di rito (interrogatori, perquisizioni ed esito dell’esame autoptico), il fascicolo relativo all’omicidio di Francesco De Maria – noto alle forze dell’ordine per essere finito tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000 in due imponenti retate anticrimine (“Operazione Vascello” e, soprattutto, “Operazione Panta Rei”, ossia le infiltrazioni della ‘ndrangheta reggina nell’Ateneo di Messina) e per alcune “amicizie” ritenute molto scomode dalle forze dell’ordine – passerà dalla Procura di Locri alle mani dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Ciò a conferma che l’efferato assassinio, evidentemente pianificato nei minimi particolari dai mandanti e dagli esecutori materiali, è da inquadrare senza alcun dubbio come delitto di mafia. Tra l’altro il padre di De Maria era stato a sua volta assassinato negli anni Ottanta, nell’ambito della cruenta “faida di Motticella”. E partendo proprio da questa ipotesi investigativa, i carabinieri del Gruppo di Locri e della compagnia di Bianco, con in testa il tenente colonnello Giuseppe De Liso, il maggiore Alessandro Mucci e il cap. Francesco Donvito, stanno cercando di capire, come da noi evidenziato anche nell’edizione di ieri, se l’omicidio di “don Ciccio” sia collegabile ad altre cruenti esecuzioni mafiose avvenute di recente o negli ultimi 3-4 anni nella zona a sud della Locride. Sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori dei carabinieri è pertanto finita almeno una mezza dozzina di omicidi. In particolare gli inquirenti stanno cercando di capire se l’uccisione di De Maria sia collegabile al recente omicidio, avvenuto la sera del 29 ottobre scorso in una zona di campagna di Bruzzano, del consigliere comunale di maggioranza di Samo, Vincenzo Sgabellone, 31 anni. All’attenzione anche altre tre efferate esecuzioni: quella del ristoratore di Brancaleone, Luciano Criseo, 55 anni, avvenuta proprio a Brancaleone il 29 marzo 2009, il duplice omicidio, in una zona di campagna al confine tra Staiti e Bruzzano, del pensionato reggino Giuseppe Toscano (titolare della locanda “Il rifugio del cacciatore”), di 70 anni, e delle badante romena Michaela Topala, nonché la spietata esecuzione a colpi di lupara, l’8 marzo 2007 a Marinella, dell’ex vicesindaco di Bruzzano Giovanni Politanò, fabbro di 46 anni. Tutti agguati che stanno ampiamente a significare, come ritengono le forze dell’ordine e i magistrati antimafia, che, in particolare, nella zona compresa tra Africo, Brancaleone, Staiti, Samo e Bruzzano Zeffirio, certi equilibri in chiave criminale sembrano essere “saltati”. Scheda Francesco De Maria, 60 anni, dipendente dell'Afor di Reggio, residente da anni a Messina, era personaggio conosciuto dalle forze dell'ordine. Ritenuto vicino al clan Morabito-Bruzzaniti di Africo era stato condannato a 11 anni di carcere nel processo "Panta Rei" (sentenza annullata con rinvio il mese scorso dalla Cassazione). Due sicari hanno bloccato l'auto su cui viaggiava assieme alla moglie, e gli hanno esploso contro 7-8 colpi di pistola, di cui almeno 4 andati a segno. La donna è rimasta illesa. Sull’efferato agguato di Staiti indagano i carabinieri. Inchiesta che si annuncia difficile: l’omicidio è opera di sicari professionisti Denunciato il taglio di alcune piante di kiwi nella proprietà agricola dell’assessore De Maria in contrada Bosco Rosarno, ennesimo avviso all’amministrazione? Alfonso Naso GIOIA TAURO Un altro episodio intimidatorio nella Piana di Gioia Tauro, precisamente in contrada Bosco di Rosarno dove ieri un membro della famiglia di Teodoro De Maria, assessore al comune di Rosarno con delega ai lavori pubblici, ha denunciato ai carabinieri il taglio subito di alcune piante di kiwi. Gli alberi, in piena fase produttiva, sono stati trovati quasi totalmente divelti dal fusto. Sul posto sono prontamente intervenuti i militari della tenen- za di Rosarno che stanno conducendo le indagini su caso. La scoperta del fatto risale alle 13.30 di ieri anche se è possibile, visti i giorni di festa, che il fatto risalga a qualche giorno addietro. Le piante tagliate sono state 14 e si trovavano all’interno di un appezzamento di terreno coltivato per usi agricoli posto nel quinto stradone della popolosa frazione del centro di Rosarno. L’area, quasi completamente coltivata ad agrumi e olive, presenta anche vaste zone impiantate a kiwi. Il danno, ad una prima stima degli organi inquirenti, è consistente anche se ancora non quantificato. De Maria, membro della giunta del sindaco Elisabetta Tripodi, già oggetto di “attenzioni” da parte della criminalità organizzata, gestisce insieme ai congiunti le proprietà agricole site in contrada Bosco dove risiede insieme alla famiglia. Gli investigatori non seguono ufficialmente nessuna specifica pista, né tanto meno quella riconducibile all’intimidazione per l’attività politico-amministrativa. Di certo, però, la delicata e importante attività portata avanti dall’assessore non può escludere questa via. In questo periodo è andato in appalto l’illuminazione della frazione Bosco e l’elettrificazione completa della zona. Inoltre, i lavori pubblici a Rosarno in questo periodo attirano diversi interessi con i milionari progetti in ballo con i Pisu (progetti integrati di sviluppo urbano) unitamente ai comuni di Gioia e Rosarno. Se la pista dell’intimidazione fosse effettivamente quella giusta non ci sarebbe da stare tranquilli a Rosarno; sarebbe il secondo episodio ai danni di assessori della giunta in poco più di un anno dal suo insediamento a Palazzo San Giovanni. La scorsa estate, infatti, è stata data alle fiamme l’autovettura del padre dell’assessore alle politiche giovanili Francesco Bonelli. I carabinieri stanno provvedendo a reperire tutte le informazioni possibili per risalire agli autori del gesto. Si cerca di capire se la famiglia abbia avuto qualche screzio nell’ambito del commercio, oppure se il gesto è un “avvertimento” a Teodoro De Maria. CAULONIA L’intimidazione, perpetrata la notte di Capodanno, ha preso di mira la non ancora avviata attività del sodalizio impegnato in progetti per i rifugiati Una bomba nel ristorante etnico-solidale del Consorzio Goel Armando Scuteri CAULONIA Un pacco bomba depositato all’ingresso di una trattoria, chiusa da anni e predisposta per essere riavviata come ristorante multietnico, ha causato danni alla struttura muraria, agli infissi e agli arredi custoditi al suo interno. È successo a Caulonia, al km 3,800 della Provinciale 88 che dalla Statale 106 conduce al centro storico e nel suo retroterra, spingendosi sino alle Serre vibonesi. L’attentato, verosimilmente, potrebbe essersi verificato al momento del passaggio tra il vecchio ed il nuovo anno e la deflagrazione potrebbe essere stata mascherata dall’esplodere dei botti che salutavano l’arrivo del 2012. Del gesto criminoso, però, si è venuti a conoscenza soltanto nella tarda serata di domenica, e sul posto con i militari dell’Arma del luogo sono intervenuti gli agenti della Scientifica e anche il maggiore Alessandro Mucci del Comando provinciale di Reggio Calabria e il capitano Marco Comparato, comandante della compagnia di Roccella Jonica. Un’azione delittuosa di «stampo chiaramente mafioso, uno dei tanti che hanno colpito la Locride e la Calabria negli ultimi giorni», ha spiegato Vincenzo Linarello, presidente del Goel, consorzio sociale che a Caulonia e nel comprensorio locrideo gestisce vari progetti di accoglienza per i profughi. In quella struttura, infatti, il gruppo cooperativo di Linarello, che l’aveva presa in affitto, si stava preparando ad avviare una pianificazione solidale, un laboratorio sociale per l’integrazione attiva dei rifugiati politici coinvolti nei propri programmi di accoglienza. «Una nefandezza – secondo Linarello – che richiama alla mente quella compiuta la notte di Natale nel centro per minori stranieri ai danni della comunità Progetto Sud a Lamezia Terme». Per il Goel, nel corso degli anni, non è questo il primo atto terroristico «di stampo mafioso», ha aggiunto il presidente. Che in nome delle cooperative della Locride chiede che il governo centrale «dia un chiaro segnale di rafforzamento della lotta alla 'ndrangheta». Ha pure assicurato che il Goel proseguirà nella sua «attività di accoglienza agli immigrati per allontanarli» dalle grinfie «della malavita» e nell’immediatezza darà impulso «un mercato locale degli agrumi che premi gli agricoltori che si oppongono alla 'ndrangheta». Non meno ferma è stata la condanna formulata da Ilario Ammendolia, sindaco di Caulonia, che ha espresso parole di biasimo verso chi, sulla scia di quanto già perpetrato a Riace, Rosarno e Lamezia, ha ora attaccato il progetto accoglienza di Caulonia. «I valori di solidarietà, di generosità, di accoglienza, di uguaglianza, tagliano l’erba sotto i piedi alla criminalità, che per vivere ha bisogno di contrapposizioni, di odio, di divisioni», ha detto il sindaco. L’esterno del locale preso di mira: visibili i vetri in frantumi dell’abitazione sovrastante, disabitata Ed ha aggiunto che la corposa presenza a Caulonia di africani e asiatici avanza «un seme in favore di una società che poggia su valori alternativi a quelli voluti e praticati dalla mafia. Un seme che germogliando getterà le basi ad una società diversa e senza violenza». Per il primo cittadino resta ora da «valutare la natura criminale di un’azione che rappresenta un attacco politico a quanto è stato realizzato in questi anni». Fermo restando che, ha concluso, come Amministrazione «non faremo un solo passo indietro: non abbandoneremo le nostre posizioni che coniugano la lotta alla ‘ndrangheta a quella per una società più giusta ed al rispetto della Costituzione repubblicana» e che la strada intrapresa sarà ancora percorsa «combattendo la criminalità senza quartiere ma sempre nel rispetto delle garanzie costituzionali e senza criminalizzare la nostra terra ed il nostro popolo». Martedì 3 Gennaio 2012 Gazzetta del Sud 26 Cronaca di Reggio . Giovedì gli ultimi interventi dei difensori dei 23 imputati che hanno scelto l’abbreviato e sabato la sentenza Claudio Amato si è costituito in Questura Giovane rom in carcere per la rapina in casa Le infiltrazioni nei lavori dell’A 3 e la riesplosione della “faida di Barritteri” di un’anziana coppia Processo “Cosa mia” in dirittura d’arrivo Paolo Toscano Ancora due udienze e calerà il sipario sul processo “Cosa mia”, nato da un’inchiesta della Dda sulle infiltrazioni delle cosche di Palmi e Seminara nei lavori di ammodernamento dell’autostrada e sugli scontri feroci per assicurarsi la legittimazione ad esigere la tangente scanditi dalla riesplosione della “faida di Barritteri”. Il processo è in corso di celebrazione nell’aula bunker di viale Calabria, davanti al gup Antonino Laganà. Giovedì sono in programma gli ultimi interventi dei difensori e sabato il giudice si ritirerà in camera di consiglio per emettere il verdetto. Mentre il troncone degli abbreviato è giunto ormai all’epilogo, il processo che si celebra con il rito ordinario davanti al Tribunale di Palmi sta per entrare nella fase più