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In abbinata obbligatoria con Italia Oggi. Sabato 29 ottobre 2011 www.ilquotidianodellacalabria.it I medici insistono «Parto naturale» Ora il neonato è grave Eolico Cinque pale sequestrate a Caraffa Pd Coordinamento per la fase dei congressi Il Ponte sullo Stretto si farà lo stesso L’episodio a Cosenza Intanto c’è un piano per ridurre i cesarei Indagati manager e due ex funzionari della Regione Consiglieri regionali a confronto con i big sul Mezzogiorno Nuovo intervento del Governo dopo la mozione L’ospedale di Cosenza FRANCESCA CANINO e ROBERTO GRANDINETTI alle pagine 6 e 7 S. PAPALEO a pagina 12 Marco Minniti M. ABRAMO, A. MOLLO, G. VELTRI e F. VIOLA a pagina 8 F. MEDURI a pagina 11 La sentenza del gup per la morte di otto persone travolte vicino a Lamezia nel dicembre scorso Otto anni per la strage dei ciclisti Condannato il ventunenne marocchino. I parenti delle vittime: «Pena inadeguata» OTTO anni di reclusione con il rito abbreviato: è la pena inflitta dal gup a Chafik El Ketani, il marocchino di 21 anni che nel dicembre scorso travolse e uccise otto ciclisti nei pressi di Lamezia Terme. Altre due persone rimasero ferite. Il rappresentante della pubblica accusa aveva chiesto la condanna di El Ketani a dieci anni. I parenti di alcune delle vittime hanno giudicato la pena non adeguata alla gravità del fatto: «Otto anni non sono niente per quello che ha fatto». PASQUALINO RETTURA a pagina 9 Giustizia malata giustizia negata Il caso Calabria di FRANCO CIMINO IN DUE giorni, domenica e ieri, Matteo Cosenza ha scritto due articoli di rara potenza espressiva. Riguardano due tematiche apparentemente diverse, che convergono in continua a pagina 17 Silvio Berlusconi alla prima giornata dei lavori degli Stati Generali del Commercio Estero Pressioni e trattative per le dimissioni di Bini Smaghi dalla Bce «L’euro non ha convinto nessuno» poi Berlusconi fa marcia indietro Cgil in piazza. Sui licenziamenti i sindacati ritrovano l’unità alle pagine 4 e 5 Le bombe di Reggio Saline Joniche Nessuna impronta utile trovata sul bazooka Un presidio simbolico promosso dal “No carbone” T. ALOI e C. CORDOVA a pagina 14 DOMENICO GRILLONE a pagina 13 Cosenza La posizione di Sei Spa L’“Agguato a Mancini” un pericolo attuale Il nostro progetto è un’eccellenza e una opportunità Dibattito sul libro edito da Rubbettino MASSIMO CLAUSI a pagina 50 di FABIO BOCCHIOLA EGR. direttore, vorrei approfittare della sensibilità che da sempre il suo giornale dimostra verso il proprio territorio per rilanciare in modo finalmente costruttivo il dibattito sul continua a pagina15 Palmi. Nuovo colpo di scena nell’inchiesta nata dalle denunce dell’imprenditore Antonino De Masi Sombrero Altri dirigenti di grandi banche a giudizio per usura L’economia ALTI dirigenti di grosse banche a giudizio per usura nelle inchieste in corso a Palmi. IERI a New York era il Black Friday, ossia il venerdì nero dello shopping. I principali negozi della metropoli sono stati presi d'assalto, nell'Apple Store sulla Quinta Strada hanno fatto a pugni per un iPad. Ma due giorni prima a Roma per le offerte di un Megastore la città è rimasta bloccata, erano tutti in fila dal giorno prima ed è anche finita in rissa. Certo, un marziano che osservasse queste scene sarebbe difficile convincerlo che l'Occidente sta vivendo una delle crisi più drammatiche di tutti i tempi. Ma l'Economia ha delle ragioni che la Ragione non conosce. MICHELE ALBANESE a pagina 15 TORNA L’ORA SOLARE 11029 9 771128 022007 E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Direzione: via Rossini 2/A - 87040 Castrolibero (CS) Telefono 0984 4550100 - 852828 • Fax (0984) 853893 Amministrazione: via Rossini 2, Castrolibero (Cs) Redazione di Reggio: via Cavour, 30 - Tel. 0965 818768 - Fax 0965 817687 - Poste Italiane spedizione in A.P. - 45% - art. 2 comma 20/B legge 662/96 - DCO/DC-CS/167/2003 Valida dal 07/04/2003 ANNO 17 - N. 298 - € 1,20 Il governatore siciliano Lombardo è convinto che il progetto andrà avanti Eletto in Cda «Il Ponte si farà lo stesso» Gaglioti presidente della banca di Garanzia Il ministro Matteoli rassicura dopo la bocciatura in aula di FRANCESCA MEDURI VILLA SAN GIOVANNI - Storia chiusa quella del Ponte sullo Stretto? Risponde di “no” la presidenza del Consiglio dei Ministri, ventiquattr'ore dopo l'approvazione, da parte della Camera, di una mozione dell'Idv che prevede la soppressione dei finanziamenti statali per la realizzazione della mega infrastruttura. Da Palazzo Chigi, dunque dalla sede del Governo e residenza del premier Silvio Berlusconi, tentano di far credere che il Ponte sullo Stretto «non sarà comunque cancellato». «L'opera, infatti, - si legge in una nota - è solo in parte finanziata dall'intervento pubblico. L'onere complessivo dell'infrastruttura prevede anche la partecipazione di capitale privato, l'utilizzo di fondi strutturali e di altre fonti». Ad assicurare che «il Ponte non è stato cancellato e si farà» anche i Ministri Altero Matteoli e Ignazio La Russa, con quest'ultimo che puntualizza: «La mozione impegna a finanziare il trasporto pubblico e questo è un obiettivo che noi condividiamo. Quanto alle risorse necessarie, fa riferimento anche all'eventualità di ricorrere, tra i vari finanziamenti, a quello per il Ponte sullo Stretto di Messina. Ma quell'eventualità -La Russa ne è convinto - noi non la utilizzeremo: dai soldi per il Ponte non si prenderà niente». Insomma il Governo prova a rilanciare, almeno a parole, un'opera ormai depennata da più parti, in primis dall'Ue. Da qui, infatti, soldi non ne arriveranno. Ne è sicuro pure Mauro Moretti, ad di Fs: «Sicuramente l'Europa non darà soldi per realizzare il Ponte. La decisione comunque spetta alle autorità italiane». E a salvare il Ponte ci prova anche il Governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo: «Si dovrà realizzare sia perché la parte più consistente del capitale viene dai privati, sia perché si sono già investite molte risorse». Intanto la mozione licenziata l'altro ieri dalla Camera, per molti, ha messo la parola fine all'opera faraonica pensata per unire la Sicilia e la Calabria. Decisione, quella presa dall'aula di Cisl: «Utilizzare bene il Por» CATANZARO – «E' necessario indirizzare i fondi del Por Calabria 2007-2013 su pochi ma chiari obiettivi, quali investimenti, infrastrutture e lavoro perchè si tratta di un’occasione da non perdere». Lo ha detto il segretario generale della Cisl della Calabria, Paolo Tramonti, nel corso della riunione svoltasi a Lamezia Terme del Dipartimento politiche comunitarie del sindacato. «Se si dovesse perdere la scommessa del POR – ha aggiunto Tramonti –perderebbe l’intera Calabria compromettendo di fatto le stesse prospettive di crescita e di sviluppo della nostra regione, atteso che proprio grazie al proficuo impiego delle risorse comunitarie si possono recuperare i differenziali di sviluppo con le altre aree del Paese e dell’Europa». Alle riunione, secondo quanto riferisce un comunicato della Cisl, è intervenuto anche il Direttore generale dell’Assessorato regionale al Lavoro e Autorità di Gestione del FSE, Bruno Calvetta, secondo il quale che ha illustrato lo stato di attuazione del Fondo Sociale Europeo. «Il quadro delineato dall’Autorità di Gestione – ha detto Calvetta – ha evidenziato il buon livello di spesa finora raggiunto di cui una significativa parte è indirizzata a sostenere, attraverso gli ammortizzatori sociali, lavoratori che in conseguenza della crisi economico finanziaria in atto sono stati posti ai margini del mercato del lavoro». LE REGIONI DEL SUD «Fitto ci convochi sul Por» POTENZA - I presidenti di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia hanno deciso di chiedere «un incontro urgente» con il ministro per i Rapporti con le Regioni e la Coesione, Raffaele Fitto, per avere elementi di «chiarezza» sugli indirizzi del Governo sui programmi comunitari in merito al destino dei fondi europei destinati al Sud. «Il riferimento alla revisione strategica dei programmi comunitari contenuto nell’elenco degli impegni assunti dal Governo nazionale nei confronti dell’Europa – hanno detto Gianni Chiodi, Vito De Filippo, Giuseppe Scopelliti, Stefano Caldoro, Michele Iorio, Nichi Vendola e Raffaele Lombardo – desta preoccupazione e solleva gravi dubbi circa il rischio di compressione indebita delle prerogative istituzionali dei diversi livelli di governo e di riduzione delle risorse complessivamente disponibili per le politiche di coesione». L'ufficio stampa della giunta regionale della Basilicata ha ricordato che «già nei giorni scorsi i governatori del Sud avevano preso posizione in maniera unanime sulla vicenda auspicando una scelta di condivisione. Per questi motivi le Regioni chiedono urgentemente al Ministro per i Rapporti con le Regioni un incontro perchè siano illustrati con chiarezza gli indirizzi del Governo e siano questi condivisi preliminarmente all’adozione di qualsiasi decisione in merito a programmi la cui responsabilità di gestione ricade nelle competenze regionali». Il Ponte sullo Stretto Montecitorio, che ha fatto fare ancor più i salti di gioia a quanti, e sono tanti, il Ponte sullo Stretto non lo vogliono. Come i consiglieri regionali calabresi di Idv, Emilio De Masi, Giuseppe Giordano e Mimmo Talarico: «Avere accantonato il progetto del Ponte , grazie alla nostra iniziativa in Parlamento, - scrivono - ci dà l'opportunità di riflettere sull'uso sconsiderato del danaro pubblico. E ci restituisce un protagonismo che dobbiamo attivare sin da subito, attraverso iniziative pubbliche concrete e partecipate». E alla luce degli ultimi eventi “cancellaPonte”, ecco la proposta di un altro anti pontista, Girolamo De Maria, coordinatore Pd per la provincia di Reggio Calabria. «Si concentrino - suggerisce - le ri- sorse previste per il ponte sullo Stretto per realizzare due obiettivi strategici per la nostra realtà: il potenziamento ed il rilancio del Porto di Gioia Tauro, il cui futuro è essenziale per la Calabria; l'ammodernamento ed il completamento dell'arteria stradale 106, al fine di potenziare l'intero asse viario ionico calabrese come punto di collegamento con gli assi Napoli-Bari e Napoli-Reggio Calabria». Per De Maria urge inoltre sospendere le procedure espropriative nel versante calabro dello Stretto (Villa San Giovanni e Campo Calabro), così come richiesto dal consigliere regionale del Pd Demetrio Battaglia secondo cui l'approvazione della mozione Idv è «una chiara sconfessione delle dichiarazioni del Ministro Matteoli». Sulla stessa scia il coordinamento reggino di Fli: «Anche l'Esecutivo e la maggioranza di Governo, non opponendosi in Parlamento ad un mozione di Idv che proponeva la revoca dei finanziamenti già previsti, hanno, di fatto decretato la fine di un sogno, purtroppo utilizzato molto spesso per mietere voti nelle campagne elettorali. E' ora, pertanto, che non si continui a carpire la buona fede dei cittadini con una ingannevole politica degli annunci, ma che si cerchi di ottenere, più opportunamente e senza troppo clamore, dei veri risultati utili a migliorare le sorti dei nostri territori». Diverse reazioni di compiacimento per l'ok alla mozione anche dal mondo associazionistico. COSENZA – Giuseppe Gaglioti è stato eletto presidente del Consiglio di amministrazione della Banca di Garanzia di Cosenza, che si insedierà nel mese di novembre, in occasione del primo consiglio per la verifica dei requisiti. L’elezione è avvenuta al termine dell’assemblea costituente del soggetto societario che si è svolta oggi. Alla vice presidenza è stato chiamato il presidente della Provincia, Mario Oliverio. L’assemblea ha eletto inoltre il Consiglio di amministrazione che risulta composto da Natale Mazzuca, Giuseppe Lombardi, Oreste Morcavallo, Giuseppe Speziali, Michele Aurelio, Flavio Talarico e Mario Giordano. Eletto anche il collegio dei sindaci, di cui fanno parte Domenico Bilotta, Giorgio Sganga e Francesco Falzetta. Nominato anche il collegio dei probiviri, così come previsto dallo statuto, Mario Bozzo, Sarino Branda e CarGiuseppe Gaglioti melo Copani. La banca sarà operativa all’indomani della fine dell’istruttoria dell’istituto di vigilanza della Banca d’Italia. «Costruire una Banca di Garanzia –ha detto Giuseppe Gaglioti nel suo intervento di apertura dell’assemblea – è la palese testimonianza di una mutata sensibilità verso il mondo economico. Lo strumento che oggi vede la luce si integra nel sistema delle banche locali, fornendo a quest’ultime la possibilità di rendere più rapida la fase di erogazione di nuovi affidamenti». Della Banca di Garanzia, comunque, se ne parla da anni ma le imprese ancora devono attendere. Convegno all’Università di Catanzaro promossa dai vertici della Stazione unica appaltante I nodi irrisolti della centrale unica degli acquisti di ANTONIO LIOTTA CATANZARO - Un'occasione per riflettere su vantaggi e criticità dei modelli accentrati perl'acquisto di beni e servizi nelle aziende sanitarie ma anche un momento di confronto sulle forme di organizzazione cui ilsistema sanitario regionale potrebbe far riferimento nel post commissariamento, anche alla luce dell'esperienza maturata dalla Stazione unica appaltante. Temidi stringente attualità, che sono stati al centro del convegno organizzato proprio dallaSua nell'aula magna del Policlinico universitario dell'università Magna Graecia, in concomitanza con la presentazione del volume “I processi di acquisto di beni e servizi nelle aziende sanitarie: elementi di innovazione e modelli di accentramento” deiricercatori dell'UniversitàBocconi, Fabio Amatucci e Stefania Mele. In rappresentanza della Giunta regionale (assente il governatore Scopelliti per motivi istituzionali) il dirigente generale del dipartimento Presidenza, Franco Zoccali, il quale ha evidenziato come il Piano di rientro imposto alla Regione «abbia introdotto innova- Nata per dare trasparenza oggi porta risparmi zione in un sistema gestionale che aveva prodotto molto deficit e poca sanità». Secondo Zoccali, la Sua ha ottenutorisultati positiviintermini di riduzione della spesa farmaceutica, «perché il modello accentrato permette di applicare su tutto il territorio regionale le stesse regole, mentre prima le Asp seguivano ognuna regole diverse». E un modello organizzativo accentrato potrebbe rispondere, secondo il dirigente generale del dipartimento Presidenza, «alle esigenze del federalismo e dei costi standard perché ora biso- Salvatore Boemi gna guardare oltre, dobbiamo dimostrare di saper programmare senza che sia un Piano di rientro a imporcelo». Per il dirigente generale del dipartimento Tutela della salute, Antonino Orlando, è necessario costruire una governance dei sistemi decisionali, «stabilendo regole e individuando responsabilità e attivando sistemi di monitoraggio per verifi- care se quelle regole siano state rispettate e le responsabilità affidate alle persone giuste». Quindi l'intervento del rettore dell'Università Magna Graecia, Aldo Quattrone, il quale ha evidenziato due aspetti in apparenza contrastanti: se da una parte, la centralizzazione dell'acquisto di beni e servizi produce molti vantaggi, tra cui economie di scala, riduzione dei costi e controllo della devianza; dall'altra, c'è il rischio di una “concentrazione dei saperi” nel sistema centralizzato, che è un ostacolo allo sviluppo dell'innovazione e alimenta l'inerzia degli operatori che non appartengono al sistema. «Serve quindi ha detto il rettore Quattrone - una promozione e diffusione dei saperi sviluppati in questi monopoli». Secondo il commissario della Sua, Salvatore Boemi, «la Stazione unica appaltante, nata per portare maggiore trasparenza, oggi è una realtà a cui, tuttavia, bisogna aggiungere dell'altro». E la parola d'ordine, secondo Boemi, deve essere “innovazione”, che significa dismettere servizi ormai antiquati e mettere in campo metodologie moderne, capaci di produrre trasparenza erisparmio. Aldirigente della sezione tecnica della Sua, Mario Martina, il compito di illustrare il percorso compiuto dalla Sua dal momento dell'istituzione (legge regionale n.26 del 2007) e dell'avvio delle attività (giugno 2009). Martino ha sottolineato come, nonostante l'assenza di esperienza pregressa e il rifiuto da parte delle altre regioni di fornire un supporto tecnico, i risultati ottenuti siano soddisfacenti sia per le gare pubblicate che per gli importi. Da evidenziare i vantaggi portati dalle gare telematiche in termini di celerità dell'aggiudicazione: la gara farmaci,per esempio,pubblicatail 19 marzo 2010 è stata aggiudicata il 13 luglio seguente, per un importo complessivo di 548.067.613 euro. Sui fattori strategici di successo e le criticità dei modelli di accentramento si è soffermato Elio Borgonovi, presidente del Cergas della Bocconi. Tra i problemi più significativi l'impatto sul mercato dei fornitori locali, in quanto la centralizzazione degli acquisti comporta lotti più grossi, con le grandi imprese che tendono a “schiacciare”quelle più piccole. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Economia 11 Calabria Sabato 29 ottobre 2011 Sabato 29 ottobre 2011 24 ore in Calabria Nell’inchiesta del pm Carlo Villani sono indagati due ex funzionari regionali e due imprenditori Si fermano le pale a Caraffa Cinque aerogeneratori sono stati sequestrati dalla sezione di Pg della Finanza di STEFANIA PAPALEO CATANZARO - Si fermano cinque pale a Caraffa. Cinque pale non autorizzate e troppo vicine alle abitazioni. Installate con altre otto su disposizione delle società “Ivpc Power 3”e“Ivpc Power 4” di Avellino e fermate ieri dai finanzieri della sezione di Pg della Guardia di finanza di Catanzaro. Ad imporre il parziale stop forzato al parco denominato “Marcellinara - Settingiano - Caraffa di Catanzaro”, un provvedimento di sequestro, emesso dal gip, Livio Sabatini, su richiesta del sostituto procuratore, Carlo Villani. Il quale, già da tempo, aveva messo gli occhi sul progetto, che, ben sei anni fa, era già confluito in un fascicolo penale aperto a carico degli allora funzionari del dipartimento delle Attività produttive della Regione Calabria, Giuseppe Ferraro, 62 anni, di Grotteria (Rc), e Carmelo Misiti, 39 anni, originario di Cinquefrondi (Rc) e residente a Castrolibero, accusati di abuso d'ufficio e falso. Nomi, ai quali, adesso, si sono aggiunti quelli dei due imprenditori individuati come i committenti dell'impianto eolico in questione, ovvero Gianpietro Sanseverino, legale rappresentante della “Ivpc Power 4 srl”, e Oreste Vigorito, amministratore unico della società “Ivpc Power 3 srl”, entrambe con sede ad Avellino. Per loro l'accusa è di abuso edilizio, per aver realizzato le pale “incriminate”«in assenza di una valida autorizzazione della Regione Calabria-Dipartimento delle Attività Produttive e, comunque, in totale difformità dalla linee guida regionali in tema di parchi eolici di cui alle delibere della Giunta Regionale n. 55/2006 (paragrafo 3.3 “Procedure ed indirizzi per la localizzazione dei parchi eolici”) e n. 832/2004 (paragrafi 8 Criteri generali ed obiettivi di qualità, e 7.2, lett. c), punto 3, minima distanza da unità abitative regolarmente censite e stabilmente abitate 500 mt.)» e, specificamente, ponevano le pale eoliche, censite alle particelle nn. 486, 487, 488, 489 e 490 del Foglio di Mappa n. 11 del Nuovo Catasto Edilizio Urbano del Comune di Caraffa di Catanzaro, ad una distanza inferiore ai 500 metri dalle più vicine unità abitative stabilmente abitate». Inoltre, sempre secondo l'accusa, i due imprenditoriavrebbero eseguitoi lavori di realizzazione del parco eolico «in zona sismica, senza darne preavviso scritto allo sportello unico di cui all'art. 93 del D.P.R. n. 380/2001, omettendo la contestuale trasmissione del relativo progetto, e senza avere pre- Pale eoliche nel Catanzarese ventivamente acquisito il nulla osta sismico, dal momento che l'organismo tecnico regionale competente (ex Genio civile) non risulta essere stato invitato, né aver preso parte alla specifica Conferenza dei Servizi». Falso e abuso d'ufficio, invece, le ipotesi di reato formulate a carico di Giuseppe Ferraro eCarmelo Misiti, rimasti coinvolti nell'inchiesta il primo per aver dato, in qualità di responsabile del procedimento e presidente della conferenza dei servizi, il via libera al progetto, nonostante il diniego opposto dal Consiglio comunale di Caraffa, e il secondo per aver rilasciato la relativa autorizzazione, nella sua qualità di dirigen- Il pm Carlo Villani te del Settore 2 Politiche energetiche del Dipartimento attività produttive della Regione Calabria. Contro di loro gli accertamenti portati avanti dai finanzieri che, nel tirare le somme, avevano riscontrato che la volontà politica era stata disattesain sede diconferenza di servizi, quando il 26 gennaio del 2006, negli uffici dell'assessorato regionale alle Attività produttive, gli addetti ai lavori si erano riuniti per pronunciarsi sull'autorizzazione richiesta dalla ditta “Ivpc power srl” per costruire un impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica, composto da 32 aerogeneratori per una potenza prevista pari a 27,20 MW, non solo nel comune di Caraffa, ma anche in quelli di Marcellinara e Settingiano. Richiesta accolta senza tentennamenti, in virtù del parere positivo espresso da tutti gli altri rappresentanti istituzionali che avevano preso parte alla Conferenza dei servizi, per cui in poco tempo gli enormi “mulini a vento” erano sorti a Caraffa, in barba alla solenne bocciatura della pratica avvenuta al termine di una turbolenta seduta del locale consiglio comunale, oltre che a Settingiano e Marcellinara, dove, tuttavia, le relative pratiche avevano ottenuto il placet dei rispettivi Consiglicomunali. Nel caso di Caraffa, invece, non solo sarebbe stata ignorata la delibera di diniego, quanto non sarebbero state rispettate le distanze dal centro abitato. Aspetto, saltato agli occhi di alcuni furibondi residenti, che non avevano esitato a presentare un esposto in Procura, per poi trovare conferma alla propria tesi nella perizia del Ctu, che si è rivelata determinante per il sequestro dei cinque aerogeneratori contro i quali avevano puntato il dito. Da lì l'avvio dell'indagine che chiama Ferraro a spiegare perché avrebbe “omesso di dichiarare l'"irricevibilità successiva" della richiesta della ditta "Ivpc Power 3 s.r.l.", per non avere que- sta prodotto entro e non oltre la conclusione della conferenza di servizi la deliberadel Consigliocomunale diCaraffa in cui si attestava l'accoglimento della proposta di realizzazione del parco eolico nei luoghi ove lo stesso era stato richiesto e poi realizzato, così consentendo che la conferenza dei servizi desse parere favorevole alla realizzazione del parco eolico nonostante il Comune di Caraffa di Catanzaro, tramite il proprio rappresentante, architetto Vito Migliazza, riportandosi alla delibera del Consiglio comunale n. 17 del 21 febbraio 2006, avesse opposto il suo diniego, non tenendo nel minimo conto, ed omettendo qualsiasi necessaria attività istruttoria al riguardo, chel'ubicazionedi alcunetorrieoliche avvenisse in luoghi siti a meno di 500 metri da unità abitative, in contrasto con la normativa in materia, e consentendo così che venisse rilasciata l'autorizzazione unica alla realizzazione del parco eolico nelle zone interessate”. A Misiti viene, invece, formalmente contestato di aver violato la normativa in materia, arrecando inoltre un serio danno a Maurizio, Luigi e Domenico Donato,RosaConidi eSalvatoreCaliò, proprietari di abitazioni site a meno di 500 metri dal parco eolico, “formando un atto pubblico falso nel suo contenuto e cioè il decreto n. 3325 del 28.3.2006, autorizzazione unica parco eolico Marcellinara - Settingiano Caraffa di Catanzaro, nel quale affermava che nella Conferenza di servizi del 27 gennaio 2006 (rectius 27 febbraio 2006) era "stato espresso parere favorevole ... al progetto per la realizzazione dell'impianto denominato «Marcellinara, Settingiano, Caraffa di Catanzaro» all'unanimità delle amministrazioni ed enti intervenuti e cioè Comune di Marcellinara, Comune di Settingiano, Comune di Caraffa di Catanzaro, Consorzio di Bonifica", laddove ilComune diCaraffa diCatanzaro aveva espresso parere contrario”. Fin qui, dunque, la tesi accusatoria che il magistrato ha ribadito nella sua richiesta di sequestro preventivo e che il gip ha dimostrato di condividere, tanto da mandare i finanzieri ad apporre i sigilli al “corpo del reato”, ritenendo “il fondato e concreto pericolo che la libera disponibilità da parte degli indagati e/o dei loro aventi causa delle pale eoliche possa aggravare e comunque protrarre le conseguenze del reato, sia in relazione all'indubbio aggravamento del cosiddetto “carico urbanistico” della zona, sia in relazione al danno subito dagli esponenti le cui abitazioni sono in prossimità delle pale eoliche”. Processo “Marlane” ancora un rinvio PAOLA – Stenta ad iniziare il processo ai 13 ex responsabili e dirigenti dello stabilimento Marlane Marzotto di Praia a Mare, dismesso nel 2004, accusati della morte per tumore di una cinquantina di lavoratori. Per la quarta volta in otto mesi il processo è stato rinviato a causa di errori di notifica di alcuni atti alle parti che si sono costituite nel processo. Stamane alcuni legali hanno sollevato l’eccezione per un problema di notifiche e successivamente i giudici del tribunale di Paola, al termine di una camera diconsiglio durata circa tre ore, hanno disposto il rinvio del processo al 12 febbraio. Dopo la decisione dei giudici ci sono stati malumori tra le parti civili anche perchè non c'è stata nessuna spiega- Protesta davanti al tribunale zione circa un rinvio a così lunga scadenza. I legali di parti civile non hanno escluso l’intenzione di voler intraprendere una serie di iniziative per fare in modo che il processo possa concretamente iniziare e svolgersi. Il personaggio Vigorito il signore del vento Oreste Vigorito CATANZARO - Oreste Vigorito. Da avvocato a presidente del Benevento calcio. Fino a diventare il signore dell'eolico in Italia. A capo della società IVPC di Avellino, che gestisce le più grosse “centrali a vento” realizzate in Italia. E, il cui fiuto per gli affari, lo ha portato ad investire anche nel catanzarese. È lui, infatti, uno dei due imprenditori finiti nel mirino del sostituto procuratore, Carlo Villani, nell'ambito dell'inchiesta che ha portato al sequestro dell'impianto eolico denominato “Marcellinara - Settingiano - Caraffa di Catanzaro”. Fattura 250 milioni annui, occupa circa 500 persone, ma da qualche anno ormai deve vederselacon il fiato sul collo dei finanzieri competenti per ogni territorio sul quale ha deciso di far crescere il proprio reddito sfruttando l'energia pulita.Risalgono adueanni fa i primi guai con la giustizia, quando la Procura di Avellino lo trascinò nel tritacarne giudiziario con l'operazione “Via col vento”, che portò al sequestro di ben sette parchi eolici riconducibili a nove società di Avellino. Ieri iguai si sono spostati a Catanzaro. s.p. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 12 BREVI ORDINE DEI MEDICI GRANATA OGGI LA PRESENTAZIONE A ROMA Vince nuovamente la lista di Ciconte «Scopelliti tenga conto dell’Adc» I programmi della film Commission ALLA elezioni per rinnovo dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Catanzaro per il triennio 2012-2014 , vince nuovamente la Lista Unitaria di Rinnovamento nella Continuità promossa dal consigliere regionale Enzo Ciconte. «IL presidente Scopelliti dovrà tenere conto anche di Alleanza di centro in Calabria se vuole creare una coalizione in grado di vincere le prossime sfide elettorali». Lo sostiene, in una nota, il responsabile regionale organizzativo del partito, Maximiliano Granata. LA Fondazione Calabria Film Commission terrà oggi alle 18.30 a Roma, nella sala Volontè della casa del cinema in largo Marcello Mastroianni, la conferenza stampa di presentazione del Calabria Film Festival 2011. Saranno inoltre illustrate le prossime iniziative della Fondazione. Nuccio Barillà richiama l’attenzione degli amministratori locali Incontro a NY No al carbone con i presidi Favorire turismo americano in Calabria Iniziative in tutta Italia, a Saline Legambiente in prima linea di DOMENICO GRILLONE REGGIO CALABRIA - Sarà un presidio simbolico, ma di stretta attualità, quello organizzato oggi dal movimento No carbone davanti ai cancelli dell’ex Sipi di Saline Joniche. Una protesta che si svolge in tutta Italia ma che a Reggio, oltre 100 realtà hanno aderito alla protesta, assume il sapore di tante verità svelate proprio riguardo il progetto della multinazionale svizzera Repower e della sua controllata Sei spa di costruire una centrale a carbone a Saline. Dopo le recenti polemiche sulle ammissioni ufficiali di un alto dirigente della Repower di aver finanziato le associazioni locali favorevoli al carbone per la trasferta a Coira, in Svizzera, luogo in cui hanno manifestato ad agosto scorso gli ambientalisti italiani, svizzeri e tedeschi, adesso si aggiungono nuovi ed inquietanti particolari. Ed a svelarli è stato ieri, durante la conferenza stampa svoltasi al Museo del bergamotto per illustrare l’iniziativa, Markus Keller, responsabile per l’Italia del vasto e radicato coordinamento di opposizione al carbone del Cantone dei Grigioni, in Svizzera e leader del movimento “Futuro invece che carbone”. Keller, affiancato da Noemi Evoli del Coordinamento associazioni area grecanica, ha rivelato “le altre verità sull’investimento Repower”. E sollecitato dai precisi input di Nuccio Barillà del direttivo nazionale di Legambiente, ha dimostrato come la stessa azienda elvetica sia in effetti una spa privata, ma che investe con i soldi pubblici. Perché l’85 per cento delle azioni di Repower sono possedute da società pubbliche o a capitale pubblico, di cui il 46 per cento dal Cantone dei Grigioni che le ha ottenute in contropartita alla cessione di parecchie delle centrali idroelettriche presenti sul territorio. Un punto nodale, sul quale il movimento No car- L’iniziativa in Svizzera e a destra l’area di Saline vista dall’alto bone intende anticipare le prevedibili mosse del Governo italiano: “Di fronte al no del ministero dei Beni Culturali al progetto della centrale di Saline, che controbilancia l’ok della Commissione Via del Ministero dell’Ambiente, e di fronte al no della Regione Calabria e degli enti locali, la strategia che si profila – ha spiegato Barillà – è quella di un decreto legge che sfrutti una leggina sugli investimenti privati in aree dismesse per scavalcare la volontà dei cittadini espressa dagli organismi democraticamente eletti. Sarebbe una mossa irresponsabile, oltre che incostituzionale poiché lo Stato violerebbe le competenze della Regione in materia. Una sfida che siamo pronti a sostenere fino in fondo”. Ma non è tutto: la Repower, dopo una sfilza di brutte figure a livello d’immagine, con gli svizzeri infuriati per il comportamento di sicuro per nulla etico, e nel momento in cui l’antitrust ha messo il naso su alcuni comportamenti poco chiari dell’azienda, registra un crollo in borsa con le azioni al minimo storico. Adesso anche la politica, quella svizzera, si scaglia contro Repower. “La gente si rende conto delle nefandezze che l’azienda ha compiuto, la sua credibilità è stata demolita – aggiunge Keller - e la svolta politica è sancita anche a livello istituzionale perché per la prima volta il presidente del Governo dei Grigioni Martin Schmid ha criticato aspramente le politiche aziendali della Repower”. Nuccio Barillà richiama invece ancora una volta l’attenzione sui sindaci e gli enti locali. E ribadisce il messaggio: “Questo è il momento della responsabilità. Cambiare idea è legittimo, a patto che si dica apertamente di essere a favore del carbone”. E ovviamente l’unico metodo possibile è quello democratico: “Abbiamo sempre rifiutato gli incontri a porte chiuse, non ci sono trattative da fare, le posizioni sono in campo da anni, manifestate sulla stampa e con le osservazioni ufficiali sul progetto. Il confronto deve essere pubblico e nelle sedi istituzionali. Questa è la democrazia”. Invito all’Enel ad affrettare i tempi e al territorio a confrontarsi «La riconversione vada avanti» Il comitato favorevole alla ristrutturazione della centrale di Rossano ROSSANO – «La determinazione e l'arroganza di questi piccoli gruppi che si oppongono all’utilizzo del carbone fanno capire a tutti che la loro è una battaglia fatta di pregiudizi e posizioni politiche preconcette». Lo sostiene, in una nota, il Comitato per la riconversione della centrale Enel di Rossano in vista della giornata del no al carbone in programma per oggi. «Il fatto che non abbiano mai accettato un confronto su dati scientifici certi e su esperienze di siti dove questo combustibile è utilizzato senza alcun problema – prose- gue la nota – fa capire che non avendo argomenti seri da proporre si lasciano andare a slogan preconfezionati e manifestazioni che, come sempre, vede la partecipazione dei soliti 'quattro gattì». «Da parte nostra – conclude il Comitato – invitiamo l’Enel ad affrettare i tempi per la presentazione del nuovo progetto di riconversione e nel contempo invitiamo gli amministratori locali a volersi confrontare con esperienze dove già questo combustibile viene utilizzato, per capire gli effetti e le ricadute sul territorio». La centrale da riconvertire CATANZARO – A New York un incontro per dialogare sull'apertura del mercato turistico calabrese ai corregionali che operano in America. Questo – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale – il tema trattato lo scorso mercoledì dal Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, insieme al Consigliere regionale incaricato per l'emigrazione Alfonsino Grillo, nel corso di un incontro con i consultori della Calabria negli Stati Uniti, alcuni importanti imprenditori turistici e operatori della finanza newyorchese. Il meeting – prosegue la nota dell’Ufficio Stampa della Giunta regionale – è stato un appuntamento molto utile per dialogare su strategie future che potranno portare ricadute positive al settore turistico calabrese, attraverso idee e progetti da realizzare insieme ai calabresi residenti negli Stati Uniti che faranno da ponte con i tour operator americani più importanti. «Tra la Calabria e l’America c'è una connessione che risale a quasi un secolo fa – ha affermato il Presidente Scopelliti – e quando vengo negli Stati Uniti ho sempre modo di apprezzare quanto i calabresi siano stati in grado di portare enormi forze al nuovo continente. I nostri corregionali a New York oggi sono una realtà che ha contribuito notevolmente al miracolo americano e credo che possano rappresentare un tassello importante anche per la crescita della propria terra d’origine». «Ci sono grandi potenzialità nel settore turistico ha concluso - che si potranno esprimere con una politica oculata, mirata al raggiungimento dell’importante obiettivo di incrementare le presenza turistiche di chi viaggia dall’America alla Calabria». E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Calabria 13 24 ore Sabato 29 ottobre 2011 24 ore Sabato 29 ottobre 2011 Bombe a Reggio Calabria. Saranno acquisiti a dicembre gli esiti delle perizie sui filmati delle telecamere Nessuna impronta è utile I periti nominati dal gip consegnano la relazione durante l’incidente probatorio di TERESA ALOI e CLAUDIO CORDOVA CATANZARO - Non ci sarebbero nuovi elementi che incastrerebbero Antonio Cortese, l'esperto d'armi della cosca Lo Giudice di Reggio Calabria, ritenuto dagli inquirenti l'artefice degli attentati che, nel corso del 2010, hanno colpito la magistratura reggina. Nessuna delle tante impronte digitali rinvenute sul bazooka, destinato nei confronti del Procuratore Giuseppe Pignatone, porterebbe a Cortese. Una conclusione alla quale, dunque, non seguiranno, almeno per il momento, importanti passi in avanti nell'inchiesta sulle bombe fatte esplodere contro la Procura Generale di Reggio e l'abitazione del procuratore generale Salvatore Di Landro, e sull'intimidazione al procuratore di Reggio, Giuseppe Pignatone, con un bazooka fatto trovare a qualche centinaio di metri dal Cedir, sede della Dda. L'indagine sui fatti riguardanti i magistrati reggini sono passate, fin da subito, a Catanzaro, sede competente. I periti nominati al giudice per le indagini preliminari Assunta Maiore, ieri mattina, nel corso dell'incidente probatorio hanno depositato gli esiti degli accertamenti tecnici. I consulenti, tutti professionisti di Roma, hanno trovato numerose tracce di impronte digitali ma nessuno di questi è utile per effettuare una comparazione. I periti, inoltre, non hanno trovato nessuna traccia biologica dalla quale si potrebbe estrarre il Dna. Stando a quanto riferito dagli ambienti difensivi (le relazioni dei periti non sono ancora consultabili), non sa- La videoripresa dell’ordigno del 3 gennaio 2010 alla Procura di Reggio rebbe dunque di Cortese la voce che avrebbe avvertito gli investigatori del bazooka nei pressi del Cedir: una telefonata effettuata da una cabina telefonica situata in via Cardinale Portanova. Sul bazooka, peraltro, vi sarebbero numerose impronte digitali, ma, anche in questo caso, non quelle di Cortese, assistito dall'avvocato Giuseppe Nardo, del Foro di Reggio Calabria. Saranno invece acquisiti nella prossima udienza, prevista per l'1 dicembre, gli esiti delle perizie sui filmati relativi alla bomba alla Procura Generale. Quattro le persone - ritenute mandanti ed esecutori della strategia della tensione - che finirono in manette ad aprile scorso. Tre delle persone coinvolte nell'operazione, ovvero il Al telefono la voce non sarebbe di Antonio Cortese Dopo l’abbandono da Tropea Caridi vola a Monaco per cercare un’intesa con tour operator Fti CATANZARO – Dopo diverse riunioni, il prossimo 14 novembre, l’assessore regionale alle Attività produttive incontrerà a Monaco di Baviera il più grande tour operator tedesco, «FTI», per affrontare le problematiche dello sviluppo turistico nell’area di Tropea e per programmare le azioni di attrazione dei flussi internazionali per le prossime stagioni. All’incontro –informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale – saranno presenti, per la Regione il direttore generale al dipartimento regionale al Turismo Raffaele Rio, il presidente della Sacal Vincenzo Speziali, la società «Meeting Point Calabria S.r.l.». per «FTI», il Ceo Dietmar Gunz con i principali manager del Tour. L’iniziativa, è scritto nella nota, è frutto dell’impegno dell’assessore Caridi e del lavoro svolto in queste ultime settimane da parte della Regione Calabria di concerto con gli operatori turisticidella costaVibonese. Nei vari incontri si sono affrontati i problemi sollevati dagli operatori locali ed internazionaliesi èavviatounpercorso condiviso per garantire pentito Antonino Lo Giudice, 52 anni; il fratello Luciano, 37, e Antonio Cortese, 48 anni, erano già detenute, mentre il quarto, Vincenzo Puntorieri, venne arrestato a Reggio e, secondo gli investigatori, avrebbe partecipato materialmente all'attuazione degli attentati. L'inchiesta subì un'accelerazione dalle rivelazioni del boss pentito Antonino Lo Giudice, che pochi giorni dopo l'arresto si autoaccusò della progettazione e dell'ideazione degli attentati: una strategia messa in atto, a dire del collaboratore, ex boss della cosca, per mandare dei messaggi ad ambienti istituzionali che avrebbero tradito il fratello Luciano, detenuto dall'ottobre 2009. Tante le intimidazioni subite dalla magistratura reg- gina in tutto il corso del 2010. Su tre episodi, però, vi sarebbe lo zampino del clan Lo Giudice. La prima minaccia venne messa in atto il 3 gennaio, contro la sede della Procura Generale di Reggio Calabria: un ordigno venne fatto esplodere provocando danni al portone, scardinando un'inferriata. A collocare la bomba artigianale, attorno alle 4,50 di mattina, due individui con il volto coperto da caschi da motociclista, così come confermarono le telecamere di servizio. E i periti dovranno proprio emettere il proprio responso su quelle immagini, per chiarire, almeno dal loro punto di vista, se tra i due soggetti immortalati vi fosse anche Antonio Cortese, arrestato dalla Squadra Mobile al confine tra Italia e Slovenia. La seconda intimidazione, del 26 agosto, fu compiuta contro l'abitazione di Di Landro: un ordigno ad alto potenziale esplose nella zona del Parco Caserta in via Carlo Rosselli, attorno alle 2, sventrando il portone dello stabile dove abita il PG, da quel giorno piantonato giorno e notte. Un ordigno collegato a una miccia a lenta combustione, confezionato con tritolo. La terza intimidazione risale al 5 ottobre, giorno in cui una telefonata al 113 avvertì che c'era una “sorpresa per il procuratore Pignatone”. E la “sorpresa” c'era davvero: un bazooka abbandonato sotto un materasso in una delle strade che conducono agli uffici della Direzione distrettuale antimafia, a poche decine di metri dal palazzo. Le relazioni dei periti, però, non aiuterebbero a districare uno dei casi più controversi e misteriosi degli ultimi anni. Al Cedir ombre sul ritrovamento del bazooka L’assessore Caridi Kalashnikov, pistola e numerose cartucce Armi e munizioni in un villaggio turistico della costa Vibonese di GIANLUCA PRESTIA DRAPIA - Erano celati all’interno di un armadietto in una cucina in muratura. Dentro una delle tante villette site all’interno del noto residence “L’Olivara”, a Gasponi di Drapia, piccolo centro della costa vibonese a pochi passi da Tropea. Si tratta di un kalashnikov, una pistola calibro 7,65, un caricatore, 19 cartucce per il 7,62, 35 per la 7,65, ben 50 per una cal. 9, più un serbatoio vuoto probabilmente per mitraglietta M12. A trovarle gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Vibo nel corso di un servizio di controllo del territorio che hanno passato al setaccio numerosi casolari nella zona prima di giungere alla villetta ed effettuare la perquisizione dei locali. Il tutto è stato preso Cotronei. È anche coordinatore provinciale del Pd Tagliate le gomme all’auto del sindaco di FILOMENA GUZZO il successo della stagione turistica futura nella nostra regione. L’incontro di Monaco avrà lo scopo di rafforzare i legami con uno dei più grandi operatori turistici della Germania e di garantire un flusso di visitatori incrementale sulle nostre coste. L’iniziativa non mancherà certamente di riflettersi positivamente anche sul piano della promozionedel territoriocon conseguenze sicuramente gratificanti anche dal punto di vista socio-economico. Le armi ritrovate COTRONEI - Ad una settimana dal convegno sulla legalità in cui il sindaco di Cotronei, Nicola Belcastro, ha consegnato nelle mani del prefetto di Crotone, Vincenzo Panico, il regolamento di polizia rurale sul Fidopascolo, è arrivato un atto intimidatorio. L’altra sera, dopo una riunione , il sindaco, che è anche coordinatore provinciale del Pd, ha trovato tagliate due gomme della propria autovettura, una Toyota “Rav4” che era parcheggiata vicino al palazzo comunale. Belcastro si è detto certo che tale atto non va legato all'azione amministrativa, ma forse ad una filosofia di azione del suo governo: «stiamo insistendo - chiosa il sindaco - sul principio di legalità e sul problema della devianza giovanile». Va ricordato che Belcastro non solo si è impegnato affinché Cotronei si dotasse di un regolamento di polizia rurale ma aveva voluto un consiglio comunale aperto sul fenomeno del pascolo abusivo che si tenne in località Rivioti, dove Nicola Belcastro i proprietari dei terreni da anni subivano la violenza di alcuni allevatori. Una scelta, quella della location, da parte di Belcastro che andava nella direzione di schierarsi, chiaramente e senza indugi, dalla parte dei cittadini, degli agricoltori e della legalità. Però Belcastro non pensa di collegare l'atto intimidatorio solo alle questioni legate al pascolo spiegando che «il tema della legalità nei lavori del convegno è stato affrontato in termini laici e dando una fotografia precisa di quelle che è la realtà». «Quando abbiamo parlato di pascolo abusivo continua Belcastro - lo abbiamo fatto in termini del “diciamo la verità”, dando atto al fatto che si era avviato un percorso finalizzato alla soluzione del problema; prospettiva di soluzioni che non avevamo quando abbiamo parlato di legalità a Cotronei in maniera più complessiva». Infatti, nel corso di quel convegno, Belcastro non solo aveva parlato di illegalità che prolifera dove non c'è prospettiva di lavoro, ma anche della presenza di disordine nel mondo dei giovani, nello specifico di alcool e droga che stanno interessando Cotronei. Un' intimidazione che ha turbato Belcastro che è convinto di «non poterla chiamare bravata di ragazzini». Tantissimi gli attestati di solidarietà dal mondo politico e istituzionale. in consegna dagli agenti della Scientifica e, dopo le fasi di repertamento, inviato a Reggio Calabria per gli accertamenti balistici e per la ricerca di impronte che consentirebbero di risalire all'identità dei malviventi. Allo stesso tempo, è stato posto sotto sequestro anche un bidone sospetto in quanto nulla aveva a che fare con il contesto generale dell'appartamento e che potrebbe aver funto da contenitore prima che gli autori del gesto decidessero di nascondere il miniarsenale nelle buste di plastica. Le indagini, coordinate dalla procura della Repubblica di Vibo Valentia, nella persona del capo dell'Ufficio Mario Spagnuolo, e condotte dal dirigente della Squadra Mobile, Maurizio Lento, sono pertanto, tutte in divenire. Dal Corpo forestale Un lupo trovato morto a Gioiosa SIDERNO - Nei giorni scorsi, la carcassa di un esemplare di lupo italico è stato ritrovato da un allevatore della località “Carampuso” di Gioiosa Jonica, nei pressi delle stalle di sua proprietà. L'allevatore ha subito dato notizia al corpo forestale dello stato. Gli agenti forestali delle stazioni di San Luca e Gioiosa dopo aver allertato il servizio veterinario dell'Asp di Locri, si sono portati in zona e a 20 metri dalla carreggiata della strada comunale che attraversa le proprietà dell'allevatore, hanno ritrovato la carcassa del lupo italico, specie di fauna particolarmente protetta dalle leggi in vigore . Ad un primo esame l'esemplare ritrovato, risultava un maschio di colore grigio e di età inferiore ad un anno. Il lupo è stato prelevato dal servizio veterinario di Locri per effettuare tutti gli esami di pertinenza ed in particolare per capire le cause della morte. L'autopsia stabilirà se l'animale fosse malato o se la morte è stata causata da un avvelenamento. La carcassa, comunque, non presentava ferite da arma da fuoco. