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Direzione: via Rossini 2/A - 87040 Castrolibero (CS) Telefono 0984 4550100 - 852828 • Fax (0984) 853893 Amministrazione: via Rossini 2, Castrolibero (Cs) Redazione di Reggio: via Cavour, 30 - Tel. 0965 818768 - Fax 0965 817687 - Poste Italiane spedizione in A.P. - 45% - art. 2 comma 20/B legge 662/96 - DCO/DC-CS/167/2003 Valida dal 07/04/2003 Lunedì 2 gennaio 2012 www.ilquotidianodellacalabria.it Operaio assassinato davanti alla moglie Trappola mortale a Staiti il giorno di San Silvestro la donna che era in auto con lui è stata risparmiata L’auto su cui viaggiavano la vittima e la moglie speronata dal pick up dei killer risultato rubato a Torino GIOVANNI VERDUCI a pagina 10 A Capodanno in Calabria colpiti in 22. Solo Cosenza si salva. Due i morti tra Roma e Napoli Botti, si ripete il triste rito A Isola un bimbo preso di striscio. Due persone ferite gravemente a Catanzaro NONOSTANTE i divieti il triste rito dei botti accompagnati da morti e feriti si è ripetuto anche quest’anno. Durante i festeggiamenti peril 2012tra Roma e Napoli sono morte due persone. Diversi i feriti, anche in Calabria, dove si è salvata solo Cosenza. Ventidue in tutto nella regionele persone colpite. Tragedia sfiorata a Isola Capo Rizzuto dove un bambino è stato ferito di striscio da un proiettile vagante. Nove i feriti in particolarenel Reggino. Nella città dello Stretto sempre un proiettile vagante ha ferito una donna che stava festeggiando sul balcone di casa. A Catanzaro una persone perde una mano e un’altra un occhio. PATRIZIA CANINO e MARIA F. FORTUNATO da pagina 6 a pagina 9 Catanzaro, 2012 al via tra i rebus La marcia a Polistena Scarpino ritira le dimissioni e domani si torna in Consiglio GIULIA VELTRI a pagina 11 M. ZAVAGLIA a pagina 13 di OTTAVIO ROSSANI Michele Traversa Pdl, è polemica Formigoni-Scopelliti PER prima cosa, buon anno (2 gennaio 2012) a tutti quanti voi che mi seguite con passione e ogni tanto mi scrivete per suggerire i temi della Piazzetta. Come già sapete questo non è un pulpito e non è un salotto, qui non ci sono snobismi né affettazioni. E non ci sono ipocrisie. Quello che ci siamo detti finora ha dato la precedenza alla situazione travagliata italiana degli ultimi anni tre anni: una crisi profonda e continua a pagina 17 Il caso della frazione Cassari sotto la neve dimenticata da tutti La piazzetta Gli obiettivi “politici” del Governo “tecnico” A migliaia in corteo con Azzarà per la pace e il cambiamento Motivo dello scontro la struttura che deve avere il partito ALBANESE, CATALANO, PAPASIDERO e RASO a pagina 12 ADRIANO MOLLO a pagina 11 I giovani in corteo a Polistena con lo striscione della pace Interventi Giuseppe Scopelliti di MARIO CAMPANELLA GIUSEPPE GIORDANO PIETRO MANCINI ALBA MAZZOTTA e LUIGI NIGER alle pagine 17 e 18 Reggio. L’amministrazione respinge la richiesta dell’architetto indagato nell’inchiesta Fallara Sombrero 75enni QUESTO non è un paese per giovani, e ora si cerca di renderlo invivibile anche ai vecchi. Si va in pensione sempre più tardi, alla stessa età qualsiasi lavoro si sia svolto nella vita; ma soprattutto, col passaggio al sistema contributivo e col precariato a vita che riguarda sempre più persone, saranno pensioni per modo di dire, con le quali sopravvivere sarà un esercizio di fantasia. Ma c'è una buona notizia: a 75 anni non si paga più il canone. Insomma la Rai gratis, una vera manna per questi anziani ridotti in povertà. Che bello avere uno Stato che pensa a noi! Caso Labate, il Comune dice no alla transazione L’AMMINISTRAZIONE comunale di Reggio dice no alla proposta di transazione avanzata dall’architetto Labate, indagato nell’inchiesta Fallara. CATERINA TRIPODI a pagina 19 Verso il Sassuolo Reggina Missiroli vicino all’addio a pagina 35 20102 9 771128 022007 E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro ANNO 18 - N. 1 - € 1,20 Lunedì 2 gennaio 2012 Omicidio a Staiti Killer in azione a San Silvestro. Freddato l’operaio forestale Francesco De Maria Ucciso davanti alla moglie Illesa la donna. I killer non riescono a incendiare il pick up rubato a Torino di GIOVANNI VERDUCI SIDERNO - E’ stata una trappola mortale quella nella quale è caduto Francesco De Maria, il 60enne originario di Staiti ucciso nel pomeriggio del giorno di San Silvestro. Chi ha sparato contro Francesco De Maria l’ha fatto con freddezza e precisione, salvando la vita alla moglie del bersaglio predestinatoche sedeva sul sedile del passeggero. I killer, almeno tre quelli entrati in azione, hanno studiato il loro piano con estrema precisione. Hanno pianificato tutto, rubando il pick up usato per speronare la Wolksvagen Passat della vittima a Torino e usando delle targhe trafugate a Reggio Calabria quattro giorni prima dell’omicidio. I sicari, poi, sono entrati in azione con il volto coperto ed hanno scelto con cura il tratto di strada più adatto in cui entrare in azione, proprio dove il budello di asfalto che si arrampica dalla Statale106 versoil centroabitato di Staiti sirestringe e l’asse viario scorre fra la scarpata e un muro a secco. I killer, poi, hanno seguito gli spostamenti di Francesco De Maria. L’uomo, figlio del capo cosca locale assassinato nella faida di Motticella, stava rientrando a Staiti dopo aver fatto le compere per il cenone di Capodanno. Chi aveva il compito di uccidere lo ha tenuto sotto controllo e si è mosso, a bordo del possente pick up, non appena l’auto di De Maria è spuntata lungo la Provinciale per Staiti. Per l’operaio forestale messinese non è stato possible sfuggire all’agguato. I killer, infatti, hanno speronato, (per il violento impatto il pick up ha perso la ruota anteriore sinistra), la Passat del sessantenne stringendola contro il muro a secco. Bloccata ogni possibilità di fuga, armi in pugno i tre sicari hanno scaricato contro Francesco De Maria diversi colpi di pistola calibro nove. Almeno quattro i proiettili mortali che hanno raggiunto la vittima al collo ed al tronco, tutti esplosi sotto lo sguardo terrorizzato della moglie di Francesco De Maria. Per l’uomo non c’è stato scampo, il suo cuore ha smesso di battere quasi subito. Inutili anche i tentativi della moglie di contattare il Servizio di urgenza medica e i carabinieri della stazione di Brancaleone. Quello di Staiti è un omicidio eclatante: per il modo con il quale è stato consumato, ed eccellente: per la persona che è finita sotto i colpi degli assassini. E’stata un’azione criminale rapida, ma nonscevra di errori che potrebbero aprire spazi importanti nel lavoro investigativo che, almeno per il momento, (non si esclude, infatti, che le carte delle indagini possano passare a breve sulle scrivanie dei pubblici ministeri della Dda di Reggio Calabria), ècoordinato dalsostituto procuratore di Locri, Salvatore Cosentino. Un omicidio di ‘ndrangheta. In queste ore il medico legale Tarsia dovrebbe ricevere il mandato di effettuare l’autopsia sul cadavere di Francesco De Maria. Il gruppo di fuoco, infatti, aveva preventivato tutto e, per non offrire spazi agli uomini del Reparto investigativo del Gruppo Locri dell’Arma comandati dal maggiore Alessandro Mucci, avevano deciso di dare fuoco al pick up. Nel cassone dello stesso, infatti, sono state trovate delle taniche di benzina rovesciate. I killer, quindi, volevano dare fuoco all’automezzo per cancellare ogni tipo di traccia, ma il progetto non è andato a buon fine. Gli uomini del colonnello Giuseppe Di Liso ora attendono i riscontri della quarta sezione investigazioni scientifiche del comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria che, per tutta la giornata di sabato, hanno effettuato i rilievi sul luogo dell’omicidio. La moglie di Francesco De Maria, infine, è stata sentita per diverse ore dagli investigatori ma non ha saputo fornire elementi utili per le indagini. Il luogo dell’agguato mortale a Francesco De Maria | MOTTICELLA LE INDAGINI PRESTO ALLA DDA | Il padre ammazzato durante la faida Similitudini con il caso Sgabellone SIDERNO - Francesco De Maria faceva l’operaio forestale fra Messina e Reggio Calabria, ma il nome della sua famiglia è strettamente legato al territorio della Locride e alla faida di Motticella. Il padre Bruno, ritenuto dagli investigatori reggini uno dei capi cosca di Staiti, è stato ucciso nelle campagne della Locride negli anni in cui la guerra per il potere su Brancaleone ed il suo hinterland era aperta. Risale ai primi anni '90, infatti, la rivalità che oppone le famiglie Morabito e Mollica. Nell'ambito della faida, che ha coinvolto numerose famiglie anche dei centri vicini ad Africo e Brancaleone, sono state assassinate una sessantina di persone. Secondo le forze dell'ordine la faida di Motticella ebbe inizio nel 1983 dopo l'anomalo sequestro di una farmacista di Brancaleone, liberata senza il pagamento di riscatto. La faida di Motticella portò in dote la messa in sonno del “locale” di ‘ndrangheta. Non si esclude la pista che porta al consigliere comunale assassinato a Samo SIDERNO - Errori ed analogie. Gli uomini del Reparto investigativo e della compagnia di Bianco, guidati rispettivamente da Alessandro L’auto Mucci e da Francesco Donvito, stansperonata no lavorando senza sosta all’omicidi De Maria dio di Francesco De Maria. In que- ste ore hanno eseguito una vasta serie di perquisizioni a carico di diversi pregiudicati della zona e stanno sentendo parenti, amici e conoscenti dell’operaio forestale messinese anche per ricostruire le ultime ore di vita di Francesco De Maria. Già oggi, comunque, il fascicolo d’indagine potrebbe passare ai sostituti della Dda. Ma le attenzioni degli investigatori dell’Arma si stanno appuntando sugli errori commessi dai tre sicari entrati in azione nel primo pomeriggio del giorno di San Silvestro sulla Provinciale per Staiti. Uno spunto investigativo importante potrebbe arrivare dalle impronte digitali che gli uomini della Sezione investigazioni scientifiche hanno raccolto sul pick up usato per speronare la Passat di Francesco De Maria. I sicari, infatti, avrebbero voluto distruggere con il fuoco l’automobile usata per l’agguato e rubata a Torino. Ma l’incendio, forse per il sopraggiungere di un’altra autovettura o per cause indipendenti dalla volontà di chi voleva ap- piccarlo, non è mai divampato. Alla “squadra della morte”, poi, è sfuggito uno dei proiettili esplosi all’indirizzo dell’operaio forestale di Messina. Dei colpi sparati dai killer, infatti, i carabinieri del Gruppo Locri hanno recuperato solo un bossolo, come se il gruppo di fuoco sifosse preoccupatodi raccoglierei proiettili e non lasciare tracce sul luogo del delitto. Ma la traccia più importante pare essere quella del mancato incendio. In questo modus operandi, infatti, gli investigatori dell’Arma vi hanno visto una similitudine con l’omicidio di Vincenzo Sgabellone: il consigliere comunale 31enne di Samo ucciso il 30 ottobre scorso nelle campagne della Locride. Anche in quel caso i sicari diedero fuoco all’autovettura usata per raggiungere il luogo dell’agguato. I carabinieri, che non stanno censurando nessuna pista, non escludono a priori che fra i due fatti di sangue ci possano essere dei punti di contatto. gio.ve. Il nome di Francesco De Maria era emerso nell’ambito dell’inchiesta “Vascello” sul traffico di droga Ritenuto vicino alla cosca Morabito-Mollica-Palamara SIDERNO - Francesco De Maria non aveva precedenti penali ma il suo nome era finito, almeno due volte, dentro importanti inchieste anti ‘ndrangheta condotte dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Di Francesco De Maria, infatti, la pubblica opinione aveva avuto modo di sentirne parlare per vicende giudiziarie legate alle operazione “Vascello” e “Panta rei”. L’operaio forestale ucciso a Staiti nel giorno di San Silvestro, infatti, viene ritenuto dagli inquirenti vicino alla cosca alla cosca MorabitoMollica-Palamara; protagonista con gli Scriva della sanguinosa “faida di Motticella”, (piccola frazione del comune di Bruzzano), che segnò la storia degli anni novanta per i paesi di Ferruzzano, Bruzzano, Brancaleone e scoppiò frattura il 25 gennaio 1983, quando venne rapita la farmacista di Razzà, Concetta Infantino. Per i sostituti procuratori della Dda «era un esponente di primo piano della cosca» Nel 1997, Francesco De Maria era stato arrestato nell’ambito di un’operazione condotta dalla polizia, denominata “Vascello”, con l’accusa di traffico di droga. Per gli investigatori il sessantenne che risiedeva a Messina avrebbe fatto parte di un’organizzazione criminale, dedita al traffico di sostanze stupefacenti, operativa in provincia di Reggio Calabria (in particolare nei territori di Brancaleone, Africo, Palizzi Marina, Bovalino, Sinopoli e Bruzzano Zeffirio), con diramazioni importanti nel napoletano, a Roma, nell’avellinese e nel territorio della provincia di Foggia. Un profilo di Francesco De Maria, in quell’occasione, venne offerto dai collaboratori di giustizia Panzera e Ielo. «Francesco De Maria - scrivono i sostituti procuratori della Dda nell’ordinanza di cattura dell’operazione “Vascello” - è da considerare certamente esponente di primo piano dell’omonima cosca di Staiti». Una cosca che sarebbe stata guidata, sino al giorno del suo omicidio, da Bruno De Maria: il padre dell’operaio forestale ucciso sabato pomeriggio a tre chilometri dal centro abitato di Staiti. Nella stessa inchiesta, poi, venne coinvolto anche Luciano Criseo: il ristoratore di Brancaleone ucciso nei pressi del proprio ristorante a marzo del 2009. gio.ve. Il luogo dell’omicidio Criseo E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 10 Primo piano 24 ore Lunedì 2 gennaio 2012 Il corteo aperto da Francesco Azzarà, l’operatore di Emergency liberato poche settimane fa Migliaia in piazza per la Pace A Polistena per il 24° anno tanti giovani per la marcia di Capodanno di PIERO CATALANO e ANTONINO RASO POLISTENA - Da ventiquattro anni l'anno nuovo a Polistena si apre all'insegna della Pace. Da ventiquattro anni, l'Associazione “Il Samaritano”, che opera da diverso tempo a favore di una cultura della fratellanza, della non violenza, della legalità e della lotta alla mafia, organizza la tradizionale “Marcia della Pace” di Capodanno. Quasi un quarto di secolo per una manifestazione che richiama nella cittadina della Piana migliaia di persone, adulti ma soprattutto giovani, legate ai valori forti dell'unione e della speranza per un futuro migliore. Tantissime fiaccole, tante luci, tanti sorrisi tra i numerosi ragazzi e bambini accompagnati dai loro genitori che hanno “marciato”, subito dopo la Messa celebrata dal Vescovo della Diocesi, dietro lo striscione colorato - con su scritto a caratteri cubitali “Pace” simbolo della manifestazione portato dai ragazzi del “Samaritano” e della comunità cattolica polistenese. Insieme a loro, anche i giovani della cooperativa “Valle del Marro” che gestisce nella Piana beni confiscati alla 'ndrangheta. Giovani inseriti nell'universo mondo associativo di “Libera” di cui don Pino Demasi, è il referente per la Piana di Gioia Tauro. È lui il vero animatore della “Marcia della Pace”, un sacerdote che come don Giacomo Panizza, si “sporca” le mani guidando il riscatto sociale e culturale di un territorio che rischia l'emarginazione. Poi il gonfalone del Comune di Polistena e le autorità civili e militari che hanno preso parte all'evento. Una marcia, quella di ieri sera, che partendo dalla chiesa Matrice - in un silenzio assordante - ha coinvolto le vie del centro, chiudendo il suo percorso davanti al palco allestito in piazza della Repubblica. Accanto a don Pino Demasi, tante figure dall'alto profilo sociale e simbolico della terra di Calabria. Don Giacomo Panizza, fondatore ed animatore della Comunità “Progetto Sud” di Lamezia Terme, di recente vittima di intimidazioni mafiose ed impegnato nel La fiaccolata fronte antimafia; il Vescovo della Diocesi di Oppido Palmi, Luciano Bux, e Francesco Azzarà, l'operatore di Emergency rapito in Sudan diversi mesi fa e liberato a dicembre alla vigilia di Natale. E stato proprio Azzarà - che impugnando una fiaccola ha voluto partecipare all'intera manifestazione ponendosi alla testa del corteo - visibilmente commosso di fronte alla moltitudine di volti che hanno affollato la piazza illuminata a festa per il Natale, ha rivolto per primo il suo saluto. «Sono qui per ringraziare la gente della mia regione - ha affermato - per l'affetto che avete dimostrato ai miei cari durante i mesi di prigionia. Se hanno sofferto di meno - ha aggiunto l’operatore dei Emergency - è stato anche per la vostra vicinanza». Azzarà ha anche ribadito che ha voluto essere presente alla manifestazione ritenendola un'opera concreta di riscossa verso la 'ndrangheta. Una lotta che si fonde alla sensibilità della gente che ogni giorno vive il dramma dell'intimidazione e dei soprusi. Poi il Vescovo, Luciano Bux, in una delle sue ultime apparizioni pubbliche prima dell'arrivo del suo successore, ha esortato, nel suo breve saluto, gli adulti e le istituzioni ad occuparsi dell'avvenire e delle problematiche dei giovani per tenerli lontani dagli ambienti del degrado e dell'illegalità. I giovani: così cari sia a Giovanni Paolo II che all'attuale Papa, Benedetto XVI, come ricordato anche da don Giacomo Panizza, sono al centro dell'opera pastorale della Chiesa. Una manifestazione che ha voluto significare lo sforzo di dare voce a tutte le persone ed in modo particolare a quei giovani che, anche in questa terra di Calabria, con passione e uscendo dal quieto vivere e dalla rassegnazione, stanno lavorando per il cambiamento. Giovani che in Calabria ci sono e che con la loro opera di cooperazione o di testimonianza fanno sentire forte il vento della speranza. Messaggio ai giovani calabresi e il monito ai media che non parlano degli attentati Il richiamo di don Giacomo Panizza «La felicità consiste nell’ imparare. E imparare a mettersi in gioco, educarsi» di FRANCESCO PAPASIDERO POLISTENA - È stata una testimonianza “forte” quella di Don Giacomo Panizza. Un intervento, quello del prete antimafia trapiantato a Lamezia Terme, vittima, in questo periodo, dell'ennesimo attentato ad una delle strutture che gestisce, che ha scosso i numerosi giovani presenti alla ventiquattresima edizione della “Marcia della Pace”. Sono passate da poco le venti quando Don Panizza impugna il microfono, sul palco di Piazza della Repubblica per rivolgersialla folla,iniziando conuna “bacchettata”ai media che «non hanno dato risalto alla miriade di attentati che in quella strada dove si trova il mio “Progetto Sud” stavano avvenendo da un mese e mezzo». La testimonianza del parroco antimafia si inseriva nell'ambito del messaggio del Papa in occasione della giornata mondiale della pace. Su questo tema il monito è stato netto: «la pace, così come la giustizia, si possono “co- struire”, singolarmente, ogni giorno, ognuno per la propria parte. Ed in questo le istituzioni devono contribuire, impegnandosi per uno scopo preciso». «Mi rivolgo ai giovani ha continuato - dicendogli che la Chiesa si fida di loro. Impegnatevi, “desiderate” il cambiamento. Ma dovete essere voi a farlo». Ritornando, poi, alla sua esperienza da settentrionale trapiantato al Sud, in un territorio difficile come quello lametino, Don Giacomo ha voluto rimarcare come «senza i tanti giovani che mi hanno aiutato da quando sono qui non avrei potuto fare nulla nei confronti dei tossicodipendenti, degli ammalati, degli immigrati». Un intervento improntato all'ottimismo, alla ricerca della felicità, quello di Don Panizza, che subito dopo ha voluto dare il “suo” significato del termine felicità. «La felicità è imparare. Eimparare èmettersiin gioco,“educarsi” e “sperimentarsi”. Chi vuole il bene degli altri, soprattutto dei bambini, li educa a desiderare, perché il desiderio è l'inizio della rivoluzione». Parole forti, sfociate in un lungo ecaloroso applausoda partedella folla presente. Un passaggio, quasi “obbligatorio” per uno che ha fatto del rimanere in Calabria la propria ragione di vita, ancora sui giovani di questa terra. «Quei giovani calabresi che nel mondo riescono a far valere le proprie capacità, ad emergere per fatti positivi. Ecco, i figli di questa terra devono avere l'ambizione di “sprigionare” le proprie capacità qui, e non altrove». L'ultimo appello di Don Panizza è stato sulla condivisione. «Se condividiamo i nostri desideri di pace, di felicità, di giustizia, essi si moltiplicheranno sprigionando la loro energia positiva verso gli altri. Non è difficile, basta solo volerlo». Un ultimo applauso, e poi di ritorno a casa, tutti, a ripararsi dalle temperature invernali di questo capodanno. E col freddo che tirava ieri sera in piazza della Repubblica, le parole di Don Giacomo Panizza di sicuro avranno scaldato più di un cuore. Don Panizza e Francesco Azzarà All’iniziativa, voluta da don Pino Demasi, hanno partecipato molte famiglie Il volto della Calabria che vuole cambiare di MICHELE ALBANESE POLISTENA- C'è una Calabria che vuole cambiare. Che si impegna, lotta e suda e soprattutto che cerca di vivere il cambiamento puntando sulla giustizia e sulla pace. Una Calabria che ha il volto di Francesco Azzarà ma anche quella di don Giacomo Panizza, due uomini che marciano “controcorrente”, che rischiano qualcosa per gli altri e per questo hanno pagato. La marcia di Capodanno di Polistena, giunta alla sua 24esima edizione, nata su iniziativa di Don Piano Demasi, l'infaticabile parroco e animatore di Libera, si è conclusa con questo impegno. Camminare sulla via della giustizia per riaffermare il bene contro i potentati di 'n- Il vescovo ai giovani «Occupatevi di voi stessi» Don Pino Demasi e il vescovo Bux drangheta che insozzano questa terra rendendola una sorta di pantano nefasto e nauseabondo. Il messaggio di fondo è stato diretto ai giovani calabresi e della Piana anche a quei tanti ragazzi perduti che “'ndranghitijanu” come direbbe qualche anziano di Rosarno o di Gioia Tauro o a quei giovani che come ha ricordato Mons. Luciano Bux, vescovo della Diocesi di Oppido -Palmi che « non hanno mai incontrato la responsabilità della libertà» e che sognano miti sbagliati finendo per divenire strumenti di morte e di violenza. Giovani senza speranze. Il presule, così come aveva fatto Benedetto XVI° si è rivolto proprio ai giovani invitandoli ad « occuparsi di se stessi e del loro futuro, riscoprendo e mettendo in pratica la libertà che Dio ha dato loro»». Una grande momento di partecipazione popolare ma anche di riflessione la Marcia della Pace di Polistena, mai banale o superficiale. Un grande messaggio di speranza in un territo- rio che sul piano economico è in ginocchio , con un porto che una volta fu il più grande del Mediterraneo è che rischia di chiudere mettendo sul lastrico migliaia di famiglie. Un territorio devastato dal malaffare e dalla criminalità organizzata, ma anche dalla politica parolaia ed inconcludente. Una terra ferita dalla nuova e pesante emigrazione giovanile che non conosce sosta. Un territorio che però, si interroga, s'inquieta, non si rassegna e ricerca nuove vie di riscatto e di crescita umana e sociale. Un territorio che ha anche il coraggio di ritrovarsi. L'iniziativa di Polistena vuole puntare ad essere soprattutto questo. Lo è stato nel corso degli anni , lo è stato ieri sera, lo sarà anche in futuro. Un pungolo per la “cosiddetta” classe dirigente appare sempre più accartocciata a difendere gruppi o gruppuscoli , comitati di affare, lobby, incapace di invertire la rotta come dovrebbero i capitani coraggiosi per prevenire la tempesta. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 12 Calabria La storia. Il disagio quotidiano di una piccola comunità senza servizi e opportunità Cassari dimenticata da tutti La frazione di Nardodipace isolata per molti giorni per la neve di MAURIZIO ZAVAGLIA CASSARI – «Non vi dimenticate della frazione Cassari». E’ il grido di allarme che arriva dalla più popolosa delle frazioni di Nardodipace. Oltre cinquecento anime adagiate sul versante ionico delle Serre vibonesi, Cassari è conosciuto come «ilpaese dell’eternit». In questo periodo si vive un grande disagio, determinato dalla neve e dal gelo. La frazione è rimasta completamente isolata per oltre dieci giorni e la vita, qui, si è paralizzata. Solo alla vigilia di Natale sono arrivati dei mezzi spalaneve della protezione civile Arci Pesca Fisa di Locri, su iniziativa della Prefettura e dell’Amministrazione provinciale di Vibo. Sono state necessarie, però, decinedi fax edi telefonate effettuate dalla popolazione locale. Particolarmente impegnati si sono dimostrati i volontari Rocco Barone e Rocco Tassone. Riferiscono di «una popolazione allo stremo». Vi è, difatti, un dializzato che tre giorni la settimana si deve recare a Serra San Bruno, si sono interrotti gli approvvigionamenti per gli unici due generi alimentari presenti, la postazione di guardia medica che è rimasta chiusa, fermo il servizio di raccolta dei rifiuti. Neanche le funzioni religiose si possono svolgere, posto che il sacerdote (don Vincenzo Maiolo) deve arrivare da Fabrizia. Tutto questo in un contesto già di per sé mortificante: qui non vi è un ufficio postale, la farmacia apre un giorno a settimana, non vi sono edicole né librerie. I nosocomi più vicini sono rappresentati da Locri o Polistena, impossibili da raggiungere in questo periodo. L’unico servizio presente, oltre alla Due immagini della frazione Cassari di Nardodipace delegazione municipale, è rappresentato dall’assistente sociale garantito dal Comune con un contratto a progetto. Quasi una anomalia (in positivo), se si considera che sui 408 Comuni della Calabria quelli dotati di assistente sociale sono solo trentasei. La frazione dista circa 35 chilometri dal “capoluogo” Nardodipace, che conta complessivamente 1.400 abitanti distribuiti tra il centro e le frazioni Ragonà, Santo Todaro ed, appunto, Cassari. Quest’ultima comunità è più vicina al versante ionico, ma anche qui le vie di comunicazione lasciano molto a desiderare. Vi sono quasi tre chilometri che collegano la frazione alla strada provinciale e vi sono molte incertezze su quale ente ricada la competenza per la manutenzione di questa arteria. Giunti sulla strada provinciale, poi, si è in un punto di vali- co: a destra vi è la strada provinciale 501 (che scende verso Grotteria e Gioiosa Ionica), gestita dalla Provincia di Reggio Calabria, mentre a sinistra si chiama E45 ed è gestita dalla Provincia di Vibo. Entrambi gli enti lasciano molto a desiderare in quanto a manutenzione. A Cassari vi è un bassissimo tasso di scolarizzazione: si registra, ad oggi, unsololaureato. Ipochichesi spingono verso le scuole superiori si devono recare a Serra San Bruno o nella Locride. Fortissimo è stato, nel corso del secolo scorso, il flusso migratorio, con destinazione Svizzera (Canton Ticino), Germania, Lombardia (soprattutto Como, Brescia, Milano) e Piemonte (Chivasso e Torino). Il signor Antonio Iacopetta, di professione autotrasportatore, tiene i collegamenti tra la comunità locale e gli emigranti, portando generi alimentari e quant’altro. In questo periodo, però, rimane con il suo camion fermo a Caulonia. La neve ed il ghiaccio non gli consentono di fare rientro in paese. I tetti di Cassari fanno uno strano effetto: sono tutti in eternit, comprese le case popolari realizzate dopo la drammatica alluvione del 1951. Nessuno si è mai prodigato per la sostituzione (magari con incentivi economici per i privati) di questo materiale, notoriamente cancerogeno. Il Comune di Nardodipace, per molti anni classificato dall’Istat come il più povero d’Italia, è stato recentemente sciolto per infiltrazioni mafiose, sembra provenienti proprio dalla frazione di Cassari. La comunità locale, però, chiede che “non vengafattadi tutta l’erba un fascio e che non si venga penalizzati per questo motivo”. LA VICENDA La denuncia delle associazioni «Sulla Marlane assistiamo a pantomima tra avvocati e corte» CATANZARO – «Ancora una volta un rinvio. Ancora una volta abbiamo assistito ad una logora pantomima fra avvocati e corte sulla legittimità delle oramai famigerate notifiche». È quanto si afferma in una nota sottoscritta da un cartello di associazioni dopo l’ennesimo rinvio del processo penale a carico di 13 imputati tra responsabili e dirigenti della Marlane Marzotto di Praia a Mare coinvolti nell’inchiesta sulla morte per tumore di una cinquantina di dipendenti dell’ex stabilimento tessile dismesso nel 2004. «La solita opposizione degli avvocati difensori dei 13 imputati del gruppo Marzotto – prosegue la nota –il solito rito del ritiro in camera di consiglio, e la solita sentenza di rinvio per difetto di notifiche. Anche questa volta un lungo rinvio: al 24 febbraio 2012. A nulla è servito l’appello fatto dal pm affinchè si superino queste pastoie burocratiche e si dia avvio al processo, a nulla è servito il presidio dei familiari e dei militanti del movimento e del sindacato che si è tenuto sin dall’inizio dell’udienza. Con questo nuovo rinvio bisogna parlare, più che di leggi, di coscienza. Coscienza per le sofferenze di intere famiglie abbandonate dallo Stato e dalle istituzioni, coscienza per chi ha sacrificato la propria vita per il lavoro, coscienza per i sopravvissuti che ancora soffrono per le malattie contratte in quella fabbrica diventata un campo di concentramento .La giustizia in Italia funziona così. Chi è forte vince, chi è debole paga. Ed eccoci al nuovo rinvio al prossimo 24 febbraio». «Noi ci saremo lo stesso – conclude la nota – con le nostre lenzuola bianche, simbolo degli ammalati di tumore dove è scritta tutta la nostra rabbia per questo processo che non si vuole celebrare». Il documento è stato sottoscritto da SiCobas coordinamento Calabria, Osservatorio Nazionale Amianto, Rete Difesa Territorio “Franco Nisticò, Csoa Rialzo Cosenza, Associazione Culturale Skatakatascia, U*CS Francavilla, Movimento Ambientalista del Tirreno, Acssa di Montalto Uffugo e Cosenza. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Calabria 13 24 ore Lunedì 2 gennaio 2012 19 Lunedì 2 gennaio 2012 REDAZIONE: via Cavour, 30 - 89100 Reggio Calabria - Tel. 0965.818768 - Fax 0965.817687 E-mail: reggio@ilquotidianodellacalabria.it L’amministrazione respinge la transazione avanzata dall’architetto indagato nell’inchiesta Fallara Caso Labate, il Comune dice no L’ente teme di dover rispondere di danno erariale e adirà a vie legali di CATERINA TRIPODI IL Comune respinge la proposta transattiva avanzata dall’architetto Bruno Labate e rilancia, invitando a procedere adogni azionegiudiziale o stragiudiziale utile al recupero nei confronti dello stesso professionista reggino, già capo della delegazione romana della Regione ed indagato dalla Procura di Reggio sui presunti illeciti legati al bilancio del Comune, la cui vicenda sarebbe strettamente legata a quella di Orsola Fallara la dirigente del settore Finanze del Comune che, al centro di un’inchiesta su “autoliquidazioni” di diverse centinaia di migliaia di euro di fondi pubblici, il 16 dicembre dello scorso anno si tolse la vita. Una decisione, scrive il Capo di Gabinetto Antonio Barrile, presa in seguito ad una segnalazione dell’avvocatura civica direttada Fedora Squillaci, con la quale si invitava l’amministrazione a non procedere all’accettazione della proposta transattiva avanzata da Bruno Labate (che chiedeva di restituire al comune somme per 532, 590,81 euro in un apposito piano di rientro), e comunicata formalmente al presidente della seconda commissione consiliare permanente “Programmazione e servizi generali”. Non solo, Barrile vista la particolarità del caso e dopo essersi sentito con il sindaco Demi Arena, ha provveduto a prendere ufficialmente atto del parere di non accettazione ma anche “ha sottolineato l’opportunità di procedere ad ogni azione stragiudiziale o giudiziale per recuperare le somme irregolarmente percepite dall’architetto Labate”. Una decisione importante contenuta all’interno delle determinazioni assunte sulla relazione della procura della Repubblica di Reggio Calabria e del Ministero dell’economia e delle Finanze. Un segnale preciso per l’ente che ha anche chiesto di ricevere tutta la documentazione relativa alla posizione debitoria dell’architetto Labate nei confronti del Comune di Reggio. Molto esplicita, al riguardo, è la motivazione avanzata alla chiusura di ogni trattativa per la transazione: «Il settore Finanze e Tributi non la può accettare, laddove, l’emersione di elementi di grave colpevolezza nel giudizio penale, renderebbe configurabile un’ipotesi di responsabilità per danno erariale per avere operato un’incongrua ponderazione dell’Interesse pubblico ed una scelta mani- festamente irragionevole». In pratica, con questa scelta il comune si mette al riparo, laddove Labate dovesse venire condannato, da una pesante e, viste le condizioni dell’ente, devastante, accusa di danno erariale che piomberebbe addosso alla casa comunale. Va ricordato che le somme che Labate avrebbe percepito dall’ente supererebbero i 500 mila euro. Soldi ottenuti per la presentazione di progetti di cui non vi è traccia nei registri del protocollo di palazzo San Giorgio e che non sono mai stati realizzati. Opere per prestazioni professionali molto ben remunerate, consulenze fruttate fino a 70 mila euro alla volta. Fino all’ultima tranche di pagamenti, quella dell’agosto 2010, per 180 mila euro in un’unica soluzione. Questa tranche è stata già restituita mentre il piano di rientro per la restituzione della sorte capitale di 532. 