importante, almeno per quanto attiene al dibattimento. Lunedì 9, infatti, è in programma un’udienza che vedrà di scena come testimoni alcuni ufficiali di polizia giudiziaria che hanno partecipato alle indagini. Saranno sottoposti a esame da parte dei pubblici ministeri Roberto Di Palma e Giovanni Musarò, gli stessi ma- Il processo nato dall’operazione “Cosa mia” si sta celebrando nell’aula bunker di viale Calabria gistrati che hanno rappresentato l’accusa nel processo in abbreviato e hanno concluso la loro requisitoria chiedendo la condanna di 23 imputati a complessivi 180 anni di carcere. Sono invece 47 gli imputati che rispondono nel procedimento parallelo che si celebra con il rito ordinario a Palmi. Alla sbarra ci sono alcuni dei componenti della consorteria Gallico impegnati dalla fine degli anni ’70 in una sanguinosa faida con i Condello prima e con i Bruzzise (anche loro a processo) poi. L’operazione “Cosa mia” era stata condotta nel giugno del 2010, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, dalla Squadra mobile di Reggio e dal Commissariato di Palmi. L’in- chiesta aveva fatto luce sulle attenzioni che alcune famiglie operanti nel triangolo compreso tra Palmi, Seminara e Barritteri, avevano messo sugli appalti nei cantieri del costruendo quinto macrolotto della Salerno-Reggio Calabria, con la pretesa dell’ormai noto 3%, quale tassa di sicurezza imposto dalle cosche nei territori di competenza. Era stata l’operazione “Arca”, che si era interessata delle infiltrazioni nei lavori del quarto macrolotto, a chiarire la trama estorsiva. L’indagine “Cosa mia” ha, inoltre, fatto luce su alcuni cruenti fatti criminosi. Proprio il riaccendersi della faida, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbe legata alla spartizione del lucroso affare delle tangenti connesse ai lavori di ammodernamento della A 3 nella zona territoriale di Barritteri. Qui sarebbe anche emerso il legame tra alcune famiglie e la potente ’ndrina dei Bellocco di Rosarno che, secondo gli inquirenti, avrebbe stabilito a quale cosca spettasse il diritto di ricevere una parte della quota indicata con riferimento ai lavori di ammodernamento dell’autostrata nel territorio di riferimento. L’incaricato di accertare la capacità dell’anziano al momento dell’aggressione depositerà martedì l’elaborato Ferì il vicino a colpi di accetta, attesa la perizia Un’aula del Cedir che ospita i procedimenti in camera di consiglio davanti al gup Riprenderà martedì 10 davanti al gup Andrea Esposito il processo a carico di Antonino Cannizzaro, il settanduenne di Catona accusato di tentato omicidio nei confronti del vicino di casa, aggredito con un’accetta a seguito di un disguido relativo al parcheggio dell’auto. Cannizzaro, assistito dall’avvocato Giacomo Iaria, aveva chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato condizionato all’espletamento di una perizia affidata allo psichiatra Nicola Pangallo, finalizzata a stabilire se al momento dei fatti l’anziano era capace di intendere e di volere. Il gup aveva disposto di procedere nelle forme richieste dalla difesa e aveva rinviato all’udienza del 10 gennaio per il deposito dell’elaborato del perito e per la decisione. L’episodio che ha portato Antonino Cannizzaro davanti al giudice si era registrato nel gennaio scorso. Secondo quanto accertato in sede di indagini, Cannizzaro, in seguito a un diverbio per futili motivi, impugnata un’accetta aveva vibrato un colpo ferendo G.T., 48 anni. Solo per puro caso l’episodio non era sfociato in tragedia. Il vicino aveva riportato ferite guaribili in venti giorni. L’anziano era stato arrestato in flagranza di reato. In sede di udienza di convalida Cannizzaro, assistito dagli avvocati Giacomo Iaria e Lidia Violi, aveva ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari, anche in considerazione del suo precario stato di salute.(p.t.) Giovane rom in carcere per la rapina in casa di un’anziana coppia. Accompagnato dal suo legale di fiducia, avvocato Giacomo Iaria, nella giornata di ieri si è costituito Claudio Amato, 24 anni, appartenente alla comunità rom. Amato si è presentato in questura, al funzionario della sezione reati contro il patrimonio, a seguito di notifica dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari Cinzia Barillà. Il giovane rom è accusato di avere, in concorso con almeno un altro complice che agiva con il volto coperto da passamontagna, compiuto una rapina all’interno dell’abitazione di un’anziana coppia. L’azione, secondo quanto emerso in sede di indagini, era stata realizzata con violenza fisica dagli autori. I malcapitati anziani coniugi erano stato immobilizzati dai delinquenti che, così, avevano trovato campo libero per portare a termine il loro piano criminale. I rapinatori avevano rovi- stato dappertutto e alla fine avevano sottratto circa 3 mila euro in contanti, un libretto postale di risparmio e un buon fruttifero del valore di 500 euro, nonché svariati monili in oro e argento. Un bel bottino per un “lavoretto” che, almeno in apparenza, era filato via liscio come l’olio. La rapina era stata compiuta nel corso della notte facendo ricorso a uno stratagemma: il rapinatore che agiva col volto coperto da passamontagna si era presentato al citofono con il nome di una persona conosciuta dalla coppia (ovviamente l’interessato era all’oscuro di quanto stava accadendo), garantendosi l’accesso all’abitazione dove poi era stato messo a segno il “colpo”. All’incriminazione di Amato si è giunti successivamente, sulla base di un riconoscimento fotografico effettuato dalle parti offese. È stata, quindi, emessa l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del giovane rom che, come detto, accompagnato dal suo legale si è presentato in Questura per costituirsi.(p.t.) Agenda telefonica cittadina FARMACIE DI TURNO DIURNO Dall’1 gennaio 2012 al 7 gennaio 2012 (8.30-19.30) AL CASTELLO - Piazza Castello - Tel. 096527551. SAN BRUNELLO - Via Manfroci, 39-i - Tel. 096547581. FARMACIA APERTE IL SABATO 8.30 - 13 / 16 - 19.30 CENTRALE - Corso Garibaldi, 455 - Tel. 0965332332 CARIDI/FATA MORGANA - Corso Garibaldi, 327 - Tel. 096524013 FARMACIE APERTE SOLO IL SABATO MATTINA 8.30 - 12.30 ARCUDI - ASCHENEZ - SAN PIETRO/BATTAGLIA - CATALANO - COSTA - IGEA - LAZZARO - PELLICANÒ - SAN BRUNELLO SCERRA - SANT’AGATA. FARMACIE NOTTURNE (19.30-8.30) CENTRALE - Corso Garibaldi, 455 - Tel. 0965332332 CARIDI/FATA MORGANA - Corso Garibaldi, 327 - Tel. 096524013 GUARDIA MEDICA FESTIVA E NOTTURNA ACCIARELLO tel. 751356 BAGNARA CALABRA tel. 372251 BOVA MARINA tel. 761500 CALANNA tel. 742336 CARDETO tel. 343771 CATAFORIO tel. 341300 CONDOFURI tel. 727085 FOSSATO tel. 785490 GALLICO tel. 370804 MELITO PORTO SALVO tel. 781581 MODENA tel. 347432 MOTTA S. GIOVANNI tel. 711397 ORTI’ tel. 336436 PELLARO tel. 358385 RAVAGNESE tel. 644379 REGGIO (ex Eca) tel. 347052 REGGIO (ex Vigili) tel. 347432 ROCCAFORTE DEL GRECO tel. 722987 SAN LORENZO tel. 721143 SAN PROCOPIO tel. 333180 SAN ROBERTO tel. 753347 S. STEFANO D’ASPROM. tel. 740057 SCILLA tel. 754830. TELEFONO AMICO Il Telefono Amico svolge il servizio tutti i giorni 24 ore su 24 chiamando ai seguenti numeri: 0965812000 800848444 (numero verde). SERVIZIO-URGENZA EMERGENZA-MEDICA (SUEM) Numero tel. unico prov.le 118 LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI Via Tenente Panella n. 3 - Tel. e fax 0965331563 (8.30-12.30 / 15.30-17) AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI REGGIO CALABRIA Ufficio relazioni con il pubblico: via Sant’Anna II tronco n. 18/P 89128 tel. 0965/347374 - 0965347367 - tel-fax 0965/347435 www.asp.rc.it e-mail: urp@asp.rc.it AZIENDA OSPEDALIERA Centro prenotazione 800198629 AVIS Corso Garibaldi 404 - 0965/813250 ADSPEM-FIDAS c/o Servizio Trasfusionale dell’Ospedale Morelli in Viale Europa tel. e fax 0965393822 - tel. 096554446. CROCE ROSSA Via Generale Tommasini 0965/330089 - 24444 ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO L’EPILESSIA Sezione Regionale Calabria Unità Operativa di Neurologia. Presidio ospedaliero OO.RR. via G. Melacrino, 0965/397972 CONTRO LA TRATTA A SCOPO DI SFRUTTAMENTO SESSUALE Numero verde: 800.290.290. ASSOCIAZIONE AI.BI. Ente autorizzato per l’adozione internazionale. Sportello in via Paolo Pellicano 21/H, attivo dal lunedì al ven. (ore 9-13) tel. 0965/894706 Il grande schermo CINEMA LUMIÈRE MULTISALA - Viale La Boccetta - Reggio Calabria - Info: Tel. 0965/51036 - Cell. 3938131781 www.multisalalumiere.it. Sala De Curtis: «Vacanze di Natale a Cortina» - commedia, con C. De Sica, S. Ferilli, R. Memphis. Spett. ore: 16.30 - 18.40 - 20.50 - 23. Sala Sordi: «Arthur Christmas, il figlio di Babbo Natale in 3D» animazione, stessi autori di “Piovono polpette”. Spettacolo unico: ore 15.30. Segue: «Il gatto con gli stivali in 3D» Spettacolo unico: ore 17.10. Segue: «Sherlock Holmes giochi di ombre» in digitale, azione, di G. Richie con R. Downey Jr, Jude Law. Spett. ore: 18.40 - 21 23.10. Sala De Sica: «Il gatto con gli stivali» NO 3D, animation DreamWorks di C. Miller, voce di A. Banderas. Spett. ore: 16.10 - 18. Segue «Il principe del deserto» dramma, di J.J. Annaud con A. Banderas, F. Pinto. Spett. ore: 20.20 - 22.50. Sala Mastroianni: «Il principe del deserto» dramma, di J.J. Annaud, con A. Banderas, F. Pinto. Spett. unico: 17.50. Segue: «Il gatto con gli stivali» No 3D, animation DreamWorks di C. Miller, voce di A. Banderas. Spett. ore: 20 - 22. AVVISO: giorno 6 gennaio 2012, in occasione della festività della Befana, si organizzano le matinèe di: «Il gatto con gli stivali in 3D» - ore 10.30. «Il gatto con gli stivali NO 3D - ore 10.45. «Arthur Christmas, il figlio di Babbo Natale in 3D» - ore 10.45. Sono sospese le promozioni. Attività promozionale: c/o il botteghino le Card-Abbonamento. CINEMA NUOVA PERGOLA Tel. 096521515 - Infoline: 347/5359831 http://cinemanuovapergola.it: «Arthur Christmas, i figlio di Babbo Natale» animazione, stessi autori di “Piovono polpette”. Unico spett.: ore 16. Segue: «Capodanno a New York» commedia con Robert de Niro, Zac Efron, Michelle Pfeiffer. Orari: ore: 18 20.15 - 22.30. CINEMA TEATRO ODEON Reggio Calabria - Tel. 0965898168 www.odeonrc.it: «Finalmente la felicità» (genere: commedia) con Leonardo Pieraccioni, Rocco Papaleo, Ariadna Romero, Thyago Alves. Orario spettacoli: 16 18 - 20 - 22. CINEMA AURORA Reggio Calabria Tel. 096545373 fax 0965883456 - Info: 3400661061 - indirizzo internet: www.cinemaaurora.it - e-mail: info@cinemaaurora.it «Il figlio di Babbo Natale in 3D» spett. unico ore 16. Nei giorni 25 - 26 dicembre 2011 e il 6 gennaio 2012 oltre allo spettacolo delle ore 16 il film sarà proiettato di mattina alle ore 11. Segue: «Sherlock Holmes - Gioco di ombre» Azione, con Robert Downey Jr. e Jude Law. Orario spettacoli: 17.50 20.10 - 22.30. N.B.: sospese tessere e omaggi. Gazzetta del Sud Martedì 3 Gennaio 2012 33 Reggio Tirrenica . ROSARNO Incursione (con taglio di piante) nel terreno agricolo dell’assessore ai LLPP, De Maria Città turbata dall’atto intimidatorio Convocata per oggi dal sindaco Tripodi una riunione della coalizione Giuseppe