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 14 Calabria Nuovo colpo di scena nel processo a Palmi dopo le denunce dell’imprenditore De Masi Banche ancora a giudizio I direttori generali di Antonveneta e Bnl sono accusati di usura di MICHELE ALBANESE PALMI - Ancora un rinvio a giudizio per funzionari di banca a Palmi. Ed ancora una volta al centro dell’azione giudiziaria il reato di usura. Il gup del Tribunale di Palmi, Paolo Ramondino, ha rinviato a giudizio gli ex direttori generali di Banca Antonveneta e Banca nazionale del lavoro, Enrico Pernice ed Ernesto Manna, per la presunta usura dicui sarebberimastovittima l’imprenditore Antonino De Masi. Analoga decisione è stata presa nei confronti dei dirigenti di Bnl Davide Croff, Mario Girotti, Ostilio Miotti e Rocco Segreti. Per un altro gruppo di indagati, Pietro Celestino Locati, Vincenzo Tagliaferro, Alessandro Maria Piozzi, Matteo Arpe e Roberto Marini, ex Direttori generali e dirigenti di Banca di Roma, il Gip ha disposto l’incompetenza territoriale del Tribunale di Palmi trasmettendo il fascicolo alla Procura di Reggio perchè i rapporti bancari eranogestiti nellasedereggina dell’istituto di credito. Il procedimento a carico dei dirigenti bancari è scaturito da una denuncia presentata da De Masi secondo il quale i tassi d’interesse applicati sui fidi concessigli erano a tassi usurari. «La vicenda banche ed usura, instaurata dalle mie denunce già passate al vaglio di un Gip, e giunte a sentenze di primo e secondo grado che hanno sempre confermato la presenza del reato e la riconducibilità della colpa del reato in capo ai presidenti (su tale responsabilità si esprimerà a breve la Suprema Corte), vede – ha dichiarato l’imprenditore De Masi - un altro importante tassello che va ad aggiungersi ad un’altra recente Antonino De Masi pronuncia». Lo scorso 4 ottobre il Gup del Tribunale di Palmi Fulvio Accurso, nel corso di un altro procedimento penale , sempre per usura in danno delle aziende De Masi, ha disposto il rinvio a giudizio per gli imputatiPernice Enri- co e Mucci Achille (Direttori Generali pro tempore della Banca Antonveneta). «Come ribadito in diverse occasioni – ha aggiunto De Masi - continuerò a combattere questa battaglia di legalità, sino alla fine per tutelare gli interessi IL CASO Anci ancora divisa LAMEZIA TERME – E' stata nuovamente rinviata l’elezione del nuovo presidente regionale dell’Anci, l’Associazione dei comuni italiani. L’assemblea, riunita ieri a Lamezia Terme, al termine della discussione ha deciso di convocare una nuova riunione per il 5 dicembre allo scopo di raggiungere un accordo tra le varie parti per una elezione che sia unitaria. La gestione dei Comuni, è stato evidenziato, è al di fuori della politica e quindi i vari partecipanti hanno deciso di rinviare il voto per trovare l'intesa che porti alla nomina del successore dell’ex sindaco di Cosenza Salvatore Perugini. Già nell’assemblea del 14 settembre scorso era stato deciso un rinvio. Scopelliti per il Pdl e Musi per il Pd aveva deciso un accordo per eleggere il sindaco di Reggio presidente dell’Anci e Oliverio presidente dell’Upi. non solo miei, ma quelli di un intero territorio depredato dall’illegale comportamento del sistema bancario. Certamente giorno per giorno i procedimenti penali che vengono avviati in Italia contro le illegalità bancarie fanno luce sui reali livelli di degenerazione ai quali il sistema bancario è arrivato. L’ultima inchiesta della Produca di Milano che ha portato al rinvio a giudizio dei vertici di Unicredit (operazione Brontos) per una frode fiscale di 245 milioni di euro , in cui il Gip afferma “ gli amministratori e i responsabili citati ebbero piena consapevolezza di tutti gli elementi della fattispecie e vollero realizzare l’operazione” . Il Gip a pag 19 del suo provvedimento afferma della consapevolezza di quanto stavano facendo. Questa inchiesta e le tantissime altre (vedi Parmalat, Cirio etc) che hanno visto e vedono coinvolte le banche hanno come comune denominatore il massimo profitto aldilà della legalità aggravato dalla consapevolezza, cosa che non può essere altrimenti visti i sofisticati sistemi di controllo e gestione esistenti. Lo stesso filo conduttore, il massimo, e spesse volte illegale, profitto che ha portato e porta le banche ad abusare di una posizione dominante addebitando spese e commissioni e tassi illegali ai propri clienti. Operazione che di fatto da una parte trasferisce ricchezza dai cliente alle banche e dall’altra causa povertà e illegalità. Quando la classe politica si renderà conto di tutto ciò forse sarà tardi per salvare il salvabile. Aprire gli occhi sulla degenerazione dell’operato bancario – chiude De Masi - credo sia un dovere oltre che un diritto di tutti noi. IL FATTO Satriano. L’uomo era cardiopatico Attende i soccorsi per la moglie va in bagno e muore di AMALIA FEROLETO SATRIANO (Cz) - La moglie sta male, il marito va in bagno e muore. Due coniugi settantacinquenni di Satriano, ieri pomeriggio, si sono ritrovati, loro malgrado, al centro di una drammatica vicenda che ha quasi dell'inverosimile. Sono all'incirca le 15, 30 del pomeriggio quando la donna, Caterina Riverso, va nell'orto di casa come sempre per passare un po' di tempo. Quando all'improvviso inciampa e cade rovinosamente. Le grida della donna attirano l'attenzione della figlia, che abita con i genitori nella stessa casa nel centro storico di Satriano, e che accorre per prestare aiuto alla madre in evidente difficoltà. Nel frattempo il papà della donna, Giuseppe Loiero, preoccupato dell'accaduto dice alla figlia di stare poco bene e si ritira nel bagno dove qualche minuto dopo la donna lo ritrova morto. L'uomo, cardiopatico, probabilmente non ha retto allo spavento. Una tragica fatalità che in un attimo sconvolge la vita di una tranquilla famiglia. Un fulmine a ciel sereno, un tragico destino che intreccia le vite di tre persone con un’impressionate coincidenza di tempi. Ma soprattutto lega ancor più se possibile a filo doppio il destino dei due coniugi. Sono momenti di puro terrore e di panico per la figlia che in tutto quel trambusto trova anche il coraggio di allertare i soccorsi. Sul posto arriva il medico del pronto soccorso dell’ospedale di Soverato che abita lì vicino, Domenico Battaglia ex sindaco e nel frattempo giunge anche l'elisoccorso dell'ospedale regionale “Pugliese” di Catanzaro per soccorre la donna che è stata trasferita d'urgenza al nosocomio cittadino dove le è stato diagnosticato un trauma cranico. Mentre per il marito non c'è stato nulla da fare. Ai medici del 118 il compito di constatare l'avvenuto decesso per arresto cardiaco. Sono ore di dolore e di ansia per la figlia che è in attesa ora di sapere se almeno la madre riuscirà a salvarsi. Il nostro progetto è un’eccellenza e... segue dalla prima Progetto SEI. Nel 2008 abbiamo avviato l'iter per ottenere l'autorizzazione alla realizzazione di una centrale a carbone di ultima generazione a Saline Joniche. Tale decisione è stata presa dopo lunghi approfondimenti che hanno riguardato, in primis, la salute e l'ambiente ma, andando oltre, ci hanno permesso di raggiungere una soluzione unica al mondo nel suo genere. Un'eccellenza che, dopo 3 anni di iter autorizzativo, la Commissione VIA del Ministero dell'Ambiente ha confermato, attestando che il Progetto SEI è pienamente compatibile sotto il profilo della salute pubblica e dell'ambiente. Da sempre, però, registriamo un grosso problema di percezione: l'utilizzo del carbone come combustibile viene spesso associato ad immagini del passato ed a modelli di sviluppo superati ma non è così. Su questa tecnologia l'Unione Europea sta investendo tantissimo nella ricerca e molti paesi europei, in particolare dopo i fatti di Fukushima, hanno aumentato gli investimenti in nuova generazione a carbone. Basti pensare alla Germania, indicata molto spesso come un modello di economia fondata sulle fonti rinnovabili, dove la metà del suo fabbisogno energetico (che equivale, attenzione, ai consumi dell'Italia intera) è coperto dal carbone. Nel World Energy Outlook 2011, l'Agenzia Internazionale del'Energia sottolinea la costante crescita mondiale della domanda di carbone, tendenza che viene confermata anche negli scenari energetici al 2050. In Italia non abbiamo semplicemente bisogno di energia elettrica, abbiamo bisogno di energia elettrica a prezzi competitivi. E' un concetto che può sembrare banale ma è una delle ragioni che ci hanno spinto a proporre il progetto SEI. Oggi il sistema Italia paga una bolletta del 35% più cara rispetto alla media europea e, soprattutto, più alta dei diretti concorrenti industriali. Il motivo: un mix troppo sbilanciato (oltre il 60%) sulle “Rolls Royce” della produzione elettrica ovvero le centrali a gas. Il risultato di questa situazione è che siamo i maggiori importatori al mondo di energia elettrica, che oggi preleviamo a prezzi più bassi soprattutto da Francia,Svizzera eGermania,doveil mixproduttivo è incentrato su nucleare e carbone. Ma non ci siamo fermati ad una valutazione di mera convenienza per il sistema Paese. La Centrale di Saline Joniche è considerata un'eccellenza nel suo genere. Grazie alla collaborazione con l'arch. Rota, il Progetto SEI è stato scelto (tra centinaia di proposte) come una delle 10 idee più prestigiose da mettere in mostra a Torino presso “Stazione Futuro” (inaugurata dal Presidente Napolitano il giorno dopo l'avvio delle celebrazioni sui 150 anni dell'Unitàd'Italia),dovesono raccolteleeccellenzeitaliane che segneranno il prossimo futuro. In un momento di gravissima crisi economica, non si deve peraltro mettere in secondo piano l'insieme delle ricadute positive che l'iniziativa è in grado di attivare a livello locale, a partire dagli oltre 1500 posti di lavoro raggiunti in un cantiere di circa 5 anni e di circa 500 addetti che, incluso l'indotto, potranno trovare impiego in modo stabile una volta che la Centrale sarà a regime, per finire ai 50 milioni messi a disposizione della Regione che, insieme ai Comuni interessati, potrà attivare opere di riqualificazione oggi bloccate (es. porto). Siamo oggi in presenza di un investimento privato di primaria importanza, in grado di riqualificare un'area degradata da oltre 40 anni e di innescare un meccanismo virtuoso di rilancio economico per altre attività che potrebbero nascere nell'introno della Centrale.Unprogetto,quindi, ingradodiassicurare unfuturo certoadunterritorio oggicostretto ad emigrare per avere il giusto riconoscimento. Desidero infine cogliere questa occasione per ringraziare le centinaia di simpatizzanti che da anni sempre di più seguono il Progetto. Ogni giorno, soprattutto tramite il sito www.progettosei.it, ci arrivano messaggi di fiducia che ci invitano ad andare avanti, a creare una base solida per il rilancio di un'area da anni in difficoltà. Anche per questo motivo sono convinto che questa iniziativa meriti l'attenzione di tutti, dalle Istituzioni alla parti sociali, passando per i singoli cittadini. Il Progetto SEI è una grande opportunità. Fabio Bocchiola Amministratore delegato SEI S.p.A. INCENTIVI ALLE IMPRESE INNOVATIVE DEL SETTORE MANIFATTURIERO (codice Ateco ‐ C) PER ASSUNZIONI A TEMPO INDETERMINATO DI GIOVANI LAUREATI CALABRESI Presentazione domande dal 1° novembre 2011 al 31 dicembre 2011 esclusivamente a mezzo Posta Elettronica Certiicata con irma digitale all’indirizzo: protocollo@pec.unioncamere‐calabria.it Bando disponibile sul sito: http://www.uc‐cal.camcom.gov.it E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Calabria 15 24 ore Sabato 29 ottobre 2011 Sabato 29 ottobre 2011 Nel dibattito sul libro della Rubbettino, i nodi irrisolti della giustizia italiana Agguato a Mancini un pericolo attuale di MASSIMO CLAUSI SONO stati davvero tantissimi gli spunti venuti fuori dalla discussione attorno al libro “Agguato a Giacomo Mancini - un processo senza prove”(Rubbettino) presentato ieri al cinema Modernissimo di Cosenza. Il tema e il parterre degli ospiti - Paolo Mieli, Claudio Martelli, i due autori Enzo Paolini e Francesco Kostner, moderati dal nostro direttore Matteo Cosenza - hanno riempito una sala in cui palpabile era l’emozione. Cosenza per una sera è tornata al tempo che fu, quando con Mancini sindaco, i cosentini erano abituati a un certo tipo di dibattiti, a un certo tipo di presenze. Ma parlavamo degli spunti della serata. Alcuni più riusciti, altri che avrebbero meritato maggiore approfondimento. E’ evidente che al centro della discussione c’è stata la domanda inquietante lanciata dal direttore e cioè come è stato possibile che un processo senza prove, per fare il verso al titolo del libro, sia andato avanti per anni e anni. Come è potuto succedere che episodi simili in Italia si siano ripetuti quasi ciclicamente, da Enzo Tortora a Franco Fiorita. Che rischio corre oggi un cittadino italiano comune, uno di quelli che di certo non finisce sulle prime pagine dei giornali, a vivere una vicenda come quella descritta da Alberto Sordi in “Detenuto in attesa di giudizio”? Domande che hanno trovato risposte secche, purtroppo, da parte degli ospiti. Mieli e Martelli sono stati decisi nel rispondere che qualcosa di simile può accadere ancora, nonostante l’evoluzione delle risorse info-investigative. Che il nostro sistema giudiziario ha risolto pochissimi dei problemi che deflagrarono nella stagione di Mani Pulite. Martelli ha aggiunto poi un’aggravante. Mentre allora il campo era netto, si sapeva chi era garantista e chi forcaiolo, oggi le posizioni mutano continuamente e tutto il dibattito Mieli, Martelli, Cosenza, Paolini e Kostner sulla riforma della giustizia oggi è inquinato dalla presenza ingombrate del nostro presidente del consiglio. Su questo punto si è discusso molto, forse con una eccessiva passione dettata dall’affetto per Mancini, che ha spinto Cosenza a riportare nei giusti binari il dibattito per evitare che si buttasse il bambino con l’acqua sporca o meglio che si facesse della giustizia italiana, e calabrese in particolare, un unico fascio. L’aspetto che forse si è curato meno, per ragioni di tempo, è stato invece quello degli strumenti che la legge mette in mano ai magistrati, con particolare riferimento ai pentiti, alle trattative che spesso pongono in essere certe procure con questi personaggi; alla strutturazione e ai poteri in capo alle Distrettuali. Mieli ha ricordato l’allegra vita che condussero a lungo gli accusatori di Tortora. Martelli si è chiesto cosa abbia spinto delle persone ad autoaccusarsi, falsamente, del delitto Borsellino e pas- Il ricordo di Mieli e Martelli sare sette anni in carcere. Insomma storture alle quali si dovrebbe in qualche modo porre rimedio. Enzo Paolini ha detto che una cartina al tornasole del problema pentiti è rintracciabile nel documento con cui un procuratore di Reggio diede mandato alla Polizia Giudiziaria di ascoltare ben 191 pentiti, elencati minuziosamente, affinchè potessero raccogliere qualsiasi circostanza riferita a Giacomo Mancini che potesse essere utile al processo. Poi ha provato a spiegare perchè è accaduto tutto ciò a Mancini. Lungi dal pronunciare la parola complotto, l’avvocato ha descritto Mancini come un politico scomodo. Per le sue denunce, che col senno di poi si mostrarono fondate, sulle deviazioni di alcuni apparati statali; per il suo braccio di ferro contro le case farmaceutiche da ministro della Sanità, le denunce contro la speculazione edilizia nella Valle dei Templi. Insomma un politico, come poi ha detto Kostner, che manca al nostro Paese e chissà quale contributo avrebbe potuto dare all’epoca della scomparsa della Prima Repubblica, se non fosse stato invischiato in questa storia kafkiana. L’altro spunto venuto fuori è ovviamente il rapporto viscerale fra Mancini e la suacittà, talmente forte che quando il vecchio leone socialista si ricandidò a sindaco, nonostante la condanna in primo grado, i cosentini gli tributarono il 75% dei suffragi. Un rapporto che era bidirezionale. Non a caso nel bel video di Gianluca Bozzo e GemmaCestari che ha aperto l’incontro, si vede Mancini subito dopo la sentenza di assoluzione commentare a caldo «La città deve sapere che non l’ho ingannata». Questa parte della serata è stata forse la più commovente, per l’omaggio che la sala ha voluto tributare a Tommaso Sorrentino, cui è dedicato il libro, e per la toccante testimonianza dal palco di Pietro Mancini che di quell’episodio fu vittima indiretta, visto che perse le elezioni a favore del missino Falvo per pochi voti. Altro spunto interessante ha ovviamente riguardato la figura politica di Giacomo Mancini, abilmente descritta da Claudio Martelli che ha ripercorso lastoria del gloriosoPsi e del suo rapporto con il Pci in pochi, ma intensi minuti. L’ex ministro di Grazia e Giustizia ha raccontato il suo tormentato rapporto con Mancini, la sua difficile mediazione fra lui e Craxi, prendendo spunto dai giudizi che il vecchio leone ha espresso sull’ex enfant prodige della politica italiana nel libro di Cosenza “Giacomo Mancini, un socialista inquieto”. Martelli si è commosso nell’ascoltare quelle parole che non conosceva e ha ricordato che il suo primo incontro con Mancini avvenne nel ‘67 quando lui da leader studentesco ammirava i discorsi dell’allora segretario sull’autonomia socialista e la sua curiosità intellettuale verso il movimento. «Un socialista con le palle», l’ha definito senza troppe perifrasi. Un socialista che oggi manca, alla Calabria e al Paese. «Lui fu un socialista con le palle» È stata inaugurata la Fiera del libro calabrese a Lamezia Letture contro la ’ndrangheta di LINA LATELLI NUCIFERO LA Fiera del libro Calabrese, che si concluderà il primo novembre, presenta quest' anno interessanti novità che puntano sull' approfondimento ed ampliamento dei contenuti delle edizioni precedenti. È stata inaugurata nei locali del Centro Pastorale di Lamezia Terme, promossa dall' Associazione “Sinergie Culturali, alla presenza di quasi 400 studenti della Calabria frequentanti le scuole elementari ( 110 allievi provenienti da Cortale), medie e superiori e rappresentanti delle forze dell' ordine come il colonnello Vittorio Volpe, comandante dell' esercito della Calabria e il tenente della Riserva Selezione Procopio Rosa , nonché il sindaco Gianni Speranza, il vicesindaco Francesco Cicione, laparlamentare DorisLo Moro, Mirella Pacifico, in sostituzione di Francesco Mercurio, direttore generale Ufficio scolastico regionale, dirigenti scolastici e docenti. «Quest' anno- ha precisatoil presidente di “Sinergie Culturali” don Natale Colafati - abbiamo realizzato un progetto dal titolo “ La Calabria oltre la mafia” insieme a dei laboratori per dimostrare ai giovani che, dinanzi ai falsi valori della ’ndrangheta, siamo in grado di indicare deivalori veriepositivi checonsentiranno loro di vivere una vita piena, non da subordinati, degna di essere vissuta. È un progetto ambizioso e propositivo - ha proseguito che guarda la realtà, non se la nasconde, ma cerca di capirla ed interpretarla, non si ferma all'analisi ma va oltre». Nella vetrina dei libri della cosiddetta editoria minore è stata allestita anche la mostra dei libri antichi e dei primi numeri dei giornali calabresi che ci riconducono alla memoria storica illuminandoci sulla nostra provenienza. Tra questi giornali spicca il Campanaio, antico settimanale pubblicato per la prima volta di domenica nel 1872 mentre l' ultimo numero porta la data del 1892. In questa quarta edizione della Fiera è ospitata pure una mostra di pittura con lo scopo, secondo don Natale, di «edu- Tre progetti rivolti agli studenti Uno degli stand della Fiera del libro calabrese care al bello e coltivare così il senso del buono». A ciò si aggiunge una serie di laboratori destinati agli adulti al fine di recuperare il rapporto educativo con i giovani perché « oggi - ha ribadito don Natale gli adulti sono in crisi, ecco perché non educano più». In linea con quanto realizzato lo scorso anno, ci sarà un terzo progetto consistente in un laboratorio rivolto non solo alle scuole medie ed elementari ma esteso anche alle scuole superiori di tutta la regione che dovranno produrre un elaborato o un grafico o altro che sarà pre- miato nel mese di maggio. Grande è apparso il ruolo della scuola nella costruzione della società concepita non come un luogo di informazione ma di formazione che si realizza attraverso la cultura e questo di oggi « è un evento - ha detto Mirella Pacifico - che fa cultura nelle scuole attraverso la quale gli allievi possono diventare critici e riconoscere il male che non è soltanto mafia ma ciò che non mira al bene comune. La scuola è una palestra di democrazia dove l' alunno deve rispettare delle regole e dove inizia la sua integrazione con il territorio». IL LIBRO La copertina del libro Trovare l’uomo giusto di MAURETTA CAPUANO NON sa niente ma è intelligente. Non dà importanza alle parole ma all’essere delle cose, sa aggiustare quello che molti butterebbero via. Ed è bellissimo e si muove senza regole nel mondo. Davide, meccanico dislessico e semi analfabeta, è l’uomo con cui ogni cosa smette di essere ovvia nel romanzo 'Un uomo giusto’di Elena Stancanelli, che esce per Einaudi Stile Libero. Anna, architetta che vive da sola nel quartiere di San Saba, a Roma, non può che esserne affascinata. Due volte al giorno scende a prendere il caffè al bar sotto casa e incontra Davide sporco di grasso dell’officina dove lavora. Lui la guarda e lei sente i suoi occhi addosso. «Come si fa ad accorgersi che qualcuno ti guarda il culo, dal momento che sei di spalle? Calore. Tensione. Quel legame occhio-culo che immobilizza chi guarda e fa sorridere chi viene guardato, un filo che solleva un’anca poi l’altra, che raddrizza la schiena e fa poggiare i piedi su un’unica invisibile linea» racconta la Stancanelli che riesce a fare di questo incontro una storia davvero speciale, dove ci sono tutti gli ingredienti dell’amore ma raccontati con uno stile e uno sguardo nuovo, diverso, che entra nelle pieghe dell’animo umanoper svelarne, senza mai avere la sensazione che siano stati rivelati, i misteri che ci sono. Davide che vive di corsa e combattendo, che considera le mura di casa galere, che è «Uno contro tutti. Ma non èuna guerra», che considera le parole nemici, fa sentire ad Anna che parlare con lui «è come tirare tutti i vestiti fuori dall’armadio e buttarli sul letto, per poi ripiegarli uno a uno e sistemarli di nuovo». Dopo 'Benzinà il suo romanzo d’esordio nel 1998 e 'Le attricì del 2001, usciti per Einaudi Stile Libero e diventati film per la regia di Monica Stambrini, la Stancanelli, 46 anni, che è autrice anche di 'A immaginare una vita ce ne vuole un’altrà (minimum fax), racconta una storia di due solitudini che si incontrano in modo inaspettato, anche per gli stessi protagonisti. Anna, quarant'anni, ha le sue abitudini e ritmi e in fondo non le dispiace la sua solitudine. Ma quando un giorno Davide le offre un caffè la sua vita non è più la stessa e neppure quella di lui. Davide piange quando lei gli dice che non sa leggere perchè è dislessico. La cosa più preziosa che ha è la sua storia e la regala ad Anna che entra in un mondo dove non esistono le regole che conosciamo. Una parabola dove ci sono la bellezza dell’infanzia, lo Zecchino d’Oro, le moto, la ricchezzaelaperdita ditutto,lacocaina e la galera. «Sono passate appena ventiquattro ore dall’inizio della storia. Adesso Anna sa tutto di lui. Ma lo sa davvero?» si chiede l’autrice fiorentina che vive a Roma, dove ha studiato all’Accademia d’Arte Drammatica. E la città eterna è un’altra grande protagonista del romanzo nei suoi aspetti meno scontati, quelli di chi la vive. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 50 Idee e società Sabato 29 ottobre 2011 Il convegno con Libera per la tappa conclusiva del tour nazionale della cultura cattolica Tobia e i media contro la mafia I redattori di “Famiglia cristiana” su informazione e lotta alla criminalità di MELINA CIANCIA NELL’AMBITO del programma Tobia attuato a Reggio Calabria da mercoledì a sabato 29 ottobre, è stata organizzata una tavola rotonda presso il corridoio dell’Auditorium San Paolo a cura della redazione di “Famiglia Cristiana”, avente come tema: “Quale informazione per sconfiggere la mafia?”. Ad un argomento di tale peso, Nuccio Barillà, giornalista e membro della direzione nazionale di Legambiente, che ha moderato l’incontro, ha sortito con la domanda: “Cos’ è cambiato nella nostra società e nel modo di fare giornalismo? Certamente la ndrangheta non ama né il clamore, né essere alla ribalta a mezzo stampa conle varie notizie sui pentiti, sulle scoperte di estorsioni e altro ancora; non fa piacere, anzi è disturbata e ne soffre; la ‘ndrangheta – ha continuato Barillà - subdola e silenziosa, ama agire nell’ombra e sotto cenere per poter essere più efficace nell’azione tra l’omertà e l’indifferenza. La società reggina ha dimostrato un volto rabbioso contro questo male che ci devasta da secoli, e la comunicazione è un mezzo efficace se sa scavare, senza fermarsi alla notizia sentita nei corridoi, che spesso può essere solo la metà della verità, se sa avere il coraggio di scendere in campo a denunciare con forza, e forte della propria libertà di stampa. La ‘ndrangheta – ha aggiunto Barillà si combatte anche ogni giorno con le scelte di vita: è una sfida che le nuove generazioni devono affrontare e vincere col coraggio delle proprie idee contro la prepotenza, la sopraffazione e la mafiosità ”. È intervenuto il giornalista di Famiglia Cristiana, Luciano Scalettari che ha affermato che “ Fino a qualche tempo fa nessuno sospettava a Milano di essere circondati dalla mafia, eppure le immense costruzioni in “cemento” intorno a Milano è gestito dalla mafia, anche l’Expo e altri eventi internazionali: e tutto questo perché nessuno ne ha mai parlato perché quella mafia è ad alti livelli, non scende a contatto con il piccolo imprenditore, ma aleggia tra le grandi imprese. È sempre una mafia che ha agganci nella tradizione familiare che poi si espande a macchia d’olio in tutto il mondo”. È intervenuto Gianfranco Posa, presidente del Comitato Civico “Natale De Grazie”di Amantea e Don Pino De Masi, vicario della Diocesi di Palmi e responsabile di Libera per la Piana di Gioia Tauro: “La mafia prolifera nel vuoto dell’informazione – ha affermato il presbitero – e spesso la stessa informazione viene deformata e mistificata e ciò è un pericolo per la brava gente ma è funzionale per lamafia. Il problemapiù altodasuperare èconcretizzato nella mentalità mafiosa che è di natura culturale: è necessario fare emergere l’aspetto positivo della comunicazione, ovvero il giornalismo di inchiesta che sa scendere nel vivo della questione, scavare fino all’osso per sviscerare tutte le aderenze che questo cancro che si chiama mafia, sta consumandosi nella società calabrese. Il coraggio del giornalista deve giungere a porsi i perché – ha continuato Don Pino - ma anche a dire le cose come stanno, senza silenzi, senza compromessi, saper dare la notizia, informare e sperare che la gente si consapevolizzi di vivere immersa in una società. Oggi si chiude con 15 sindaci da tutta Italia Convegno di studi al Cilea di CLAUDIA BOVA L’iniziativa di Famiglia Cristiana L’INIZIATIVA “Tre giorni di fuoco” con il peperoncino SUA maestà il peperoncino principe di una “tre giorni di fuoco”. Si è svolta la settimana scorsa la seconda edizione della kermesse organizzata dall’associazione culturale “Un peperoncino per lo Stretto”guidata da Sergio Ribecco. Di ottimo livello il Gran Galà dedicato al peperoncino che si è tenuto presso il ristorante la Griglia e che ha visto tra gli altri la partecipazione del cantastorie Otello Profazio e del campione italiano Mangiatori di Peperoncino Giovanni Polimeni. Tra una barzelletta ed una profaziata, gli apprezzamenti maggiori sono andati ai “paccheri al ragu di polipo e peperoncino di Pellaro” e alla squisita crostata del “diavolo” sapientemente preparata da Angelo Musolino della “Mimosa”. Interessantissimo anche il convegno presentato Sabato alla scuola media Don Bosco di Pellaro dove Giovanna Anghelone è stata veramente esaustiva nel parlare di peperoncino, Otello Profazio dai cenni storici alle proprietà terapeutiche e, perché no, alle ricette della nonna. La manifestazione si è conclusa Domenica con il “mercatino piccante”, mostra di prodotti tipici con degustazione e aperitivi alla nduja, sardella e paté di peperoncini. Il prezioso agrume e i sapori calabresi protagonisti alla Reggia con L’Accademia di Caminiti Bergamotto principe di Venaria Nominati ambasciatori dell’oro verde anche l’ad Fiat Marchionne e Piero Fassino I 150 anni dell’unità d’Italia sono stati e sono ancora l’occasione per riflettere, ragionare, riscoprire e valorizzare un lungo ed entusiasmante percorso di storia nazionale; quindici secoli durante i quali – con alterne e spesso anche drammatiche vicende – un popolo ha lentamente costruito un vincolo di appartenenza dando forma e sostanza al concetto di nazione. Non c’è dubbio che l’essere italiani trovi negli elementi culturali la sua qualificazione più autentica e forte ma certamente uno degli aspetti identitari più riconoscibili riguarda proprio lo straordinario patrimonio agroalimentare; un patrimonio la cui valenza è duplice, se da un lato costituisce il cosiddetto made in Italy nel mondo dall’altro restituisce la variegata espressione di tanti contesti regionali che –ciascuno con le sue tipicità e differenze –contribuiscono a definire unitariamente “i sapori italiani”. Presupposti che hanno ispirato Cene Regali, la rassegna dedicata all’agroalimentare ed alla cucina italiana nell’ambito degli eventi organizzati da Esperienza Italia per il centocinquantesimo dell’Unità. Nella Reggia di Venaria (TO), già sede nel XVII e XVIII secolo di storici Premiato il primo cittadino della città Il presidente Vittorio Caminiti con Fabrizio Del Noce e il galà alla Reggia di Venaria banchetti, la cucina calabrese ed i suoi prodotti più autentici sono stati celebrati per la loro unicità e per il contributo offerto all’identità italiana. E nello scenario della Galleria Grande della Reggia di Venaria l’impegno dell’Accademia del Bergamotto ha reso possibile – con l’esperienza dello chef Fabio Campoli, Ambasciatore per l’Accademia del Bergamotto Sessione Gusto 2011 - il viaggio attraverso i sapori del “Made in Calabria”. Protagonisti indiscussi e ambasciatori dell’identità calabrese sono stati dunque “il bergamotto” e quei prodotti che da sempre sono emblema dell’agroalimentare calabrese, dalla nduja di Spilinga alla cipolla rossa di Tropea, dai funghi dell’Aspromonte e della Sila al Suino nero di Calabria sino agliolii ed ai vini delle nostre cinque provincie. Accanto ai sapori la sapienza e la preziosità tutta calabrese di Gerardo Sacco, Ambasciatore per l’Accademia del Bergamotto Sessione Arte 2011, che come sempre ha sorpreso e stupito i seicento ospiti con i suoi ori ed argenti e con l’abito realizzato in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Ospiti dell’evento – presentato da Fabrizio Del Noce – le Istituzioni piemontesi che hanno organizzato la rassegna, quelle calabresi che hanno condiviso gli obiettivi ed i rappresentanti della società e dell’economia delle due regioni. Insigniti del riconoscimento di Ambasciatore per l’Accademia del Bergamotto sessione straordinaria 2011: l’Amministratore delegato del Gruppo Fiat, Sergio Marchionne – Il sindaco di Torino, Piero Fassino, il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello–FabrizioDel Noce Giornalista Rai. Conferito Il bergamotto d’oro al sindaco di Venaria, Giuseppe Catania di origini calabresi per l’impegno profuso nella sua attività di amministratore, un impegno dimostrato con progetti e programmi che hanno reso la Reggia, con un milione di visitatori, il monumento più visitato d’Italia. Il prezioso riconoscimento - assegnato per la seconda volta nella storia dell’Accademia del Bergamotto – trova le sue ragioni nella storia della Reggia, all’interno della dimora sabauda è infatti possibile visitare una sezione dedicata al bergamotto, creata in ossequio all’abitudine diRe Amedeo di regalare ai suoi ospiti la preziosa essenza calabrese. E’ giunto alla IV edizione il convegno di analisi musicale organizzato dal conservatorio di musica “F. Cilea”. Una due giorni articolata in 4 sessioni di lavori, che raccoglie docenti e compositori di questo istituto e docenti appartenenti ad altri conservatori e università, i quali, mostrando interesse verso le tematiche analitico- compositive, hanno argomentato sul tema “L’analisi musicale nel nuovo assetto degli studi A.F.A.M.”. Ad aprire i lavori il direttore Antonino Sorgonà, “è un convegno che rientra tra le attività del conservatorio insieme ad altre del nuovo ordinamento. Una fiorente attività artistica, convegni, concerti degli alunni e la XXI stagione concertistica, sono testimonianze importanti che restano quali documenti storici del conservatorio e della città”. “Tutto è stato realizzato grazie alla volontà vitale e vivace da parte di tutti i docenti ai quali sono molto riconoscenteha chiuso”. Pienamente d’accordo anche il direttore Franco Barillà. Dalla relazione presentata dal compositore nonché docente di teoria ed analisi musicale Francesco Romano su “Tra riforma incompiuta e mercato: la musica in fuga” all’analisi come crocevia interdisciplinare e i miraggi dello storicismo” da parte del pianista - musicologo e docente di pratica pianistica Santi Calabrò del conservatorio di Messina. Dall’analisi condotta da Romano su “quale sistema e mercato toccherà al conservatorio, i fondi destinati allo studio o l’equiparazione tra il vecchio ordinamento e laurea di II livello al “rinnovamento dell’offerta formativa”. La formazione musicale deve soddisfare esigenze artistiche –musicali o economiche? Occorre un aggiornamento perenne? “Riscoprire il valore del silenzio, soprattutto oggi colpiti da inquinamento acustico, dare voce all’ascolto” è di fondamentale importanza, come affermato dal pianista e musicologo e compositore Andrea Calabrese. E sulle variazioni- improvviso su una “Fantasia del risveglio” di Aldo Clementi si è soffermato il compositore Mario Scappucci, prima della presentazione del volume riguardante “La tradizione tedesca nel bicentenario di Haydn e Mendelssohn”ossia gli atti del II convegno di analisi musicale a cura di Andrea Calabrese. Non una pubblicazione didattica ma una riflessione sulla musica condotta attraverso l’analisi della composizione. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 24 Reggio 32 REDAZIONE: via Cavour, 30 - 89100 Reggio Calabria - Tel. 0965.818768 - Fax 0965.817687 E-mail: reggio@ilquotidianodellacalabria.it Clamorosa svolta nelle relazioni politiche: verso lo scioglimento del consiglio comunale di Bova Marina Si dimettono in 9, si torna al voto Lettera contestuale all’indomani dell’assemblea che ha reintegrato Panzera di ENZA CAVALLARO BOVA MARINA - Dimissioni in massa dei consiglieri comunali a Bova Marina. Ieri, alle 13 e 30, davanti al funzionario del protocollo, con lettera protocollata numero 8401, hanno lasciato gli scranni di Palazzo di città i consiglieri di maggioranza: Domenico Petrulli, Antonino Zirillo, Vincenzo Mandalari e Giuseppe Panzera e di minoranza Antonio Stilo, Carmelo Licordari, Roberto Rodà, Pierpaolo Zavettieri e Vincenzo Crupi. Nove, dunque, degli eletti alle ultime consultazioni di tre anni fa. Ben oltre, dunque, il numero legale per la tenuta di una maggioranza. Adesso, quindi, si procedrà allo scioglimento del consiglio comunale. Ad ogni modo, già da qualche giorno, si era capito che i rapporti tra i nove dimissionari e il primo cittadino si erano completamente incrinati. Soltanto lo scorso 26 ottobre, infatti, il primo cittadino aveva avviato il procedimento di decadenza della carica per sette consiglieri “accusati” di assenteismo. La conferma vi è stata, poi, con la riunione del consiglio comunale di giovedì, convocato per il reintegro del consigliere Giuseppe Panzera, l’ex vicesindaco “licenziato” dal sindaco nel giorno di San Silvestro e riabilitato da due sentenze della giustizia ordinaria. Durante il civico consesso, dunque, Squillaci, in veste anche di presidente del consiglio comunale, non ha aperto i lavori comunicando, invece, l’errore da parte degli uffici comunali nel convocare il consigliere Giuseppe Panzera e non il consigliere Errante Lucia Piera che aveva surrogato Panzera per tutto il periodo di sospensione. Quindi il sindaco ha sospeso la seduta rimandandola a data da destinare, vista l’inesistenza di una convocazione in seconda seduta. Chiusi i lavori, il primo cittadino ha abbandonato l’aula insieme a alla sua maggioranza e al segretario comunale. E’ stato a questo punto che i nove consiglieri (oggi dimissionari) hanno sostenuto la sussistenza delle condizioni per continuare il consiglio comunale anche perché non era necessario invitare il consigliere Errante e che i lavori potevano proseguire anche senza la maggioranza. Così è stato. Da parte sua anche il segretario comunale Arcidiacono aveva detto che «al consiglio si convocano diciassette consiglieri» e quindi non era necessario convocare il consigliere Errante. Pertanto i consiglieri Mandalari Vincenzo, Crupi Vincenzo, Rodà Roberto, Zirillo Antonino, Petrulli Antonino, Stilo Antonio,Zavettieri Pierpaolo, Licordari Carmelo e Panzera Giuseppe hanno occupato l'aula “Pietro Timpano“ per portare avanti i lavori del civico consesso. Ha svolto la funzione di presidente della seduta il consigliere Crupi e di segretario il consigliere Roberto Rodà. Prima dell'inizio dei lavori il presidente della seduta ha chiamato le forze dell'ordine presenti in aula per seguire i lavori e cercando di avvisare il Prefetto per continuare i lavori in piena legalità prendendo atto, naturalmente, della sentenza di reintegro di Panzera della Corte di Appello di Reggio Calabria. L’ex vicesindaco, quindi, è tornato al suo posto con l'unanimità dei consensi da parte dell’aula. Il verbale steso dal consigliere Rodà è stato letto dal consigliere Crupi. Ieri mattina poi, il verbale è stato fatto pervenire in Prefettura che, adesso, adotterà i provvedimenti di conseguenza e di competenza. Intanto, i consiglieri dimissionari hanno organizzato una conferenza stampa per stamattina alle ore 11 e quindi non hanno rilasciato alcuna dichiarazione tranne che «la democrazia e la legalità si devono praticare». LA RICOSTRUZIONE Tre anni di tribolazioni per la Giunta La squadra di Squillaci, vincente nel 2008, ha subito diversi scossoni Ad agosto l’arrivo della commissione antimafia d’accesso agli atti BOVA MARINA - L'amministrazione comunale capeggiata da Giovanni Mario Squillaci è in carica dal 15 aprile 2008. La coalizione “Nuovi orizzonti” era di estrazione politica mista. Subito dopo il primo consiglio ha ricoperto la carica di vicesindaco Mario Zirilli, l'assessorato alla Pubblica istruzione è stato affidato a Vincenzo Mandalari, quello all'ambiente-sanità e servizi a Gesualda Stilo, mentre il bilancio e al personale a Nino Zirillo. Maurizio Foti si occupava di Attività produttive e commercio, Carmelo Marino delle Politiche giovanili, Nuccio Altomonte di Sport e turismo, Giuseppe Panzera Infrastrutture e urbanistica, Alberto Familiari Arredo urbano e Tito Squillaci di Cultura e minoranza linguistica. Ma in questi tre anni sono state tante le dimissioni. Subito dopo l'insediamento, Sebastiano Altomonte, implicato nel processo “Bellu lavuru”, si è dimesso, a dicembre è stata Gesualda Stilo a lasciare, nel 2009 si sono allontanati dalla maggioranza l'assessore Antonino Zirillo e il consigliere Domenico Petrulli. A seguire il consigliere Paone e l'assessore Caterina Autelitano. Lo scorso febbraio la maggioranza ha sospeso Giuseppe Panzera per incompatibilità e quindi i vari procedimenti giudiziari fino al reintegro di giovedì sera. Il 19 agosto il Prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, ha disposto l'accesso agli atti ai sensi della normativa antimafia presso il Comune di Bova Marina. Il provvedimento è stato adottato sulla scorta di un'attività di monitoraggio svolta successivamete all'insediamento del Consiglio comunale, eletto nella tornata di consultazioni amministrative del 13 e 14 aprile 2008. L'attività di accesso è affidata ad una commissione formata da funzionari in servizio presso la Prefettura di Reggio chiamata a verificare l'eventuale sussistenza di alcuni elementi comprovanti tentativi di infiltrazioni e condizionamenti delle organizzazioni criminali al fine di incidere sulle procedure amministrative del Comune e sugli indirizzi generali dati dagli organi elettivi dell'ente civico, nonchè sulla funzionalità e sul buon andamento della stessa Amministrazione. e.c. La lettera dei nove dimissionari ed il sindaco Squillaci Oggi l’iniziativa che contrasta l’idea di una centrale a Saline Joniche Una giornata contro il carbone Adesioni di associazioni, movimenti e del consigliere regionale De Gaetano di PAOLO VACALEBRE MOTTA SAN GIOVANNI - L'associazione “Eureka” di Lazzaro prenderà parte al corteo che, questa mattina, riunierà a Saline Joniche il movimento del “No al carbone”. Oggi, infatti, è la giornata nazionale contro il carbone ed in tutti i territori che ospitano le centrali, o che sono teatro di tentativi di riconversione o di costruzione di nuovi impianti, si terranno cortei e manifestazioni. «In linea con quanto avviene nel resto d'Italia, dunque scrive l'associazione Eureka - il coordinamento delle associazioni dell'area Grecanica ha scelto di esserci con un evento simbolico: un presidio alle 9.30 davanti ai cancelli dell'ex Sipi e alla via d'accesso al porto di Saline Joniche. Dalla Svizzera una delegazione di attivisti ci affiancherà per dar man forte e per arricchire di significato l'appuntamento mattutino, in aggiunta alle oltre 90 adesioni tra partiti, movimenti e associazioni locali, svizzeri e tedeschi». «La realtà prospettata da altri per il nostro territorio non ci appartiene - spiega l'associazione Eureka - Il ricatto occupazionale su cui si suole fare leva per rendere maggiormente allettante il progetto della Sei spa ci inorridisce. Le bugie dietro cui si celano gli elevati pericoli per la salute e l'ambiente sono state smascherate dall'evidenza scientifica e dalla drammatica realtà palesata in luoghi dove le centrali a carbone sono attive». «Siamo noi cittadini - afferma infine il sodalizio Eureka di Lazzaro - gli unici legittimati a decidere di noi stessi, del nostro destino e della nostra terra». Ed a Saline Joniche ci sarà anche il movimento “Se non ora quando” che parteciperà al corteo perché «abbiamo detto no al nucleare e non c’è motivo di sostenere un altro tipo di avvelenamento». Parole forti che fanno il paio con quelle del consigliere regionale del Pd Nino De Gaetano: «Il futuro della Calabria, e dell'Italia, non può essere il carbone: dobbiamo chiudere con la vecchia e dannosa politica energetica italiana, frutto di interessi di lobby finanziarie, e pretendere che si investa seriamente, una volta e per tutte, nelle energie alternative. Aderisco per questo alla giornata di manifestazione nazionale contro il carbone e al presidio di Saline Joniche organizzato dal movimento No carbone calabrese». Una protesta contro la centrale a carbone durante un consiglio provinciale Notte di fuoco a Melito Porto Salvo Un incendio distrugge un furgone MELITO PORTO SALVO - E’ ancora il fuoco a “riscaldare” le notti delle città del basso jonio reggino. L’ultimo incendio, che per gli investigatori apparirebbe di natura dolosa, è stato appiccato a Melito Porto Salvo contro un furgone. Vittima il 46enne F.C. che, nella notte di ieri, ha visto le fiamme divorare il suo Fiat 242. Sull’accaduto hanno immediatamente avviato le indagini gli uomini dell’arma dei carabinieri impegnati a scovare gli ignoti che hanno portato a compimento la loro opera devastatrice. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Grecanica Sabato 29 ottobre 2011 37 Ufficio di Corrispondenza: Piazzetta 21 Marzo, 9 - 89024 Polistena Tel/Fax 0966.935320 E-mail: ilquotidianopiana@finedit.com Inchiesta “Artemisia”: le motivazioni della sentenza di condanna del gup di Reggio Calabria A Seminara una guerra intestina In rassegna gli assetti criminali partendo dagli anni ’70 sino ad arrivare al 2009 di DOMENICO GALATÀ SEMINARA - A diversi mesi di distanza dalla conclusione del processo con rito abbreviato svoltosi a Reggio Calabria, sono state rese note le motivazioni della pesantissima sentenza inflitta dal Gup, Francesco Petrone, ai soggetti coinvolti nell'operazione “Artemisia”. Diciannove condanne e tre assoluzioni, per centocinquantotto anni complessi di carcere, la risoluzione presa da Petrone che ha abbracciato quasi in toto l'impianto accusatorio messo in piedi dal sostituto della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, Roberto di Palma. Una sentenza cui ha fatto il pari quella emessa nel giugno scorso dal presidente della Corte d'Assise di Palmi, Fulvio Accurso, che ha inflitto due ergastoli e complessivamente un secolo di reclusione per gli imputati che hanno scelto di affrontare il primo grado di giudizio con il rito ordiario. Le dimensioni delle motivazioni scritte da Petrone hanno proporzioni “enciclopediche”: circa mille e cinquecento pagine dove il Gup passa in rassegna gli assetti criminali a Seminara partendo dagli anni '70 sino ad arrivare al 2009, periodo in cui i carabinieri della Compagnia di Palmi, coordinati dalla Dda, hanno eseguito l'operazione “Artemisia”. «In questo contesto si legge nelle motivazioni della sentenza - vengono collocati dagli investigatori la sequela di episodi delittuosi che insanguinarono Seminara tra il 2007 (tentato omicidio di Gioffré Vittorio Vincenzo, alias Zorro) ed il 2008 (omicidio di Silvestro Galati), e soprattutto il sistema di alleanze tra le famiglie di 'ndrangheta di quella cittadina durante la faida, con la scissione dei Gioffré “'ngrisi” dalla cosca tradizionalmente egemone dei Gioffré “'ndoli”, e l'adesione convinta di questi ultimi e del gruppo - per vero ben più ondivago - dei Laganà (in primo luogo del loro esponente di magMichele Prestipino gior “peso” criminale, Saverio), ai Caia, impegnati nello scontro aperto con gli 'ndoli. Sullo sfondo, in posizione di neutralità, l'altra storica famiglia di 'ndrangheta di Seminara, i Santaiti, ancora peraltro attivi nel condizionare l'economia soprattutto rurale della cittadina». Inevitabile poi nelle considerazioni del Gup alcuni passaggi relativi all'operazione “Topa”, della quale “Artemisia” viene considerata la naturale prosecuzione, con cui gli investigatori scoperchiarono la commistione tra 'ndrangheta e politica a Seminara, procedendo al coinvolgimento di 35 persone e allo scioglimento del consiglio comunale della cittadina aspromontana. Come detto, sono tanti gli aspetti presi in considerazione dal Gup, dai tentati omicidi ai tentativi di riappacificazione, dal ritorno a Seminara di Antonio Caia sino al'omicidio di Silvestro Galati, episodio per il quale il giudice Accurso ha ritenuto colpevoli, condannandoli all'ergastolo, Pietro Lombardo e Antonino Tripodi. Su quest'ultimo episodio, rimasto fuori dal materiale preso in esame dal Tribunale di Reggio Calabria, Petrone dedica alcune considerazioni: «Le scelte compiute dagli imputati all'udienza preliminare, con l'opzione per il giudizio abbreviato compiuta da alcuni soltanto di essi (anche se i più), hanno determinato un restringimento dell'oggetto del presente giudizio. Sono infatti rimasti fuori dal presente accertamento le contestazioni concernenti l'omicidio di Galati Silvestro. Si errerebbe tuttavia nel ritenere che quei fatti, almeno nella loro storica e generica verificazione, rimangano del tutto fuori dal contesto dell'accertamento rimesso a questo giudice. Anche l'omicidio di Galati Silvestro costituisce, infatti, elemento che concorre a delineare lo sfondo del presente giudizio e assume tuttavia notevole rilevanza ai fini della ricostruzione delle condotte in contestazione. Ricostruito lo scontro tra i gruppi della cosca Gioffrè IL VERDETTO Condannati in 19 tre le assoluzioni SEMINARA - Risale al 22 dicembre dello scorso anno la sentenza del Gup. Queste, nello specifico, le condanne del giudice Francesco Petrone: Antonio Caia alla pena di dodici di reclusione, Carmelo Caia dieci anni e otto mesi, Domenica Caia nove anni e otto mesi; Antonio Ditto sei anni e otto mesi; Domenico Ditto due anni e sei mesi, Vincenzo Emma quattordici anni, Domenico Gioffrè cl'79 otto anni; Fabio Giuseppe Gioffrè cl'79 otto anni di reclusione, Giovanni Gioffrè otto anni e otto mesi, Giuseppe Gioffrè cl'84, quindici anni, otto mesi e venti giorni, Rocco Gioffrè cl '83 otto anni di reclusione, Rocco Laganà due anni e otto mesi, Saverio Laganà nove anni e quattro mesi, Giuseppina Sopo Miceli tre anni e due mesi, Carmelo Romeo otto anni e otto mesi, Carmelo Santaiti cl.'82 otto anni e otto mesi, Carmine Demetrio Santaiti cl.'54 otto anni e otto mesi di reclusione, Saverio Rocco Santaiti cl '60 otto anni e otto mesi, Michele Scicchitano due anni e sei mesi. Tre le assoluzioni per Donatella, Fortunato e Pietro Santo Garzo. La nottata degli arresti della maxioperazione “Artemisia” Un progetto fallito per la violenta voglia di vendetta I tentativi di riappacificazione tra le fazioni “ngrisi” e “ndoli” SEMINARA - Ci furono alcuni tentativi di riappacificazione tra “'ngrisi” e “'ndoli” negli anni in cui la faida andava in scena a Seminara. Tentativi però andati a vuoto non riuscendo a mettere la parola fine ad una “guerra” che stava sconvolgendo la tranquillità della cittadina pianigiana. Anche questo aspetto viene analizzato dal Gup all'interno delle sue motivazioni: «Si è già fatto cenno a come, sin dai primissimi giorni successivi all'agguato a Rocco Antonio Gioffrè ed al figlio Domenico - si legge nel documento - le “cancellerie” degli opposti schieramenti avessero iniziato ad intessere trattative per giungere ad un “cessate il fuoco”… La mediazione ha registrato momenti difficili ed altalenanti e, nonostante in alcune occasioni fosse chiara la sensazione che si potesse giungere ad una tregua, tuttavia i tentativi di composi- zione sono poi falliti…La “vertenza” tra i Gioffre' ed i Caia - Lagana' sembrava potersi risolvere perché entrambe le parti, pur avendo ovviamente partecipato, nei termini e nelle modalità indicate, alla guerra intestina, dichiaravano ed erano allo stesso tempo consapevoli di aver agito correttamente, così come imposto dalla regole di 'ndrangheta; la circostanza poi, tante volte invocata, secondo la quale nessuno era rimasto ucciso nei tre agguati, e quindi nessuna delle due fazioni aveva registrato perdite tra le proprie fila, era certamente un punto di vantaggio per il raggiungimento della pace». I tentativi di pace però, si rivelarono fallimentari: «Siccome, infatti - si legge ancora nelle motivazioni del giudice per l’udeinza preliminare del Tribunale di Reggio Calabria, Roberto Petrone - i Caia - Lagana' avrebbero accettato le proposte fatte da Don Rocco, a patto però che lo stesso e la sua famiglia non si fossero intromessi in quello che poi avrebbe potuto essere un ulteriore regolamento di conti tra gli “Ngrisi” ed i “Geni”». Ed inoltre: «Questa condizione veniva però con forza rigettata dagli 'ndoli ed in primis dal boss che pur riconoscendo che sia gli 'ngrisi sia i geniazzi erano parte della famiglia, tuttavia nel caso in cui la cosca dei CaiaLaganà-Gioffrè 'ngrisi avesse continuato a colpire i Geni o i Siberia lui non avrebbe potuto far altro che scendere in capo a fianco di questi ultimi suoi nipoti ed affiliati». do. ga. Carmelo Caia uno dei principali imputati del processo Artemisia Nei colloqui telefonici gli indagati del clan prevedevano una retata in paese In tanti sapevano di essere intercettati SEMINARA - Sapevano di essere intercettati e, in un certo senso, si aspettavano prima o poi l'arrivo delle forze dell'ordine. Questo è un altro degli aspetti della vicenda presi in esame dal Gup all'interno delle sue motivazioni. «L'attività di intercettazione, soprattutto quella svolta nel corso del secondo semestre del 2008 (anche se non manca, come si vedrà, traccia di una fuga di notizie pure coeva all'esecuzione delle misure custodiali per Topa), ha consentito di evidenziare come la gran parte degli indagati (se non tutti) avessero acquisita diversi mesi prima Saverio Laganà dell'esecuzione delle misure relative al presente procedimento piena consapevolezza non solo dell'esistenza di un procedimento penale presso la DDA di Reggio Calabria per i fatti della faida e per i relativi fatti associativi». Un particolare, come scrive lo stesso Petrone, «sintomatico del potere e dell'influenza dei protagonisti di questa vicenda, e quindi dei rispettivi gruppi criminali di appartenenza, che dimostrano così di godere di un apparato di connivenze, di fiancheggiamenti, di appoggi talmente vasto, vario complesso e intricato da riuscire persino a violare il segreto istruttorio». A questa conclusione hanno contribuito soprattutto le numerose conversazioni intercettate dai carabinieri della Compagnia di Palmi nel corso della indagini. Dialoghi che racchiudono, stando quanto scritto dal giudice, particolari di assoluto rilievo: «Quel che colpisce infatti scorrendo le sintesi delle conversazioni intercettate è non solo l'assenza di “sorpresa” per le notizie della prossima esecuzione di misure cautelari relative ai fatti della faida ed alla “associazione” nei confronti di loro stessi, dei loro parenti come dei loro nemici, quanto piuttosto il fatto che aleggi nei dialoghi una sostanziale “attesa” da parte dei colloquianti di quanto dovrà accadere, diretta indicazione del fatto che gli stessi (pure le donne che risulteranno effettivamente colpite dalle misure) consideravano quelle iniziative giudiziarie una conseguenza ineluttabile dei loro comportamenti cui sarebbe stato possibile sfuggire solo con la latitanza (scelta che compirà il Caia Antonio), magari da agevolare con la costruzione di un rifugio in cantina (come pare progettare il Laganà Saverio)». do. ga. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Piana Sabato 29 ottobre 2011 19 Sabato 29 ottobre 2011 REDAZIONE: via Rossini, 2 - 87040 Castrolibero (CS) - Tel. (0984) 852828 - Fax (0984) 853893 - E-mail: ilquotidiano.cs@finedit.com Castrovillari Paola Delitto Passarelli Signoretti in Appello Pasquale Signoretti a pagina 32 Processo Marlane nuovi ritardi a pagina 35 La protesta dei familiari Catenina, orologio e mocassini intatti, nonostante un trascinamento di 50 metri sotto un camion Bergamini, interviene il Ris Gli oggetti del calciatore inviati agli specialisti dei carabinieri per i rilievi di ANTONIO MORCAVALLO SARA’ il Ris di Messina a fare luce sulla morte del calciatore del Cosenza, Denis Bergamini. Agli specialisti dei carabinieri, infatti, ieri la Procura ha affidato i quattro oggetti appartenuti al centrocapista morto il 18 novembre del 1989 in circostanze ancora tutte da chiarire. Oggetti che erano già stati posti sotto sequestro lo scorso 5 ottobre. E così i carabinieri ieri hanno provveduto all’invio dell’orologio, dei mocassini, di una catenina d’oro e dell’automobile maserati che era custodita in una autofficina di Argenta in provincia di Ferrara. Gli oggetti, secondo le risultanze della controinchiesta difensiva che ha portato alla riapertura di una inchiesta chiusa, all’epoca per le dichiarazioni dell’ex fidanzata di Bergamini Isabella Internò, proverebbero che non si è trattato di suicidio. Gli oggetti del calciatore cosentino, infatti, sono integri e senza un graffio (l’automobile sarebbe tirata a lucido), particolare che non andrebbe del tutto in contrasto con la versione del suicidio con un balzo sotto un camion e un trascinamento del corpo per metri. Una versione che è stata, invece, ritenuta valida dalla sentenza della Corte d'appello di Catanzaro, del giugno 1992. Bergamini si sarebbe gettato sotto un camion, sulla Statale 106 Jonica, nei pressi di Roseto Capo Spulico, e sarebbe stato trascinato per una cinquantina di metri - sempre secondo la stessa sentenza che ha preso per buone le parole degli unici due testimoni: l'ex fidanzata del centrocampista del Cosenza, appunto, e Raffaele Pisano, il camionista di Rosarno che avrebbe guidato il pesante mezzo. Ma sugli oggetti personali non vi è traccia né di sangue, né di trascinamento da parte di un mezzo pesante su una strada fangosa sotto la pioggia. E così l’istanza dell'avvocato Stefano Gallerani, al quale la famiglia ha affidato il compito di elaborare un dossier difensivo, ha trovato accoglimento alla Procura di Castrovillari. Con la riapertura dell'inchiesta e l'ipotesi di omicidio volontario. E questa, appunto, l’ipotesi su cui indagano contro ignoti, il procuratore capo Franco Giacomantonio e il sostituto Larissa Catella, che ora hanno fatto inviare al Ris di Messina, l'orologio Seiko, la catenina d'oro giallo e i mocassini Tod's puliti. Quei mocassini che, come hanno ribadito il legale della famiglia e i familiari di Bergamini, se fosse vera la storia “ufficiale”che vede Denis scendere dalla macchina per proseguire in autostop, sarebbero dovuti essere malridotti. O almeno sporche. Le scarpe furono fatte avere di nascosto al padre di Denis, Domizio Bergamini, da Domenico Corrente detto “Mimmolino”, factotum del Cosenza Calcio, che all'epoca della morte di Bergamini si raccomandò col familiare di mantenere il silenzio. Mimmolino morì poi in circostanze piuttosto “anomale” in un incidente stradale sempre sulla Statale Ionica pochi mesi dopo, nel giugno 90, quando si trovava in auto assieme ad altro addetto del Cosenza, Alfredo Rende: lo stesso che aveva riferito al padre di Bergamini che voleva parlargli di alcune cose sulla morte del figlio. La parola ora passa al Ris. Telesis Anci Dai pentiti nuove dichiarazioni NEL PROCESSO “Telesis” acquisti nuove dichiarazioni di collaboratori di giustizia. a pag. 21 Calcio Ecco la squadra degli Ultrà La Maserati di Denis sarebbe risultata pulitissima PARTE oggi l’avventura del Brutium Cosenza, la squadra degli ultrà Curva Nord. Un progetto nazionale e ambizioso. a pag. 23 Perugini confermato nell’Ufficio di presidenza Il nuovo Presidente dell’Anci, Graziano del Rio, sindaco di Reggio Emilia, eletto nella recente assemblea tenuta a Brindisi, ha insediato ieri il nuovo Ufficio di Presidenza dell’Associazione Nazionale dei Comuni, nel quale ha confermato la presenza di Salvatore Perugini. Nel suo intervento durante la riunione Perugini ha ringraziato Del Rio per la fiducia accordatagli, formulando «un caloroso augurio di buon lavoro per la nuova Presidenza e per il nuovo Consiglio Nazionale». Ha inoltre espresso apprezzamento per la scelta annunciata dallo stesso Del Rio di avviare una fase di gestione collegiale dell’Associazione in stretta collaborazione con l’Ufficio di Presidenza. «Ciò consentirà - secondo Perugini - di affrontare in maniera ancora più efficace, in questa delicatissima fase della vita del Paese, i nodi irrisolti del riordino istituzionale e i problemi legati alle gravissime difficoltà dei Comuni nel continuare a garantire i servizi per i cittadini». Il busto dedicato al calciatore esposto allo stadio e omaggiato con un mazzo di fiori EX HOTEL JOLLY Occhiuto: «Ora dalle parole ai fatti» «L’intervento di Gianfranco Leone in cui il coordinatore provinciale del Pdl si dice concorde con me sulla necessità di restituire a Cosenza il ruolo centrale di capoluogo di Provincia, ed in cui contestualmente sostiene l’esigenza di demolire l’ex hotel Jolly, non può che riscontrare tuttala mia soddisfazione». Il sindaco Mario Occhiuto, convinto assertore del fatto che l’abbattere l’edificio oggi sede dell’Aterp sia un investimento per la città, prende spunto da una nota del dirigente del Popolo della Libertà pertornare su un argomento nevralgico nell’ambito delle politiche di rilancio del centro storico. «Sento di ringraziare Gianfranco Leone per il suo importante sostegno dato all’indirizzo della mia amministrazione – afferma il sindaco – Mi fa piacere registrare unità d’intenti anche, ad esempio, in merito all’Università della Calabria come patrimonio di tutti e non solo del Comune di Rende. Noi stiamo lavorando alacremente per la Cosenza del futuro, una Cosenza che sia luogo attrattore e di sviluppo. A tale scopo, in questa fase cistiamo molto applicandoper intercettare le risorse economiche. Progetti, rimodulazioni e attuazione dei Pisu (per cui ringrazio gli assessori regionali Pietro Aiello e Giacomo Mancini) sono al nostro ordine del giorno. I frequenti incontri, inoltre, con il ministro Fitto,con ilgovernatore dellaCalabria Scopelliti e con l’assessore regionale Gentile vanno in questa direzione – rivela il primo cittadino–Tant’è cheabbiamo ricevuto un impegno ad ottenere un finanziamento,entro lafine dell’anno,di operestrutturali per più di 120 milioni di euro. Va da sé –continua Occhiuto – che esistono delle attività per le quali occorre reperire dei fondi, e poi altre ancora per le quali basta già soltanto la volontà politica. In quest’ultimo quadro si inserisce a mio parere la demolizione dell’ex hotel Jolly, come pure la progettazione e la costruzione del nuovo ospedale sul vecchio sito. Dalle parole, ora, è arrivato il momento di passare ai fatti. Il nosocomio dell’Annunziata ha una notevole rilevanza, acquisita dalla sua fruizione storica sul territorio, è un punto di riferimento da quasi un secolo ed è chiaro che per mantenerne questo aspetto andrà salvaguardato lì dov’è sempre stato, curandone la ristrutturazione dei reparti e l’accesso d’ingresso con adeguati svincoli viari. Io penso a un apposito Piano di azione coordinata con l’Azienda ospedaliera che ci dia gli strumenti operativi per andare avanti dopo il primo passo fatto con il Concorso di idee. La strada dunque affinché i cittadini abbiano garantita una piena qualità dei servizi – conclude Occhiuto – è percorribile a mio avviso se priva degli ostruzionismi e degli interessi di parte che spesso, in passato, hanno impedito processi di cambiamento». E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Cosenza Al vaglio del gup le “verità” di Angelo Colosso, Francesco Galdi e Luigi Partenostro Otto archiviazioni Perse l’utero nessuna Il pm Bruni deposita le dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia colpa medica “Telesis”, nuove accuse E’ INIZIATA col botto, ieri mattina a Catanzaro, l’udienza preliminare di “Telesis”, inchiesta che la Dda di Catanzaro ha concentrato sul clan Bruni e sul gruppo degli zingari. Il pubblico ministero Pierpaolo Bruni ha infatti depositato un voluminoso fascicolo, di circa 500 pagine, contenente le nuove dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia cosentini, ossia di Luigi Paternostro, Francesco Galdi e Angelo Colosso. I tre hanno fornito dei particolari in merito al gruppo dei Bruni e ai loro rapporti con gli altri clan gravitanti su Cosenza e provincia. Si parla anche degli affari del clan “Bella Bella”, compresa la gestione di alcune discoteche già oggetto di indagine. Si tratta di dichiarazione che, a detta del magistrato antimafia, sono destinate a dare ulteriore corpo alle ipotesi investigative. Da qui il rinvio all’udienza al prossimo 18 novembre per dare soprattutto al difesa il tempo di leggere e studiare le nuove carte prodotte dal pm antimafia. Gli indagati sono in tutto 48 persone. Nella lista c’è anche il nome di Michele Bruni, il presunto boss di Cosenza morto nei mesi scorsi per una grave malattia, la cui posizione è destinata ad essere archiviata. Gli altri indiziati sono i fratelli Fabio, Luca e Andrea. Seguono Edyta Kopaczynska, moglie di Michele, Giuseppe Prosperoso, Umile Miceli, Emanuele Pagliuso, i cugini Vincenzo, Ernesto, Marco, Adolfo e Fabio, Francesco Pino (omonimo dell’ex boss), Carlo e Daniele La Manna, Mario Attanasio, Giovanni Abbruzzese, Franco Bruzzese, Luca Sabato, Luciano Impieri, Romualdo Marsico, Domenico Musolino, Carmine Gazzaruso, Francesco Romano, Massimiliano Ercole, Salvatore Orabona, Pasquale Ripepi, Luigi Naccarato, Bonaventura ed Ernesto Lamacchia, Massimo Greco, Maurizio Viola, Luigi Morelli, Roberto Mandarino, Francesco Rocchetti, Domenico e Antonio Iaccino, Andrea Gagliano, Monica Pranno, Gabriele Pati, Massimiliano Lopolito, Vincenzo Perri, Francesco Ripepi, Cataldo Iaccino, Luigi Abbruzzese, Domenico Falbo e Pasqualino Gagliano. Per tutti e 48 il pm ha chiesto il rinvio a giudizio. L'accusa base è associazione fi- Il pm della Dda Pierpaolo Bruni nalizzata alle estorsioni, allo spaccio e alle rapine. L'operazione “Telesis” risale al 15 dicembre dello scorso anno. Quel giorno i carabinieri e la polizia, su direttive del pm antimafia Vincenzo Luberto, notificarono 45 ordinanze di custodia cautelare, 41 delle quali in carcere. Tra gli indagati figurano l’ex europarlamentare ed presidente del Cosenza Calcio Bonaventura Lamacchia, e due carabinieri, l'appuntato Francesco Romano e il maresciallo Massimiliano Ercole. Lamacchia è accusato, insieme al fratello Ernesto, di tentata violenza privata, aggravata dal metodo mafioso. Avrebbero cioè cercato di convincere, facendo il nome del giovane boss Bruni, il presidente del Cda della Casa di cura “Villa del Sorriso” di Montalto Uffugo, Luca Morrone, a dirottare tutti i defunti della stessa struttura, della quale Ernesto Lamacchia risulta essere direttore sanitario, presso la ditta di pompe funebri “Naccarato”. I due esponenti dell'Arma, invece, risulterebbero soci occulti di una discoteca sempre riconducibile al clan Bruni. Gli indagati sono difesi, tra gli altri, dai penalisti Luca Acciardi, Roberto Loscerbo, Rossana Cribari, Nicola Rendace, Marcello Manna, Giuseppe Bruno, Filippo Cinnante, Roberto Le Pera, Franz Caruso e Concetta Santo. r. gr. Il primo cittadino di Dipignano denunciato dal presidente della locale squadra di calcio Sindaco accusato di abuso d’ufficio CON ordinanza dello scorso quattro ottobre, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cosenza, Enrico Di Dedda, ha disposto, per il prossimo 21 dicembre 2011, la comparizione del sindaco del Comune di Dipignano, GuglielmoGuzzo. Abuso d’ufficio l’ipotesi di reato a carico del sindaco, per la quale il gip non ha inteso accogliere la richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero, in considerazione della opposizione alla stessa richiesta formulata dalla persona offesa Concessione dello stadio al vaglio del gip del reato, la presidente della società sportiva “Dipignano Calcio”. Il gip di Cosenza ha ritenuto, dunque, ammissibile l’opposizione della presidente della compagine sportiva ed ha fissato l’udienza in camera di consiglio per approfondire la vicenda alla presenza dell’indagato, e cioè Guzzo Guzzo, sindaco di Dipignano, e della signora Piccini, presidente del “Dipignano Calcio”. I fatti riguardano alcuni provvedimenti emessi dal primo cittadino di Dipignano che la società Dipignano Calcio reputa lesivi degli interessi della stessa associazione sportiva e che, ad oggi, sono sfociati nella revoca della concessione dell’impianto sportivo “Pino de Franco”, di proprie- L’ingresso del tribunale di Cosenza tà comunale, alla beneficiaria società “Dipignano Calcio”. Al vaglio del giudice è sottoposta, dunque, la liceità di tali provvedimenti amministrativi e la verifica della condotta del sindaco di Dipignano. NESSUNA colpamedica. Nella giornata di ieri il gip Livio Cristofano, del tribunale di Cosenza, ha archiviato la posizione di otto sanitari di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale dell’Annunziata che erano stati accusati di lesioni gravissime. In sostanza gli otto furono chiamati in causa a seguito di un cesareo. La donna, originaria di Bisignano, riuscì a dare alla luce un bambino, ma a seguito dell’intervento i medici furono costretti a praticarle una isterectomia, ossia l’asportazione dell’utero. Da qui l’apertura di un’indagine per valutare le responsabilità dei medici che sottoposero a cesareo la donna. Alla fine il pubblico ministero Antonio Bruno Tridico ha chiesto, non ravvisando colpe mediche, l’archiviazione, che ieri è stata appunto accolta dal gip. Il giudice ha riconosciuto la “notevole complessità del caso clinico”. La situazione era estremamente clinica: quel cesareo, è stato accertato con delle specifiche consulenze, fu infatti eseguito d’urgenza e c’erano a monte fondati rischi per l’incolumità della partoriente. Le manovre eseguite dai sanitari cosentini hanno comunque permesso la nascita del bimbo. I danni all’utero erano da prevedere, considerato le condizioni di salute in cui versava la partoriente al momento di entrare in sala parto. A detta del gip, dunque, non ci sono gli elementi per sostenere l’accusa in giudizio. Gli otto medici sono stati difesi dagli avvocati Pierluca Bonofiglio, Vito Florio, Sergio Calabrese, Giancarlo Gentile, Angelo Pugliese, Massimiliano Cileone, Alessandra Fiorino e Sandro Cerisano. r. gr. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Cosenza 21 Sabato 29 ottobre 2011 Cosenza 35 Scalea, Belvedere, Cetraro e costa tirrenica Praia a Mare. Il processo non decolla. Si ritorna in aula il prossimo 30 dicembre Marlane, dibattimento al palo Altri difetti di notifica relativi all’individuazione dei responsabili civili di PAOLO VILARDI PAOLA – I familiari degli operai deceduti della Marlane sono apparsi stanchi e rassegnati. Ieri mattina, appena nell’aula di Tribunale si paventava il quarto rinvio in otto mesi per altri difetti di notifica, hanno staccato gli striscioni appesi davanti al tribunale, inneggianti tanta sete di giustizia e verità, e sono rientrati in sede. Alla fine i loro sospetti sono stati ampiamente giustificati: il processo, per l’ennesima irregolarità nell’individuazione del responsabile civile, è stato rinviato al prossimo 30 dicembre dal collegio, presidente Domenico Introcaso e a latere Anna Maria Buffardo e Pietro Bortone, giudici che hanno dovuto esaminare circa 900 notifiche in cinque ore di camera di consiglio. L’iter di notifica relativo all’individuazione del responsabile civile, ovvero chi dovrà risarcire il danno alle vittime e ai loro familiari in caso di vittoria al processo, sembra così irto da non far decollare il dibattimento, con tutto il massimo disappunto delle parti civili che intravedono il rischio prescrizione, almeno per alcuni reati. Adesso, come disposto dal presidente Introcaso, il procedimento notificatorio deve essere promosso entro il 10 novembre. Il 30 dicembre, dunque il proces- so dovrebbe compiere qualche passo in avanti. I 13 imputati di questo procedimento penale sono accusati a vario titolo di omicidio colposo plurimo, lesioni gravissime e disastro ambientale. La fabbrica Marlane, del gruppo Marzotto venne chiusa nel 2006 a causa di una profonda crisi economica. Per 30 anni aveva dato lavoro a centinaia di persone. Oltre 80 in questo lungo periodo sono stati gli ex dipendenti ammalatisi di tumore e deceduti. Su altri 50 sono stati riscontrati patologie cancerogene e oggi combattono la loro battaglia contro questo terribile male. Anche ieri, come ad ogni celebrazione d’udienza, l’aula è stata gremita dai congiunti, che seguono con molto attenzione il procedimento, desiderosi di giustizia per i propri ca- Uno dei recenti sit in ri e di ottenere un lauto risarcimento dai responsabili, processo di questa importanza. Alcuni dei legali di parti civile se saranno riconosciuti tali. Davanti al palazzo di giustizia, hanno tuonato di intraprendere in Via Falcone e Borsellino, spic- qualsiasi iniziativa, anche la secano gli striscioni con impresso: gnalazione al Csm, affinché il di“La verità subito”. La protesta battimento possa iniziare e condei manifestanti continua ad es- cludersi in tempi ragionevoli. sere pacifica, nonostante quanto Non rimane che attendere il 30 accade in aula, dove stanno ba- dicembre, quando in piena atmostando piccoli inconvenienti bu- sfera natalizia bisognerà tornarocratici ad impantanare un re tra i banchi dell’aula penale. Verbicaro. Il gip vuole valutare la compatibilità col regime carcerario Belvedere Marittimo Domani il libro di Rosselli per i bambini L’indagato per il delitto di Trieste verrà sottoposto ad analisi del Ciad Console dallo psichiatra di MATTEO CAVA VERBICARO – La permanenza in carcere per Giuseppe Console si fa più dura. Il verbicarese, presunto autore dell'omicidio di Giovanni Novacco, avvenuto a fine agosto a Trieste nel rione Gretta, ha qualche problema. Lo ha manifestato con un tentativo di suicidio. In seguito a questo episodio il Gip Raffaele Morway ha chiesto un accertamento psichiatrico. Il ventiquattrenne di Verbicaro verrà sottoposto ad un esame psichiatrico urgente per verificare se c'è la compatibilità con la permanenza in carcere. Il tribunale ha dato incarico allo psichiatra Benedetto Capodieci. Il professionista dovrà occuparsi del caso e dovrà quindi ascoltare più volte Giovanni Console per capire se potrà restare nel carcere di Gorizia o se saranno necessarie ulteriori iniziative. Già dalla prossima settimana, Benedetto Capodieci, comincerà ad analizzare la psiche del calabrese. La notte tra il 25 ed il 26 agosto, nella palazzina disabitata delle case popolari, è avvenuto un delitto atroce. Giovanni Novacco è stato preso, legato ad una sedia, probabilmente imbottito di medicinali, e poi seviziato ed bruciato. Sono due gli indagati che devono rispondere dell'orrendo delitto. Alessandro, detto Tex, Cavalli cerca di scrollarsi di dosso le accuse più pesanti accollandole al “bullo”del quartiere, il calabrese, Giuseppe Console, che nel suo profilo del social network si definiva come Totò Riina. La decisione del gip Morway, adesso tende ad accertare se Giuseppe Console possa continuare a restare in carcere o se sia meglio la detenzione in una struttura protetta. Quindi non una perizia psichiatrica che potrebbe avere valore processuale, ma una pura constatazione di fatto. Il Gip avrebbe ricevuto diverse lettere, spedite dallo stesso Console, nelle quali sarebbe richiesto il trasferimento in una struttura sanitaria specializzata. Console aveva chiesto questa soluzione fin dal primo giorno dell’arresto avvenuto in Calabria, nell'abitazione della sua famiglia, a Verbicaro. Nella notte tra giovedì e venerdì della scorsa settimana, fra l'altro, il verbicarese aveva tentato di impiccarsi con un lenzuolo arrotolato. Gli agenti del penitenziario si sono accorti di quanto stava accadendo e lo hanno salvato. Nei giorni scorsi, l’avvocato Maria Genovese, difensore dell’altro accusato dell’omicidio, Alessandro “Tex” Cavalli, aveva fatto incontrare in carcere al Coroneo il gio- vane con uno psicologo. Anche in questo caso ci sarebbe l’intenzione di effettuare una perizia psichiatrica. Le modalità con le quali si è consumato il delitto, in effetti, fanno pensare di essere in presenza di persone che sfiorano la soglia della normalità o addirittura ne sono fuori. Subito dopo il tentativo di suicidio di Giuseppe Console era intervenuto anche l'avvocato Nicoletta Menosso uno dei due codifensori del verbicarese. «L’episodio –aveva detto il legale che assiste Console insieme al collega Pier Aurelio Cicuttini - è un segnale che viene da una persona evidentemente affetta da disturbi mentali importanti come ci ha segnalato il dottor Mezzina del Centro di salute mentale di Barcola». Il fermo di Giuseppe Console BREVI VERBICARO PRAIA A MARE Dito presidente del Distretto rurale Pro loco unite per i “Calici di vino” VERBICARO - Si è costituita la Società del Distretto rurale del Pollino –Versante Calabro, che estende la propria azione su un territorio di 33 comuni che vanno dal medio Tirreno cosentino al Pollino. Presidente è stato nominato l’imprenditore di Scalea Daniele Dito, vicepresidente è l’imprenditrice Sonia Ceglie. Nel consiglio di amministrazione sono stati eletti gli imprenditori Domenico Laitano, Francesco Ritrovato, Amedeo Radicioni, Loredana De Brasi, Nicola Rocco. Il Presidente, Daniele Dito, ha ringraziato i soci per la fiducia accordata. PRAIA A MARE - Accordo chiuso tra le cinque Pro loco dell’alto Tirreno cosentino per la programmazione dell’evento Calici di Vino Sorsi di Cultura, alla quinta edizione. Evento che si svolgerà nei comuni di Tortora, Verbicaro , San Nicola Arcella, Aieta e Praia a Mare tra il 2 ed il 4 dicembre. Un programma di incontri con al centro il tema delle produzioni tipiche e la loro valorizzazione con un occhio particolare alle attività vitivinicole della provincia. Ente partner in questo evento è la Camera di Commercio di Cosenza. BELVEDERE - Un nuovo libro di Peppino Rosselli, conosciuto per la su lunga attività di infermiere alla clinica Tricarico. Una nuova iniziativa di beneficenza per i bambini che vivono nel Ciad in Costa d’Avorio. L’appuntamento è per domani, a partire dalle ore 11, nel salone dell’hotel Belvedere di Marina di Belvedere Marittimo. S’intitola: “Vademecum dell’infermiere” l’ultima fatica editoriale di Peppino Rosselli edita dall’Accademia italiana del peperoncino. La pubblicazione risponde a problemi pratici. «Come si accoglie un ammalato in ospedale. Il rispetto che bisogna avere per lui. Come bisogna stargli vicino. Come affrontare e risolvere i suoi problemi». Dopo un’introduzione della dottoressa Adriana Imbrogno, presidente della Federazione provinciale collegi infermieri, relazioneranno:Don ErmannoRaimondo, cappellano dell’ospedale civile di Cetraro e il giornalista Enzo Monaco, presidente dell’Accademia italiana dl peperoncino. Nel corso della manifestazione sarà illustrato il progetto “Con i bambini del Ciad, in costa d’Avorio” completamente finanziato con il ricavato della vendite del “Vademecum dell’infermiere”. Peppino Rosselli che in questo lavoro sintetizza con “pillole di saggezza” quarant’anni di impegnoal servizio degli ammalati, non è nuovo a queste iniziative benefiche. Negli anni passati, in collaborazione con Padre Marco Siciliano, missionario in Costa d’Avorio, ha finanziato con la vendita di altri libri due progetti in favore della popolazione africana. m.c. Verbicaro. Dal vescovo Bonanno e dal responsabile dell’Mpa Ancora solidarietà ai disoccupati I disoccupati sul campanile della chiesa VERBICARO - Il vescovo della diocesi di San Marco Argentano-Scalea, monsignor Leonardo Bonanno, come preannunciato, ha espresso vicinanza ai disoccupati di Verbicaro che, da tempo, hanno avviato la “Protesta del campanile” per chiedere alla Regione più ascolto e nuove opportunità di lavoro. Non assistenzialismo, ma occasioni di lavoro. Monsignor Bonanno ha fatto sapere: «Non sono qui per promettervi un lavoro, ma la Chiesa farà di tutto per sostenere i progetti che saranno fatti per voi». C'è poi, come è noto, una sorta di impegno preso dal vicepresidente della Giunta regionale, Antonella Stasi, che ha ricevuto una delegazione nei giorni scorsi. Nella giornata di ieri si sono svolte diverse iniziative per affrontare i temi del lavoro che non c'è e che coinvolge anche i territori dell'alto Tirreno cosentino. C'è un commento del commissario provinciale dell'Mpa, Raffaele Papa che scrive in una nota: «Sono le croci del nostro tempo, gli operai che ormai da giorni stazionano accampati sul campanile della chiesa di Verbicaro, vittime del non lavoro. La croce, innalzata e dominante, simbolo per eccellenza della miseria umana, viene drammaticamente attualizzata e consegnata ad ogni uomo d’oggi, da lavoratori coraggiosi stanchi di vedersi giornalmente privare della dignità dell’esistenza, è questo l’essere disoccupati. Non solo ironia della sorte, ma monito stringente, la chiesa è quella di San Giuseppe, lavoratore per antonomasia, simbolo universale del lavoro e della fatica, quando c’è. Il Sud e la Calabria in particolare – scrive Raffaele Papa - attualmente vivono una situazione di generale contestazione, una diffusa insofferenza che non è ancora fenomeno collettivo cosciente e responsabile ma che può diventarlo e le conseguenze potreb- bero essere abbastanza serie. Al momento, chi grida a destra, chi si sgola a manca, chi piange nel silenzio, niente e nessuno che ascolti e raccordi, che indichi e guidi un fattivo percorso. Le Istituzioni blaterano senza costrutto, incapacità totale a programmare ed insensibilità assoluta a gestire le emergenze; la politica dei grandi annaspa, si affatica inutilmente, anzi non si affatica affatto, rimane “inutilmente”». Per Raffaele Papa il Sud deve rispondere: «Esprimiamo solidarietà e vicinanza alle tante famiglie in difficoltà – conclude - e chiediamo ai titolari di auto blu con autisti e sirene soluzioni immediate; al potere basta solo un atto di volontà». m.c. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Sabato 29 ottobre 2011 28 REDAZIONE: Piazza Serravalle, 9 - 88100 Catanzaro - Tel. 0961.792164 - E-mail: ilquotidiano.cz@finedit.com La sua auto con cellulare e portafogli era stata ritrovata a Brognaturo: sparizione legata alla guerra di mafia Amato, un’altra lupara bianca Il boscaiolo rom, 38 anni, di Davoli, è scomparso a fine settembre del 2010 di AMALIA FEROLETO DI Franco Amato 38 anni, boscaiolo già noto ale forze dell’ordine, rom del campo di Scordovillo a Lamezia Terme ma residente a Davoli marina, scomparso la fine di settembre dello scorso anno non si è saputo più nulla. Ma oggi gli inquirenti sono del parere che si sia trattato dell’ennesimo caso di lupara bianca nella zona legata probabilmente alla guerra di mafia che negli ultimi tre anni ha segnato il territorio del Basso jonio soveratese, della Vallata dello Stilaro e del Vibonese con oltre venti morti ammazzati. L’auto dell’uomo, una Fiat Bravo nera, ultimo modello, come si ricorderà fu ritrovata i primi di ottobre del 2010 dai carabinieri della Compagnia di Soverato al comando del capitano Emanuele Leuzzi in sinergia con i colleghi di Serra San Bruno tra i boschi di Brognaturo, con all’interno il cellulare e il portafogli. Ma dell’uomo nessuna traccia. Proprio in quei boschi dove il 14 giugno 2010 è stato ucciso a colpi di lupara Salvatore Vallelunga, fratello del presunto boss dei “Viperari” Damiano Vallelunga ucciso il 27 settembre 2009 a Riace davanti al santuario dei santi Cosma e Damiano.E nellostessoagguato rimase ferito anche Santo Procopio, 27 anni, boscaiolo di Isca ma residente a Guardavalle che già il 27 gennaio del 2010 era scampato a un altro agguato. Stando alla ricostruzione dei fatti secondo gli inquirenti Franco Amato non si sarebbe allontano in modo volontario. E oggi si avvalora, dunque, la tesi che l'uomo possa essere stato vittima di un agguato che potrebbe rientrare nella cosiddetta “faida dei boschi”. Una riaperta e cruenta guerra tra clan rivali, Gallace, Ruga, Metastasio da una parte, Sia, Novella, Lentini Procopio, Vallelunga dall’altra per il controllo delle attività illecite sul territorio che in questo anno sembra aver subito una fa- Da sinistra: Franco Amato, Agostino Procopio e Ferdinando Rombolà se di arresto. Anche se il 3 febbraio di quest’anno si è registrato il tentato omicidio a San Sostene Marina di Fiorito Procopio detto Fiore, presunto boss della zona secondo gli inquirenti, padre di Agostino Procopio, il calciatore di 31 anni ucciso in un agguato mafioso il 24 luglio 2010 a colpi di kalashnikov e lupara. È un mese dopo a Soverato, l’omicidio sulla spiaggia di Ferdinando Rombolà. Fiore, il padre però riuscì a scampare all’agguato mortale, forse grazie al buio. E se al momento le lupare tacciono non è detto che gli equilibri criminali siano stati ristabiliti nella zona del Basso Jonio dove forti sono le spinte di espansione dei reggini. Interessi che vanno ben ol- tre gli appalti boschivi, come più volte ribadito dal procuratore capo della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ma che riguardano soprattutto il traffico di cocaina, gli appalti pubblici e non ultimo il business dell'eolico per come emerge dalle indagini. Un guerra che ha già lasciato a terra tanti morti senza contare, appunto i casi di lupara bianca come il giovane Giuseppe Todaro 27 anni di Soverato scomparso da casa il 23 dicembre 2009 e il cui cadavere non è stato più ritrovato. Franco Amato il 13 agosto del 2008 era finito insieme ad altre persone di etnia rom nelle maglie dell'operazione, anticrimine condotta da polizia e carabinieri di Lamezia Terme per stroncare una banda criminale ben organizzata dedita ai furti e alle estorsioni. L'operazione si era conclusa con sei arresti tra cui quello di Franco Amato. Le estorsioni riguardavano il cavallo di ritorno. In sostanza i rom prendevano di mira alcuni prosprietari di automobili ai quali chiedevano somme di denaro per riavere l'auto rubata. A firmare l'ordinanza di custodia cautelare in carcere era stato il gip di Lamezia. Chiara Ermini surichiesta delprocuratore della Repubblica di Lamezia, Raffaele Mazzotta e del sostituto Maria Alessandra Ruberto che per mesi ha coordinato l'attività investigativa. Il giovane è stato sorpreso dai militari mentre forzava una finestra Tenta di rubare in un asilo In manette Gianvitale Russo, beccato in flagranza di reato IL suo atteggiamento non è passato inosservato tanto che alla fine è finito in manette. Gianvitale Russo, 22 anni, soveratese, è stato infatti arrestato dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Soverato sorpreso in flagrante mentre forzava una finestra dell'asilo “Padre Pio” in via Guarasci a Soverato. I militari, nell'ambito di un servizio perlustrativo per il controllo del territorio, avevano notato una persona aggirarsi con fare sospetto nei pressi della struttura scolastica in questione e alla fine, insospettiti, e senza farsi scorgere dal malintenzionato, erano entrati all'interno del giardino della scuola. Qui, sul retro, hanno sorpreso in flagranza il giovane, intento a forzare una finestra al piano terra con un grosso cacciavite. Nono- stante l'opposizione di Gianvitale Russo, i carabinieri sono riusciti a bloccarlo: l'uomo, è stato inoltre trovato in possesso di un coltello a serramanico, e arrestato per tentato furto aggravato dall'aver commesso il fatto con violenza su cose esposte a pubblica fede e in danno di edifici pubblici, resistenza a pubblico ufficiale e porto di armi ed oggetti atti ad offendere. Trasferito presso gli uffici della Compagnia carabinieri di Soverato per gli accertamenti di rito, ieri, il giovane è comparso davanti al giudice Giovanna Mastroianni che dopo aver convalidato l'arresto ha scarcerato il giovane applicando la misura dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria tre volte alla settimana. t.a. Iniziativa dell’Osservatorio al “Guarasci” con il figlio del magistrato ucciso nell’83 Presentato il libro “Rocco Chinnici” di DARIO MACRÌ NON POTEVA che svolgersi presso un istituto scolastico, il liceo scientifico statale “Guarasci” di Soverato, un forum dedicato alla presentazione del libro “Rocco Chinnici”, il primo magistrato a recarsi nelle scuole per parlare di lotta alla mafia, ucciso da Cosa Nostra il 29 luglio 1983 a Palermo. Il convegno, organizzato dall’Osservatorio Falcone-Borsellino-Scopelliti in collaborazione con la dirigente scolastica del “Guarasci” Francesca Bianco, ha visto la partecipazione dell’autore del libro e figlio del giudice palermitano Giovanni Chinnici (a cui l’Osservatorio ha consegnato una targa «per aver ereditato i valori di legalità e giustizia), del prefettodi CatanzaroAntonioReppucci, del vicepresidente del Consiglio provinciale di Catanzaro Emilio Verrengia, del prof. Antonio Nisticò (docente di storia e filosofia), del parroco di Stalettì Don Roberto Corapi e di Carlo Mellea, che in questa occasione ha dichiarato la chiusura dell’Osservatorio da lui presieduto e l’organizzazione di una fiaccolata «per protestare contro la scarcera- Il tavolo dei relatori con Carlo Mellea zione degli assassini di Borsellino». Nella conferenza si è naturalmente parlato di lotta alla mafia e legalità, arrivando alla consueta condivisa conclusione che questa «guerra», come la ha definita il prefetto Reppucci, coinvolge tutta la popolazione: non solo i giudici e le forze dell’ordine ma anche la società civile, che tuttavia appare piuttosto «dormiente» a riguardo. Proprio sul tema della necessità di un risveglio della coscienza civile dei calabresi si è soffermato Reppucci, che ha sottolineato come le risorse a disposizione dell’apparato della sicurezza dovrebbero essere maggiori. Parole condivise da Chinnici, che ha evidenziato come la Calabria si trovi ora nelle condizioni della Sicilia di qualche decennio fa, ossia nell’attesa che la popolazione prenda coscienza del fenomeno della lotta alla mafia; l’avvocato Chinnici ha però aggiunto che questa consapevolezza in Sicilia è emersa solamente dopo «lo scoppio delle bombe in mezzo alla strada»,eventi drammatici che «hanno inciso sugli interessi egoistici e sulla quotidianità dei siciliani». Secondo Don Corapi i calabresi «devono liberarsi dalla paura, dal fatalismo, dall’individualismo e dalla rassegnazione» al fine di combattere efficacemente la criminalità organizzata. Verrengia ha sottolineato l’impegno dell’Ente per quanto riguarda i temi della sicurezza, come testimonia fra le altre cose l’apertura del commissariato a Catanzaro Lido costruito grazie ai fondi provinciali, mentre l’assessore al bilancio del comune di Soverato Procopio ha ribadito la necessità di cambiare la mentalità. Gianvitale Russo Ventiduenne di Borgia nel mirino dell’Arma Due furti in negozi denunciato un giovane Il corso dove si affacciano i negozi derubati NEI GIORNI scorsi i carabinieri della Stazione di Soverato hanno deferito in stato di libertà all’autorità giudiziaria un giovane, D.A., 22 anni residente a Borgia perché responsabile di due furti perpetrati ai danni di due attività commerciali ubicate su Corso umberto a Soverato. Nello specifico il ragazzo era riuscito ad eludere i sistemi antitaccheggio dei negozi, sottraendo due paia di occhiali da sole e alcuni profumi. I carabinieri, allertati dei furti, erano riusciti ad avere una descrizione del furfante, rintracciandolo nelle vicinanze di una delle attività commerciali vittima dei furti, forse pronto ad entrare nuovamente in azione. SANT’ANDREA “Free village Al via il processo di TERESA ALOI SI è aperto con la costituzione delle parti e le richieste di prova, il processo a carico di Marianna Mongiardo, 19 anni, Erminia Loreni, 53 anni, e Sergio Mastroianni, 49 anni coinvolti nell’operazione denominata “Free village” su presunte attività illecite perpetrate da anni a danno di società del centro e nord Italia, impegnate nella gestione del villaggio turistico di Sant’Andrea e accusate di tentata estorsione. Subito dopo la costituzione di parte civile - è stato ammesso in proprio l’amministratore del super condominio del villaggio di Sant’Andrea - il Tribunale presieduto da Antonio Battaglia ha rinviato il processo al prossimo 2 dicembre. Proseguiranno il 1 dicembre, gli abbreviati giù ottenuti da Francesco Corapi, Mario Mongardo, la moglie Cosmina Samà e Bruno Ranieri (altri due imputati Luigi e Francesco Ranieri Barbieri hanno chiesto il rito alternativo). L'operazione, nome in codice “Free village”, fu portata a termine a settembre del 2010, quando quattro persone, tutte del basso Ionio catanzarese, furono raggiunte da un'ordinanza di custodia cautelare, mentre unquinto uomofu sottoposto a fermo con l'accusa di favoreggiamento personale. In carcere finì Mario Mongiardo, di San Sostene, accusato di estorsione aggravata alla società IperClub, di Roma, e della Fram groop, di Taranto, che dal 2003 è proprietaria di 120 appartamenti a Sant'Andrea dello Ionio.Con lui,in manettee poste ai domiciliari, Cosmina Samà e la figlia, Marianna. In carcere finirono anche Francesco Corapi, nonché Mastroianni, guardia giurata in servizio nel villaggio turistico sottoposto a fermo perché, secondo quanto reso noto, stava avvertendo Mongiardo e Corapi del possibile arresto. A dicembre, tre mesi dopo, fu la volta di “Free village 2”: nuovo provvedimento cautelare emesso a carico dello stesso Mario Mongiardo, della guardia giurata Mastroianni e di Erminia Loreni, 53 anni, per la quale fu disposta la custodia in carcere, e Bruno Ranieri, che, secondo le accuse, era stato imposto come amministratore del condominio del villaggio. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Soverato Sabato 29 ottobre 2011 Sabato 29 ottobre 2011 36 REDAZIONE: via Vittorio Emanuele, 32 - 88900 Crotone - Tel. 0962/901334 - Fax 0962/905185 - e-mail: ilquotidiano.kr@finedit.com Illeso il piccolo. Il conducente guidava in stato d’ebbrezza ed è stato denunciato Travolta sull’asfalto, è grave Diciottenne investita mentre attraversa la strada col fratellino uscito da scuola IL CASO di ANTONIO ANASTASI NON ha visto un'auto Suv, il cui conducente guidava in stato d'ebbrezza, che sfrecciava in direzione del quartiere Tufolo ed è stata travolta: versa in gravi condizioni la diciottenne S. F., che era andata a prendere il fratellino che frequenta la scuola elementare Don Milani, nelle immediate vicinanze della caserma dei vigili del fuoco. E' successo ieri, poco dopo le 13, in via Gioacchino da Fiore. E sono stati proprio i pompieri a dare l'allarme ai sanitari del 118, che nel primo pomeriggio di ieri hanno trasferito in eliambulanza la ragazza nel reparto di Neurochirurgia dell'ospedale Pugliese di Catanzaro dove dovrà essere sottoposta a un intervento. La prognosi è riservata. Illeso il piccolo, che ha visto il Suv e ha fatto in tempo a fermarsi. La ragazza no, non si è accorta di nulla e non è riuscita a schivare una Toyota “Rav4”. La scena si è materializzata davanti agli occhi della madre dei due fratelli, che aspettava in auto che la figlia più grande arrivasse insieme a quello più piccolo aiutandolo a portare lo zaino. L'investimento è avvenuto al di fuori delle strisce pedonali e il conducente si è fermato subito dopo l'impatto, ma i carabinieri, che stanno ricostruendo la dinamica dei fatti, ieri stavano verificando l'eventuale positività all'alcoltest. Alla fine i valori erano superiori rispetto al limite consentito dalla legge e sono scattati il sequestro del mezzo e la sospensione della patente per il conducente, un muratore quarantemne, denunciato in stato di libertà per guida in stato d'ebbrezza e lesioni colpose. Ai militari dell'Arma l'uomo ha riferito di non procedere a velocità elevata. Di andare a circa 40 chilometri all'ora. Una versione dei fatti che potrebbe essere aderente alla realtà. I carabinieri, infatti, non hanno rinvenuto segni di frenata sull'asfalto. L'auto era regolarmente assicurata. Ma a conclusione di accertamenti serrati gli investigatori hanno mosso delle contestazioni di carattere penale. Adesso, però, quello che conta è che la ragazza, che ha riportato vari traumi, anche uno cranico, esca dal coma farmacologico. Tempestivi i soccorsi. L'incidente si è verificato, infatti, proprio davanti alla sede del “115” e i primi ad accorere sul posto sono stati i vigili del fuoco. Nessuna fuga, comunque, e nessuna omissione di soccorso da parte dell'investitore, nella cui condotta i carabinieri hanno tuttavia ravvisato ipotesi di reato. Il luogo dell'incidente è particolarmente trafficato all'ora di punta. Tufolo, infatti, è un quartiere i cui abitanti si muovono alle prime ore del mattino per raggiungere i luoghi di lavoro in centro e il viale in cui è avvenuto l'investimento del pe- Per il prezzo del biglietto si scaglia contro un autista Via Gioacchino da Fiore, dove è avvenuto l’incidente done a quell'ora è un fiume di automobili che rientrano. Saranno, dunque, i successivi accertamenti e le eventuali vicende processuali a fare luce con sufficiente certezza sulle responsabilità dell'autista. Le con- Bracconaggio dizioni della ragazza sono apparse subito gravi ai primi soccorritori. Dal pronto soccorso, dove è stata portata in un primo momento, al reparto di rianimazione dell'ospedale San Giovanni di Dio non sono migliorate e la valutazione dei medici è sta- ta quella di un trasferimento urgente. La drammatica notizia si è diffusa in un baleno in ambienti scolastici ed ha suscitato sconcerto. Tutti sperano che la diciotenne, divenuta maggiorenne nel marzo scorso, ce la faccia. QUALCHE testimone dice gendolo a terra e colpenche tutto è successo per un dolo ripetutamente prima biglietto che Mario Frisen- con un bastone e successida, 46enne già noto alle vamente con un piccolo forze dell'ordine, non vole- coltello. Successivamente avrebva pagare. Lui, invece, si giustifica dicendo che be cercato di allontanarsi ma è stato subito l'autista non si bloccato dagli era fermato imagenti. pedendo a una L'autista è stavecchietta di sato portato in lire sull'autoospedale dove gli bus. L'unica coè stato diagnosa certa è che sticato un trauFrisenda è stato ma cranio-facarrestato per leciale con varie fesioni personali rite lacero contuaggravate nei se. Trenta i giorconfronti di un ni di prognosi. autista delle liIn un'altra cirnee urbane Ro- Mario Frisenda costanza, Giumano nei pressi seppe Covelli, 38 anni, di di corso Mazzini. Soltanto il tempestivo e Crotone, è stato arrestato provvidenziale intervento per evasione dai domiciliadi agenti della Squadra ri sempre dagli agenti delVolante, liberi dal servi- la Squadra Volante. Nelzio, che hanno subito aller- l'ambito dei controlli della tato la pattuglia in zona, Volante è stato anche deha evitato conseguenze nunciato G. P., 49 anni, fermato a bordo di un mopiù gravi. L'indagato si sarebbe tociclo all'interno del quascagliato con inaudita vio- le occultava uno sfollalenza contro L. A. spin- gente e due coltelli. Raid dopo il convegno sul regolamento contro il pascolo abusivo La Forestale scova richiami acustici Tagliate le gomme al sindaco di Cotronei e leader provinciale del Pd sofisticati Intimidazione a Belcastro GLI AGENTI del Corpo forestale ancora alle prese col bracconaggio nelle campagne di Crotone e Isola di Capo Rizzuto che, per caratteristiche morfologiche, di clima e di vegetazione, accolgono, in questo periodo dell’anno, numerose specie di volatili. Gli agenti hanno localizzato i nascondigli di alcuni richiami abusivi ed hanno atteso, nascosti per diverse ore, per poter individuare gli autori. Non avendo notato nessuno, hanno comunque eseguito il sequestro del materiale scoperto, neutralizzando e rimuovendo gli ingegnosi meccanismi, protetti, alcuni, da involucri di ferro realizzati artigianalmente. La messa in funzione di questi apparecchi non richiede l’azione manuale e diretta dell’uomo, in quanto dei “timer”, collegati ad una batteria, ne azionano il funzionamento. Tale tecnica permette al “bracconiere” di presentarsi sul luogo di caccia quando il richiamo ha gia svolto, di notte, la sua funzione attirando così l’avifauna, mentre di giorno si disattiva automaticamente. E’ particolare un aggeggio elettronico sequestrato, prodotto artigianalmente, che ha destato molto curiosità agli agenti operanti. Un congegno elettronico d’alta tecnologia. di FILOMENA GUZZO AD UNA settimana dal convegno sulla legalità in cui il sindaco di Cotronei e coordinatore provinciale del Pd, Nicola Belcastro ha consegnato nelle mani del prefetto di Crotone, Vincenzo Panico il regolamento di polizia rurale sul FidoPascolo , è arrivato un atto intimidatorio. Nella serata di giovedì scorso, dopo una riunione , il sindaco ha trovato tagliate due gomme della propria autovettura, una Toyota Rav4 che era parcheggiata vicino al Palazzo Comunale. Lo stesso Belcastro, che è anche il coordinatore provinciale del Partito democratico, si è detto certo che tale atto non va legato all'azione amministrativa, ma forse ad una filosofia di azione del suo governo: «stiamo forzando chiosa il sindaco - sul principio di legalità e sul problema della devianza giovanile». Va ricordato che Belcastro non solo si è impegnato affinché Cotronei si dotasse di un regolamento di polizia rurale ma nel mese di giugno aveva voluto un consiglio comunale aperto sul fenomeno del pascolo abusivo che si tenne in località Rivioti, dove i proprietari dei terreni da anni subivano la violenza di alcuni allevatori. Una scelta, quella della loca- presenza di disordine nel tion, da parte di Belcastro mondo dei giovani, nello che andava nella direzione specifico di alcool e droga di schierarsi, chiaramente e che stanno interessando Cosenza indugi, dalla parte dei tronei. Un' intimidazione cittadini, degli agricoltori e che ha turbato Belcastro che della legalità. Però Belca- è convinto di «non poterla stro non pensa di collegare chiamare bravata di ragazl'atto intimidatorio solo alle zini e né un'operazione singola dal moquestioni lemento che le gate al pascolo ruote bucate spiegando che non erano «il tema della quelle lato legalità nei lamarciapiede, vori del convema bensì gno è stato afquelle lato frontato in strada dove termini laici e qualcuno si è dando una fofermato votografia precilontariamensa di quelle te». Così coche è la realme lo stesso tà». «Quando primo cittaabbiamo pardino parla di “ lato di pascolo imprudenza” abusivo - con- Nicola Belcastro da parte di tinua Belcastro - lo abbiamo fatto in ter- chi ha compiuto il gesto vimini del “diciamo la verità”, sto l'orario ( tra le 20.00 e le dando atto al fatto che si era 21) e visto il luogo, la centraavviato un percorso finaliz- lissima via Vallone delle Pezato alla soluzione del pro- re dove ci sono tanti residenblema; prospettiva di solu- ti. Belcastro ha apprezzato zioni che non avevamo la solidarietà del prefetto di quando abbiamo parlato di Crotone dal quale si è recato legalità a Cotronei in manie- ieri mattina. Tantissimi gli attestati di ra più complessiva». Infatti, nel corso di quel convegno, solidarietà. Ieri hanno inviaBelcastro non solo aveva to messaggi il sindaco di parlato di illegalità che pro- Crotone, Peppino Vallone, il lifera dove non c'è prospetti- presidente della Provincia, va di lavoro, ma anche della Stano Zurlo, le segreterie cittadine di Cotronei del Pd, del Pdl e del Prc, la Compagnia dei democratici, Confartigianato, Confcommercio, il capogruppo del Pd al Comune di Crotone, Sergio Contarino, i giovani democratici della Calabria, di Crotone e di Carfizzi, il parlamentare del Pd Nicodemo Oliverio, il presidente del consiglio comunale di Crotone, Peppino vallone, la federazione provinciale del Pd, il coordinatore provinciale del Pdl, Umberto Lorecchio, il capogruppo del Pd alla Provincia, Ubaldo Schifino, l’Idv di Crotone, Franco Barretta, segretario provinciale della Sel, il sindaco di Lamezia, Gianni Speranza, il coordinatore provinciale del Pd di Catanzaro, pasquale Mancuso, l’assessore comunale di Crotone Claudio Liotti, Ferenc Macrì della direzione nazionale dei Gd. Intanto, ieri sera, a Cotronei, nella sede del Pd, si è svolta una partecipata riunione con amministratori locali e segretari di circolo per manifestare vicinanza a Belcastro. Nel corso dell’incontro è stato ribadito che la comunità di Cotronei è tranquilla e che se è successo l’inquietante episodio intimidatorio è perché Belcastro ha toccato interessi di gruppi nascenti. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Crotone dal POLLINO allo STRETTO Marlane, processo al via ma lento calabria ora SABATO 29 ottobre 2011 PAGINA 7 Nulla di fatto in aula. Tredici anni dopo si parte con il rinvio dell’udienza parto finissaggio dal 1986 alla te Lanerossi e Marzotto dal PAOLA (CS) data di chiusura dello stabili- 1988 al 1993; Fugazzola, ammento, 4 aprile 2004; Panico ministratore Marzotto dal Se da un lato il processo Ma(deceduto), responsabile dello 1993 1995; De Jeagher, ammirane ieri mattina è finalmente stabilimento dal 1988 al 1996, nistratore dal 1996 al 1997; partito, dall’altro l’entusiasmo avrebbero omesso di adottare Storer, consigliere delegato è stato frenato dal fatto che il gli accorgimenti organizzativi, Marzotto dal 1997 al 2001; Facollegio penale, dopo una lunstrutturali e igienici necessari vrin, amministratore dal 2001 ga camera di consiglio (le noper contenere l’esposizione ad al 2004; Marzotto, presidente tifiche da valutare erano circa ammine aromatiche e metalli Lanerossi, avrebbero omesso mille), si è visto costretto a ralpesanti, imposti dalla norma- di adottare i provvedimenti lentare i lavori dell’udienza a tiva prevenzionale specifica: necessari a garantire lo smalticausa di diverse irregolarità di perseguire il più basso livello mento in sicurezza dei rifiuti citazione da parte del responespositivo raggiungibile e di lavorazione oltre che alla visabile civile rilevati dagli avvol’adozione di misure precau- gilanza sulle modalità di smalcati della difesa. Da qui la dezionali, quali la manipolazio- timento. Avrebbero, secondo cisione di permettere alle parne delle ammine aromatiche l’accusa, adibito il terreno ti civili di notificare nuovain zona controllata, l’attività di adiacente la Marlane, a discamente gli atti. Un piccolo pasmonitoraggio ambientale, l’in- rica di rifiuti pericolosi riverso avanti, quindi, è stato fatto. stallazione di impianti di aspi- sandovi e sotterrandovi fanghi Per il resto si dovrà attendere razione meccanica localizzati e materiali di risulta dell’attiviil prossimo appuntamento Il sit-in di alcuni parenti della vittima, ieri davanti al tribunale ed il ricambio d’aria controlla- tà industriale di filatura, tessigiudiziario. Il reato più pesante conte- bero cagionato la morte dei di- 1978 al 1980; Taricco, respon- dal 1987 al 1988 e quale re- ta, controlli sanitari periodici tura e tintoria, nonché matestato ai 14 imputati, lo ricor- pendenti dello stabilimento sabile della stabilimento dal sponsabile dello stabilimento e prove biologiche di contami- riale (amianto e lana di vetro) proveniente dalle attività di ridiamo, è quello di omicidio tessile “Marlane”. In partico- 1980 al 1987; Priori, ammini- dal 1996 al 2002; Cristallino, nazione interna. E ancora: Rausse, responsa- strutturazione della stabilicolposo di molti dipendenti, la lare: Lomonaco, responsabile stratore delegato della società responsabile del reparto tintocui morte è stata attribuita al- del reparto tintoria dal 1973 al Lanerossi Spa (già Marlane ria da 1989 al 2003; Comegna, bile dello stabilimento dal mento. la presunta violazione delle 1988; Ferrari, responsabile Spa) dal 1980 al 1987; Benin- responsabile del reparto tinto- 2003 al 2004; Bosetti, consiSTEFANIA SAPIENZA norme per la prevenzione de- dello stabilimento dall’anno casa, direttore di produzione ria dal 1981 al 1986 e del re- gliere delegato e vice presidens.sapienza@calabriaora.it gli infortuni sul lavoro (processo di lavorazione del tessuto con uso di presunte sostanze tale e ciò non dovrebbe far dorcancerogene). Le persone inmire sonni tranquilli a chi ha dedagate sono: Silvano Storer, terminato le ulteriori lungaggini». 63 anni, Mogliano Veneto; AnLa Procura di Paola, lo ricordiatonio Favrin, 71 anni, Portomo, per i 14 imputati, ha ipotizzagruaro; Jean De Jaegher, 72 to i reati di omicidio colposo per anni, Vicenza; Carlo Lomonala morte dei quaranta dipendenti co, 63 anni, Praia a Mare; Attilio Rausse, 62 anni, Recoaro PAOLA (CS) Il processo Mar- cesso farsa se non verrà meno il toria propedeutica all’ incidente ritenendo i decessi attribuibili alTerme; Lorenzo Bosetti, 70 lane resta ancorato alla fase ini- censurabile “modus operandi” di probatorio. La triste sequela di le condizioni di lavoro, all’inquianni, Valdagno; Bruno Taricziale. Ieri mattina, infatti, a causa qualche noto avvocato dell’offesa. vittime Marlane potrebbe non namento ambientale e all’esposico, 78 anni, Praia a Mare; Vindella irregolarità di diverse cita- E proprio a questi “Carneide” vo- aver fine, con buona pace di colo- zione a materiali tossici. Prima gli cenzo Benincasa, 64 anni, Prazioni ad opera del responsabile ci- gliamo rammendare l’inconsi- ro che invocano il silenzio in no- operai lavoravano in reparti sepaia a Mare; Salvatore vile, il collegio penale si stenza del loro percorso profes- me di un opinabile turismo già rati, poi la fabbrica si è trasformaCristallino, 61 anni, Saè visto costretto a rinvia- sionale, sottolineando che se compromesso in questa parte di ta in un unico ambiente con la Ipotesi di reato pri; Ivo Comegna, 58 re l’udienza per permet- qualche successo si è registrato Calabria. La magistratura deve far conseguenza che, come ha ricorcontestate sono anni, Praia a Mare; tere alle parti in causa di il merito esclusivo è del sindaca- luce anche sul destino degl’innu- dato Alberto Cunto «i fumi delle Giuseppe Ferrari, 76 porre rimedio alle notifi- to Slai Cobas e non di chi per cir- merevoli finanziamenti pubblici sostanze tossiche, lavorando il omicidio colposo anni, Arezzo; Lamberche risultate irregolari. ca un decennio ha remato contro erogati all’azienda praiese e alle tinto, venivano indiscriminatae inquinamento Non cala, quindi, la rab- nonostante i proclami e il millan- eventuali complicità politiche o mente a contatto con tutti i lavoto Priori, 83 anni, Milaambientale bia e l’amarezza dei pa- tato credito. E la storia continua, d’altro genere che hanno consen- ratori. Le sostanze chimiche cono; Pietro Marzotto, 72 renti delle vittime della nella quasi generale indifferenza. tito alla proprietà di operare per loranti scorrevano sulle parti moanni, Concordia SagitMarlane costituitisi, tra l’altro, L’udienza di ieri avrebbe - secon- anni nella quasi assoluta impuni- bili delle macchine producevano taria; Ernesto Emilio Fugazzoparte civile nel processo in que- do Cunto - dovuto dare il “La” ad tà. Ma bisogna far presto - ha evi- polveri che si espandevano nella, 71 anni, Cassina Rizzardi. un procedimento penale difficil- denziato ancora il coordinatore l'ambiente e venivano respirate, stione. Lomonaco, Taricco, Benin«Altro appuntamento, presso il mente comparabile nel nostro dello Slai Cobas - perché su mol- così come le polveri che si propacasa, Cristallino, Comegna, Tribunale paolano, con quello che paese, e per numero di decessi e ti ricorrenti incombe la mannaia gavano quando si pulivano le Ferrari e Priori, secondo l’acsi avvia a diventare – secondo Al- per numero di ammalati, volendo della prescrizione. Gli errori pro- macchine con l’aria compressa. cusa, violando le disposizioni berto Cunto, coordinatore dello trascurare il reato di truffa pur cedurali non hanno consentito fi- Senza nessun aspiratore». in materia di prevenzione des. s. Slai Cobas di Cosenza - un pro- considerato durante la fase istrut- nora l’avvio della fase dibattimengli infortuni sul lavoro, avreb- L’ira dei parenti delle vittime Il rappresentante dei Cobas denuncia: rischia d’essere una farsa dalla prima UNA STRAGE CHE RESTERÀ SENZA RISARCIMENTO: È GIUSTIZIA? DI PIERO SANSONETTI Da tredici anni va avanti la vicenda Marlane. Ma siamo lontanissimi dalla conclusione. Ieri c'è stato un altro rinvio al processo. Ormai è un'abitudine. Probabilmente nei prossimi mesi assisteremo a ulteriori rinvii e il processo non si farà mai e finirà tutto in prescrizione. Eppure stiamo parlando di un reato gravissimo. A occhio e croce si tratta di “strage”. Le vittime sono almeno quaranta, ma forse di più, forse un centinaio. Tutti morti per tumori o altre malattie provocate dalle condizioni di lavoro, negli anni sessanta, e settanta e ottanta. Gli imputati sono in parte manager, in parte personaggi eccellenti, come Pietro Marzotto, che è uno dei maggiori e più celebri imprenditori del Nord Italia. Se la caveranno tutti. Ma non è questo il problema. Chi scrive non è mai andato matto per le condanne, le manette, le punizioni. Pensa che le pene non servano a risolvere i grandi problemi della nostra società. Il problema qui è che nessuno verrà risarcito. E che la nostra società, e anche il nostro sistema di “Opinione”, se ne infischiano di un reato di questo genere, e cioè dello sfruttamento estremo dei lavoratori che giunge fino a mettere la loro salute – e persino la loro vita – nel conto costo/benefici. Quali sono i benefici? I profitti per i padroni della Marlane. E i costi ? I costi sono i morti. Il processo Marlane è uno dei più grandi scandali della giustizia italiana. Ieri, dopo pochi mesi, si è concluso con una condanna il processo contro il giovane Ciafik, ragazzo re- sponsabile di un gravissimo omicidio colposo plurimo (sono morte otto persone per colpa della sua imperizia e dissennatezza di guidatore). Perché il processo contro i responsabili di una strage colposa ancor più grande (e dove la causa del delitto non è stata imperizia ma volontà di guadagno) deve durare dieci volte di più, venti volte di più, e concludersi con un nulla di fatto? Perché le vittime e le famiglie delle vittime devono restare senza risarcimento? In genere, quando si parla di necessità di riformare la giustizia, si pensa a Berlusconi. Machissenefrega di Berlusconi, di Bocassini, di Ruby e del Bunga Bunga: il processo Marlane è una cosa seria. Anche se purtroppo si svolge in Calabria, e dunque nel solito totale disinteresse dei giornali nazionali, delle Tv e del mondo politico. 11 SABATO 29 ottobre 2011 D A L CATANZARO Sono state trovate numerose tracce di impronte digitali, ma su nessuna di queste è possibile effettuare una comparazione. In altri termini, non sono utilizzabili i numerosi frammenti di impronte digitali trovati su alcuni elementi raccolti nell’ambito dell’inchiesta sulle bombe fatte esplodere lo scorso anno contro la Procura generale di Reggio e l’abitazione del procuratore generale Salvatore Di Landro, e sull’intimidazione al procuratore di Reggio, Giuseppe Pignatone, con un bazooka fatto trovare davanti la sede della Dda reggina. A questa conclusione sono giunti i periti nominati dal gip di Catanzaro, Assunta Maiore, che ieri ha acquisito gli esiti degli accertamenti tecnici nel corso dell’incidente probatorio. I periti, Non è stata inoltre, non trovata alcuna hanno trovato nessuna traccia biologica traccia bioloda cui estrarre gica dalla il Dna quale si possa estrarre il Dna. Saranno invece acquisite nell’udienza dell’1 dicembre gli esiti delle perizie sui filmati relativi alla bomba alla Procura generale. Nell’ambito dell’inchiesta sulle intimidazioni ai magistrati reggini nei mesi scorsi sono state arrestate quattro persone, ritenute mandanti ed esecutori della strategia della tensione. L’inchiesta ha avuto un impulso decisivo dalle dichiarazioni del boss pentito Antonino Lo Giudice, che si è autoaccusato di essere il mandante ed ha chiamato in causa il fratello Luciano ed altre due persone: Antonio Cortese, ritenuto l’esperto di esplosivo della storica cosca reggina, e Vincenzo Puntorieri, legato allo stesso Cortese, accusati dell’esecuzione materiale dell’attentato. Le perizie riguarderanno alcuni capi d’abbigliamento trovati a casa di Cortese e Punto- P O L L I N O S T R E T T O Bombe di Reggio Nessuna verità dalle impronte Per i periti le tracce non sono utilizzabili In corso altre analisi sui resti degli ordigni L’entrata della Procura di Reggio subito dopo l’attentato del gennaio 2010 rieri che, secondo l’accusa, sarebbero compatibili con quelli indossati dai due attentatori ripresi da una telecamera al momento di si- Sequestrate cinque pale del parco eolico di Caraffa CATANZARO Cinque delle tredici pale del parco eolico di Caraffa sono state sequestrate ieri dalla guardia di finanza nell’ambito di una inchiesta che vede indagate quattro persone. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Livio Sabatini, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Carlo Villani. Per i reati di abuso e falso sono indagati Giuseppe A L L O calabria Ferraro, 62 anni, e Carmelo Misiti, 38 anni, ex funzionari del dipartimento delle Attività produttive della Regione Calabria. Per il reato di abuso edilizio sono invece sottoposti ad indagine il legale rappresentante della Ivpc Power4, Gianpietro Sanseverino, ed il legale rappresentante della Ivpc Power3, Oreste Vigorito. L’accusa sostiene che le cinque pale eoliche sono state costruite senza rispettare la distanza di 500 metri dalle abi- tazioni. Durante la conferenza di servizio sarebbe stata concessa l’autorizzazione alla costruzione degli impianti nonostante il parere contrario del Comune di Caraffa. Dopo l’inizio dei lavori per la costruzione delle pale eoliche i proprietari delle abitazioni hanno presentato una denuncia alla Procura della Repubblica che ha avviato le indagini. Due dirigenti della Regione Calabria hanno ricevuto l’avviso di conclusione indagini in relazione stemare l’ordigno lasciato davanti la Procura generale. Da analizzare anche i resti delle bombe fatte esplodere in via Cimino e in via alla realizzazione di un parco eolico nel territorio dei comuni di Caraffa, Marcellinara e Settingiano, nel Catanzarese. L’inchiesta era stata aperta nel 2006 e dopo essere passata da vari magistrati è arrivata al pm Carlo Villani che ha emesso gli avvisi di conclusione indagine. Il parco è stato inaugurato nel novembre del 2008. Sono tanti e diversi i parchi sorti in Calabria. Ed è per questo che il sostituto procuratore titolare del fascicolo sull’affaire eolico, Carlo Villani, ha iniziato a spulciare tra tutte le concessioni rilasciate ad oggi e che hanno portato alla nascita di pale eoliche nel territorio calabrese. Si parte dalla provincia di Catanzaro, per arrivare a ora Rosselli, oltre al bazooka fatto ritrovare su un marciapiede, nascosto sotto un vecchio materasso abbandonato ai margini di una strada utilizzata dagli uomini del pool antimafia nei loro spostamenti da e per gli uffici giudiziari ospitati al Cedir, il centro direzionale della città. Accertamenti saranno compiuti anche sulla cabina telefonica dalla quale Cortese, secondo l’accusa, ha avvertito il 113 della presenza del lanciamissili, e sulla registrazione della telefonata per avere la certezza che a chiamare sia stato proprio il presunto artificiere della cosca, l’uomo indicato dal boss pentito Antonino Lo Giudice, (difeso dall’avvocato Aldo Casalinuovo, che risponde come presunto istigatore dei due attentati, perché all’epoca dei fatti era detenuto) come esecutore materiale delle gravissime intimidazioni ai magistrati reggini. CorL’inchiesta tese e Puntosugli attentati rieri saranno e le intimidazioni sottoposti anche a peria Di Landro zia antropoe Pignatone metrica per confrontare i dati ottenuti dall’esame del filmato registrato dalla telecamera dell'impianto di videosorveglianza sistemata all’esterno della Procura generale. L’incidente probatorio concerne anche il ciclomotore Honda SH300 sequestrato ad uno degli arrestati e dello stesso modello di quello che si vede nel video dell’attentato alla Procura generale. Alla stessa perizia sarà sottoposto un ciclomotore identico che era stato sequestrato in una fase precedente dell’inchiesta, antecedente alle dichiarazioni di Lo Giudice, e che vedeva coinvolti, come presunti autori, esponenti della cosca Serraino di Reggio Calabria finita nel mirino della Dda della città dello Stretto con l'operazione “Epilogo”. GABRIELLA PASSARIELLO regione@calabriaora.it Cosenza, passando dal Crotonese. L’inchiesta della Procura di Catanzaro che punta a verifi- care il presunto pagamento di una tangente di due milioni e 400mila euro per le linee guida della Regione Calabria per la costruzione di parchi eolici è stata suddivisa in vari tronconi. Questo perché riguarda la realizzazione di impianti in provincia di Cosenza, Crotone, Catanzaro e Vibo Valentia. La competenza della Procura di Catanzaro nelle indagini, avviate negli anni scorsi dalla Procura di Paola (Cs) e poi passate a Cosenza, è determinata dal presunto coinvolgimento di ex amministratori regionali della passata giunta di centrosinistra, oltre che di presunti faccendieri ed imprenditori. ga. pa. MAMMOLA MAMMOLA (RC) «Esito negativo». Al telefono, la voce dell’operatore del centralino dei vigili del fuoco di Siderno non dà buone notizie. La signora Maria Rosa Sità è irrintracciabile. Non si trova. È dispersa nelle campagne di Mammola, alle pendici del monte Limina. La località è Filandro-Calavacia, a nord del paese, in direzione della provinciale che sale verso i costoni pre-aspromontani. L’anziana donna, che di anni ne ha 83 e soffre della sindrome di Alzheimer, è scomparsa l’altro ieri pomeriggio mentre si trovava in compagnia della figlia Giovanna e dei nipoti. Era una giornata tranquilla, come tante altre, trascorsa all’ombra dei castagni vicino alla casa rustica di proprietà della famiglia. La cronaca dei fatti, secondo fonti della polizia municipale mammolese, vuole che Nessuna traccia di nonna Rosina Era in campagna con figlia e nipoti Giovanna e i suoi bambini avrebbero perso di vista l’ottantatreenne per pochi minuti mentre stavano raccogliendo castagne. È bastato poco e quando si sono voltati verso la nonnina era già tardi. Lei non c’era. All’inizio, senza chiedere aiuto, hanno avviato le ricerche da soli, ma giunta la sera hanno allertato i carabinieri. Gli uomini dell’Arma hanno poi chiamato il distaccamento sidernese del comando provinciale dei vigili del fuoco di Reggio Calabria. Dalla serata di ieri e per tutta la notte, dunque, sul posto sono in azione gli uomini del comandante Franculli che ha impegnato dieci uomini tra squadra terrestre della squadra di Siderno, del Nucleo speleo alpino fluviale e anche quelli del Nucleo cinofilo provinciale. Le forze in campo assicurano che stanno «battendo palmo a palmo la zona interessata, trovando non poche difficoltà, a causa dell’impervietà dei luoghi». Ormai sono trascorse 48 ore e il pensiero va ai dirupi e agli animali selvatici che popolano il territorio boschivo. L’ipotesi più accreditata al momento è che la donna, fuori dagli sguardi dei famigliari, si sia allontanata e, viste le sue condizioni di salute, abbia perso l’orientamento, incapace di tornare sui suoi passi e di ritrovare la via di casa. Secondo fonti vicine all’ambiente domestico di nonna Rosina, in passato l’anziana aveva già avuto esperienze di disorientamento in paese, ma la situazione era fin da subito rientrata. Cosa diversa, invece, in un’area di aperta campagna dove è più difficile trovare dei punti di riferimento, con la bussola biologica che trova grosse difficoltà a funzionare come si deve. Non resta che attendere le prossime ore e confidare nella felice resa delle operazioni di ricerca. Angelo Nizza 14 SABATO 29 ottobre 2011 D A L CATANZARO Il tesseramento del Pdl calabrese vola. Iscrizioni a iosa. Tutti i maggiorenti del partito sono impegnati nella raccolta delle adesioni. I singoli promotori cercano di portare i pacchetti delle tessere direttamente in via dell’Umiltà, sede nazionale del Pdl, per evitare che altri mettano la propria etichetta sul tesseramento. Mentre il segretario Angelino Alfano sorveglia su tutto, i veri decisori, ovvero i detentori della pancia del partito, sono i capi e i vice capi dei gruppi parlamentari. Fabrizio Cicchitto, Maurizio Gasparri, Gaetano Quagliarello e Massimo Corsaro. Sono loro che hanno il controllo del partito sui territori. E non si pestano i piedi, anche se poi capita che nel reggino il cicchettiano Nino Foti deve vedersela con il gasparriano Giuseppe Scopelliti. Intanto, la sentenza della Corte costituzionale sull’incompatibilità tra le cariche di sindaco e di parlamentare è allo studio della cabina di regia perché tocca equilibri delicati. Un esempio, per intenderci. Il senatore Raffaele Stancanelli, nonché sindaco di Catania, nel caso volesse (dovesse) restare primo cittadino lascerebbe il campo a Nino Strano del Fli, cioè finiano. Fumo negli occhi per il Pdl. Diverso è il caso di Michele Traversa – i bene informati sostengono, senza prove, che l’interessato avrebbe in corso P O L L I N O calabria A L L O S T R E T T O Tesseramento Pdl In Calabria numeri da record I big del partito a caccia d’adesioni Nel reggino Foti dovrà cercare di non pestare i piedi al governatore L’invito a tesserarsi sul sito del Pdl un’interlocuzione con Roma affinché egli possa ricevere un qualche riconoscimento politico – dicevamo: se Traversa resta sindaco gli subentra Luigi Fedele. Il quale – sempre secondo taluni boatos – accetterebbe provvisoriamente il seggio, salvo poi a rinunciare in favore dell’aennino Francesco Grillo, molto vicino a Scopelliti. Fedele farebbe come fece Giovanni Dima che si dimise da consigliere regionale l’ultimo giorno utile, lasciando il posto a Gabriele Limido, vicino alla Destra di Storace. Chi ieri è andato in vetrina è il vice ministro Aurelio Misiti che si è imbattuto in una situazione paradossale. Al punto da ricevere una reprimenda da parte del suo ministro Altero Matteoli in occasione del voto di giovedì alla Camera dove è passato un emendamento di Idv nel quale si sono sottratti risorse per la costruzione del Ponte sullo Stretto. Misiti si è impapocchiato. Ma i paradossi sono stati due. Uno riguarda appunto lo stesso Misiti che mai avrebbe potuto votare contro il Ponte polemiche in riva allo stretto La Ecomafie: nessuna omissione nella relazione CATANZARO «È grave e soprattutto è falso affermare che nella Relazione sulla Calabria elaborata dalla Commissione bicamerale d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti siano stati “occultati” i rapporti tra ’ndrangheta e amministratori locali responsabili dell’affidamento di appalti nel territorio di Reggio Calabria». È quanto sottolinea in una nota la Commissione presieduta da Gaetano Pecorella (nella foto) in risposta alle dichiarazioni di alcuni consiglieri regionali del Pdl. «Ad ogni buon conto prosegue la nota - gli uffici della Commissione d’inchiesta stanno provvedendo a inviare alla Presidenza del Consiglio della Regione Calabria copia della relazione approvata all’unanimità dalla Commissione nella seduta dello scorso 19 maggio, fatta propria dalla Camera, con una mozione approvata sempre all’unanimità, nella seduta del 23 giugno. «La Relazione è stata inoltre presentata a Crotone - si afferma ancora nel comunicato - lo scorso 18 ottobre alla presenza, tra gli altri, del procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone. Sarà inoltre cura degli uffici della Commissione evidenziare tutti i passaggi relativi alle modalità di infiltrazione mafiosa negli appalti del settore, sfuggiti ad una lettura, evidentemente poco attenta, della Relazione in questione». Sulla questione è intervenuto anche il senatore Gennaro Coronella, capogruppo del Pdl nella Commissione di Inchiesta sui Rifiuti, che ha chiarito «l’equivoco in cui sono incorsi i consiglieri regionali del Pdl calabresi, che hanno confuso la risoluzione pubblicata dalla Camera dei Deputati con la relazione pubblicata dalla Commissione e presentata a Crotone il 18 ottobre scorso». Sempre ieri i consiglieri comunali di Reggio Calabria del Pdl hanno inoltrato un nuovo invito a «chiarire quanto emerso dalla relazione» e a «spiegare ai cittadini come Reggio è stata amministrata». «Siamo convinti - hanno dichiarato in una nota congiunta - che chi da anni calunnia e offende i suoi avversari politici debba invece pensare a giustificare le proprie azioni quando queste hanno rilevanza penale». Perché, conclude la nota, quello che emerge dalla relazione «è uno spaccato preoccupante che, se confermato, risulterebbe gravissimo per i soggetti in questione non solo sul piano politico ma soprattutto su quello morale». perché ricopre la carica di vice ministro alle Infrastrutture proprio per assecondare la realizzazione del manufatto. Il secondo paradosso è che Antonio Di Pietro, quando era ministro ai Lavori pubblici del governo Prodi, impedì che venisse liquidata la società Stretto di Messina per non pagare – si giustificò allora Tonino – le penali. Che saranno ugualmente pagate se l’opera non sarà costruita. Altro qui pro quo rinveniente dal pianeta azzurro calabrese lo ha segnalato ieri il notista Claudio Tito laddove ha notato che l’onorevole Ida D’Ippolito non frequenterebbe più l’aula parlamentare da quando Berlusconi ha promosso sottosegertario Pino Galati. Entrambi lametini. BRUNO GEMELLI b.gemelli@calabriaora.it ora alleanze elettorali L’Adc a Scopelliti: non esiste solo l’Udc CATANZARO Alleanza zione ma di tutta la politica di centro prosegue il suo ra- italiana. Su Berlusconi, Piodicamento sul territorio. Ie- nati è laconico: «Continuiari il segretario nazionale di mo ad appoggiarlo, ma ha Adc Francesco Pionati è sta- perso tempo. Già da gennato a Reggio Calabria per be- io Adc gli ha chiesto quelle nedire la nomina di Vanna riforme che adesso sta apMazzitelli commissario pro- prontando in pochi giorni e vinciale e membro della se- solo dopo le pressioni delgreteria nazionale del parti- l’Europa». Forse galvanizzati dalla to. “Stellette” anche per Pasquale Romeo che diviene presenza del leader nazionaresponsabile nazionale del li, gli esponenti calabresi di dipartimento cultura del- Adc hanno rivolto un appello a Scopelliti. «Il presidenl’Adc. «Dopo lo straordinario te Scopelliti dovrà tenere conto ansuccesso alche di Allele regionali Ieri Pionati anza di in Molise era a Reggio centro in dove Adc Calabria se ha sfiorato per benedire vuole creail 7% - ha la nomina re una coadetto Frandella Mazzitelli lizione in cesco Piogrado di nati – il partito continua a crescere vincere le prossime sfide e a radicarsi su tutto il terri- elettorali – ha detto il retorio nazionale e punta mol- sponsabile regionale orgato sulla Calabria dove ha già nizzativo del partito, Maxiottenuto alle scorse ammi- miliano Granata -. Si dovrà nistrative dei risultati lusin- tenere presente, in particoghieri a Cosenza, a Catanza- lare, che non esiste solo ro e a Taurianova». Adc di- l’Udc in Calabria, ma che fende il bipolarismo e il cen- per vincere le elezioni c’è bitrodestra, ma punta a rap- sogno di una nuova coaliziopresentare una forza di au- ne dove la presenza dell’Adc, tentico rinnovamento non può essere determinante». solo nell’ambito della coaliRiccardo Tripepi cambio al vertice Anci, fumata nera Slitta tutto a dicembre CATANZARO Si è riunita ieri a Lame- Scopelliti e Musi per assegnare la presizia Terme l’assemblea regionale dell’Anci denza dell’Anci ad Arena e la presidenza dell’Upi Calabria a Mario per eleggere il nuovo presiOliverio (o a Francesco De dente in sostituzione di SalNisi). Un accordo che fece vatore Perugini che rimane infuriare molti sindaci perpresidente pro tempore. ché l’intesa, ancorché spenUna riunione molto partedibile sul piano politico, apcipata se è vero che sono pariva inaccettabile sul piastate segnalate 144 presenno formale perché queste ze tra sindaci e voti delegacariche non sono della diti. La fumata è stata nera, sponibilità della politica. sicché è tutto slittato al 5 dicembre prossimo. A leggere Nell’Anci funziona così: una testa un voto; un sindaco un il documento interlocutorio voto. E quell’accordo testi– che ha ricevuto solo quatmoniò – a detta di molti tro voti contrari – è stato il sindaco di Reggio Calabria sindaci – il caos presente nel Pd. E le dimissioni di Demetrio Arena, candidato Musi ora hanno resettato in pectore per la presiden- Demetrio Arena tutto, compreso il citato za. Il documento sottoscrit“baratto”. Adesso si ricoto ha assegnato all’avvoca- Con le dimissioni mincia d’accapo. Mentre il to Perugini il compito di di Musi salta Pdl è tutto proiettato su promuovere un tavolo poliil “baratto” Arena - anche se un eventico che, in sinergia con i tuale scelta di Traversa per sindaci medesimi, trovi un siglato restare sindaco di Catanzaaccordo unitario. Come è con Scopelliti ro potrebbe in ipotesi riacostume storico dell’Anci prire i giochi - , nel Pd si Calabria. Bisogna ricordare, per ricollocare la vi- sta cercando di far confluire tutti i voti del cenda nel suo giusto alveo, che, nella pre- centrosinistra sul sindaco di Crotone Pepcedente riunione del 14 settembre, si svi- pino Vallone. br. gem. luppò una sorta di “baratto” politico tra 15 SABATO 29 ottobre 2011 D A L P O L L I N O A L L O calabria S T R E T T O ora finanziamenti per il sud ROMA Il ministro per i Rapporti con le Regioni e per la Coesione territoriale, Raffaele Fitto, ha convocato per giovedì 3 novembre alle ore 10, presso il ministero, un incontro con i presidenti di Abruzzo, Gianni Chiodi, Basilicata, Vito de Filippo, Calabria, Giuseppe Scopelliti, Campania, Stefano Caldoro, Molise, Michele Iorio, Puglia, Nichi Vendola e Sicilia, Raffaele Lombardo. Ne dà notizia in una nota lo stesso ministero. La convocazione fa seguito alla richiesta dei governatori di un incontro “urgente” con il ministro Fitto, per avere dei chiari- Fondi Por, Fitto incontrerà i governatori Il ministro svelerà gli indirizzi dell’esecutivo. Tramonti (Csil): occasione importante menti sugli indirizzi del governo in merito ai fondi europei destinati al Sud. «Il riferimento alla revisione strategica dei programmi comunitari contenuto nell’elenco degli impegni assunti dal governo nazionale nei confronti dell’Europa - hanno detto Gianni Chiodi, Vito De Filippo, Giuseppe Scopelliti, Stefano Caldoro, Michele Iorio, Nichi Ven- dola e Raffaele Lombardo - desta preoccupazione e solleva gravi dubbi circa il rischio di compressione indebita delle prerogative istituzionali dei diversi livelli di governo e di riduzione delle risorse complessivamente disponibili per le politiche di coesione». L’ufficio stampa della giunta regionale della Basilicata ha ricordato che «già nei giorni scorsi i governatori del Sud aveva- no preso posizione in maniera unanime sulla vicenda auspicando una scelta di condivisione. Per questi motivi le Regioni chiedono urgentemente al ministro per i Rapporti con le Regioni un incontro perché siano illustrati con chiarezza gli indirizzi del Governo e siano questi condivisi preliminarmente all’adozione di qualsiasi decisione in merito a programmi la cui responsabi- Ponte sullo Stretto Il governo lo vuole La Russa: la mozione vale quello che vale. Insorge l’Idv COSENZA Il governo non fa nessuna marcia indietro sul ponte sullo Stretto. E anzi precisa che «la mozione approvata giovedì dalla Camera non cancella la realizzazione» della mega infrastruttura. «L’opera, infatti - rende noto l’ufficio stampa di Palazzo Chigi è solo in parte finanziata dall’intervento pubblico. L’onere complessivo dell’infrastruttura prevede anche la partecipazione di capitale privato, l’utilizzo di Fondi strutturali e di altre fonti». In questo modo si chiude il cerchio sul «malisteso» - per come lo ha definito ieri il sindaco di Reggio Calabria, Demetrio Arena - intercorso giovedì tra il vice ministro Aurelio Misiti e il ministro Altero Matteoli. Un malinteso che ha creato una situazione paradossale nella quale Misiti sarebbe andato contro la volontà dell’intero governo per essere infine sconfessato lapidariamente dal titolare del dicastero: «Evidentemente - le parole di Matteoli - il vice ministro Misiti ha espresso un parere a titolo personale, che non corrisponde a quanro pensa il governo né, tantomeno, il sottoscritto». Ma ieri è stato il ministro della Difesa Ignazio La Russa a svelare ancor meglio la strategia politica attuata giovedì dal governo, che ha votato positivamente la mozione presentata dall’Italia dei valori solo ed esclusivamente per non andare nuovamente già alla Camera. «La mozione approvata giovedì - dice infatti il ministro - non dice che non si farà il ponte sullo Stretto di Messina», ma che il governo «eventualmente» può sopprimere i finanziamenti per l’opera, «ma posso assicurare che non lo farà». «Una mozione - ha continuato La Russa - non si nega a nessuno, ma vale per quello che vale. Ed io dico che il go- verno non sottrarrà niente zie alla nostra iniziativa in dai fondi destinati al ponte». Parlamento, ci dà l’opportuImmediata la replica del se- nità di riflettere sull’uso sconnatore Stefano Modica del- siderato del danaro pubblico. l’Idv che bolla come «un’usci- E ci restituisce un protagonita farneticante» la dichiara- smo che dobbiamo attivare zione del ministro La Russa fin dal subito, attraverso ini«che minimizza la mozione ziative pubbliche concrete e che rappresenta la maggio- partecipate». Dunque, da ieri c’è la quaranza del parlamento che l’ha sostenuta». «Se continua a si certezza che il miliardo e 770 milioni sostenere di euro di che il govermobilitare fondi pubblino decide e ci, di cui 470 non il Parlai cittadini milioni per il mento - miSe il ministro solo anno naccia Modica - vorrà di- continua a sostenere 2012 quale contributo ad re che riche il governo decide Anas spa per sponderemo la sottoscricon milioni e non il Parlamento zione e l’esedi firme che risponderemo cuzione di diranno al aumenti di ministro che con milioni capitale della la Sicilia co- di firme società Stretme la Calato di Messina bria vogliono strade e ferrovie, lavoro e am- spa, non saranno più dirottabiente». Un monito ripreso ti sul trasporto pubblico locaanche dai consiglieri regiona- le (così come impegnava la li calabresi dell’Idv, Emilio mozione dell’Idv) ma sarà De Masi, Giuseppe Giordano utilizzato come meglio aggrae Mimmo Talarico: «I cala- derà all’esecutivo. Con buobresi ed i siciliani non hanno na pace di chi, ieri, aveva vibisogno di infrastrutture inu- sto finalmente uno spiraglio tili, che collegherebbero due di buon senso nell’azione del deserti - hanno dichiarato -. governo. Avere accantonato il progetDOMENICO MICELI to del ponte sullo Stretto, grad.miceli@calabriaora.it Ecopellets, riapertura vicina ROSSANO (CS) Ha preso il via ufficialmente la serie di step interlocutori finalizzati al risanamento burocratico della Ecopellets di Cropalati (Cs). Il primo incontro si è tenuto ieri mattina a Cosenza, presso il Di- praggiunto impegno del consulente partimento provinciale di urbanisti- comunale, la riunione è stata sospeca, dove i tecnici dello stesso ente, sa e riprenderà il prossimo lunedì quelli nominati dall’azienda e il con- mattina, giorno in cui si darà un’accesulente incaricato dal Comune cro- lerata all’iter procedurale. Non fosse altro per le urgenze palatese hanno gete le scadenze che tato le basi per defiSono oltre 150 hanno i lavoratori nire la pratica che gli operai che ruotano intorno autorizzi la riapertuall’azienda. ra della fabbrica. che hanno Un indotto di oltre Una sola ora, dalle 9 rischiato di alle 10, breve ma in150 operai: circa 25 perdere il lavoro collegati direttatensa durante la quale le parti intermente all’azienda, di venute (erano presenti anche il sinda- cui 18 addetti ai macchinari e 7 autico Fabrizio Grillo e il segretario com- sti. Più un altro centinaio che si occuprensoriale della Cgil Area urbana, pa del taglio del legname, contrattuaVincenzo Casciaro) hanno “sondato” lizzato con società collaterali. La magla documentazione e, soprattutto, la gior parte sono persone che hanno ferma volontà di riuscire a mettere a già famiglia e per le quali questo lavoposto nel più breve tempo possibile la ro vuol dire tanto. Forse tutto, dal questione. Tuttavia, a causa di un so- momento che rappresenta l’unica en- Ieri il primo incontro a Cosenza. I lavoratori: fare in fretta Alcuni dei lavoratori della Ecopellets di Cropalati trata. Da giovedì sera i lavoratori sono rientrati a casa dopo giorni di occupa- lità di gestione ricade nelle competenze regionali». Secondo il segretario generale Cisl Calabria «è necessario indirizzare i fondi del Por Calabria 20072013 su pochi ma chiari obiettivi, quali investimenti, infrastrutture e lavoro perché si tratta di un’occasione da non perdere». «Se si dovesse perdere la scommessa del Por - ha concluso Tramonti - perderebbe l’intera Calabria compromettendo di fatto le stesse prospettive di crescita e di sviluppo della nostra regione». r. r. zione e sit in sulla 106. Avevano deciso che lo avrebbero fatto solo nel caso in cui avessero visto con i loro oc- chi nero su bianco. Ma anche questa volta è prevalso il buon senso (almeno da parte loro) e hanno ascoltato il consiglio di colui che oggi viene definito «un amico», ovvero Vincenzo Casciaro. «Una mattinata strana è stata quella di ieri - ci ha confidato uno dei lavoratori -. Svegliarsi e pensare di non poter andare a lavoro mi disturba. Quante volte invece prima ho pensato che avrei voluto dormire un po’ di più. Oggi - ha aggiunto - non lo penso, anzi. Non vedo l’ora, spero il più presto possibile, di riprendere la mia solita routine. Io, come tanti altri miei colleghi, ho bisogno di questo lavoro, ho le rate del mutuo da pagare, i libri e i quaderni per la scuola dei miei figli. Mi auguro davvero - ha concluso l’operaio - che tutti si mettano una mano sulla coscienza e che arrivino presto ad una soluzione. Non vedo l’ora che aprano i cancelli di quella fabbrica». ALESSANDRO TROTTA a.trotta@calabriaora.it 20 SABATO 29 ottobre 2011 calabria ora R E G G I O Processo “Savana” Il gup condanna tutti VILLA SAN GIOVANNI Era colpito da fermo Arrestato dagli agenti Gli imputati sono accusati di associazione mafiosa Sono state sostanzialmente accolte le richieste del sostituto procuratore Sara Ombra nell’ambito del processo “Savana”. Ieri il gup di Reggio Calabria, Antonino Laganà ha emesso il dispositivo di sentenza con cui ha condannato Giovanni Morabito a 7 anni di prigione, Dante Brancatisano a 5 anni di reclusione, così come Rocco Falcomatà. Per Giovanni Talia, invece, la condanna è di 2 anni di prigione con pena sospesa. Tutti sono accusati di associazione a delinquere di tipo mafioso. Il processo trae origine dall’omonima operazione portata a termine tra il 1998 e il 1999 dalla Squadra Mobile di Milano unitamente a quella di Reggio Calabria e che disarticolò parte della cosca “Mora- bito” di Africo, al cui vertice vi era Giuseppe Morabito, alias “tiradrittu”. In precedenza, alcuni imputati avevano optato per il rito ordinario, e sono stati assolti dai giudici d’appello di Milano, a seguito di ben due sentenze d’annullamento della Cassazione, perché non veniva riconosciuta la ‘ndrangheta in Lombardia. Così, partendo da questi elementi, il pm Sara Ombra ha sostenuto davanti al gup Laganà la responsabilità degli imputati contestando il reato associativo nel luogo in cui si sarebbe verificata l’attività di direzione dell’associazione. Sono state portate a sostegno della tesi dell’accusa anche le sentenze “Aspromonte” e “Ar- monia”. Per questo al termine della sua requisitoria, il pm aveva presentato delle richieste che sono state quasi integralmente accolte dal gup nella sua sentenza. Di parere opposto le difese, rappresentate dagli avvocati Managò, Moio, Nobile e Santambrogio, i quali hanno sostenuto con forza come la sentenza di Milano comunque dimostrerebbe l’innocenza degli imputati. Tra l’altro, secondo la difesa, mancherebbero proprio degli elementi per far ricondurre agli imputati la responsabilità per associazione mafiosa. Prospettazione evidentemente non condivisa dal gup che ha accolto, invece, la tesi accusatoria condannando tutti gli imputati. Consolato Minniti Nell’ambito dei servizi straordinari di controllo del territorio disposti dal Questore di Reggio Calabria Carmelo Casabona, giovedì, personale della Polizia di Stato del Commissariato di Villa S.G., diretto dal vicequestore aggiunto Gregorio Marchese, ha tratto in arresto L.F, 52 anni, pregiudicato, colpito da ordine per la carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Asti. Nei fatti, una volante del Commissariato, durante un posto di controllo, ha proceduto al fermo di un veicolo condotto dal soggetto arrestato che, a seguito dei consueti accertamenti, risultava colpito dal citato provvedimento. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato condotto presso la casa circondariale di Reggio Calabria. Inoltre, nella giornata del 26 ottobre scorso, personale del medesimo Commissariato, durante una perquisizione domiciliare finalizzata alla ricerca di armi o munizionamento, ha deferito all’autorità giudiziaria, in stato di libertà, O.F., 29 anni, responsabile di possesso illegale di munizionamento e per omessa custodia di armi. Gli studenti seguiranno Meta “Conoscere è vincere”, il progetto prevede la presenza in tribunale Un laboratorio innovativo per far entrare in contatto il mondo della scuola con quello della giustizia quello presentato ieri nei locali dell’ufficio scolastico provinciale di Reggio Calabria. Il Museo della ndrangheta, l’associazione Libera e l’ufficio scolastico, con l’adesione del tribunale di Reggio Calabria, hanno infatti dato vita a “Conoscere è vincere”, il nuovo percorso che porterà numerose scuole reggine a compiere una vera e propria pratica quotidiana di legalità. «Il progetto che presentiamo – spiega Claudio La Camera, responsabile del Museo della ndrangheta – rientra nella logica delle attività che da tempo stiamo portando prio alle udienze di questo avanti insieme a Libera e na- processo. Oltre alla dimensce dall’esigenza di fare da sione critica ne verrà fuori cassa di risonanza a questo anche una di tipo emotivo altipo di attività, anche attra- le quali, attraverso delle rapverso la partecipazione della presentazioni concrete, sarà dato risalto scuola che nelle fasi firappresenta L’idea è del proil nostro indel Museo della nali getto. «Ci teterlocutore privilegiato niamo molto ’ndrangheta e per i progetti a questo perdell’associazione di conoscencorso – affer“Libera” za». “Conoma Salvatore scere è vinceMafrici di Lire” nasce a seguito della co- bera – così come molto ci abstituzione di parte civile di Li- biamo tenuto, con tutto il bera al processo “Meta” e gruppo dei legali di Libera prevede la possibilità per gli Reggio Calabria e con il supstudenti, dopo un periodo porto dell’ufficio legale napreliminare di formazione zionale dell’associazione, a nelle scuole, di assistere pro- essere parte nel processo attività di prevenzione Controlli del CfS Elevati 27 verbali Nelle ultime settimane è stato dato un forte impulso all’attività di prevenzione in generale e controllo del territorio su tutta la provincia di Reggio Calabria da parte dei Reparti operativi del Cfs. Nell’ambito di tali servizi sono stati effettuati da parte del personale operante 537 controlli di polizia nel corso dei quali sono stati identificati 729 soggetti e controllati 333 veicoli. Tale attività di prevenzione ha portato diverse contestazioni di natura amministrativa per un totale complessivo di 76 ver- bali. Tra gli altri sono stati elevati 13 verbali inerenti la legge sulla caccia, 24 il codice della strada che hanno portato al fermo amministrativo di un autoveicolo ed al ritiro di una carta di circolazione, 9 per la violazione della normativa regionale sugli incendi, 2 di polizia veterinaria per esercizio del pascolo senza trasmissione al sindaco del modello per la transumanza, 11 per violazione sul vincolo idrogeologico. Le attività di controllo proseguiranno nei prossimi giorni. “Meta”». «Abbiamo ritenuto infatti – continua – che la nostra campagna dovesse fare un salto di qualità ed entrare in quella che è la sede preposta all’affermazione della verità e della giustizia, all’interno di un processo nel quale sono contestati dei reati che vanno a ledere le finalità statutarie di Libera». Intervenuto alla presentazione anche il presidente del tribunale di Reggio Calabria Luciano Gerardis: «Il mio ruolo qui – sottolinea – non può che essere di giudice terzo e non può essere di supporto a nessuna delle parti del processo, aderiamo infatti a questo progetto per quel che riguarda la partecipazio- scopo benefico ra la disponibilità a dialogare con le giovani generazioni che sono quelle che realmente discutono di elementi basilari per far crescere le coscienze». «Dobbiamo costruire il futuro di questi giovani – conclude Geria –, renderli capaci di essere persone responsabili e soprattutto libere, non condizionate dalla mentalità della ndrangheta». Katia Ferrara il chiarimento della lida Calendari della polizia Ecco come acquistarli Anche quest’anno, è possibile acquistare, a scopo benefico, il calendario da parete e da tavolo della Polizia di Stato 2012, dal titolo “C’è più sicurezza insieme”. Il costo previsto sarà di 8 euro per la versione da parete e di 6 euro per la versione da tavolo ed il ricavo della vendita andrà a finanziare il progetto dell’Unicef contro la malnutrizione infantile nel Camerun. Le prenotazioni dei cittadini saranno accettate, entro le 14 del 16 novembre, esclusivamente dall’Urp della Questura di Reggio Calabria, previa esi- ne dei ragazzi all’amministrazione della giustizia e l’educazione alla legalità, affinché si contribuisca a un processo culturale che faccia progredire la città». La parola infine al coordinatore dell’ambito territoriale provinciale Vincenzo Geria: «Oggi si dimostra di investire molto nel dialogo con gli studenti e con la scuola, vedo anche nella magistratu- bizione della ricevuta di versamento effettuato sul conto corrente postale n. 745000, intestato a “Unicef Comitato Italiano”, avendo cura di indicare nella causale “Calendario della Polizia di Stato 2012 per il progetto Unicef nel Camerun”. I calendari acquistati saranno consegnati dal predetto Ufficio Relazioni con il Pubblico della Questura che rimarrà comunque a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti al numero telefonico 0965/411539, dal lunedì al sabato dalle 8 alle 14. Cane bruciato a Pellaro? No, disinfettanti errati Nei giorni scorsi la Lida aveva lanciato un appello al fine di ottenere notizie utili, poiché era stata diffusa la notizia che a Pellaro un cane era stato ustionato, in non meglio precisate circostanze. Le voci che si erano rincorse su questo fatto avevano dato una visione preoccupante dell’evento. Puntuale è stata l’attività dell’Upgsp della Questura di Reggio Calabria, che in poco tempo ha condotto alla spiegazione della vicenda, ricollocando l’episodio nella sua giusta cornice. Una donna di origine straniera trovava al cancello di casa un povero cane affetto da gravi patologie, lo accoglieva ed a causa della non informazione a riguardo, tentava di curare le ferite con disinfettanti non adeguati, provocando di fatto involontariamente un aggravamento della situazione. Altre donne volenterose, viste le gravi condizioni del cane, interessavano un veterinario il quale a titolo totalmente gratuito, anzi con proprio dispendio, curava lungamente con amore e dedizione il cane, il quale migliorava nettamente giungendo a felice guarigione. 21 SABATO 29 ottobre 2011 calabria ora R E G G I O no carbone day Il movimento contrario alla costruzione della centrale a carbone a Saline Ioniche si mobilita nuovamente in occasione del “No carbone day” per continuare la battaglia ambientalista. Ieri al Museum Center i rappresentanti del coordinamento hanno presentato il presidio di questa mattina di fronte all’ex Sipi di Saline a partire dalle 9.30 analizzando a tutto campo il contesto della vicenda che sta dietro la centrale e formulando a Repower una richiesta netta: o fa uno sviluppo in linea con il nostro territorio o vada via. Nodo fondamentale è la natura dell'investimento di Repower: pubblico o privato? Per il coordinamento è pubblico. Marcus Keller del movimento svizzero “Futuro invece che carbone” chiarisce: «Repower non è privata ma appartiene all’85 per cento al settore pubblico. Il primo 46 per cento delle azioni è del Cantone dei Grigioni mentre l'altro è di altre due ditte svizzere. Repower sta facendo un progetto contro la volontà delle regioni e la nostra popolazione non accetta di investire in un futuro sporco». «Questo intervento si spaccia per privato ma c'è un'autorizzazione in deroga del Gover- Barillà incalza: «Repower va controcorrente» Keller: «Forse ha forti interessi economici» no», afferma Barillà, che stimola Keller: «Repower ha detto che non può forzare la decisione se le amministrazioni e popolazioni locali hanno espresso contrarietà al carbone. Allora perché continuano?». «Ci saranno forti interessi economici che non conosciamo bene ma non possiamo accettare che vadano a Saline quando è stato già detto no», risponde Keller. Quest'ultimo aggiunge anche che in Italia ci sono tanti problemi con Repower come la «frode scoperta 3-4 mesi fa e il procedimento di antitrust per il coordinamento illegittimo dei prezzi». «Gli interessi di Repower non sono legati al progresso del territorio di Saline – incalza Barillà – in quanto per trarre vantaggio dagli investimenti dovrebbe usare tecnologie arretrate». Per il coordinamento, inoltre, il consolato svizzero formalmente ha evidenziato il bisogno di creare le condizioni per l'investimento e la Svizzera «ha criticato l'Italia in quanto non rispetterebbe gli impegni sulle emissioni», dice Barillà. Il presidente dell'associazione Nemesis Franco Me- duri solleva il problema della produzione di bergamotto che sarebbe messa in crisi dalla centrale e chiede al governo regionale di focalizzare l'attenzione sul porto di Saline «come punto d'ingresso dell'area grecanica e della Città Metropolitana». Ed oggi sarà presente alla manifestazione anche Assoberg. Il coordinamento, poi, invita Sei ad aprire un confronto pubblico e chiede chiarezza agli amministratori locali esprimendo una loro posizione sull'investimento. «Occorre un'assunzione di responsabi- l’adesione all’evento «Chiudere con una politica energetica vecchia e dannosa» straccia della precisa «volontà espressa in passato da Comuni, Provincia di Reggio, Regione Calabria e ministero per i Beni culturali che hanno detto “no” al progetto vanno respinti in ogni modo continua De Gaetano - Alla Sei e a chi oggi sta sostenendo il progetto evidente- mente non importa che il carbone sia la prima minaccia per il clima del pianeta e non importa che Saline abbia già pagato un costo altissimo in termini di devastazione ambientale ad altri velleitari, insostenibili progetti imprenditoriali». Mentre la comunità internazionale impone ai singoli Stati la robusta riduzione delle emissioni di Co2 e l’incremento delle energie alternative, infatti «in Calabria cosa vogliono costruire? Una centrale a carbone che ci regalerà altri 7 milioni e mezzo di tonnellate di Co2 l’anno. Una prospettiva assurda e inaccettabile, rispetto alla quale continueremo a ribadire con forza la nostra contrarietà, unendo la nostra voce a quella dei cittadini e delle associazioni riunite nel comitato per il “no” al carbone». Antonella Pirrotta l’adesione all’evento/2 Il movimento Mda sicuro: «Saremo presenti» Il movimento Mda ha aderito con entusiasmo alla manifestazione a Saline: «Contro l’uso - si legge nella nota - del carbone per un lavoro degno, per contrastare i cambiamenti climatici e tutelare la salute dando la speranza al nostro futuro». «Se sarà costruita a Saline la grandissima centrale del malefico carbone, giornalmente saranno bruciati 7.000/t. di carbone e circa 15.000/t. di ossigeno. Saranno prodotte circa 20.000/t. di anidride carbone e circa 50 miliardi di Kcal. Giornalmente saranno disperso nel nostro cielo, minimo circa 2- due/t. di ceneri». «Ceneri leggere, volatili ultra super fini e nano-particelle, cancerogene e radioattive, ricche di arsenico, piombo, amido, mercurio, cromo e altri metalli pesanti nocivi». «Ceneri ricche di zolfo, cloro, di cui ossidi si formeranno le venefiche piogge acide, molto aggressive delle vie respiratorie dell’uomo oltre che perniciose per le piante». «Il caldo alido del mega forno, inonderà sempre i polmoni ed il sangue di noi tutti, entro un raggio di almeno cinquanta chilometri da Saline Joniche». «I bambini prima di nascere – viene sottolineato dal presidente del movimento Mda Larosa avranno un minore sviluppo dell’apparato, gli anziani per malattie per malattie polmonari andranno incontro a morti molto premature». «Ci saranno mol- esistono ma non sono trasparenti - osserva - oppure, se non ci sono, è lo stesso un grave problema». Il rappresentante di Legambiente ha anche ricordato i pareri discordanti alla costruzione della centrale del Ministero dell'Ambiente (positivo) contrariamente a quello ai Beni culturali, che devono coincidere, assieme alla posizione favorevole della Regione, che, invece, ha detto no. «Un'eventuale forzatura del decreto sarebbe quindi un fatto irresponsabile». Alessandro Crupi la manifestazione De Gaetano: «Stop al progetto» «Il futuro della Calabria, e dell’Italia, non può essere il carbone: dobbiamo chiudere con la vecchia e dannosa politica energetica italiana, frutto di interessi di lobby finanziarie, e pretendere che si investa seriamente, una volta e per tutte, nelle energie alternative. Aderisco per questo alla giornata di manifestazione nazionale contro il carbone in programma oggi e al presidio di Saline Joniche organizzato dal movimento “No carbone calabrese”». Lo annuncia in una nota stampa il consigliere regionale Nino De Gaetano. «Lo andiamo ripetendo da anni: per l’area di Saline Joniche, dove la Sei vorrebbe impiantare una centrale a carbone, serve un grande progetto di sviluppo turistico che parta proprio dalla bonifica e riqualificazione del sito dell’ex Liquichimica». I tentativi di fare carta lità», sostiene Barillà. Sulla mancanza di dialogo con Sei, Beatrice Barillaro del Wwf Calabria fa notare al coordinamento che Sei, in passato, aveva inviato una serie di inviti ai movimenti ambientalisti. «L'invito ha avuto due risposte dalle associazioni», risponde Barillà, «con le valutazioni di impatto ambientale e affermando pubblicamente che non vogliamo incontri privati ma pubblici nelle sedi istituzionali». E ricorda che i sindaci dell'area hanno evidenziato che «non ci sono rapporti con Repower». «O te più case di cura e ospedali, affollati di malati e dei loro cari. Lunghe file di pazienti con tumori sempre più presenti». Le farmacie venderanno molti più farmaci, moderni, ricercati, cari e potenti, per poter salvare la vita dei degenti trattenuta sempre più a stento con i denti. «Gli alberi moriranno, i frutti e le verdure non saranno più commestibili.” “Il bergamotto, simbolo della nostra zona sarà per sempre sterminato. Questo sarà – si legge in conclusione della nota del massimo dirigente del Mda, certamente senza esagerare certamente il nostro spaventoso grigio mondo di domani» Vladimir Nucera “Fermiamo il carbone” Mobilitazione nazionale Contro l’uso del carbone, tro ogni strategia di riduche inquina, minaccia gra- zione delle emissioni di vemente la salute dei citta- anidride carbonica, contro dini, uccide il clima e co- la salute, lo sviluppo del stringe i lavoratori del com- territorio dell’agricoltura, parto energetico a un futu- del turismo e della pesca e ro fatto solo di precarietà, contro l’occupazione, poioggi le 35 associazioni del- ché, rispetto al settore inla coalizione “Fermiamo il novativo e in crescita delle carbone” organizzano una fonti rinnovabili, rappremanifestazione nel Polesi- senta una scelta energetica ne ad Adria contro la ricon- ormai obsoleta. versione della centrale di Con i recenti referendum Porto Tolle, e presidi a Sa- oltre 26 milioni di italiani line Jonihanno riche, La vendicato «Rifiutare Spezia, Vail diritto di tutti insieme la do Ligure e decidere Brindisi. contrapposizione del proprio Il goverun tra lavoro, salute futuro: no ha decifuturo di e ambiente» so contro vera sicurezza enerogni logica di puntare sulle centrali a getica e per scongiurare che carbone: la fonte fossile a i cambiamenti climatici maggiore emissione speci- raggiungano livelli distrutfica di gas serra. A Porto tivi per l’ambiente, il benesTolle, Enel progetta la con- sere e la stessa specie umaversione di una centrale a na. «Con la giornata di ogolio combustibile in una a gi - dichiarano i promotori carbone della potenza di della mobilitazione, che 2000 MW nel mezzo del lanciano anche la sottoscriparco del Delta del Po. zione di un appello - ci riQuesto comporterebbe volgiamo a tutti, anche a l’emissione di oltre 10 mi- coloro che subiscono il rilioni di tonnellate l’anno di catto occupazionale, ovunCo2: l’equivalente di oltre 4 que in Italia vi siano provolte le emissioni annuali getti di ritorno al carbone, per rifiutare tutti insieme la di una città come Milano. Prevista anche la ricon- contrapposizione tra lavoversione di vecchie centra- ro ambiente e salute, coli come Rossano Calabro e minciando invece a costruila realizzazione di nuovi re un lavoro dignitoso, una gruppi come a Vado Ligure società basata sull’interesse e Porto Torres o addirittu- comune e non su quello di ra la costruzione di nuovi poche lobbies, sulla possiimpianti come Saline Joni- bilità di un futuro sosteniche. Una scelta che va con- bile per tutte e tutti». 