590,81 euro, con esclusioni di interessi e di ricapitolazione, è quello bocciato oggi dall’ente. La valutazione dell’avvocatura civile è ben pesante nei confronti di Labate: «L’architetto sta chiedendo di concordare la restituzione senza interessi nè rivalutazioni di somme presumibilmente incassate sine titulo, e per le quali la LA LETTERA APERTA «Fogna intasata e la casa allagata, lo dico al sindaco» Palazzo San giorgio la sede del Comune competente autorità giudiziaria dovrà accertare non solo la sussistenza del fatto ma anche la sussistenza dell’elemento psicologico del dolo o colpa grave essenziale per la connotazione del fatto come reato». «Per questo - paventa infine la dirigente Squillace - non possiamo accettare la transazione perchè l’emersione di elementi di grave colpevolezza nel giudizio penale renderebbe configurabile l’ipotesi di responsabilità per danno erariale, per avere operato un’incongrua ponderazioen dell’interesse pubblico ed una scelta manifestamente irragionevole». Esplicite, crude, ma chiarissime le preoccupazioni dell’ente in merito alla vicenda Labate e a tutto ciò che c’è stato dietro. Incidente stradale ad Arangea, intervento immediato dei vigili del fuoco Auto contro il guardrail, un ferito FORSE tornava da un veglione di fine anno, forse no. Di certo chi ieri mattina era a bordo dell’auto che ieri mattina, alle 7, era diretta verso Reggio ha subito uno choc. Si è scontrata contro il guard rail. Impatto forte. Il mezzo ha riportato gravi danni, ma nessun ferito grave. Sono stati i vigili del fuoco ad intervenire per primi. Nessuna grave conseguenza per il conducente dell'autovettura che appunto ieri mattina intorno alle 7 ha impattato, carambolando, il guardrail del raccordo autostradale A3, tra gli svincoli di Arangea e Saracinello. La squadra dei Vigili del Fuoco del Comando di Reggio intervenuta, ha prestato i primi soccorsi anche al conducente, che ha riportato varie contusioni ed una profonda fe- rita al capo, in attesa dell'arrivo del 118. Dopo il trasporto presso il nosocomio reggino, i Vigili del Fuoco hanno messo in sicurezza l'autovettura, in modo da permettere i rilievi di rito da parte della Polstrada, che è arrivata subito dopo. Per il conducente, solo nell’auto una gran paura, ma solo qualche contusione, niente di più. Certo chi ha assistito a quell’incidente ha anche pensato che il conducente potesse aver subito gravi danni, fisici. Così non è stato. Insomma per chi ha perso il controllo del mezzo, alla fine è andata bene, considerando che l’impatto è stato così forte che poteva anche provocare danni più gravi, almeno alle persone. L’arteria viaria è comunque spesso scenario di scontri stradali. L’auto ad Arangea Arriva il decreto di Scopelliti, dopo la diffida del tribunale Asp, reintegrato Carullo TORNA all’azienda sanitaria provinciale di Reggio, Renato Carullo, dopo una lunga vertenza che è stata nelle mani del tribunale regionale amministrativo. L’elementodi novitàècheproprio inquesti ultimi giorni dell’anno c’è stata prima la diffida delle scorse settimane, ora il decreto del commissario ad acta per l'emergenza sanitaria calabrese, parliamo del governatore Giuseppe Scopelliti. Renato Carullo è stato reintegrato ed è dunque il direttore generale dell'Asp di Reggio. Non c’erano in pratica alternative, si tratta di un provvedimento obbligato dopo la formale diffida avanzata nelle scorse settimane dal Tribunale del lavoro al governatore Peppe Scopelliti che lo invitava appunto a portare a termine l’iter burocratico. Nel provvedimento adottato dai giudici si disponeva che il commissario ad acta per l'emergenza sanitaria in Calabria eseguisse il provvedimento entro trenta giorni dalla sua emanazione che risale al 23 novembre e dunque l’ultimo giorno ecco il provvedimento. In realtà, già nei mesi scorsi il Tribunale si era determinato per il reintegro di Carullo. Ed era stato detto e scritto. Tale reinserimento era stato però bloccato dal commissario ad acta attraverso l'adozione di un decreto con il quale si dichiarava che Carullo non poteva riassumerelefunzioni diDirettoregenerale, per come ordinato dal Tribunale, poiché lo stesso era già decaduto automaticamente in conseguenza del precedente commissariamento della sanità calabrese operato, nel luglio 2010, dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Insomma la Regione aveva posto opposizione. Ma i tecnici ministerialidel “tavolo Massicci” che non menzionano la nomina dei direttori generali di Asp e Aziende ospedaliere tra i poteri del commissario ad acta e dunque la gustificazione non reggeva. «Si tratta di provvedimenti - si legge nel verbale dell'ultima riunione romana - non direttamente e immediatamente presupposti o correlati o necessari ai fini dell'attuazione del Piano di rientro. Più civili, Maya permettendo IL Riggitano Medio Diversamente Civile si appresta ad affrontare un anno a rischio e non solo per la profezia dei Maya; secondo lo studio di alcuni sociologi, nel 2012 la stretta della crisi comporterà un aumento dei controlli nello svolgimento dei rapporti cittadino-pubblica amministrazione e ciò produrrà dei “risvolti positivi sul campo del rispetto della legalità”. Il che significa che abbiamo davanti due possibilità: o imbatterci nella fine del mondo o diventare più civili. SCRIVE al sindaco Demetrio Arena ed è una cittadina. Gli fa sapere in che condizioni è la sua casa dopo un nubifragio dove sono scoppiate le fogne. La missiva è firmata da Eugenia Canale e dice: «Dopo il violento temporale abbattutosi nella nostra città, il 9 novembre scorso, il piano terreno della miacasa,posta inviaReggio Campi, I° tronco, N° 25, è stato invaso da tutto il contenuto della fogna che scorre lungo la via. In brevissimo volgere di tempo ci siamo trovati con i tappeti che galleggiavano e i mobili sommersi per circa dieci centimetri. Nei giorni successivi, ci siamo rivolti ai responsabili del comune perché venissero a controllare la rete fognaria. Questi, una volta sul posto, si sono resi conto che la causa di quanto successo era da addebitarsi all'otturazione della rete comunale. Tutto questo è stato da noi denunciato verbalmente ai responsabili dell'ufficio, i quali sono stati anche sollecitati perché intervenissero al fine di fare liberare la condotta fognaria, ostruita a monte e a valle della casa in cui abito. E' stato tutto vano, non abbiamo ottenuto alcun riscontro. Ci è stato solo detto che il comune non ha i soldi per pagare “Acque Reggine”. Allo stato attuale, se dovesse accadere un altro temporale, mi troverei a dovere subire un ulteriore oltraggio». E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Reggio Lunedì 2 gennaio 2012 Per l’azienda di trasporti adesso c’è il bonus sulla premialità L’assemblea nella chiesa degli Ottimati non tace Atam, accordo per i dipendenti Reggio due anni dopo Cgil: «Buono il nuovo contratto » la bomba alla Procura ANNO nuovo e nuovo contratto per l’Atam. È accaduto pochi giorni prima che finisse l’anno vecchio. Nel pomeriggio del 28 dicembre scorso è stato siglato il nuovo accordo sul contratto integrativo aziendale tra l’Amministratore Unico dell’Atam, la società che si occupa di trasporti e le organizzazioni sindacali. L’amministratore delegato dell’Atam Filardo afferma: «Il vecchio contratto siglato negli anni Ottanta è in larghissima misura ormai superato ed era stato disdettato dall’azienda nel mese di ottobre scorso nell’ambito delle misure assunte con il piano industriale, con l’impegno delle parti di procedere entro l’anno in corso al suo rinnovo». Insomma per l’azienda si tratta di un momento cruciale. Importante. E i sindacati paiono essere sulla stessa linea. Filardo inoltre aggiunge: «Si tratta di un altro passaggio cruciale, un vero e proprio traguardo che consente il raggiungimento di due obiettivi congiunti: una riduzione significativa del costo del personale per via degli sgravi contributivi conseguenti alla registrazione del nuovo accordo presso l’ufficio del lavoro e un incremento della produttività del lavoro, dal momento che viene introdotto il “premio di risultato” per tutto il personale aziendale: autisti, meccanici, ausiliari del traffico e personale amministrativo». Insomma l’Atam prova ad essere competitiva e l’amministratore Unico dichiara: «L’azienda sta compiendo uno sforzo straordinario per fronteggiare una crisi di liquidità intervenuta da qual- di DOMENICO GRILLONE Vincenzo Filardo e Nino Costantino che tempo a questa parte nell’intero comparto del trasporto pubblico e al tempo stesso per assicurare una qualità dei servizi come quella che si è conquistata in tutti questi anni di crescita della produzione e del fatturato. Stiamo procedendo secondo i tempi che ci eravamo dati all’atto della firma con le rappresentanze dei lavoratori di un piano industriale volto al risanamento finanziario e all’incremento e diversificazione della nostra attività. Abbiamo raggiunto in novembre un accordo all’unanimità per l’uso della cassa integrazione in deroga senza creare alcun disagio economico per i dipendenti interessati che ne usufruiranno a partire dal prossimo febbraio e l’altro ieri abbiamo firmato l’accordo per l’introduzione del premio di risultato, un istituto già previsto dalla normativa contrattuale ed utilizzato in altre imprese del centro nord, che lega il lavoratore al rag- giungimento degli obiettivi posti dal managment aziendale». Tale innovazione in pratica dovrebbe anche motivare di più chi lavora all’Atam. Nino Costantino della Cgil è sulla stessa linea di Filardo e dice: «Il nuovo accordo garantisce il reddito dei lavoratori in un momento particolarmente difficile per il potere di acquisto dei salari. Infatti, nell’ottobre scorso erano stati disdettati tutti gli accordi integrativi aziendali, stabilendo di continuare la corresponsione degli stessi al personale avente diritto fino al 31/12/2011 ed il lavoro svolto in questi mesi ha permesso ai lavoratori dell’Azienda di continuare a percepire, senza soluzione di continuità, il salario accessorio. La Filt-CGIL regionale e provinciale esprime grande soddisfazione per il risultato ottenuto e giudica l’accordo di grande importanza». E Costantino aggiunge: «Innanzitutto, vie- ne riconosciuto il valore centrale del Contratto Nazionale di lavoro che la CGIL ha sempre considerato inderogabile e viene istituito il premio di risultato come elemento del salario accessorio che, quindi, potrà garantire un aumento di salario a tutti i lavoratori dell’azienda, in funzione dei risultati di produttività e di efficienza.Riteniamo di fondamentale importanza rivedere, in sede di assestamento di bilancio, le risorse destinate al trasporto pubblico locale e soprattutto razionalizzare seriamente il settore attraverso la costituzione dell’Azienda Unica del TPL calabrese, come già avvenuto in altre Regioni del Paese. Alle Associazioni delle Aziende del trasporto calabrese chiediamo, dunque, di avere coraggio e di costruire, assieme al sindacato, una prospettiva che guardi alla stabilità del sistema, al mantenimento dei servizi ed alla salvaguardia dei livelli occupazionali». L’INIZIATIVA del movimento Reggio Non Tace, prevista per oggi alle ore 17 e 30 all’auditorium dell’Opera Antoniana ubicato al santuario di S. Antonio, segna una data particolarmente importante: due anni dalla bomba alla Procura e quindi dalla nascita dello stesso movimento. A sottolineare questo particolare aspetto è stato Salvatore Miceli nel corso della conferenza stampa svoltasi sabato scorso nella sala attigua alla Chiesa degli Ottimati per anticipare alcuni temi di discussione che saranno meglio approfonditi oggi, nel corso del previsto incontro. “E’ evidente che il simbolismo di questa data – esordisce Miceli riferendosi al 3 gennaio –non consente feste o celebrazioni perché, trattandosi di una bomba, sarebbe stato bello non fosse mai accaduto. Avremmo volentieri fatto a meno della nascita del movimento e di tutte le associazioni impegnate sul fronte antindrangheta, ma ancora c’è tanto bisogno dell’impegno di tutti e per questo motivo ci ritroveremo, per continuare a far si che quel momento così drammatico diventi una possibilità di riscatto e di rinascita della coscienza civile”. L’approfondimento di oggi verterà su tre punti, legati da un filo conduttore che guarda all’ampliamento del fronte antindrangheta e da un impegno, concreto, visibile e pubblico per la giustizia in città. “Che non significa – spiega ancora Miceli –un allargamento di Rnt, cosa che se avvenisse ci farebbe solo piacere, ma che altre realtà Parla l’assessore alla Provincia Eduardo Lamberti Castronuovo «Il pianoforte è stato acquistato perché la cultura sia per tutti» di ANTONIETTA CATANESE «NON “un pianoforte”. Ma “il” pianoforte. Uno Steinway. Che a Reggio Calabria e provincia non esiste e di cui sono dotati tutti i più grandi teatri d'Italia, tranne il Cilea». «Un vero gioiello di cui la Provincia si doterà e che negli anni si rivaluterà, aumentando il proprio valore di mercato». L'assessore alla Cultura e alla Legalità della Provincia di Reggio, Edoardo Lamberti Castronuovo, difende la propria scelta e ne spiega tutte le ragioni. E, rispetto alle critiche piovute, rilancia. “Non uno spreco, ma un investimento”. Assessore, assodato che si tratta di uno strumento di grandissimo pregio, in un momento di crisi non sarebbe stato più idoneo prenderlo a noleggio per le occasioni in cui fosse stato necessario? «No. E le spiego il perché: ogni anno per i concerti e le stagioni del Cilea, si è costretti ad affittare questo pianoforte, che è il migliore esistente. Lo si affitta a Catania, con costi che vanno dagli ottocento ai 2000 euro, in quanto il trasporto ha un peso, visto che si tratta di strumenti molto delicati. Si tratta di una spesa enorme che questo acquisto porterebbe ad ammortizzare». Ma perché dotare il palazzo di un'amministrazione di un pianoforte Steinway? «Perché noi vogliamo davvero che la cultura sia per tutti: da gennaio partitanno infatti i Sabati della cultura. Ci sarà un registro in cui fino ai 150 posi chiunque potrà scrivere semplicemente nome e cognome e prenotare senza alcun costo il posto per i concerti, che vedranno nomi nazionali e artisti tra i migliori del panorama musicale reggino. Non ci sarà nessun diritto di prelazione per nessuno, si trattasse anche della carica più alta dello Stato. Tutto questo dando la possibilità agli artisti di Reggio, che mai si sono potuti permettere di suonare su uno strumento così raffinato, di fare e di offrire una esperienza culturale unica. Lo strumento entrerà a far parte del patrimonio della Provincia e negli anni conquisterà valore: se l'ente dovesse decidere di rivenderlo ci guadagnerebbe e quindi non sprecherebbe un centesimo, ma anzi si ritroverebbe un piccolo capitale in cassaforte». Questo è l'aspetto economico. Quali sono gli altri aspetti? «Il metodo: come possiamo formare i nostri giovani se non attraverso questo tipo di investimento? Non certo turando le buche nelle strade: cosa lodevole e dovuta, ma che spetta ad altro assessorato e non a me. Io sono l'assessore alla cultura. Delle due l'una: o eliminiamo l'assessorato o io devo fare qualcosa di positivo tenendo conto delle esigenze del territorio. Quanto alle critiche piovute le trovo risibili». Cioè? «Mi domando perché molti non si sono preoccupati degli sprechi del passato e oggi si va a contestare l'acquisto di un bene che diventa patrimonio della gente. Lo scopo primario di questa operazione è consentire alla gente comune di poter apprezzare il bello, anche il suono di un pianoforte come questo. Per farlo, altrimenti, si dovrebbe andare al San Carlo di Napoli o Alla Scala di Milano. Al San Carlo una poltrona costa trecento euro. Dopo l'emigrazione della Sanità dobbiamo avere anche l'emigrazione della cultura? Si fa un gran parlare di investire sui giovani. Con che cosa devo investire? Comprando fichi secchi? Non è con la demagogia che si conquista la gente. E parlare di buche è mera demagogia. Quanto a chi ha collegato questa vicenda con la mia posizione sul Museo della 'ndrangheta non rispondo perché non vedo proprio nessun nesso logico tra le due cose. Sono due cose differenti e l'averle poste in relazione dimostra volontà di denigrazione fine a se stessa». Quando effettuerete questo acquisto? «A gennaio. Perché intendiamo partire subito con i Sabati della Cultura. Abbiamo accantonato una cifra massimale, fissata in L’assessore Lamberti Castronuovo 120.000 euro. Ma dall'indagine di mercato effettuata riusciremo ad acquistarlo spendendo al massimo 70-80.000 euro. E la rimanente somma sarà investita nella cultura. Quella buona, non certo come prima, quando si spendeva un milione l'anno per pagare gente che veniva da fuori, cantava e se ne andava». Qualcuno le ha detto di spendere queste somme per la legalità… «Questa “è” una battaglia per la legalità: ricordo la grande operazione fatta con le bande, che oggi conquistano pagine sui giornali nazionali. L'ho detto sin dall'inizio: togliere i ragazzi dalla strada per farli stare in una scuola a studiare musica trovo sia il modo migliore per fare legalità concreta. Lo slogan che abbiamo scelto era infatti: “Chi banda non sbanda”. E le parole del maestro Riccardo Muti Muti di queste ore, che a giugno sarà a Reggio per dirigere questi ragazzi, sono il miglior manifesto: “La cultura riscatterà la Calabria”». Una manifestazione di Reggio non tace che si spendono su questo terreno si colleghino tra loro e che gli indecisi sciolgano le proprie riserve e scendano in campo”. Il primo punto, quindi, riguarda l’appello a tutti coloro che fino a questo momento, a giudizio di Rnt, non hanno partecipato in maniera evidente e chiara sul terreno della lotta per la giustizia e quindi contro la ndrangheta. “Le persone, le associazioni, le realtà che non ritengono di doversi spendere pubblicamente su questi temi dovrebbero almeno motivare le proprie decisioni. Quello che non serve alla città è il silenzio o il glissare su cose così importanti”. Sugli altri due punti è stata poi Laura Sambo ad accennare i contenuti. A partire dal desiderio di fare rete con le altre associazioni, i singoli cittadini, movimenti e gruppi. “Chiunque potrà partecipare quest’anno alle iniziative d’impegno civile, per lavorare per il bene della città. Ci riferiamo ovviamente a questi temi specifici perché ogni associazione ha la propria specificità”, chiarisce Sambo. Terzo punto attiene invece alle domande concrete da porre ai rappresentanti delle istituzioni. “Vorremmo che nel corso dell’assemblea cittadina del tre gennaio uscissero delle domande precise ai rappresentanti delle nostre istituzioni come il governatore Scopelliti o al presidente della Provincia Raffa, al sindaco Arena ed il prefetto Varratta”. All’iniziativa di Rnt sarà presente per un saluto anche il Procuratore generale Di Landro ed il sostituto procuratore Musolino il quale farà il punto sugli ultimi due anni di attività della procura dopo la bomba del 3 gennaio del 2010. All’appuntamento sono state invitate tutte le associazioni cittadine. L’obiettivo è quello di lavorare insieme alle istituzioni, ma con regole chiare e senza fraintendimenti. “Perchè se le istituzioni continuano a parlarsi solo fra di loro – ha aggiunto padre Giovanni Ladiana – vuole dire che le stesse hanno deciso di sottostare alle pressioni della ndrangheta. Soltanto la partecipazione libererà questa città”. Una partecipazione per il bene comune, come “il patto alla luce del sole” promosso dallo stesso Rnt, purtroppo recepito da pochi politici. “Occorre che qualcuno prenda sul serio quello che andiamo ripetendo da un paio d’anni: formare le coscienze affinché la partecipazione possa essere d’aiuto per l’obiettivo ultimo, cioè il bene comune”. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 22 Reggio 29 Ufficio di Corrispondenza: Piazzetta 21 Marzo, 9 - 89024 Polistena Tel/Fax 0966.935320 E-mail: ilquotidianopiana@finedit.com Giorno di San Silvestro agitato nei pressi del Municipio ma era un plico pubblicitario Per i lavoratori Fondazione S. Francesco un Natale Scatta il protocollo di sicurezza e intervengono gli artificieri al verde Pacco sospetto a Polistena di PIERO CATALANO POLISTENA - Vigilia di Capodanno movimentata nel centro di Polistena per la scoperta di un pacco sospetto poggiato, da mano sconosciuta, su di un muretto e in bella vista in Vico Gorizia, una stradina a ridosso dell'ex cinema “Italia” nei pressi dell'Istituto Magistrale “G. Rechichi” e molto vicino anche al Palazzo comunale. La vista dell'involucro ha creato una certa apprensione alla persona che intorno a mezzogiorno, passando da quelle parti, lo ha notato ed ha subito allertato il vicino commissariato di polizia. Il pacco, della grandezza simile ad una scatola di scarpe, incartato alla perfezione con carta bianca, non ha convinto nemmeno i poliziotti intervenuti sul posto diretti da commissario Pierfranco Amati che ha immediatamente disposto l'off-limits alla zona, con l'ausilio anche di una pattuglia dei vigili urbani della città, allertando nel frattempo una squadra del nucleo artificieri del reparto mobile di Reggio Calabria. Una volta sul posto gli artificieri, dopo le prime fasi di approccio al pacco “incriminato”, sono intervenuti mettendo in atto la fase decisiva, che ha dato un risultato negativo: l'involucro bianco, per fortuna, conteneva soltanto dei depliant pubblicitari di una nota attività com- merciale della zona, lasciati molto probabilmente in quel posto, isolato e lontano da occhi indiscreti, da qualche lavoratore occasionale, impiegato dalla ditta per la sua pubblicità porta a porta, che ha preferito invece disfarsene, per accorciare molto probabilmente i tempi di lavoro. I volantini sono stati sequestrati dalla polizia che adesso dovrà accertare se si è trattato “solo” dell'incuria di qualcuno che voleva anticipare il riposo festivo, oppure se dietro questo, che per gli inquirenti è un “procurato allarme”, ci sia dell'altro. di ANGELO GIOVINAZZO Gli artificieri al lavoro nei pressi del Municipio di Polistena Rosarno. Saccomanno non condivide il progetto studiato dalla Giunta L’isola ecologica che non convince di KETY GALATI ROSARNO - Tornano le polemiche sulla futura isola ecologica di Rosarno. Ancora una volta viene contestata la collocazione dell'opera, che dovrebbe sorgere in via Passo Nicotera ed il progetto. A sollevare le polemiche è il consigliere di minoranza di “Grande Sud” Gianfranco Saccomanno, secondo il quale il progetto relativo all'isola ecologica presenterebbe delle «Mancano i requisiti minimi di legge» A San Giorgio non si placano le polemiche «lacunosità evidenti che devono necessariamente essere vagliate prima di intraprendere un'opera che potrebbe ravvisarsi del tutto illegittima e senza la presenza dei requisiti minimi richiesti dalla legge». Le inadempienze del progetto relativo all'isola ecologica di raccolta dei rifiuti urbani riguarderebbero, la destinazione urbanistica dell'area «non compatibile con l'opera». Non solo. I criteri relativi alla realizzazione della stazione ecologica, secondo il parere del consigliere di centrodestra, sono stabiliti «dal Comune interessato tenutoconto chelastessa deverispondere a principi urbanistici, ambientali, di igiene esalute pubblica.Innanzi tutto, è bene ricordare che in generale l'area deve essere recintata, impermeabilizzata, accessibile al pubblico se presidiata e in orari stabiliti». A questo proposito Saccomanno solleva il fatto che il centro di raccolta deve essere localizzato inaree «servite dalla rete viaria di scorrimento urbano per facilitare l'accesso degli utenti. Il sito prescelto deve avere viabilità adeguata». Dall'esame della documentazione del progetto, «non risulta che vi sia stata tale valutazione, ne emerge che la realizzazione sia stata preceduta da una verifica della esistenza delle condizioni richieste dalla legge»». Il parto a Cinquefrondi. La piccola sta bene Il sindaco Carlo Cleri non è convinto dal dimensionamento E’ Caterina la prima nata dell’anno nuovo «le decisioni assunte sono lontane da un assetto razionale della rete scolastica e sono solo il frutto di particolari interessi politici territoriali», con la conseguente penalizzazione dei centri montani. «Non si comprende - ha ancora affermato il sindaco di San Giorgio - come mai le altre province calabresi hanno salvaguardato gli istituti comprensivi preesistenti, mentre la nostra ha proceduto ad un'inopinata eliminazione». Un ulteriore riferimento poi Cleri l'ha fatto all'assessore provinciale Calabrese che «ha saputo resistere eroicamente alle questioni poste, legittimamente, da alcuni sindaci, mentre verso altri ha dimostrato magnanimità e democratica disponibilità». Tuttavia, il piccolo comune pianigianoha decisodi non adeguarsi alle decisioni del consiglio provinciale e continuerà la propria “battaglia” in difesa dell'Istituto “Florimo”. «Continueremo a lottare ha concluso Cleri- perché siamo nel giusto e perché nei nostri confronti è stata perpetrata un'ingiustizia sul piano delle scelte politiche e un palese obbrobrio sotto il profilo della legittimità del provvedimento». CINQUEFRONDI - Si è fatta attendere fino alle ore successive all'alba, la prima bimba venuta alla luce nell'intera Piana di Gioia Tauro nel 2012. La piccola, una brunetta “tutto pepe”, Caterina Gangemi, ha emesso il suo primo vagito ieri, presso il reparto di Ginecologia della casa di cura privata “Villa Elisa” di Cinquefrondi, luogo in cui la madre, Maria Carmela Pugliese, è stata seguita per tutto il corso della gravidanza. Ieri, nelle prime ore del mattino, dopo aver avvertito i consueti dolori, la donna è stata tempestivamente trasferita in sala parto dove ha dato alla luce la sua prima figlia, assistita dal ginecologo, Carmela Abramo, e dall'ostetrica, Daniela Lisciotti, oltre che dal personale medico e paramedico che opera nella struttura. La piccola, nata in ottima salute, pesa 2 chili e 990 grammi e si presenta già arzilla e vispa nella culletta del nido cinquefrondese in cui attualmente è riposta, nell'attesa di potersi trasferire, nei prossimi giorni, nella casa di mamma e papà. Felicissimi si sono dimostrati anche i giovanissimi genitori, Maria Carmela Pugliese, e Domenico Gangemi che vivono a Santa Cristina D'Aspromonte, i quali hanno festeggiato il Capodanno con l'allargamento del loro nucleo familiare. La piccola Caterina tuttavia, non è l'unica bimba nata a “Villa Elisa” nella giornata di ieri. La struttura cinquefrondese infatti, ha tenuto in movimento, e a pieno regime la sala parto anche nel primo giorno dell'anno, con altre tre nascite. si.ge. di SIMONA GERACE SAN GIORGIO MORGETO «Per i “nemici” la legge si applica mentre per gli “amici”si interpreta». È iniziato con qualche polemica il 2012 a San Giorgio Morgeto. A mettere i puntini sulle i in merito alla questione del dimensionamento scolastico approvato lo scorso 29 dicembre dal consiglio provinciale, è stato, questa volta, il primo cittadino, Carlo Cleri, che si è dichiarato “allibito” sia in merito alla conduzione dell'assise, sia per ciò che concerne le decisioni prese. «Dopo rinvii vari - ha detto Cleri - l'assessore provinciale all'Istruzione, Giovanni Calabrese, è riuscito a farsi approvare il piano che, per quanto riguarda San Giorgio Morgeto, non è stato affatto oggetto dialcun genere di concertazione. Anzi, ci si è trovati di fronte a decisioni autoritarie e prevaricatorie, per non dire provocatorie, per metodi e criteri». Queste le considerazioni del sindaco Cleri, il quale sembrerebbe non aver per nulla condiviso gli slanci e le dichiarazioni “trionfalistiche” dell'assessore Calabrese, in merito al nuovo dimensionamento scolastico, dal momento che Proteste contro i tagli alle scuole Caterina tra le braccia di mamma Maria Carmela e papà Domenico A ROSARNO Ritorna la “Festa dei popoli” e sul palco porta Brunori Sas ROSARNO - L'amministrazione comunale di Rosarno ha organizzato la seconda edizione della “Festa dei Popoli”. Sarà una serata in cui le Associazioni di volontariato, le Associazioni socio- culturali e parrocchiali, si attiveranno nella distribuzione di dolci e prodotti tipici. Il tutto sarà allietato dal concerto di Brunori Sas, il cui album “Vol.Uno” è stato eletto miglior esordio del 2009 secondo la giuria del Premio Ciampi e vincitore del Premio Tenco nel 2010. L'appuntamento è dunque per sabato prossimo alle ore 20,30 in Piazza Duomo a Rosarno. RIZZICONI - E' stato un Natale diverso quello vissuto dai lavoratori della Fondazione “Opera San Francesco d'Assisi” di Rizziconi. E' stato un Natale senza un euro in tasca per i dipendenti della struttura socio-assistenziale e per quelli già licenziati in blocco che aspettano le loro spettanze da diversi mesi. I lavoratori in forza alla Fondazione aspettano di ricevere ben sei stipendi (da aprile a dicembre più la 13^ mensilità), mentre i venti lavoratori illegittimamente licenziati attendono il pagamento di ben nove mensilità, oltre alla buonuscita. Tutto questo succede, mentre il debito che incombe sulla Casa di Riposo e Casa Protetta di Rizziconi, lievita a dismisura, tra l'indifferenza della direzione della Fondazione stessa, accusata dalla Cgil di «stupidità». Il segretario generale della Funzione pubblica della stessa organizzazione sindacale, Giuseppe Gentile, nel comunicato scrive che «si pensa di andare avanti nell'assistenza dei ricoverati della struttura socio-assistenziale senza pagare il dovuto per il lavoro svolto con diligenza e passione dai dipendenti» e che il comportamento assunto in questo senso dalla direzione dell'Opera San Francesco d'Assisi «rappresenta il culmine dell'ignoranza gestionale». Eppure secondo quanto riporta la nota a firma di Gentile, soldi la Fondazione ne ha incassati. E tanti. La Cgil è venuta a conoscenza che la Fondazione “Opera San Francesco d'Assisi” ha incassato ben 705.269,73 euro per il periodo che va dal 16 febbraio al 12 dicembre 2011, «ma che fine hanno fatto tutti questi soldi non è dato saperlo, se i dipendenti attualmente in forza e i venti lavoratori già licenziati non hanno ricevuto nemmeno un centesimo». Tutti questi euro incassati, secondo quanto precisa la Cgil, vanno ad aggiungersi agli introiti derivanti dalle pensioni e dalle tredicesime di tutte le persone ricoverate che la direzione della Fondazione ha già incassato direttamente, assieme alle rimesse ricevute dal Dipartimento regionale dei servizi sociali. Per la Cgil sostanzialmente l'incasso supera abbondantemente il milione di euro, ma dei soldi non si ha traccia. Fatto sta che tutti i dipendenti in servizio e quelli già licenziati devono essere ancora pagati. Una mossa strategica «astuta» la definisce la Cgil, allo scopo di far scoppiare sempre più la rabbia e la disperazione tra i dipendenti, licenziati e attuali. Di fronte a un quadro così preoccupante, la Cgil rivolgendosi per l'ennesima volta agli organismi di controllo, all'ufficio ispettivo dell'Asp e della Regione Calabria, chiede il loro intervento per porre fine a questo andazzo, per frenare il degrado imperante di una realtà che possiede grandi potenzialità, ma gestita in maniera inadeguata e senza regole. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Piana Lunedì 2 gennaio 2012 Piana Lunedì 2 gennaio 2012 La strategia dello Stato per sconfiggere la criminalità organizzata sottraendogli proprietà e immobili Nella giungla dei beni confiscati A Gioia Tauro su 109 sigillati 11 sono in gestione, 73 destinati e consegnati di ALESSANDRO TRIPODI GIOIA TAURO - Il 31 marzo 2010 è nata l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc). Lo scorso gennaio a Reggio Calabria è stata inaugurata una sede di questo nuovo organo antimafia che ha la funzione di rendere più efficace, veloce ed incisiva la legge sulla confisca dei beni dalla fase del sequestro a quella della destinazione d'uso. Fino al 1° novembre 2011, secondo la relazione annuale dell'Anbsc, a Gioia Tauro sono stati 109 i beni e le aziende confiscati, catalogati in 11 immobili in gestione, 73 immobili destinati consegnati, 17 immobili destinati non consegnati, 0 immobili usciti dalla gestione e 8 aziende. Vediamo le considerazioni di tre personaggi che si battono quotidianamente contro il crimine organizzato: Giuseppe Pignatone, procuratore capo di Reggio Calabria, don Luigi Ciotti, presidente dell'associazione "Libera e Mario Morcone, direttore dell'Anbsc. Quest'ultimo descrive una situazione alquanto complicata. «Quando abbiamo iniziato a lavorare dice Morcone - una buona parte dei beni confiscati con sentenza definitiva erano stati assegnati. Una parte delle aziende sottoposte a confisca era in linquidazione e altre erano invece alle prese con le ipoteche bancarie che gravano sulle imprese e in evidente stato di sofferenza. Oggi abbiamo messo in campo strumenti indirizzati a supportare il riutilizzo sociale, anche per immobili sottoposti ad ipoteca bancaria. Questo è uno dei punti di maggiore criti- Il “Caffè de Paris” storico bene confiscato alla ’ndrangheta cità - conclude Morcone ma abbiamo già riscontrato le prime aperture da parte di alcuni istituti bancari». Il contributo del procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, invece, fa riferimento a Rosarno dove «su 15.000 abitanti - afferma risultano più di 250 le persone formalmente affiliate alla criminalità; e poi va considerata quella zona intermedia, la zona grigia, che pur non essendo organicamente parte dell'organizzazione criminale, con essa intrattiene direttamente o indirettamente rapporti». Infine, la testimonianza di Luigi Ciotti di Libera, esperto conoscitore del tortuoso percorso che porta il bene confiscato al riutilizzo sociale, che torna sull'at- teggiamento ostile, e controcorrente rispetto alle finalità collettive di riciclo dei patrimoni mafiosi, di certi istituti bancari. «Il vero problema è che una grandissima quantità di quei beni, fra il 30 il 35 per cento, non sono utilizzati - sottolinea Ciotti - perché sono sotto ipoteca delle banche. Sono le ipoteche bancarie che, in tutta Italia, stanno bloccando l'uso dei beni confiscati. La nuova Agenzia deve trovare, soprattutto, una soluzione a questo problema». E si domanda don Luigi Ciotti: «Ma chi li ha concessi i mutui o i prestiti a quei signori e ai loro prestanome? Non sono state quelle stesse banche che adesso hanno ipotecato tutto?». Domande e problematiche del fenomeno confisca beni. Riuscita l’iniziativa organizzata dagli studenti del liceo scientifico “Raffaele Piria” Il musical nelle feste di Rosarno Sul palco i ragazzi hanno rappresentato l’opera rock “Jesus Christ super star” di KETY GALATI ROSARNO - Strepitosa interpretazione degli studenti del liceo scientifico “Raffaele Piria” cimentatisi nel musical rock: “Jesus Christ Super Star”. Rappresentato per la prima volta a Brodway nell'ottobre del 1871 e in Europa, il giorno di Natale del 1971 a Vilnius. La manifestazione si è aperta con il saluto della dirigente scolastica Mariarosaria Russo che ha sottolineato l'importanza dell'attivitàteatrale nell'ambitodei progettiPonedin uncontesto scolastico caratterizzato da una dimensione complessa, multicultu- rale e globalizzata, che si pone l'obiettivodi ricercaresoluzioni adeguateai bisogni e alle esigenze degli utenti. Questi ultimi secondo la preside implicano «un investimento culturale ed organizzativo nell'ottica di garantire il diritto all'istruzione, alla cittadinanza, all'educazione, costruendo, altresì, un'istituzione educativa culturalmente aperta all'altro, ai processi innovativi ,ma soprattutto capace di progettare, realizzare, valutare gli interventi volti alla qualificazione dell'offerta formativa che educhi. Attraverso anche il teatro, la musica e la cinematografia, ad una convivenza civile e democratica e valorizzi l'alterità, preparando il terreno ad una società aperta». Una società che dunque libera la fantasia e le capacità critiche degli studenti, svolgendo così una funzione preziosa ed insostituibile nelle promozione di una società nella quale il sapere «possa contribuire a formare individui capaci di farsi carico di scelte impegnative oggi fortemente richieste», ha concluso la Russo. Sono seguiti i saluti dei sindaci di Rosarno e di Gioia Tauro, Elisabetta Tripodi e Renato Bellofiore, dell'onorevole Mario Bilardi, del consigliere provinciale Gianni Arruzzolo, del parroco don Memè Ascone e di Gianfranco Sacco- manno, coordinatore regionale di “Grande Sud”. I quali, hanno consegnato dodici borse di studio nell'ambito del progetto ministeriale “Valorizzazione delle eccellenze” agli allievi che nell'anno scolastico precedente. Alla realizzazione del musical hanno contribuito Aldo Borgese, le docenti Angela Alessi, Francesca Corso, Lucia Mafrica, Ivana Malara, Paola Riccelli, Saveria Violi e Carmela Vona. Per l'allestimento delle scenografie,il consigliere Antonio Ascone. I testi dell'opera sono stati rivisitati ed integrati dando vita grazie al protagonista Carlo Alberto Leonardi ad un crescendo di emozioni. Malumore tra i giovani per le scelte della Regione Al liceo artistico “Guerrisi” di Palmi Il futuro tra crisi economica e lavoro a intermittenza “Sensibili all’arte la bellezza sensibile” un concorso di idee riservato agli studenti GIOIA TAURO - Nel corso di una recente manifestazione svoltasi a Cosenza, il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti. ha parlato di politiche occupazionali dichiarando che «in tema di sviluppo economico, la Regione ha stanziato 120 milioni quali incentivi e garanzie per le piccole imprese e gli artigiani, e altri 30 milioni come incentivi per le imprese dell'area di Gioia Tauro». Per quanto rigurada i Piani integrati di agevolazioni (Pia) - ha continuato il presidente Scopelliti «la Giunta regionale ha finanziato ben 63 milioni di euro, dei quali 20 milioni in favore dei giovani imprenditori. Il piano per la portualità, inoltre, porterà circa 5000 nuovi posti barca, previsti nove ulteriori porti turistici, e sono programmati, altresì, investimenti infrastrutturali sul territorio per oltre 3 miliardi di euro». Un’analisi che è passata al dettaglio, come ha precisato il Governatore della Calabria nel suo intervento: «740 milioni per reti e collegamenti per la mobilità e 384 milioni per il po- lo logistico intermodale di Gioia Tauro». Uno scenario da favola, quindi, così descritto, che mette in campo strategie virtuose, orientate a costruire imprese, mercato e lavoro, nonché ideate al fine di porre rimedio al sottosviluppo e al malessere sociale della Piana di Gioia Tauro. Ma proclami come quello di Scopelliti sono stati sbandierati in passato da tutti i politici appartenenti alle diverse correnti partitiche, eppure poco è cambiato. Non solo. Quanto denaro è arrivato nella Piana con l'intento di farla emergere sotto ogni punto di vista. Allora perché il comprensorio, fino adesso, non ce l'ha fatta? Nel contesto economico pianigiano convivono problematiche quali isolamento istituzionale, elevati tassi di disoccupazione, lavoro nero, tessuto economico debole e presenza della 'ndrangheta. Il mancato sviluppo del territorio lascia ancora di più “l'amaro in bocca” se si pensa che la particolare fisionomia della struttura eco- Non convincono i progetti per il rilancio del territorio nomica della Piana di Gioia Tauro, rappresentava, nei secoli passati, una delle zone più ricche della Calabria e maggiormente integrate nel mercato nazionale e internazionale con la presenza di una relativa diversificazione delle attività produttive e di un'agricoltura intensiva di esportazione. Oggi, invece, l'area è in netto ritardo L’area portuale di Gioia Tauro di sviluppo, condizionata dai trasferimenti pub- controllata" (Qsc) per le impreblici e dalla presenza della ma- se dell'impiantistica è stato atfia. Per comprendere la reale tribuito solamente a tre realtà, situazione è interessante evi- una presente a Cittanova e le denziare in che modo la Came- altre due a Polistena. Altrettanto magro il bottino ra di Commercio di Reggio Calabria, che tra le sue varie fun- per il marchio di qualità "Trazioni ha anche quella di rila- dizioni Reggine 2011 - Saperi e sciare dei marchi di qualità al- sapori in tavola", nell'ambito le imprese attraverso l'istitu- della ristorazione, che vede zione di osservatori suddivisi nell'elenco di riferimento non per aree tematiche, abbia di- più di tre attività insignite di stribuito il marchio alle attivi- tale riconoscimento: una in tà che si distinguono per pro- Tonnara di Palmi, e le altre di fessionalità e correttezza com- nuovo a Cittanova e Polistena. merciale, nell'ambito dei setto- Da ciò si comprende quanto sia ri agroalimentare, turistico, e di poco conto l'imprenditoria quello, altresì, attinente alle nel comprensorio e quanti posti di lavoro non sono stati imprese d'impiantistica. Nella Piana, ad esempio, l'at- creati. testato di "Qualità e sicurezza ale.tri. di GIUSEPPE PARRELLO PALMI - Ancora una volta la scuola di Palmi protagonista di un’iniziativa didattica e culturale di primissimo livello. In questa occasione è il liceo artistico ''Guerrisi'' di Palmi, importante struttura formativa per le attività e le discipline artistiche della città, a bandire la prima edizione del concorso ''Sensibili all'arte: la bellezza sensibile''. Riservato agli alunni che frequentano le seconde e terze classi delle scuole secondarie di primo grado (scuole medie), il concorso darà la possibilità aio giovani di mettersi in mostra a seconda del proprio bagaglio culturale e della rispettiva propedeuticità all’arte. I lavori dovranno essere connessi al tema proposto dal comitato scientifico della scuola: “Il Mistero dell’Amore”. Gli elaborati richiesti potranno essere sviluppati in forma di disegno, acquerello, pittura ad olio, acrilico, tempera, pennarelli, matite colorate o sculture in argilla, oppure - spiegano dal liceo artistico “Guerrisi” - anche attraverso elaborati scritti in forma di racconto breve, poesia, lettera, pagina di diario (max due cartelle). I lavori potranno essere eseguiti individualmente da un singolo studente o da un gruppoclasse. È gradita la partecipazione al concorso degli alunni diversamente abili. La partecipazione è gratuita. Una giuria formata da docenti premierà i primi tre classificati. Gli elaborati si dovranno presentare entro il 25 gennaio 2012. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 30 Reggio Provincia Lunedì 2 gennaio 2012 Botricello. Presente anche il prefetto. Ribadita la necessità di «stemperare i toni della conflittualità politica Condanna per l’attentato Il consiglio comunale stigmatizza l’intimidazione al comandante dei vigili di BRUNETTO APICELLA BOTRICELLO - «Non penso sia il gesto di un folle e di uno squilibrato, c’è qualcosa di amministrativo e politico». Ha utilizzato queste parole il prefetto di Catanzaro, Antonio Reppucci, nel corso del Consiglio straordinario che si è riunito a Botricello dopo l'intimidazione ai danni del comandante della Polizia municipale di Botricello, Rosario Pignanelli. Infatti all'ufficiale, nella notte tra giovedì e venerdì scorso, è stata incendiata l’autovettura, una Fiat Idea, parcheggiata davanti alla sua abitazione. Un fatto che ha portato il sindaco della cittadina jonica Giovanni Camastra a convocare d'urgenza e in seduta straordinaria il Consiglio comunale nel corso del quale è stata espressa la propria vicinanza all'ufficiale e alla sua famiglia. Oltre al Consiglio comunale alla riunione della pubblica assise hanno preso parte anche, il prefetto di Catanzaro, Antonio Reppucci,il sindaco di Cropani, Bruno Colosimo, il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Sellia Marina, capitano Giovanni De Nuzzo, e il comandante della stazione, maresciallo Natale Malagrinò, l’assessore provinciale Michelangelo Ciurleo, l'ex sindaco della cittadina Giovanni Puccio. In prima fila Pignanelli con la moglie, anche lei dirigente del Comune, e i figli. Sul fronte delle indagini, invece, la Procura di Catanzaro ha aperto un fascicolo e le indagini sono portate avanti dai Carabinieri di Sellia Marina e Botricello, mentre il Consiglio comunale ha espresso unanime condanna del gesto. Prima del prefetto Reppucci è stato il sindaco Giovanni Camastra ad introdurre i lavori del Consiglio e a ribadire: «Vogliamo che la nostra cittadina abbia la serenità che merita e che la politica si assuma le sue responsabilità iniziando ad abbassare i toni». Abbassare i toni dello scontro politico e tornare a discutere di politica e di sviluppo per Botricello, è stato questo il filo conduttore degli interventi che si sono alternati al dibattito in aula dal consigliere di minoranza Tommaso Laporta che ha rinnovato l'invito a tornare a parlare di scelte strategiche per la cittadina, mentre l'assessore Michelangelo Ciurleo, nel condannare il gesto, ha chiesto che l'amministrazione comunale, in segno di solidarietà verso il comandante della Polizia municipale, si riattivi per ridare allo stesso Pignanelli il ruolo di responsabile dell’area di vigilanza; ruolo che lo stesso ha ricoperto fino a poco tempo fa prima della decisione di accorpare il servizio. E se il parroco don Tommaso Mazzei si è appellato alla necessità di “costruire” per il bene comune, l'ex sindaco Giovanni Puccio ha ribadito la necessità di tornare a lavorare «ognuno per le proprie responsabilità in un clima di serenità e concordia. Bisogna ragionare in termini diversi iniziando a stemperare i toni e i termini della conflittualità politica». Argomento che è stato ripreso dagli interventi di alcuni esponenti della maggioranza: l'assessore Agostino Viscomi e l'assessore Emanuela Altilia e il consigliere Salvatore Procopio. Subito dopo è stato il prefetto Reppucci a richiamare all'attenzione il ruolo della politica: «È un episodio brutto, vile e vigliacco – ha detto il prefetto – questa è una zona tranquilla, ma non dimentichiamoci che siamo in una zona di confine». Secondo il prefetto «Botricello è nelle nostre preoccupazioni, un po’per il confronto politico che a me non piace, così siete bloccati e non rispondete a esigenze della comunità e se continua così questo paese muore. Avete prospettive e potenzialità – ha aggiunto Reppucci – e su questo vi dovete concentrare. Botricello è uno dei quattro, cinque comuni che ho più attenzionato, ricevo cataste di carte per denunce ed esposti, che fanno parte del confronto, ma così non si va da nessuna parte. Impegnatevi sulla miseria e sulla povertà, che sono il vero dramma di questi tempi. Date senso alla solidarietà che avete espresso oggi, altrimenti abbiamo perso tempo». Nel rivolgersi alla classe politica locale, Reppucci ha ribadito che «ciascuno è portatore di valori e sensibilità, c’è un rapporto dialettico, però non vedo nulla di strano se dopo si va a prendere un caffè insieme. Dovete dire no all’odio e al rancore, no a un dibattito fuori dalle righe. Qui nessuno è detentore della verità – ha concluso il prefetto – e i carabinieri stanno operando sapendo che si tratta di un atto mirato». Reppucci «No all’odio e al rancore» I lavori consiliari Caraffa. Sarà favorita la connettività mobile Amaroni Si va verso l’utilizzo di Internet La Giunta approva il progetto La Pro loco si rinnova e rilancia la sua azione una rete locale. La stessa amministrazione comunale, con atto deliberativo, ha dato anche direttive al responsabile dell’ufficio tecnico comunale, architetto Vito Migliazza, per «procedere all’assunzione di tutti gli atti necessari e di competenza per la realizzazione del nuovo servizio a condizioni che sia garantita la connessione Adsl, che non ci sia alcun costo a carico del comune di Caraffa; che sia ridotto al massimo l’impatto visivo della strumentazione utilizzata; che sia valutato, in sede di gara, il costo per le utenze; che siano fornite, in forma gratuita, almeno tre credenziali di accesso, di cui una nel plesso scolastico di via Piave, una presso il municipio e la rimanente nell’Istituto culturale “G. Gangale”». Sono tanti, dunque, i paletti posti dall’esecutivo comunale, ma forse necessari, sia per evitare spese a carico dell’Ente, sia per consentire a tutti i cittadini di poter utilizzare il nuovo servizio. s.m. AMARONI – A cavallo del nuovo anno, la Proloco rilancia la sua azione. Concerto per fine anno, con il “Nabucco” di Giuseppe Verdi, e nuovo organigramma con nuovi ingressi. Infatti, accanto alla riconfermata presidente Anna Giampà, è stata eletta quale nuova vice presidente, l’avvocatessa Patrizia Ruggiero. Alla carica di segretario dell’associazione turistica, viene chiamata Patrizia Frisina, mentre viene riconfermato nella qualità di tesoriere il dottor Valerio Gesualdo. Poi, entrano a far parte della Proloco, nuovi consiglieri, come Gregorio Polito e Rita Anastasio, si confermano Giuseppe Olivadoti e Alfonso Sorrentino. Completano l’organigramma sociale, per il collegio dei revisori, Damiano Congiusta quale presidente e Agazio Anastasio e Francesco Ruggiero come consiglieri. Nella sua relazione, prima del concerto di fine anno, andato di scena nella sala consiliare, la presidente Anna Giampà, ha proiettato la Proloco nel nuovo anno che si apre. Un bilancio, quello del 2011 più che positivo, dove alle tante manifestazioni, culturali ed enogastronomiche, hanno fatto da cornice la gradita consegna alla Proloco di Amaroni della bandiera della Unpli nazionale, avvenuta di recente in una cerimonia presso la nuova casa delle Cultura di Squillace, e i riconoscimenti avuti alla prima festa e manifestazione “La proloco nel cuore”, ad Amantea, in provincia di Cosenza. m.p. di SAVERINO MAIORANA CARAFFA - Anche a Caraffa si va verso l’utilizzo di Internet e dei suoi servizi attraverso apparecchiature portatili come ad esempio i notebooks, i palmari, gli smartpfones, i tables.. Un progetto, in questa direzione, è stato infatti approvato recentemente dalla giunta comunale in considerazione che la rete Internet è ormai il più importante strumento di comunicazione «che sta assumendo un ruolo decisivo nello sviluppo sociale, culturale ed economico delle comunità». Con questa iniziativa l’amministrazione comunale tende a favorire l’utilizzo della «connettività mobile», sia da parte dell’utenza privata che da quella scolastica e professionale, promuovendo, nelle zone del centro urbano del territorio comunale, un servizio Wi-Fi che consente a terminali di utenza di collegarsi tra loro attraverso Amaroni. Il concerto promosso dalle Officine musicali Sul palco Antonio Santoro Il giovane è stato protagonista della notte amaronense di MASSIMO PINNA AMARONI- Cavallo vincente, si sa, non si cambia. Dopo lo strepitoso successo del concerto estivo, Antonio Santoro raddoppia e in edizione natalizia diventa il protagonista della notte amaronese. Concerto nel tendone organizzata come ormai di consueto con una nutrita programmazione di eventi, dalle Officine musicali Amaronesi. E crisi economica incombente, così come a Catanzaro, nella programmazione invernale il tabellone delle feste vede sempre più il ricorso ad artisti cosiddetti in house. Una scelta si sta rivelando non solo un modo quasi necessario di affrontare le serate ma al contempo si sta facendo spazio e strada tuta una serie di giovani artisti e promesse. E’ il caso di Antonio Santoro, un ragazzo cresciuto alla scuola di canto delle Officine Musicali Amaronese che non solo si è esibito in una performance da cantante navigato ma da protagonista ha fatto scatenare il pubblico accorso in piazza del Popolo dove nella tendostruttura allestita per l’occasiione Antonio Santoro ha regalato buo- Musica e simpatia in piazza del Popolo Antonio Santoro sul palco na musica simpatia e divertimento. Un repertorio che ha spaziato su tutto il fronte del rock italiano, con l’amato Vasco Rossi a fare da conduttore allo show, e ancora, tra gli altri, Biagio Antoniacci e il sempre attuale Rino Gaetano. Uno spettacolo al quale non poteva mancare uno dei fans storici di Antonio Santoro, addirittura un assessore comunale di Catanzaro che si è voluto godere la serata in anonimato. Davvero niente male per un ragazzo che ha cominciato a cantare a casa, e al quale i vicini incuriositi dalle sue cantate hanno poi via via consigliato al ragazzo la carriera di solista. Ne ha fatta di strada, il ragazzo, di giorno cameriere in un noto ristorante sulla costa ionica e di sera rockstar, ma alla fine ce l’ha fatta. E alla fine, immancabile standing ovation per l’esibizione di Antonio Santoro per uno strepitoso inzio d’anno.. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 24 Catanzaro Provincia Lunedì 2 gennaio 2012 Cirò. Prosegue la querelle innescata nel consiglio comunale sul tema del dissesto idrogeologico Abbattere le case pericolose La proposta del consigliere di minoranza Colucci per salvare il paese di GIUSEPPE DE FINE Cirò -Emergenza dissesto idrogeologico a Cirò: se ne è parlato all'ultimo consiglio comunale dove l'ex sindaco Colucci della minoranza, ha proposto di abbattere gli immobili pericolosi anche se condonate, se serve a salvare il paese. Intanto in una delle zone più colpite dal dissesto in via De Gasperi, la ditta vincitrice dell'appalta inerenti i primi lavori di consolidamento, farà in più anche il costone che avvolge punta vecchia. «Situazione pericolosa anche in via Petrarca, dove le case ubicate sotto il costone Cozzo Leone, non hanno una strada di fuga in caso di cedimento del costone - ha detto il sindaco - tutto è occupato da canili e orticelli abusiv». In particolare il sindaco Mario Caruso ha ricordato che «non bisogna deturpare l'ambiente ed il territorio, lasciamo che questi spazi diventino pubblici soprattutto in caso di emergenza». Il consigliere di minoranza ed ex sindaco Carlo Colucci ha sottolineato invece che durante la frana che ha messo in pericolo circa dieci abitazioni per i forti temporali del primo febbraio scorso «questa amministrazione non ha indetto alcun consiglio comunale straordinario, non è stato deliberato un solo atto in proposito. Cirò - ha proseguito Colucci - rischia l'isolamento, il paese sta letteralmente scivolando a valle, la protezione civile poco ha fatto se ancora gli abitanti non vivono più sogni tranquilli, al primo temporale tutti cadono in depressione. Ma è anche vero - prosegue Colucci - che poco è stato fatto contro l'abusivismo. Quì a Cirò l'abusivismo è grave; la non raccolta Cirò Albero di Natale con materie riciclate Carlo Colucci delle acque piovane, fa si che quando piove le strade diventano fiumi, e diventa ancora di più pericoloso, quando ad impedire che l'acqua scorre nel suo letto naturale ci sia qualche immobile costruito abusivamente. E allora per mettere in sicurezza il paese vanno anche abbattute quelle case abusive che sono pericolose, anche se sono state condonate». «Quì la Protezione civile - prosegue Colucci - è assente perchè non ha ancora creato una mappa per vedere quale sono le aree sicure da quelle insicure, come pure la Provincia, sono anni che non spende una "lira" per le nostre strade, per questo a Regione e Provincia devono giungere una delibera forte che va in questa direzione: Cirò non può più attendere, oggi l'amministrazione comunale non può più fare miracoli». Cirò Marina. Don Pasquale Aceto lascerà la chiesa di S. Cataldo Trasferito il parroco antimafia CIRÒ MARINA- Sembrava una diceria del tutto infondata e, invece, ieri, ha preso corpo la notizia di un probabile trasferimento, presso un’altra sede, del viceparroco della chiesa di San Cataldo, don Pasquale Aceto, il fondatore dell’associazione antimafia “Libera Cirò Marina” e della cooperativa “Stella Maris”, che produce vino da messa. A sorpresa, la conferma dell’instabilità della situazione in seno alla chiesa di San Cataldo è arrivata da una fonte molto attendibile. Che ha rivelato altresì che la decisione in merito sarà assunta dal vescovo, monsignor Domenico Graziani, entro la prima decade del mese di gennaio. Tuttavia, non solo don Pasquale non sarebbe all’oscuro del suo destino “sospeso”, quanto avrebbe smosso lui le acque, scrivendo una lettera riservata al vescovo Graziani. Sarà vero o falso? Difficilmente, il giovane sacerdote risponderà alla domanda, anche perché attualmente è in ritiro spirituale in Svizzera. Giorni fa, comunque, don Pasquale ha sostenuto che si parla di una sua partenza dal giorno del suo arrivo. p. s. Petilia P. Presepe vivente alla Santa Spina Un successo il Capodanno in piazza Filottete grazie alle associazioni giovanili di FRANCESCO RIZZA PETILIA POLICASTRO Piazza Filottete addobbata a festa ha salutato l’arrivo del 2012 a Petilia Policastro. Una serata di aggregazione, con musica, brindisi e danze è stata organizzata anche quest’anno dall’ Associazione “Night and Day” in collaborazione con “Progetto Giovani” e con il patrocinio dell’amministrazione comunale del sindaco Dionigi Fera che, nonostante le ristrettezze economiche, non ha voluto far mancare il proprio sostegno economico ad un discreto programma ricreativo nel periodo natalizio. All’interno dello stesso programma, quello del veglione di Capodanno è diventato un appuntamento vero e proprio per la popolazione, particolarmente giovanile, delle festività di fine anno. Contrariamente a quello che succedeva negli scorsi anni, infatti, anche per l’inizio del nuovo anno sono stati davvero numerosi i giovani petilini chehanno preferitorimanere in sede invece di spostarsi nelle cittadine limitrofe alla ricerca di luoghi e momenti di aggregazione sociale. Capita così che dalle 23 del 31 in poi, l’affollamento della principale piazza cittadina è andata via via crescendo, complice la mitezza della temperatura, anche per la gioia degli esercenti commerciali rimasti aperti, contrariamente al solito, sino a tarda ora. Ad allietare la notte di musica e danza, una valida equipe di animazione che è riuscita a vivacizzare i numerosi attraverso un ricco repertorio musicale e la distribuzione di spumante e panettone. Altro momento di aggregazione sociale che, al termine di queste festività rimarrà a lungo vivo nella memoria della popolazione cittadina il ricco presepe vivente che, curato dal Gruppo Natess e dall’Associazione “Fenice”, si è svolto in uno dei luoghi più cari alla popolazione cittadina: il santuario della Sacra Spina. Per lo stesso secolare convento, da alcuni lustri diretto dall’Arcidiocesi di Crotone che da un paio di anni lo ha affidato alla rettoria di don Giuseppe Marra, lo stesso Presepe vivente ha rappresentato, almeno per una giornata, il ritorno alle origini francescane. Cirò- Anche quest'anno la Misericordia di Cirò con i suoi volontari ed insieme alle elementari del borgo cirotano è riuscita ad organizzare la manifestazione di fine anno, promossa dal dirigente scolastico dell' “ Istituto comprensivo Luigi Lilio” Vincenzo Gabriele, dal segretario Luigi Ruggiero e dal parroco don Giovanni Napolitano. «All'iniziativa: l' “Albero della Speranza” scrive in una nota il governatore Antonio Russo - va tutto il riconoscimento per aver contribuito positivamente alla riuscita di un vero e proprio miracolo d'impegno sociale». Infatti alcuni volontari della Misericordia di Cirò - prosegue la nota - insieme agli alunni, hanno allestito un vero e proprio laboratorio del riciclo con lo scopo di addobbare un albero con materiali da riciclo. I bambini sono stati i veri protagonisti dell'iniziativa, che con i propri lavori hanno decorato l'albero, hanno espresso tenerezza, pace ed amore, segno invincibile di speranza per il nuovo anno ed un futuro migliore. L'allestimento dell'albero di Natale con materiali riciclati, è stato un nuovo modo di intendere il Natale, e le finalità di questa iniziativa - scrive Russo - sono anche quelle di proporre ai piccoli una visione sistemica dell'ambiente che li circonda». g. d. f. I partecipanti al tuffo d’inizio d’anno Cirò Marina. Iniziativa della Lega navale Solo sette temerari in mare per il primo tuffo d’inizio d’anno di PATRIZIA SICILIANI CIRÒ MARINA- L’onore della cittadina marittima è salvo: sette cittadini, tutti uomini, hanno avuto l’audacia di slanciarsi con la testa all’ingiù nelle acque gelide del mare territoriale, a mezzogiorno di ieri, per la prima edizione del “Tuffo di Capodanno”. Il tratto di litorale, compreso tra il lido “Gemelli” e la scogliera del porto, è divenuto lo scenario naturale dell’evento, organizzato dalla sezione locale della Lni, con il supporto della Rari Nantes. Il battage pubblicitario e le allegre marce, eseguite dalla banda musicale del maestro Esposito, hanno richiamato tantissimi curiosi, i quali, però, hanno preferito fare da spettatori. Tra i fattori frenanti, le abbuffate e le abbondanti libagioni al cenone e il termometro fermo a 13 gradi, malgrado il sole. Pertanto, i fuochi d’artificio hanno salutato l’impresa degli impavidi bagnanti, Giuseppe Aloisio, Carmine Affatato, Pino Benevento, Antonio Pignata, Giuseppe Rovito, Enzo Vrenna, Roberto Rodio. I dirigenti, Aloisio e Affatato, hanno difeso i colori della sezione Lni, mentre il presidente, Antonio Gallella, e il vicepresidente, Diego Fortuna, sono rimasti intabarrati per colpa di un raffreddore. A loro agio, invece, il presidente della Rari Nantes, Benevento, istruttore di nuoto, e il nuotatore Pignata, premiato come concorrente più anziano. Premio, pure, per il più giovane, Rovito, un laccio con medaglione, dono dell’orafo Cozza, gadget Lni per tutti. I fratelli Ruggiero hanno offerto bevande calde, Quattromani i panettoni, Rovito i fuochi pirotecnici. Cutro. Alla manifestazione presenti le autorità e il Coni provinciale I 25 anni della società di pallavolo celebrati con una grande festa di SARA CAMPOSANO CUTRO - Venticinque anni di attività non è impresa da poco. Ecco perché la Pallavolo Cutro ha celebrato l’ambito traguardo con tutti i convenevoli del caso. Già negli scorsi mesi il Coni nazionale aveva conferito alla società sportiva cutrese la stella di bronzo al merito, premio nazionale ottenuto non solo per il lungo periodo in cui la pallavolo biancoazzurra ha operato sul territorio, ma anche perché quattordici anni consecutivi di serie B, frequentati con onestà e serietà d’intenti, sono un bel punto di arrivo e di ripartenza. Alla manifestazione, tenutasi nella sala polivalente “Falcone e Borsellino”, erano presenti, oltre all’intera squadra e ai dirigenti, le autorità cittadine e provinciali. Il presidente provinciale del Coni, Claudio Perri, ha citato proprio il premio conferito dal Coni nazionale, spiegando che i risultati conseguiti dalla Pallavolo Cutro, per tutti Foto di gruppo per la festa della pallavolo Cutro (Foto Alfieri) questi anni e con continuità, sono stati davvero notevoli, soprattutto se si tiene conto che si tratta comunque di una realtà piccola. Il consigliere regionale Francesco Sulla ha, invece, ricordato gli anni della sua presidenza contraddistinti per il salto dalla serie C alla B, le difficoltà riscontrate e superate tutti insieme, i frutti raccolti dopo tanti sacrifici. I complimenti sono arrivati anche da parte dell’as- sessore allo sport Antonio Lorenzano e dal sindaco Salvatore Migale, i quali hanno consegnato una targa alla società cutrese per il lavoro svolto in tutti questi anni, anche dal punto di vista sociale. Fra i dirigenti, invece, il presidente Alberto Fabiani, il vice Salvatore Salerno, Marco Ciconte e Gianfranco D’Ettoris. E’ soprattutto loro il merito della mostra fotografica tenutasi dopo la manife- stazione, la quale ha puntato a ripercorrere tutte le tappe delle varie squadre alternatesi negli anni, dagli esordi ad oggi. Fiore all’occhiello, invece, la rassegna stampa con vecchi articoli di quotidiani che ricordavano proprio le partite giocate nei vari campionati dalla rosa cutrese. E’ stato proiettato anche un video-collage delle azioni più belle di questi ultimi anni delle atlete biancozzurre a cura dell’emittente televisiva “Rete Azzurra”, le quali hanno divertito coach Won, capitan Anna Bareti e compagne. Il pubblico ha apprezzato la manifestazione, seguita con molto interesse. Commosso il presidente Fabiani, ha ringraziato a nome di tutta la dirigenza tutte le figure istituzionali che vi hanno partecipato e che hanno anche aiutato la società sportiva dilettantistica cutrese a seguire un percorso sportivo notevole, degno appunto di essere ricordato e festeggiato così come è stato. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 30 Crotone dal POLLINO alloSTRETTO calabria ora LUNEDÌ 2 gennaio 2012 PAGINA 5 UCCISO sotto gli occhi della moglie Stavano andando dai parenti a festeggiare l’ultimo dell’anno Per gli inquirenti potrebbe trattarsi di un agguato mafioso VIGILIA DI SANGUE La scena del delitto: l’auto di De Maria e il fuoristrada utilizzato dai sicari (fotoservizio Cufari) STAITI (RC) È stato un San Silvestro di sangue quello vissuto a Staiti, piccolo paesino dell’entroterra reggino. Presumibilmente quattro sono stati i colpi di pistola che hanno centrato alla gola e al torace Antonio De Maria. Una missione di morte in piena regola e per il sessantenne operaio forestale non c’è stato scampo. De Maria è morto sul colpo, proprio alla vigilia di capodanno, quando ai botti festivi si sono così mescolati i colpi, mortali, di pistola calibro 9x21. L’uomo, già noto alle L’uomo, 60 anni forze dell’ordine, lavorava è stato colpito da a Reggio Calabria ma orquattro colpi di mai da diversi anni viveva la famiglia a Messina. pistola alla gola con I coniugi De Maria avevae al torace no deciso di brindare al nuovo anno insieme a parenti e amici e da qualche giorno erano quindi tornati al paese di origine, Staiti. Erano circa le 13 di sabato quando Antonio De Maria, insieme alla moglie, era intento a raggiungere in auto il paese aspromontano. Aveva da poco lasciato la statale 106 e dal bivio di Brancaleone stava percorrendo la strada provinciale 76 che porta a Staiti. Qua però, dopo una curva, l’auto guidata da De Maria è stata speronata da un fuoristrada e costretta a fermarsi. Da una prima ricostruzione fatta dagli investigatori, erano presumibilmente due gli uomini a volto coperto che sono scesi dal fuoristrada per scaricare contro il sessantenne un’assordante pioggia di piombo. I colpi lo hanno raggiunto alla gola ed al torace. Mentre i killer si sono, subito, dati alla fuga a piedi, forse con la complicità di una terza persona che li attendeva a bordo di un’auto a qualche decina di metri di distanza dal luogo del delitto. In macchina, al posto di guida, è restato il corpo senza vita di Antonio De Maria. Illesa invece la moglie, seduta a pochi centimetri da lui. Sul posto sono prontamente intervenuti per i rilievi del caso gli uomini dell’Arma guidati dal tenente colonnello comandante del gruppo carabinieri di Locri, dal tenente Francesco Donvito comandante della compagnia carabinieri di Bianco e dal tenente Fortunato Suriano comandan- te del nucleo operativo radiomobile. Insieme con loro, i carabinieri della sezione investigazioni scientifiche del comando provinciale dei carabinieri, il medico legale Pietro Tarzia e il pubblico ministero della Procura di Locri Salvatore Cosentino che ha già predisposto l’esame autoptico sul corpo della vittima. Per tutta la giornata di sabato e quella di ieri, gli investigatori hanno eseguito perquisizioni e controlli a tappeto. Tante le persone sentite, tra questi la moglie della vittima, unica testimone, la quale però non avrebbe saputo fornire particolari utili all’individualizzazione dei killer. «Allo stato delle indagini non possiamo affermare nulla con certezza - specificano a più riprese gli investigatori - ci stiamo muovendo su più fronti, ci sono più supposizioni, però allo stato attuale non c’è nulla di certo. Le indagini sono a 360 gradi». Sembra però che gli inquirenti diano per certo il fatto che il delitto sia maturato in un ambiente mafioso. E sia riconducibile, potenzialmente, al passato della vittima. Da quanto si apprende, infatti, De Maria anni fa era stato accusato di associazione per delinquere e rapina ed ancora gli archivi dell’Arma fanno ricordare che nell’ormai lontano 1997 nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria denominata “Vascello” De Maria fu tratto in arresto per traffico di droga. L’uomo, inoltre, era considerato vicino alla cosca Morabito-Mollica-Palamara. «Stiamo vedendo che rapporti aveva la vittima con alcune persone del luogo ma al momento - dice un inquirente - non c’è niente di certo». Intanto, gli investigatori fanno anche sapere che, seppur l’uomo avesse tali precedenti, dopo l’arresto del 1997 si era trasferito a Messina e negli ultimi anni non risulta alcuna particolare frequentazione. Gli stessi, però, fanno inoltre sapere che il padre del sessantenne negli anni ottanta rimaste anch’egli vittima di un agguato. Si scava quindi nel passato e nel presente per cercare di dare una soluzione al caso. L’esito dell’indagine necroscopia, prevista per le prossime ore, potrebbe iniziare a mettere ordine tra i tasselli di un puzzle che si presenta, al momento, assolutamente frammentato. Al momento il fascicolo rimane affidato alla Procura ordinaria ma, dal momento che nelle ultime ore gli investigatori ritengono che il delitto sia maturato nell’ambito della criminalità organizzata, nulla esclude che nei prossimi giorni l’indagine potrebbe passare al sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia. Intanto nella piccola comunità di Staiti l’atmosfera festiva ha lasciato spazio allo straziante dolore. ANNALISA COSTANZO regione@calabriaora.it 6 LUNEDÌ 2 gennaio 2012 D A L P O L L I N O calabria A L L O ora S T R E T T O Tre momenti della marcia di ieri sera nel centro di Gioia Tauro con il parroco della città, responsabile dell’associazione “Il Samaritano, il volontario di Emergency, Francesco Azzarà, recentemente liberato dai suoi sequestratori in Darfur e don Giacomo Panizza giunto per l’occasione da Lamezia Terme GIOIA TAURO (RC) «Forza, immaginazione e coraggio» è la preghiera laica per la Piana di Gioia Tauro, il Sud e i suoi giovani chiamati a costruire il cambiamento. Ventiquattresima Marcia della pace ieri sera a Polistena. «Esserci dopo tutti questi anni non è un merito, ma una sfida, l’impegno alla giustizia è l’unico possibile» dice in chiesa prima del corteo don Pino Demasi, il presidente dell’associazione “Il samaritano” che organizza la manifestazione. Il duomo fitto di persone e poi le fiaccole a fiumara per le vie testimoniano un senso della pace inscindibile dalla giustizia, secondo il messaggio papale scelto da guida per la giornata. Un messaggio che in quei valori scorge la formazione dei giovani. «La loro felicità dipende dalla pace e dalla giustizia» confida don Giacomo Panizza, il responsabile della comunità Progetto Sud, colpita anche di recente da una pesante intimidazione mafiosa, proprio la notte del 25 dicembre, quando una bomba è stata fatta esplodere davanti all’entrata di un centro per minori a Lamezia Terme. «Siete felici di subire angherie, guerre? chiederei ai ragazzi - osserva Panizza - ma attenzione che gli educatori non considerino i giovani creta da plasmare, quando aiutiamo qualcuno a crescere bisogna farlo insieme a lui, perché trovi dentro di sé le qualità per affrontare la vita». Sul recente attentato ai danni di Progetto Sud don Giacomo non si sofferma, preferisce allargare lo sguardo su una serie di intimidazioni che a La- Capodanno di pace con don Pino Demasi Il cuore della Piana in marcia per dire no all’arroganza mezia nell’ultimo mese e mezzo hanno colpito i più vari bersagli, ma non hanno ricevuto l’attenzione dei media. «I giornali hanno parlato solo di noi, ma la ‘ndrangheta occupa il territorio e non la si combatte dando spazio solo ad alcuni». Nella regione che fa fatica a declinare l’idea di futuro, «il futuro è un tempo verbale che in dialetto nemmeno esiste» dice don Pino, impegno è parolaazione cui sola si può affidare il cambio di passo. E ovviamente sono i giovani a dover «forzare l’aurora a nascere». Il parroco cita Benedetto XVI: «Non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento e non abbandonatevi a false soluzioni, non abbiate paura di scegliere le vie che richiedono fedeltà e costanza, umiltà e dedizione. Sia- In fiamme il lido Miragolfo L’ombra del racket sulla distruzione della struttura balneare VIBO V. Un Capodanno amaro per i proprietari del lido balneare “Miragolfo” di Nicotera Marina, centro sulla costa tirrenica vibonese. Amaro per loro come per altri imprenditori e commercianti vibonesi che col primo dell’anno hanno ricevuto la visita della crimiAmara sorpresa nalità organizzaper la titolare. ta. Nella prima mattinata di ieri, L’incendio è un infatti, malviventi chiaro segnale hanno cosparso di avvertimento di benzina i manufatti del lido balneare sito sulla costa vibonese, di proprietà di una donna di 56 anni, M.M., vedova, e lo hanno dato alle fiamme distruggendo il bar, le cabine e tutta l’attrezzatura pre- sente all’interno. La triste sorpresa si è presentata gli occhi della donna nel giorno che inaugura l’anno, per lei nel peggiore dei modi. Sul posto per spegnere le fiamme sono intervenuti i vigili del fuoco del comando provinciale di Vibo Valentia e i carabinieri della locale stazione, guidati dal maresciallo Antonino Spampinato, che hanno avviato le indagini a partire dagli elementi raccolti in loco, cercando di reperire ogni particolare utile alle investigazioni. Una cosa appare certa: l’incendio è il chiaro segnale di un avvertimento, un’intimidazione evidentemente indirizzata ad una persona, titolare di un esercizio commerciale, che non ha inteso piegarsi al racket delle estorsioni. Gli inquirenti ora sono al lavoro per tentare di comprendere se vi siano, e quali siano, gli agganci tra l’episodio incendiario e la criminalità organizzata locale. Nicotera Marina, infatti, è stata già in passato numerose volte oggetto di altri attentati contro imprenditori del luogo. In ultimo è da ricordare il caso delle intimidazioni ai danni dell’imprenditore Antonio te coscienti di essere voi stessi di esempio e di stimolo per gli adulti, e lo sarete quanto più vi sforzate di superare le ingiustizie e la corruzione». E della necessità di un impegno concreto per la Calabria, che vada oltre le promesse di un istante, parla Francesco Azzarà, il volontario di Emergency da poco liberato, pure lui ospite dell’iniziativa. «La pace o sta dentro di noi o hai voglia a partecipare a marce e dibattiti» ha infine messo in guardia il vescovo Luciano Bux. La pace è il contrario della rassegnazione in queste terre. Angelo Siciliano Comerci, operante nel settore dell’imbottigliamento dell’acqua minerale, preso di mira più volte nel corso degli ultimi mesi. Contro la sua abitazione e la sua impresa, infatti, sono state due le “attenzioni” riservate da coloro che vengono ritenuti dagli inquirenti esponenti del clan Mancuso di Limadi, egemone nell’intera provincia di Vibo Valentia. Per i fatti di cui è stato fatto oggetto Comerci sono finiti in carcere due giovani, Antonio Campisi e Nicola Vittorio Drommi, ritenuti responsabili di tentata estorsione in concorso aggravata e continuata. I loro arresti sono stati il culmine dell’operazione “Sorgente”, coordinata dalla Procura di Vibo Valentia e condotta dai carabinieri del comando provinciale, i quali, attraverso una puntigliosa indagine, sono risaliti ai due. L’attenzione delle forze dell’ordine, quindi, nel territorio nicoterese è altissima. g.maz. la strana scomparsa Rubata la statua marina di S. Francesco PAOLA (CS) La statua in bronzo di San Francesco di Paola, posizionata nei fondali del mar Tirreno e del peso di due quintali, è stata rubata da ignoti alcuni giorni addietro. Dolore e rabbia nella città di Paola. Amareggiato il sindaco Roberto Perrotta. Il fattaccio è stato scoperto questa mattina dal professor Piero Greco, responsabile del Gruppo subacqueo paolano e artefice, quattro anni addietro, dell’iniziativa, unitamente all’amministrazione comunale paolana ed alla comunità dei minimi. L’enorme statua del protettore della gente di mare, segnalata da una mega-boa in vetroresina, era ormai divenuta punto di riferimento di pescherecci e imbarcazioni di ogni realtà. Quando, infatti, pescatori e appassionati attraversavano il tratto di costa adiacente la Marina di Paola, si fermavano in sosta raccogliendosi in preghiera. La statua, tra l’altro, è stata calata e installa- ta nei fondali nell’ambito dell’iniziativa internazionale di formazione dei bambini disabili (ciechi e down) e quindi era ormai divenuta una vera e propria icona anche per i diversamente abili.La scoperta del presunto furto, a dir poco incredibile, è da attribuire allo stesso capo dei subacquei, Piero Greco, che ieri mattina, assieme ai suoi uomini, notando l’anomalia, ha ispezionato l’intera zona per un raggio di cento metri senza però trovare traccia alcuna dell’enorme struttura. I ladri hanno lasciato solo un enorme buco. Esperti del settore riferiscono che per poter caricare quel tipo di statua era necessaria una imbarcazione di almeno 30 metri, e questo tipo di natanti è in dotazione della marineria di Torre del Greco. Da Scalea a Campora San Giovanni, infatti, non esistono pescherecci di queste dimensioni. Ecco perché i maggiori sospetti sono concentrati su pescatori che risiedono fuori dalla Calabria. La statua in lega di bronzo era stata calata nei fondali il 14 novembre di quattro anni fa e inaugurata da autorità civili, religiose e militari a tutti i livelli. I pescatori del luogo stanno organizzando una manifestazione di protesta, mentre il sindaco di Paola, Roberto Perrotta, informato dell’accaduto, si è apparso fortemente scosso e amareggiato per la vicenda. Guido Scarpino 9 LUNEDÌ 2 gennaio 2012 D A L P O L L I N O calabria A L L O ora S T R E T T O Espulso, ma lo tengono in carcere La paradossale vicenda di un tunisino detenuto nell’istituto di Castrovillari CASTROVILLARI (CS) In tempi di sovraffollamento delle carceri, capita anche di restare reclusi nonostante non devi esserlo. Anche se un giudice di sorveglianza ha deciso di espellerti dall’Italia da quattro mesi. Kouki Lotfi, cittadino tunisino quarantatreenne, è davvero deluso dal nostro Paese e vuole andar via. Sta scontando una pena di sette anni al carcere di Castrovillari, dopo una condanna emessa dal Tribunale di Rimini il 2 novembre 2000 (e diventata definitiva l’1 aprile 2003). Era arrivato nel nostro Paese con tanti buoni auspici e sogni da realizzare. In Italia non ha trovato però proprio la vita che si immaginava, ed ha sbagliato commettendo qualche furto. Nel corso degli anni avrà avuto modo di pensarci e ripensarci: per un immigrato, vivere nel nostro Paese, non è semplice: la cosa che gli fa tanto male è la mancanza di possibilità lavorative. Dopo un travaglio interiore, e dopo aver espresso più volte la sua volontà ai suoi legali (Mario e Riccardo Rosa del Foro di Castrovil- lari), il 2 marzo del 2011 fa la sua scelta: sfruttando una norma della legge Bossi- Fini (art.15 della legge 189/2002), decide di fare istanza per tramutare la pena rimanente (meno di due anni), nell’espulsione dal territorio nazionale. La norma prevede l’obbligo di non rientrare nel nostro Paese per dieci anni. Lui, dell’Italia non ne può proprio più. I suoi avvocati scrivono quindi al giudice di sorveglianza presso il Tribunale di Catanzaro in attesa di risposte. «Crede che in Italia non ci siano prospettive e che il cittadino straniero sia costretto a sbagliare per il concetto che di “immigrato” che si ha», dice l’avvocato Riccardo Rosa a Calabria Ora. Dopo alcuni mesi a caccia di eventuali «situazioni ostative all’espulsione», la Questura dà parere favorevole e il sette settembre scorso il magistrato di sorveglianza per i circondari di Cosenza, Paola, Castrovillari e Rossano, Paola Lucente, con decreto 2868/2011 ha ordinato il provvedimento di «espulsione dal territorio dello Stato italiano». Inspiegabilmente, però, al primo Il carcere di Castrovillari di gennaio 2012, Lotfi è ancora in carcere. Il problema? Il passaporto scaduto negli anni del carcere. «Ora è fermo all’ufficio matricole del carcere - spiega Rosa -, e non lo imbarcano per il ritorno in Tunisia se non arriva il nullaosta del consolato tunisino. Ad oggi, posso dirvi che non è an- cora arrivato». Davvero una quisquilia: basta un ok a permettere l’espulsione di Kouki Lotfi e il ritorno nel suo Paese d’origine. «In momenti di crisi economica e di tagli alla spesa, a causa di un semplice nullaosta del consolato tunisino lo Stato continua a pagare spese che ufficialmente non Sistema detentivo da Medioevo Un dramma italiano. Il problema non è solo il sovraffollamento COSENZA Partiamo da un dato. Dei ventuno istituti di pena più affollati d’Italia, tre sono in Calabria ed uno di questi è proprio il carcere di Castrovillari. Gli altri due presenti nella lista stilata dall’associazione Antigone (un vero e proprio osservatorio critico sulle condizioni carcerarie) sono a Palmi e a Reggio Calabria. Ma il sovraffollamento riguarda senz’altro anche gli altri istituti calabresi e a dimostralo sono i ricorsi presentati da alcuni gruppi di detenuti (da Cosenza, da Catanzaro, da Vibo Valentia) alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Ricorsi in cui si lamentano le ristrettezze fisiche alle quali sono assoggettati i detenuti all’interno delle celle, che sono rimasti “lettera morta” e non se ne comprendono i motivi. Così come è incomprensibile l’atteggiamento dell’ammistrazione penitenziaria di Castrovillari - per il caso del detenuto tunisino - che gestisce un istituto particolarmente sovraffollato e con una massiccia presenza di detenuti extracomunitari. Quella di Castrovillari è una struttura sostanzialmente nuova, consegnata soltanto nel 1995 dopo undici anni di inattività, concepita per “ospitare” un solo detenuto a cella, per una capienza regolamentare complessiva di 131 posti. A dispetto di ciò il numero dei detenuti attualmente è più del doppio. Il dato al marzo 2011 era di 281 persone di cui oltre 120 stranieri. Salta subito agli occhi il fatto che basti il numero dei detenuti stranieri a colmare quasi la capienza regolamentare di questo istituto di pena. Eppure la principale criticità del carcere di Castrovillari, almeno secondo l’osservatorio di Antigone, «riguarda l’assenza di opportunità lavorative per la popolazione detenuta»: nessuna attività rieducativa, a parte quell'ordinario svolgimento delle mansioni “domestiche” assegnate ai detenuti secondo un normale schema di turnazioni. Identiche condizioni di sovraffollamento li vive il carcere di Vibo Valentia, trattandosi di una struttura concepita per una capienza regolamentare di 230 posti (oppure, massima tollerabilità fino a 360 posti) mentre vi sono rinchiusi più di 400 detenuti, un terzo dei quali è costituito da stranieri. Lo stesso so vale per la città di Reggio Calabria, dove la popolazione carceraria è di ben oltre il 200 per cento (354 carcerati a fronte di una capienza per 164 posti). Più del doppio dei detenuti sono presenti anche nell’istituto di pena di Palmi (285 per 140 posti). Ma è dal carcere di Siano, a Catanzaro, che parte un ricorso collettivo presentato da un gruppo di 5 detenuti che denunciano la critica condizione di vita trascorsa all’interno di celle misuranti 4 metri per 4 condivisa mediamente 4 o 5 persone che vi trascorrono 20 ore al giorno, lamentando anche l'assenza di finestra e di acqua calda nei bagni. Analogo ricorso è stato presentato dai carcerati di Vibo che mettono in evidenza una situazione ancora più grave, se possibile, trattando di celle ampie due metri e mezzo per quattro. Insomma, l'allarme continua a starci tutto. C'è poi da considerare che un'alta percentuale di detenuti sono in attesa di giudizio, solo a conclusione del quale si ha cognizione certa dello status che li attende, se di detenzione o libertà. Molti sono anche i tossicodipendenti. Se a tutto ciò si aggiunge la carenza dei requisiti minimi di rispetto dei diritti umani, la miscela che ne risulta è esplosiva. Una riforma seria, effettiva, civile del sistema carcerario italiano, che fosse in linea con quanto avviene in molte realtà non solo europee, prevederebbe tutta una serie di qualità non necessariamente legate o subordinate all’impiego di risorse finanziarie aggiuntive ma certamente migliorative della vita umana dei detenuti e, dettaglio di non poco conto, delle proprie famiglie. Tra le proposte pure molto articolate dell’osservatorio di Antigone, un decalogo di regole molto semplici sintetizza ciò che si potrebbe tranquillamente attuare se soltanto ve ne fosse la volontà: 1) aumentare ad almeno dodici le ore quotidiane da trascorrere fuori dalla cella; 2) colloqui con i parenti da potersi effettuare anche il sabato e la domenica; 3) aumento delle ore da trascorrere all’aria aperta; 4) incremento della presenza di volontariato, associazioni e cooperative; 5) ingresso senza ritardi dei medici di fiducia dei detenuti; 6) libertà nel potersi fare la doccia anche più di una volta al giorno; 7) apertura dei blindati; 8) convocazione dei consigli di disciplina con proposte premiali finalizzate alla concessione di misure alternative per chi è in condizione di poterne fruire; 9) disponibilità di ghiaccio in sezione per conservare il cibo e raffreddare le bevande; 10) tende per proteggere dal sole e sistemi di ventilazione... È chiedere troppo? LUIGI GUIDO l.guido@calabriaora.it deve (perché il cittadino tunisino è già stato espulso). Quanti altri casi ci saranno in Italia del genere?», si chiede ancora Riccardo Rosa? Bella domanda. E poi c’è il problema sovraffollamento delle carceri. Se Lotfi è stato espulso dall’Italia (ufficiosamente ma non ufficialmente), il suo posto in carcere potrebbe benissimo essere “liberato” per rendere meno difficile la detenzione per altri. La burocrazia, però, ha avuto il “sopravvento” anche questa volta. Fra pochi mesi sarà un anno dalla sua istanza per ottenere la «misura alternativa alla detenzione»: tempi davvero troppo lunghi, considerando che, nel frattempo, la pena scadrà (l’undici aprile 2012 Kouki Lotfi sarà scarcerato). E se il nullaosta del consolato non dovesse arrivare, a Lotfi non resta che attendere e, una volta libero, farsi un bel biglietto aereo solo andata verso la Tunisia. Dimenticando un Paese dalle troppe contraddizioni. LUIGI BRINDISI l.brindisi@calabriaora.it l’appello di corbelli «Rispettare i diritti di queste persone» CATANZARO Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, da oltre 20 anni impegnato a combattere e denunciare il dramma delle carceri in Italia, dopo i nuovi suicidi dietro le sbarre e la morte di un altro detenuto, parla di «una situazione esplosiva», denuncia la «grave e preoccupante situazione dei reclusi malati, segnalata con diverse lettere recapitate allo stesso Corbelli, del drammatico problema del sovraffollamento, delle condizioni disumane in cui sono costretti a vivere le persone detenute» e si dice «fortemente preoccupato per i casi di disperazione di alcuni reclusi gravemente malati e a rischio suicidio». «Continuo a ricevere - afferma Corbelli - diverse missive da parte di alcuni detenuti, gravemente malati, che mi partecipano i loro drammi, la loro disperazione, la voglia di farla finita. Mi descrivono le condizioni disumane nelle quali sono costretti a sopravvivere. Ci sono detenuti ciechi, paraplegici, in alcuni casi si tratta anche di incensurati, in attesa di processo. Mi descrivono, anche con piccoli disegni, le situazioni allucinanti, disumane nelle quali sono costretti a vivere. Sette (a volte anche otto) detenuti ammassati e costretti a convivere in una cella di 20 metri quadri, una stanzetta di 5 passi per 4 passi, due tavolini (cm 100x50), sette sgabelli, 10 pensili, tre letti a due piani, un letto singolo, il bagno, la doccia, il lavello. È questo un atto d’accusa inequivocabile e durissimo sulla disumanità delle carceri. Si domandano questi detenuti: che giustizia è questa? È una giustizia giusta e umana, è uno Stato di diritto? Si possono trattare in questo modo degli essere umani? Questi detenuti, al di là delle loro vicende processuali, chiedono semplicemente di poter essere curati in strutture adeguate per le loro gravi patologie, per non morire, per non rischiare di diventare completamente ciechi, per non finire la loro esistenza paralizzati. Nelle lettere questi detenuti mi descrivono tutta la loro disperazione, mi chiedono di intervenire prima che sia troppo tardi, per scongiurare qualche nuova tragedia, mi manifestano, questi reclusi, in modo sincero e drammatico, il desiderio di porre fine a questa sofferenza. Per questo sono oltre 20 anni che lotto e denuncio il rischio che possa verificarsi qualche insano gesto. Ho con le mie battaglie fatto scarcerare in questi anni oltre 50 detenuti. Chiedo che si intervenga immediatamente considerando caso per caso quelli più gravi e drammatici, ad iniziare dai detenuti molto malati, incompatibili con il regime carcerario, che devono essere scarcerati e curati adeguatamente in strutture specializzate. Questi detenuti chiedono solo una giustizia giusta e umana. Un Paese civile - conclude Corbelli - ha il dovere di rispettare i diritti, elementari e fondamentali, di queste persone, di questi essere umani». LUNEDÌ 2 gennaio 2012 PAGINA 16 l’ora della Piana Piazza Primo Maggio 17, Palmi Tel. e Fax: 0966 55861 Mail: piana@calabriaora.it PORTO AUTORITA PORTUALE OSPEDALI 0966 588637 CAPITANERIA DI PORTO 0966 562911 DOGANA 0966 765369 GUARDIA DI FINANZA 0966 51123 POLIZIA DI FRONTIERA 0966 7610 CARABINIERI 0966 52972 VIGILI DEL FUOCO 0966 52111 POLISTENA «Ad ogni azione corrisponde una reazione». È questa la convinzione dalla quale parte don Pino Demasi per spiegare che «l’attacco della criminalità a cui assistiamo oggi significa che il nostro lavoro sta dando i suoi frutti». Il referente di Libera per la Pina di Gioia Tauro lo ha detto ieri a Polistena durante la “24° Marcia della Pace”. Dopo la messa officiata dal vescovo Luciano Bux insieme alla stesso don Pino è partita la consueta “marcia silenziosa” che ha portato il lungo serpentone, guidato dall’arcobaleno della pace, attraverso la città. Invitati a questa edizione della marcia il volontario di Emergenzy Francesco Azzarà, recentemente liberato dopo il rapimento in Darfur dello scorso agosto, e don Giacomo Panizza, che ha subito l’ultima (la notte del 25 dicembre scorso) di una serie di intimidazioni ai danni di “Progetto Sud” a Lamezia Terme. Organizzata dall’associazione polistenese “Il samaritano”, insieme a Libera, la marcia ha richiamato migliaia di cittadini, a testimoniare l’impegno costante dell’associazione: «affinché cresca una positiva cultura della legalità, soprattutto fra i giovani» ha detto don Demasi. Ieri, nella giornata mondiale della pace, i giovani sono stati al centro del consueto messaggio del papa, nel quale Benedetto XVI ha scritto: «non abbiate paura di impegnarvi, di affrontare la fatica e il sacrificio, di scegliere le vie che richiedono fedeltà e costanza, umiltà e dedizione». «Parole forti – ha affermato don Demasi - queste di papa Benedetto, che ricordano quelle parole altrettanto forti che un altro papa, il beato Giovanni Paolo II rivolse ai giovani calabresi a Reggio Calabria il 7 ottobre del 1984: “Voi, giovani carissimi dovete dare una testimonianza forte e coraggiosa. Non cedete mai alla tentazione della violenza criminosa e mafiosa”». Una pressione, quella della criminalità organizzata sul territorio, che è sotto gli occhi di tutti: l’intimidazione subita dal segretario della Cgil Fp medici Francesco Loschiavo; Una moltitudine in corteo con il Samaritano e Libera GIOIA TAURO FARMACIE 0966 52203 PALMI 0966 267611 CITTANOVA 0966 660488 OPPIDO 0966 86004 POLISTENA 0966 942111 TAURIANOVA 0966 618911 CINEMA Gioia Tauro Rosarno Ioculano 0966 51909 Rechichi 0966 52891 Tripodi 0966 500461 Alessio 0966 773237 Borgese 0966 712574 Cianci 0966 774494 Paparatti 0966 773046 Palmi Barone Galluzzo Saffioti Scerra Stassi Taurianova 0966 479470 0966 22742 0966 22692 0966 22897 0966 22651 Ascioti 0966 643269 Covelli 0966 610700 D’Agostino 0966611944 Panato 0966 638486 Gioia Tauro “Politeama” 0966 51498 Chiuso Cittanova “Gentile” 0966 661894 Chiuso Polistena “Garibaldi” 0966 932622 Chiuso Laureana “Aurora” Chiuso Don Demasi rilancia: «La società reagisce» MIGRANTI/2 E i consulenti del lavoro donano cento coperte Polistena, 24esima marcia della pace per dire no alla mafia IN PRIMA LINEA Don Demasi e don Palizza a Palistena quelle a “Progetto sud” di don Panizza sono soltanto le più recenti. Lo stesso don Panizza ha detto dal palco di Piazza Repubblica a Polistena che «quella di natale è l’ultima di una serie di intimidazioni che abbiamo subito nel- la nostra zona. In questo caso abbiamo avuto grande spazio dagli organi di informazione, io penso – ha continuato – che ogni casa che viene minacciata, ogni famiglia intimidita debba avere voce per potersi ribellare». Tra le via della città la fiaccolata silenziosa ha affermato, ancora una volta, l’impegno e la volontà civica di dire basta alla criminalità, di iniziare un cammino nuovo, che guardi al futuro. «Di questi tempi … l’impegno per la giustizia e per la pace che si rinnova è l’unico, il solo che possiamo pensare e osare perché non c’è tempo per perdere tempo, per lesinare un’idea, - ha affermato don Demasi all’inizio della messa - per rimandare il da Massima allerta dopo l’escalation di intimidazioni nella Piana di Gioia Tauro ROSARNO farsi. Di questi tempi … in cui il tempo declinato da molti è “l’imperfetto”, e da alcuni il “passato remoto” che spesso è un tempo inventato e nostalgicamente ripensato, ed in una regione nel cui dialetto stranamente non esiste il tempo futuro, c’è un tempo che va invece osato: è il nostro tempo. Quello, cioè questo, in cui bisogna forzare “l’aurora a nascere”». MAURO NASTRI piana@calabriaora.it MIGRANTI Per un 2012 di integrazione Rosarno, festa dell’accoglienza al campo per l’ultimo dell’anno ROSARNO Ultimo dell’anno con i migranti di Rosarno per chiudere un difficile 2011 e sperare in un nuovo anno con una svolta a favore dell’accoglienza e della multi etnicità. Sabato pomeriggio, al campo migranti di Testa dell’Acqua, si sono riunite le associazioni, alcune rosarnesi, come Arci e Scout, e altre accorse da oltre provincia e fuori regione, per dare l’addio all’anno appena trascorso e passare qualche ora con i migranti, all’insegna della condivisione e della leggerezza. Agli africani, che rientravano alla spicciolata dai campi, sono state offerte le zeppole, e altri prodotti tipicamente natalizi. A movimentare la serata ci hanno pensato i volontari di “La Mur – Libera Associazione Mitt ù rest”, proveniente di Monopoli, in provincia di Bari, che hanno inscenato balli e karaoke insieme ai migranti. Presenti alla serata anche il personale dell’associazione “Il mio amico Jonathan”, che gestisce il campo migranti e l’amministrazione comunale con assessori e consiglieri. E’ stato un pomeriggio sicuramente diverso per i cento momento di condivisione Associazioni locali e non, hanno trascorso la vigilia con gli africani per manifestare la loro vicinanza DIALOGO Gli africani ricevono i volontari africani che alloggiano nella struttura di accoglienza, riuniti nel piazzale e certamente parte attiva della festa, con canti e danze tipiche dei loro luoghi di origine. Tanti i bambini presenti, protagonisti di un significativo “giro tondo” con tutti gli ospiti mano per la mano. I punti positivi della serata sono stati tanti, ad esempio l’atmosfera tranquilla e carica d’entusiasmo. Non si è potuto fare a meno di notare quanto siano state impegnate alcune associazioni rosarnesi, da sempre in prima linea, così come nuove arrivate da altri punti della Calabria e del meri- dione, all’insegna della solidarietà. La struttura è sembrata in ordine e con meccanismi di convivenza e gestione assolutamente ben strutturati. L’unico neo è stata la poca presenza, quasi nulla, della Rosarno reale, dei singoli cittadini. Un’assenza evidentemente dovuta alla poca pubblicizzazione dell’evento, e anche al fatto che il pomeriggio della vigilia assorbe quasi sempre tutti nel rituale dei preparativi del capodanno. DOMENICO MAMMOLA piana@calabriaora.it Cento coperte per soddisfare uno dei bisogni più elementari, e contribuire così ad alleviare le sofferenze dei braccianti africani che lavorano nei campi della Piana. E’ la singolare iniziativa lanciata in occasione delle festività natalizie dall’Unione giovani consulenti del lavoro e dal consiglio dell’ordine di Reggio Calabria. Nei giorni scorsi una delegazione composta da Caterina Brianti, Pietro Latella, Beniamino Scarfone e dal presidente dell’ordine Paolo Chirico, ha consegnato le coperte al sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi. «Grazie per la vostra sensibilità- ha risposto il primo cittadino- in questi momenti anche il più piccolo apporto costituisce per noi un aiuto significativo. Attualmente i lavoratori extracomunitari impegnati sono numerosissimi e la Protezione Civile sta facendo molto, ma non possiamo affrontare la stagione fredda e le sue tante emergenze senza l’aiuto concreto della società civile». «Di fronte a condizioni di lavoro e di vita così difficili- ha dichiarato il presidente Paolo Chirico- ci siamo sentiti in dovere di rispondere all’appello del sindaco. Come cittadini e come consulenti del lavoro non potevamo rimanere indifferenti, proprio noi che conosciamo bene il valore del lavoro e cerchiamo quotidianamente di promuoverlo e tutelarlo». Redazione Piana LUNEDÌ 2 gennaio 2012 PAGINA 19 l’ora di Crotone Telefono: 0961 702056 - Posta elettronica: crotone@calabriaora.it FARMACIE Alessio Cavarretta Arrighi Artese Bianchi A. Bianchi N. Brutto Cantafora De Vennera 0962.966072 0962.21973 0962.26009 0962.902889 0962.964762 0962.69164 0962.21247 0962.21608 NUMERI UTILI Conforti Gualtieri Lucente-Ascani Megna Morrone Parrilla Primerano 0962.62039 0962.22860 0962.21202 0962.905841 0962.908038 0962.63271 0962.26670 «I debiti con l’Erario soffocano le imprese» La Compagnia dei democratici: difficile l’accesso al credito Le difficoltà delle imprese per l’accesso al credito e i ritardi gravissimi nei pagamenti degli Enti pubblici alle imprese hanno generato in questi ultimi anni forti dilazioni nei pagamenti delle imposte e tasse più per continuare a sopravvivere e non certo per la volontà di non pagare quanto dovuto. «I debiti con l’Erario hanno causato inoltre l’esclusione delle imprese da molti bandi di gara nella pubblica amministrazione aggravando di fatto una situazione economica del nostro tessuto imprenditoriale che è già difficile per la grave crisi provocata da “altri”. Alla luce di quanto detto riteniamo - afferma la Compagnia dei democratici che un po’ tutti dovremmo pensare concretamente a come uscire da questa situazione di impasse che sta causando chiusure di molte piccole aziende e molte situazioni difficili in tantissime famiglie. Per far fronte a questa situazione sono necessarie misure urgenti che potrebbero alleviare il peso del debito fiscale affinchè non sia la causa primaria di chiusura per tanti piccoli imprenditori e motivo di disperazione per tanti nostri concittadini. La soluzione potrebbe essere la seguente: procedere all’incasso dei debiti fiscali maturati e conclamati, con tutti gli Enti Pubblici al 31 12 2010 concedendo a chi necessita un piano di ammor- il sisma Due scosse di terremoto nessun danno registrato Sono state registrate dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia sul Mar Ionio, al largo di Crotone, due scosse di terremoto. Dalla sala situazione Italia della protezione civile non sono state segnalati danni a persone o cose. Solo qualche paura tra gli abitanti della zona. L’epicen- tro di entrambi i terremoti è stato localizzato in mare, al largo della costa jonica della Calabria. Il sisma di magnitudo minore è stato rilevato dall’Ingv alle 14.43 di ieri pomeriggio, il secondo pari a 2.8 è stato registrato invece alle 16.11 del pomeriggio del 31 dicembre. tamento congruo, eliminando completamente sanzioni, aggi, balzelli e aumentando gli importi dei soli interessi legali maturati. Dare inoltre nei pagamenti la possibilità di scontare eventuali crediti vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione. Un’operazione del genere potrebbe effettivamente essere definita Corpo Forestale Polizia Stradale Polizia Municipale Servizio Taxi Aeroporto S. Anna Cinema Teatro Apollo Sala Raimondi Pronto soccorso 0962-902555 Guardia medica Kr 0962-21074 Guardia medica Papanice 0962-69086 Prefettura 0962.954111 Comando Cc 0962.21021 Capitaneria di porto 0962.6116 Questura 0962.951111 Polizia Ffss 0962.21259 un provvedimento di crescita economica in una fase di stallo come quella attuale, eliminando di fatto tutto un contenzioso che si trascina da anni e anni con Equitalia. L’obiettivo non è quello di tutelare gli evasori ma è quello che i cittadini paghino tutti per pagare meno. Questo per quanto di mia conoscenza è un problema a cui non si è dato o non si vuole dare la giusta importanza perchè gli incaricati di eseguire gli incassi e la Politica non hanno compreso minimamente lo stato di disagio, l’impossibilità di molti , il grande stress e la depressione che procura all’interno delle nostre famiglie incappate in questa spirale. Spero che queste criticità nel 2012 vengano affrontate nella giusta misura anche per eliminare quelle dicerie di tantissimi nostri concittadini più indigenti che di fatto si sentono dei veri perseguitati da parte della società esattrice. Il rapporto tra Stato e Cittadino, è interesse di tutti, deve continuare ad essere collaborativo». 