Lacquaniti ROSARNO Profonda impressione ha suscitato in città la notizia del grave atto intimidatorio subito dall’assessore ai LL.PP. dott. Teodoro De Maria, con il taglio di diverse piante di kiwi nel terreno di proprietà della sua famiglia, ubicato nel quinto stradone della contrada Bosco. Immediata è giunta la risposta da parte del sindaco Elisabetta Tripodi e della Giunta comunale, che esprimono “solidarietà e vicinanza al collega” e condannano fermamente «una tipologia di attività criminale e mafiosa che non va né sottovalutata né fatta passare sotto silenzio». In un comunicato fanno presente che «l'assessore De Maria ha sempre svolto con determinazione e competenza il suo ruolo in assoluta sintonia con la giunta municipale e con tutta la maggioranza. Coloro che si sono adoperati in maniera ‘ndranghetista contro di lui sappiano che troveranno una risposta unitaria e corale da parte della nostra Amministrazione». «Le iniziative intraprese dalla Giunta e dall'assessore De Maria – prosegue la nota – per migliorare le condizioni della frazione Bosco e più in generale tutta la città, comprendono diverse opere nel settore della viabilità, delle scuole, delle opere civili; dimostrano nel complesso una sua capacità personale e in maniera generale di tutta la Giunta Una piantagione di kiwi nella Piana e accanto l’assessore comunale Teodoro De Maria di sapere intervenire e risolvere con equilibrio e determinazione i numerosi problemi che le Amministrazioni precedenti - non a caso dimissionarie o sciolte per infiltrazione mafiosa - hanno lasciati irrisolti ed in eredità». Dopo aver esplicitato che obiettivo notorio dell’attuale Giunta è quello di «garantire a tutti i cittadini condizioni di potere operare in un contesto di legalità, tranquillità e rispetto», la nota si conclude con un monito indirizzato a coloro «che pensano di potere modificare il nostro cammino con attentati o ritor- sione: essi avranno una ferma risposta in termini politici ed in termine di repressione. I fatti sono stati denunciati alla giustizia dalla famiglia De Maria e, siamo certi, porterà alla individuazione dei colpevoli. Ai cittadini confermiamo il nostro pieno impegno a favore di una crescita serena della vita sociale ed economica di Rosarno». Piena e incondizionata solidarietà per il “meschino attentato” giunge all’assessore De Maria dal suo partito, “Sinistra per Rosarno”, che ritiene fondamentale «contribuire, tutti in- sieme, alla contrapposizione netta e chiara contro quel sistema criminale che tenta di interrompere con la forza il cammino di legalità e rinascita di un territorio che sta cambiando e di cui l’amico e compagno di viaggio Totò De Maria ne è espressione politica e amministrativa». Per il capogruppo di “Sinistra per Rosarno” in consiglio comunale, Rocco Pronestì, «tutti gli uomini chiamati a ricoprire cariche pubbliche devono fare fronte comune, svestendosi di ideologie e appartenenze politiche e partitiche e fare della lega- lità l’unico baluardo della propria azione di governo». Un “fatto gravissimo” viene considerato dal “Grande Sud”, partito di opposizione, che, attraverso i i responsabili del coordinamento locale (Giusy Zungri) e regionale (Giacomo Saccomanno), esprimono «la più sentita vicinanza e solidarietà all’assessore De Maria, condannando fortemente l’azione subita e tutte quelle che vanno oltre i limiti della civile convivenza e che tentano di condizionare la libertà e dignità delle persone». Una ragione in più per procedere alla convocazione urgente del Consiglio comunale, come richiesto da Grande Sud, per discutere dei gravi problemi che affliggono la città e “per sensibilizzare le Istituzioni ad un pronto e celere intervento». Per oggi è stata convocata dal sindaco in Municipio una riunione dei rappresentanti di tutte le forze che compongono la coalizione di centrosinistra, per discutere la questione ed assumere, in forma unitaria, iniziative di consistente spessore politico. Non è questa la prima vicenda intimidatoria che interessa un amministratore dell’attuale maggioranza. Quattro mesi or sono il sindaco Elisabetta Tripodi è stata messa sotto scorta a seguito della nota lettera, ritenuta dagli inquirenti “minacciosa ed intimidatoria”, inviatagli dal carcere milanese di Opera (Mi) dal 54enne detenuto rosarnese Rocco Pesce. SAN FERDINANDO Mobilitazione in occasione della festa per i migranti con presidio nell’area industriale Associazioni in piazza contro il rigassificatore SAN FERDINANDO. Il prossimo 7 gennaio si svolgerà la festa dei popoli in occasione del secondo anniversario dei “fatti di Rosarno”. Ma si svolgerà anche un’altra particolare manifestazione contro la possibile costruzione del mega rigassificatore nell’area industriale tra San Ferdinando, Gioia Tauro e Rosarno. Un gruppo di associazioni che opera sul territorio ha deciso di organizzare una giornata dimostrativa. «Da mesi si è deciso di svolgere qui una giornata di ricordo, e ultimamente, nelle varie assemblee- si legge nel manifesto pubblicizzato dall’associazione Presidio San Ferdinando in Movimento- che abbiamo avuto con il Kollettivo di Cinquefrondi, Equosud, gli Africani, il Circolo Antonio Armino di Palmi, il Csoa "Cartella" di Reggio, i portuali del sindacato Sul e vari altri soggetti che giorno per giorno continuano a unirsi al gruppo, si è scelto di vivere una giornata di festa su uno dei terreni che dovrebbero essere espropriati per Una foto tratta dal progetto del rigassificatore nella Piana ospitare il rigassificatore”. Una giornata intensa quindi quella del 7 gennaio. “Ma che c'entra il rigassificatore con i migranti, direte voi? C'entra, eccome! Le pessime condizioni di vita, particolarmente degli Africani, sono dovute quasi esclusiva- (ARCHIVIO) mente alla crisi del comparto agricolo della Piana. Se i produttori ricevono pochi centesimi per i loro prodotti, anche se lo volessero, non sarebbero in grado di corrispondere una paga dignitosa ai braccianti. I prezzi stracciati spingono i contadini ad abban- donare le proprie terre e ad aspettare che, prima o poi, arrivi l'industriale di turno che proponga loro l'esproprio (e quindi l'indennizzo economico) per costruirci su i megaimpianti più disparati (meglio vendere il terreno che lasciarlo lì, improdutti- vo!). Infatti anche a San Ferdinando abbiamo molti signori che sono favorevoli al rigassificatore proprio per questo motivo: pensate invece quanto avrebbero lottato con noi se i loro prodotti agricoli gli avessero garantito il guadagno adeguato! E infine, non dimentichiamo che l'attività del rigassificatore potrebbe influire negativamente su quella del Porto, aggravando la situazione attuale e spingendo la Mct a ulteriori licenziamenti”. La vicenda del rigassificatore tiene quindi ancora banco dopo le ultime decisioni discordanti dei tre comuni interessati. Gioia e Rosarno hanno revocato la delibera di autorizzazione data dagli ex commissari, mentre San Ferdinando ha manifestato l’intenzione di indire un referendum tra la popolazione e il sindaco Domenico Madafferi ha mandato anche una lettera al ministro Corrado Passera, chiedendo lumi sull’argomento. Fino al momento, però, solo silenzio.(a.n.) Palazzo Sant’Ippolito, sede del Comune di Gioia Tauro GIOIA TAURO In tema di espropri Un risarcimento da cinquemila euro a favore del Comune Alfonso Naso GIOIA TAURO Il Comune è stato riconosciuto soggetto leso in giudizio di responsabilità contabile celebrato davanti la Corte dei Conti e concluso con sentenza n. 582/2011. La storia risale a quasi trent’anni fa, ma la vicenda giudiziaria vera e propria parte a seguito di una deliberazione del Consiglio gioiese del 28 dicembre 2004 con cui veniva riconosciuto un debito fuori bilancio di € 53.731,93 in esecuzione di una sentenza del tribunale di Palmi che aveva disposto un risarcimento in favore di una cittadina, conseguente all’occupazione del terreno di proprietà con un tratto di fognatura. Siamo alla fine del 1985, a Gioia doveva essere realizzato un collettore fognario, opera dichiarata di “pubblica utilità urgente e indifferibile”, che venne ultimato solo nel ‘99. L’aspetto paradossale, riscontrato dai giudici della Corte dei Conti, è che in sede istruttoria «è emerso che alcuna procedura espropriativa è stata avviata dal Comune di Gioia Tauro per la realizzazione della rete fognaria, né redatto alcun piano particellare di esproprio di terreni di proprietà privata attraversati dal collettore”, quindi effettivamente quel terreno occupato alla cittadina gioiese non poteva esserlo perché mancava l’atto di autorizzazione. Dopo la sentenza del tribunale di Palmi che ha condannato il Comune, la Procura aveva ordinato il risarcimento a carico degli amministratori del tempo (alcuni deceduti) e tecnici. Tutti assolti tranne uno: Roberto Colosimo, difeso dall’avv. Armando Veneto, progettista e direttore dei lavori, le cui censure sono state giudicate “insufficienti a superare gli addebiti mossi a suo carico” sotto il profilo della prescrizione e della competenza della Corte dei Conti. Per la Procura vi è “un diretto coinvolgimento del progettista e direttore dei lavori e del tecnico comunale (deceduto) nella causazione del danno sofferto dal Comune di Gioia Tauro, in quanto con condotta omissiva, improntata a grave negligenza e leggerezza, hanno omesso di compiere ogni attività istruttoria e preparatoria all’esproprio”. Per la difesa, invece, nessuna attività rientrava in capo al progettista e che comunque se qualcosa doveva essere pagata avrebbe dovuto farsi carico lo stesso comune “avendo acquisito al proprio patrimonio l’area espropriata mentre il maggiore esborso è derivato da carenze processuali e dalla lungaggine del giudizio civile cui è rimasto estraneo il Colosimo”. Non l’hanno pensata così i giudici di Catanzaro, secondo i quali «l’ing. Colosimo, in qualità di direttore, ha redatto nel 1991 il certificato di regolare esecuzione dei lavori nel quale attestava che non erano state espropriate aree di proprietà privata, dimostrando carenza e superfi- Di danno erariale è stata riconosciuto colpevole il direttore dei lavori e progettista Roberto Colosimo cialità nello svolgimento dell’incarico professionale per l’inerzia dimostrata nel non accertare e verificare la reale condizione giuridica dei terreni interessati». Siccome la responsabilità del Colosimo non era esclusiva ma unita a quella degli amministratori, la Procura ha ridotto la richiesta di risarcimento passando da 53mila a 26mila euro. Per i giudici è «chiaramente emerso che non sono state compiute le procedure regolari in tema di espropri. Emergendo in modo palese la mancata diligenza nell’affidamento dei lavori per il collettore fognario, che si estendeva nel territorio di vari Comuni della Piana». Alla fine la somma da risarcire al Comune è stata fissata in 13.000 euro da dividersi con il tecnico comunale deceduto. Colosimo, dunque, dovrà risarcire all’Ente “solo” 5.000 euro a titolo di danno erariale e 514 euro di spese legali. CITTANOVA In contrada Fontana di Piazza POLISTENA Grande partecipazione allo stage tenuto da tre