19 SABATO 29 ottobre 2011 calabria ora C O S E N Z A La pax mafiosa in città svelata dal pentito Galdi Le sue confessioni entrano nel processo contro il clan Bruni Le confessioni del “dottore” fanno il loro ingresso nel processo Telesis. Ieri, infatti, a Catanzaro è iniziata l'udienza preliminare a carico di 48 persone, molte delle quali sospettate di costituire l'organico del clan “Bella bella” guidato, fino a poco tempo fa, dal defunto Michele Bruni e da alcuni dei suoi familiari. Questa almeno è l’ipotesi dei magistrati che, per oltre un anno hanno lavorato al caso, prima di scatenare il blitz che, lo scorso 13 dicembre portò quasi tutti i sospettati dietro le sbarre. Il caso ha poi voluto che a rappresentare l'accusa in questa vicenda giudiziaria fosse un altro Bruni, che di nome fa Pierpaolo. Ma omonimie a parte, il primo atto formale del sarebbe ora parte integrante di pm della Dda è stato quello di un'unica grande famiglia deallegare agli atti del processo, i linquenziale. Se così fosse, verbali di ben quattro collabo- dunque, apparterrebbero orratori di giustizia. Si tratta, nel- mai al passato le ruggini innel'ordine, di Vincenzo Dedato, scate dall'omicidio del capostiAngelo Colospite Franceso, Luigi Pasco Bruni seE un altro ternostro e nior, avvenucollaboratore appunto lui, to a luglio del Francesco 1999. Un detira in ballo Galdi, al secolitto che, sela discoteca lo “Il dottore”. condo gli in“Sin club” L'uomo, fuoquirenti, scariuscito dal tenò in città la gruppo Chirillo di Paterno Ca- terza guerra di mafia, ora oglabro, riferisce di aver appreso getto del processo “Terminain carcere notizie relative ai tor”. A detta di Galdi, però, si nuovi assetti criminali nella tratterebbe di contrasti ormai città di Cosenza. E a suo dire, superati. Dal canto loro, Dedail gruppo Bruni, storicamente to e Colosso riferiscono particontrapposto agli clan locali, colari già noti, ma che gli in- la sentenza Beccato con l’arma carica Sconterà 2 anni e 8 mesi Lo scorso 26 settembre fu arrestato dai carabinieri poiché trovato in possesso di una pistola con il colpo in canna. Per quei fatti, ieri, il ventenne Danilo B. ha patteggiato due anni e otto mesi di carcere che sconterà ora agli arresti domiciliari. Era difeso dall’avvocato Antonio Ingrosso. A metterlo nei guai, all’epoca, fu quella pistola calibro 7,65 con tanto di proiettili inseriti nel caricatore. L’arresto era avvenuto alle prime luci del mattino in via Rossini. I carabinieri si erano recati sul posto dopo aver ricevuto una segnalazione a proposito di pre- senze “sospette” nei pressi di uno dei tanti bar della zona. Alle spalle di via Rossini, infatti, i militari si imbattevano in un’automobile con due giovani e, alla vista delle forze dell’ordine, Danilo B. si dava repentinamente alla fuga, salvo essere bloccato dopo un breve inseguimento. Il suo compagno, nel frattempo, approfittava della situazione per darsi alla fuga. Stando a ciò che , in seguito lo stesso Danilo B. riferì ai carabinieri, quell’arma avrebbe dovuto essere utilizzata contro un altro giovane per risolvere in quel modo una disputa amorosa. quirenti ritengono utili a dimostrare l’esistenza stessa di un’organizzazione con a capo la famiglia Bruni. Un elemento di novità, invece, è rappresentato dalle dichiarazioni di Luigi Paternostro, alias “u pizzaiolo”, un ex cuoco che sostiene di conoscere diversi segreti dei clan cosentini. Relativamente ai fatti di “Telesis”, l’uomo ha parlato della discoteca “Sin club”, presentandola come un’attività controllata dal gruppo, tant’è che, all’epoca, era esentata dal pagamento del pizzo. La discoteca, com’è noto, segna anche il coinvolgimento dei due carabinieri, all’epoca titolari della società che gestiva il locale e oggi coinvolti en- TELESIS Le auto dei carabinieri schierate durante il blitz che il 15 dicembre 2010 portò all’arresto della presunta cosca Bella bella trambi nell’inchiesta con l’ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa. Non solo pentiti, però. Tra gli assi calati dal pm Bruni c’è anche una copiosa documentazione relativa ad “Anaconda” un altro procedimento giudiziario aperto contro il clan Cicero di San Vito. Questo perché tra le numerose intercettazioni compiute nell’ambito di quell’indagine, alcune sono considerati pertinenti a sostenere l’accusa contro i Bruni. Per il resto, altre acquisizioni hanno riguardato il presunto traffico di droga svolto dalla cosca. Non a caso, all’ipotesi di associazione mafiosa si somma anche quella finalizzata al narcotraffico. Dopo la costituzione delle parti, l’udienza preliminare è stata poi rinviata al 18 novembre per consentire al gup Abigail Mellace di studiare tutta la nuova documentazione. MARCO CRIBARI m.cribari@calabriaora.it Ultrà cosentini aggrediti Condannati 21 ebolitani Le loro violenze avevano portato alla so, scavalcamento e invasione di campo in sospensione della partita. Al secondo mi- occasione di manifestazioni sportive per nuto i tifosi dell’Ebolitana, anche in rea- quanto accaduto all’interno del campo zione all’aggressione del portiere della sportivo. Contestata anche la violazione squadra salernitana, avevano dato inizio della legge “anti ultras”. Gli episodi del a una fitta sassaiola. Violenze continuate 2005 erano stati gravissimi tanto da portare alla sospensione e all’esterno dello stadio poi al rinvio del match Dirceu con la tifoseria del Le violenze dopo meno di due minuCosenza e con le forze risalenti al 2005 ti di gioco, per gli incredell’ordine. sciosi episodi di violenza. Identificati dopo gli comportarono Gli incidenti, che hanscontri del 2005 ieri per la sospensione no coinvolto ltifoseria 21 ultras biancazzurri, della partita ebolitana, sono iniziati sono arrivate le condangià prima dell’incontro e ne: la più pesante è stata di 2 anni e quattro mesi, la più mite di no- sono proseguiti allo stadio. Al culmine si ve mesi di carcere. Lo riferisce il sito re- era arrivati dopo un solo minuto di gioco, sport.it, a margine del processo concluso- quando Spicuzza, portiere dell’Ebolitana, si ieri Per tutti le accuse erano di violen- ha subito nei primi minuti della gara una za e minaccia, resistenza a pubblico uffi- violenta aggressione, che ha costretto il ciale aggravata, per gli scontri all’esterno giovane atleta a ricorrere d’urgenza alle dello stadio e lancio di materiale pericolo- cure ospedaliere, per ferite e contusioni Un’immagine dei tafferugli scoppiati a Eboli nel 2005 prima della partita al capo e al resto del corpo. La reazione dei sostenitori di casa non si sarebbe fatta attendere: e sono state scene di ordinaria follia, che hanno costretto il direttore di gara a sospendere la partita. Gli incidenti andarono avanti per oltre venti minuti dopo la gara e sedati solo grazie al prezioso intervento delle forze dell’ordine, carabinieri che subirono le violenze degli ultras. Ieri le condanne per gli pseudo-tifosi. corso mazzini il caso Il bimbo ha le convulsioni, i suoi genitori hanno sporto querela per il reato di lesioni colpose Donna rom sorpresa a rubare da “H&M” La nascita traumatica di un neonato, ora ricoverato in fin di vita all’Annunziata di Cosenza, è oggetto di una querela sporta da una coppia di Grimaldi, secondo cui, i danni causati al bambino sarebbero da imputare all’operato dei medici. La denuncia, presentata per il tramite del legale Roberto Le Pera, è finita ora sul tavolo del procuratore capo Dario Granieri che, nelle prossime ore, deciderà se indagare o meno sulla vicenda. I fatti risalgono a pochi giorni fa, in particolare al 21 ottobre, giorno in cui la partoriente si recò in ospedale per via dei forti dolori avvertiti all’addome. A seguito di un’ecografia, le venne riscontrato una “chiusura del collo dell’utero”. Nulla di strano secondo la dottoressa che la visitò in quell’occasione, ma la paziente insistette ugualmente per sottoporsi a un tracciato. L’indisponibilità delle macchine, in quel momento Una donna di etnia rom è stata denunciata a piede libero per un furto compiuto nel negozio “H&M” di corso Mazzini. Ieri pomeriggio, infatti, la signora in compagnia della sua figlioletta aveva sottratto alcuni capi d’abbigliamento dagli scaffali, tentando poi di uscire indisturbata dall’esercizio commerciale. E’ stata però bloccata dagli uomini della sicurezza che hanno poi avvertito i poliziotti di quartiere. Quest’ultimi, giunti sul posto, hanno poi provveduto a identificare la donna, limitandosi però a denunciarla in stato di libertà. Non si è potuto procedere, infatti, al Neonato in fin di vita, denuncia in Procura L’ingresso dell’ospedale cosentino tutte occupate, non consentì l’effettuazione dell’esame. Si tratta di un episodio collegato ai successivi e drammatici eventi? A stabilirlo sarà la magistratura. Nel frattempo, la donna (dell’età di 28 anni) si ripresentò in ospedale quattro giorni dopo, pronta a partorire, ma qualcosa non andò per il verso giusto. Il bimbo, infatti, proprio non voleva saperne di uscire e, come se non bastasse, lei lamentava dolori lancinanti e difficoltà respiratorie, tanto da suggerire ai sanitari il ricorso al supporto artificiale dell’ossigeno. Nel frattempo, i medici avrebbero esercitato forti pressioni sul suo addome, per facilitare la venuta al mondo del nascituro, il quale però già non emetteva alcun vagito. Sistemato nell’incubatrice e sofferente di convulsioni, lotta ora per la sopravvivenza. In seguito, la madre sostiene di aver appreso da un altro dottore che il malessere del bimbo era da attribuire proprio al trauma da parto. Circostanza che ha spinto, infine, i genitori a sporgere denuncia contro persone da identificare. L’ipotesi di reato è quella di lesioni colpose, contro il bambino ma anche contro la madre, tuttora affetta da fortissimi dolori. (mcr) Corso Mazzini suo arresto: vuoi per la scarsa consistenza della merce sottratta, ma soprattutto per via dello stato interessante della rom. Nessun provvedimento, invece, è stato preso nei confronti della minorenne in sua compagnia. SABATO 29 ottobre 2011 PAGINA 27 l’ora di Corigliano Redazione di Corigliano-Alto Jonio-Tel. 0983 290604-Fax 0983 292220 - Mail: corigliano@calabriaora.it SANITÀ&FARMACIE ospedale civile pronto soccorso guardia medica consultorio familiare farmacia de florio farmacia favaro farmacia rizzo FARMACIE tel. 0983/8801 tel. 0983/880236 tel. 0983/880218 tel. 0983/888266 tel. 0983\887837 tel. 0983\87042 tel. 0983\885302 farmacia romanelli tel. 0983\886297 farmacia romano tel. 0983\81023 farmacia russo tel. 0983\81119 farmacia san francesco tel. 0983\82043 farmacia scarcella tel. 0983\80017 farmacia taverna tel. 0983\87513 EMERGENZA carabinieri polizia stradale polizia stradale polizia municipale guardia di finanza corpo forestale vigili del fuoco tel. 0983\889703 tel. 0983\511122 tel. 0981\550011 tel. 0983\82879 tel. 0983\851350-60 tel. 0983\886000 tel. 0983\520555 COMUNE centralino segreteria sindaco polizia municipale ufficio beni culturali servizio taxi tel. 0983/83851 tel. 0983/82145 tel. 0983/81834 tel.0983/82879 tel. 0983/81823 tel. 0983/82260 tel. 334/8926687 tel. 345/5065965 Gli omicidi pianificati dal clan Santa Tecla, si parla pure del famigerato “summit” e dei nuovi equilibri Pietro Salvatore Mollo doveva essere ucciso. Così era stato deciso anche dal santista “giravite” dal carcere. Ma, come è notorio, ciò non avverrà perché Mollo morirà suicida in carcere un anno fa. Nel leggere gli atti dell’operazione Santa Tecla, troviamo anche questi particolari, che servono a fornire un quadro abbastanza completo e interessante dei nuovi equilibri criminali di Corigliano. Le vicende delle quali ci stiamo occupando sono raccontate al pm Luberto dal pentito coriglianese Carmine Alfano, il quale riprende dalla risposta che giunse dal carcere, alcuni giorni dopo la riunione presso casa sua. Dopo qualche giorno, è arrivata “l’imbasciata” di Tonino Giravite per il tramite del figlio, Salvatore. Ricordo che vi è stato un incontro a Schiavonea cui hanno preso parte Maurizio Barilari, Salvatore Mollo e Salvatore Bruno. Questo incontro si è verificato nello spazio Antonio Bruno alias “giravite” retrostante un ristorante di Schiavonea. Ho saputo del contenuto dell’incontro da Maurizio Barilari che mi ha detto che “Giravite” aveva mandato a dire che Salvatore Mollo doveva rimanere da parte confermando che a ritirare le estorsioni per il “locale” coriglianese doveva essere lui. Dopo qual- che tempo è uscito dal carcere Pietro Longobucco e, immediatamente dopo, Mollo è sparito dalla circolazione. Longobucco è rimasto in libertà solo qualche tempo, quando questi è stato arrestato nuovamente, Mollo è tornato a Corigliano e quindi è ripreso il contrasto con Barilari in quanto il Mollo aveva un proprio traffico di stupefacenti, faceva usura e dava fastidio chiedendo il pizzo a quanti già lo pagavano a Barilari. Quando è uscito dal carcere “giravite”, Maurizio Barilari non ha avuto soddisfazione nel senso che, contrariamente a quanto aveva mandato a dire per il tramite del figlio Salvatore, il Mollo non è stato allontanato da Corigliano. Quindi Barilari aveva capito che Bruno faceva il doppiogioco cioè, apparentemente legittimava Barilari, ma nella sostanza autorizzava le attività criminali di Mollo. Per questa ragione, Maurizio Barilari con Nicola Acri la protesta Fascismo e libertà: le scorie dannose della politica vanno eliminate Nel dibattito politico, ad onor del vero abbastanza scarno, si inserisce Livio Stefani, coordinatore cittadino e membro dell’esecutivo nazionale del movimento fascismo e libertà. In una nota dai toni decisamente polemici nei confronti di “certi” politici, Stefani sostiene: «E’ vero che Corigliano ha bisogno di politica, ma di una politica pulita, seria e propositiva. Ma per fare questo ci vogliono dei buoni “iniettori” necessari a filtrare bene il passaggio delle scorie mafiose e del malaffare, per togliere il nostro comune da questo evidente e preoccupante degrado morale, sociale ed economico. Queste scorie dannose devono essere necessariamente “filtrate”, perché vi sono ancora oggi in giro certi ex politici che con il loro modo di intendere la politica, a proprio uso e consumo, continuano a portare sul nostro territorio degrado sociale. Infatti alcuni di costoro affittano magazzini, ad uso “appartamenti”, a cittadini extracomunitari, senza che detti locali abbiano i minimi requisiti igienico-sanitari imposti dalla legge, così evadendo le tasse e non rispettando, gli obblighi previsti dalla normativa vigente anche in materia di sicurezza. Noi, invece, cittadini rispettosi delle leggi siamo chiamati in questi giorni a redigere i moduli del censimento...A questi ex politici – così termina la nota di Livio Stefani - diciamo che non devono dimenticarsi del passato, perché la “lumaca” va piano ma un giorno arriverà anche da loro». g.d.p. giudiziaria Tentato furto, domiciliari revocati a Veronese Revocati i domiciliari al ventenne del luogo Pasqualino Veronese, finito in manette a fine luglio con l’accusa di tentato furto aggravato in concorso, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale. Già in sede di convalida, il primo agosto, il gip ne aveva disposto la scarcerazione concedendogli il regime dei domiciliari. Nei giorni scorsi, accogliendo l’istanza dell’avvocato difensore Pasquale Di Iacovo, il gip ha ritenuto affievolite le esigenze di custodia cautela- re e ha revocato il regime dei domiciliari disponendo nei confronti di Veronese il divieto di allontanarsi dalla propria abitazione durante le ore notturne. Il giovane è accusato di essere uno dei due responsabili del tentato furto in un’abitazione in cui avrebbero cercato di introdursi forzando la finestra della camera da letto. I due, all’arrivo dei carabinieri, si erano allontanati con un ciclomotore rinvenuto nell’immediato e risultato rubato ad Acri. ed i fratelli Ginese decisero l’uccisione di “giravite” e Salvatore Mollo. Sempre Carmine Alfano, e non solo, è quello che riferisce della circostanza che Mollo, collaborato da altri aveva organizzato un canale di importazione di stupefacente in Corigliano, per così dire, alternativo a quello della cosca. Mollo avrebbe approfittato di un momento particolare per la malavita coriglianese, rimasta priva di un capo carismatico e comunque oscilla fra la fedeltà alla cosca zingara e la tentazione di stabilire rapporti con la linea criminale tradizionale rappresentata dai Forastefano di Cassano. Giravite, allorché, nel corso del 2005, riacquista la libertà non riesce ad imporre una propria politica criminale per cui rimane in una posizione sostanzialmente pilatesca cercando di lucrare anche dai traffici di Mollo. GIACINTO DE PASQUALE corigliano@calabriaora.it Racconti e aneddoti nel libro della Freccia L’improvvisa emersione di un ricordo, il gioioso recupero di momenti dell’infanzia, un lembo di passato che sembrava sepolto nelle profondità dell’essere. E tutto ciò genera una straordinaria felicità. Una felicità che non consiste nel semplice dato memoriale, ma nel suo senso, nelle verità cui fa approdare. “U spaventapassiri nnammureti e altri racconti in Coriglianese”, il libro di Isabella Freccia, altro non è che un compendio di storie tra emozioni, ricordi, sentimenti, tradizioni, scritte con penna agile e divertente. La presentazione del volume si terrà domani domenica 30 ottobre, alle ore 19, presso la sala convegni della chiesa Santi Nicola e Leone di Corigliano Scalo. L’autrice, stimata insegnante coriglianese, non ha la pretesa di inseguire velleità letterarie. Orgogliosa delle sue origini, pur narrando con luminosa semplicità scorci della sua esistenza, ha compreso fino in fondo l’essenza di una scoperta: non vi sono pseudo-scuole di cultura e moralità da seguire, è importante dare ascolto solo all’educazione del cuore. Nel testo, gli aneddoti, i personaggi, le vicende che Isabella Freccia racconta con leggero, scorrevole e personalissimo stile, intervallate non di rado da significativi intermezzi, sono testimonianza di uno spaccato reale della vita vissuta in anni magici, i cui ricordi restano scolpiti nella memoria di tutti quelli che quegli anni li hanno vissuti. È un libro di ricordi, dunque. Ma non ricordi persi nel tempo, bensì ricordi recenti di un passato prossimo. partiti Riorganizzazione in casa del Pdl Giorni di duro e intenso lavoro in casa Pdl, dove spira una dirompente aria di rinnovamento intrisa di quella voglia di mettersi al passo con i tempi voltando pagina e cambiando rotta. “Conditio sine qua non” è la riorganizzazione e il riassetto dello stesso partito, impavidamente deciso a continuare a recitare il ruolo di protagonista nello scenario politico locale, attenendosi strettamente a quelle che sono le direttive stabilite dal segretario nazionale Alfano. Un passo necessario e, per certi aspetti, dovuto, posto che il periodo che si sta vivendo non è certamente dei più propizi e si riflette in un atteggiamento di sfiducia e di repulsione verso la politica sterile e affaristica, incurante degli effettivi problemi del territorio e dei giovani. A lanciare un messaggio chiaro ed inequivocabile è il segretario cittadino del Pdl, Giuseppe Policastri (foto) per il quale non è condivisibile un atteggiamento di insensata ostilità e di idiosincrasia scaturente da atteggiamenti e responsabilità che ci sono stati in passato, senza la benché minima voglia di formulare proposte alternative. Sul versante esterno nessuna battaglia di retroguardia. «La nostra continuerà ad essere un’azione politica proiettata in avanti» è il principio cardine del segretario pidiellino, accompagnato dall’invito alla moderazione e al confronto pacato con le forze politiche di opposizione che, dall’altro lato, dovrebbero cercare di dimostrarsi meno acrimoniose. «Il messaggio che viene da Roma –ha continuato Policastri- è un messaggio chiaro. Il partito cambia sia a livello nazionale che a livello locale, attraverso un nuovo metodo organizzativo che si fonda sul coinvolgimento degli iscritti». Dati demoscopici alla mano, per il Pdl di Corigliano tutto questo rappresenta più che una concretezza un punto di partenza, anzi, di riavvio. Se, finora, momenti di confronto interno ce ne sono stati, questi non hanno mai assunto la dimensione di un congresso dal quale usciranno i nuovi organismi di rappresentanza. Francesco Albamonte 35 SABATO 29 ottobre 2011 calabria ora V I B O N E S E MILETO Ancora spari, nella notte, nella cittadina normanna. Un località divenuta in questi ultimi giorni una sorta di El Paso, mitica città di frontiera del Far West. Non si arresta l'escalation criminale nel comune di Mileto. E non passa notte, ormai, in cui la cronaca non si ritrova purtroppo costretta a registrare il triste ripetersi di azioni delinquenziali, perpetrate ai danni di titolari di esercizi commerciali attivi sul territorio. Dopo i quattordici colpi di pistola indirizzati da ignoti, nella notte tra mercoledì e giovedì, verso le saracinesche del superSi tratta di episodi che, in alcun mercato Comodo, possono passare sotto nad sito nella silenzio e sui quali si sta centralissima intensificando l’azione delle forze via Duomo, dell’ordine, impegnate a fare luce. ad entrare, nella notte tra A ciò si deve anche aggiungere giovedì e vel’indignazione forte e convinta di nerdì, nel mitutti noi, poiché quanto accaduto rino dei maloffende tutta la comunità viventi sono Vincenzo Varone - sindaco di Mileto state altre due I due negozi presi di mira dai malviventi che hanno esploso diversi colpi di pistola attività in essere nella città capoluogo: metri di distanza dal super- scorsa, è più o meno la stessa due i proiettili che hanno col- dell’accaduto, nella mattinata l’edicola di proprietà di Anto- marcato Conad. Il primo è po- che ha precedentemente ri- pito la saracinesca dell'edicola, di ieri, sono stati gli stessi pronio Delorenzo e il negozio di sizionato di fronte alla villa co- guardato il Conad. Anche in mentre ben otto sono stati prietari dei due negozi, i quali elettrodomestici di proprietà munale e ad un tiro di schiop- questo caso, infatti, ignoti, quelli che, dopo aver oltrepas- hanno prontamente allertato di Alfonso Russo, entrambe si- po dal palazzo municipale, il molto probabilmente a bordo sato i due portoni d’ingresso i militari dell'Arma della locatuate in pieno centro cittadi- secondo è allocato dirimpetto di un’automobile, hanno spa- del negozio di elettrodomesti- le stazione dei carabinieri, cano, sul corso Umberto I, trat- alla suggestiva piazza Italia. E rato alcuni colpi di pistola al- ci, hanno infranto delle vetrine pitanata dal maresciallo Alesto urbano della Strada statale la dinamica riscontrata dagli l’indirizzo dei due esercizi e danneggiato una lavatrice e sandro Demuru. Al vaglio de18. I due esercizi commerciali inquirenti nell’azione portata commerciali. Dai primi ri- una macchina da cucire situa- gli inquirenti, chiamati a dipasi trovano a poche decine di avanti dai malviventi la notte scontri effettuati, sono stati te all'interno. Ad accorgersi nare l’intricata matassa, anche Mileto, sale la tensione La criminalità alza il tiro Nuove intimidazioni contro i commercianti della città verso il congresso l’iniziativa Pd, prorogato il tesseramento I democrat serresi in cerca di nuove adesione al partito SERRA SAN BRUNO La sezione locale del Pd rende noto che, «a seguito di una riunione tenutasi lo scorso 25 ottobre presso la sede del partito situata nel centralissimo corso Umberto I e alla luce di una comunicazione pervenuta dalla segreteria regionale, i termini di adesione per l’anno 2011 saranno prorogati». Le iscrizioni, infatti, proseguiranno fino a domani dalle 10 alle 12.30, in modo tale da «raccogliere e accogliere l’adesione di quanti credono negli ideali democratici e riformisti di un grande partito popolare e di massa qual è il nostro». Nel corso della riunione, alla quale hanno preso parte numerosi iscritti e dirigenti, si è discusso della «difficile situazione» che sta attraversando il nostro Paese in questo periodo e della «poca credibilità che questo governo di centrodestra ha in Italia, ma soprattutto in campo internazionale», trattando altresì le questioni che riguardano più da vicino la cittadina serrese. Il dibattito è stato caratterizzato da una stimolante e viva partecipazione alla discussione, al termine della quale sono state programmate una serie di iniziative da intraprendere in ambito locale, poiché diverse sono le «lacune dell’amministrazione comunale guidata dal primo cittadino, Bruno Rosi, insediatasi da oltre cinque mesi, che sta dimostrando esclusivamente la propria inadeguatezza, nonchè scarsa concretezza, nell’affrontare e risolvere i numerosi problemi che in questo caso vi sono le immagini registrate nel corso della notte dalle telecamere a circuito chiuso posizionate all’esterno della scuola media statale e del palazzo municipale, ma anche di altri enti situati nei pressi del centro storico di Mileto. Attualmente, pur con le dovute cautele, l’ipotesi più accreditata appare quella facente riferimento al racket delle estorsioni, anche se non si tralasciano altre strade. E a far capire, se mai ce ne fosse bisogno, la delicatezza del momento che sta vivendo la cittadina normanna, arriva a stretto giro di posta la presa di posizione del sindaco Vincenzo Varone, il quale con una nota esprime vicinanza e solidarietà «ai commercianti di Mileto rimasti vittime, nelle ultime ore, di tre distinte intimidazioni notturne a colpi d’arma da fuoco. Tutto ciò - ha sottolineato - a soli pochi giorni di distanza dall’altro episodio delittuoso di qualche giorno fa: la rapina consumata ai danni di una gioielleria. Si tratta di episodi che non possono in alcun modo passare sotto silenzio e sui quali non mancherà l’azione ferma e decisa delle forze dell’ordine, già impegnate a fare luce su queste intimidazioni. Ma a ciò - ha concluso Varone - si deve anche aggiungere l’indignazione forte e convinta di tutti noi, poiché quanto si è verificato offende profondamente l’intera comunità di Mileto, da sempre dedita al lavoro e all’impegno sociale». Giuseppe Currà In primo piano il coordinatore del Pd, Paolo Reitano, durante un incontro affliggono la nostra cittadina. Il circolo del Pd - si legge nella nota non può non denunciare le diverse criticità che attanagliano il territorio e che non vengono affrontate con adeguata incisività dall’amministrazione comunale: il continuo e inesorabile smantellamento del locale presidio ospedaliero; la scarsa efficienza nella raccolta differenziata e nella gestione del ciclo dei rifiuti, nonostante sia stato deciso l’aumento della Tarsu di oltre il 43%; il problema dell’acqua che tuttora arriva nelle case dei serresi con colore e odore poco rassicuranti; l’inadeguatezza nella gestione della macchina amministrativa del Comune e le iniquità nella gestione dei dipendenti comunali e di Lsu e Lpu. Questi sono solo alcuni im- portanti temi ai quali ancora oggi la giunta comunale non ha dato alcuna risposta concreta, seria e tangibile». Per il Partito democratico serrese, dunque, si prospetta un importante e intensa fase politica che da subito vedrà impegnati i militanti locali in iniziative e battaglie politiche volte soprattutto alla «difesa del territorio e dei suoi cittadini». Le procedure di tesseramento sono state avviate anche nei paesi limitrofi ed, in particolare, nella zona di Nardodipace, dove il responsabile locale del partito, Nazareno Salvatore Franzè, si sta adoperando anche per l’organizzazione della manifestazione nazionale che si terrà il prossimo 5 novembre a Roma in piazza San Giovanni. Alessandro De Padova Joppolo, un concorso per i presepi artistici JOPPOLO L’appuntamento con la “Mostra dei presepi artigianali” è stato confermato anche per quest’anno dall’associazione culturale joppolese “Agostino Nifo”. Si giunge quindi alla quinta edizione di questa iniziativa che nel corso degli anni ha visto crescere il numero di partecipanti, ma anche il livello artistico dei manufatti. Da ormai tre ani l’esposizione viene tenuta nella sala cinema “Chiesuola” del centro storico del paese, ed i presepi vengo valutati da una giuria tecnica che assegna tre premi per le categorie, quella della “migliore rispondenza storica”, “migliore realizzazione”, “originalità”, oltre naturalmente a quello popolare che scaturisce dalla votazione di tutti i visitatori. Anche per questo Natale si attendono insomma piccoli capolavori di artigianalità, originalità o anche di semplicità, basta ricordare quelli degli anni passati con il presepe ricostruito intorno alla riproduzione della torre di Joppolo, creati in un acquario, realizzati con i materiali più vari ed inusuali e con risultati sorprendenti. «Spero - ha dichiarato il presidente dell’associazione culturale, Pasqualino Rodolico - nella buona riuscita della quinta edizione, sono comunque fiducioso per le esperienze degli anni passati e approfitto per invitare più gente possibile a presentare le proprie opere ed a visitare l’esposizione, perché mettiamo in risalto il vero significato del Natale e della famiglia. Tutti i componenti dell’associazione, nessuno escluso, si adoperano con entusia- Alcune opere della scorsa edizione smo alla buona riuscita della manifestazione. Quest’anno la mostra si svolgerà dal 22 al 29 dicembre, serata conclusiva della premiazione, al concorso può partecipare chiunque con la propria opera l’iscrizione è gratuita e al termine della manifestazione l’opera verrà restituita. Il termine utile per l’iscrizione e fissato per il 15 dicembre per informazioni potete contattarci ai numeri 3381596717, 3385943138, 3347103768». Quest’edizione, inoltre, verrà arricchita da un convegno che tratterà la tematica della famiglia, fornendo, quindi, un’ulteriore occasione per riflettere sui valori che stanno alla base della ricorrenza religiosa. Alessandro Sambito Sabato 29 Ottobre 2011 Gazzetta del Sud 4 Primo Piano . FONDI PUBBLICI Una nota di Palazzo Chigi precisa che la mozione approvata avantieri dalla Camera non pregiudica la realizzazione della grande opera «Il ponte sullo Stretto non è cancellato» L’onere complessivo dell’infrastruttura prevede la partecipazione di capitale privato. Divampa la polemica ROMA. Ponte sì? Ponte no? Non sembra avere fine la serie di “stop and go” che ormai dura da vent’anni. Dopo che avantieri l’aula della Camera ha approvato una mozione dell’Idv che prevede la «soppressione dei finanziamenti per la realizzazione del Ponte sullo Stretto», ieri è arrivata una precisazione da parte della presidenza del Consiglio: «La mozione approvata dalla Camera non cancella la realizzazione del ponte sullo Stretto. L’opera, infatti, è solo in parte finanziata dall’intervento pubblico. L’onere complessivo dell’infrastruttura prevede anche la partecipazione di capitale privato, l’utilizzo di Fondi strutturali e di altre fonti». Una nota che, però, non frena le polemiche tra le agguerrite dchiere di favorevoli e contrari alla grande opera.. «È tempo di parlare il linguaggio della verità su opere come il Ponte dello Stretto. Non si può pensare di gabbare i cittadini meridionali con promesse fantasmagoriche, mentre nelle nostre realtà mancano le strade e il territorio è a rischio idrogeologico». I consiglieri regionali calabresi di Idv, Emilio De Masi, Giuseppe Giordano e Mimmo Talarico, non hanno dubbi: «Il ponte sullo Stretto fa parte di un’era di finanza allegra e bolle speculative che ha prodotto sfracelli». Per De Masi, Giordano e Talarico «i calabresi ed i siciliani non hanno bisogno di infrastrutture inutili, che collegherebbero due deserti. Hanno bisogno di autostrade sicure, li- Un’elaborazione al computer del ponte sullo Stretto di Messina. La grande opera ormai da vent’anni è al centro di un interminabile “stop and go” nee ferroviarie efficienti, treni non da terzo mondo, un ambiente sano e di lavoro. Avere accantonato il progetto del ponte sullo Stretto, grazie alla nostra iniziativa in Parlamento, ci dà l’opportunità di riflettere sull'uso sconsiderato del danaro pubblico. E ci restituisce un protagonismo che dobbiamo attivare fin dal subito, attraverso iniziative pubbliche concrete e partecipate». «La presenza di capitali privati per la realizzazione del ponte – secondo Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd – è solo una leggenda metropolitana. Al momento le uniche risorse vere e disponibili sono tutte pubbliche, al massimo dai privati si avranno dei prestiti garantiti dallo Stato. Il Governo si ostina, nonostante tutto, a perseguire in un progetto di dubbia utilità che toglierà risorse ad opere ben più utili per l'Italia e gli italiani». Costruire il ponte sullo Stretto «sarebbe, già nelle opere preliminari, tanto oneroso quanto pericoloso per l’ambiente e la biodiversita» nelle aree interessate dai lavori»: lo sostiene l’associazione Slow Food, tra le promotrici del Forum nazionale «Salviamo il paesaggio» che si terrà domani a Cassinetta di Lugagnano (Milano). Commentando la mozione approvata dalla Camera, Silvio Greco, responsabile Ambiente di Slow Food, esprime «profondo sollievo per l’interruzione di questo scriteriato progetto che – dice – ha già sottratto al Paese tante risorse. Speriamo che questa sia la definitiva pietra tombale su un’idea che – conclude – non aveva nessuna ragione di esistere». «La mozione approvata alla Camera – ha dichiarato Nino Germanà del Pdl – non ha cancellato il progetto del ponte sullo Stretto di Messina, un’infrastruttura strategica talmente importante che il mercato e gli stessi privati stanno avallando». «Il ponte quindi si farà. Soltanto chi è politicamente ed economicamente miope – rileva – può considerare inutile la sua realizzazione, e la mancanza di prospettiva economica e lungimiranza politica è comprovata dalla circostanza che forse i detrattori dell’opera non hanno provveduto a valutare come conquistare economicamente i mercati dei 21 paesi frontalieri dell’Africa, affacciandosi sul Mediterraneo lungo tre direttrici, ovvero la Turco-Greca, la Spagnola-Portoghese e quella italiana che sarebbe potenziata grazie alla realizzazione del ponte». «Il ponte si farà» anche secondo il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca. Per Buzzanca, infatti, «l'esecutivo non terrà in nessun conto della mozione, e la realizzazione dell’opera non è assolutamente a rischio». Neanche se si scegliesse di privilegiare altre opere, come la Salerno-Reggio Calabria? Gli viene chiesto. «Si tratta di discorsi che viaggiano su piani assolutamente diversi – sostiene Buzzanca – perché i finanziamenti pubblici destinati al Ponte sono solo un terzo del totale, mentre per il resto saranno i privati a finanziarlo». Il primo cittadino di Messina ribadisce infine «l’assoluta utilità del Ponte, che è strategico per il conurbamento di due grandi città come Reggio e Messina, e che consentirà finalmente la realizzazione del Corridoio europeo che va da Berlino, a Messina, a Palermo, al Mediterraneo». «Credo che sarebbe veramente inspiegabile – afferma il presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo – se un governo che ha investito in questi ultimi 2-3 anni altre centinaia di milioni oggi si fermasse e tornasse indietro. Quindi il Ponte dovrà andare avanti». «Quella di Idv – ha aggiunto Lombardo – è una mozione per il potenziamento del trasporto pubblico locale che propone anche alcune copertura finanziaria. Quello che conta è trovare la copertura finanziaria e loro indicano anche la copertura pubblica per circa un miliardo e settecento milioni». «Chi pensa che definanziando il Ponte sullo Stretto se ne ottengono otto di miliardi – ha aggiunto Lombardo – non ha capito niente perchè la parte pubblica è di 1,7 milioni, la parte privata è di circa sei miliardi e mezzo». Sabato 29 Ottobre 2011 Gazzetta del Sud 10 Calabria . LAMEZIA TERME Chafik El Ketani, il 21enne che travolse e uccise un gruppo di ciclisti amatoriali lungo la Statale 18, ha ottenuto le attenuanti generiche! Otto anni di carcere per l’autore della strage I familiari delle vittime: pena troppo lieve. Il procuratore Vitello: rispetto la sentenza ma faremo ricorso Giuseppe Natrella LAMEZIA TERME È stato condannato ad otto anni di reclusione Chafik El Ketani, 21 anni, il marocchino che il 5 dicembre dello scorso anno, a bordo della sua auto, a Lamezia Terme, investì un gruppo di ciclisti amatoriali uccidendone sette. Un ottavo morì dopo alcuni mesi. L’accusa, sostenuta dal sostituto procuratore Domenico Galletta, nell’udienza precedente e al termine della fase dibattimentale, aveva chiesto una condanna a 10 anni per omicidio colposo plurimo pluriaggravato dalla guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. La sentenza è stata emessa ieri dal giudice dell’udienza preliminare di Lamezia Terme Carlo Fontanazza che ha concesso ad El Ketani le attenuanti generiche, riducendo così la pena inflitta rispetto a quella richiesta. Una sentenza, quella emessa dal gup, che non è stata accolta dalle famiglie delle vittime, presenti in aula, che hanno definito la condanna «una pena troppo lieve». Gennaro Perri, che quel giorno si salvò per miracolo e nell’incidente perse il fratello Rosario, ha commentato: «La pena ci sorprende molto, anche perché l’autore della strage sta comodamente a casa sua e va anche su Facebook, mentre ha travolto la vita di tante famiglie. Per quello che ha fatto, è una pena lieve, un anno per ognuna delle vittime». Hanno scelto di non commentare invece i familiari di un'altra vittima, Vinicio Puppin, che si sono limitati a dire di essere «delusi». Fabio Davoli, avvocato, anche lui nel gruppo dei ciclisti travolti ed uscito illeso dall’incidente, ha attribuito la responsabilità di una sentenza «al legislatore che ha lasciato una lacuna per questo grave tipo di reato». Per Davoli «il giudice ha deciso sicuramente in base alla sua coscienza», anche se a suo dire «c’erano gli elementi per il massimo della pena». Insoddisfatti anche i legali di parte civile. «Dobbiamo leggere le motivazioni – ha detto l'avvocato Francesco Pagliuso – per capire perché ci siano state le attenuanti generiche». Un punto, quest'ultimo, ripreso dall'avvocato Francesco Caglioti, secondo il quale «ciò che stride è l'equivalenza delle attenuanti generiche rispetto ad aggravanti specifiche. Anche gli amici dell'imputato hanno riferito che era solito mettersi alla guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti». Intanto, il sostituto procuratore Salvatore Vitello ha annunciato che la Procura «valuterà se fare fare ricorso in Cassazione, all'esito del deposito della motivazione, con riguardo alla congruità della pena, dato che il nostro ufficio aveva chiesto 10 anni di carcere, senza riconoscimento delle attenuanti generiche». Naturalmente, sottolinea Vitello, «c’è il massimo rispetto per la sentenza del gup». Ieri mattina, prima che il giudice si ritirasse per la camera di consiglio, il difensore di El Ketani, l'avvocato Salvatore Staiano, ha sostenuto che il suo assistito non guidava sotto l'effetto di sostanze stupefacenti e non c'era neanche la certezza dell'eccesso di velocità, chiedendo una condanna più mite. Il legale ha anche detto di avere chiesto al suo assistito di presentarsi in aula, ma che il giovane marocchino non se l’è sentita di guardare in faccia i familiari delle vittime. Dopo Staiano ha preso la parola il pm per una breve e dettagliata replica, evidenziando come non è vero che non vi c’è certezza sulla velocità dell’autovettura e sull’assunzione di sostanze stupefacenti da parte dell’imputato, perché le risultanze delle consulenze tecniche espletate hanno fornito assoluta certezza in ordine al fatto che l’imputato viaggiava ad una velocità pari almeno a 110 chilometri orari e che aveva assunto dello stupefacente, non più tardi di 2 o 3 ore prima dell’incidente. Hanno poi preso la parola per una breve replica gli avvocati Francesco Pagliuso, Nicolino Panedigrano, Giuseppe Pandolfo, Alessandro Romano e Bruno Rodolfo Ruberto, i quali hanno evidenziato l’infondatezza delle argomentazioni difensive, la sussistenza degli elementi per ritenere integrato non solo il reato di omicidio colposo, ma anche tutte le aggravanti contestate ed oltre a ciò hanno evidenziato la sussistenza di tutti i presupposti per l’applicazione del massimo della pena che non è stata applicata. Il massimo della pena prevista era quella di dieci anni, così come aveva chiesto l’accusa. Le vittime Nell'incidente avvenuto il cinque dicembre dello scorso anno lungo la strada Statale 18, nei pressi della Marinella a Lamezia Terme, morirono Rosario Perri, di 55 anni; Francesco Stranges (51 anni); Vinicio Puppin (47 anni); Giovanni Cannizzaro (58 anni); Pasquale De Luca (35 anni), Fortunato Bernardi (58 anni ) e Domenico Palazzo (46 anni). Tutti e sette i cicloamatori morirono sul colpo. Un altro loro compagno, Domenico Strangis, di 48 anni, morì invece, a distanza di due mesi esatti, nell'ospedale civile di Cosenza, dove fu trasportato in elisoccorso subito dopo l’incidente, a causa delle gravi ferite riportate. Rimasero invece feriti nell’impatto con l’auto del marocchino Gennaro Perri e Fabio Davoli. I due, dopo un periodo in ospedale, sono riusciti a cavarsela, scampando alla morte. Nella strage dello scorso 5 dicembre hanno perso la vita 8 ciclisti IL PROCESSO Prima udienza il 26 gennaio 2012. Le denunce dell’imprenditore Antonino De Masi Usura, il gup di Palmi rinvia a giudizio sei banchieri Ivan Pugliese PALMI Il Gup Paolo Ramondino ha rinviato a giudizio, con l’accusa di aver commesso il reato di usura ai danni delle aziende De Masi, Enrico Pernice (ex direttore generale di Banca Antonveneta), Ernesto Manna, Davide Croff, Mario Girotti, Ostilio Miotti e Rocco Segreti (ex Direttori Generali e dirigenti di Banca Nazionale del Lavoro), fissando l’inizio del dibattimento il 26 gennaio 2012. Per gli altri indagati nel medesimo procedimento, Pietro Celestino Locati , Vincenzo Ta- gliaferro, Alessandro Maria Piozzi , Matteo Arpe e Roberto Marini (ex Direttori Generali e dirigenti di Banca di Roma) il Gup ha invece disposto l’incompetenza territoriale del Tribunale di Palmi trasmettendo il fascicolo alla Procura di Reggio, in quanto i rapporti bancari erano intrattenuti presso la sede di Reggio Calabria. «La vicenda banche e usura, instaurata dalle mie denunce – ha evidenziato De Masi – già passate al vaglio di un Gip, e giunte a sentenze di primo e secondo grado che hanno sempre confermato la presenza del reato e la riconducibilità della colpa del reato in capo ai presidenti (su tale responsabilità si esprimerà a breve la Suprema Corte), vede quindi un altro importante tassello che va ad aggiungersi ad un’altra recente pronuncia. In data 4 ottobre scorso infatti, il Gip Fulvio Accurso, era stato disposto il rinvio a giudizio per gli imputati Enrico Pernice e Achille Mucci (Direttori Generali pro tempore della Banca Antonveneta)». De Masi, assistito dagli avvocati Saccomanno e Mazzone, porta avanti da alcuni anni questa battaglia, che ha da sempre definito di «legalità». «In questo modo – ha proseguito De Masi – cerco di tutelare gli in- teressi non solo miei, ma quelli di un intero territorio depredato dall’illegale comportamento del sistema bancario. Certamente giorno per giorno i procedimenti penali che vengono avviati in Italia contro le illegalità bancarie fanno luce sui reali livelli di degenerazione ai quali il sistema bancario è arrivato». Il procedimento prende quindi spunto da una serie di esposti alla magistratura presentata nel tempo dall’imprenditore di Gioia Tauro, Antonino De Masi, secondo cui le banche avrebbero applicato contro le sue aziende dei tassi tali da risultare usurari. Già il primo proces- REGGIO Il gup Minutoli accoglie la richiesta di Procura e Dap e dispone per la prossima udienza la videoconferenza con 20 penitenziari Processo Crimine, stop al trasferimento dei detenuti Paolo Toscano REGGIO CALABRIA In “Crimine” novità in vista. Nella prossima udienza del processo, che si sta celebrando con il rito abbreviato e vede alla sbarra 120 imputati, ci sarà una maxi videoconferenza con 33 imputati collegati da venti penitenziari distribuiti sull’intero territorio nazionale. Facendo ricorso alla tecnologia, dunque, è stato imposto lo stop ai trasferimenti periodici al carcere di Reggio di quanti si trovano in istituti di pena fuori dai confini regionali. Una scelta che ha provocato l’immediata reazione dei difensori degli imputati interessati. I legali hanno gridato alla violazione del diritto della difesa. La decisione di sospendere i trasferimenti è contenuta in un’ordinanza emessa dal gup Giuseppe Minutoli accogliendo la richiesta presentata dalla Direzione distrettuale antimafia, con parere favorevole rispetto ad analoga istanza con la quale il Dap (dipartimento amministrazione penitenziaria) chiedeva che fosse disposta la partecipazione a distanza di 25 imputati detenuti in case circondariali lontane dalla Calabria e tradotti solo per le esigenze del processo “Crimine”. Alla base della scelta ci sono ragioni di sicurezza della collettività, rischi di ordine pubblico per il sovraffollamento della casa circondariale di Reggio in occasione della celebrazione delle udienze di un procedimento particolarmente complesso. Lunedì 7 novembre, alla ripresa del processo, con l’aula bunker di viale Calabria, oltre gli 8 imputati che si trovano al 41 bis e non possono essere trasferiti, saranno collegati in videoconferenza Mario Gaetano Agostini, Domenico Belcastro, Raffaele D'Agostino, Giorgio De Masi, Giuseppe Figliomeni, Salvatore Giuseppe Galati, Antonio Galea, Antonio Gattellari, Vincenzo Gattuso, Rocco Lamari, Cosimo Giuseppe Leuzzi, Michele Marasco, Giuseppe Marvelli, Francesco Marzano, Paolo Meduri, Demetrio Meniti, Saverio Mollica, Bruno Nesci, Antonino Pesce, Savino Pesce, Sebastiano Praticò, Giuseppe Prestopino, Giuseppe Raso, Giuseppe Trapani e Kewin Zurzolo. I collegamenti dovranno esse- re attivati con i penitenziari di Civitavecchia, Caltanissetta, Padova, Pavia, Frosinone, Roma Rebibbia, Torino, Viterbo, Melfi, Foggia, Secondigliano, Monza, Prato, Avellino, Piacenza, Trapani, Tolmezzo, Nuoro e Ancona. «Come già evidenziato nell’ordinanza del 28 settembre scorso – scrive il gup Minutoli nel suo provvedimento –, l’invocata previsione normativa, nell’attribuire la superiore facoltà discrezionale al giudice, consente di contemperare il livello minimo di garanzie necessario per tutelare il diritto di difesa e di partecipazione all’udienza di imputati detenuti per reati di eccezionale gravità con le esigenze di sicurezza della collettività e dell’ordinato svolgimento dei processi, nonché con il buon andamento dell’amministrazione della giustizia, sicché non può porsi alcun problema di violazione del diritto di difesa, anche per la concreta possibilità di contatti difensivi riservati garantiti dalla legge». Il gup aggiunge: «Sussiste, con tutta evidenza, il requisito della particolare complessità del processo, ancor più evidente ove si Il gup Giuseppe Minutoli ha disposto il blocco del trasferimento dei detenuti consideri che con decreto del 19 ottobre è stato disposto il giudizio abbreviato per ulteriori sette coimputati, che potrà essere riunito al processo principale». Nel provvedimento notificato ai difensori dei 25 imputati interessati, il giudice ricorda «i gravissimi rischi di ordine pubblico e sicurezza prospettati dall’amministrazione penitenziaria e dal pubblico ministero, questo giudice, avuto riguardo ai dati riferiti circa l’anomalo sovraffollamento della casa circondariale di Reggio Calabria anche per la contemporanea pendenza di numerosi processi di criminalità organizzata e per la concentrazione negli stessi luoghi di soggetti accusati di essere elementi di vertice della ’ndrangheta, non può operare una valutazione di plausibilità, del tutto conforme alle circostanze di fatto prospettate». Minutoli spiega che l’istanza va accolta «dovendosi disporre la partecipazione a distanza mediante videoconferenza degli imputati elencati nell’allegato alla nota dell’amministrazione penitenziaria del 23 settembre scorso, nel rispetto del termine dilatorio so, nei quali furono processati anche i vertici nazionali rappresentati da Abete, Marchioriello e Geronzi, ha superato i primi due gradi di giudizio ed è in attesa dell’ultima pronuncia della Corte di Cassazione. In entrambi i gradi di giudizio Abete, Marchioriello e Geronzi sono stati assolti. Un secondo processo inizierà nei prossimi mesi davanti al collegio del Tribunale di Palmi, dopo il rinvio a giudizio avvenuto il 4 ottobre scorso, mentre il terzo, infine, si aprirà il 26 gennaio prossimo, dopo il rinvio a giudizio disposto ieri dal giudice per l’udienza preliminare di Palmi. di dieci giorni previsto dalla legge». Il provvedimento del gup Minutoli ha provocato l’immediata reazione dei 31 difensori a cui è stato notificato ieri mattina in udienza: «Ci siamo riuniti spontaneamente – spiega l’avvocato Giulia Dieni, facendosi interprete anche degli altri colleghi – e abbiamo preannunciato una richiesta di revoca dell’ordinanza che sarà seguita da un documento da elaborare quando saremo in possesso di copia della documentazione fornita da Procura e Dap nel richiedere la misura di bloccare i trasferimenti. Siamo in attesa di poter redigere il documento con dati alla mano». L’avvocato Dieni aggiunge: «Abbiamo preannunciato che, al di là della richiesta di revoca, andremo avanti con altre iniziative perché abbiamo già interessato le Camere penali del distretto. Tra il 14 e il 18 novembre ci asterremo dalle udienze in forma di protesta contro la violazione dei diritti della difesa. E quanto accaduto, a nostro avviso, rientra in questo ambito. Se non avremo risposte ci sono già fissate le assemblee nazionali e noi manderemo i nostri rappresentanti per portare all’attenzione dell’opinione pubblica, anche fuori dai confini provinciali e regionali, la nostra voce di protesta». 