0962.21900 0962.929411 0962.21569 0962.27934 0962.791150 0962.26650 0962.21762 la curiosità La città saluta il 2012 con un tuffo a mare Un’usanza che si sta espandendo a vista d’occhio, quella relativa all’abituale tuffo di Capodanno. Si dice che la tradizione ebbe inizio nel 1960 in olanda, quando un club di nuoto decise di iniziare l’anno con un tuffo in mare, che è poi diventato tradizione nazionale dopo la sponsorizzazione da parte di una nota marca di zuppa. Il bagno del primo dell’anno è freddo, coraggioso ed è il modo migliore di iniziare l’anno belli freschi. Nonostante il freddo, sono tante le persone che si tuffano nelle acque gelide ogni gennaio. È una scena da non perdere, almeno come spettatore. A Crotone anche quest’anno è stato il tratto di spiaggia antistante l’ex piscina Coni ad ospitare i partecipanti al Bagno di Capodanno giunto alla sua tredicesima edizione. Promosso dall’assessorato allo Sport del Comune, dalla Pro Loco, dalla Lega navale italiana e dal Comitato provinciale Coni. L’evento rappresenta un tradizionale appuntamento cui molti appassionati ed affezionati partecipanti non intendono mancare per festeggiare l’arrivo del nuovo anno, co- Il tuffo di Capodanno sì anche a Catanzaro Lido e Reggio Calabria. Dopo il tuffo, avvolti nei propri asciugamani ci si riscalda brindando al nuovo anno con una bottiglia di spumante. Infine sono stati consegnati attestati e riconoscimenti ai più simpatici membri. A Cirò Marina quest’anno si terrà il primo tuffo di Capodanno 2012, nella sede della Lega Navale, al termine de quale saranno premiati il più giovane e il più anziano tuffatore sia per gli uomini che per le donne. Tutti i partecipanti riceveranno comunque un gadget ricordo dell’evento. Deteneva un’arma clandestina La polizia ha arrestato un 22enne: possedeva anche le munizioni Nel pomeriggio della vigilia di Capodanno, il personale della Polizia, ha tratto in arresto per il reato di detenzione di arma clandestina e porto abusivo di arma C.A., 22 anni, celibe, di professione pizzaiolo. In particolare gli agenti operanti, transitando per le vie del centro hanno notato l’autovettura Opel Corsa condotta dall’arrestato e fuori dal veicolo un altro individuo, il quale alla vista della pattuglia si è introdotto repentinamente all’interno del veicolo. Il personale operante insospettito da tale atteggiamento, ha proceduto al controllo del veicolo e degli occupanti. All’interno della tasca della giacca di C.A. sono state rinvenute 50 cartucce calibro 7,65 Browning, detenute illegalmente, in quanto non risultava avere una licenza di porto d'armi. L’uomo, inoltre, era stato trovato in possesso di un coltello a scatto tipo “molleta”. Quanto rinvenuto è stato immediatamente sottoposto a sequestro e si è estesa la perquisizione L’ARRESTO Una pantera della Polizia nell’abitazione dell’arrestato dove, su indicazione dello stesso, nella camera da letto all’interno di un armadio custodita in una scatola di cartone, è stata rinvenuta una pistola semiautomatica Walther modello PP, calibro 7,65 Brow- ning, avente matricola abrasa corredata di due caricatori e di ulteriori 59 cartucce dello stesso calibro. Alla luce di quanto rinvenuto e sequestrato, C. A. è stato arrestato e tradotto nella locale Casa circondariale. LUNEDÌ 2 gennaio 2012 PAGINA 16 l’ora di Corigliano Redazione di Corigliano-Alto Jonio-Tel. 0983 290604-Fax 0983 292220 - Mail: corigliano@calabriaora.it SANITÀ&FARMACIE ospedale civile pronto soccorso guardia medica consultorio familiare farmacia de florio farmacia favaro farmacia rizzo FARMACIE tel. 0983/8801 tel. 0983/880236 tel. 0983/880218 tel. 0983/888266 tel. 0983\887837 tel. 0983\87042 tel. 0983\885302 farmacia romanelli tel. 0983\886297 farmacia romano tel. 0983\81023 farmacia russo tel. 0983\81119 farmacia san francesco tel. 0983\82043 farmacia scarcella tel. 0983\80017 farmacia taverna tel. 0983\87513 EMERGENZA carabinieri polizia stradale polizia stradale polizia municipale guardia di finanza corpo forestale vigili del fuoco tel. 0983\889703 tel. 0983\511122 tel. 0981\550011 tel. 0983\82879 tel. 0983\851350-60 tel. 0983\886000 tel. 0983\520555 COMUNE centralino segreteria sindaco polizia municipale ufficio beni culturali servizio taxi tel. 0983/83851 tel. 0983/82145 tel. 0983/81834 tel.0983/82879 tel. 0983/81823 tel. 0983/82260 tel. 334/8926687 tel. 345/5065965 Auto fuori strada, grave giovane La vettura con a bordo tre bulgari si è ribaltata più volte. Feriti pure gli altri Ultimo dell’anno all’insegna della tradizione e dell’austerità. I coriglianesi hanno sì festeggiato l’addio al 2011 e il benvenuto al 2012, ma badando essenzialmente al risparmio vivendo questi ulteriori momenti di festa in famiglia. Infatti rispetto al l’ultimo dell’anno targato 2010 le presenze di coriglianesi nei vari locali pubblici del territorio sono state in calo, in pratica è stata confermata la tendenza nazionale. Per ciò che concerne notizie di cronaca in senso stretto, nonostante i tanti sequestri di botti, il tradizionale fragore che saluta il nuovo anno non è mancato, anche se va detto che, per fortuna, non si sono registrate corse verso il pronto soccorso del locale presidio ospedaliero, dovuti all’incauto maneggio dei giochi pirici. Ad onor del vero i sanitari del Compagna sono stati chiamati in causa per delle ferite riportate da un uomo di contrada Piragineti a Rossano. Ma il vero lavoro per medici e personale infermieristico del pronto soccorso si è registrato poco dopo mezzanotte a causa di un incidente stradale accaduto in località Salice. Secondo le informazioni raccolte pare che in torno alle 23.45, come si diceva, in località Salice una Ford Mondeo con tre cittadini bulgari a bordo, per cause che sono ancora al vaglio dei carabinieri della locale compagnia, sia uscita di strada capottandosi più volte. L’autovettura, almeno dalle notizie fin qui avute, non si sarebbe scontrata con nessun altro veicolo, pare che il guidatore della Mondeo abbia perso il controllo finendo fuori strada. L’impatto è stato violento tanto che il guidatore A.Y, appena ventenne, si trova ricoverato in prognosi riservata presso l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. E’ andata meglio per gli altri due occupanti l’automobile: I.O., 40 anni, se la caverà in 30 giorni, mentre per O.I., 24 anni, i giorni di prognosi sono sette. I tre sono stati prontamente soccorsi e portati opere Deliberata la realizzazione di nuovi loculi cimiteriali La Commissione straordinaria ha deliberato l’ampliamento dell’area cimiteriale e la costruzione di nuovi loculi, e relativo completamento del cimitero comunale. I lavori rientrano nel Piano delle priorità degli interventi e delle opere pubbliche per un importo complessivo di 735 mila euro. La progettazione prevede l’avvio di lavori urgenti finalizzati all’ampliamento di edifici da destinare a loculi cimiteriali. L’ampliamento si rende necessario per il fatto che l’attuale disponibilità di loculi si avvia a completo esaurimento, per cui le programmate opere consentiranno al comune una maggiore disponibilità di urne. La spesa prevista di 143.781 euro deriva dall’accensione di mutuo, con impiego parziale delle somme. Già nel corso del 2009 venne dato il via all’ampliamento dell’area cimiteriale e alla costruzione nuovi loculi. Il progetto preve- deva l’ampliamento dell’area cimiteriale e la costruzione di 320 loculi, da realizzarsi all’interno di una struttura su due livelli, serviti da una scala esterna, con andamento planimetrico corrispondente alla zona interessata La spesa prevista ammontava a complessivi 439 mila euro. In passato, la vicenda del cimitero fu al centro del dibattito cittadino per la mancanza di loculi. Una situazione che per molto tempo ha creato notevoli disagi ai parenti di alcuni defunti per l’impossibilità di procedere alla tumulazione. La realizzazione di questi nuovi loculi, quindi, è necessaria per consentire una adeguata disponibilità di loculi e per evitare situazioni alquanto spiacevoli, verificatisi anche nel recente passato, con salme che hanno dovuto aspettare diversi giorni per potere essere tumulate. Anna Maria Coviello anziani e sociale Aperta una sede Auser in città Sempre più spesso, anziani e pensionati diventano protagonisti della vita sociale. Questo lo sa bene la Cgil, che proprio alle politiche sociali, e al ruolo degli anziani, dedica enormi spazi. «Il ruolo degli anziani nella società – si legge in una nota del sindacato - è ormai ampiamente riconosciuto. Il dinamismo che i nuovi anziani manifestano al giorno d’oggi, sta diventando sempre più importante, e di questo c’è sempre più consapevolezza. Gli anziani si dedicano a tutte le incombenze delle famiglie, allargate a quelle dei propri figli; ma hanno anche il tempo di leggere, studiare, informarsi, partecipare attivamente. La Cgil vuole rafforzare questo ruolo e per questo si è costituita l’Auser, che è una associazione dei pensionati che si autogestiscono, si organizzano, e si propongono. Anche a Corigliano, abbiamo deciso di aprire una sede Auser dallo scorso 17 dicembre. La nuova sede è situata nella centralissima via Nazionale, allo Scalo (ex-Ufficio delle Entrate)». presso il locale ospedale, i medici si sono subito resi conto che le condizioni di A.Y. erano gravi, perché paziente politraumattizzato, infatti, presentava traumi al cranio, al torace e all’addome. Da qui la decisione di trasferirlo immediatamente a Cosenza. A parte questi eventi nessun altro ricovero è stato segnalato presso il pronto soccorso. Per quanto riguarda le nascite questo 2012, almeno fino ad oggi, non ha fatto registrare nessun nato nella città di Corigliano, l’augurio è che ciò possa avvenire molto presto. E’ iniziato così un nuovo anno, la speranza per tutti i coriglianesi è che possa essere un anno più a misura delle tasche di tutti quei contribuenti che non riescono più a sopportare l’attuale pressione fiscale. GIACINTO DE PASQUALE corigliano@calabriaora.it Fondi regionali per la biblioteca Il comune di Corigliano ammesso al contributo regionale per scorrimento graduatoria degli interventi per la promozione della lettura promossi dalle biblioteche e dai sistemi bibliotecari riconosciuti. A Corigliano andranno così 26.760 euro, mentre la vicina Rossano non è stata ammessa ai finanziamenti in quanto mancava il cofinanziamento e la somma richiesta eccedeva il valore massimo ammissibile. La regione Calabria, in attuazione degli artt. 3 e 9 della Costituzione e del proprio Statuto, sostiene le iniziative degli enti locali, delle associazioni e delle istituzioni che a vario titolo operano nel campo della ricerca della produzione e della promozione culturale ed artistica, anche come strategia per attenuare e in prospettiva eliminare gli squilibri socioculturali presenti nel territorio regionale. Un modo per sostenere la realizzazione e la promozione di manifestazioni ed iniziative di incentivazione della lettura e di animazione culturale e/o atte a caratterizzare le biblioteche e i sistemi bibliotecari riconosciuti come centri di azione culturale e di aggregazione sociale. La biblioteca di Corigliano è consultabile sul sito internet del Polo bibliotecario Regione Calabria all’indirizzo: www.bibliotechecalabria.it. Va aggiunto che la biblioteca comunale ausonica è una delle più fornite e importanti della regione Calabria. Infatti non a caso è meta di tanti studiosi e ricercatori provenienti anche da altre regioni italiane, proprio per l’interessante materiale didattico che possiede. a.m.c. scuola Premiati studenti della “Leonetti” Nei giorni scorsi presso il Centro agroalimentare di Lamezia Terme , sei studenti dell’Istituto Comprensivo “Pasquale Leonetti” di Schiavonea sono stati premiati dall'assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri nell’ambito della premiazione delle “Eccellenze scolastiche calabresi”. Agli studenti Vincenzo Castagna, Antonietta Cofone, Francesca Gatto, Linda Maiorano, Angela Pulice e Bina Varcaro è stato consegnato un attestato di merito per avere ottenuto, nello scorso anno scolastico, importanti riconoscimenti nazionali. L’assessorato regionale alla cultura, insieme all’Ufficio scolastico regionale, ha raccolto le indicazioni della Dirigente scolastica della “Leonetti” che ha segnalato gli studenti dell’Istituto vincitori di premi nazionali. Alla manifestazione gli alunni sono stati accompagnati dai genitori, dalla Dirigente scolastica Adriana Grispo e dalla docente Ada Fera. “Il futuro della Calabria – ha dichiarato l’assessore Caligiuri – passa necessariamente dalla crescita culturale, vogliamo una scuola di qualità sempre più inclusiva e che premia il merito”, affermazioni che lanciano un messaggio di incoraggiamento a quei giovani che s’impegnano concretamente e qualitativamente nelle attività scolastiche. Soddisfazione e compiacimento si è avuto fra i premiati, le loro famiglie, ma, soprattutto, fra il personale della Leonetti da sempre impegnato a svolgere attività incisive che portano gli alunni a raggiungere importanti traguardi. La dirigente Grispo ha espresso vivo apprezzamento agli studenti destinatari di questo prestigioso riconoscimento ed un impegno concreto, da parte di tutta la comunità scolastica da lei diretta, per consentire l’accesso ad una scuola inclusiva, propulsiva, dinamica e partecipativa e, soprattutto, una scuola che valorizzi e che premi il merito. Il premio ricevuto dagli studenti della Leonetti è un riconoscimento che va alla scuola coriglianese, capace di formare giovani in grado di potersi mettere in evidenza nelle iniziative che contano. g.d.p. Gazzetta del Sud Lunedì 2 Gennaio 2012 9 Calabria . STAITI I sicari della ’ndrangheta sono tornati a sparare sabato sulla strada che dalla Statale 106 conduce al centro preaspromontano. Illesa la moglie Tornava al paese per Capodanno: ucciso Francesco De Maria, 60 anni, viveva a Messina: era stato condannato a 11 anni nel processo “Panta Rei” PLATÌ C’erano otto bombole di Gpl Antonello Lupis STAITI Fine anno di sangue nella Locride. La ‘ndrangheta ha pianificato tutto nei minimi dettagli, e i killer, spietati professionisti del crimine, hanno atteso che “don Ciccio” varcasse lo Stretto di Messina e tornasse nel paese d’origine per trascorrere, com’era solito fare, le festività di fine anno. E lo hanno assassinato davanti agli occhi atterriti della moglie. Un agguato, insomma, in piena regola per freddare, nella tarda mattinata di sabato 31 dicembre, Francesco De Maria, 60 anni, dipendente Afor in servizio a Reggio Calabria, originario di Staiti ma residente con la famiglia a Messina, già noto alle forze dell’ordine per via di alcune vicende giudiziarie. Un uomo che non era sicuramente un boss ma neppure una persona qualunque. Era formalmente incensurato ma solo perché la Corte di Cassazione meno di un mese fa ha praticamente azzerato la sentenza d’appello del processo “Panta Rei” sulle infiltrazioni di mafia e ‘ndrangheta nell’università di Messina, annullandola con rinvio. De Maria ne era uscito con una condanna a 11 anni di reclusione. E secondo quanto riportato in diverse informative redatte dagli investigatori dei carabinieri e della polizia, De Maria il suo peso negli ambienti criminali del Reggino ce l’aveva, ed era pure di una certa consistenza. Era nota ad esempio la sua amicizia con il compaesano, Carmelo Ielo, 52 anni, anche lui condannato in “Panta Rei”, ritenuto un elemento di spicco della criminalità organizzata della bassa Locride. De Maria era considerato vicino a un potente e ramificato clan di Africo, la cosca Morabito-Bruzzaniti, al cui vertice figura il boss Giuseppe Morabito, alias “Peppe u tiradritto”. L’omicidio è stato consumato lungo la strada provinciale che collega la cittadina aspromontana di Staiti alla Statale 106. E’ qui che la Volksvagen “Passat” condotta da De Maria e con a bordo la moglie dell’uomo, Caterina Trimarchi, 61 anni, insegnante di Messina, è stata affiancata e speronata da un fuoristrada con all’interno due persone. Quando De Maria, stretto con l’auto verso il bordo della carreggiata e quindi senza alcuna possibilità di fuga, si è visto costretto fermarsi, dal fuoristrada sono subito balzati fuori i due killer armati di pistole di grosso calibro e coi volti coperti da passamontagna. Da distanza molto ravvicinata (meno di tre metri) i sicari hanno esploso su De Maria, seduto al posto di guida, diversi colpi calibro 9. Almeno quattro proiettili, dei 7-8 sparati dai sicari, hanno raggiunto al collo (all’altezza della giugulare) e al torace la vittima designata, uccidendola Edificio va a fuoco nel centro storico: evitata un’esplosione Rocco Muscari LOCRI Il luogo dell’agguato: a sinistra il fuoristrada usato dai sicari, che ha speronato l’utilitaria guidata dalla vittima Il precedente Francesco De Maria nel lontano 1997 era stato indagato nell’ambito dell’operazione antidroga condotta dalla Polizia di Stato nota col nome di “Vascello”. A distanza di circa tre anni “don Ciccio” fu arrestato, unitamente a un’altra trentina di persone dagli agenti della Squadra mobile di Messina nell’ambito della nota inchiesta “Panta Rei”, portata a termine dopo due anni di indagini grazie alle rivelazioni dell’ex pentito della mafia messinese Luigi Sparacio. L’auto su cui viaggiavano i De Maria crivellata di colpi praticamente all’istante. Nonostante la tempesta di piombo esplosa dai sicari contro il parabrezza dell’auto, la moglie dell’uomo non è stata raggiunta e nemmeno sfiorata dalle pallottole. Caterina Trimarchi è rimasta infatti completamente illesa. Un “lavoro” compiuto da professionisti e rimasto nell’ambito esatto del “mandato” omicida ricevuto. Dopo aver compiuto l’agguato i due killer sono scappati via abbandonando a poche centinaia di metri di distanza dal luogo dell’omicidio il fuoristrada (naturalmente risultato rubato) e facendo perdere ogni traccia. Pochi minuti dopo la spietata esecuzione, sul luogo dell’agguato, a seguito di alcune chiamate giunte al 112 e al 113, si so- no recati i carabinieri di Staiti e Brancaleone, gli investigatori della compagnia carabinieri di Bianco diretta dal capitano Francesco Donvito e gli agenti della Polizia di Stato del commissariato di Condofuri. Col coordinamento del sostituto procuratore di Locri, dott. Cosentino, a svolgere le indagini sono i carabinieri della compagnia di Bianco e del Gruppo di Locri diretto dal tenente colonnello Giuseppe De Liso. Sul luogo del delitto, in attesa di compiere, tra oggi e domani, l’esame autoptico disposto dall’autorità giudiziaria locrese, a fare il primo esame esterno sul cadavere di De Maria è stato il dott. Pietro Tarzia, medico legale nominato dalla Procura di Locri. Stando alle prime indagini fin Francesco De Maria qui effettuate dagli investigatori dei carabinieri di Bianco e Locri, il movente dell’omicidio, viste anche le sue modalità, la pianificazione e il “modus operandi” dei sicari, sarebbe da collegare a una vendetta maturata negli ambienti della criminalità organizzata reggina. I carabinieri, comunque, stanno pure cercando di capire se l’omicidio di Francesco De Maria possa essere legato ad altri fatti di sangue avvenuti di recente o in passato nella zona compresa tra Africo, Brancaleone, Bruzzano e zone limitrofe. Diverse persone, tra cui parenti e amici della vittima, sono state a lungo interrogate dagli investigatori dei carabinieri. Effettuate anche, nella zona, una mezza dozzina di perquisizioni domiciliari. L’inchiesta portò alla luce le infiltrazioni della mafia e dei clan reggini e in particolare di una cosca di Africo nell’università di Messina fino a dopo a dopo la metà degli anni ’90. Nel successivo processo, De Maria rimediò una condanna, confermata in appello ad aprile del 2009, a 11 anni di carcere. Fu condannato, a 12 anni, pure il compaesano e amico di De Maria, Carmelo Ielo. A dicembre scorso, la Cassazione ha annullato con rinvio tutte le condanne inflitte dalla Corte d’appello di Messina. Il nuovo processo “Panta Rei” si svolgerà davanti alla Corte d’appello di Reggio Calabria. Grazie all’efficace intervento delle squadre dei vigili del fuoco di Bianco e Siderno è stata evitata una tragedia a Platì. Ieri, dopo circa cinque ore di intenso lavoro, il personale dei vigili del fuoco, ha domato un incendio che si era sviluppato all’interno di un’abitazione posta al centro del paesino aspromontano dell’entroterra ionico. Le squadre dei pompieri, intervenute con tre automezzi, sono riuscite a mettere in sicurezza la centralissima piazza di Platì dove sorge lo stabile a quattro piani interessato dall’incendio, allontanando dalle fiamme ben otto bombole di Gpl, che potevano costituire un alto rischio sia sia per l’incolumità fisica dei residenti, sia soprattutto per quella degli operatori intervenuti, visto che una loro eventuale esplosione avrebbe danneggiato gravemente gli immobili posti nelle vicinanze nell’incendio, assai numerosi visto il dedalo di viuzze ad esso adiacenti. I vigili del fuoco sono intervenuti prontamente a seguito di una segnalazione per domare l’incendio che ha interessato il piano terra di uno stabile a quattro piani, abitato da un nucleo familiare, ed adibito anche a deposito di masserizie, quest’ultimo andato completamente distrutto dalle fiamme, nonostante i pompieri siano riusciti ad avere ragione del fuoco, che Incendio devasta deposito di oggettistica, evacuato uno stabile REGGIO CALABRIA Momenti di panico in via Neforo, nel quartiere Santa Caterina, dove un incendio ha devastato un deposito di circa 400 metri quadrati che si sviluppa tra il piano terra e il piano interrato di uno stabile di moderna costruzione. Le fiamme hanno, anche, minacciato un palazzo adiacente. In via precauzionale sono state evacuate alcune famiglie. I vigili del fuoco, intervenuti con grande spiegamento di uomini e mezzi (hanno utilizzato un’autobotte con un carico di 28 mila litri proveniente dal distaccamento aeroportuale) hanno impiegato oltre 5 ore per riportare la situazione sotto controllo. È accaduto nella notte tra venerdì e sabato mentre la città si apprestava a vivere la vigilia del Capodanno. Intorno alle 23 i componenti di una pattuglia dell’ufficio volanti, impegnata nei servizi di controllo del territorio nel quartiere Santa Caterina notavano una colonna di fumo che si alzava a causa di un grosso incendio che si era sviluppato all’interno di un deposito di prodotti per fioristi ed oggettistica. Pochi mi- L’intervento dei vigili del fuoco in via Neforo, nel quartiere Santa Caterina nel frattempo aveva ormai distrutto tutto l’interno del locale, danneggiando la struttura in legno e mattoni dell’edificio. Nessuna conseguenza per l’anziana proprietaria, che è riuscita a mettersi in salvo, prima dell’arrivo dei soccorritori. Nel tardo pomeriggio sono terminate le operazioni di spegnimento, raffreddamento e messa in sicurezza dei locali, che allo stato attuale sono stati resi inagibili come tutto il resto dello stabile, dai tecnici dei vigili del fuoco, che stanno cercando di accertare le cause del rogo, presumibilmente di natura accidentale. Sul luogo dell’incendio sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Platì, per gli adempimenti di competenza. Un operatore nel locale adibito a deposito REGGIO Momenti di panico in via Neforo, nel quartiere Santa Caterina. Fiamme domate dopo cinque ore d’intervento Paolo Toscano Vigili del fuoco al lavoro nuti e sul posto giungevano le squadre dei vigili del fuoco del comando provinciale che iniziavano una dura lotta per avere ragione delle fiamme. Per scongiurare rischi e pericoli alle persone di uno stabile adiacente , in via precauzionale, sono state evacuate alcune famiglie, fino al completamento dell’opera di spegnimento, conclusa intorno alle 4,30 di sabato. Sono stati gli agenti delle volanti che, considerata la situazione di grave pericolo, hanno invitato gli inquilini dello stabile a lasciare i locali. Durante le fasi dell’evacuazione, piano dopo piano ed abitazione dopo abitazione, venivano allertavano i residenti del pericolo imminente e della necessità di lasciare gli appartamenti. Gli agenti (nel frattempo sono giunti numerosi equipaggi in ausilio) hanno soccorso in un appartamento al secondo piano dello stabile, già in parte avvolto dalle fiamme e dal fumo, un’anziana donna e prestavano soccorso ad una ragazzina di 10 anni che era in compagnia della mamma in stato di choc. L’intervento è proseguito con le operazioni di messa in sicurezza dei locali. Subito dopo sono entrati in azione i tecnici dei vigili del fuoco, impegnati a stabilire le cause dell’incendio, che ha visto al lavoro per oltre 10 ore, cinque squadre del Comando provinciale. 26 Lunedì 2 Gennaio 2012 Gazzetta del Sud Cronaca di Reggio . Fine anno in accelerazione per l’associazione Attendiamoci onlus Tour nelle scuole del duo “Pampers” Tra allegria e preghiera uno sprint rinnovato per affrontare il 2012 L’universo giovanile visto attraverso gli occhi dei ragazzi Gianfranco Cordì “Dai perché ai fatti della tua vita” è il titolo della tre giorni cui hanno preso parte 30 ragazzi Giorgio Gatto Costantino Fine anno in accelerazione per Attendiamoci onlus. L’associazione fondata da don Valerio Chiovaro ha scandito gli ultimi giorni del 2011 con una serie di attività all’insegna della formazione, dell’allegria e della preghiera per prendere la rincorsa in vista del nuovo anno e delle sue sfide. Tra Natale e Capodanno si è svolta al Villaggio dei giovani l’esperienza residenziale incardinata nel percorso formativo junior cui hanno preso parte 30 ragazzi dai 14 ai 18 anni. “Per-ciò Dai perché ai fatti della tua vita”, è il titolo della tre giorni che ha permesso di verificare gli obiettivi raggiunti e programmare quelli per il 2012. Con un programma scandito con precisione svizzera e modi “magnogreci” i partecipanti al campo si sono confrontati con formatori autorevoli come lo stesso don Valerio che ha aiutato i ragazzi a individuare gli obiettivi personali che vale la pena perseguire e l’entusiasmo necessario per farlo e l’allenatore della Reggina Roberto Breda, il quale ha condiviso con i seminaristi le 10 regole d’oro per segnare “gol” nella vita: qualità del lavoro, gestione del tempo, disciplina, combattere la cultura dell’alibi, riconoscere il valore della sconfitta e la capacità di sognare. Ma le vacanze natalizie sono le feste della tradizione per eccellenza. E così un’effervescente tombolata nella Casa dei Giovani “Peppe Condello” a Tremulini è stata realizzata per grandi e piccini. Animatore d’eccezione lo showman reggino Pasquale Caprì che in mezzo a terne, quaterne, decine e ipercaloriche crispelle ha catalizzato la partecipazione dei tanti junior e senior che gravitano intorno all’associazione per condividere un sano pomeriggio di allegria. La chiesa della Cattolica di via Aschenez ha fatto poi da cornice a un incontro di preghiera con don Valerio nel tardo pomeriggio del 31 dicembre, per rendere grazie dell'anno trascorso e rimettere il venturo nelle mani di Dio. Un anno che si prospetta denso di sfide e appuntamenti nelle tante e diverse attività in cui i membri dell’associazione sono quotidianamente impegnati. Giusto il tempo di tornare a casa per un rapido cambio d’abito e il cenone con i parenti che la nuova location del Villaggio dei Giovani di via Gebbione a mare ha accolto il popolo della festa per trascorrere insieme la notte più lunga dell'anno con “Il più grande spettacolo dopo... la mezzanotte” tra risate, musica e cornetti caldi. «Lì dove prima venivano prese decisioni di morte – ci dice uno dei tanti ragazzi reduci dalla notte multicolore – si è celebrata la vita nella più sana spensieratezza». Per capire il senso della frase è importante ricordare che il Villaggio dei giovani sorge all’interno di un Don Valerio Chiovaro all’interno della Casa dei giovani bene confiscato alla ‘ndrangheta e assegnato all’associazione. Nel villino 80 giovani dai 14 ai 35 anni hanno ballato, cantato e giocato per tutta la notte in totale sicurezza, con buona pace dei genitori rimasti a casa. Poi tutti fuori a vedere l’alba che sorge dal mare e a salutare il nuovo anno con l’Etna sullo sfondo. In un periodo di crisi economi- Entusiastica partecipazione alla manifestazione svoltasi nella sala Versace al Cedir “Lo sport a misura di bambino” Cristina Cortese “Non solo tennis”. Quanti anni sono passati da quando il circolo tennis Crucitti coniava questo motto per dire che c’era un nuovo cuore sociale che batteva forte e dava nuove speranze ai ragazzi meno fortunati. Un cuore che, piano piano, li avvicinava a tanti altri giovan, condividendo la gioia più grande che possa esserci: sentirsi una risorsa e non certo un peso. Ebbene, è da quasi un quarto di secolo che il sodalizio guidato con amore e dedizione dal maestro Demetrio Crucitti ha abbracciato questa scommessa sociale, riconsegnando a tanti ragazzi diversamente abili il sorriso che prima mancava e che discende dal sentirsi finalmente utili e parte integrante e attiva della comunità. E se questo impegno dura tutto l’anno, è chiaro che il Natale sublimi quella che è la fantasia e l’originalità di ognuno, quel tocco in più anche nella realizzazione di cesti natalizi. D’altra parte, tutto questo è frutto di un percorso formativo dell’intero ciclo produttivo dell’olio, del vino e del bergamotto che ha registrato il coinvolgimento di giovani nelle varie fasi: dalla raccolta dei prodotti, alla conseguente lavorazione fino all’imbottigliamento finale. Altro momento qualificante l’iniziativa che si è svolta presso il Cedir (sala Versace ) all'interno del progetto “Lo Sport a misura di Bambino” con la partecipazione di circa 600 bambini delle scuole delle infanzia della nostra città. Come si ricorderà, il circolo dallo scorso settembre ha riproposto il progetto di promozione dello sport e della socializzazione al quale hanno aderito i bambini di 25 scuole Il maestro Demetrio Crucitti, anima dell’omonimo circolo sportivo ca generale, l’associazione si è autogestita e ognuno ha dato quello che ha potuto per contribuire alla festa, pensando anche al prossimo e divertendosi senza follie, sballi o trasgressioni. Attendiamoci lo dimostra appieno con uno stile riproposto in tutte le attività, sia che si tratti della marcia della Pace ad Aretina che del veglione di Capodanno. dell’infanzia reggine e che proseguirà fino al mese di giugno. Tornando alla manifestazione del Cedir, si è articolata in diversi momenti: prima i bambini si sono esibiti in dei mini-concerti di canti delle feste seguiti dagli animatori del circolo e poi si è proseguito con lo svolgimento della tombolata, durante la quale tutti hanno ricevuti piccoli doni. Intervenendo all’iniziativa, l’assessore all’Istruzione del Comune Enzo Nociti, ha sottolineato come «partecipazione e aggregazione siano sempre più momenti pulsanti che, grazie allo staff e alla preziosa collaborazione dei volontari, ogni anno arricchiscono la vita associativa». Andrea Pisano e Luca Peracino sono i “Pampers”, duo comico che imperversa nella trasmissione di Italia 1 “Colorado Cafe”. Ospiti nella nostra città per una serie di conferenze e uno spettacolo, i due attori si sono prestati per degli incontri-dibattito nelle scuole più importanti di Reggio e provincia. Dopo un giro