campioni mondiali ed europei Prima sagra del maiale a cura della Pro Loco Arti marziali, non solo tecnica ma tanta autodisciplina Flavia Bruzzese CITTANOVA L’associazione turistica Pro Loco, presieduta da Pino Gentile, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale ha organizzato presso un noto supermercato in contrada Fontana di Piazza la prima sagra del maiale, aperta a tutti coloro che intendono aderire all’iniziativa. Il programma curato in ogni suo particolare, grazie anche alla partecipazione di Aldo Marzico, prevede - con inizio alle ore 18 di giovedì - la sfilata delle majo- rettes e l’esibizione del gruppo musicale “Suddanza”. È un’iniziativa inedita che di certo riscuoterà successo: la sagra farà gustare gratuitamente le famose frittole cittanovesi e allieterà a suon di musica il pubblico. Ancora una volta la Pro Loco diviene protagonista di eventi che oltre al successo che riscuotono rappresentano momenti di aggregazione sociale in conformità con i fini dell’associazione che il presidente promuove dando lustro al paese ed alle contrade tutte, come è nel suo stile. POLISTENA. Ennesima stagione di successi sportivi per il maestro Giuseppe Cavallo e l'Accademia di arti marziali, difesa personale e kickboxing, con sede a Polistena, da lui diretta e presieduta da Franco Garelli, già coronata dal premio Coni ricevuto per l'11 anno consecutivo, si è arricchita con lo svolgimento di uno stage di alto livello. Alla presenza del vice presidente nazionale della Fikbms, il maestro Giorgio Lico, e del presidente internazionale di Wtka Kung Fu, maestro Marco Guarneri, la palestra del plesso "Salvemini" dell'Istituto comprensivo ha ospitato uno stage cui hanno partecipato i campioni mondiali ed europei di kickboxing e kickjitsu. Lo stage, curato dai tre maestri, fra i migliori al mondo nelle discipline specifiche, ha riguardato lo studio del semi contact; della kickjitsu; dell'arte marziale vietnamita e della vietboxing. Nel corso dello stage, che ha appassionato decine di bambini e atleti più esperti, è stato anche effettuato lo studio delle varie strategie di combattimento, difesa personale e rottura di tegole e tavole. Inoltre, sono state presentate le strategie di combattimento, le tattiche moderne e le tecniche di respirazione più efficaci. I presenti hanno avuto modo di constatare che nella palestra di Polistena, così come nei centri di Caulonia Marina e Siderno Marina sempre diretti dal maestro Cavallo, non si studia semplicemente una disciplina sportiva o una tecnica di combattimento ma un'arte marziale nel senso più completo del termine.(a.s.) Martedì 3 Gennaio 2012 Gazzetta del Sud 32 Cosenza - Provincia . PAOLA Prende corpo un’ipotesi dopo la misteriosa scomparsa AMANTEA Le reti a strascico di un peschereccio avrebbero portato via la statua del Patrono Demolizione in arrivo per la chiesa di Campora Due metri di altezza per altrettanti quintali di peso Nell’autunno del 2007 venne inabissata nei fondali Gaetano Vena PAOLA La statua di S. Francesco, quella inabissata, è sparita. Una sgraditissima sorpresa e un grande dolore per tutti, in particolare per chi nutre particolari sentimenti religioso. Capodanno foriero di una brutta notizia, insomma. Il presidente del Gruppo subacqueo paolano Piero Greco, campione mondiale di foto subacquee, come è solito fare l’altro - poco dopo le 10.30 - in compagnia dell’assistente l’istruttore Lorenzo Lombardo per i diversamente abili (non vedenti provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero) - dal quartiere generale della sua struttura, dopo aver indossato la muta per l’immersione - si è diretto ad un chilometro di distanza in direzione del fiume Isca. Arrivato però al consueto sito non hao visto la boa che segnala la statua bronzea, inabissata (2 metri di altezza per altrettanti quintali di peso), con il volto rivolto verso il Convento dei Minimi, opera scolpita dal maestro Zappia. La statua è stata voluta dal sindaco Roberto Perrotta, devoto, e ovviamente dello stesso presidente Greco, perché è dedicata ai non vedenti, che a suo dire «benedice la città, il Convento e tutti i pescatori, essendo San Francesco il celeste il protettore anche delle gente di mare». Dopo l’amarezza e lo sgomento del primo momento Piero Greco si è immerso nei fondali sino a 100 metri, dove il 25 novembre del 2007 era stata posizionata la statua su una grossa base in cemento armato speciale che, ovviamente, resiste all’acqua. Al termine del posizionamento una corona d’alloro è stata posta sopra la testa della statua; analoga statua inabissata nel mare italiano è quella del Cristo di Camogli. Sondati i fondali minuziosamente, i due sommozzatori purtroppo non hanno trovato alcun elemento utile, né della statua, né della base, né di qualsivoglia reperto, neppure a distanza di ore. «Viviamo nella speranza ansiosa che la statua si possa trovare – ci è stato detto - e qualcuno dica dove si trova, per recuperarla immediatamente». Ancora nessuna denuncia è stata presentata alle forze del’ordine. C’è stato solo un incontro informale tra il comandante del Locamare di Paola, maresciallo Giovanni Pugliese e la dirigente del Commissariato, Raffella Pu- gliese, alla presenza dell’ispettore capo della Pg Carmelo Rizzo. La statua inabissata è arrivata dal porto di Cetraro a Paola con la Tonnara della Famiglia Iorio, scortata dalla vedetta della locale capitaneria di porto con tanti pescatori a bordo delle loro barche, pescherecci e vari natanti. Successivamente, con lo stressante lavoro eseguito dalle maestranze, mezzi adeguati e numerosi sommozzatori, la statua è stata trasferita nel sito dove era stata costruita la base e definitivamente inabissata. Tutte le forze dell’ordine si sono attivate spontaneamente per tentare di scoprire qualche cosa. I commenti sulla sparizione della statua sono tanti. C’è chi giura che è stata rubata. Ma l’ipotesi non “regge”, anche perchè la statua è di bronzo e non di rame. E poi chi avrebbe potuto avere mezzi idonei a commettere un cosi assurdo sacrilegio e perché? Altri sostengono che i marosi e il maltempo di questi ultimi giorni potrebbero aver divelto la stata e la base e le correnti marine hanno poi fatto il resto. La tesi più accreditata è che la statua e la sua base si siano imbrigliate nelle rete a strascico di qualche grosso peschereccio e trasportata al largo. PAOLA Ucciso nel 1982 per essersi opposto al racket del pizzo Le targhe dedicate a Luigi Gravina danneggiate nelle notti della festa Antonello Troya PAOLA In due occasioni, a cavallo tra il vecchio e nuovo anno, ignoti hanno agito di notte contro le targhe toponomastiche del neo intitolato “Ponte Luigi Gravina – Martire per la libertà”, forzandone i sostegni e girando le scritte rispettivamente verso mare e verso monte, in modo tale da non consentirne la lettura ai passanti. Le targhe toponomastiche del neointitolato ponte “Luigi Gravina – Martire per la libertà”, sono state danneggiate da qualcuno che ne ha forzato i sostegni girando le scritte rispettivamente verso mare e verso monte, in modo tale da non consentirne la lettura ai passanti. Il ponte dedicato a Gravina è stato inaugurato il 28 dicembre scorso. Il giovane fu ucciso dalla 'ndrangheta a 33 anni d’età, nel 1982, per essersi opposto reiteratamente alle richieste estorsive della criminalità organizzata paolana. L'amministrazione comunale, pertanto, aveva voluto ricordarne il sacrificio. La notte del 30 dicembre, ignoti - agevolati anche dalla scarsa illuminazione del ponte - hanno forzato e parzialmente danneggiato le due targhe, girandole nel senso opposto. L’Amministrazione ha risistemato le targhe ma i malviventi non si sono persi d’animo e, nella notte di capodanno, hanno ripe- L’ingresso al Municipio Alcuni subacquei rendono omaggio alla statua marina di San Francesco FUSCALDO Un trentaduenne è stato arrestato dai carabinieri Anno nuovo iniziato dietro le sbarre FUSCALDO. Nella serata di Ca- podanno i carabinieri della Compagnia (diretta “as interim” dal tenente Paolo Zupi) hanno arrestato a Fuscaldo G. N. di 32 anni. L’uomo è accusato di minacce, violenza, resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo finito in manette, in evidente stato alterazione psico-fisico, è stato sorpreso alla Marina di Fuscaldo mentre davanti un’abitazione era intento a compiere atti osceni. Sul posto, pochi minuti tuto il sabotaggio. Al fine di scongiurare altri episodi del genere, si sta pensando di installare telecamere nascoste a circuito chiuso. Il fatto è all’attenzione della magistratura. (AGI) Adv 021534 GEN 12 (AGI) – Cosenza, 2 gen. – Due targhe recanti il nome di Luigi Gravina, ucciso nel 1982 da esponenti di un clan della 'ndrangheta per essersi opposto a richieste estorsive, sono state danneggiate da ignoti a Paola, nel cosentino. I fatti si sono verificati nei giorni 30 dicembre e a Capodanno. Le targhe toponomastiche del neointitolato ponte «Luigi Gravina-Martire per la Libertà», sono state danneggiate da qualcuno che ne ha forzato i sostegni girando le scritte rispettivamente verso mare e verso monte, in modo tale da non consentirne la lettura ai passanti. Il ponte dedicato a Gravina è stato inaugurato il 28 dicembre scorso. Il giovane fu ucciso dalla 'ndrangheta a 33 anni d’età, nel 1982. AMANTEA Vent’anni addietro si arenava la nave “Rosso” con il suo carico di misteri Un diverso rapporto uomo-natura, ultima spiaggia AMANTEA. Un tempestoso mattino di vent’anni fa, una nave misteriosa priva di equipaggio si arenò su una spiaggia calabrese. Qualche anno dopo, grazie all’azione degli ambientalisti e di qualche magistrato coraggioso, nacque il sospetto che quella nave, la “Rosso”, facesse parte di un colossale traffico illegale di rifiuti pericolosi e che il suo carico fosse stato seppellito in una valle vicina. Nel frattempo le morti per cancro fra gli abitanti della sono aumentate a ritmo sospetto e un ufficiale che indagava è morto. È questa la trama del documentario “L’ultima spiaggia”, realizzato dal regista Massimo De Pascale che sarà proiettato ad Aiello Calabro domani alle 17.45, all’interno del nuovo Teatro comunale inaugurato di recente. L’iniziativa vuole dare modo alla comunità aiellese ed a quanti decideranno di partecipare all’evento di prendere coscienza del fenomeno legato allo spiaggiamento della Rosso e dei risvolti ad esso collegati, arrivando alle inchieste giudiziarie promosse dalla Procura della Repubblica di Paola, sulle quali il sindaco del comune collinare Franco Iacucci si è mostrato sempre piuttosto scettico. Il documentario è stato già presentato in Italia e negli Stati Uniti d’America ed ha partecipato ad importanti concorsi in materia ambientale, raccogliendo consensi e dando modo alla gente di riflettere sul traffico dei rifiuti pericolosi che riguarda la Calabria. La narrazione passa attraverso il linguaggio delle immagini, tra poesia e antropologia, con riflessioni sull’incrinarsi del rapporto tra l’uomo e la natura. L’autore dell’opera Massimo De Pascale, è laureato in filosofia, ha frequentato diversi corsi di sceneggiatura e di cinematografia. Come autore ha realizzato anche i docufilm “Ragazzi del Ghana” e “Un cuento de boxeo” diretti entrambi da Alessandro Angelini. L’augurio è soprattutto quello di far nascere nella popolazione una coscienza civile capace di suonare, almomento opportuno, una ferma opposizione a quanto voglionopeggiorare la nostra qualità della vita. (e. past.) dopo la segnalazione, sono accorsi i militari del Norm dell’aliquota operativa e radiomobile tutti agli ordine del comandante tenente Paolo Zupi. Nella circostanza i militari intervenuti per cercare di por fine al comportamento quanto mai molesto e offensivo dell’uomo, hanno chiesto l’intervento dei carabinieri della Stazione al comando del luogotenente Pietro Colossimo, così da cercare di riportarlo alla ragione. Invece, appena i militari sono arrivati la reazione a sorpresa: il giovane G.N. ha prima minacciato e aggredito i carabinieri con un comportamento spavaldo, poi ha cercato di fuggire. In breve, però, è stato bloccato e dopo gli adempimenti di rito coordinati dal pubblico ministero di turno Gianni Calamita è stato trasferito alla casa circondariale di Paola e posto a disposizione dell’autorità giudiziaria.