29 Gazzetta del Sud Sabato 29 Ottobre 2011 Calabria . I periti hanno consegnato una prima relazione al gip di Catanzaro: i frammenti rinvenuti non sono utili per la comparazione Bombe di Reggio, inutilizzabili le impronte Delle intimidazioni ai magistrati sono accusati i fratelli Lo Giudice, Cortese e Puntorieri Giuseppe Lo Re CATANZARO Una miriade di frammenti d’impronte digitali, però non utilizzabili ai fini della comparazione con quelle dei sospettati, e nulla più: nessuna traccia biologica da cui estrarre il Dna, niente fibre o altri elementi d’interesse investigativo. A queste conclusioni sono giunti i periti nominati dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Assunta Maiore, che ieri ha acquisito gli esiti dei primi accertamenti tecnici durante un incidente probatorio disposto nell’ambito dell’inchiesta sulle bombe fatte esplodere lo scorso anno contro la Procura generale di Reggio Calabria e l’abitazione del procuratore generale Salvatore Di Landro e sull'intimidazione al procuratore della città dello Stretto, Giuseppe Pignatone, con un bazooka fatto trovare davanti la sede della Direzione distrettuale antimafia. L’incidente probatorio - un passaggio finalizzato a “cristalizzare” eventuali prove contro gli indagati - è stato chiesto dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Salvatore Curcio, che segue l’inchiesta insieme al procuratore capo Vincenzo Antonio Lombardo ed all’aggiunto Giuseppe Borrelli. Nel dettaglio, i magistrati indagano sulle bombe fatte esplodere il 3 gennaio 2010 davanti alla sede della Procura generale di Reggio e il successivo 26 agosto davanti all’abitazione del procuratore generale Salvatore Di Landro. La serie delle gravissime intimidazioni era stata completata il 5 ottobre quando era stato trovato, a poca distanza dalla se- I genitori del bimbo lamentano un ipotetico errore in sala parto COSENZA Chiesto sequestro della cartella Neonato in rianimazione I genitori chiedono l’apertura d’una inchiesta Giovanni Pastore COSENZA Un fermo immagine del video girato dalla telecamera della Procura generale di Reggio in cui si vede il posizionamento dell’ordigno esploso il 3 gennaio 2010 de della Dda reggina, un bazooka destinato al procuratore Giuseppe Pignatone. In questa fase della loro attività, i periti hanno esaminato proprio il bazooka fatto ritrovare in strada, la cabina telefonica utilizzata per segnalare la presenza dell’arma dei pressi della Dda e i frammenti dell’ordigno esploso davanti alla Procura generale. Il prossimo passaggio dell’inchiesta è in programma il prossimo 1 dicembre, quando saranno acquisiti gli esiti delle perizie sui filmati relativi alla bomba fatta esplodere davanti alla sede della Procura generale; si tratta dell’ormai famosa sequenza che mostra due individui giungere sul posto in motorino, fare esplodere l’ordigno e darsi alla precipitosa fuga nel cuore della notte. Nell’ambito dell’inchiesta sulle intimidazioni ai magistrati reggini, lo scorso aprile sono state arrestate quattro persone (il Tribunale del Riesame ha poi confermato le ordinanze di custodia cautelare), ritenute mandanti ed esecutori della strategia della ten- sione. L’inchiesta ha avuto un impulso decisivo dalle dichiarazioni del boss pentito Antonino Lo Giudice, che si è autoaccusato di essere il mandante ed ha chiamato in causa il fratello Luciano ed altre due persone: Antonio Cortese, ritenuto l’esperto di esplosivo della cosca, e Vincenzo Puntorieri, legato allo stesso Cortese, accusati dell’esecuzione materiale dell’attentato. Mesi prima, e precisamente il 30 settembre, nell’ambito del blitz dei Carabinieri di Reggio Calabria denominato “Epilogo”, al- tre quattro persone, presunte affiliate alla cosca Serraino, erano state raggiunte da un avviso di garanzia della Procura di Catanzaro in quanto inizialmente sospettate per l’attentato dinamitardo alla sede della Procura generale. Sui fatti di Reggio indaga la Procura di Catanzaro in quanto competente per territorio sulle inchieste che riguardano i magistrati del distretto di Corte d’Appello della città dello Stretto, siano essi indagati o parte offesa come in questo caso. Il male oscuro continua a mangiarsi la speranza nelle corsie degli ospedali pubblici e privati. Tante, troppe denunce alimentano quotidianamente il clima di sospetto e fanno calare la fiducia nelle strutture sanitarie nostrane. Gli ultimi dubbi sono condensati nella querela che una coppia cosentina, attraverso gli avvocati Roberto Le Pera e Rosario Carbone, ha presentato all’autorità giudiziaria. In un esposto di quattro pagine i giovani coniugi hanno ricostruito l’angoscia per quel loro bimbo ricoverato nel reparto di Terapia intensiva neonatale dell’“Annunziata” per convulsioni da ipotetico trauma da parto. I medici non hanno ancora sciolto la riserva sulla prognosi dal momento che il quadro clinico non s’è ancora stabilizzato. Al procuratore Dario Granieri, marito e moglie, hanno chiesto il sequestro urgente della cartella clinica e, soprattutto, che siano accertate eventuali responsabilità per lesioni su mamma e figlio. La donna ha 28 anni e a marzo aveva scoperto d’essere in dolce attesa: «Signora, lei è al secondo mese di gravidanza», le aveva comunicato il medico in servizio al consultorio di Rogliano. Il 13 ottobre, si è sottoposta a una visita di controllo dallo stesso medico che le ha indicato come data probabile del parto, la fine del mese. Otto giorni dopo, in presenza di dolori e di contrazioni, s’è recata all’“Annunziata” dove i sanitari l’hanno sottoposta a un accertamento ecografico da cui sarebbe emersa la chiusura del collo dell’utero. E dopo aver atteso inutilmente oltre tre ore per un tracciato tococardiografico la donna se n’è tornata a casa. Il giorno dopo, però, di primo mattino, la “rottura delle acque” e il ricovero all’“Annunziata” dove i medici hanno confermato l’imminenza del parto. E così è stata trasferita in sala travaglio dove è rimasta per più di dieci ore. La donna avrebbe chiesto un cesareo per «alleviare la mia sofferenza e quella di mio figlio», ma i medici avrebbero insistito col parto naturale praticando forti pressioni sull’addome della paziente che avrebbe accusato anche difficoltà respiratorie. Il bimbo è venuto alla luce senza emettere alcun vagito. Subito dopo è stato trasferito in terapia intensiva neonatale. Gazzetta del Sud Sabato 29 Ottobre 2011 33 Cronaca di Reggio . COMUNE Nuova riunione della Commissione sul decentramento Commissione Pecorella al centrodestra «È falso affermare che la relazione abbia occultato atti» Gallico, a confronto amministratori e cittadini sui problemi del rione Pasquale Imbalzano: «Nelle discussioni emerge uno spirito collaborativo da parte dei residenti» Una nuova riunione itinerante della IV commissione consiliare “Decentramento Amministrativo” presieduta da Pasquale Imbalzano. La scelta di promuovere l'appuntamento fuori dai palazzi istituzionali trasferendosi nei quartieri cittadini continua e l’ultimo incontro si è svolto a Gallico alla presenza, tra gli altri del consigliere comunale delegato Carmine Federico e di Giuseppe Martorano e Pasquale Morisani, rispettivamente assessori al Decentramento e Protezione Civile e Lavori Pubblici. «Un'occasione di confronto – ha detto Imbalzano – affinché sia possibile continuare a monitorare i vari rioni e ricercare, ove di nostra competenza, le soluzioni alle questioni che via via rileviamo anche grazie all'apporto prezioso della cittadinanza che registriamo sempre numerosa agli incontri i cui emerge spirito collaborativo e partecipazione democratica. Insomma, riunioni che divengano “trait d'union” tra i bisogni della comunità, gli uffici e gli assessorati competenti. Inoltre – ha ricordato Imbalzano – ci stiamo spendendo per la realizzazione di un prospetto di reale decentramento amministrativo che possa sopperire alla mancanza delle circoscrizioni, garantendo un “autogoverno” ai quartieri nell'ottica della futura Città Metropolitana». «Siamo una squadra compatta – ha esordito l'assessore Martorano – che sta lavorando alacremente per la creazione di un meccanismo virtuoso cosicché il cittadino sia protagonista tramite una struttura di decentramento che assolva al suo compito e coadiuvi l'Amministrazione Arena nella gestione del territorio». Un elenco di priorità, recepite durante i ricevimenti e i vari sopralluoghi nel territorio dell’ex IX circoscrizione è stato, passato in rassegna dal consigliere Federico: «Le criticità che riguardano soprattutto alcune opere pubbli- Sul problema delle arterie di collegamento Raffa rassicura il Comitato della Vallata del Sant’Agata Nell’ambito delle attività programmate, una delegazione del Comitato “Vallata del S. Agata”, composta dal presidente Giuseppe Mandolillo e dai consiglieri Domenico Quattrone, Sebastiano Vadalà e Antonio Luvarà, si è incontrata con il presidente dell’Amministrazione provinciale Giuseppe Raffa. Durante l’incontro la delegazione ha posto l’esigenza di intervenire sulla strada Reggio-Cardeto, nella competenza della provincia, per la manutenzione e la rimozione di qualche frana da tempo sulla strada, e in secondo luogo verificare l’impegno della provincia a proseguire il tratto di strada già realizzato dalla Sorical sul torrente S. Agata verso il ponte di S. Nicola di Cardeto. Il presidente Raffa ha dimostrato impegno a risolvere tali problematiche così come aveva già manifestato durante la campagna elettorale. Lo stesso presidente ha disposto con la società incaricata della manutenzione l’intervento richiesto ed ha altresì programmato con l’ufficio tecnico, per i prossimi giorni, un sopralluogo alla presenza del Comitato per una valutazione di massima dei costi per la costruzione della strada che collegherà la centrale elettrica al ponte di San Nicola di Cardeto, assicurando già la disponibilità di una congrua somma da destinare a tale realizzazione. Il Comitato, «nel ringraziare il dott. Raffa per gli impegni assunti», informa inoltre la popolazione della Vallata che «si è in attesa di un incontro, più volte rinviato per impegni sopraggiunti, con il sindaco per affrontare il problema della frana di S. Salvatore e per valutare gli interventi di adeguamento del tratto Cataforio-San Sperato. che, le reti idriche, la messa in sicurezza dei torrenti ed il miglioramento dell'assetto viario. Fa piacere, quindi, vedere che i cittadini partecipino con entusiasmo a questi appuntamenti e farebbe altrettanto piacere registrare la presenza dell'opposizione che spesso, tranne Irto e De Caridi in quest'occasione, risulta assente». E proprio Irto ha sottolineato «la valenza della bozza di progetto per il decentramento che con la sua strutturazione, potrebbe rappresentare lo strumento più idoneo per fornire risposte». De Caridi ribadisce: «Siamo per ascoltare e capire i problemi così da poterci indirizzare verso i percorsi propedeutici alla loro risoluzione». Durante l’incontro il consigliere Leo ha chiesto delucidazioni «sui fondi previsti per i corsi d'acqua minori ed il ponte di attraversamento Archi – Gallico sul torrente Scaccioti». I residenti da canto loro danno voce ai problemi con cui sono co- Pasquale Morisani, Giuseppe Martorano e Pasquale Imbalzano stretti a convivere. A fornire risposte dettagliate l'assessore ai Lavori Pubblici, Pasquale Morisani il cui intervento è stato apprezzato da Imbalzano e Federico: «È mersa dalla relazione dell’assessore l’attenzione per l'edilizia scolastica, la manutenzione della rete idrica e fognaria ed al completamento delle opere pubbliche avviate, precisando come siano in itinere dei progetti ad hoc ed illustrando anche le caratteristiche del Piano Triennale. L'assessore che ha dichiarato di aver già portato in Giunta dei prospetti in proposito, ha dato piena disponibilità per organizzare altri incontri affinché si possa discutere di ulteriori problematiche e valutare i progetti per il quartiere». (e.d.) «È grave e soprattutto è falso affermare che nella Relazione sulla Calabria elaborata dalla Commissione bicamerale d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti, siano stati “occultati” i rapporti tra 'ndrangheta e amministratori locali responsabili dell’affidamento di appalti nel territorio di Reggio Calabria». È quanto sottolinea in una nota la Commissione presieduta dall’on. Gaetano Pecorella, in risposta alle dichiarazioni di alcuni consiglieri regionali del Pdl. «Ad ogni buon conto – prosegue la nota –, gli uffici della Commissione d’inchiesta stanno provvedendo a inviare alla Presidenza del consiglio della Regione Calabria copia della relazione approvata all’unanimità dalla Commissione nella seduta dello scorso 19 maggio, fatta propria dalla Camera, con una mozione approvata sempre all’unanimità, nella seduta del 23 giugno. La Relazione è stata, inoltre, presentata a Crotone lo scorso 18 ottobre alla presenza, tra gli altri, del procuratore della Repub- SBARRE Franca Milazzo chiede lumi sull’ordinanza sindacale di non potabilità L’acqua scarseggia. E pure le notizie «Il giorno 11 ottobre scorso dagli organi di informazione cittadini è stata data la notizia che con apposita ordinanza, a scopo precauzionale, il Sindaco aveva disposto la non utilizzazione a scopi potabili dell’acqua distribuita attraverso le condotte idriche lungo le seguenti vie cittadine: Vico Vitetta, Botteghelle, Loreto, Frangipane, Palmi, Messina, Scilla e Vico Posta». Fatta questa premessa, Franca Milazzo (A Testa Alta) osserva che «in questi 15 giorni sul territorio interessato sono stati effettuati scavi (?), protetti da transenne e nastri bianchi e rossi, in più punti» e che «ad oggi il divieto continua e non è dato sapere quale sia la causa». «Alle telefonate fatte alla segreteria del Sindaco circa la durata della proibizione di usare l’acqua che fuoriesce dai rubinetti delle nostre case», continua Milazzo, «si risponde che appena l’ordinanza potrà essere revocata ne sarà data notizia tramite i mezzi di informazione. Alla domanda se l’acqua che scorga dalla fontanina pubblica situata di fronte alla scuola elementare “Galluppi” di Via Botteghelle sia potabile, si risponde che la fontanina è chiusa perché anche quell’acqua rientra nel divieto di utilizzazione. Intanto, però, il prezioso liquido continua a sgorgare dalla fontanina in questione, malgrado le informazioni espresse dalla segreteria del sindaco. Inoltre, proprio perché sul- Laurea Giorno 20 ottobre 2011 si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore in Roma Istituto di Semeiotica Chirurgica diretto dal Ch.mo Prof. Rocco Bellantone LUIGI MARIA MASSIMO PEDONE discutendo brillantemente la tesi “Metanalisi: confronto tra le varie tecniche di surrenectomia endoscopica” Relatore: Ch.mo Prof. Casimiro Pio Lombardi, correlatore Dott. Mario Raffaelli, conseguendo il risultato di 110/110 e lode. Al giovane neodottore gli auguri più cari dai nonni Maria e Luigi. la stessa non è stato apposto alcun cartello, è sempre più consistente il numero di cittadini che riempiono bidoni, bottiglie e altro; di passanti che bevono; di ragazzini che all’uscita della scuola si dissetano». Franca Milazzo, esponente di “A testa alta”, chiede lumi sulla questione idrica Gaetano Pecorella blica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone». «Sarà, infine, cura degli uffici della Commissione bicamerale d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti – conclude la nota – evidenziare tutti i passaggi relativi alle modalità di infiltrazione mafiosa negli appalti del settore, sfuggiti ad una lettura, evidentemente poco attenta, della Relazione in questione». «Senza creare allarmismi inutili, dato che sul territorio interessato gravitano altre scuole elementari e materne, oltre a quella summenzionata», aggiunge Milazzo, «mi viene naturale pormi altre domande: le strutture scolastiche sono state avvisate? È stata predisposta una distribuzione di acqua potabile per gli usi domestici più comuni? L’Asp è a conoscenza della situazione? Se il disagio che stanno vivendo questi cittadini è causato, come sembra, da infiltrazioni fognarie (?), forse le nostre istituzioni pensano che un po’ di nausea e vomito non sono situazioni tali che possono mettere a repentaglio la salute pubblica?». 38 Sabato 29 Ottobre 2011 Gazzetta del Sud Cronaca di Reggio . In primo grado erano stati condannati a 5 anni e 6 mesi di reclusione ciascuno CASO FALLARA Assolti in appello due fratelli accusati di abusi su una disabile Sequestrati la casa e i conti di Bruno Labate Ridotta per gli stessi reati da 9 a 6 anni la condanna al padre Assolti due fratelli accusati di aber abusato di una disabile. Condannato, invece, il padre che rispondeva degli stessi reati. La decisione è stata adottata dalla Corte d’appello (Adriana Costabile presidente, Angelina Bandiera e Daniele Cappuccio giudici) che ha mandato assolti con formula ampia i fratelli I.C. e F.T. da tutti i reati loro contestati, I due, unitamente al padre G.T., erano stati arrestati nell’aprile del 2009 perchè accusati di avere sfruttato, violentato e venduto A.G., una ragazza portatrice di un lieve deficit di tipo psichico. Di vicenda dai contorni squallidi e vissuta in un ambiente degradato avevano parlato gli inquirenti in occasione degli arresti. Secondo l’accusa, i fratelli I.C. e F.T. avrebbero costretto la ragazza a subire atti sessuali abusando della sua condizione di inferiorità psichica oltre che delle relazioni domestiche e di coabitazione. Il padre, invece, era accusato di avere abusato sessualmente in più occasioni della ragazza (talvolta ricorrendo alla violenza, in altre occasioni minacciandola con una pistola, risultata poi essere un’arma giocattolo), di averla costretta sotto minaccia a sposare un extracomunitario e di averla indotta a sottoscrivere una richiesta di finanziamento di circa 27mila euro sfruttando la sua condizione di inferiorità psichica. A conclusione del processo di primo grado, celebrato davanti alla prima sezione del Tribunale, G.T. era stato condannato a nove anni di reclu- Adriana Costabile presidente della Corte d’appello Avv. Italo Palmara Avv. Filippo Neri sione. I due fratelli erano stati, invece, condannati alla pena di cinque anni e sei mesi ciascuno. In sede di appello, il sostituto procuratore generale Santo Melidona ha concluso la requisitoria chiedendo la conferma della sentenza di primo grado e analoga richiesta è stata formulata dal difensore di parte civile, avvocato Renato Milasi. La parola è passata poi ai difensori degli imputati (avvo- cato Italo Palmara per I.C., avvocato Filippo Neri per F.T. e avvocato Maria Teresa Caccamo per G.T.) i quali hanno evidenziato tutte le contraddizioni emerse nel corso dell’istruttoria dibattimentale e non approfondite dal Tribunale, nonostante le reiterate richieste delle difese. L’avvocato Neri ha affermato che nel racconto della presunta vittima c’erano discrasie e che, negli aspetti chiave, la donna era stata smentita dagli stessi testimoni indicati dalla pubblica accusa. L’avvocato Palmara, da parte sua, ha posto l’accento sull’aspetto documentale, citando il risultato delle indagini difensive effettuate con l’ausilio dell’agenzia investigativa diretta da Oscar De Pasquale. In giudizio sono stati prodotti i tabulati telefonici comprovanti uno scambio di telefonate ed sms tra I. C. e la ragazza riferiti ad epoca successiva alla presunta violenza: «Questa è una circostanza – ha detto il legale – in stridente contrasto con i fatti addebitati agli imputati e che, fino al momento della produzione documentale, era sempre stata negata dalla giovane». L’avvocato Maria Teresa Caccamo ha concluso la serie degli interventi insistendo sulla inattendibilità della donna che, secondo la difesa di G.T., in sede d'esame innanzi al Tribunale avrebbe ricostruito la presunta violenza in maniera nebulosa e senza fornire alcun riscontro. A conclusione della rituale camera di consiglio, durata circa un’ora, la Corte ha pronunciato la sentenza con cui ha assolto con formula ampia I.C. e F.T. da tutti i reati loro ascritti con la formula perché il fatto non sussiste; G.T. è stato invece assolto dai reati di violenza privata e circonvenzione d’incapace ma riconosciuto colpevole per gli altri due capi di imputazione (violenza sessuale e minacce aggravate). Pertanto la pena inflitta in primo grado (9 anni) è stata rideterminata in 6 anni di reclusione.(p.t.) Mario De Tommasi Giovanni Nucera Contro l’elezione di Nucera alla Provincia Il Tar ha giudicato inammissibile il ricorso di Tripodi Si è discusso innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale di Reggio Calabria, nell'ultima udienza del 26 ottobre 2011, il ricorso promosso da Michele Tripodi (Pdci) nei confronti dell'Ufficio Elettorale Centrale, della Provincia, nonché nei confronti del candidato Presidente non eletto Giovanni Nucera (Sel), avverso il verbale di proclamazione degli eletti. Il ricorrente ha presentato nel ricorso diversi motivi che si riferivano al fatto che il Tripodi, in un insieme di coalizione di liste, avrebbe raccolto un numero di voti superiori a quelli raccolti dal candidato alla Presidenza della Provincia Giovanni Nucera. Michele Tripodi, che è già sindaco di Polistena, aveva anche sollevato questione di legittimità costituzionale della legge 191/2009 ritene- do che avesse manifestamente violato il diritto alla rappresentanza ed i principi di eguaglianza e pari opportunità garantiti dagli articoli 51 e 3 della nostra Costituzione Il Nucera si è costituito per resistere con l’assistenza degli avvocati Mario ed Angela De Tommasi, i quali hanno controdedotto su tutti i punti sollevati dal Tripodi nel suo ricorso contro l’elezione di Nucera in consiglio provinciale. Dopo la discussione il Tar, in accoglimento della eccezione preliminare presentata dagli avvocati Mario ed Angela De Tommasi, ha dichiarato irricevibile il ricorso presentato da Tripodi per la mancata osservanza dei termini prescritti dal codice di rito, condannando il ricorrente alle spese di giudizio. La Procura di Reggio ha chiuso un filone delle indagini che riguardano il cosiddetto “caso-Fallara” e l’architetto Bruno Labate – l’indagato legato anche sentimentalmente per un periodo alla dirigente scomparsa che non si sarebbe mai accorto di percepire pagamenti da Palazzao San Giorgio per prestazioni professionali mai eseguite – ha ricevuto la sgradita “sorpresa” di vedersi notificato l’avviso di chiusura indagini e, contestualmente, anche il decreto di sequestro preventivo, firmato dal procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza, dei suoi beni per un valore uguale a quello delle somme indebitamente intascate (oltre 840 mila euro) e che, in parte (circa 160 mila euro), ha già deciso di restituire alle casse comunali. L’architetto Labate dovrà rispondere ai giudici di reati pesanti: peculato in concorso con la defunta dirigente del settore finanze di Palazzo San Giorgio e truffa. L’inchiesta è senza dubbio più ampia e dovrà fare luce sul denaro pubblico illecitamente percepito da professionisti e da dirigenti comunali. Orsola Fallara Gazzetta del Sud Sabato 29 Ottobre 2011 39 Reggio Tirrenica . VILLA SAN GIOVANNI Tra i cittadini prevale il distacco rispetto a un’opera che aveva acceso gli entusiasmi dell’Amministrazione guidata da La Valle Ponte, l’opposizione esulta e il sindaco non si sbottona Morgante: «Un’idea campata in aria». Sorrenti: «È solo l’ultimo baluardo dell’assistenzialismo» Giusy Caminiti VILLA SAN GIOVANNI Ad essere frastornata per l’approvazione della mozione dell’Italia dei Valori che di fatto cancella i finanziamenti pubblici per la realizzazione del Ponte sullo Stretto non è tanto la comunità territoriale quanto quella politica che sul Ponte aveva scommesso il prossimo futuro e che, all’indomani del voto dell’aula di Montecitorio, rimane priva di reazioni. La comunità villese, infatti, ha sempre guardato con molto distacco alla effettiva costruzione dell’opera, cominciando a manifestare ansia solo dopo lo scorso otto settembre con l’avvio della procedura per la dichiarazione di pubblica utilità. E se la città oggi si chiede quando e come cesserà la fase per gli espropri e con essa la conseguente cantierizzazione, i primi ad esprimersi sullo stop al Ponte sono i consiglieri comunali di minoranza. Luigi Sorrenti critica entrambi gli schieramenti nelle Il cantiere della variante a Cannitello posizioni espresse, Massimo Morgante invece non risparmia bordate all’amministrazione di centro destra. «Adesso rischia di trasformarsi in un clamoroso fallimento l’intera strategia amministrativa e propagandistica dell’amministrazione La Valle che – scrive il consigliere Morgan- te – sul Ponte aveva incentrato tutta la propria attività ed affidato la propria immagine». Secondo Morgante, infatti, il Ponte altro non è stato che un’opera «campata in aria, propagandistica ed elettorale, tesa a soddisfare una rete di imprese e consulenti sulle spalle degli italiani» e di certo non «l’antidoto universale di una crisi economica e che avrebbe dovuto far rialzare la città. Ora che finalmente il miraggio Ponte è svanito per sempre, rimane da capire in quale modo il sindaco intende ricomporre i cocci di un programma amministrativo di fatto svuotato di ogni contenuto e privo di un’autonoma strategia in grado di risollevare le sorti di questa città». «Alla fase del Ponte che non si fa – scrive, invece, il consigliere del Movimento Democratico Luigi Sorrenti – destra e sinistra arrivano del tutto impreparate. Solo qualche giorno fa il PD chiariva che la inutile mozione (purtroppo sottoscritta anche da me) sulla moratoria degli espropri (che non sono mai partiti e mai partiranno) non era da intendersi contro il Ponte! Mentre la destra garantiva che le procedure messe in moto sono la prova provata che il Ponte si fa!». Due considerazioni di Sorrenti: «La pericolosità dell’idea Ponte sta nel fatto che è rimasta l’unica cui i politici dell’assistenzialismo si possono ancora aggrappare, con la conseguenza di accumulare ulteriori ritardi nell’adozione delle politiche di sviluppo locale indispensabili a salvare il Sud e l’Italia, politiche che in altre parti stanno partendo. I lavori della variante di Cannitello devono essere portati a termine e gli impegni di Ciucci per il rifacimento di un pezzetto della via Marina mantenuti. Sono lavori compensativi della variante, non del Ponte, i soldi ci sono quindi». Ed una richiesta: «Non dividiamoci. A tal fine chiedo al sindaco e al presidente Cassone di convocare al più presto la Commissione Ponte-Piano Strategico». SCILLA Il Tar accoglie il ricorso di Loredana Delorenzo. Annullate le nomine La “quota rosa” azzera la giunta Caratozzolo SCILLA. Pari opportunità: il Tribunale amministrativo regionale annulla la giunta Caratozzolo. Il Tar Calabria, sezione staccata di Reggio Calabria, ha accolto il ricorso della consigliera comunale di maggioranza, Loredana Delorenzo, annullando gli atti impugnati della ricorrente «per violazione dei principi costituzionali e legislativi in materia di pari opportunità». Il Tribunale amministrati- vo, nel richiamare i precedenti giurisprudenziali, tra cui una sentenza del 2010 del Tar Sicilia, ha azzerato tutti i decreti con cui sono stati nominati gli assessori della giunta Caratozzolo, compresi i decreti di assegnazione delle deleghe e quello di nomina di vice-sindaco, poiché la Giunta è «composta tra componenti solo di sesso maschile». Annullata anche la delibera del consiglio comunale con cui si prendeva atto della nomina della Giunta Comunale: in quella seduta fu proprio la consigliera Delorenzo che, nell’astenersi dal votare la nomina della Giunta, aveva chiesto al sindaco di rivedere il tutto, riservandosi di impugnare il decreto sindacale per la “quota rosa” in quanto, secondo la consigliera, era stato leso il diritto costituzionale sulle pari opportunità. Dalle dichiarazioni in consiglio si è passati al ricorso ai giudici amministrativi ed ieri BAGNARA L’istituto rischia l’autonomia. Ieri la manifestazione Gli studenti del Fermi in piazza per dire “no” all’accorpamento Roberta Macrì BAGNARA Studenti dell’Istituto Fermi in piazza per difendere l’autonomia scolastica. «Siamo qui per difendere i nostri diritti e salvaguardate l’autonomia dell’Istituto: no all’accorpamento». Così hanno esordito gli studenti promotori di una manifestazione pubblica, in piazza Matteotti di fronte al Municipio; l’Istituto rischia di perdere la presidenza per essere accorpato ad un’altra sede scolastica. L’Istituto ha una solida tradizione che s’intreccia con la storia della cittadina tirrenica. Inoltre rappresenta l’unico centro di aggregazione per i giovani che offre oc- casioni di incontro nelle ore pomeridiane grazie all’ampliamento dell’offerta formativa e, quindi, alla realizzazione di progetti volti al potenziamento delle conoscenze linguistiche ed informatiche. Numerose, anche, le attività incentrate sulla cultura del volontariato e della legalità. Il Fermi, che comprende anche il polo scolastico di Sant’Eufemia e l’Istituto tecnico industriale, rappresenta una risorsa fondamentale per il territorio per arginare fenomeni di devianza giovanile; attualmente retto dalla dirigente Angela Maria Palazzolo, rappresenta il fiore all’occhiello per Bagnara ponendosi come scuola pilota per le attività di formazione di docenti e La protesta di fronte al Municipio SCILLA Il consigliere Giordano con delega alla Pesca rilancia «Facciamo tornare le spadare e fermiamo i bracconieri del mare» Tina Ferrera SCILLA Torna ad incontrare, a Palazzo San Rocco, i giornalisti, il consigliere con delega alla Pesca, Mariano Giordano, che in una conferenza mette a fuoco l’annoso problema della pesca del pescespada con la rete di superficie denominata “spadara”, che viene vietata in quanto ritenuta causa di morte per alcune specie marine come cetacei e tartarughe. «La pesca con la spadara deve rientrare – so- Mariano Giordano stiene Giordano – è possibile evitare che alcune specie vengano uccise riducendo la dimensione della rete e grazie all’accortezza dei pescatori che amano e rispettano il mare». Giordano spiega «non usare questa rete induce i pescatori a pescare altre specie e non seguire il ciclo di pesca dettato dalla natura. Purtroppo – prosegue – in questo periodo si hanno notizie di alcuni pescespada, pescati con l’amo, di appena due chilogrammi. Non bastano i controlli già esistenti. I “bracconieri del è arrivata la sentenza del TAR, con cui nel merito viene annullata l’intera Giunta comunale nominata dal sindaco Caratozzolo, il quale ora dovrà emanare un nuovo decreto di nomina, e nel distribuire le deleghe, compresa quella di vice-sindaco, dovrà tenere presente proprio il principio delle pari opportunità. Un colpo di scena che certamente non mancherà di alzare la tensione politica. Tutto da rifare per il sindaco.(tina f.) studenti, sia per attività sperimentali che hanno offerto occasioni di confronto a livello internazionale. Purtroppo il piano di dimensionamento della rete scolastica varato dal Governo prevede per il prossimo anno scolastico, 2012/13, l’accorpamento di numerosi istituti a causa dell’abbassamento della popolazione scolastica. Questo problema interessa, anche, il Fermi, frequentato da 498 studenti; ne occorrono almeno 500 per mantenere l’autonomia. Da una statistica, però, risulta che gli iscritti per il prossimo anno saranno in aumento; pertanto, sarebbe affrettato decidere fin d’ora per l’accorpamento. Le conseguenze? Perdita dell’autonomia e riduzione delle risorse. Altre difficoltà riguardano l’orografia del territorio ed i problemi di viabilità. È un dato rilevante per Bagnara che da cinque unità scolastiche autonome rischia di ridursi ad una sola unità. mare” vanno fermati, altrimenti il pescespada si estinguerà. Lancio un appello ai politici calabresi, in particolare al governatore Scopelliti, perché si tuteli il sistema marino e i tanti pescatori». Giordano non tralascia neanche la questione della “passerella”, tipica imbarcazione usata soprattutto nella Costa Viola, «figlia del vecchio “luntre”, rappresenta anche un’attrattiva turistica e culturale. La pesca deve essere da stimolo al settore turistico calabrese, per questo vorrei che anche gli assessore alla cultura e al turismo della regione Calabria si interessassero di questo settore, considerandolo un’importante volano per l’intero territorio calabrese. Considero il nostro mare –conclude Giordano – come la Fiat del Sud». SACCÀ CHIEDE A OLIVERI DI COINVOLGERE I COMUNI INTERESSATI Il mistero e l’affare della mega discarica Sant’Eufemia scopre le carte di Melicuccà Giuseppe Fedele S.EUFEMIA D’ASPROMONTE Al dilemma “ponte sullo Stretto si, ponte sullo Stretto no” è a questo punto parallelamente legato il dilemma “mega discarica per inerti si, mega discarica per inerti no”. Se dovesse essere realizzato il ponte sullo Stretto, sarà altresì realizzata la mega discarica che territorialmente ricadrà nel comune di Melicuccà, ma che praticamente sorgerà alle porte del centro storico di S.Eufemia. Al cospetto di una discarica di tali dimensioni sorgono vari interrogativi su chi sarebbe deputato al controllo e su chi al governo, su chi sarebbe tenuto ad assicurare che ci saranno solo inerti ed infine che si sarebbe al cospetto di una discarica destinata a durare per un numero limitato di anni e non per un tempo illimitato. Rendendosi portavoce di questi interrogativi e contrariato per il modo in cui la questione è stata fin dall’inizio gestita, il sindaco Vincenzo Saccà si è così espresso: «Vorrei muovere un appello al collega di Melicuccà e ribadire che prima di prendere decisioni di questo tipo, visto anche che non è la prima decisione che assume, di chiedere una consultazione dei comuni interessati ed in modo particolare il nostro, quelli di Bagnara, Seminara e Palmi. Non penso L’area della discarica che proprio perché ricade sul proprio territorio si possa agire così e firmare convenzioni, perché io so per certo che è stata firmata una convenzione». Precisando nel prosieguo: «Io non mi riferisco alla royalty che il comune di Melicuccà potrà ottenere, non è questo. Noi non vogliamo entrare nella spartizione della royalty, non è questo il nostro obiettivo». Secondo Saccà l’obiettivo è un altro: «L’obiettivo principale è quello di tutelare l’ambiente di questo territorio e se qualcosa debba essere fatto io ritengo che devono esserci dei criteri condivisi e condivisibili da parte di tutti, se è necessa- rio fare una cosa». Il sindaco ha specificato inoltre: «Questo appello al collega di Melicuccà è un appello che faccio con profondo rispetto per le sue decisioni, però ritengo che ci sia stato un attimo di leggerezza». Aggiungendo: «Ritengo che un’operazione di questo tipo non poteva riguardare solo ed esclusivamente il comune di Melicuccà e la società dell’attraversamento stabile dello stretto. Ma doveva coinvolgere tutti i comuni interessati, in primo luogo il nostro, visto che ventisei-ventisette aziende sono nostri concittadini e che sicuramente la discarica pur essendo nel territorio del comune di Melicuccà è molto ma molto più vicina al nostro centro storico; comunque noi ce l’avremo sotto casa, contrariamente al comune di Melicuccà». Al centro di un’area ristretta e delimitata a poca distanza oltre che dal centro abitato di S. Eufemia dal mare, dal monte S. Elia, dal parco dell’Aspromonte, dai numerosi e caratteristici calanchi, da strutture turistiche e di ristorazione oltre che da insediamenti industriali che operano anche nel campo alimentare, sorgono di già un deposito per i rifiuti pericolosi, una discarica esausta, un’altra in fase di realizzazione ed ora questa che diventerà una delle più grandi discariche d’Europa d’inerti. DELIANUOVA Si rinnova la “Fiera di Sant’Arcangelo” Il progetto “Ruralia” esalta le eccellenze del territorio Marinella Gioffrè DELIANUOVA Si è svolto al Teatro Comunale “Vocisano” un convegno dal tema “Tutela dell’identità e prospettive di sviluppo del territorio pre-aspromontano”. «L’iniziativa – ha spiegato il presidente del Consiglio comunale Maria Angela Rechichi, moderatrice dell’evento – ha lo scopo di mettere in luce le specificità, le risorse e le bellezze del nostro territorio. I comuni di Delianuova, Scido (Ente capofila), Cosoleto, Santa Cristina d’Aspromonte, si sono messi in rete in un unico filo conduttore economico, scaturito nel progetto “Ruralia” , finanziato dall’assessorato alle Attività produttive della Regione Calabria». Presentato lo scorso anno dall’assessore regionale Antonio Caridi e ideato dal project management Gianni Barone, si è posto l’obiettivo di creare il primo Distretto rurale della provincia. Per il sindaco Rocco Corigliano «Questa progetto, vuole rilanciare l’economia attraverso il recupero del patrimonio storico, delle identità naturali dei nostri luoghi, al fine di arginare il più possibile il carattere di marginalità della cinta preaspromontana». Il presidente dell’Accademia delle Imprese Europea, Giuseppe Ariobazzani ha spiegato come «l’Accademia è riuscita nel tempo a scoprire gli aspetti primari dell’economia locale attraverso la promozione di prodotti con uno sviluppo a sistema, creando percorsi che non si limitano alle singole manifestazioni». Per l’assessore provin- ciale alle Attività produttive Domenico Giannetta, «il territorio ha bisogno di emergere dalla fase di crisi industriale che sta attraversando. Il progetto tipico locale (De.Co), vuole promuovere i prodotti di eccellenza quali la pietra verde o l’olio di oliva, che meritano di essere inseriti nel mercato internazionale. Il turismo – ha continuato Giannetta – deve mirare allo sviluppo delle aree montane e non solo di quelle marittime. Il tutto può essere ottenuto rendendo fruibili le nostre zone anche con una migliorata viabilità. A questo proposito la Provincia sta ultimando la Delianuova-GioiaTauro e la Pedemontana». L’assessore comunale alle Attività produttive Raffaelangelo Carbone ha sottolineato l’importanza di «formulare una rete rurale per il rilancio dei centri montani». Il convegno che ha visto la partecipazione dei sindaci Giuseppe Zampogna di Scido, Antonino Gioffrè di Cosoleto, Domenica Gangemi di Santa Cristina, ha preceduto l’appuntamento di domenica con la bicentenaria “Fiera di Sant’Arcangelo”. originariamente dedicata al mondo della caccia, alla vendita di animali da soma e da allevamento. Quest’anno in concomitanza della giornata e con l’apporto del progetto “Ruralia” saranno allestiti stand con esposizione di prodotti tipici ed artigianali nati dall’operosità della Delianuova che produce. Esiste, oltre all’esposizione, anche un momento aggregativo, dove far interagire agronomi, imprenditori, esperti di economia rurale, antropologi e politici. SOLANO In fiamme in un cantiere autopompa e 4 betoniere SCILLA . Incendio notturno in un cantiere sulla 112 per Solano. Il fuoco ha interessato quattro betoniere e un camion con pompa per il cemento. I pesanti automezzi erano parcheggiati sul piazzale interno al cantiere. L’allarme è stato dato da un automobilista in transito che ha notato lingue di fuoco e colonne di fumo. Una telefonata al 115 ha fatto intervenire sul posto due squadre dei vigili del fuoco con al seguito un ispettore di soccorso, un capo sezione e un capoturno. Sono giunti anche alcuni equipaggi dei carabinieri della stazione di Scilla. L’intervento è stato piuttosto lungo e laborioso. I vigili del fuoco hanno lavorato per spegnere l’incendio e per impedire che si potesse propagare ad altri mezzi e alle strutture del cantiere. Completata l’opera di spegnimento, sono entrati in azione gli specialisti dell’Arma che hanno eseguito i rilievi. Sono in corso indagini per stabilire le modalità dell’incendio e per risalire ai responsabili.