che ha visto come tappe Locri, Siderno e Marina di Gioiosa, Andrea e Luca sono approdati nel Liceo delle Scienze umane “T. Gulli” dove ad attenderli c’era una folta schiera di studenti e di insegnanti ognuno con una curiosità e una domanda da porre a questi nuovi esponenti della comicità italiana. Dopo un intervento introduttivo di Eva Giumbo ha preso la parola la prof. Caterina Rossi che ha portato i saluti del dirigente scolastico Alessandro De Santi. «Nella nostra scuola gli studenti stanno seguendo un percorso apposito relativo alla comunicazione. E in questo senso, l’incontro di oggi ci porta la creatività di due artisti come ampliamento del nostro itinerario». Ricordando gli inizi del proprio percorso artistico, Luca Pisano ha quindi detto: «In alcuni casi bisogna accettare dei compromessi per entrare a far parte del mondo della tv. Per noi, in realtà, non è stato così. Ci siamo conosciuti al Liceo ed abbiamo deciso di scrivere le nostre prime cose. Poi, lavorando in alcuni locali di Torino, siamo stati notati da un autore di “Colorado” che ci ha fatto sostenere un provino e da li è nata la nostra carriera». Andrea Pisano ha continuato: «Il nostro spettacolo si chiama “Akkattappara Show” e all’interno di esso noi proponiamo dei pezzi che la gente conosce già da “Colorado” insieme ad altri sketch scritte appositamente per l’evento. I temi che noi affrontiamo sono quelli dell’universo giovanile visti con gli occhi dei ragazzi e non degli adulti». Il giro nelle scuole della Calabria ha lasciato una “profonda impressione” positiva nei dure artisti tanto che essi sono stati colpiti dalle “domande intelligenti” rivolte loro dagli studenti e dalla “splendida accoglienza” del personale docente e degli istituti scolastici in generale. Appuntamento domani a Sant’Antonio ReggioNonTace rinnova l’impegno civile Il movimento ReggioNonTace rinnova domani il consueto appuntamento d’impegno civile, in occasione del secondo anniversario dell’attentato alla Procura generale della Repubblica, con un incontro (ore 17,30) nell’auditorium dell’Opera antoniana presso il Santuario di Sant’Antonio. Il movimento si rivolge «a cittadini, istituzioni, associa- zionismo laico e religioso, società civile, a quanti hanno a cuore il futuro di Reggio e della Calabria. In un momento così altamente drammatico per tutto il nostro Paese e in particolare per il nostro Sud, dove permane una forte ingiustizia sociale, necessita un impegno civile sempre più intenso, diffuso e concreto: ciò che non si vede è come se non ci fosse». Agenda telefonica cittadina FARMACIE DI TURNO DIURNO Dall’1 al 7 gennaio 2012 (8.30-19.30) AL CASTELLO - Piazza Castello - Tel. 096527551. SAN BRUNELLO - Via Manfroci, 39-i - Tel. 096547581. AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI REGGIO CALABRIA Ufficio relazioni con il pubblico: via Sant’Anna II tronco n. 18/P 89128 tel. 0965/347374 - 0965347367 - tel-fax 0965/347435 www.asp.rc.it e-mail: urp@asp.rc.it FARMACIA APERTE IL SABATO 8.30 - 13 / 16 - 19.30 CENTRALE - Corso Garibaldi, 455 - Tel. 0965332332 CARIDI/FATA MORGANA - Corso Garibaldi, 327 - Tel. 096524013 FARMACIE APERTE SOLO IL SABATO MATTINA 8.30 - 12.30 ARCUDI - ASCHENEZ - SAN PIETRO/BATTAGLIA - CATALANO - COSTA - IGEA - LAZZARO - PELLICANÒ - SAN BRUNELLO SCERRA - SANT’AGATA. AZIENDA OSPEDALIERA Centro prenotazione 800198629 FARMACIE NOTTURNE (19.30-8.30) CENTRALE - Corso Garibaldi, 455 - Tel. 0965332332 CARIDI/FATA MORGANA - Corso Garibaldi, 327 - Tel. 096524013 GUARDIA MEDICA FESTIVA E NOTTURNA ACCIARELLO tel. 751356 BAGNARA CALABRA tel. 372251 BOVA MARINA tel. 761500 CALANNA tel. 742336 CARDETO tel. 343771 CATAFORIO tel. 341300 CONDOFURI tel. 727085 FOSSATO tel. 785490 GALLICO tel. 370804 MELITO PORTO SALVO tel. 781581 MODENA tel. 347432 MOTTA S. GIOVANNI tel. 711397 ORTI’ tel. 336436 PELLARO tel. 358385 RAVAGNESE tel. 644379 REGGIO (ex Eca) tel. 347052 REGGIO (ex Vigili) tel. 347432 ROCCAFORTE DEL GRECO tel. 722987 SAN LORENZO tel. 721143 SAN PROCOPIO tel. 333180 SAN ROBERTO tel. 753347 S. STEFANO D’ASPROM. tel. 740057 SCILLA tel. 754830. TELEFONO AMICO Il Telefono Amico svolge il servizio tutti i giorni 24 ore su 24 chiamando ai seguenti numeri: 0965812000 800848444 (numero verde). LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI Via Tenente Panella n. 3 - Tel. e fax 0965331563 (8.30-12.30 / 15.30-17) AVIS Corso Garibaldi 404 - 0965/813250 ADSPEM-FIDAS c/o Servizio Trasfusionale dell’Ospedale Morelli in Viale Europa tel. e fax 0965393822 - tel. 096554446. CROCE ROSSA Via Generale Tommasini 0965/330089 - 24444 ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO L’EPILESSIA Sezione Regionale Calabria Unità Opera- tiva di Neurologia. Presidio ospedaliero OO.RR. via G. Melacrino, 0965/397972 CONTRO LA TRATTA A SCOPO DI SFRUTTAMENTO SESSUALE Numero verde: 800.290.290. ASSOCIAZIONE AI.BI. Ente autorizzato per l’adozione internazionale. Sportello in via Paolo Pellicano 21/H, attivo dal lunedì al ven. (ore 9-13) tel. 0965/894706 ASSOCIAZIONE “LA SERENITÀ” Recupero alcolisti in trattamento tel. 0965/58601 fax 0965/27570. ADA - UIL Associazione dei diritti per gli anziani. Via Georgia, 16 - 89122 Reggio Calabria tel. 0965/890541 - 840500043 ADOC - UIL Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori. Via Georgia, 16 - 89122 Reggio Calabria tel. 0965/890541 - 840500043 Il grande schermo CINEMA LUMIÈRE MULTISALA - Viale La Boccetta - Reggio Calabria - Info: Tel. 0965/51036 - Cell. 3938131781 www.multisalalumiere.it. Sala De Curtis: «Vacanze di Natale a Cortina» - commedia, con C. De Sica, S. Ferilli, R. Memphis. Spett. ore: 16.30 18.40 - 20.50 - 23. Sala Sordi: «Arthur Christmas, il figlio di Babbo Natale in 3D» animazione, stessi autori di “Piovono polpette”. Spettacolo unico: ore 15.30. Segue: «Il gatto con gli stivali in 3D» Spettacolo unico: ore 17.10. Segue: «Sherlock Holmes giochi di ombre» in digitale, azione, di G. Richie con R. Downey Jr, Jude Law. Spett. ore: 18.40 - 21 - 23.10. Sala De Sica: «Il gatto con gli stivali» NO 3D, animation DreamWorks di C. Miller, voce di A. Banderas. Spett. ore: 16.10 18. Segue «Il principe del deserto» dramma, di J.J. Annaud con A. Banderas, F. Pinto. Spett. ore: 20.20 - 22.50. Sala Mastroianni: «Il principe del deserto» dramma, di J.J. Annaud, con A. Banderas, F. Pinto. Spett. unico: 17.50. Segue: «Il gatto con gli stivali» No 3D, animation DreamWorks di C. Miller, voce di A. Banderas. Spett. ore: 20 - 22. AVVISO: giorno 6 gennaio 2012, in occasione della festività della Befana, si organizzano le matinèe di: «Il gatto con gli stivali in 3D» - ore 10.30. «Il gatto con gli stivali NO 3D - ore 10.45. «Arthur Christmas, il figlio di Babbo Natale in 3D» - ore 10.45. Sono sospese le promozionale: c/o Card-Abbonamento. promozioni. Attività il botteghino le CINEMA NUOVA PERGOLA Tel. 096521515 - Infoline: 347/5359831 http://cinemanuovapergola.it: «Arthur Christmas, i figlio di Babbo Natale» animazione, stessi autori di “Piovono polpette”. Unico spett.: ore 16. Segue: «Capodanno a New York» commedia con Robert de Niro, Zac Efron, Michelle Pfeiffer. Orari: ore: 18 - 20.15 22.30. CINEMA TEATRO ODEON Reggio Calabria - Tel. 0965898168 www.odeonrc.it: «Finalmente la felicità» (genere: commedia) con Leonardo Pieraccioni, Rocco Papaleo, Ariadna Romero, Thyago Alves. Orario spettacoli: 16 - 18 20 - 22. CINEMA AURORA Reggio Calabria - Tel. 096545373 fax 0965883456 - Info: 3400661061 - indirizzo internet: www.cinemaaurora.it - e-mail: info@cinemaaurora.it «Il figlio di Babbo Natale in 3D» spett. unico ore 16. Nei giorni 25 - 26 dicembre 2011 e il 6 gennaio 2012 oltre allo spettacolo delle ore 16 il film sarà proiettato di mattina alle ore 11. Segue: «Sherlock Holmes - Gioco di ombre» Azione, con Robert Downey Jr. e Jude Law. Orario spettacoli: 17.50 - 20.10 22.30. N.B.: sospese tessere e omaggi. 29 Gazzetta del Sud Lunedì 2 Gennaio 2012 Cronaca di Reggio . Nella motivazione della sentenza “Prius” ricostruite le responsabilità degli uomini che favorivano la latitanza di Pasquale Condello e del cugino Domenico La rete dei fiancheggiatori del “Supremo” Le massicce attività di riciclaggio dei proventi illeciti della cosca. L’episodio della microspia rimossa Paolo Toscano Emergono particolari spunti dalla motivazione della sentenza del processo “Prius”, recentemente depositata dal gup Andrea Esposito. Il processo, celebrato con il rito abbreviato nell’aula bunker di viale Calabria, era scaturito dall’inchiesta che si era occupato delle attività della cosca Condello. L'indagine era stata condotta dalla Dia, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia reggina, a metà degli anni 2000 e aveva riguardato la rete dei favoreggiatori della latitanza del boss Pasquale Condello il “Supremo”, e del cugino Domenico Condello, detto “Micu u pacciu”. Il soggetto maggiormente attenzionato in sede di indagine era Bruno Tegano, cognato di Domenico Condello, che – secondo l’accusa – avrebbe fatto da trait d’union tra i familiari e i latitanti. L'indagine si era così ampiamente sviluppata facendo emergere il ruolo di una serie di soggetti che gravitava nell’orbita dell’associazione di ’ndrangheta e che avrebbe, in vario modo, prestato ausilio ai due latitanti, ovvero avrebbero consentito loro di realizzare le finalità illecite. Dall’inchiesta era emerso il ruolo del principale indagato, Bruno Tegano. Secondo la Dda, Tegano non solo avrebbe svolto la funzione di collegamento con il latitante, ma si sarebbe occupato anche di avviare alcuni esercizi commerciali attraverso l’impiego di capitali di dubbia provenienza. Il tutto nell’interesse della cosca capeggiata da Pasquale Condello prima e dal cugino Domenico dopo la cattura del “Supremo”. La sentenza ha recepito l’impostazione data dalla polizia giudiziaria, confermando innanzitutto l’esistenza della cosca Condello e la riconducibilità della stessa ai due cugini allora latitanti (Pasquale è stato successivamente arrestato in data 18 febbraio 2008, mentre Domenico continua la sua esperienza alla macchia). E seppure nel corso del procedimento l’originaria impostazione accusatoria finalizzata a dimostrare l’esistenza di una massiccia attività di riciclaggio di capitali illeciti era risultata poi smentita dalla documentazione prodotta dai difensori degli imputati, in ogni caso la sentenza conferma il coinvolgimento di soggetti indagati all’interno della consorteria e il ruolo dagli stessi svolto allo scopo di consentire alla cosca di realizzare le proprie finalità. La sentenza di condanna ha, pertanto, delineato il ruolo di Bruno Tegano quale soggetto che svolgeva funzioni di collegamento con il latitante non solo allo scopo di consen- Pasquale Condello era stato catturato il 18 febbraio del 2008 dai carabinieri del Ros; il alto Domenico Condello, sopra Bruno Tegano tirgli di avere rapporti con i familiari ma anche per realizzare le attività illecite, secondo le direttive che venivano di volta in volta impartite. Ulteriore figura delineata dalle indagini è quella di Giovanni Domenico Vazzana, nipote di Pasquale Condello, Ia cui partecipazione all’associazione è stata riconosciuta in ragione del fatto che lo stesso avrebbe dimostrato di essere stato a conoscenza di tutte le dinamiche della famiglia mafiosa fin dallo svolgimento della guerra di mafia e dunque della contrapposizione armata che aveva riguardato i propri congiunti. Analoga sentenza di condanna è stata emessa poi nei confronti di Aurelio Siclari, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa in regione del fatto che si sarebbe prestato, in un particolare frangente, a recapitare dei messaggi da parte di congiunti di Pasquale Condello ad Alfredo Ionetti, a Cesena. Ed anche se non è stato possibile comprendere quale fosse la natura dei messaggi, in tal senso il giudice dell’udienza preliminare ha valorizzato le funzioni strumentali riconnettendole alle esigenze dell’associazione complessivamente considerata. In ultimo, è stata anche decretata la penale responsabili- tà di Francesco Condello e Margherita Tegano, rispettivamente padre e moglie del latitante Domenico Condello in ragione del fatto che costoro si sarebbero prestati a effettuare una falsificazione di paternità. Infatti, in occasione della nascita dei figli di Domenico Condello, entrambi avrebbero dichiarato all’ufficio anagrafe che erano figli di Francesco Condello padre del latitante) e non del latitante proprio al fine di consentire ai nati di portare il cognome del proprio genitore. Infine, condannato è stato anche Letterio Romano, cognato di Bruno Tegano, per il reato di favoreggiamento nei confronti Domenico Condello in ragione del fatto che avrebbe rimosso le microspie che erano state installate all’interno della propria autovettura allo scopo di evitare di poter essere intercettato. Sentenza assolutoria, invece, è stata emessa con riferimento alle varie contestazioni di intestazioni fittizie di bene e di riciclaggio che vedevano imputati altri soggetti. L’impostazione accusatoria non ha trovato in alcun modo avallo a seguito di tutta una serie di attività di verifica che sono state in una fase successiva, rispetto all’operazione, da parte della polizia giudiziaria. Tutti i difensori hanno preannunciato interposizione di appello ritenendo che l’impostazione accusatorio non sia adeguata allo scopo di comprovare la sussistenza di un’associazione mafiosa facente capo alla famiglia Condello e la partecipazione alla stessa da parte degli imputati che hanno rimediato in primo grado una condanna. Sara il giudice di appello a valutare ed eventualmente convalidare l’assunto del giudice di primo grado. Destinato a bambini ipo e non vedenti Sorpreso dalla Polizia con 100 grammi di “cannabis sativa” Donna preoccupata chiama i pompieri “Crociata alle tenebre” importante service voluto dal Lions club Droga, romeno in manette Fa sfondare la porta di casa ma la figlia stava dormendo Mariangela Viglianisi Ha rappresentato una preziosa occasione formativa per le famiglie e tutta la rete socio sanitaria che entra in contatto con i bambini ipo e non vedenti, il convegno scientifico organizzato dai Lions club “Luce per gli occhi di bambini esclusi e invisibili”. Per esprimere dubbi e criticità, essere ascoltati e raccontarsi, apprendere utili strategie di approccio alle problematiche della disabilità visiva. «Perché la compromissione delle funzioni visive è un elemento di rilevo nei soggetti in età evolutiva – ha spiegato Giuseppe Anselmini, presidente dei Lions – in misura tanto maggiore quanto più l’ipovisione si associa ad altre minorazioni motorie, sensoriali, cognitive o di sviluppo. Il service permanente del club è la “crociata alle tenebre”, la prevenzione e la riabilitazione sono gli elementi fondamentali per affrontare questi disturbi. L’incontro di oggi che fa da battesimo al nuovo anno sociale, è un altro passo necessario per migliorare la qualità della vita e promuovere una piena integrazione sociale». L’iniziativa dagli importanti risvolti multidisciplinari, dedicata a chi ha gravi problemi di vista nell’età infantile, si è svolta nella sala Green del consiglio regionale. Risvolti scientifici ma anche sociali. L’associazione Esperia ha curato quest’aspetto, che si è concretizzato in una raccolta fondi per l’acquisto di strumenti per la riabilitazione visiva e neuromotoria. «In particolare di un microperimetro – ha specificato la dott.ssa Annamaria Rosato, presidente dell’associazione – da utilizzare presso il servizio di ipovisione del centro di Oftalmologia sociale dell’Asp 5. L’apparecchiatura consente di valutare punto per punto la sensibilità della retina a uno stimolo luminoso, identificando con precisione la zone di non visione». Il microperimetro è multifunzionale e versatile e «consentirà un sensibile miglioramento nello screening e nella cura della retinopatia diabetica nei bambini affetti da diabete mellito». Un traguardo importante nella mission annuale dei Lions, salutata favorevolmente da rappresentanti del mondo medico, sanitario, politico e associazionistico che hanno dato il loro supporto a questo progetto. I Lions club sono conosciuti per l’operato svolto a favore dei non vedenti e degli ipovedenti. «L’impegno a favore della vista si estende da programmi a carattere locali fino a quelli a livello internazionale – ha detto il presidente Lions VIII Circoscrizione, Paolo Mobrici –. Fino ad oggi 5 milioni di persone hanno recuperato la vista con operazioni di cataratta. Abbiamo formato 345 mila oftalmologi, infermieri specializzati, professionisti di cure oculistiche». L’ipovisione è caratterizzata dalla scomparsa in varia misura di almeno una delle prestazioni significative della vita quotidiana quali la lettura, la scrittura, la capacità di movimento autonomo. «Le medesime funzioni – ha detto il prof, Giuseppe Ferreri dell’università di Messina – possono tuttavia essere parzialmente ripristinate con attivo intervento riabilitativo mediante l’utilizzo di strumenti che consentono la riacquisizione di limitate ma utili prestazioni funzionali». Diversi contributi sono venuti dal prof. Gaetano Tortorella, dai dottori Michele Fiorentino, Prudenza Calcagno, Lavinia Garuffi, Daniela Ferrari, Giuseppe Quattrone e Vincenzo Sidari. Nell’ambito degli specifici servizi di contrasto alla criminalità predisposti per le festività di fine anno dal questore di Carmelo Casabona, personale del Commissariato di Villa San Giovanni, diretto dal vicequestore aggiunto Gregorio Marchese, ha arrestato, nel pomeriggio di sabato, T.I., 21 anni, di nazionalità romena, domiciliato in località Concessa di Catona. Il giovane è stato sorpreso in flagranza di reato per deten- zione ai fini di spaccio di 100 grammi di sostanza stupefacente del tipo “cannabis sativa”. La droga era sufficiente per confezionare almeno 300 dosi. In particolare l’attività di polizia giudiziaria ha tratto spunto dallo spirito di osservazione di operatori delle volanti del commissariato villese ai quali non sono sfuggiti i movimenti sospetti del soggetto che tentava di eludere il controllo di una pattuglia, cercando di intro- dursi in una privata abitazione. Gli agenti lo hanno bloccato, facendogli scattare le manette ai polsi. Dell’avvenuto arresto venivano informato il sostituto procuratore di turno che disponeva l’immediato accompagnamento del giovane romeno in Questura dove è stato rinchiuso in camera di sicurezza in attesa di comparire davanti all’autorità giudiziaria per la convalida dell’arresto.(p.t.) Solo tanta paura per una donna reggina che ieri intorno alle 11 non è riuscita ad accedere nella propria abitazione di via Torrione, all’interno della quale si trovava la figlia ventottenne, che non rispondeva né al cellulare né al campanello di casa. Inerme la signora, ha allertato la sala operativa del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco che ha immediatamente inviato sul posto la prima squadra di soccorso terrestre. I Vigili, utilizzando le tecniche di apertura per le serrature senza mandata, sono entrati nell’appartamento, dove hanno constatato che la ragazza versava in un profondo sonno, probabilmente a causa della nottata passata a festeggiare il nuovo anno. Risvegliata dal trambusto e impaurita dalle inaspettate presenze, ha ringraziato e ha ripreso subito il suo agognato riposo. Gazzetta del Sud Lunedì 2 Gennaio 2012 33 Reggio Tirrenica . PIANA I delitti dell’anno appena archiviato sono due in meno rispetto al 2010. Inchieste in corso sulle spedizioni di morte volute dalle cosche Undici omicidi e molti casi ancora aperti Il 14 febbraio a Taurianova il commerciante Tony Battaglia è stato freddato da un ragazzo per futili motivi Gioacchino Saccà GIOIA TAURO Sono undici gli omicidi che si sono registrati nella Piana di Gioia Tauro nell’anno appena archiviato. Due in meno rispetto all’anno precedente e uno in più nel raffronto col 2009, quasi a conferma di un “andamento” che pare non voglia offrire o riservare “cambiamenti” in negativo o in positivo. La serie si apre con l’agguato a Francesco Gattellari, sono le undici di mattina del 19 gennaio, che viene freddato da un ignoto killer che fa uso di un fucile automatico caricato a pallettoni. A bordo della sua Panda Gattellari, 45 anni, viene colpito a morte mentre da Oppido Mamertina, dove vive con la famiglia, percorre la provinciale che conduce a Messignadi. Fa quella strada tutti i giorni e chi ha deciso di eliminarlo non ha difficoltà a cogliere l’obiettivo. La sera del 14 febbraio a Taurianova Tony Battaglia, 27 anni, titolare del bar “Las Vegas” , ubicato nel centro storico, mentre è al bancone impegnato a servire alcuni clienti, viene raggiunto da alcuni colpi di pistola automatica esplosi al suo indirizzo da un quindicenne, G.S., dopo una banale discussione. Morirà in ospedale, a Reggio Calabria, senza riprendere conoscenza. L’omicida è arrestato dalla Polizia nel giro di poche ore e condannato a undici anni in primo grado. Rosarno, ore 23 del 25 giugno. In via Stazione echeggiano Tony Battaglia il commerciante ucciso il 14 febbraio a Taurianova diversi colpi di arma da fuoco. Sul posto arriva subito una volante della Polizia in servizio di controllo nella zona: gli agenti trovano al volante di una utilitaria, ormai privo di vita, Guido Pisano, 64 anni, falegname incensurato, raggiunto al volto e al petto da diversi colpi di 7,65 esplosi da brevissima distanza. L’uomo, che secondo i famigliari era uscito di casa per acquistare delle sigarette, forse ha avuto una discussione con qualcuno col quale aveva un appuntamento. Movente ed esecutore restano, purtroppo, ignoti. Il 2 luglio la pineta del monte Sant’Elia di Palmi, è teatro del terribile omicidio che scuote e colpisce profondamente l’opinione pubblica non solo della Piana ma dell’intera provincia. I protagonisti sono due gioiesi, Francesca Agresta, 24 anni, studentessa universitaria, e l’anziano padre naturale, Giovanni Ruggiero, 83 anni, notissimo imprenditore. L’uomo si presenta intorno alle ore nove alla Compagnia dei carabinieri di Gioia Tauro riferendo di avere ucciso, facendo uso di un coltello, la figlia nella pineta del Sant’Elia. I militari, però, non riescono a localizzare il cadavere e saranno necessarie precise indicazioni di Ruggiero, condotto sul posto dai militari, per trovare il corpo senza vita della giovane Francesca. Una ferita al collo che le squarcia la gola è stata fatale, provocando la morte in pochissimo tempo. Ruggiero si giustifica: era assillato dalle numerose e insistenti richieste di denaro da parte della ragazza. Le indagini guidate dal capitano Ivan Boracchia vanno a fondo ed emergono anche altri particolari a dir poco inquietanti quali il difficile “rapporto” tra la giovane Francesca e l’uomo, l’ap- le. Investigatore della Scientifica analizza il corpo di Francesco Fossari puntamento e l’incontro in quel tragico mattino del due luglio, la presenza, sulla macchina del Ruggiero, con la quale i due raggiungono Sant’Elia. Il processo, già fissato, si aprirà il prossimo sedici gennaio. La mattina del 7 luglio, in contrada Carozzo di Rosarno, viene ucciso Francesco Giovinazzo, 31 anni, bracciante agricolo con precedenti penali. Si trova nella campagna del padre già dall’alba dovendo procedere ad alcuni lavori. È in compagnia di un nipotino, che per sua fortuna è abbaFrancesco Giovinazzo assassinato a Rosarno il 7 luglio stanza lontano all’arrivo del killer, che dà subito l’allarme. Chi spara fa uso di una micidiale calibro 9x21 colpendo Giovinazzo da brevissima distanza alla testa e alle spalle. La morte è immediata. Sul posto giunge il cognato che informa i carabinieri. Francesco Giovinazzo, indagato e già in carcere per l’operazione “All Inside 2”, era fidanzato con Maria Carmela Pesce, figlia di Giuseppe (deceduto nel 2010). Era già rimasto anche vittima di un tentato omicidio. Passano appena ventiquattro ore e a Gioia Tauro, sulla strada statale “111”, davanti ad un bar, manca qualche minuto alle nove, uno sconosciuto fa fuoco contro Vincenzo Priolo, 31 anni, che si sta dirigendo verso la sua Mercedes parcheggiata nei pres- GIOIA TAURO Il Comune programma un investimento. Rinviato il progetto del campo rom Vincenzo Priolo colpito a morte in pieno centro a Gioia Tauro si. Raggiunto da diversi colpi di calibro 9x21 da uno sconosciuto che è in sella ad un motociclo muore dopo un’ora all’ospedale di Polistena. Le indagini della Polizia consentono di fare luce nel giro di un giorno appena: a sparare contro Priolo sarebbe stato un giovane commerciante, Vincenzo Perri, 31 anni, sparito da Gioia Tauro. Perri. Il giorno prima della sparatoria sarebbe rimasto vittima di un’aggressione, autore il Priolo che avrebbe agito spalleggiato da quattro amici. All’origine vecchi rancore. Il falegname Guido Pisano il 25 giugno vittima di un agguato mortale E a questa storia si collegherebbe, sempre secondo la Polizia, il ferimento, avvenuto lo scorso 17 dicembre, sulla stessa statale “111” , di Giuseppe Brandimarte, 39 anni, operaio portuale, che è legato da stretti rapporti di parentela con Perri ricercato per l’ omicidio. Il 2 agosto, davanti al cimitero di Melicucco, sulla strada provinciale che porta ad Anoia, con quattordici colpi di calibro 9 viene ucciso Francesco Fossari, 43 anni, commerciante con precedenti penali. L’omicidio si registra intorno alle tredici e il cadavere viene scoperto da un automobilista che da l’allarme. La Polizia segue la pista di un possibile regolamento di conti o di una esecuzione maturata per vendetta negli ambienti della mala loca- Il 17 settembre, con diversi colpi di automatico calibro 12, viene ucciso il bracciante agricolo Salvatore Raso di 46 anni. Il corpo, in contrada Sant’Eusebio di San Giorgio Morgeto, viene scoperto da un fratello nella primissima mattinata. Raso, incensurato, probabilmente aveva “visto” qualcosa che non doveva per cui è stato eliminato perché considerato purtroppo un testimone scomodo. Passano dodici giorni e la lupara tuona ancora. In contrada “Due querce” di Varapodio un commando fa fuoco all’indirizzo di due fratelli, Carmelo Donato, 26 anni, e Francesco Donato, di l8. Stanno andando in campagna a bordo di un trattore e all’altezza di una curva diventano obiettivo di almeno due persone che attendono il loro passaggio armati di fucili automatici. Carmelo muore sul colpo, Francesco si spegne alcune ore dopo all’ospedale di Polistena. Carabinieri e Polizia si muovono in tutte le direzioni ma le indagini restano senza una risposta. Ad Oppido Mamertina il 14 novembre un’altra “morte violenta” , ultima della serie del 2011, che fa scalpore. Giovanni Frisina, 42 anni, bracciante agricolo, uccide in casa, in Corso Aspromonte, la sorella Rita, di 52, casalinga. L’uomo si presenta nella tarda mattinata in stato confusionale e sporco di sangue al Commissariato di Polizia di Palmi. Avrebbe agito in un raptus, usando un coltello da cucina, al culmine di una violentissima discussione con la congiunta che lo esasperava col suo carattere difficile. Fatale, purtroppo, per la donna, trovata in cucina priva di vita, una profonda coltellata alla gola. ROSARNO Una mostra inaugurata nei locali della mediateca La scuola Stella Maris fa un salto di qualità Raccontano i ghetti e il caporalato GIOIA TAURO. La realizzazione del campo nomadi può aspettare. La giunta comunale, presieduta dal sindaco Bellofiore, ha variato il piano di priorità delle opere pubbliche, investendo sull’adeguamento e la ristrutturazione di una delle più grandi scuole cittadine: la “Stella Maris”. L’istituto che serve il popoloso quartiere “Marina”, sarà quindi interessato da un imponente appalto che le farà cambiare aspetto e consentirà un ammodernamento dell’immobile. Il Comune ha già ottenuto un finanziamento di 370.000 con fondi statali e regionali di cui, però, la parte del 40% deve essere integrata con risorse interne all’ente. Per questo la giunta ha deciso che i 148mila euro saranno reperiti in parte da somme a di- Il sindaco Renato Bellofiore sposizione (68.000) e in parte proprio dal finanziamento previsto per la realizzazione del campo nomadi. Quest’opera, di cui tanto si è discusso in città, era stata inserita nel piano degli interventi dalla Commissione Straordinaria, che ha gestito il comune dall’aprile del 2008 fino a marzo del 2010 a seguito dello scioglimento per mafia del consiglio comunale. I commissari le avevano dato una priorità alta, poiché in quello stesso periodo era partita la procedura di gara per la realizzazione del contratto di quartiere 2 che prevedeva, tra l’altro, lo spostamento di un intero quartiere abitato da rom. La travagliata procedura attualmente ferma, probabilmente ha indirizzato l’amministrazione Bellofiore a dirottare quel finanziamento per la scuola. Ed in effetti questo passaggio si coglie nel testo della delibera che recita testualmente: «Considerato che allo stato la suddetta opera non è da ritenersi prioritaria rispetto alle attuali esigenze dell’ente, le somme stanziate per la sua realizzazione possono essere utilmente impiegate per il finanziamento dei lavori di messa a norma della scuola». L’opera è stata inserita nel piano delle opere pubbliche 2012-2014 da poco deliberato. Adesso il tempo di mettere nero su bianco la procedura e si partirà con il bando. Un bel regalo per la scuola “Stella Maris” che aspettava questi interventi e che la faranno diventare scuola sicura e all’avanguardia.(a.n) GIOIA TAURO L’impegno dell’Avis e il sostegno dei ragazzi dell’istituto “Severi” Studenti in prima fila nella donazione del sangue GIOIA TAURO. Quando la dona- zione del sangue e l’impegno dell’Avis entrano a scuola per riscoprire un gesto che proprio in questi giorni di festività natalizie assume un significato molto importante. A Gioia Tauro qualche giorno prima di natale si è svolto un incontro sul valore della donazione del sangue all’istituto tecnico comprensivo “F. Severi” con gli alunni delle terze, quarte e quinte classi. I ragazzi hanno partecipato con grande interesse, si è parlato di donazione del sangue e di educazione alla salute e alla solidarietà. Sono intervenuti il preside della scuola Giuseppe Gelardi, la referente alla Salute Anna Maria Lammendola, il presidente della sezione Avis di Gioia Tauro Gaetano Corvo, il presidente provinciale dell’Avis Antonino Posterino e il direttore sanitario Avis provinciale Pietro Schirripa. Successivamente Schirripa ha effettuato 36 prelievi e dopo aver fatto le analisi il 17 dicembre per verificare la possibilità di effettuare le operazioni, 16 ragazzi hanno donato il sangue nell’autoemoteca parcheggiata nel cortile della scuola per l’occasione. I ragazzi hanno dimostrato entusiasmo e probabilmente continueranno a donare anche in futuro. Per l’Avis di Gioia Tauro il 2011 è stato un anno molto positivo, perché a oggi sono state raccolte 152 sacche con un notevole incremento rispetto al 2010. Un risultato lusinghiero per l’attività della sezione gioiese che con il suo presidente ha espresso forte entusiasmo per i traguardi raggiunti, senza dimenticare, però, che l’attività proseguirà e dovrà essere ancora migliorata nel prossimo anno. L’associazione gioiese è impegnata in un’opera di sensibilizzazione sulla grande importanza della donazione, soprattutto tra i più giovani e per diffondere il messaggio di aiuto nei confronti di tutti coloro che possono avere bisogno del sangue altrui. Di certo il risultato ottenuto nella scuola “Severi” ha dimostrato una grande partecipazione e un segnale di concreto avvicinamento degli alunni alle direttive dell’associazione. Si ricorda che possono donare il sangue solo i maggiorenni e fino all’età massima di 60 anni.(a.n) foto e video sul calvario dei migranti Carmen Lacquaniti ROSARNO È stata inaugurata nei locali della mediateca comunale “F. Foberti” la mostra “Migranti workers journey” di Michele Palazzi e Alessandro Penso, all’interno del festival “A nord di Tangeri”, organizzato dai comuni di Gioia Tauro e Rosarno col contributo della Regione Calabria. All’evento erano presenti, oltre ai due fotografi, Palazzi e Penso, gli assessori alle politiche giovanili, Francesco Bonelli e ai lavori pubblici, Teodoro de Maria, e diversi rappresentanti delle associazioni culturali del territorio. “Migranti workers journey” documenta e descrive le condizioni sociali e umane in cui vivono i lavoratori stagionali immigrati, impiegati irregolarmente nei campi del sud Italia e costretti a vivere, anzi a sopravvivere, in case abbandonate senza elettricità e acqua e in condizioni di estrema povertà senza alcuna assistenza, diritto o la possibilità di cambiare lavoro. Per realizzare questo progetto Palazzi e Penso hanno attraversato il sud dell’Italia insieme ai braccianti seguendo i loro spostamenti durante le stagioni di raccolta: Afragola, Castel di Principe, Castel Volturno, l’agro foggiano, Rosarno, la pianura di Gioia Tauro e la Basilicata. Come ci spiega Michele Palazzi, man mano che il lavoro procedeva ci si è resi conto che la parte iconografica non bastava a contenere la La mostra allestita nei locali della mediateca comunale complessità della tematica così come andava delineandosi, per cui si è pensato di realizzare un video a cui affidare la parte contenutistica. Questo video, anch’esso visionabile all’interno della mediateca, è stato selezionato al concorso Cross Media del Festival di Bellaria. «Il nostro intento – spiegano ancora i due fotografi – è quello di denunciare le condizioni disumane in cui i lavoratori stagionali immigrati sono costretti a vivere ben consapevoli, comunque, del fatto che essi rap- presentano l’anello più debole di un meccanismo in cui il controllo sui prezzi esercitato dalle lobby del mercato non solo impedisce agli agricoltori di elargire paghe migliori, ma spesso li costringe ad abbandonare alcune coltivazioni». La mostra che, ha già ricevuto diversi riconoscimenti come il primo premio della sezione Project Launch di Center, organizzazione no-profit di Santa Fe (New Mexico, Stati Uniti), resterà aperta al pubblico fino a fine gennaio. 