(g. vena) AMANTEA. In attesa di conoscere il destino della Casa cantoniera che troneggia all’ingresso di Campora San Giovanni, lungo il centralissimo corso Italia, gli abitanti della popolosa frazione assisteranno quanto prima alla demolizione della vecchia chiesa di piazza San Francesco ed alla sua sistemazione. L’ente municipale, con l’approvazione della delibera numero 277, ha concesso il nulla osta alla realizzazione del progetto, appurato che allo stato attuale non è conveniente procedere alla ristrutturazione del luogo di culto e che lo stesso potrebbe rappresentare un potenziale pericolo per coloro che utilizzano tradizionalmente piazza San Francesco. La comunità camporese si è più volte divisa sul destino del tempio, tanto che alcune associazioni avevano richiesto l’indizione di un referendum per capire quale fosse l’orientamento della popolazione in merito a quella che è stata la chiesa storica di Campora San Giovanni. Tralasciando il valore affettivo dell’immobile gli esperti contattati dal comune non hanno avuto dubbi nell’indicare la demolizione quale unica strada percorribile. I lavori in questione ammonteranno complessivamente a 270 mila euro, di cui poco meno di 70 mila verranno stanziati direttamente dall’ente, mentre la somma restante verrà erogata previa richiesta di un finanziamento alla Cassa depositi e prestiti. La decisione scatenerà certamente la discussione tra favorevoli e contrari. (e. past.) AMANTEA Racconti, desideri” e premi PAOLA Al San Bernardino eccellenze scolastiche punto di riferimento Il fascino del “gospel” a chiusura di Armonie mente eccellente le istituzioni scolastiche superiori producono attraverso la propria azione didattica e formativa. «La scuola che mi onoro di guidare – ha precisato il dirigente scolastico – ha da sempre dimostrato una particolare sensibilità nei confronti del percorso formativo trasversale dei propri studenti, abituandoli a crescere attraverso una pluralità d’attività finalizzate all’implementazione della crescita umana e sociale, oltre che culturale». La stessa preside, in accordo con gli organizzatori dell’evento, ha poi voluto presentare alla cittadinanza il gruppo di tutti gli studenti che hanno ottenuto il massimo voto nell’ultimo esame di Stato per dimostrare che sono molti i giovani che puntano in alto attraverso un percorso personale fatto di impegno e sacrificio. Ad ognuno dei giovani studenti sono stati donati dalla scuola dei libri improntati all’analisi critica delle problematiche più attuali della nostra società come segno evidente di un simbolico ma continuativo desiderio di accompagnarli nel loro percorso di crescita individuale. La scuola, insomma, come ounto di riferimento di una visione più ampia del modo di entrare a far parte della società, specie in questo momento di crisi. PAOLA. Si conclude la stagione concertistica “Armonia e arte” a Palazzo Stillo Ferrara. L’ultimo appuntamento della XXIV stagione concertistica, organizzata assieme aall’Associazione musicale Orfeo Stilo e da “Amici di Palazzo Stillo Ferrara” ha visto protagonista nella cornice della parrocchia del SS Rosario di corso Garibaldi, nel centro storico - il Coro “Gospel’s Time” diretto dal maestro Massimo Belmonte. La formazione ha proposto un programma molto suggestivo composto dalle più belle pagine del repertorio gospel che rappresenta la fusione della tradizione canora africana con i testi della musica sacra europea, insieme alle classiche e tradizionali melodie, coinvolgendo il caloroso pubblico intervenuto. La stagione, che ha avuto inizio il 20 marzo, con un concerto del direttore artistico maestro Luigi Stillo in duo con il violinista Paolo Chiavacci, è proseguita con altri 10 appuntamenti tutti di altissimo livello artistico molto differenti tra di loro dedicati prevalentemente alla musica, ma anche al cinema alla letteratura e altre forme d’arte. Filo conduttore è stata la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia. La stagione ha accompagnato l’intero 2011.(g. vena) AMANTEA. In occasione della settima edizione della manifestazione “ Racconti e desideri”, che si è tenuta martedì nella chiesa monumentale di San Bernardino, organizzata dall’associazione culturale “CP Produzioni”, l’Istituto d’istruzione superiore “Costantino Mortati” è stato fatto oggetto di un duplice riconoscimento: un premio allo studente Alessio Cuglietta, nominato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano “Alfiere del lavoro” per aver conseguito nella scuola nepetina la media più alta tra tutti gli studenti d’Italia; ed un premio all’Istituto - nella persona del dirigente scolastico Alisia Rosa Arturi - per aver supportato, attraverso la propria azione didattica, il percorso formativo dell’alunno insignito della prestigiosa onorificenza che viene assegnata ogni anno solo a venticinque studenti provenienti da tutte le regioni italiane. La serata, condotta da Ernesto Pastore e Maria Francesca Calvano, ha la finalità di evidenziare le eccellenze del territorio, mettendo in luce ciò che di positivo produce. La Cp Produzioni ha voluto dedicare il premio “Giovani e ricerca” allo studente Alessio Cuglietta, inaugurando un nuovo percorso tematico atto a rendere palese ciò che di propositivo e qualitativa- Gazzetta del Sud Martedì 3 Gennaio 2012 33 Cronaca di Lamezia Benvegnù giovedì al Grandinetti Paolo Benvegnù in concerto giovedì alle 21.30 al Grandinetti per la rassegna “Enjoy Lamezia” Corso Nicotera 215, - Cap 88046 Tel. e Fax 0968.448193 cronacalamezia@gazzettadelsud.it . COMUNE Riunione di coalizione col sindaco allo scadere dell’anno: avviato un giro di consultazioni con i partiti e i gruppi delle forze alleate Il centrosinistra non gradisce il Terzo Polo Puccio: siamo riusciti ad avere tutti i rappresentanti della città. Speranza: non è stato un incontro drammatico Vinicio Leonetti No ad alleanze col Terzo polo. È l’unico segnale chiaro arrivato dalla riunione del centrosinistra sotto l’albero di Natale di Corso Numistrano. All’incontro convocato dal commissario cittadino del Pd Giovanni Puccio nessuna delle forze del centrosinistra, tutte presenti con delegazioni, ha nemmeno ipotizzato di allargare la maggioranza che non c’è più. Ne è venuto fuori un bilancio di fine anno di tutta la coalizione che un anno e mezzo fa ha ottenuto 18 consiglieri su 30 nell’aula comunale. Ma a tinte nebulose e incerte, come se dovesse scoppiare il temporale da un momento all’altro. Si è avuta l’impressione, invece, che ognuno cercasse un posto al sole. A partire dal Pd che non è contento di quanto sta facendo la giunta Speranza, l’ha detto durante la conferenza programmatica anche lo stesso Puccio, non nascondendo l’ipotesi di un esecutivo diverso da quello di oggi. Ma senza aggiustamenti: giunta nuovo e programma nuovo. Nessuno s’aspettava che in una riunione di fine anno potesse arrivare la soluzione della crisi di maggioranza. Ognuno ha detto la sua, e alla fine sono stati dati due mandati dall’intera assemblea: a Giovanni Puccio il compito di fare un ra- pido giro di consultazioni tra tutte le forze di coalizione per fare una sintesi politica; a Gianni Speranza il peso di rimodellare un programma che sta facendo acqua da tante parti, sia per la congiuntura economica sfavorevole che comporterà ulteriori tagli dello Stato ai comuni, sia perchè il quadro politico in aula è cambiato per i numerosi cambi di casacca. Insomma, il centrosinistra prende tempo, consapevole che nemmeno le opposizioni hanno una maggioranza per rendere concreta la crisi. Ma con un consiglio comunale che galleggia la città accumula ritardi: Piano strutturale, criminalità, zingari, disoccupazione alle stelle, ruolo nelle società partecipate. «È stata una buona discussione», dice Puccio alla Gazzetta del Sud ricordando quant’è accaduto venerdì scorso nella sede cittadina del suo partito. «Abbiamo lavorato sulle criticità e le opportunità, in sostanza è l’avvio della fase 2». E parla della riunione come un successo, visto che c’erano i maggiori esponenti delle forze di centrosinistra, nessuno escluso. «È la dimostrazione che c’è la volontà politica di affrontare i problemi, pur se da angolature diverse. Il fatto di essere tutti insieme è certamente molto positivo». In effetti riunire tutto il L’incontro Da mesi il centrosinistra non si riuniva col sindaco per affrontare quella che si può chiamare una crisi politica, dal momento che in aula Speranza non ha i numeri della maggioranza uscita vittoriosa dalle elezioni di un anno e mezzo fa. Giovanni Puccio Gianni Speranza La sede del Pd in Corso Numistrano centrosinistra variegato non è facile in un momento grave anche sul piano regionale (il commissario del Pd Adriano Musi l’hanno fatto scappare) e su quello nazionale. Il segretario Bersani ha dato forfait all’ultimo momento ad un incontro in Calabria con i militanti, l’Idv fonda e poi disconosce i suoi circoli cittadini, la sinistra più radicale non è riuscita a trovare un nome su cui convergere per indicarlo come assessore. All’incontro del 30 dicembre c’era anche Carlo Aiello, consigliere eletto nella lista Sinistra per Lamezia, dal primo momento molto critico col nuovo governo Speranza. E la sua non è stata una comparsata, essendo stato presente per l’intera riunione. «Chi s’aspettava una riunione drammatica s’è dovuto ricredere, perchè non è stato così», dichiara il sindaco, mo- strandosi cautamente ottimista su una soluzione rapida della crisi. Speranza nella riunione ha confermato che la soluzione bisogna trovarla dentro il centrosinistra. Il gruppo di Progetto Lamezia, uno dei più folti in aula, ha sostenuto che bisogna includere dei correttivi ma senza azzeramenti. A partire dal Piano strutturale comunale per il quale c’è il progetto preliminare, e si può andare avanti verso l’approvazione definitiva. Ma non si può nemmeno pensare che con la nomina di due nuovi Carlo Aiello, di Sinistra per