(t.f.) Gazzetta del Sud Sabato 29 Ottobre 2011 41 Reggio Tirrenica . ROSARNO Non c’è pace per chi distribuisce merce con i furgoni LA MANIFESTAZIONE Corteo di giovani Autista reagisce e sventa la rapina mettendo in fuga i malviventi Varapodio ricorda i fratelli uccisi con una fiaccolata Vincenzo Vaticano VARAPODIO La Finanza arresta due giovani messinesi nascondevano cento grammi di eroina Gioacchino Saccà GIOIA TAURO È fallita per la reazione, sicuramente imprevista, del conducente del mezzo, una rapina tentata in pieno giorno ieri a Rosarno. G.B.,53 anni, nativo di Patti (Messina) ma residente a Melicucco, dipendente della società “Industrie Meridionali” che opera nel campo della torrefazione e della distribuzione di caffè, era alla guida di un furgone Fiat Doblò col quale, dopo aver effettuato alcune consegne a Rosarno, era diretto a Nicotera. Alla periferia Nord di Rosarno, erano le tredici in punto, il malcapitato è stato affiancato da una Peugeot di colore scuro con due individui a bordo, entrambi travisati, uno dei quali armato di pistola automatica. Costretto a fermarsi sotto la minaccia dell’arma, G.B. non ha perso la calma ed invece di consegnare il proprio portafogli dopo aver cominciato ad urlare, nella speranza forse di attirare l’attenzione di qualcuno, si è dato alla fuga. A questo punto i due malviventi non hanno trovato di meglio che prendere precipitosamente posto in macchina, allontanandosi a gran velocità per ignota destinazione. G.B., a sua volta, si è rimesso alla guida del furgone col quale si è portato alla locale Tenenza dei carabinieri per denunziare l’accaduto con una dettagliata descrizione di tutti i particolari. E sempre a Rosarno ieri mattina i carabinieri hanno proceduto all’arresto dell’operaio A.P., 29 anni, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Palmi: deve scontare una pena residua pari a sei anni ed undici mese di reclusione per una condanna che gli era stata inflitta nel 2008. Prelevato presso la sua abitazione di via Plutarco è stato portato per le formalità di rito negli uffici della Tenenza e poi trasferito al carcere di Palmi. Intanto, sempre ieri, due giovani messinesi sono stati arrestati a Rosarno per detenzione ai fini di spaccio di eroina. I due, G.L., 28 anni, e D.S., 26 anni, che hanno precedenti specifici per spaccio, sono incappati in un posto di blocco della Guardia di Finanza che era stato attivato sin dalla prima mattinata in prossimità dell’uscita del raccordo dell’autostrada. Gli uomini delle Fiamme gialle del Gruppo di Gioia Tauro, con l’ausilio del cane antidroga Vacon, erano impe- gnati in servizi di controllo quando, nella tarda mattinata, hanno notato un motociclo di grossa cilindrata sul quale viaggiavano appunto i due messinesi. Alla vista dei finanzieri G.L. e D.S. non sono riusciti a nascondere un certo nervosismo per cui sono stati subito sottoposti a perquisizione. Nella tasca posteriore dei pantaloni di G.L. è stato trovato un involucro di cellophane contenente circa cento grammi di eroina. Il sostituto di turno presso la Procura di Palmi, dott. Enzo Bucarelli, ha disposto immediatamente il trasferimento al carcere dei due giovani e il sequestro del motociclo. SERRATA. Ignoti, a Serrata, si erano impossessati di seimila metri di cavo elettrico di rame asportato da un cantiere dell’Enel impegnato in località Marepotamo alla sostituzione di una linea aerea. Ma qualcosa, ovvero qualche imprevisto, ha costretto i ladri ad abbandonare la costosa refurtiva in aperta campagna. Il furto è stato denunziato dai responsabili del cantiere ai carabinieri della locale stazione che hanno subito avviato servizi di controllo nella zona localizzando il cavo di rame in prossimità di una strada sterrata. ROSARNO Un’area per la raccolta di rifiuti che saranno smaltiti Via libera della giunta comunale al progetto dell’isola ecologica Giuseppe Lacquaniti ROSARNO Un altro passo avanti è stato compiuto dall’amministrazione comunale per la realizzazione della prima isola ecologica cittadina, un’area attrezzata e vigilata, destinata alla raccolta differenziata di particolari tipologie di rifiuti. Il progetto definitivo ed esecutivo è stato approvato dalla Giunta presieduta dal sindaco Elisabetta Tripodi, per un importo complessivo di 177.000 euro. Il centro di raccolta rifiuti, denominato “Medma ecologica”, sarà ubicato in un terreno di proprietà comunale (ex Paparatti), dirimpetto al rione San Leonardo, nel- le vicinanze del bivio che dalla Via Nazionale immette nella strada per Nicotera. A redigere il progetto è stato un gruppo composto dagli architetti Giovanni Mastruzzo, Responsabile della 5.a Ripartizione comunale, Salvatore Amato ed Alessandro Messina. È stata la Commissione straordinaria nell’ottobre 2009 ad avanzare domanda alla Regione Calabria per il finanziamento dell’opera con i fondi messi a disposizione dell’Unione Europea, in esecuzione di un bando del Dipartimento regionale all’Ambiente. Con decreto del dicembre 2010, la Regione comunicava l’ammissione dell’Ente al finanziamento, L’area dell’isola ecologica Dopo la rapina i carabinieri hanno istituito diversi posti di blocco ROSARNO Bando dell’istituto “Piria” Assistenza ai disabili selezione di 11 educatori ROSARNO. L’istituto “R. Piria”, diretto dalla preside Mariarosaria Russo, nell’ambito degli interventi previsti per l’integrazione scolastica degli alunni disabili, ha indetto una selezione pubblica per il conferimento di 11 incarichi di collaborazione esterna al personale dell’area socio-educativa per la erogazione del servizio denominato “Assistente educativo per l’autonomia e la comunicazione de- per l’importo di 177.000 euro, di cui 27.000 a carico del bilancio comunale e 150.000, somma massima ammissibile, a carico della quota comunitaria. Nel successivo mese di gennaio 2011, il sindaco Tripodi stipulava a Catanzaro la relativa convenzione. L’isola ecologica sarà un’area recintata e sorvegliata, destinata alla raccolta differenziata di rifiuti ingombranti, speciali e pericolosi, che smaltiti in maniera corretta, potranno essere in parte recuperati con successivi trattamenti in altri impianti. Sito quindi di stoccaggio temporaneo dei materiali da riutilizzare. Sarà un luogo dove i cittadini, in modo gratuito, potranno depositare in appositi contenitori, vecchi elettrodomestici, computer, sanitari, farmaci, mobili metallici e di legno, batterie al piombo, pile, neon e lampadine, vernici e solventi, oli minerali e vegetali, prodotti chimici domestici ed altro ancora. SAN FERDINANDO La Guardia costiera ha raso al suolo una struttura abusiva Confiscata nel 2004, demolita dopo sette anni Francesco Toscano GIOIA TAURO La Capitaneria di Porto di Gioia Tauro elimina un caso di abusivismo edilizio a San Ferdinando. Lo si apprende da un comunicato diramato alla stampa, dal quale si rileva che nell’ambito di un’attività di polizia giudiziaria avviata dalla Guardia Costiera, che ha riguardato alcuni comuni della Piana di Gioia Tauro, è stata demolito un fabbricato (nella foto) che insisteva su un’area demaniale marittima del comune di San Ferdinando. Per il fabbricato in questione era stato disposto prov- vedimento di confisca da parte della Autorità Giudiziaria già dal 2004 e, ormai da tempo, si erano concluse le pratiche processuali, ma non si è fatto ricorso alla demolizione. Le ultime violenti mareggiate avevano inoltre danneggiato il fabbricato che si era ab- battuto su un fianco, poggiandosi sull’arenile, recando così pericolo per la pubblica incolumità. Pertanto, nei giorni scorsi, alla presenza degli uomini della Capitaneria di Porto di Gioia Tauro, guidati dal comandante Tomat e dell’ufficio tecnico del comune di San Ferdinando, si è provveduto alla demolizione e allo sgombero dell’intera area demaniale. «Questo – viene evidenziato nel comunicato – ha consentito di bonificare l’area e di restituire l’intera zona al pubblico uso». Viene precisato, infine che «l’operazione, che riguarda l’intera fascia del litorale marittimo di competenza, si ricollega all’attività, già avviata da tempo dalla Capitaneria di Porto di Gioia Tauro, intesa a controllare in maniera dettagliata il litorale a suo tempo già fotografato e costantemente monitorato, al fine di rilevarne gli eventuali abusi e difformità». gli studenti con disabilità, legge 104/92”. L’obiettivo del progetto è quello di accrescere il livello di autonomia personale e di integrazione degli studenti portatori di handicap, favorendo la partecipazione degli stessi alla vita scolastica. Nel bando è precisato che il rapporto che si instaurerà con l’istituzione scolastica avrà natura di collaborazione occasionale per l’anno scolastico 2011/2012.(g.l) Una fiaccolata per ricordare e commemorare Francesco e Carmelo Donato, i due giovani fratelli (18 e 26 anni) trucidati lo scorso 28 settembre, con numerosi colpi di fucile caricato a pallettoni, mentre si recavano in campagna a bordo di un trattore. Un lungo corteo a lume di candela partito da piazza San Nicola subito dopo la celebrazione della messa officiata da don Mimmo Caruso nel trigesimo della loro scomparsa. Un corteo che, con in testa lo stesso parroco, il vice sindaco Orlando Fazzolari, i sindaci di Delianuova (Rocco Corigliano), di Terranova S.M. (Salvatore Foti), di Taurianova (Domenico Romeo), ha attraversato le principali vie del paese in un totale ma molto significativo silenzio. Presente anche una rappresentanza del Comune di Rosarno, il corteo si è sciolto dopo un breve discorso commemorativo tenuto da Fazzolari al ritorno in piazza San Nicola. Ad organizzare “La fiaccolata per la legalità” è stato un gruppo di giovani che hanno così voluto onorare la memoria dei due sfortunati coetanei, vittime di un inaudito epi- sodio di violenza che ha sconvolto una cittadina. Attraverso numerosi manifesti e appelli su facebook a tutta la comunità è stato rivolto l’invito a partecipare in massa alla fiaccolata per «dimostrare davvero chi erano Francesco e Carmelo». In occasione dei loro funerali, è il caso di ricordare, un’infinità di persone provenienti anche da altri paesi hanno dato l’ultimo commosso addio ai due giovani, stringendosi attorno ai congiunti ed accompagnando in massa i due feretri, portati a spalla lungo tutto il percorso che dalla loro abitazione posta alla periferia del paese conduce fino alla chiesa di Santo Stefano dove si sono svolte le esequie. Un lunghissimo applauso accolse i due giovani allorquando, dopo la messa, le loro bare apparvero sul sagrato della chiesa. «Le esperienze della vita – hanno scritto i giovani sul manifesto col quale hanno le invitato tutta la cittadinanza a partecipare alla fiaccolata – dimostrano che la giustizia da sola non basta se non è supportata dalla buona volontà di cancellare la cattiveria dal cuore umano. La strada che ogni essere deve percorrere è quella della legalità che deve accompagnare ogni azione della nostra vita». Alla fiaccolata hanno partecipati sindaci di altri Comuni GIOIA TAURO Denunce inascoltate S.FERDINANDO La stazione Fs perde servizi e... acqua L’edicola “nuota” Scontro col dirigente, Consiglio incompetente GIOIA TAURO. Ci sarebbe da non credere ma, purtroppo, è proprio vero: dal tetto costituito da un terrazzo non praticabile del fabbricato della stazione ferroviaria di Gioia Tauro, quando piove, l’acqua finisce dentro e il problema interessa in particolare l’edicola che è sistemata nel salone di disimpegno e di attesa al quale si accede da Piazza Marconi. La segnalazione che vuole essere anche un ultimo appello, una specie di SOS, a chi ha diretta competenza arriva del titolare dell’edicola, Giovanni Spizzica, che gestisce da una vita il punto vendita di giornali e riviste più frequentato del capoluogo della Piana. «Non so più a che santo votarmi, a chi raccomandarmi, a chi poter chiedere aiuto per un intervento che dovrebbe, con modica spesa, risolvere un problema veramente grave. Quando piove l’acqua arriva giù a catinelle e tento di tamponare sistemando dei contenitori nel sottotetto, previsto e realizzato come deposito. Se arriva un temporale l’acqua si insinua dalle fessure del terrazzo, che dovrebbe fare da tetto, e bagna tutto interessando anche l’impianto elettrico. Ho inviato decine di raccomandate e di fax alla Direzione territoriale di Reggio Calabria, in via San Francesco da Paola, di RFI. Ma tutto è stato ignorato e nessuno si è degnato di darmi una risposta. Cosa devo fare per attirare l’attenzione dei tecnici responsabili?». È chiaro che il titolare del punto di vendita, Giovanni Spizzica, non sopporta più una situazione che dura da anni ed anni e che gli provoca anche danni economici. È disperato e vorrebbe poter fare qualcosa affinchè il problema dell’acqua... corrente sull'edicola in coincidenza di piogge e temporali possa essere finalmente risolto. Adesso è pronto a giocare l’ultima carta. Inoltrare un esposto denunzia alla Procura della Repubblica per «inadempienza degli organi tecnici», afferma, «poi si vedrà». Quando piove lo stesso, aiutato da un figlio e da qualche amico, sospende la vendita di giornali e riviste e si porta, facendo uso di una lunga scala, nel sottotetto-deposito per svuotare i contenitori disposti per raccogliere l’acqua. Sembrano scene d’altri tempi, dice la gente, e invece... È questo un altro dei tanti problemi che interessano la stazione ferroviaria di Gioia Tauro dove, a più di un anno di distanza dalla loro installazione, gli ascensori, rimasti in funzione soltanto per pochi giorni, sono sempre inspiegabilmente bloccati e dove le panchine, smantellate per il rifacimento del marciapiedi del secondo-terzo binario, non sono state più ricollocate. E come se non bastasse dal prossimo quindici novembre la biglietteria sarà definitivamente chiusa per cui i viaggiatori in partenza dovranno solo arrangiarsi. (g.s) SAN FERDINANDO. Non ci sarà alcun consiglio comunale, almeno per il momento, sulla vicenda del presunto scontro tra il responsabile dell’area tecnica del comune con il sindaco di San Ferdinando Domenico Madafferi. Il primo cittadino ha risposto picche alle opposizioni, le quali avevano richiesto la convocazione del consiglio, e ieri ha inviato la risposta scritta ufficiale con le motivazioni del rigetto della proposta di un’assise sul tema. «Non si ritiene che l’argomento della discussione proposto sia meritevole di essere affrontato in una adunanza consiliare, in quanto non riguarda questioni di interesse generale o collettivo, né la trattazione di interrogazioni su argomenti che concernono le funzioni di indirizzo e di controllo politico amministrativo». Per questo Madafferi ricorda che «lo Statuto limita l’ipotesi di richiesta del consiglio di cittadini, associazioni, consiglieri di richiedere l’inserzioni di argomenti all’ordine del giorno del consiglio». E sottolinea pure come la questione sia «strettamente personale ed all’esame dell’Autorità giudiziaria, unica competente ad effettuare valutazioni nel merito». Insomma una replica pacata e allo stesso tempo incisiva che entra nel merito giuridico del perché il consiglio comunale non sarà convocato per questa vicenda.(a.n) 42 Sabato 29 Ottobre 2011 Gazzetta del Sud Reggio Ionica . REGGIO CALABRIA In attesa del sit-in di oggi a Saline Joniche, al Museo del Bergamotto la chiamata a raccolta del “fronte del no” «Non vogliamo investire soldi nel carbone» Keller avverte: «Repower costruisce con fondi statali». Barillà: «Basta giochi sottobanco» Ketty Tramontana REGGIO CALABRIA «Non vogliamo investire soldi in carbone». Lo striscione emblematico campeggiava di fronte ai rappresentanti del Coordinamento associazioni Area Grecanica. Parole che sintetizzano il pensiero di tutti coloro che protestano contro il progetto di costruire a Saline una centrale a carbone portato avanti dalla multinazionale svizzera Repower e dalla sua controllata Sei. Un “no” compatto e massiccio in vista del presidio di questa mattina, davanti ai cancelli dell’ex Sipi. Almeno è questa la speranza che gli organizzatori hanno manifestato ieri durante un incontro, al Museo del Bergamotto di Reggio Calabria, per ribadire ancora una volta tutte le ragioni del movimento “No Carbone”. Motivazioni che sono state messe in chiaro anche da Nuccio Barillà, del direttivo nazionale di Legambiente, e da Markus Keller, responsabile per l’Italia del vasto e radicato coordinamento di opposizione al carbone del cantone dei Grigioni, in Svizzera. Prima arrivare al sodo, Noemi Evoli a nome dell’organizzazione parla dell’appuntamento di questa mattina: «Abbiamo voluto partecipare al No Carbone Day nazionale insieme a tutte le altre realtà italiane che si trovano come noi a contrastare investimenti sul carbone e lo faremo con un presidio simbolico e colorato, insieme alle 100 organizzazioni, tra partiti, sindacati, associazioni, movimenti, dal territorio ma anche dal resto della Calabria e addirittura dall’estero, che hanno aderito all’iniziativa di Saline». Ma il “no” lascia spazio alle diverse proposte che inneggiano a una mirata progettualità e ad un punto di vista che si oppone fortemente ad «un modello di sviluppo nefasto da sostituire, invece, con un sistema che valorizzi i territori, rispetti l’ambiente e la salute dei cittadini». Ma quello che si è consumato in riva allo Stretto è stato soprattutto un appuntamento incentrato sul chiarimento di alcune verità che riguardano l’investimento Repower. Ed ecco che Keller commenta un punto fondamentale: «La multinazionale Repower è formalmente una società per azioni, dunque, un privato, ma sostanzialmente investe con soldi pubblici. Circa l’85% delle azioni è posseduto da società pubbliche o a capitale pubblico, di cui il 46% dal cantone dei Grigioni, che le ha ottenute in contropartita alla cessione di parecchie delle centrali idroelettriche presenti sul territorio”» Un aspetto essenziale della vicenda sul quale il movimento intende muoversi d’anticipo rispetto al Governo italiano. «Di fronte al no del ministero dei Beni culturali – spiega Barillà – al progetto della centrale di Saline, che controbilancia l’ok della Commissione Via del ministero dell’Ambiente, e di fronte al no della Regione e degli enti locali, la strategia che si profila è quella di un decreto legge che sfrutti una leggina sugli investimenti privati in aree dismesse per scavalcare la LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE Stamattina alle 9,30 appuntamento e partenza dai cancelli dell’ex Sipi In breve CONDOFURI Festival grecocalabro oggi a Gallicianò Un faro nel cuore della Magna Grecia. Stamattina, dalle 9,30, Gallicianò ospiterà il III Festival della canzone greco-calabra, organizzato dall’associazione “Spixì ce Sòma” (anima e corpo). Avrà il suo quartier generale in contrada Vucida, ma si sposterà in piazza del Corvo e nel Museo etnografico. Condurrà Gilberto Idonea. (g.t.) MOTTA SAN GIOVANNI Federico Strati MONTEBELLO JONICO Il tavolo dei relatori al Museo del Bergamotto volontà dei cittadini espressa dagli organismi democraticamente eletti. Sarebbe una mossa irresponsabile, oltre che incostituzionale, poiché lo Stato violerebbe le competenze della Regione in materia. Una sfida che siamo pronti a sostenere fino in fondo». Una cosa è certa per Keller e Barillà: occorre seguire la via del dibattito con la Repower, gli ambientalisti e i cittadini. «Noi siamo per il dialogo – ha concluso Barillà – al di là delle piccinerie e della miseria di chi rappresenta la Repower sul territorio. Sul capitolo delle opere compensative e dei 50 milioni di euro messi sul tappeto le cose non sono chiare. Abbiamo parlato di trattative segrete e, dietro le quinte, sono arrivate smentite a mezza bocca. Allora ribadiamo il concetto: o sono in corso trattative tra i sindaci e la Sei, e ciò sarebbe gravissimo, poiché ufficialmente gli enti locali sono schierati contro il carbone, oppure queste trattative non ci sono, e ciò è ugualmente grave perché i sindaci si disinteressano delle manovre che si stanno compiendo sul territorio». Anche Saline Joniche risponderà presente alla giornata di mobilitazione nazionale contro il carbone. Stamani, in contemporanea alla manifestazione principale in programma ad Adria, nelle adiacenze della centrale Enel di Porto Tolle, a Saline, come in tutti i luoghi d’Italia in cui sorgono centrali a carbone (Brindisi, La Spazia, Vado Ligure) e in quelli interessati da progetti di riconversione o costruzione di nuovi siti, saranno organizzati presidi di protesta civile contro una forma di sviluppo industriale non ritenuta compatibile con salute e ambiente. L’appuntamento è per le 9.30 davanti ai cancelli dell’ex Sipi, nella discesa che conduce all’area portuale. Il presidio si sposterà successivamente a piazza Chiesa. Il Coordinamento delle associazioni dell’Area grecanica ha curato l’evento nei minimi dettagli per consentire il maggior afflusso possibile di cittadini. Già oltre ottanta le associazioni di tutto il comprensorio e non solo che hanno dato la loro adesione. Fra queste Legambiente, Wwf Calabria, Rete per la difesa del territorio “Franco Nisticò” e le svizzere Zukunf Statt Kole, Verdi Grigione, Myblueplanet, Ars Solaris Haechler, Solarstatt, Unione delle organizzazioni ambientaliste grigionesi e Partito socialista Grigioni. Annunciate, fra le altre, le presenze dell’on. dell’Idv Sergio Piffari, componente della Commissione ambiente della Camera dei deputati e di Stefano Ciafani, responsabile scientifico e membro della segreteria nazionale di Legambiente. Dalla Svizzera è previsto l’arrivo di Markus Keller alla testa di una delegazione di attivisti del Cantone dei Grigioni. Secondo Federico Curatola, sindaco di Bagaladi «il no al carbone non può essere il punto di arrivo, ma il punto di partenza, per costruire uno scenario alternativo di sviluppo. Dal presidio di Saline, dall’istantanea di questi uomini e donne vogliose di lottare per il bene comune e per il futuro di questa terra, parta uno slancio d’orgoglio». Servizio di autobus per i cimiteri Il Comune organizza un servizio di bus navetta gratuito per i cimiteri di Motta e Lazzaro. Per il cimitero di Motta partenze da piazza Municipalità (corse mattutine domenica e martedì, pomeridiane mercoledì), per Lazzaro da piazza Chiesa (mattutine lunedì e mercoledì, pomeridiane martedì). (g.t.) GERACE Via libera al progetto videosorveglianza La Giunta presieduta dal sindaco Giuseppe Varacalli, ha approvato il progetto-formulario per la realizzazione di un impianto di videosorveglianza. Iniziativa inserita nell’ambito del Programma operativo nazionale (Pon) “Sicurezza per lo sviluppo”. Il progetto comporterà una spesa complessiva di 262.044 euro. (a.c.) Sabato 29 Ottobre 2011 Gazzetta del Sud 44 Reggio Ionica . BASSO IONIO Il filone con rito abbreviato derivato dall’inchiesta “Savana” (1998-99) ROCCELLA ’Ndrangheta “esportata” a Milano inflitti 21 anni a quattro imputati Continuano senza esito le ricerche dell’anziana scomparsa Condannati Morabito, Brancatisano, Falcomatà e Talia (pena sospesa) Il recente sit-in dei dipendenti a Siderno Rocco Muscari LOCRI Condannati a complessivi 19 anni di reclusione i quattro imputati, con l’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso, dal gup di Reggio Calabria, giudice Antonino Laganà. Il processo in rito abbreviato è una costola dell’operazione denominata “Savana”, eseguita in tre tranches, tra il 1998 e il 1999, dalla Squadra mobile di Milano e Reggio Calabria contro presunti appartenenti alla consorteria della ‘ndrangheta reggina riconducibile Giuseppe Morabito detto “Tiradritto”. Nel dettaglio il giudice dell’udienza preliminare ha condannato a 7 anni di reclusione Giovanni Morabito, a 5 anni ciascuno Dante Brancatisano e Rocco Falcomatà, mentre per Giovanni Talia la pena disposta – 2 anni – è stata sospesa. Sono state così sostanzialmente confermate le richieste formulate dal pm Sara Ombra, della Dda di Reggio Calabria, che al termine della requisitoria aveva proposto pene per complessivi 21 anni di detenzione. Regge, quindi, l’impianto accusatorio rappresentato dalla Distrettuale Antimafia che ha rilevato la presenza nel Milanese di una costola attiva della criminalità organizzata calabrese, che attraverso un accordo associativo a delinquere ha operato in Lombardia. La condanna di ieri conferma che i tentacoli della ndrangheta calabrese sono giunte al Nord Italia fin dagli anni Novanta. Un dato, questo, al momento acclarato con la sentenza di primo grado, che diverge sostanzial- REGGIO Confermato: il 3 si sciopera Locride Ambiente incontro col prefetto ma senza soluzioni Aristide Bava SIDERNO Il Centro direzionale, sede dei tribunali di Reggio calabria mente dall’assoluzione disposta dalla Corte di appello di Milano, nei confronti di altri coimputati, alcuni dei quali accusati anche per traffico internazionale di stupefacenti, giunta dopo ben due annullamenti con rinvio da parte della Corte di Cassazione. L’accusa, attraverso l’ampia discussione del pm Sara Ombra, ha ricostruito a Reggio Calabria i legami delle cosche ed i rapporti tra i vari locali di ’ndrangheta operanti fuori dai contesti calabresi, anche 13 anni prima dell’operazione “Crimine”. Per dimostrare la presenza di un’associazione mafiosa nel processo Savana, la Procura ha ripercorso la storia giudiziaria dei clan reggini, cristallizzata nelle sentenze, passate in giudicato, delle operazioni denominate “Aspromonte” e “Armonia”. Contro le richieste dell’accusa il collegio difensivo, composto dagli avvocati Vincenzo Nobile e Francesco Moio per Falcomatà, avv. Mario Santambrogio per Morabito, avv. Antonio Managò e avv. Marco Gemelli per Talia e Brancatisano, ha concluso gli interventi chiedendo l’assoluzione per tutti gli imputati. L’avv. Antonio Managò, infatti, aveva sottolineato la mancanza di elementi certi per dimostrare la sussistenza dell’associazione e, in particolare per i propri assistiti, ha replicato alle asserzioni della Procura eviden- SAN LUCA Annullata la misura cautelare di “Overloading” La Cassazione rinvia al Riesame anche la “posizione” di Scalia LOCRI. Avrebbe ceduto un in- gente quantitativo di cocaina a componenti della famiglia degli Scornaienchi di Cetraro, presunti appartenenti alla cosca “Muto”, operante nell’alto Tirreno cosentino. Per questo motivo Mario Giuseppe Scalia, 58 anni originario di San Luca, è stato oggetto di una misura cautelare in carcere nell’ambito del procedimento denominato “Overloading”. Secondo la Dda di Catanzaro Scalia sarebbe uno dei presunti uomini di fiducia di Bruno Pizzata, il broker della ’ndrangheta capace di spostare tonnellate di cocaina dal Sud America in Europa. Nel presunto cartello di L’avv. Eugenio Minniti narcos sarebbero rientrati anche le più importanti ‘ndrine del cosentino, che avrebbero finanziato il traffico per comprare lo stupefacente destinato allo spaccio nel mercato locale. L’ipotesi accusatoria si basa fondamentalmente su una intercettazione ambientale captata nel carcere di Carinola, avvenuta tra Lido Franco Scornaienchi, detenuto, ed il figlio Luigi, entrambi indagati in “Overloading”. Quest’ultimo metterebbe a corrente il padre di essere ricorso a un soggetto a nome Scalia, quale fornitore di diversi chili di cocaina, che era stato codetenuto a Catanzaro nel 2005, e che sarebbe nipote di tale Peppe Romano. ziando la loro assoluta estraneità dai fatti contestati. L’avv. Enzo Nobile ha insistito, nell’arringa, nella carenza di riscontri alle accuse promosse contro Falcomatà, per il quale il difensore ha rilevato l’estraneità rispetto alle circostanze rappresentate dalla Dda reggina. Dello stesso tenore l’arringa dell’avv. Mario Santambrogio, che ha sottolineato l’assenza di qualsivoglia prova contro il proprio assistito. Il collegio difensivo, all’esito della sentenza, attende di conoscere il contenuto delle motivazioni, per le quali il giudice Laganà ha disposto in 90 giorni i termini per il deposito, per promuovere appello. La difesa, composta dagli avvocati Eugenio Minniti e Francesco Gambardella, nel loro ricorso hanno censurato, in sede di legittimità, non solo la mancata individuazione del bene dello scambio, ma addirittura la natura e la quantità, difettando degli elementi di riscontro fattuale che possano comprovare l’oggetto della conversazione. L’avv. Minniti, nella discussione davanti alla sesta sezione della Cassazione, ha posto altresì il problema del soggetto fornitore attenzionato dagli interlocutori, mancando qualsivoglia rapporto parentale tra gli Scalia e un Peppe Romano. Il procuratore generale, accogliendo la tesi della difesa, aveva concluso per l’accoglimento della richiesta di annullamento della misura con rinvio al Tribunale del Riesame di Catanzaro per un nuovo esame della quantità della droga che sarebbe stata trattata tra Scalia e Scorniaienchi.(r.m.) LA LETTERA L’avv. Maria Elisa Lombardo denuncia un carente livello di assistenza Il prefetto di Reggio Calabria Luigi Varratta ha ricevuto ieri mattina i rappresentanti dei Comuni che hanno le posizioni debitorie più pesanti nei confronti di Locride Ambiente, la società che si occupa della raccolta dei rifiuti solidi urbani nel comprensorie, e il legale rappresentante Andrea Falvo per cercare di trovare un punto di incontro alla delicata situazione in cui si trovano i dipendenti, senza stipendio da due mesi a causa dei mancati versamenti dei Comuni. In particolare erano presenti i rappresentanti di Siderno, Marina di Gioiosa, Locri, Monasterace e Bova, i comune più morosi, con un debito complessivo che ammonta ad oltre due milioni di euro. L’incontro, seppure non siano mancate le esternazioni di buona volontà da parte delle amministrazioni comunali , non pare abbia portato alcun fatto concreto, almeno per l’immediato, in quanto esiste mancanza di liquidità di cassa da parte dei Comuni che hanno preso qualche impegno allargandolo però ai prossimi “trasferimenti”. Intanto però la situazione sta comportando notevoli difficoltà che si ripercuotono sui dipendenti, perchè ormai neanche Locride Ambiente ha disponibilità di cassa e non trova credito con le banche. La riunione di ieri, alla presenza del prefetto, era stata indetta per cercare una soluzione ad un problema che si era già presentato nei mesi scorsi; alcuni comuni, d’intesa con Locride Ambiente avevano approntato dei piani economici dilazionati che, però, sono stati disattesi. La situazione, anche per questo motivo, è nuovamente precipitata. Molti dipendenti (sono circa sessanta) lamentano l’impossibilità di garantire il vitto alle proprie famiglie e speravano che la situazione in qualche modo di sbloccasse dopo le manifestazioni di protesta che hanno attivato prima di passare ad una giornata di sciopero già programmata per il 3 novembre. La situazione, invece, rimane stabile in senso negativo. Almeno questa è la considerazione che abbiamo recepito in serata, a Siderno, da parte di alcuni dipendenti convocati dall’amministratore Falvo per fare il punto della situazione. La protesta dei dipendenti, quindi, continua, ed è stata confermata la giornata di sciopero del 3 novembre. vrebbe trasudare gioia e letizia è diventato un luogo dove tanto il personale medico quanto quello paramedico vive in un palpabile stato di stress ed irritabilità: sono pochi e con turni massacranti ripetono continuamente, e indovinate chi ne paga le conseguenze? Le pazienti che si trovano a vivere una degenza, anche post-operatoria, al limite del sopportabile perché l’assistenza è solamente proporzionata al grado di umanità e serietà dell’infermiere di turno. Quindi passato l’orario di lavoro del personale cortese rimani in balia completa degli eventi e, nella migliore delle ipo- tesi, dei più disponibili compagni di ventura. L’assistenza familiare della ricoverata diventa una risorsa da sfruttare. Non c’è il personale? Lascia un parente a prendersi cura della paziente, quel malato sarà comunque contento ed assistito nel migliore dei modi col minimo disturbo. E invece no, nessuno può rimanere al di fuori degli orari di visita, così se ti finisce la flebo o hai bisogno di una qualsiasi altra cosa, suona il campanello, e se non vengono... risuona, prima o poi arriveranno, forse! Buon senso e un po’ di esperienza: sarebbe bastato questo per evitare tanti disagi. Si- gnori politici e non, cos’altro state aspettando per adottare i dovuti provvedimenti e cambiare le cose? Cos’altro deve accadere affinché anche voi diate libero sfogo e seguito all’indignazione che i fatti accaduti provocano? Il morto! Ora purtroppo c’è anche quello. Cosa altro state aspettando per appurare le responsabilità di tutto questo malfunzionamento e della gridata insoddisfazione che apertamente si aggira dentro e fuori il reparto? L’esodo verso gli altri ospedali per partorire è già iniziato, e ad arginare la diminuzione dei numeri sono rimaste solo le donne straniere...». ROCCELLA A distanza di oltre 36 ore dall’improvvisa scomparsa e dall’allarme lanciato da alcuni familiari, non si hanno ancora notizie, nonostante le massicce ricerche finora compiute dai vigili del fuoco di Siderno, dagli agenti del Nucleo cinofilo del Comando provinciale e del Nucleo speleo alpino fluviale, dell’anziana pensionata di 81 anni, Rosa Maria Sità, affetta da Alzheimer, scomparsa nel pomeriggio di giovedì scorso nella località Calavacia di Mammola, zona di montagna situata a ridosso dei monti della “Limina”. Dopo le vane ricerche compiute nella zona, a segnalare, ai carabinieri della stazione di Mammola, la scomparsa dell’anziana donna sono stati alcuni familiari che non trovando più la loro congiunta nel vasto terreno di campagna di loro proprietà hanno chiamato i carabinieri. A nulla nonostante la massiccia presenza in tutta la zona preaspromontana di personale specializzato, sono valse finora le ricerche che, comunque, sono sin da subito apparse difficili per via delle zone impervie da controllare. È chiaro che col passare delle ore, viste anche le condizioni climatiche tutt’altro che favorevoli, il freddo della notte e l’età molto avanzata dell’anziana pensionata, le possibilità di trovare ancora in vita Rosa Maria Sità sono davvero ridotte al minimo. SANT’ILARIO Erogazione ripristinata LOCRI Accordo raggiunto tra Comune e Sorical Gli studenti del Mazzini a Dublino grazie ai Pon Emanuela Ientile SANT’ILARIO DELLO JONIO Raggiunto l’accordo tra il Comune e la Sorical in merito alla vertenza in corso negli ultimi mesi per la stipula della nuova convenzione per l’erogazione dell’acqua potabile. Ieri l’altro in Prefettura si è svolto un incontro tra i rappresentanti del comune di S. Ilario (il sindaco Pasquale Brizzi, la segretaria comunale Donatella Palmisani e il legale dell’Ente, Francesco Pelle), e quelli della Sorical nelle persone della delegata Angela Tarantino e del legale della società, Prisco. Grazie al tavolo delle trattative im- mediatamente convocato dal prefetto, Luigi Varratta, su richiesta del sindaco Brizzi, e presieduto dal delegato del rappresentante di Governo, Campolo, si è giunti ad un accordo con il rinnovo di una convenzione ritenuta equa da entrambe le parti. «Già nella tarda serata di mercoledi – spiega una nota – dopo la presa di posizione del prefetto, nella Marina di S. Ilario era stato ripristinato il servizio». «Siamo profondamente grati al Prefetto per la rapidità della risposta e per aver agevolato il raggiungimento dell’accordo» ha commentato il sindaco Brizzi. STILO Su bilancio, palio e acqua potabile «Signori politici, visitate Ginecologia di Locri...» Scarfone a ruota libera Dall’avv. Maria Elisa Lombardo di Roccella Ionica, riceviamo e pubblichiamo alcuni stralci di una “Lettera aperta ai nostri politici sui disagi delle degenti al reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Locri” «Cos’altro deve accadere per farvi capire che, oggi più che mai, è necessario mettere professionisti esperti e specializzati a ricoprire ruoli delicati? Le corsie sono per i medici, possibilmente per quelli in grado di salvarci la vita se necessario. Da quanto tempo, signori politici, non fate una passeggiata in quella corsia? Un posto in cui ogni angolo do- Antonello Lupis contro la Giunta Miriello Claudio Stillitano STILO Conferenza stampa di Giorgio Scarfone, consigliere di minoranza per il raggruppamento “Per Stilo”. L’ex primo cittadino ha usato parole dure contro la maggioranza guidata da Giancarlo Miriello che, a suo dire, agisce ed amministra con leggerezza, senza programmazione e privilegiando interessi particolari. Scarfone ha parlato a ridosso del Consiglio comunale in cui sono stati approvati l’equilibrio del bilancio e alcuni debiti fuori dello strumento finanziario. In consiglio, ha detto Scarfone, non sono state presentate alcune fatture riguardanti il Palio di Ribusa, che presentano alcune anomalie. Ma il clou della conferenza ha riguardato l’erogazione dell’acqua potabile. «La penuria idrica, con tanto di chiusura di rubinetti per molte ore del giorno è dovuta alla morosità del comune nei confronti della Sorical. Sono inadempienze che fanno riflettere» ha concluso Scarfone. LOCRI. Quindici studenti delle classi terze e quarte del liceo linguistico “Giuseppe Mazzini” di Locri, insieme ai docenti e al dirigente scolastico, Rosario Lucifaro, sono stati i protagonisti di un periodo di “soggiorno-studio” svoltosi a Dublino grazie ai Fondi strutturali europei, (Pon 2007-2013). Ad ospitare il gruppo di studenti è stato il “Marino Institute of Education”, struttura situata all’interno di un quartiere e poco distante dall’Esmerald Cultural Institute, ovvero una scuola accreditata all’Iacl (Istituzione Internazionale per il riconoscimento dei corsi d’inglese), dove gli studenti hanno seguito il percorso formativo. Le lezioni hanno avuto la durata complessiva di 60 ore. Dopo l’esame finale e la conseguente certificazione Trinity, si è potuto constatare come gli studenti abbiano acquisito maggiore familiarità con la lingua inglese. (e.i.) Gli studenti a Dublino