34 Lunedì 2 Gennaio 2012 Gazzetta del Sud Reggio Tirrenica . POLISTENA Si rinnova l’iniziativa promossa dall’associazione “Il Samaritano” che da 24 anni esalta la volontà di ribadire i valori dei cittadini onesti La marcia della pace, solidarietà e antimafia Don Giacomo Panizza e Francesco Azzarà hanno testimoniano il profondo significato della manifestazione Attilio Sergio POLISTENA Don Giacomo Panizza e Francesco Azzarà al fianco dei giovani di Polistena e della Piana, a don Pino Demasi e al vescovo Luciano Bux, per cantare la pace e la speranza in un cambiamento possibile. Per la 24^ volta, tantissime candele accese hanno rischiarato di luce e di speranza le strade di Polistena, nel corso di un Capodanno all’insegna della pace e della giustizia. Anche il 2012 si è aperto con la tradizionale marcia della pace organizzata dall’associazione “Il Samaritano”. Il primo momento, la solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo della Diocesi, Luciano Bux, in un Duomo gremito di giovani, gente comune, tra le quali la mamma di Massimiliano Carbone ed un gruppo di volontari di Monopoli vicini a “Libera” e numerose autorità civili, militari e religiose. Don Pino Demasi, nel suo saluto iniziale, ha tra l’altro, affermato: «Esserci ancora, dopo 24 anni, non è un merito, ma una sfida appena cominciata. L’impegno per la giustizia e per la pace che si rinnova è l’unico, il solo che possiamo pensare e osare perché non c'è tempo per perdere tempo, per lesinare un’idea, per rimandare il da farsi. In una Regione nel cui dialetto stranamente non esiste il tempo futuro, c'è un tempo che va invece osato: è il nostro tempo. Quello, cioè que- sto, in cui bisogna forzare l’aurora a nascere. Siamo qui a cantare la speranza in un mondo senza pace ed in una terra dove la delinquenza organizzata, l’illegalità diffusa, i soprusi fanno spesso da padroni e rendono impossibile la vita delle persone. Siamo qui a dare voce a tutte le persone ed in modo particolare a quei giovani che, anche in questa terra di Calabria, con passione e uscendo dal quieto vivere e dalla rassegnazione, stanno lavorando per il cambiamento». Nella sua omelia, il vescovo Luciano Bux ha invitato tutti ad «avere un cuore nella pace», chiedendo ai giovani responsabilità, mettendo in pratica la libertà, ed ha aggiunto: «L'augurio di Capodanno è la pace fra tutti ma soprattutto la pace deve stare dentro di noi». Nel corso della preghiera dei fedeli, il gruppo scout “Polistena 1” ed i volontari di Monopoli hanno invocato la pace per la Piana ed i suoi giovani, e per gli operatori di “Libera”. Subito dopo, la Marcia della Pace, aperta dai colori delle bandiere della pace in mano ai giovani dell’associazione “Il Samaritano”, delle parrocchie, dell’Agesci, dell’Azione Cattolica, della cooperativa “Valle del Marro” e del presidio di “Libera”. Dopo aver attraversato le vie principali della città, la marcia della pace è giunta in piazza della Repubblica, dove Francesco Azzarà, l’operatore umanitario di Emergency sequestrato MELICUCCÀ Celebrata la ricorrenza La Sacra famiglia tra amore e fede Antonio Ligato MELICUCCÀ La ricorrenza della Sacra famiglia è stata festeggiata dalla comunità religiosa insieme all’amministrazione comunale. Nell’occasione sono stati premiate le coppie che hanno raggiunto il traguardo dei 50 e dei 25 anni di matrimonio. Presenti nella chiesa di S. Giovanni Battista, gli amministratori, il clero, le associazioni, parenti e amici dei festeggiati, nonché l’on. Giovanni Nucera, segretario questore del Consiglio regionale. Una sola coppia, Maria Rossanna Bagnato e Leone Cammareri, ha raggiunto i cinquanta anni di vita insieme; mentre le coppie forma- te da Maria Napoli e Sebastiano Toscano, Elvira Maria Fantino e Vincenzo Tassone, Letteria Parrello e Vincenzo Costa, Maria Genua e Antonio Trefiletti, Giuseppa Lezzi e Natale Straffalace, Carmela Lo Giacco e Antonio Cammareri, sono state festeggiate per i loro 25 anni di matrimonio. Nel corso della funzione, il parroco Paolo Martino, ha messo in risalto i valori religiosi della famiglia che riportano al disegno di Dio Nella chiesa di San Giovanni Battista è stata celebrata la ricorrenza POLISTENA Sono intervenuti gli artificieri Un pacco sospetto dentro solo volantini POLISTENA. Mattinata dell’ulti- Tanti giovani alla marcia della pace che ha attraversato Polistena in Sud Darfur il 14 agosto scorso e liberato il 16 dicembre, nel ringraziare tutti per la solidarietà ricevuta, ha affermato che la marcia di Polistena è un’azione concreta per la pace, in quanto bisogna mettere in campo una solidarietà fattiva, impegnandosi in prima persona, oltre le parole, per la legalità. Don Giacomo Panizza, fondatore ed animatore della Comunità Progetto Sud, vittima a Lamezia Terme di intimidazioni mafiose ed im- sulla stessa. «Mentre da una parte emergono alcuni grandi valori che manifestano la presenza di Dio, ha spiegato don Paolo, come la crescita della libertà e della responsabilità nella paternità e nell’educazione e la stima delle relazioni autenticamente personali, dall’altra si constatano crescenti difficoltà, come l’indebolirsi dei vincoli familiari e della comunicazione tra generazioni». «La festa della Sacra Famiglia – ha proseguito don Paolo – ci invita a riflettere sul mistero del figlio, d’ogni figlio, d’ogni uomo. I figli sono dono del Signore». L’Amministrazione Comunale ha donato ai festeggiati una targa ricordo, mentre l’on. Nucera ha regalato un libro. La cerimonia si è conclusa con il concerto di Natale del Coro Polifonico “Euterpe” diretto dal maestro Enrico Currao e con l’augurio che altre coppie possano raggiungere i traguardi matrimoniali nella fede. pegnato nel fronte antimafia, accolto da un fragoroso applauso, ha affermato che la Calabria ha bisogno di dare voce a tutti quelli che vengono calpestati in ogni tratto di strada messo sotto dalla malavita. Don Giacomo ha invitato i giovani a fare la loro parte, ed ha aggiunto: «La loro felicità dipende dalla pace e dalla giustizia, ma attenzione che gli educatori non considerino i giovani creta da plasmare. Quando aiutiamo qualcuno a crescere bisogna farlo insieme a lui, perché trovi dentro di sé le qualità per affrontare la vita». Don Giacomo ha anche denunciato la lunga serie di intimidazioni che a Lamezia nell’ultimo mese e mezzo hanno colpito i più vari bersagli, non ricevendo l’attenzione dei media. «I giornali hanno parlato solo di noi – ha detto – ma la 'ndrangheta occupa il territorio e non la si combatte dando spazio solo ad alcuni». mo giorno dell’anno all’insegna del procurato allarme in un vico poco frequentato del centro storico, a causa di un pacco sospetto, ben confezionato e posizionato su di un muro. Intorno alle ore 11,30 del 31 dicembre, è stato un appuntato della Guardia di Finanza libero dal servizio ad accorgersi, passando a piedi con la moglie dal vico I Gorizia, della presenza di un pacco di co- Un artificiere controlla l’involucro lore bianco, senza scritte, appoggiato su di un muro di cinta. dato, sono giunti in vico Gorizia Scattato l’allarme, sono subi- gli agenti del nucleo artificieri to intervenute le volanti del vici- del reparto mobile della Queno Commissariato di polizia e la stura di Reggio Calabria. Gli polizia municipale. Sul posto il specialisti dopo aver sottoposto commissario capo dott. Pier- l’involucro ad un analisi ai raggi franco Amati, dirigente del lo- X, lo hanno rimosso ed aperto. cale Commissariato di polizia Per fortuna, all’intero, solo e che ha subito allertato il reparto soltanto una risma di depliant mobile della Questura di Reggio pubblicitari, volantini di quelli che vengono lasciati sui paraCalabria. La piccola ed isolata viuzza, brezza delle vetture in sosta. La notte di San Sivestro, per poco distante dal liceo “Rechichi” e dal palazzo municipale, è fortuna, soltanto due persone stata chiusa in attesa dell’arrivo hanno dovuto fare ricorso alle degli artificieri. Nonostante la cure dei sanitari del pronto socpioggia caduta al mattino, il corso dell’ospedale a causa di pacco si presentava asciutto e lievi ustioni provocate dallo chiuso ermeticamente con carta scoppio dei tradizionali botti, in bianca e nastro adesivo. Alle tono minore rispetto agli altri 13,20 a bordo di un mezzo blin- anni.(a.se) POLISTENA Oggi l’evento organizzato dal Lions Club “Brutium” a scopo di beneficenza Al Duomo il tradizionale concerto di Capodanno POLISTENA. Com'è ormai tradizione, il Lions Club “Polistena Brutium”, presieduto dal dott. Aldo Randazzo, organizza il concerto di Capodanno, che quest’anno, si svolgerà oggi, per la prima volta, all’interno del Duomo cittadino, per sottolineare e far risaltare il significato di solidarietà, dove la musica diventa un messaggio ideale di un concreto atto di amore e di solidarietà rivolta ai bambini della comunità polistenese. Il concerto, a scopo benefico, sotto lo slogan “La solidarietà è un bene prezioso: rinnoviamolo ogni anno”, si svolgerà stasera (2 gennaio), alle ore 18,45, e vedrà esibirsi l’Orchestra dei Fiati di Laureana di Borrello, cento ragazzi diretti PALMI Garantito l’impegno parlamentare per fare chiarezza sul sito di Melicuccà Il concerto di Capodanno del 2010 dal maestro Maurizio Managò. Durante il concerto, ci sarà la partecipazione straordinaria del maestro Nello Salza, tromba solista dell’orchestra di Ennio Morricone, il quale, ha la- vorato nelle colonne sonore di tanti famosi film, come “La vita è bella”, “La voce della Luna”, “C'era una volta in America”, “La leggenda del pianista sull'Oceano”, “Nuovo cinema pa- radiso”, “La Famiglia”, “La Piovra”, “Il Postino”, “Cuore”, “Pinocchio”, “Il Caimano”, “La Sindrome di Stendhal”, “Gli Intoccabili”, “Il Marchese del Grillo”. I soci Lions del “Polistena Brutium”, riconoscendo l’importanza «dell’essere solidali con il prossimo mediante l’aiuto ai deboli, i soccorsi ai bisognosi, la simpatia ai sofferenti», si sono fatti carico del concerto di Capodanno in Duomo. Con i fondi raccolti, cercheranno di soddisfare le richieste delle bambine ospiti della Casa Famiglia di via Vescovo Morabito, di dare un sostegno ai ragazzi ospiti della Comunità “Luigi Monti” e di dare aiuto ai ragazzi della coop Valle del Marro- Libera Terra.(a.se) PALMI Quadrangolare dedicato a D’Amborsio e Pirrottina Italia dei Valori accende i riflettori sulla discarica Due talenti con il calcio nel cuore un memorial per non dimenticarli PALMI. Proseguono gli incontri della sezione IdV di Palmi guidata dal presidente Memmo Cogliandro. A far visita agli iscritti e simpatizzanti palmesi l’on. Peppe Giordano e il commissario regionale IdV Enzo Tromba. A dare il via un incontro una lettera del leader di IdV Antonio Di Pietro, che ha analizzato l’anno appena trascorso e fissato gli obiettivi per il futuro. «Ogni giorno – ha scritto Di Pietro – siamo impegnati a dimostrare che è possibile un Paese onesto e pulito. Italia dei Valori è tra i protagonisti del cambiamento che ci sarà e quindi saremo impegnati ogni giorno ancor più di ieri per dare una speranza all’Italia. Sono consapevole che questo risultato è possibile grazie al vostro lavoro di ogni giorno nell’organizzare gli eventi per entrare in contatto con migliaia di cittadini oggi sfiduciati dalla politica. Insomma con il vostro contributo un’idea, un’intuizione si è trasformata in una solida azione di partito, che ci fa camminare a testa alta senza toglierci il cappello davanti a nessun potere o potente».Parole condivise appieno da Cogliandro che ha evidenziato la necessita «di avere un Paese onesto e pulito. Il ruolo primario di ogni partito è quello di migliorare la politica, per la crescita etica e civile della nostra Società perché, a mio avviso, la vera emergenza è il basso livello di etica politica e sociale». Cogliandro ha elogiato il Commissario prefettizio per l’iniziativa dei parcheggi facilitati in città riservati ai diversamente abili che potranno sostare anche nelle strisce blu. Tema principale la famigerata discarica di contrada la Zingara di Melicuccà che «rischia di inquinare Memmo Cogliandro le falde acquifere dell’acquedotto VINA che porta acqua a Palmi, Seminara e Melicuccà». Della questione, l’on. Peppe Giordano ha interessato l’on. Gian- piero De Toni della Commissione Rifiuti e, molto probabilmente, l’intera Commissione nel 2012 farà un sopralluogo sulla discarica per verificare se le normative europee sono rispettate. Si è parlato dell’Ospedale della Piana, «opera voluta dal Governo Prodi, e della imminente consegna dei lavori». Per Tromba «la situazione attuale nazionale e locale è difficile per le famiglie, per chi perde il lavoro ed il governo ha emanato un Decreto Legge che impoverisce il ceto medio basso, tassa sempre più i cittadini che già pagavano le tasse e le famiglie si impoveriscono sempre più, risparmiando i soliti ricchi. Dobbiamo quindi unirci, fare gruppo e ribellarci alle ingiustizie sociali. IdV in Calabria è in forte crescita per il riscatto anche del nostro territorio che ha sempre subito profonde ingiustizie». (i.p.) Ivan Pugliese PALMI Tirare due calci rincorrendo il pallone con il sogno, non tanto segreto di poter sfondare ad alti livelli, è un qualcosa che accomuni i ragazzi di tutto il mondo. Questo sogno, era nella testa e nei piedi di due giovani promesse del calcio palmese, Michele Pirrottina e Giuseppe D’Ambrosio, prematuramente strappati all’affetto delle loro famiglie, dei loro amici e dei loro compagni di squadra per le conseguenze di due distinti incidenti stradali. Per ricordarli, ancora una volta, e per onorare come meritano, la loro memoria, si disputerà nel pomerig- Il campo sportivo “Lo Presti” gio di oggi a partire dall1 ore 15 il 2° Memorial “Giuseppe D’Ambrosio e Michele Pirrottina” presso il campo sportivo “Giuseppe Lo Presti” di Pal- mi, organizzato dalla locale squadra dello Sporting in collaborazione con il Comune di Palmi. A sfidarsi in un quadrangolare di 45’ minuti per tempo, l’US Palmese, squadra dove i due ragazzi hanno militato, che disputa il campionato d’eccellenza, l’Asd Taureana compagine di Prima categoria, e le altre due squadre di Palmi che disputano il campionato di terza categoria, l’AC Sporting Palmi e l’AS Palmi Calcio. Le vincenti della doppia semifinale si affronteranno poi nella finalissima. Un’occasione per tutti quelli che li hanno conosciuti, per sportivi e non, di ricordare assieme due amici che oggi non ci sono più. Gazzetta del Sud Lunedì 2 Gennaio 2012 23 Calabria . COSENZA I “manuali” di affiliazione sequestrati nel Paolano, a Soverato e San Martino di Taurianova confermano l’importanza di riti e simbologie I segreti delle cosche rivelati dai “codici” Sovrapponibili i documenti ritrovati a Seminara, Platì, Gioia Tauro, Reggio Calabria e Toronto (Canada) Arcangelo Badolati COSENZA L’eterno dualismo. In Calabria ci sono due poteri: quello legittimo (lo Stato) e quello illegittimo (la ‘ndrangheta). Da più d’un secolo si contendono il territorio, l’economia e il consenso popolare. La criminalità organizzata riesce a coniugare l’antico con il moderno, il linguaggio astruso della “mitologia” mafiosa con le valigette ventiquattrore piene di denaro e i business plan elaborati per conquistare nuove mercati con i capitali da riciclare. La subcultura criminale è fatta di simbolismi, rituali e gergo. I malavitosi, cioè, si riconoscono fra loro attraverso precisi comportamenti, frasi ben congegnate e condotte spregiudicate. I colloqui tra ‘ndranghetisti registrati in questi anni grazie a microspie e intercettazioni telefoniche e i documenti sequestrati dalle forze dell’ordine, rivelano l’esistenza di tanti e tali termini da poter assemblare un vero e proprio dizionario. Alla semantica ‘ndranghetistica vanno ad aggiungersi i “manuali” da vera e propria setta che disciplinano il reclutamento dei nuovi “adepti” e la investitura dei “capi”. Agli atti del maxiprocesso “Missing”, condotto dalla Dda di Catanzaro contro le cosche cosentine, si fa riferimento a un codice mafioso e dei mano- scritti ritrovati nel Paolano nell’ottobre del 1999. In quel periodo i carabinieri stavano indagando sul misterioso allontanamento di un noto personaggio della criminalità dell’area tirrenica. In casa del quarantatreenne, gl’investigatori scovarono, all’interno d’un comodino, fogliettini vergati a penna in cui erano indicati i nomi dei “padrini” che avevano tenuto a battesimo due nuovi fidelizzati. La prima “copiata” portava la data del 27 agosto 1998, la seconda, del 27 febbraio 1999. In entrambe, veniva indicato il caposocietà, il contabile, il “puntaiolo”– che è il malavitoso incaricato di far sgorgare il sangue dal polso del nuovo affiliato – e il “picciotto di giornata” delegato a sovrintendere al “rito”. Il testo proseguiva con le procedure da seguire per rendere un luogo “degno” d’essere sede d’una cerimonia di affiliazione alla cosca d’un nuovo “picciotto”. Il codice della ‘ndrangheta ritrovato in quella occasione è perfettamente sovrapponibile a quello scoperto il 15 dicembre scorso dai carabinieri a Soverato, in casa di un affiliato alle cosche dell’area ionica catanzarese e a quello rinvenuto, qualche giorno prima, nell’abitazione di un altro ‘ndranghetista durante l’operazione condotta a San Martino di Taurianova contro la cosca fonda- Il “codice” della ‘ndrangheta sequestrato dalle forze dell’ordine a Paola e in alto Giuseppe Zappia ta dal vecchio padrino, Giuseppe Zappia, famoso per aver presieduto nel 1969 il famoso summit di Montalto. Le analogie tra i tre testi confermano come le procedure di affiliazione siano ormai uguali in tutte le province calabresi. Il dato appare interessante perchè sottolinea – se comparato pure con le risultanze della maxioperazione “Crimine” – come la ‘ndrangheta abbia mantenuto una sua simbologia rituale divenuta, nel tempo, una sorta di patrimonio sub- culturale da custodire gelosamente. Sia il documento rinvenuto nel ‘99 a Paola che quelli scovati a Soverato e San Martino di Taurianova, spiegano come viene “battezzato” un locale di ‘ndrangheta, un luogo cioè destinato ad ospitare una riunione di malavitosi. Nella strampalata “procedura” si fa riferimento ai tre cavalieri di Spagna, Osso, Mastrosso e Carcagnosso fondatori – secondo la tradizione criminale – di mafia, camorra e ‘ndrangheta. Nel testo, inoltre, si imma- gina un colloquio tra un vecchio e un nuovo ‘ndranghetista. La conversazione è ricca di oscuri richiami allegorici e infarcita di regole di condotta che i “picciotti” devono pedissequamente osservare. Torna nel documento paolano, una terminologia cara ai boss calabresi che già si riscontrava nei codici sequestrati da polizia e carabinieri a Gioia Tauro e Taurianova negli anni ‘60 e a Reggio Calabria e Toronto (Canada) alla fine degli anni ‘70. Per esempio: un “bello e saggio compagno” viene interrogato da un immaginifico interlocutore che gli chiede: “di cosa andate in cerca?”. E lui, di rimando, risponde: “Quello che andavo cercando l’ho trovato. Ho trovato sangue, onore e fratellanza”. La risposta è identica a quella data dal medesimo personaggio nei codici sequestrati a Seminara, alla fine dell’Ottocento, dal maresciallo Michele Rocchetti, e negli anni ‘20 del Novecento, a Platì, dal maresciallo dei carabinieri Giuseppe Delfino. Nei documenti sequestrati le definizioni gergali adottate dagli “uomini di rispetto” riguardano compari di cosca, processi, armi, donne e famigliari. Approfondiamo. Il vocabolo “pampina” per esempio indica in generale la malavita. “Mezza pampina” invece è un malandrino a metà, un “amico degli amici”. La “fibbia” è l’associazione criminale alla quale si appartiene. Associazione che può pure essere definita genericamente “buttuni”. Essere uno “tagliatu” significa avere un ruolo importante nella malavita. “Dari u disparu”, invece, equivale a concedere al “picciotto” la promozione a “camorrista”. Offrire un “fiore” ha il significato di dare in occasione di un’azione delinquenziale una piccola parte del bottino ad un mafioso di rango, oppure riconoscere un ruolo gerarchico di rilievo ad una persona “meritevole” che si è cioè distinta per serietà e abnegazione. “Contrasto onorato” è il grado assegnato a un soggetto amico e complice ma non ritualmente affiliato. “Caminante” è il termine con cui si indica l’affiliato che ha il compito di girare per la città, sorvegliare e dare informazioni alla cosca. “Tagliari a cuda” o “fare cristianu” nel gergo malavitoso segnano l’ingresso di un nuovo picciotto nella “onorata società”. “Simu ogliu ed acqua” vuol dire siamo uno sopra e l’altro sotto e indica una comune affiliazione ma con ruoli diversi. La “'Nzugna” è la tangente versata per oliare meccanismi e favorire la cosca. “Chiamarsi u postu” significa invece reclamare i propri diritti in relazione alle funzioni esercitate. “Mangiari a furesta” equivale a capire quanto sta accadendo ma tacere. “Fari a sala” vuol dire dividere la refurtiva mentre “minari u cincu” equivale a rubare. Darsi alla latitanza si dice “partire per latina”, evadere da un carcere o da un’abitazione “fari u trentacincu”, essere sorvegliato speciale “aviri a sveglia”. Il carcere viene definito comunemente: “Casanza”, “trappitu”, “collegiu” o “seminariu”. Quando invece i mafiosi vanno a mangiare e non intendono pagare il ristoratore dicono d’essere pronti a procedere “A vigna”. Cioè gratis. Beati loro... SIBARITIDE Una banda gestirebbe il “collocamento” in nero delle giovani donne dell’Est europeo tra la Piana, il Pollino e la Valle dell’Esaro Colf, badanti e schiave di strade: business dei negrieri Giovanni Pastore COSENZA Sulla Statale 106 ce n’è una in ogni piazzola di sosta. E tante ce ne sono, pure, sulla “534”, tra Firmo e Cantinella di Corigliano, e sulla vecchia “19” per le Terme di Spezzano Albanese. Dietro quei volti che sembrano di pietra e insofferenti si celano storie di disperazione. Storie di giovani donne comprate e vendute dai mercanti di carne umana. La loro è una tragedia quotidiana che si consuma nell’indifferenza della gente. Ogni tanto le schiave vengono portate nei Commissariati di Rossano e Castrovillari e nelle Stazioni dei carabinieri della zona per controlli. Ma quelle poverette non dicono nulla, per vergogna e paura. Non parlano dei loro aguzzini, delle loro sofferenze. E, così, al massimo la verifica delle forze dell’ordine si chiude con la denuncia per sfruttamento del cliente sorpreso in flagranza a “consumare”. È la “logica” del mercato e delle regole imposte dagli sfruttatori che sanno come terrorizzare le loro giovani schiave. Gli spietati padroni le incatenano a una vita d’inferno che non è solo quella sulle Statali. Spesso, le ragazze pescate per fame nei Paesi dell’Est, vengono vendute ad arzilli pensionati che sono disposti a rimetterci la pensione pur di farsi coccolare da una di quelle donnine, ricevere un soffio di finta complicità, una carezza e, magari, anche un bacio o, addirittura, una tenera effusione. E pagano. Più pagano e più ottengono. È l’unica condizione di questo mercato di vite umane che è nelle mani di gente senza scrupoli, gruppi di malacarne che non c’entrano con la ‘ndrangheta. Almeno non direttamente. Piuttosto, si tratta italiani e stranieri con basi tra il Pollino, la Sibaritide e la Valle dell’Esaro che utilizzano le ragazze per ingrassarsi e gonfiare i propri conti in banca. Badanti, colf o schiave del sesso, per loro rappresenta solo il tipo di merce in vendita. Ciò che muta è, naturalmente, la tariffa che varia a seconda dell’“impiego”. Le donne, invece, restano sempre in catene, ricattate dai loro protettori che le hanno convinte a venire in Italia. È bastata una promessa di lavoro per riempire gli autobus che arrivano dalla Romania e dell’Ucraina con tante ragazze cariche di speranza. All’autostazione di Cosenza trovano gli emissari che le prelevano e le portano in casolari della Piana di Cammarata e di Sibari, in attesa della collocazione. Le più fortunate (anche perchè avanti con l’età) finiscono al servizio di famiglie come colf anche se per mesi dovranno girare buona parte di quei loro guadagni all’organizzazione. Le altre vengono cedute, a turno, a facoltosi pensionati che le ingaggiano come badanti-tuttofare e versano ai loro “manager” la provvigione. Il turn over imposto dai protettori finisce per far lievitare i profitti. Il destino delle più giovani e belle, invece, è segnato. Per loro c’è la strada, e solo quella. Venti-trenta euro tutto-compreso, con l’extra offerto ai più esigenti del rapporto completo senza nessuna protezione, come vogliono i loro “padroni”. È così che le nuove schiave in fuga dalla fame e dagli stenti dell’Est europeo, rischiano d’infilarsi nel tunnel dell’orrore. Anche il prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, nei mesi scorsi, è venuto a conoscenza dell’orrore che si consuma in quella porzione di Calabria e che ricorda il medioevo. L’indignazione del capo dell’Ufficio territoriale del governo s’è tradotta nell’ordine girato a carabinieri e polizia affinchè s’impegnino a stanare i mercanti di carne umana che hanno trasformato in uno spicchio d’inferno un’oasi di civiltà. Le donne sono costrette a vendersi sulle strade. Un orrore su cui vuole mettere la parola fine il prefetto Cannizzaro (nel riquadro) SAN LORENZO DEL VALLO Mancano i riscontri per individuare chi abbia ucciso tre familiari dell’uomo che ammazzò il figlio di un boss Senza esito gli esami sulla mattanza dei De Marco Fabio Melia COSENZA Killer sconosciuti. Capaci di uccidere spietatamente senza lasciare alcuna traccia. Gli esami scientifici effettuati in questi mesi non sono ancora serviti a scoprire chi e perché abbia ucciso Rosellina Indrieri e sua figlia Barbara, trucidate nella loro abitazione di San Lorenzo del Vallo il 17 febbraio scorso. Lo stesso discorso vale per l’omicidio di Gaetano De Marco, marito e padre di Rosellina e Barbara, assassinato nelle settimane successive dopo aver urlato il suo desiderio di vendetta durante il funerale delle due donne. La carneficina è stata da subito collegata alla morte di Domenico Presta, 22 anni, colpito alla schiena dalla pistoletta esplosa un anno fa da Aldo De Marco, fratello di Gaetano. Un delitto “pesante”, visto che il giovane era il figlio di uno dei latitanti più pericolosi della ‘ndrangheta cosentina, quel Franco Presta alla macchia ormai da tempo. Barbara, Rosel- lina e Gaetano – secondo i sospetti degli inquirenti – sarebbero quindi caduti per la sete di vendetta del boss. Sangue chiama sangue, come nel più classico dei teoremi ‘ndranghetistici. Eppure, fino ad oggi, nessuna evidenza investigativa attribuisce alla “primula” di Tarsia la responsabilità di quei delitti. Una strage terribile, brutale, messa in atto contro tre persone che non avevano possibilità di scampo. Nell’appartamento di San Lorenzo del Vallo i sicari sono entrati armati di tutto Gl’investigatori sul luogo del delitto di Rosellina Indrieri e della figlia Barbara punto. Rosellina Indrieri è stata la prima ad essere colpita, con due pallottole sparate al torace e alla testa. Sua figlia Barbara, invece, è stata raggiunta da tre raffiche esplose da una micidiale mitraglietta Uzi e da un colpo di pistola all’addome. La ragazza era ancora in vita e ha cercato di ripararsi dalla furia omicida sul balcone. Ma i killer non hanno avuto pietà e l’hanno finita con un colpo in testa. Un altro ragazzo è rimasto ferito durante l’assalto, ma ha avuto la forza di fingersi morto, dissi- mulando il dolore e il terrore. Gaetano De Marco, il probabile obiettivo principale del raid, stava invece dormendo in camera da letto. Ma la sua esecuzione era stata solo rimandata di qualche settimana. L’uomo è a bordo della sua Fiat Punto grigia quando, alle 8 di mattina, viene affiancato da una moto enduro mentre percorre il corso principale di San Lorenzo del Vallo. La sua ora è segnata: tutti i sette colpi di rivoltella esplosi contro la vittima vanno a segno. Il fratello di Gaetano De Marco, Aldo, pochi giorni fa è stato rinviato a giudizio da reo confesso per il delitto di Domenico Presta. L’unica certezza di questo orribile bagno di sangue. 