Lamezia, ha partecipato alla riunione assessori, quello che tocca alla sinistra radicale e l’altro che dovrà prendere il posto del dimissionario Tano Grasso, si possano risolvere i problemi della coalizione. A proposito, nella riunione del centrosinistra dopo alcuni mesi dall’ultima, nessuno sembra abbia speso una parola per Grasso, non c’è esponente che si sia strappato i capelli per la sua dipartita. L’ex assessore alla Cultura, pur essendo un personaggio nazionale, è finito in pochi giorni nel dimenticatoio. I rappresentanti di gruppi consiliari e partiti della coalizione, anche di quelli non rappresentanti in aula, hanno dato mandato al commissario del Pd Giovanni Puccio di avviare una consultazione tra tutte le componenti per arrivare a una sintesi, sulla quale discutere nel prossimo incontro. Al sindaco è stato dato all’unanimità dell’assemblea il mandato di rimodellare il programma politico-amministrativo adattandolo sia alla congiuntura economica sfavorevole, sia alle mutate condizioni del consiglio comunasle in cui ci sono stati finora 14 esponenti che hanno allegramente cambiato casacca. Concetto Trovato, 36 anni, è stato arrestato dai carabinieri Emma Leone e Francesca Munno si rivolgono a chi è in trincea per la legalità Ubriaco distrugge un locale incastrato dalle videocamere «Grazie ai giudici con la schiena dritta» Lettera di Agende rosse e R-evolution Giuseppe Natrella «Vogliamo ringraziare il procuratore di Lamezia Salvatore Vitello per il suo senso di responsabilità, per la sua umanità, perché è sempre stato disponibile, capace di parlare con tutti, senza scendere mai a compromessi. Lo vogliamo ringraziare per non aver mai cessato di svolgere il suo lavoro con serietà e professionalità e per aver sempre avuto il tempo, anche durante le conferenze stampa, di appellarsi con umiltà alla società civile. Vogliamo ringraziare Giuseppe Spadaro, presidente del Tribunale lametino, per non aver mai mollato, per aver sempre creduto nei giovani. Per la sua determinazione e la capacità di comunicare sempre e comunque l’amore verso il suo lavoro per il bene della comunità». Così esordiscono in una lettera d’inizio anno Emma Leone, dell’associazione di volontariato “R-Evolution Legalità”, che ha la sede regionale in Via dei Bizantini, nell’immobile confiscato ai Torcasio e preso di mira dalla ‘ndrangheta nella notte di Natale, e da Francesca Munno del movimento antimafia “Agende rosse”. Leone e Munno proseguono: «Vogliamo ringraziare tutti quei magistrati che operano con un gran senso del dovere in Calabria. A loro un grazie sincero per aver svolto il loro lavoro con dignità e con la schiena dritta, per aver fatto le scelte giuste e coerenti rispetto alla Costituzione su cui hanno giurato, per aver ritagliato sempre un po’ di tempo da dedicare ai giovani e per aver Una persona arrestata per tentata violenza privata e danneggiamento, ed altre 130 identificate, oltre 70 i mezzi tra auto e moto controllati. È il bilancio dell'attività di prevenzione e repressione predisposta dai carabinieri della Compagnia ed affidata ai militari del nucleo operativo per assicurare un fine anno tranquillo, con particolare attenzione verso la zona costiera. Sono state ritirate 20 patenti e 10 carte di circolazione, ed elevate circa 200 contravvenzioni. Tra gli obiettivi anche la prevenzione di furti. La persona finita in manette con l’accusa di tentata violenza privata e danneggiamento è Concetto Trovato, lametino di 36 anni, che ubriaco ha danneggiato un locale. La scena violenta alla Marinella, dove l’uomo qualche ora prima aveva avuto una discussione con il gestore del locale che l’aveva invitato a uscire perchè era arrivato l’orario di chiusura. Un invito che Trovato non ha accolto. Dopo essersi allontanato l’uomo è tornato indietro entrando di nuovo nel locale ed in preda ad un raptus ha cominciato a distruggere ogni cosa provocando danni che i carabinieri hanno stimato in oltre 20 mila euro. Sfogata la sua rabbia, Trovato s’è allontanato dal locale, ma è stato subito fermato dai carabinieri in zona per controlli. L’equipaggio della “gaz- Concetto Trovato zella” ha notato l’uomo barcollante e ubriaco. È scattato il collegamento con il danneggiamento del locale. Da qui il suo arresto anche alla luce del video registrato dalle telecamere a circuito chiuso del locale: prima il diverbio tra lui e il proprietario, poi l’azione vandalica. Adesso Trovato deve rispondere di tentata violenza privata e danneggiamento. Ieri mattina l’uomo è comparso davanti al giudice Angelina Silvestri per una direttissima. Assistito dall’avvocato Domenico Villella, l’uomo avrebbe riferito di non ricordarsi nulla dell’accaduto. Al termine dell’udienza e in base alla richiesta del suo legale che ha chiesto i termini a difesa, il giudice non ha convalidato l’arresto, provvedendo però ad emettere un’ordinanza di custodia in carcere revocata per i limiti di pena. Trovato ritornerà in aula per essere processato giovedì 12. Nel corso delle operazioni di controllo carabinieri in divisa e in borghese hanno controllato numerosi esercizi commerciali, tra i quali diversi bar e luoghi d’intrattenimento. Il piano operativo ha visto l'impegno dei militari della Compagnia e delle otto Stazioni sparse sul territorio, con la collaborazione di specialisti dell'Arma, assicurando così una fitta rete di controlli. Una condotta quella predisposta dal comando che si è intensificata nelle giornate di fine ed inizio anno, proprio per rendere sicure le festività. Salvatore Vitello dato loro fiducia. Per averli ascoltati senza mai giudicare. Li ringraziamo per aver resistito agli attacchi, alle difficoltà che la Calabria (purtroppo) concede giornalmente. Per il loro lavoro sempre attento a salvaguardarci e assicurarci il contrasto alle illegalità diffuse nella nostra terra». Un grazie da parte delle due associazioni anche alle scorte, «per essere gli angeli custodi di questi magistrati, e a tutte le forze dell’ordine che ci hanno garantito sicurezza, ci hanno protetto, rischiando ogni giorno la loro vita, privando tempo alle loro famiglie, ma garantendo anche a loro sicurezza e protezione». Per Leone e Munno «la Calabria quest'anno non ha attraversato un anno facile. Sulle testate Giuseppe Spadaro giornalistiche abbiamo letto episodi davvero agghiaccianti: da sparatorie in pieno giorno, a negozi bruciati di notte. Da politici arrestati, a persone a cui la dignità è stata calpestata. E per completare l’opera si parla di “emergenza”, che viviamo quotidianamente se pensiamo all’ambito educativo, alla disoccupazione, alla mancanza d’ideali, al non rispetto della vita, alla prepotenza della criminalità che si manifesta non solo attraverso la minaccia esplicita delle esplosioni notturne e diurne, ma anche nei luoghi istituzionali dove viene camuffata dal “non posso far niente” lasciando il cittadino in balia a se stesso, dove vige la regola del “si arrangi chi può”. Ma in mezzo a questo fuoco, in mezzo al divario che separa la legalità dall’il- legalità, ci sono in Calabria persone che hanno combattuto, sperato e resistito con dignità, nonostante tutto». Il ringraziamento di “R-Evolution” e “Agende rosse” viene esteso anche ai testimoni di giustizia calabresi Rocco Mangiardi, Tiberio Bentivoglio, Gaetano Saffioti, Giuseppe Morelli, e tutti gli altri, anche quelli che sono in località protetta, lontani dalla loro terra e spesso dai loro figli, che hanno denunciato il malaffare, privandosi di una parte di libertà, ma mostrando con orgoglio dignità umana. Ringraziamo loro per aver deciso da che parte stare senza se e senza ma, per aver testimoniato con le loro scelte la forza dell’amore verso questa terra, per aver avuto il coraggio e la forza di restare in Calabria nonostante tutto». Gazzetta del Sud Martedì 3 Gennaio 2012 39 Crotone - Provincia . CRUCOLI Mentre si insediava in Consiglio qualcuno gli ha squarciato le gomme dell’auto CUTRO C’è preoccupazione in paese dopo l’intimidazione a Siciliani Angioplastica nell’infarto: Venerdì 6 cardiologi a confronto L’Udc: possibile che la sua entrata in Comune abbia dato tanto fastidio? Un momento del concerto della banda musicale “Euterpe” Giacinta Smurra CIRÒ L’esibizione nella chiesa di S. Maria CRUCOLI Preoccupazione in paese per l’intimidazione subita dal neoconsigliere comunale dell’Udc Franco Siciliani al quale ignoti hanno squarciato le auto della macchina mentre era in corso la seduta del Consiglio che ha ratificato l’ingresso in assemblea dell’esponente Udc. Il sindaco Antonio Sicilia ha rinnovato la solidarietà al neoconsigliere «per il vile atto di vandalismo perpetrato ai suoi danni», insieme ai consiglieri comunali tutti esprimendo l’attestato di stima tramite un manifesto fatto affiggere sui muri del centro collinare e della frazione marina. Anche molti comuni cittadini, oltre ai rappresentanti dei partito hanno condannato l’azione intimidatoria subita da Siciliani. Tra questi ultimi Francesco Vincenzo segretario del Pd che ha avuto parole di affetto per Siciliani ed ha condannato quello che ha definito un «atto incivile che colpisce l’intera comunità». Carmine Basile segretario del l’Udc locale in una nota si è chiesto «a cosa sia dovuto questo grave atto». «È possibile – è scritto nella nota dell’Udc – che l’entrata all’interno del Consiglio di Siciliani abbia dato tanto fastidio, così come, la crescita del partito nel nostro territorio?». L’Udc che «condanna vivamente qualunque atto possa lenire la libertà altrui e si dichiara aperta a chi vorrà collaborare per il bene comune del paese e costruire alleanze trasparenti per il futuro». Sta di fatto che l’ultimo consiglio comunale del 2011 ha rafforzato la presenza dell’Udc e La banda “Euterpe” ha dedicato il concerto all’Unità d’Italia Margherita Esposito CIRÒ L’assessore Grillo con il neoconsigliere comunale Franco Siciliani e l’assessore Romano durante il Consiglio portato stabilità nell’amministrazione dopo le turbolenze degli ultimi mesi causate dal passaggio di mano degli assessorati al Demanio ed al Turismo da Franco Serafini e Rita Garreffa, del Pd, a Rocco Santoro e Gianfranco Gagliardi, di Sel, che dopo poco però hanno dato le dimissioni. Alle quali sono seguite pochi giorni fa quelle di Giuseppe Barberio che ha lasciato la presidenza del Consiglio e la stessa assemblea. Gli è subentrato Siciliani primo dei non eletti nella lista di centro-sinistra che ha vinto le elezioni. «La surroga – ha precisato però Siciliani smentendo Barberio – non è frutto di alcun accordo di avvicendamento a metà legislatura preso tra di noi all’indomani della vittoria elettorale». Siciliani, durante il Consiglio di insediamento ha evidenziato, Il Municipio di Crucoli COTRONEI Progetto dell’amministrazione con Fastweb Entro metà mese sarà più agevole navigare su internet con il “wi-fi” Francesco Timpano COTRONEI Si chiama progetto “Wi – Fi Cotronei.it”, e rappresenta un’importante offerta tecnologica che l’amministrazione comunale silana intende offrire ai cittadini cotronellari, ma anche agli utenti della frazione montana di Trepidò. Già altre volte, e per altre località, si è sentito parlare di possibilità di navigare in internet gratuitamente, ma in zone ben delimitate. Nel caso di Cotronei le cose stanno diversamente. Si parla, infatti, di copertura del territorio al 90%, attraverso la costruzione di una rete virtuale realizzata con l’assistenza tecnica della Fastweb. Francesco Pellegrini Il progetto è stato spiegato in un incontro aperto dal vicesindaco di Cotronei, Francesco Pellegrini. Hanno partecipato i rappresentanti di Fastweb (Francesco D’Agostino, Marco Nicoletta e Giovanni Cocozza) e Alessandro e Pasqualino Iaquinta, questi ultimi, insieme a Salvatore Borza, veri artefici dell’idea progettuale. «Si tratta di un percorso – ha spiegato Pellegrini – intrapreso dalla precedente amministrazione, che noi abbiamo modificato ed ampliato. La presenza della Fastweb ha fatto il resto, consentendoci di offrire ai nostri amministrati nei tempi preventivati, un prodotto assolutamente innovativo, che rappresenta un punto di partenza «il bisogno di superare dualismi che non giovano alla comunità» ed ha «invitato a non perdere i contatti con le esigenze dei cittadini senza trascurare il programma elettorale elaborato». In consiglio comunale il sindaco Sicilia ha preso la parola per rispondere alle interrogazioni formulate dal consigliere di minoranza del Pdl Michele Greco sui ritardi inerenti il Palazzetto dello sport ed il torrente Giardinelli, chiarendo che le opere sono oggetto di ulteriori miglioramenti. Sicilia ha poi avuto modo di definire «Pluralità differenziata che porta al caos», la situazione venutasi a creare mesi fa ed espressasi anche in consiglio con i voti contrari di Sel, che fa parte della maggioranza, in merito alle variazioni in bilancio resesi necessarie per l’acquisto di una pompa geotermica. per la futura offerta di ulteriori servizi». Alessandro e Pasqualino Iaquinta si sono addentrati negli aspetti più tecnici evidenziando che entro metà gennaio, sarà coperto dal servizio “wi - fi” quasi l’intero territorio comunale. E se attualmente si può navigare liberamente, dal 7 gennaio si potrà farlo registrandosi, tramite servizio di posta elettronica o recandosi presso un apposito ufficio che sarà operativo nei locali del Comune. La rete wi-fi a banda larga viene rilevata in automatico da tutti i dispositivi (pc, smartphone, tablet). I tecnici della Fastweb, dal canto loro, hanno manifestato il piacere e l’interesse di aver operato in una realtà del Meridione, e di averla dotata di un’infrastruttura moderna. È stato il sindaco, Nicola Belcastro, a concludere l’iniziativa definendo di indubbia importanza l’obiettivo colto, e dicendosi sicuro che il servizio incontrerà il gradimento della cittadinanza. MESORACA Presidente dell’associazione è Franco Renda Costituita la sede locale Aido intitolata a Marinella Mantia Carmelo Colosimo MESORACA Presentata, qualche giorno fa, nella sala consiliare del Comune, l’Associazione italiana per la donazione di organi (Aido). Il neo presidente, Franco Renda, con i due vice presidenti, Teresa Provveduto e Domenico Piperno, ha illustrato le finalità dell’associazione, che è stata intitolata a Marinella Mantia, la giovane che morì il 5 febbraio dell’anno scorso, dopo essere stata investita da un’automobi- le mentre a piedi, stava ritornando nella sua casa di Filippa dopo aver prestato il suo servizio di volontariato presso la locale sezione della Croce Rossa. Sposata e madre di una figlia, Marinella faceva anche parte del Coro Michael di Filippa. I familiari, decisero la donazione degli organi che le vennero espiantati e impiantati a persone che ne avevano bisogno. Insieme a lei, conosciuta ed apprezzata da tutti, sono state ricordate nella stessa occasione altre persone prematuramente scom- parse, i cui familiari hanno voluto donare gli organi con un gesto di estrema generosità: Giuseppe Brizzi, scomparso all’età di 27 anni il 26 novembre dello scorso anno, travolto ed ucciso da un’auto mentre svolgeva, il suo lavoro di agente della polizia municipale delle Terre Verdiane, in provincia di Parma. Ed ancor prima Antonio Serravalle, scomparso all’età di diciotto anni a seguito di una caduta dal motorino ed al quale è stato intitolato lo stadio di calcio in località Campizzi. Franco Renda Uniti nelle musica. Un’unione, intesa come condivisione nell’ultimo appuntamento dell’anno per i festeggiamenti per l’Unità d’Italia ma anche come riconoscimento del senso di appartenenza alla comunità cirotana con le sue tradizioni e radici musicali popolari di cui oggi, a Cirò, è custode vivente Salvatore Cariati. Reduce dal IV posto ottenuto nel concorso ministeriale indetto per i 150 anni dell’Unità d’Italia che gli è valso il riconoscimento di “banda di interesse nazionale”, il Corpo bandistico giovanile “Euterpe” diretto dal maestro Vincenzo Salituri, giovedì sera nella chiesa S. Maria de Plateis, ha deliziato il pubblico con il V concerto delle feste. È stata una celebrazione dell’unità nazionale con l’Inno e brani eseguiti nel meeting nazionale a Fiuggi, e la condivisione dell’appuntamento con l’associazione Misericordia e scout Asci 1 con i “capi” Giuseppe Caligiuri e Luigi Critelli. Nel corso della serata, presentata da Gino Jannini, è stato riservato un omaggio, con la consegna di un attestato, anche ad un musicista dalle sonorità anti- che, qual è Salvatore Cariati, con la sua chitarra battente e gli antichi strumenti musicali, frutto della secolare tradizione contadina racchiusa nella sua raccolta di oggetti di un passato ormai scomparso. Il presidente dell’associazione Euterpe, Luigi Dell’Aquila, non ha mancato di condannare l’incursione al Centro Servizi. Poi i giovani componenti della Banda musicale hanno creato un’atmosfera meravigliosa nella chiesa spaziando da brani rivisitati ed originali sul Natale a melodie più moderne. Hanno suonato nell’orchestra, i sax tenori: Salvatore Esposito e Nicodemo Giorno; al sax baritono, Bennardo Funaro, ai corni: Antonio Alcaro, Andrea Rizzello; alle trombe: Gianluigi Affatato, Dario Dell’Aquila; Alle trombe: Damiano Morise, Antonio Giorno, Simone E. Pasculli, Antonio Russo; ai Tromboni: Emanuele Astorino, Claudio e Teodoro Pugliese. Al flicorno baritono: Carmine Ruggero, alla tuba: Alessio Barberio e Raffaele Baccari, ai timpani: Marco Babila alle Percussioni tastiere: Mariangela Bruno; Marco Fiore, Vittorio Graziani, Francesco Grisafi, Mario Morrone, Francesco Russo, Emanuele Sestito e Giuseppe Trifino. CUTRO. “L’importanza stra- tegica dell’angioplastica primaria nell’infarto miocardico acuto – prospettive future”: è questo il tema di un convegno che si terrà venerdi alle 17, nella sala Falcone e Borsellino in via Umberto I. L’incontro è stato organizzato dal Comune di Cutro, con il patrocinio della Provincia di Crotone, dell’Ordine dei Medici e della Banca di Credito Cooperativo di Scandale. Dopo i saluti del sindaco di Cutro Salvatore Migale, introdurrà i lavori l’avvocato Mario Saporito. Relazioneranno il prof. Alfonso Sestito dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, il dott. Massimo Elia, primario di Cardiologia all’ospedale di Crotone e il dott. Giuseppe Varrina segretario regionale Fimmg. Sono previsti gli interventi di Antonella Stasi, vicepresidente giunta regionale, di Stanislao Zurlo presidente della Provincia, del parlamentare Nicodemo Oliverio e del consigliere regionale Francesco Sulla. Concluderà il dott. Amedeo Ferro di Cardiologia Interventista Sardegna Angioplastica. A moderare i lavori del convegno sarà il giornalista della Gazzetta del Sud Pino Belvedere. Si parlerà di cardiologia, dell’importanza dell’angioplastica primaria nell’infarto miocardico acuto, ma anche di prevenzione e dell’importanza di un tempestivo soccorso in ospedali e centri tecnologicamente idonei.(p. b.) CIRÒ MARINA Successo di pubblico per la rappresentazione Con il presepe vivente di Panettieri in piazza anche gli antichi mestieri CIRÒ MARINA. Un complesso lavoro di tanti giorni e l’impegno straordinario del volontariato, che vive di passione amore per la propria terra, ha portato la magia del presepe in Piazza Diaz venerdì. Nel cuore di Cirò Marina gli ultimi testimoni di antichi mestieri sono diventati i personaggi della rappresentazione arricchita dai figuranti giunti da Panettieri, piccolo centro del Cosentino. Per la gioia dei piccoli e stuzzicando la memoria dei grandi, la piazza si è animata con i cavalli messi a disposizione da Salvatore Blefari che il maniscalco cosentino Carlo Maz- Una scena del presepe vivente allestito in piazza Diaz zei, assistito da “mastro” Antonio Russo, ha ferrato tra la il piccolo Gesù al secolo Do- colare Presepe il 6 il 7 gencuriosità del pubblico. Un menico Martino, accanto San naio. Decisivo, il supporto ovile di pecorelle, messe a di- Giuseppe, (Romano Liotti) del Comune di Cirò Marina sposizione da Salvatore ed un effervescente angiolet- presente in piazza con il sindaco Roberto Siciliani e come Quattromani, e curato, da to, Maria Zizza. Guidati dal presidente Al- si diceva la collaborazione Giuseppe Federico per l’occasione nelle vesti del pastore, berto Lucisano, hanno inter- dei soci Pro Loco Enza Mariè stata l’attrazione dei bambi- pretato i Re Magi, Raffaele no, Pierangela Lonetti, Franni mentre nell’aria risuona- Torchia e Edoardo Greco nei cesco Bruzzese ,Tommaso vano i colpi del martello bellissimi abiti, mentre altri Bono ma soprattutto la dedisull’incudine illuminato dai soci e dirigenti della Pro Loco zione di persone come Pino riverberi del fuoco del mastro di Panettieri hanno arricchito De Luca che, silenziosamente Peppe Costa, erede della tra- il presepe con i due grandi sa- e con un impegno straordinadizione cirotana nella lavora- cerdoti (Giuseppe Gentile e rio si sono prodigate gratuizione del ferro battuto. Ac- Pietro Mazzei) e un gruppo tamente mettendo a disposicanto alle popolane, Alessan- di popolani (Carmela Mancu- zione, lavoro, tempo e comdra Rocca, Rossella Marino e so, Annamaria Cristofaro, petenza. Intanto a Cirò Marina, il Zaira Esposito, che hanno di- Giuseppe Mancuso e Michele giovedì 5 e venerdì 6 gennaio stribuito ai visitatori pane De Santis). Il presepe andato in scena è previsto l’allestimento di un condito con l’olio e abbrustolito sul fuoco curato da Ciccio in Piazza Diaz è frutto, infat- altro presepe in piazza KenCaputo, della Compagnia La ti, del rapporto di amicizia e nedy. Questa volta la Natività Torre di Torre Melissa, anche collaborazione tra la Pro Lo- sarà realizzata in collaborail calzolaio, Peppe Perri di Ci- co di Cirò Marina e Panettie- zione tra la Parrocchia di S. rò. Splendida Madonna, Lu- ri, piccolo centro cosentino Nicodemo e le associaziocia Ciccopiedi, che ha cullato che replicherà il suo spetta- ni.