32 Lunedì 2 Gennaio 2012 Gazzetta del Sud Primo Piano . L’INCHIESTA Dal rapimento del piccolo Francesco Cribari compiuto in Sila alla tragica fine del diciassettenne Eduardo Annicchiarico a Castrovillari I sequestri di persona compiuti nel Cosentino Nelle mani dei banditi finì pure il dodicenne cosentino Marco Forgione mentre riuscì a sfuggire Quintieri Arcangelo Badolati L’anonima sequestri. Capace d’ agire in ogni angolo d’Italia con inaudita ferocia. Per rastrellare denaro destinato a rimpinguare le casse delle cosche della ’ndrangheta. Il fenomeno dei rapimenti assunse particolare rilevanza negli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso. Nelle mani dei malviventi finirono, infatti, imprenditori calabresi e settentrionali e lo Stato, in pù occasioni, fu costretto a intervenire pagando i riscatti con i fondi riservati del ministero dell’Interno. Il primo sequestro compiuto in Calabria, nel Dopoguerra, vide come vittima-ostaggio un industriale boschivo di Oppido Mamertina (Reggio Calabria) Giuseppe Sofo, rilasciato dopo il pagamento di un lauto riscatto. Il rapimento tuttavia più noto messo a segno dai calabresi è quello di Paul Getty junior “prelevato” nel 1973 a Roma, tenuto prigioniero nella Piana di Gioia Tauro e rilasciato poi alle porte della regione, in territorio di Lagonegro. Il primo sequestro nel Cosentino si verificò invece alle 22 del 19 giugno del 1973 in contrada Ponte Trappeto, a metà strada tra Marina di Fuscaldo e contrada Lago. Quattro sconosciuti rapirono il ragioniere Giuseppe Valenza, 56 anni, possidente terriero e sindaco di Fuscaldo. Dopo averlo colpito con il calcio di una pistola alla testa, lo costrinsero a scendere dalla propria Fiat 600 e lo trasferirono in una grotta, posta in provincia di Catanzaro, sulla strada provinciale che porta a Filadelfia. L’uomo venne rilasciato 24 ore dopo ed ai giornalisti disse che poteva essersi trattato di un errore di persona perchè non aveva pagato alcun riscatto. La sera del 20 settembre 1974, invece, un commando sequestrò Francesco Cribari, 10 anni, figlio dell’avvocato Leonardo, presidente dell'Opera Sila, proprietario terriero e industriale nel settore del legname. I banditi, nell’occasione, razziarono nella villa del professionista di contrada Valle Piccola di San Giovanni in Fiore – tutti i componenti della famiglia vennero immobilizzati – gioielli e preziosi per venti milioni di lire e 260.000 lire in contanti. Francesco Cribari, alunno della prima media, si offrì generosamente in ostaggio ai malviventi al posto della sorellina, Costanza, di 12 anni. Due dei sequestratori si allontanarono dalla villa con il piccolo prigioniero, mentre altri due delinquenti, armati di fucile e pistola, sorvegliarono per altre due ore l’avvocato Cribari, la moglie, donna Franca Le Pera, i figlioletti Costanza, Maria Rita, Eugenio e Giovanni, la sorella del professionista, Maria Rita Cribari, di 50 anni, e la domestica Gina Bruno, 19 anni.Dopo quindici giorni il piccolo Francesco venne rilasciato sull’A3, vicino il bivio per Altilia. Il bambino apparve coraggioso e in forma: «Non ho mai avuto paura dei banditi», disse ai giornalisti, «anzi ho pure giocato a carte con loro». Dopo la liberazione, il procuratore della Repubblica di Cosenza, Ettore Cetera, emise 4 ordini di cattura. Pochi anni dopo, in pieno centro storico a Cosenza, vicino al vecchio Liceo Telesio, un gruppo di banditi tentò di rapire Maurizio Quintieri, membro di una delle famiglie più in vista della città. Il giovane, che viaggiava a bordo di un Bmw, reagì alla violenze dei sequestratori e riuscì a fuggire. A Castrovillari, invece, tre balordi rapirono, una sera di novembre, Eduardo Annichiarico, 17 anni, appartenente ad una stimata famiglia di gioiellieri. L’adolescente venne dopo qualche ora ucciso a coltellate e il suo Un gruppo di poliziotti impegnato nella ricerca di rapiti negli anni ‘70 in montagna corpo abbandonato ai margini della Statale 19. I responsabili del crimine sono stati arrestati e condannati. In quegli anni bui venne pure rapito il piccolo Marco Forgione, 12 anni, appartenente a una nota famiglia d’imprenditori locali. Venne prelevato a Pianette di Rovito e rilasciato dopo alcune settimane. I responsabili del sequestro furono successivamente tutti individuati e arrestati. La criminalità cosentina non risparmiò dunque i ragazzini. L’epopea dei sequestri, per fortuna, è finita da tempo. Nella provincia di Cosenza i sequestri di persona cominciarono addirittura nel 1800, regnanti i Borbone. Il dato non deve sorprendere: al contrario di quanto erroneamente si pensa, Cosen- za è stata sede di una delle organizzazioni delinquenziali più antiche della regione, finita sotto processo la prima volta nel 1903, a conclusione dell’inchiesta condotta nella città dei bruzi contro Vincenzo Abate ed altri 90 picciotti. Uno dei rapimenti più celebri compiuti nel Cosentino risale al 1852 e venne portato a termine in contrada Bruscate di Cassano. Il 30 novembre di quell’anno finì nelle mani d’una banda composta da spezzanesi e cosentini, don Luigi Taranto, figlio d’un importante possidente di Francavilla Marittima. La vittima venne dapprima tenuta prigioniera in un fossato di località Torre Scribla di Cassano e poi trasferita in una casupola di contrada Serralta di Spezzano Al- banese. Taranto – come accadrà un secolo dopo ai rapiti portati in Aspromonte – mentre era prigioniero fu minacciato di gravi mutilazioni fisiche in caso di mancato pagamento del riscatto. Lo stesso gruppo che lo teneva in ostaggio, aveva poche settimane prima tentato, senza successo, altri due sequestri contro altrettanti possidenti di Francavilla: don Gaetano Rovitti e don Ambrosio Rizzi. Il padre del giovane rapito, don Vincenzo Taranto, ricevuta la richiesta di denaro, raccolse la somma pretesa, segnò il denaro per poterlo eventualmente riconoscere, e pagò i banditi. Le indagini partite dopo il rilascio dell’ostaggio furono condotte dal giudice regio borbonico di Cassano, An- tonio Pittari, che sospettò subito di una serie di persone provenienti dai Casali di Cosenza e di alcuni malviventi di origine albanese impegnati nei conci di liquirizia esistenti a Cassano, San Marco Argentano e San Lorenzo del Vallo. Il giudice regio supplente di Spezzano Albanese, Nicola Guaglianone, spiccò invece dei mandati di comparizione nei confronti di tre noti delinquenti: Matteo Sapia, di Pedace, Francesco Zappa, di Falconara e Angelo Maria Cucci, di Spezzano Albanese. Sapia si diede subito alla latitanza, Zappa venne arrestato e Cucci indagato a piede libero. Nelle settimane successive il giudice Pittari convocò a Cassano Cucci, Zappa e una serie di possibili complici tra i quali Antonio Celestino di Pedace e Pasquale Mancuso di Casole Bruzio per un confronto. Il rapito, posto al cospetto degli indiziati, riconobbe Zappa e Cucci come due dei suoi carcerieri. Mancuso, invece, venne arrestato nei giorni successivi con l’accusa di essere in possesso d’un fucile a canna liscia di tipo militare usato dai sequestratori e riconosciuto dall’ostaggio. L’operaio di Casole Bruzio, però, si difese asserendo di aver avuto l’arma da tal Giuseppe Scorza che, sentito dal magistrato, confermò. Mancuso, pertanto, il 27 agosto del 1853, esattamente 155 anni addietro, venne prosciolto per insufficienza di prove. Il 3 maggio del 1856, invece, la Gran Corte Speciale di Calabria Citra in Cosenza, condannò per il sequestro di Luigi Taranto a 13 anni di ferri e al pagamento di 100 ducati, Francesco Zappa e inflisse 19 anni di ferri ad Angelo Maria Cucci. Matteo Sapia di Pedace, riconosciuto dal rapito come il capo della banda di sequestratori, verrà invece arrestato in Basilicata e processato per altri reati commessi in quella zona del Regno delle Due Sicilie. L’uomo, in particolare, sarà ritenuto responsabile, in concorso con Paolo e Angelo Seravale di Mangone e Gaetano Olivito di Pedace, di due rapimenti compiuti, a Vaglio in danno del possidente Canio Rocco Milano ed a Vignola del proprietario terriero Michele Tucci. Ma non è finita. Nell’Ottocento venne rapita pure una donna, la possidente Caterina Mascaro-Bevacqua. La nobildonna fu sequestrata nel 1862 tra Spezzano Albanese e Tarsia. Il rapimento venne organizzato dalla famiglia Scorza che gestiva un'avviata locanda, con annesso stallaggio e rimessa per le carrozze. Per la liberazione dell’ostaggio venne pagato un lauto riscatto. Gazzetta del Sud Lunedì 2 Gennaio 2012 35 Cosenza - Provincia . AMANTEA È stato rinvenuto sulla spiaggia da un passante PAOLA Il mare restituisce un fusto sospetto Ora sarà analizzato dai tecnici Arpacal Presentato il nuovo calendario del Santuario I carabinieri sono subito accorsi dopo la segnalazione e hanno prontamente avvertito la Guardia costiera Ernesto Pastore AMANTEA Capodanno di lavoro per le forze dell’ordine. Dopo i bagordi della notte di San Silvestro i carabinieri della stazione di Fiumefreddo Bruzio e gli uomini della Delegazione di spiaggia della Guardia Costiera di Amantea sono dovuti intervenire sul litorale di Longobardi per mettere in sicurezza un fusto contenente sostanze ignote. L’oggetto in questione, con molta probabilità, si è spiaggiato nei giorni scorsi a causa delle violente mareggiate che hanno interessato il bacino tirrenico. Il fusto, dal classico colore bluastro, è stato rinvenuto di primo mattino da E.F., un cittadino di Amantea che si trovava ospite da alcuni parenti di Longobardi per il pranzo d’inizio d’anno e che prima di mettersi a tavola ha deciso, insieme ai suoi bambini, di fare una passeggiata in spiaggia. Un insolito sole primaverile ha dilatato i tempi dell’uscita, permettendo all’uomo d’individuare da lontano il fusto. La latta si trovava sull’arenile circondato da quattro paletti e dal nastro bianco e rosso, del tipo usato di norma per segnalare situazioni di pericolo. La mancanza di un certificato che attestasse il sequestro del sito ha destato l’interesse dell’uomo che ha prontamente avvisato i militari della Benemerita. Da una prima ricostruzione sembrerebbe che i Carabinieri fossero a conoscenza dell’esistenza del fusto che nel corso di queste ultime ore, causa anche il maltempo e le temperature rigide, ha cominciato a disperdere il contenuto sulla sabbia. Gli uomini dell’Arma, coordinati dal capitano Luca Acquotti della Compagnia di Paola, hanno immediatamente avvisato la Guardia Costiera del rinvenimento, in modo da attivare tutte le procedure del caso. Probabilmente, come già accaduto in altre situazioni, il fusto è stato gettato al largo da qualche nave di passaggio, seguendo una prassi che inquina l’intero bacino del Mediterraneo. Solitamente si tratta di involucri che contengono idrocarburi o oli esausti. Ma per essere sicuri dell’esatto conte- nuto è necessario attendere il responso dei tecnici dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente che, nelle prossime ore, effettueranno tutte le dovute analisi, prendendo le adeguate precauzioni. Il rinnovato interesse per le tematiche ecologiche che da qualche tempo si evidenzia nei comportamenti della gente è senza ombra di dubbio frutto di una ritrovata coscienza ambientale, figlia delle battaglie intraprese dal comitato civico Natale De Grazia e da altre associazioni per fare piena luce sui misteri che avvolgono lo smaltimento dei rifiuti tossici nel mondo e che interessano purtroppo anche la Calabria. Non è la prima volta che dei semplici cittadini chiedono l’intervento delle forze dell’ordine per segnalare la presenza di fusti o scarichi inquinanti, un comportamento che favorisce un monitoraggio attento e costante del territorio e che in qualche modo l’azione vile ed oltraggiosa di coloro che disperdono scorie e materiali dannosi per l’ambiente. Un segnale importante che deve essere incoraggiato e sostenuto. FUSCALDO Italia Nostra ha presentato l’interessante progetto Le scuole in visita ai mulini idraulici per apprendere la civiltà contadina Antonio Storino FUSCALDO «Mulini idraulici, palmenti vinari e frantoi oleari sono i siti dove le scuole verranno guidate per prendere coscienza del patrimonio inestimabile della civiltà contadina che fino agli anni novanta ha contribuito a creare economia nelle nostre contrade». Domenico Maio presidente di Italia Nostra di Fuscaldo presenta il progetto dell’associazione. Un mondo produttivo in completo disarmo superato dalle tecnologie innovative che hanno estromesso definitiva- mente dal ciclo economico-produttivo modesti opifici d’impresa familiare con lo sfruttamento delle energie alternative. Per meglio contestualizzare il corso di aggiornamento nazionale destinato ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado che si sta realizzando a Fuscaldo, organizzato dalla locale sezione di Italia Nostra e dal Miur, coinvolgendo la Coldiretti di Cosenza, è stato proposto un percorso culturale volto a recuperare per solo fini didattici la rifunzionalizzazione di un vecchio mulino idraulico di proprietà privata alimentato dalle acque del tor- Il vecchio mulino idraulico Il fusto rinvenuto sulla spiaggia PAOLA Analizzata la situazione alla locale Camera del lavoro Dipendenti Enel pronti allo sciopero Gaetano Vena PAOLA Nel corso della lunga fase di protesta e di scioperi promossi dalle organizzazioni sindacali contro la manovra “Salva Italia” prevista dal Governo Monti, numerose sono state le assemblee che si sono tenute all’interno dei posti di lavoro e forti sono emersi il disappunto e la rabbia dei lavoratori». Così la segretaria comprensoriale della Camera del lavoro di Paola, Stefania rente Maddalena del comune di Fuscaldo per la macina del grano e farine macinate a pietra. Un esempio di sfruttamento dell’energia cinetica dell’acqua a costi zero. «Il mulino da recuperare – ci spiega il presidente zonale di Italia Nostra, Domenico Maio – è stato realizzato nel comune di Fuscaldo circa duecento anni addietro e a tutt'oggi è quello meglio conservato rispetto a tantissimi altri le cui rovine fanno bella mostra lungo i numerosi torrenti dalle cui acque venivano alimentati per dare forza alle macine». Il progetto verrà presentato a Roma a palazzo Rospigliosi nella seconda decade di febbraio alla sede nazionale della Coldiretti a conclusione della campagna di sensibilizzazione sul paesaggio agrario della quale Italia Nostra ne è stata ispiratrice. Agenda telefonica cittadina AMANTEA FARMACIE De Luca Morelli De Grazia (Camp.) Madia SANITÀ Croce Rossa Italiana Tel. 098241773 098241279 098246014 0982425761 0982424140 GUARDIA MEDICA Tel. 0982491221 EMERGENZA Carabinieri Polizia municipale Guardia di Finanza Corpo forestale COMUNE Municipio Tel. 098241000 098241256 098241052 098275069 Tel. 0982429200 TELEFONI UTILI Distretto scolastico Ferrovia Giudice di pace FARMACIE Caruso Ciuffi Saporiti SANITÀ Ospedale civile Pronto soccorso GUARDIA MEDICA Tel. 098291073 EMERGENZA Carabinieri Polizia Guardia di Finanza Corpo forestale COMUNE Municipio TELEFONI UTILI Pretura Proloco Tel. 098291398 098291018 098291230 Tel. 09829771 0982999472 CETRARO Tel. 098289223 098289001 098289121 COMUNE Municipio Tel. 098289203 PAOLA Tel. 098291251 0982999282 098291104 098292037 Tel. 098291074 Tel. 098291256 098291651 FUSCALDO Tel. 098241106 098241368 0982425363 EMERGENZA Carabinieri Polizia municipale Corpo forestale FARMACIE Licursi Tel. 0982686031 GUARDIA MEDICA Tel. 098289001 FARMACIE Arrigucci Cilento Sganga SANITÀ Ospedale civile Pronto soccorso Tel. 0982587316 0982612439 0982582276 Tel. 09825811 09825811 GUARDIA MEDICA Tel. 0982581410 EMERGENZA Carabinieri Polizia Polizia stradale Polizia municipale Corpo forestale COMUNE Municipio Tel. 0982582301 0982622311 0982622211 0982582622 0982582516 Tel. 098258001 TELEFONI UTILI Tribunale Protezione civile Inps Inail Tel. 0982582758 0982589759 0982582451 0982622511 S. MARCO A. FARMACIE Aloia Pisano SANITÀ Ospedale civile Tel. 0984512141 0984512123 Tel. 09845101 GUARDIA MEDICA Tel. 0984511725 EMERGENZA Carabinieri Polizia municipale Corpo forestale Tel. 0984512003 0984512135 0984525205 COMUNE Municipio Tel. 0984512089 TELEFONI UTILI Biblioteca Curia Vescovile Giudice di Pace Inps Tel. 0984511433 0984512000 0984512087 0984511534 Genovese. «In particolare – rileva – si è elevata la voce dei lavoratori del settore elettrico della sede di Paola i quali nel corso dell’ultima giornata di sciopero di giorni fa hanno avviato un’approfondita discussione sulle loro condizioni attuali e sulle ripercussioni che la stessa manovra produrrà fin dall’immediato futuro. Pertanto alla luce degli effetti recessivi e pesanti che il Decreto Salva Italia apporterà su famiglie, lavoratori e pensionati, i dipendenti dell’Enel di Paola hanno preannunciato altre forme di lotta e di protesta contro il provvedimento a sostegno anche della loro piattaforma rivendicativa. È del tutto evidente che la manovra finisce per investire, attraverso tasse e restrizioni di ogni sorta, i lavoratori dipendenti, pensionati e i pensionanti, alimentando in perfetta continuità con il precedente Governo a guida Berlusconi le disparità, le iniquità sociali e a carico delle fasce deboli». PAOLA. L’inizio del nuovo anno, che segna l’avvio delle celebrazioni per il 50. anniversario del Patronato S. Francesco di Paola, è stato l’occasione per il Provinciale dei Minimi per presentare il nuovo calendario del Santuario di Paola e il logo giubilare. Lo storico calendario, giunto ormai alla sua 83 edizione, presenta infatti il Santo nell’atteggiamento di proteggere la Calabria, sulla quale sono state significativamente riprodotte le facciate delle 12 cattedrali calabresi. Tutte le immagini sono state realizzate da Yuriy Kuku, artista ucraino che ormai da diversi anni opera in Calabria. In parallelo, anche se più ricco ed articolato da punto di vista simbologico, si muove il logo, opera di padre Ivano Scalise. Scegliendo l’ulivo come elemento tipico della Calabria, attraverso 5 foglie, che rappresentano le cinque provincie calabresi, è stato realizzato il 5, mentre lo zero è dato dal sole, con 12 raggi, all’interno del quale è impresso il Charitas che è lo stemma di S. Francesco di Paola. Lo zero è stato posizionato nella parte alta del mar Tirreno, dove si trova Paola che ha dato i natali al Santo. Dallo zero si diramano poi 12 fiammelle, rappresentanti le 12 diocesi calabresi. Ogni gruppo di 4 ve n’è una più grande. Le tre fiamme maggiori stanno ad indicare le tre sedi metropolitane, Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria. Il tutto è posizionato sulla Calabria, mentre nella legenda è riportato l’incipit del Breve del B. Giovanni XXIII, “Lumen Calabriae”, col quale il 2 giugno proclamò S. Francesco di Paola celeste patrono della Calabria.(g.vena.) AMANTEA Presto l’elezione dei segretari SAN LUCIDO I giovani democratici pensano al Congresso Riunita l’assemblea Successo per l’iniziativa di adottare un cucciolo AMANTEA. Si è riunita l’assemblea dei Giovani Democratici di Amantea per discutere del bilancio annuale e per organizzare gli appuntamenti futuri in vista della fase congressuale nazionale. A partire dal prossimo mese di gennaio tutti i tesserati saranno chiamati ad eleggere i loro segretari di circolo ed a rinnovare gli organismi provinciali, regionali e nazionali. Alla riunione ha preso parte anche il consigliere comunale Vincenzo Pugliano che ha concordato sulla necessità di “costituire insieme ai comuni del comprensorio un sistema integrato e coordinato delle politiche giovanili, soprattutto in un periodo segnato dalla crisi economica, dalla disoccupazione galoppante e dal precariato”. «A tal proposito – ha spiegato Pugliano – entro breve tempo inizierà l’iter per l’istituzione di una borsa di studio che ben presto sarà affiancata da altri progetti in ambito culturale e sociale». L’assemblea ha discusso anche sulla possibilità d’istituire una consulta giovanile alla quale potrebbero essere attribuite diverse funzioni, come l’organizzazione di corsi di formazione, la promozione di eventi che abbiano il fine di promuovere l’educazione civica ed attività di cineforum. Nel corso della riunione si è parlato anche di ambiente e natura: con particolare riferimento alle vicende legate alla valle del fiume Oliva. «Riconosciamo all’ente comunale – hanno affermato i vertici del movimento – i passi in avanti compiuti da parte dell’esecutivo che in discontinuità con il recente passato ha collaborato con la Procura di Paola allo svolgimento delle indagini, ha risposto alle evidenze mosse dalla Commissione Envi ed ha sollecitato l’istituzione del registro tumori. Bisogna battersi tutti insieme nel chiedere la bonifica della valle del fiume Oliva, cercando di reperire le risorse necessarie. Non può esserci benessere se non vengono garantiti in primis il diritto alla salute ed il diritto di vivere in un ambiente sano. Auspichiamo che la politica locale ponga l’attenzione sulla green economy, utile non solo a migliorare la qualità della vita, ma anche a creare occupazione e ad incentivare la nascita in loco di aziende che possono lavorare e riciclare i rifiuti differenziati». I Giovani democratici hanno affrontato, inoltre, le problematiche relative al porto di Campora San Giovanni che necessita d’interventi capaci di permettere ai diportisti ed alle cooperative di pescatori di poter sfruttare della struttura senza sprechi continui di risorse economiche. L’approdo nepetino, infatti, è nuovamente insabbiato dopo l’ennesima mareggiata che ha ostruito l’imboccatura d’ingresso. La giunta non prevede di intervenire in maniera strutturale in quanto è ancora in corso la procedura di project financing da 88 milioni di euro per la costruzione del nuovo approdo.(e.pas.) Maria Francesca Calvano SAN LUCIDO Di quanto amore per gli animali è capace la comunità sanlucidana? Molto, stando ai risultati di una bella iniziativa che si è tenuta nei giorni scorsi sulla Piazzetta: “Io scelgo te”, campagna d’adozione di cuccioli abbandonati organizzata dal canile-rifugio “L’Oasi di Fido” di Fuscaldo. Il direttore sanitario Francesca Bono ed i volontari hanno stazionato sulla centralissima piazza dalle ore 10 alle ore 13; con loro dodici tenerissimi cuccioli in cerca dell’amore di una famiglia che riscattasse in qualche modo il dolore provocato loro dagli esseri umani quando hanno deciso di disfarsene. È infatti proprio di questi tempi che il numero degli abbandoni di cani cresce, paradossalmente proprio quando il clima natalizio dovrebbe spingere ai buoni sentimenti. Il più delle volte i randagi vanno incontro ad un triste destino. Ma a porre rimedio ai fattacci questa volta c’è la generosità di quanti hanno deciso di rispondere all’appello lanciato dall’Oasi di Fido. Così, alla fine della mattina, si è giunti a quota tre meticci affidati ad altrettante famiglie che non faranno mancare loro affetto e protezione. Ad uno di essi è stato imposto il nome di Sprint: i suoi padroncini avevano già deciso come chiamare il nuovo componente della famiglia. 25 Gazzetta del Sud Lunedì 2 Gennaio 2012 Cronaca di Catanzaro . COMUNE L’assessore Scarpino ritira le dimissioni per portare al traguardo il regolamento dei servizi sociali Case, alt alle occupazioni abusive Linea dura con chi si appropria di alloggi di edilizia residenziale pubblica «La decisione del Viminale di commissariare il Comune di Catanzaro agevola il ritiro delle mie dimissioni; dimissioni che, ad onor del vero, sono state subito rigettate dal vicesindaco Maria Grazia Caporale. Ho, pertanto, deciso di concludere il mio mandato il prossimo 8 gennaio 2012 assieme agli altri componenti della Giunta con i quali ho condiviso questa breve, ma intensa esperienza». Lo ha affermato, in una nota, l’assessore alle Politiche sociali, Fulvio Scarpino che ha spiegato le ragioni del suo gesto. «La prima, in ordine di importanza, mi coinvolge emotivamente – ha proseguito Scarpino – poiché legata ad un progetto che mi sta molto a cuore: è stato difatti intrapreso il percorso di riqualificazione dell’Umberto I che vede nel protocollo d’intesa sottoscritto di recente fra L’Asp ed il Comune il primo tassello di un’iter burocratico - amministrativo per addivenire alla realizzazione del centro d’eccellenza per anziani. L’Asp, è bene evidenziarlo, si è assunta in toto l’onere della gestione, investendo nel progetto centinaia di migliaia di euro, atteso che il Comune non avrebbe mai potuto impiegare alcuna risorsa economica. E sebbene la procedura richiederà alcuni mesi di tempo per il completamento del programma (Commissario permettendo) ritengo fosse mio, e della giunta di Michele Traversa, il privilegio di dedicare il salone del centro d’eccellenza al compianto Achille Tomaino, un uomo di scienza che ha lasciato in tutti coloro che hanno avuto l’onore di conoscerlo, il segno dell’umana solidarietà, della amicizia vera e profonda, del rispetto per gli altri e della grande professionalità; una figura di riferimento di cui, mai come oggi, la nostra Città Rifiuti che giacciono ammassati nella zona di Giovino Invito del movimento Catanzaro Marina Emergenza rifiuti Il commissario pensi al capoluogo Gli alloggi di edilizia residenziale pubblica in viale Isonzo dov’è più marcato il fenomeno delle occupazioni abusive avrebbe bisogno». Il secondo motivo è più razionale: «in appena sei mesi di gestione l’attuale giunta nella seduta del 12 dicembre 2011 ha emanato una rilevante direttiva, concernente la risoluzione del delicato problema dell’occupazione abusiva di alloggi di edilizia popolare. Provvedimento questo, che ha portato alla definizione di un delicato e complesso procedimento politico-amministrativo-istituzionale che ha impegnato l’intera Giunta la quale - sotto la guida del prefetto Antonio Reppucci e con il contributo del que- store Vincenzo Roca - è riuscita a dare emersione ad un dato concreto per cui il fenomeno di occupazione abusiva degli alloggi popolari è quasi sempre in diretta relazione con la richiesta di rilascio della residenza inoltrata dagli stessi occupanti abusivi all’ufficio anagrafe che, a sua volta non può esimersi dall’iscrizione anagrafica sempre che sussistano, oltre il requisito soggettivo, anche quello oggettivo costituito dall’abitualità della dimora. E di conseguenza ad approntare una strategia per evitare che il rilascio della residenza finisca per configurarsi co- me una sorta di legittimazione ex post del comportamento illecito posto in essere dagli occupanti senza titolo». Ma questa azione di contrasto «necessita di un ultimo fondamentale suggello quale è l’approvazione del Regolamento dei Servizi Sociali. Con l’approvazione del “ Regolamento del Servizio Sociale Comunale e delle Prestazioni Sociali Agevolate” che vieta di fatto che il Comune possa concedere contributi a chi occupa abusivamente alloggi di edilizia residenziale pubblica - siano essi di proprietà dell’Aterp o comuna- le - si innesca un meccanismo virtuoso che pone le basi per recuperare alcune delle zone di maggior degrado urbano ed al contempo consente il ripristino delle condizioni di legalità». L’assessore Scarpino ha infine ringraziato «quanti mi hanno manifestato il loro affetto e incoraggiato a proseguire nel mio percorso; e mi accingo ad esaurire il mio mandato con la predisposizione di tutti gli atti necessari per la definizione di una pratica importantissima come quella dell’adozione del Regolamento da parte del Consiglio Comunale». «L’emergenza rifiuti sta mettendo seppur lentamente in ginocchio la città capoluogo di regione, senza che se ne venga a capo». Questo l’inizio della nota di Massimo Gualtieri del Movimento Civico Catanzaro Marina. «Quello che occorre ora, nel marasma generale non appena insediatosi il commissario straordinario – secondo Gualtieri - è gestire al meglio l’emergenza rifiuti, vera e propria priorità insieme al collasso del sistema scolastico con tantissime scuole a rischio tangibile di chiusura (altra bomba ad orologeria innescata). Occorrerà quindi stilare un piano di interventi rigoroso in perfetta sinergia con il Commissario Straordinario per l’Emergenza Rifiuti, con il Dirigente del Settore Ambiente e con l’Aimeri Ambiente che oggettivamente con le criticità citate tiene botta, affinchè la situazione possa normalizzarsi». Gualtieri ha anche pregato l’Aimeri Ambiente, «facendo appello al senso di responsabilità dei suoi vertici e dei propri funzionari responsa- bili, qualora ciò fosse possibile, di prelevare gli ingombranti sparsi per tutta la città nei pressi dei cassonetti sia di quelli azzurri dediti alla raccolta della indifferenziata, sia di quelli blu, verdi e bianchi dediti alla raccolta della differenziata, nonché di bonificare i siti (vedi situazione significativa di via Toraldo in località Giovino). Il commissario straordinario poi in virtù dei poteri conferitigli dalla legge, dovrà e potrà per forza di cose attesa la grave situazione creatasi, occuparsi di risolvere il problema della raccolta differenziata». Gualtieri ha anche riepilogato la vicenda rifiuti evidenziando quattro punti: la grave crisi che attanaglia la società partecipata Ambiente & Servizi, con numerosi posti dei lavoratori a rischio licenziamento; il sequestro della discarica di Alli dovuta alle note vicende giudiziarie, l’insufficienza della discarica di Pianopoli, dove i mezzi della società Aimeri Ambiente scaricano i rifiuti solidi urbani; la duplicazione in due società del servizio di raccolta. Lunedì 2 Gennaio 2012 Gazzetta del Sud 30 Cronaca di Lamezia Giovedì Benvegnù al Teatro Grandinetti Concerto di Paolo Benvegnù giovedì alle 21.30 al Grandinetti per la rassegna “Enjoy Lamezia” Corso Nicotera 215, - Cap 88046 Tel. e Fax 0968.448193 cronacalamezia@gazzettadelsud.it . AREA INDUSTRIALE Partono nella capitale due iniziative per finanziare lo sviluppo ANTIMAFIA Tragedia di Capodanno a Martirano Protocollo d’intesa firmato a Roma 756 milioni per far ripartire i Patti Don Panizza chiede di agire contro le cosche Raccoglie un botto e perde la mano Presentata una proposta di legge per sbloccare finanziamenti Vinicio Leonetti Firmato allo scadere dell’anno il protocollo d’intesa per l’area industriale lametina. I rappresentanti degli enti locali, di Lameziaeuropa e Asi, e dell’Anpaca che è l’associazione dei Patti territoriali, con alcuni dirigenti del ministero dello Sviluppo economico hanno sottoscritto l’accordo che dovrebbe sbloccare finanziamenti statali e comunitari per una serie di progetti. Fra questi la realizzazione di una piastra logistica nell’area ex Sir al servizio del porto di Gioia Tauro, lo svincolo dell’autostrada e uno sportello per l’assistenza alle imprese. Per problemi di trasporto, visto che aerei e treni erano pieni durante le festività natalizie, alcuni protagonisti dell’intesa non hanno potuto raggiungere la capitale, ma firmeranno nei prossimi giorni. Intanto per impiegare i finanziamenti non spesi dei due Patti territoriali del Lametino, ma anche per attrarre nuovi fondi per lo sviluppo, nei giorni scorsi è stata presentata alla Camera una proposta legislativa. A sottoscriverla sono stati venti parlamentari, tra cui Doris Lo Moro, la parlamentare del Pd che presiede l’Anpaca, Giancarlo Pittelli, il sindaco di Catanzaro Michele Traversa, Ida d’Ippolito e Maria Grazia Laganà. Come dire che la proposta è trasversale essendo condivisa da tutte le forze politiche. L’iniziativa ha l’obiettivo di «superare alcune criticità che ostacolano il completamento dei programmi d’investimento di numerose iniziative beneficiarie di contributi pubblici come patti ter- L’area industriale di San Pietro Lametino ritoriali e contratti d’area senza aggravio di nuovi costi per lo Stato. In un momento di gravissima crisi economica ed occupazionale per il Paese infatti, mentre si sente l’urgenza di nuove misure per lo sviluppo e la crescita, oltre che per il risanamento e la riduzione del debito pubblico, diventa una priorità salvaguardare i progetti imprenditoriali in corso e non conclusi per problemi amministrativi», spiega Tullio Rispoli, direttore di Lameziaeuropa. La nuova legge dovrebbe cancellare la norma che prevede di spendere i fondi residui dei patti territoriali entro il 31 dicembre scorso, fino a un tetto di un milio- ne e mezzo di euro. E permette la riassegnazione delle risorse al ministero dello Sviluppo economico di quelle accertate e decretate per il finanziamento dei progetti di rimodulazione proposti con parere positivo delle Regioni dai soggetti responsabili. «La proposta di legge», spiegano Rispoli, Giancarlo Mamone coordinatore dei patti territoriali calabresi, e Marcello Gaglioti presidente di Lameziaeuropa, «affronta le criticità e permette di valorizzare e non disperdere il lavoro di questi anni su tutto il territorio nazionale fatto con la programmazione negoziata». Con le misure previste si punta a favorire concretamente la ripresa della crescita economica e dell’occupazione mettendo in atto azioni immediate per la riassegnazione delle risorse finanziarie derivanti da rinunce e revoche, che sono state rimodulate e destinate a progetti immediatamente cantierabili. Si tratta di circa 756 milioni, di cui 40 destinati alla Calabria ed attualmente bloccati. L’iniziativa parlamentare tende a inserire queste risorse nel decreto “milleproroghe” e nei nuovi strumenti per la crescita e di riforma degli incentivi alle imprese in fase di definizione da parte del governo. «Dobbiamo agire, andando oltre le parole». È l’appello alla scuola, alla chiesa, al mondo del lavoro e dell’informazione, lanciato a fine anno da don Giacomo Panizza nell’ambito di un programma sulla Tv privata “City One” diretta da Nadia Donato. Don Giacomo nella notte tra Natale e Santo Stefano è stato l’obiettivo di un’intimidazione mafiosa. Il Centro d’accoglienza per minorenni stranieri ricavato dall’associazione “Lunarossa” che fa parte dell’arcipelago di volontariato gestito dal sacerdote bresciano, è stato preso di mira dalle cosche a Capizzaglie, in un immobile confiscato ai Torcasio. All’indomani dell’intimidazione il procuratore della Repubblica Salvatore Vitello aveva dichiarato che i magistrati lametini sono pronti a scende in piazza per una grande manifestazione contro la criminalità organizzata dalla società civile. Il sindaco ha condiviso la proposta dichiarando di volere organizzare un’iniziativa. L’appello del procuratore è stato pure raccolto da Confindustria attraverso il nuovo presidente regionale Giuseppe Speziali e dal segretario provinciale della Cgil Giuseppe Valentino. Secondo don Panizza «in tutto questo deve avere un ruolo primario anche la politica che a Lamezia deve seriamente rinnovarsi in azioni e valori». Vede un grosso petardo vicino alla sua macchina parcheggiata in strada, lo afferra e l’ordigno scoppia. Così un uomodo di 44 anni, ha perso una mano la notte di Capodanno a Martirano. Era arrivato da Genova, dove lavora in un’officina meccanica, per passare le festa con la madre e i fratelli. Ma fatale è stato quel petardo inesploso abbandonato da qualcuno accanto alla sua automobile. Sembra che il 44enne abbia visto l’ordigno dalla finestra di casa dei suoi e sia sceso per allontanarlo. Per capire esattamente cosa fosse s’è avvicinato e l’ha preso in mano. In quell’attimo il petardo è scoppiato causando il disastro. L’uomo gravemente ferito alla mano è stato immediatamente portato dai familiari all’ospedale cittadino. Un tentativo disperato perchè l’arto era letteralmente spappolato dall’esplosione. I medici del nosocomio cittadino hanno creduto opportuno trasferire l’ammalato grave al Policlinico di Messina dove i chirurghi hanno potuto soltanto amputare la mano all’uomo ferito e dolorante. Che difficilmente potrà tornare a fare il meccanico a Genova. Col senno di poi avrebbe potuto pensare di allontanare quel maledetto petardo con un palo, ma la tragica fatalità ha fatto il resto proprio a Capodanno. Del caso si sta occupando la polizia, ma c’è davvero poco da indagare. L’unico insegnamento che si può trarre da questa brutta storia è di non avvicinarsi mai senza le necessarie precauzioni ad un oggetto estraneo, soprattutto dopo la notte di fine anno o dopo i botti del santo patrono di turno.(v.l.) Agenda telefonica cittadina FARMACIE DI TURNO FEROLETO - Corso G. Nicotera - Tel. 096821145 INTERNAZIONALE - Via Marconi - Tel. 096821950 FARMACIA NOTTURNA SALUS - Via Leopardi - Tel. 0968433504. CINEMA THE SPACE CINEMA Programmazione dal 23 dicembre 2011al 2 gennaio 2012 Sala 1 (35 mm) «Arthur e la guerra dei due mondi» - Spett. ore: 10.50 - 13.30 Matinée € 4; no show dom. 25, lun. 26, e dom. 1 gennaio. Sala 1: (3D) «Il gatto con gli stivali». Spett. ore: 16 - 18 - 20 - 22. Dom. 25 e lun, 26 ore 0.00. No show delle 20 e delle 22 sab. 24 e 31 dicembre. Sala 2 «Sherlock Holmes» - Spett. ore: 11.40 14.20 - 17 - 19.40 - 22.20. Dom. 25 e lun. 26: 1.00 Matinée € 5,5 tutti i giorni no show dom. 25; lun. 26; dom. 1 gennaio; no show 19.40 e 22.20 sab. 24 e 31 dicembre. Sala 3 «Vacanze di Natale» - Spett. ore: 10.25 12.50 - 15.15 - 17.40 - 20.05 - 22.30. Dom. 25 e lun,. 26: 0.55. Matinée € 5,5 tutti i giorni no show delle 10.25 e 12.50 dom 24, lun. 25, dom. 31; no show delle 20.05 e 22.30 sab. 24 e 31 dicembre. Sala 4 «Finalmente la felicità» - Spett. ore: 11.10 - 13.15 - 15.30 - 17.50 - 19.55 - 22. Dom. 25 e lun. 26: 0.05. Matinée € 5,5 tutti i giorni no show delle 11.10 e 13.15 dom. 25, lun. 26, dom. 1; no show delle 19.55 e 22 sab. 24 e 31 dicembre. Sala 5 «Il figlio di Babbo Natale» - Spett. ore: 10.30 - 12.45 - 15 - 17.30. Matinée a 5,5 € no show dom. 25, lun. 26, dom. 1. Sala 5: «Capodanno a New York» Spett. ore: 20 - 22.30 - 1. No show sab. 24 e 31. Apertura tutti i giorni ore 10.25 tranne domenica 25, lunedì 26 e domenica 1 gennaio apertura 14.20.
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