(m. e.) Martedì 3 Gennaio 2012 Gazzetta del Sud 40 Cronaca di Vibo Via M.T. Cicerone, 15 - Cap 89900 Tel. 0963.44034-472005 / Fax 0963.44192 cronacavibo@gazzettadelsud.it Rassegna teatrale in vernacolo Giorno 13 commedia all’Oratorio salesiano Sul palcoscenico gli attori della Compagnia deliese. Concessionaria: Publikompass S.p.A. Via M.T. Cicerone, 15 - Cap 89900 Tel./Fax 0963.45551 info@publikompass.it . SANITA’ La censura del tavolo romano non riguarda per ora i provvedimenti assunti nel Vibonese nei confronti di 21 medici e altro personale sanitario precario Proroga dei contratti, nessun problema Alla scadenza (31 marzo) l’Asp rinnoverà i rapporti di lavoro ma sempre col vincolo del silenzio-assenso Marialucia Conistabile Le prime reazioni del tavolo romano non si sono fatte, poi, attendere molto. Più che reazione una vera e propria censura a seguito delle assunzioni in alcune Aziende sanitarie della regione, in netto contrasto con il blocco del turnover. L’Ufficio del commissario per l’attuazione del Piano di rientro è stato pertanto invitato a procedere e sanzionare le Asp interessate. Una rosa nella quale non figura l’Azienda sanitaria vibonese anche perché la proroga dei contratti ai medici e all’altro personale precario risale a una data successiva rispetto la riunione del 14 dicembre al “tavolo Massicci” nel corso della quale è stata rilevata la censura. Al momento, dunque, il provvedimento dei commissari Asp che hanno prorogato i contratti per tre mesi, cioè sino al 31 marzo prossimo – facendo leva sul silenzio-assenso della Regione – non è stato oggetto di riflessione. È possibile che lo sarà in seguito, alla prossima riunione di verifica del Piano di rientro, però ciò non dovrebbe pregiudicare la proroga che una sua scadenza ce l’ha. Nei fatti, anche se la questione non riguarda i provvedimenti emanati nel Vibonese, si è verificato quanto in realtà prospettato dai commissari straordinari, alla guida dell’Azienda sanitaria provinciale dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Infatti, quando l’Asp sollevava forti dubbi sulla possibilità di prorogare i contratti a 21 medici (8 dei quali in servizio al Pronto soccorso) e ad altri 10 dipendenti (fra cui fisioterapisti, logopedisti, tecnico di laboratorio ecc.) era proprio in considerazione dei problemi che sarebbero sorti con il “tavolo Massicci”. E per questo motivo l’Azienda sanitaria chiedeva esplicitamente alla Regione se un’eventuale proroga potesse essere in contrasto con gli obiettivi del Piano di rientro. Tutto, comunque, si è poi risolto utilizzando il vincolo del silenzio-assenso e, così rimanendo le cose, l’Asp a marzo dovrebbe prorogare automaticamente i contratti sempre con lo stesso vincolo. Nondimeno nella questione che riguarda la sanità vibonese c’è anche da tenere in consideGiuseppe Scopelliti intervenuto nell’assemblea dei sindaci razione il fatto che la scadenza dei 31 contratti avrebbe determinato una sorta di paralisi del comparto, visto che per far fronte alle esigenze del Pronto soccorso sarebbero stati dirottati medici di altri reparti. Ciò alla luce del fatto che dei 21 medici precari, ben 8 sono da dieci anni operativi al Pronto soccorso e, fra l’altro, tutti vincitori di concorso. Inoltre un’eventuale mancata proroga avrebbe avuto ripercussioni anche sull’ospedale di Serra San Bruno e la Postazione di primo intervento di Soriano, senza considerare i problemi che sarebbero sorti a causa della chiusura di diversi reparti dello Jazzolino che sarebbero rimasti, in pratica, con il solo primario. Insomma la decisione assunta dall’Azienda, di concerto con il commissario per l’attuazione del piano di rientro, Giuseppe Scopelliti, ha di fatto impedito che nei confronti dell’utenza venissero meno i livelli essenziali di assistenza. COMUNE Rifondazione incalza la giunta: incapace Programmazione, idea di città e ipotesi di sviluppo: per il Circolo Spartacus di Rifondazione comunista costituiscono il tallone d’Achille dell’Amministrazione comunale, in quanto incapace di attuarle. A parere degli esponenti di Rifondazione – i quali spaziano dal «caso acqua ancora irrisolto» alla questione rifiuti, passando per il mancato aiuto dalle politiche per le famiglie e per i disagi di commercianti e cittadini – la città capoluogo «è amministrata da improvvisatori incapaci di dare un senso della loro presenza alla guida della città». Inoltre il Circolo Spartacus evidenzia che «ad aggravare il tutto è la palese percezione di una mancata trasparenza nelle decisioni e negli atti della giunta di centrodestra» nonchè «il profondo distacco dei rappresentantidalle reali istanze dei rappresentati. In questo senso le promesse fatte dal sindaco (in occasione degli auguri natalizi) che continuerà a lavorare su questa strada ci inquietano». Infine Rifondazione comunista ritiene indispensabile un radicale cambio di rotta in quanto «il centrodestra ha già dimostrato di non essere all’altezza del ruolo di amministratore». In sintesi La censura del tavolo romano verso le Asp che hanno fatto assunzioni, ignorando il blocco del turnover, non riguarda, almeno per il momento, l’Asp vibonese. Nei giorni scorsi, infatti, l’Asp ha deliberato la proroga dei contratti del personale precario (21 medici e 10 dipendenti del comparto), sino al 31 marzo, facendo leva sul silenzio-assenso della Regione. Proroga che dovrebbe rimanere in vigore sino alla data di scadenza, senza ulteriori problemi. E proprio allo scopo di evitare la paralisi dell’ospedale Jazzolino e disagi all’utenza non è escluso che al 31 marzo l’Azienda sanitaria procederà automaticamente a una nuova proroga, sempre basandosi sul vincolo del silenzio-assenso. L’ingresso del Pronto soccorso dell’ospedale Jazzolino Denuncia di una cardiopatica che punta il dito contro le condizioni di scarsa igiene in cui alcuni locali si trovano Lo Mastro dovrà scontare 5 anni e 6 mesi Guardie mediche tra disagi e disservizi Estorsione e bancarotta Arrestato imprenditore Vittoria Sicari È un ingranaggio che può arrivare anche a stritolare e a mettere a dura prova la fibra psicologica e fisica di qualsiasi individuo, anche del più paziente e temprato. L’aver a che fare quotidianamente con la sanità vibonese tra file, tempi di attesa e prenotazioni che vanno alle calende greche rappresenta solo alcuni dei disservizi che gli utenti sono costretti a subire. Parte da questa riflessione una cittadina di Vibo Marina I. P. che a causa di una grave patologia cardiologica deve giornalmente controllare la pressione arteriosa in vari momenti della giornata. Nelle ore serali, in cui il medico di base non espleta più il servizio, deve recarsi nei presidi di Guardia medica, dove i disagi, secondo quanto racconta, sarebbero all’ordine del giorno. «Il personale medico – ha raccontato l’utente – si trova ad operare in una situazione non solo precaria, ma anche in totale assenza di strumenti e medicinali. Il 28 dicembre scorso trovandomi a Pizzo per spese ho pensato di andare a misurare la pressione alla Guardia medica del posto. Non l’avessi mai fatto! Nel lavandino della L’insegna di una guardia medica molte volte ospitate in strutture comunali stanza adibita alle visite c’era ancora il vomito di una paziente che, mi ha raccontato il medico di turno, giorno di Natale, ossia tre giorni prima, aveva avuto un malore e non trovando i bagni della struttura aperti per non sporcare a terra si era vista costretta a usare la vaschetta che i medici utilizzano per sciacquarsi le mani». A distanza di giorni, dunque, nessuno aveva provvedu- to a pulire e a riaprire la toilette. In altre strutture al disservizio e alla sporcizia – ha fatto notare ancora la donna – si aggiungono anche i locali inidonei dove medici e pazienti mettono a repentaglio la loro stessa incolumità, armadietti vuoti senza neanche i medicinali di pronta emergenza, piazzali antistanti le strutture bui e si potrebbe proseguire all’infinito. Questi i tratti cruciali di una sanità che nonostante cerchi di risalire la china talvolta non sembra in grado neanche di fornire i servizi primari agli utenti. Intanto, storie come quelle della signora I. P. si susseguono. Storie di ordinaria sofferenza che solo all’apparenza possono sembrare uguali perché tutte imprigionate nella legge dei numeri e delle cifre di un sistema “costretto” a rimanere nei ranghi di un rigido piano di rientro volto a contenere spese e ad appianare debiti. In realtà sono storie ognuna diversa dall’altra, storie di persone in carne e ossa che combattono quotidianamente non solo con la propria malattia, ma con burocrazia e tagli e con i danni prodotti da anni e anni di gestioni poco oculate. «Invece di modellare il comparto sanitario in base alle esigenze degli utenti – ha concluso la signora I.P. – al contrario i nostri politici hanno pensato bene di adattare le nostre vite e i nostri bisogni a tagli e disservizi, credendo di fare i salvatori della Patria con i nostri soldi». E mentre il programma per appianare i debiti della sanità, in base alle valutazioni dello stesso Tavolo Massicci, va avanti positivamente, il prezzo più alto continua a pagarlo la povera gente, mentre sul tappeto rimangono insoluti sempre gli stessi cronici mali di una sanità che nonostante gli sforzi sinora, comunque, compiuti continua sempre a presentare i suoi punti deboli, tra cui: sovraccarico di lavoro degli operatori sanitari, bisogni disattesi dei pazienti, carenze dei servizi, personale ospedaliero sott’organico. Il primo arresto del nuovo anno è stato eseguito, nel tardo pomeriggio di ieri, nel centro cittadino. Nei pressi di piazza Municipio, infatti, i carabinieri della Compagnia – comandata dal cap. Stefano Di Paolo – hanno rintracciato Saverio Lo Mastro, di 49 anni, di Vibo Valentia, titolare di un’impresa edile, destinatario di un ordine di custodia cautelare in carcere in quanto ritenuto responsabile, dal Tribunale di Monza, di estorsione, bancarotta fraudolenta e truffa, in concorso. L’imprenditore dovrà, pertanto, scontare una pena di 5 anni e sei mesi relativa ad alcune condanne per reati che avrebbe compiuto in provincia di Monza. Il provvedimento emesso nei confronti di Saverio Lo Mastro ed eseguito dai carabinieri – in azione i militari della Stazione, guidata dal luogotenente Nazzareno Lopreiato – oltre alla carcerazione, dispone l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, l’inabilitazione all’esercizio di un’impresa per 10 anni e l’incapacità a esercitare uffici direttivi per altri 10 anni. Da qualche tempo Lo Mastro stava scontando ai domiciliari in città la pena patteggiata in passato, ma con il permesso a uscire per svolgere la sua attività lavorativa. Ieri pomeriggio, infatti, Saverio Lo Mastro quando i carabinieri lo hanno avvicinato stava seguendo alcuni lavori della sua ditta. Diversi anni fa Saverio Lo Mastro è stato l’ultimo amministratore della società Tornado Gest, che nel 2004 realizzò nel Parco del Grugnotorto in Brianza il Magic Movie Park, cinema multisala corredato di negozi ma mai decollato, anzi chiuso per mancanza di autorizzazioni dopo l’apertura di un Cinamercato di abbigliamento abusivo e naufragata nel 2007 con un buco che, secondo gli inquirenti, di circa 40 milioni di euro. Per la vicenda della Tornado Gest coinvolti anche l’ex amministratore e la moglie (per bancarotta fraudolenta) un faccendiere cinese e il cognato (truffa ed estorsione).(m.c.)